Gli incredibili colpiscono ancora
venerdì 30 novembre 2012
martedì 27 novembre 2012
Disfacimento Ilva |
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Scritto da Davide Giacalone | |
martedì 27 novembre 2012 | |
Significa che si possano tenere aperte le produzioni industriali anche in barba alla legge e in oltraggio all’ambiente? Ovvio che no, ma ci si deve capire su cosa s’intende. Quando e come si stabilisce che l’oltraggio è reale. E occorre che il rimedio non sia lo smantellamento. Non so se l’Ilva costituisce un pericolo immediato per la vita delle persone che la circondano, e dico di non saperlo non per ipocrisia o vigliaccheria, ma perché non sono cose che si possano discutere con superficialità o per partito preso. Quale che sia tale partito. So, però, che noi tutti sapremo come stanno le cose solo dopo che il danno produttivo non sarà più rimediabile. So che lo stabilimento chiude non perché ci sia una sentenza che depone in quel senso, e che, ovviamente, andrebbe rispettata, ma perché si applica una misura cautelare, per sua natura revocabile. Solo che, appunto, ove lo fosse ciò avverrebbe fuori tempo massimo. E so che tutto questo avviene nel mentre il ministro dell’ambiente, tecnico di un governo tecnico, s’è speso perché non accadesse. E non credo abbia un quale che sia turpe interesse affinché si diffondano guasti alla salute. So che la direzione aziendale continua a dire che la produzione non è inquinante oltre il consentito, il che, naturalmente, è come chiedere all’oste se è buono il vino, ma è non meno evidente che non ci sarà più vino, se si chiudono tutte le osterie. Fa rabbia non che si sia presa una decisione, ma che proprio perché non la si è presa si precipita tutto verso una conclusione senza ritorno. E fa rabbia che a questo si sia giunti anche perché (ove il presupposto accusatorio dell’indagine penale si dimostri fondato) non hanno funzionato i controlli e non è esistita la prevenzione, talché l’unico intervento possibile è stato quello della magistratura penale. Che, per sua natura, è repressivo e soppressivo. E in questo, come in tanti altri casi, anche devastante. Dove erano le altre realtà, dagli enti locali ai sindacati? Dove era il comune di Taranto, la regione Puglia, le rappresentanze dei lavoratori? E dove sono? Perché se le accuse sono fondate hanno peccato per assenza prima, e se sono infondate o esagerate peccano per assenza ora. Non si può barattare la salute con la ricchezza. Non è ammissibile che si giunga a quello scambio. Ma le acciaierie ci sono in tutta Europa, e sono quelle stesse industrie che si fregano le mani, perché faranno più affari grazie agli italiani che chiudono. Le acciaierie ci possono e ci devono essere anche in Italia, perché le norme possono e devono essere rispettate. Le indagini penali (le indagini, neanche le sentenze), però, non possono divenire il solo centro decisionale accettato. Dopo la chiusura dell’Ilva Taranto sarà una realtà devastata. Dubito che qualcuno riesca a trovarci il lato positivo. Metto nel conto che mi si rivolga l’accusa d’insensibilità verso chi soffre le conseguenze di quella produzione, ma avverto che se si lascia passare come normale il “metodo Ilva”, presto ci troveremo senza produzione industriale, demolendo noi, con le nostre mani, un patrimonio produttivo con un passato secolare. Che questo propizi la sensibilità ambientale ne dubito assai, perché non mi risulta sia mai accaduto che la miseria sia ecologicamente promettente e umanamente confortante. Pubblicato da Il Tempo |
mercoledì 21 novembre 2012
Anconetano fa shopping a scrocco
con la carta di credito non sua
FALCONARA - I carabinieri di Falconara
hanno denunciato un nomade di 40 anni, residente ad Ancona, per indebito
utilizzo di carte di credito. Quando è stato fermato, aveva appena
tentato di pagare con una carta intestata a un’altra persona un
rifornimento di benzina per poco meno di 200 euro in un distributore
lungo la strada statale.
In mattinata aveva fatto 'shopping'
acquistando merce per un valore di oltre 1.000 euro in 3 negozi del
centro. In attesa di rintracciare il titolare della carta, il nomade è
stato indagato in stato di libertà.
(dal Corriere Adriatico)
lunedì 19 novembre 2012
Allerta meteo nelle Marche
In arrivo forti piogge
ANCONA - Forti piogge in arrivo sulla
Marche, in particolare nella fascia costiera e collinare, con rischio
moderato di criticità idrogeologica e idraulica. Lo indica un avviso di
condizioni meteo avverse diramato dalla protezione civile regionale,
valido dalla mezzanotte di oggi fino alle 12 di martedì 20 novembre.
