lunedì 9 febbraio 2009

Sturani, se resta sarannosolo lacrime e sangue



Dal Messaggero del 9 Febbraio
di Carlo Ciccioli
FRANCAMENTE scrivere ancora del caso Sturani è diventato imbarazzante. Attaccare un uomo al centro delle contestazioni collettive che vengono da destra, da sinistra e dal suo stesso partito, è poco generoso e mi dà l’idea di sparare sulla Croce Rossa. Ma, al di là di ciò, non riesco a capire perché continui a resistere, benché sia molto più opportuno, a questo punto, lasciare: per sé, per la politica, per la sua città. Deve essere chiaro a tutti che può uscire di scena tranquillamente sia ribadendo per iscritto le sue dimissioni al Prefetto entro le ore 16 del 24 febbraio, permettendo così di accelerare, entro i termini, le procedure istituzionali di scioglimento, oppure chiedendo, e qui ha perfettamente ragione Giacomo Bugaro, ai consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione di dimettersi contemporaneamente. Deve essere chiaro che il proseguimento di questa esperienza porterà “lacrime e sangue”, non solo al Sindaco, ma al suo partito e all’amministrazione, poiché se era difficile fare opposizione intransigente quando, poco più di due anni fa, ben il 59% degli anconetani (non dimentichiamolo) avevano rivotato Sturani fin dal primo turno per il secondo mandato, la situazione oggi, quando finalmente tutti hanno aperto gli occhi, è molto diversa. Innanzitutto Sturani deve passare indenne l’udienza del Gip del 3 marzo ed evitare di essere rinviato a giudizio, cosa che molte circostanze fanno pensare che non sia probabile. Poi, e non può non essere così, va verificata con cura la vicenda patrimoniale. Avendo percepito, con sicurezza, almeno 251 mila euro di versamenti bancari di natura sconosciuta, più altri 18 mila in contanti (dagli accertamenti della Magistratura), è necessario capire se si tratta di lavoro svolto in assenza di fatturazioni (per esempio potrebbero essere compensi per mediazioni di polizze assicurative procurate presso enti, oppure di prestazioni di altra natura). In questo caso avrebbe evaso il fisco e dovrebbe regolarizzare le tasse su tali prestazioni, con le relative multe. Non dimentichiamoci, per fare un paragone, che due ministri nominati da Obama, di cui tutti oggi si riempiono la bocca, hanno dovuto rinunciare al mandato perché non in regola con il fisco. Se poi è altro sarebbe opportuno andarsi a rivedere una per una tutte le decisioni urbanistiche anomale, vedi Apl 4 di Pietralacroce, varianti Palombare e Baraccola, polizze Unipol per anziane, eccetera. Insomma, la pubblica amministrazione dovrebbe dedicare tutto il suo tempo all’esame delle ultime vicende poco edificanti, confrontandosi con gli Uffici giudiziari, piuttosto che pensare al futuro. Non ne vale la pena, per nessuno. Diamoci un taglio.

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