giovedì 5 febbraio 2009

Pdl, Ciccioli favorito.


Dal Messaggero del 5 Febbraio


Il centrodestra si prepara al “dopo Sturani”, ma le dimissioni del sindaco sono accolte con diffidenza. I vertici si tengono quotidianamente nel Pdl in vista delle elezioni di giugno, senza però scoprire le carte sul candidato a sindaco del centrodestra in attesa di sapere se le dimissioni di Sturani sono definitive o meno. Oggi è in agenda l'assemblea dei consiglieri comunali e provinciali di Fi, domani il vertice del direttivo regionale con il coordinatore regionale e deputato Fi Remigio Ceroni. Il candidato del Pdl può arrivare dalla politica o dalla società civile. Il deputato Pdl Carlo Ciccioli resta il nome più quotato tra quelli degli esponenti di partito, mentre non è stato sciolto il dubbio su quale possa essere il rappresentante scelto nella città o nelle associazioni di categoria. La candidatura di Ciccioli metterebbe in discussione l'impegno del deputato in Parlamento, ma l'ostacolo non è insuperabile. Ciccioli ha infatti già dimostrato candidandosi a sindaco a Falconara di poter accettare la sfida. «Confermo di voler dare un contributo in questo momento difficile, ma la mia unica candidatura al momento è per l'Autorità portuale e pensare ad altro ora è prematuro» dichiara invece il segretario Confartigianato Giorgio Cataldi, dopo che nei giorni scorsi è circolato il suo nome come possibile candidato del Pdl. Tra le voci di corridoio torna ad essere citato l'avvocato Andrea Speciale, già contattato nel 2006 come alternativa della società civile alla candidatura politica di Paolo Pelosi. Dal Pdl arrivano segnali di apertura verso liste civiche e alleati di centro. «Si può aprire un nuovo ciclo per Ancona, è un'occasione storica che non dobbiamo perdere – dichiara il consigliere regionale An Daniele Silvetti – il centro destra è pronto ad allargare lo schieramento alla società civile e a tutti quei movimenti che hanno a cuore le sorti della città per far tornare Ancona a quel ruolo di capoluogo che le compete. Siamo pronti a guidare la nostra città per portare a termine quel programma necessario per la rinascita economica e civile». Il consigliere regionale Fi Giacomo Bugaro fissa però i paletti all'allargamento della coalizione. «Se ne avremo la possibilità, metteremo in campo una squadra di governo giovane, pulita, con nuove idee e forze a garanzia di un buon governo – commenta Bugaro – per questo ci guardiamo attorno a 360 gradi, ma in questo perimetro dell'alleanza non possono essere compresi personaggi protagonisti di un'altra stagione politica. C'è bisogno di rinnovamento e rilancio». Un intervento che sembra indirizzato all'ex sindaco Renato Galeazzi, che secondo alcuni rumors potrebbe tentare la sua terza sindacatura sostenuto da una lista civica. Le dimissioni di Sturani hanno provocato intanto una pioggia di reazioni dal Pdl. «Le dimissioni sono state l'unica via d'uscita dignitosa dalla crisi irreversibile in cui versava da tempo l'amministrazione comunale – commenta l'on. Ciccioli – mi auguro che nei prossimi giorni non avvengano inciuci o un vergognoso mercimonio di poltrone o dimissioni di consiglieri, regolarmente eletti, per motivazioni inconfessabili. Il centro destra deve offrire alla città un progetto credibile di rinascita in sinergia con l'impegno del governo e in collegamento con i settori più vivi della società civile non impegnata politicamente». «Prima di cantare vittoria aspettiamo di verificare se il gesto è frutto di mera tattica politica» afferma Bugaro. «Il bel gesto di Sturani arriva fuori tempo massimo – interviene l'on. Ceroni – da anni Ancona è ostaggio di una sinistra litigiosa e inconcludente». «La città ha già perso troppo tempo, che le dimissioni siano definitive, senza sprecare atri giorni» gli fa eco il senatore Pdl Francesco Casoli. «Se le dimissioni servono per un nuovo rimpasto siamo al ridicolo» commenta il capogruppo An Giovanni Zinni. «È l'ennesima presa in giro per i cittadini, con le dimissioni farsa si raggiunge il punto più baso degli ultimi anni» dichiara il consigliere Fi Daniele Berardinelli. Dalla Lega Nord arriva l'appello a protestare. «Agli amici del Pdl: è ora di scendere in piazza e occupare le sedi istituzionali per ridare la parola agli elettori perché gli è stata tolta in modo antidemocratico – scrive il coordinatore Sandro Zaffiri – altrimenti nel Pdl qualcuno bluffa».


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