Previsti picchi localizzati di precipitazioni di 70 mm nelle 24 ore.
venerdì 16 novembre 2012
martedì 13 novembre 2012
Da "Il legno storto"
Macelleria fiscale
Il governo ha completamente perso il controllo della legge di stabilità, conservando a sé l’arma della vendetta contabile. Non si tratta di riconoscere il ruolo del Parlamento, come qualche ministro graziosamente fece, al momento della presentazione, perché quello è scolpito nella Costituzione (questa sconosciuta). Si tratta, semmai, di stabilire se il governo ha una qualche politica che non sia il mero ricondursi al rispetto dei saldi, perché in questo caso, come sta avvenendo, l’interlocutore del Parlamento diviene la Ragioneria generale dello Stato. E buona notte alla funzione governativa.
La cosa singolare è che nel mentre i (presunti)
protagonisti della politica si dividono fra chi vorrebbe governare in
proprio (salvo non dire come e per far cosa) e chi vorrebbe lasciare le
cose in mano a Mario Monti, pur riconoscendoti quasi tutti
nell’“agenda Monti”, proprio quest’ultima si svuota al punto da
consentire che la legge di stabilità venga stravolta e capovolta,
nell’indifferenza collettiva. Dagli sgravi fiscali agli orari scolastici
agli esodati, non c’è materia rilevante in cui il governo abbia tenuto
ferme le proprie posizioni. Sarebbe questo il ragguardevole costume
cui ispirare il futuro? E, si badi, questa non è una critica al
governo, perché la sua “colpa” è quella di durare troppo, ben oltre il
pronto soccorso che si rese necessario un anno addietro, quindi di
scomporsi per il venire meno della missione iniziale, mentre restano
intatti i problemi di fondo. La critica è rivolta alle forze politiche
maggiori, incapaci di capire quel che era evidentissimo nel novembre
scorso e che fin da allora scrivemmo: tocca loro cambiare il sistema
elettorale e condurre l’Italia al voto. In fretta. Invece sono ferme,
ripiegate nelle loro miserie interne, nel mentre s’approssima la fine
naturale, e ingloriosa, della legislatura.
La
critica che muovo al governo è altra: assistendo all’implosione della
politica, incapace di riforme profonde (l’unica, quella delle pensioni,
si trascina dietro un imperdonabile errore tecnico, che ha generato gli
esodati), il governo si abbandona alla vendetta contabile, accanendosi
nel far crescere le entrate nel mentre non riesce a tagliare
significativamente le uscite. Per evitare si dica che fa “macelleria
sociale” si abbandona alla “macelleria fiscale”. Senza neanche evitare
la prima, oltre tutto, ma praticandola nella sua versione più odiosa,
ovvero con la “macelleria generazionale”.
Monti
annette a sé e al suo governo la guerra (così l’ha chiamata), contro la
corruzione e l’evasione fiscale. Guerre sante. Gliecché la storia ci
consegna non pochi esempi di guerre benedette tradottesi in carneficine
sadiche e senza tensione alcuna verso il sacro. Dire che la guerra
contro la corruzione si conduce con la nuova legge, ancora in
gestazione, non è propaganda, è fanfaroneria allo stato puro. Quella
legge sarà approvata, statene certi, ma siate altrettanto sicuri che non
servirà a nulla. Mentre la lotta all’evasione, nei fatti, si traduce
nel far pagare più tasse a quelli che le pagavano, con effetti recessivi
evidentissimi, talché la ripresa prevista per l’anno prossimo si
sposta, come tempestivamente sottolineammo, in un imprecisato futuro.
E
quando Monti dice che la ripresa ci sarà nel momento in cui cesserà la
crisi dell’euro dice una di quelle cose utili a dimostrare che siamo
senza timone e senza motori: stiamo andando a rimorchio. Solo che dal
rimorchiatore hanno deciso di mettere le mani nella cambusa e portare
via gli arredi, sicché, alla lunga, somigliano più a pirati che a
salvatori.
