Le 14 uova di giornata

Povero Pd! Abbiamo da tempo passato la farsa e siamo al centro di una tragedia. Pensate forse alla sconfitta alle elezioni politiche? Al calo del partito di Walter nei sondaggi? Al fatto che il governo gode di ottima salute e riscuote un sempre più largo consenso tra gli italiani e macina successi? Alla collocazione europea del Pd nel Pse, rifiutata dagli ex democristiani? All'operazione «Salva l'Italia» che si sta rivelando un vero fallimento? Alle interviste di Veltroni che dovrebbero rilanciare e invece finiscono per affossare? No, no e ancora no. Il problema non è (solo) il leader e non è il dilagare del governo Berlusconi. Può capitare di stare all'opposizione e pure che la maggioranza sia molto forte. Ci sta in democrazia. Solo che una forza politica dovrebbe portare dentro sé gli anticorpi per superare la stagione più dura e potere prima legittimarsi e poi rilanciarsi quale credibile e vincente alternativa di governo. Ecco, è qui che casca l'asino!
Partiamo dalle correnti. Quante pensate che siano? No, non due. Non siate così ottimisti. È vero che ci sono gli amici di Walter e quelli di Massimo, ma mica finisce lì l'elenco. Ecco il conto che abbiamo fatto: salvo dimenticanze sono 14. Sì, quattordici. Già, nel Pd non si fanno mancare niente: ci sono, come accennato, gli amici di Walter, i veltroniani, che presto avranno casa in una tv fatta a posta per loro, YouDem. Poi gli amici di D'Alema. Lui è più serioso e più tradizionalista. Deve essersi fatto consigliare da Mussi perché la sua corrente si chiama Red. Se c'è Red, perché non anche... White! Non è uno scherzo. Raccoglie un bel po' di ex popolari. Tranne gli amici di Enrico Letta, che ha 360 (non si capisce se sia il numero degli aderenti effettivi o soltanto un'aspirazione), i Democratici davvero di Rosy Bindi, quelli di Quarta fase (perfetto come titolo di una pellicola con Schwarzenegger) ovvero gli uomini di Giuseppe Fioroni e con lui gli ex democristiani dovremmo averli finiti! Naturalmente è in quota a parte Rutelli, con la sua associazione PeR. Sempre ai margini c'è l'indomito prodiano Parisi, ultimo esemplare degli ulivisti rimasto sulla piazza. Livia Turco, orfana del ministero della Salute, ha messo in piedi A Sinistra. L'ex diessina piemontese aspira a rinsaldare i rapporti con Mussi, Ferrero, ecc... Buon per lei! Il Pd non manca poi certo di un'anima ambientalista: da tempo sono in pista Ermete Realacci e i suoi Ecodem. Ci sono poi due versioni di liberal nel Pd: una di nome, i Liberal Pd di Enzo Bianco, e una di fatto, Libertà eguale di Morando. Ai giovani dovrebbero pensare Ivan Scalfarotto, I mille, e Mario Adinolfi, con Generazione U. Dulcis in fundo Lib Lab di Giovanna Melandri.
Che cosa combinino tutti questi gruppi non è dato saperlo. Ma una cosa è certa. Si vedono e parlano, prima all'interno di ogni gruppetto e poi tutti insieme, ma dopo non «stringono». Insomma, un'organizzazione splendida in cui nessuno decide niente. Il leader supplisce alla carenza di iniziativa politica con letterine e inviti a casa per il tè delle cinque (vedi caso Alitalia)... Fa quel che può, considerato che la situazione è largamente compromessa. L'hanno capito molto bene gli amici dell'Udc che, infatti, sono in libera uscita verso il PdL: a Roma, il capogruppo Udc in Regione, Massimiliano Maselli, è passato armi e bagagli (e consiglieri municipali) a Forza Italia e a Milano nelle prossime settimane dovrebbe accadere lo stesso. Ma anche per gli opinionisti il Pd è moribondo. Non potrebbe essere altrimenti. Vogliamo forse ricordare una delle trovate rivoluzionarie del veltronismo appena perdente? Il governo ombra, la panacea di ogni male dell'opposizione. Ebbene, potete verificarne voi stessi il fallimento con la «maledizione dei sette nani». Provate ad elencare sette ministri ombra del Pd. Riuscirete ad elencarne due, tre ma sette (su dodici) non li ricorda nessuno, nemmeno Fassino! Eppure avrebbero dovuto marcare a uomo i ministri quelli veri. Chi è l'alter ego di Frattini? Chi quello di Maroni, Brunetta, Tremonti, Scajola, Matteoli, Bondi?
C'è da giurarlo: limiti e contraddizioni si stanno ripercuotendo anche in periferia. Basta essere un poco attenti per sentire di giunte provinciali in bilico; a novembre, poi, l'esito delle elezioni regionali abruzzesi farà il resto. L'acronimo Pd finirà per significare «Per disperazione». Con la magra soddisfazione di chi, da queste pagine, per anni ha predicato su una sinistra moderna che avrebbe rappresentato un'opportunità in più per l'Italia e ora quotidianamente vede confermate previsioni ripetute all'infinito.
Da L'Occidentale
3 commenti:
Quella di M@D è stato un elenco "quasi" esaustivo delle varie componenti del PD.
All'appello mancano solo:
Eolo
Mammolo
Dotto (no, quello non c'è)
Pisolo (durante i discorsi di Ualter)
Brontolo (ben più di uno)
Cucciolo
Gongolo (ma che avrà da gongolarsi?)
Ora si che il circo è al gran completo...
CAVOLO!!
preciso:mammolo è della excorrente della margherita e sta per fondare una corrente anche lui
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