La follia autodistruttiva del nostro
dibattito politico sta proprio nel credere che questa sia una politica,
semmai discutendo se continuarla a cura degli ideatori o a cura dei
gestori partitanti. Invece questa è una non politica. E’ l’altra faccia
di una medaglia che da una parte reca il ritratto di Beppe Grillo. E’
il frutto del crollo, non un modo per evitarlo. E se le forze politiche
non vogliono suicidarsi devono imparare a fare in modo che cambino le
cose, non il loro o il proprio nome. Giacché, com’è noto: ca tu ‘o
chiamme Cicco o ‘Ntuono/ ca tu ‘o chiamme Peppe o Giro/ chillo ‘o fatto
e niro niro,/ nino niro comm’a che.
giovedì 8 novembre 2012
martedì 6 novembre 2012
Antonio Di Pietro a Falconara e Castelfidardo tra sostenitori e contestazioni. Per protesta si dimette Giuseppe Cavina, coordinatore Idv di Osimo
Cronache anconetane
FALCONARA - Nel suo giro falconarese, invece Di Pietro ha avuto anche un breve incontro con la minoranza locale del partito, che non si pone la questione se andare con Donadi oppure con Grillo, ma, piu’ semplicemente, contesta l’attuale dirigenza. Di Pietro ha suggerito loro di candidarsi alle amministrative, in modo da far pesare la loro forza elettorale. Ma – gli hanno fatta presente i ‘dissidenti’ – essendo minoranza e’ difficile che trovino spazio in lista. Di Pietro si e’ detto comunque disponibile a trovare una soluzione, dando loro il suo numero di telefono. ”Basta con il tentativo di screditare l’Idv solo perche’ si oppone alla logica dell’inciucio che si sta vedendo in Parlamento e nelle istituzioni, tanto e’ vero che il governo Monti, per le sue riforme che nessuno vuole perche’ tutti dicono che sono deleterie, e’ appoggiato da centro sinistra e centro destra”. E stato poi il commento del leader Idv sulle voci di una aggregazione politica con lo slogan ”basta” che vedrebbe alleati Idv, M5S e altre formazioni. Attimi di tensione ci sono infine stati per un cavalletto del movimento civico Uniti per Falconara ed utilizzato dai dipietristi per apporre loro manifesti. Ma il tutto è rientrato una volta che Di Pietro è giunto per stringere la mano agli esponenti del movimento.
In precedenza, stamattina, il leader dell’Idv si era fermato anche a Castelfidardo. Dopo averlo incontrato il coordinatore Idv di Osimo, Giuseppe Cavina, ha annunciato le sue dimissioni. “Sono costretto a rassegnarle a malincuore ma come gesto coerente -spiega Cavina- Stamattina ho riconsegnato a Di Pietro la lettera con la quale 2 anni fa gli chiedevo chiarimenti sulla scelta di candidare David Favia. Anche oggi non ho ricevuto
giovedì 1 novembre 2012
SABATO 3 NOVEMBRE ALLE ORE 11,00 PRESSO IL CENTRO PERGOLI DI
PIAZZA MAZZINI I CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA E GLI ASSESSORI
PRESENTERANNO ALLA CITTA' IL NUOVO MOVIMENTO CIVICO "Uniti Per
Falconara".
SPIEGANO I FONDATORI DEL MOVIMENTO: abbiamo come obbiettivo
primario quello di mettere a disposizione l'esperienza politica di
governo della nostra Città maturata da 2008 ad oggi per continuare
un percorso virtuoso e di buona amministrazione ed allo stesso
tempo poter dialogare con la comunità falconarese superando le
ideologie partitiche che troppo spesso hanno impedito un confronto
aperto e costruttivo sui grandi temi economico sociali che
interessano il nostro territorio.
Uniti per Falconara SARA' IL NUOVO SOGGETTO POLITICO IN CUI
CONVERGERA' L'OPERATO E L'ATTIVITA' DEI CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA
ELETTI SOTTO IL SIMBOLO DEL PDL NEL 2008:abbiamo dato
dimostrazione di aver avuto forte responsabilità politica nei
4anni e mezzo di attività consiliare, tenendo lontane dal gruppo
tutte le "cattive abitudini" che hanno reso ingovernabili le
giunte del passato, ovvero le correnti politiche, gli interessi
personali, gli opportunismi della partitocrazia. Questo ha reso
l'operato della Giunta sicuro e determinato a perseguire gli
obbiettivi e gli impegni presi in campagna elettorale.
La presentazione sarà anche una ulteriore occasione per parlare,
argomentare proposte, ipotizzare soluzioni, insomma continuare un
dibattito serio e costruttivo per Falconara a cui la maggioranza ha sempre creduto
in questi anni
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