“No al referendum, è tardi”

Dal Corriere del 4 Novembre

FALCONARA – “Il referendum adesso non serve, anzi rischia di arrivare troppo tardi, piuttosto interveniamo sul presidente Spacca e sulla giunta regionale affinché il Pear non sia modificato”. Secondo Loris Calcina, capogruppo della lista civile Cittadini in Comune “la vera priorità per scongiurare che a Falconara vengano realizzate altre due centrali elettriche fare la massima pressione possibile nei confronti del Presidente e della Giunta regionale affinché, al più presto, neghi il parere positivo alle due centrali Api così come ha fatto per quella di San Severino Marche”. “Abbiamo espresso questa priorità – osserva Calcina – senza squalificare l’alto momento democratico e civile del referendum consultivo cittadino ma avendo ben chiaro che esso, al punto in cui stanno concretamente le cose, non può sostituirsi all’azione indispensabile per scongiurare la sepoltura di Falconara e dei falconaresi sotto le insostenibili centrali elettriche”. “Circa un mese fa, dopo la delibera consiliare favorevole all’accordo Comune/Api – ricorda il capogruppo dei Cic – il coordinatore comunale del Pd falconarese Franco Federici, ha chiesto di incontrarci come lista civile sulla questione delle centrali elettriche Api. In un momento di decisa ripresa della mobilitazione informativa e di piazza dei cittadini falconaresi, siamo rimasti sorpresi dalla determinazione con la quale il Pd falconarese ha immediatamente posto sul tavolo l’intenzione di andare ad un referendum consultivo cittadino”. “Come lista civile – prosegue Calcina – abbiamo tentato - oggi, ci rendiamo conto, invano - di far ragionare il coordinatore del Pd sulla scelta della strada da percorrere visto che nessuna delle due centrali è prevista dal Pear, nessuna delle due può essere autorizzata. Ed in più Falconara è al centro dell’Area ad Alto Rischio di Crisi Ambientale la quale deve essere risanata, alleggerita e non ancora più gravata da impianti elettrici a combustibili fossili come il metano e/o il gas di raffineria”. Calcina fa presente che nel corso dell’incontro fu da lui sottolineata la necessità di “fare presto” poiché c’è il rischio concreto che “il Governo Berlusconi si appropri della facoltà di decidere sui progetti delle centrali di grossa taglia (come quella Api da 520 Mw) escludendo le regioni dalla possibilità di dire l’ultima parola su impianti così impattanti sanitariamente e ambientalmente”. “Prima di impegnare tutte le energie per vincere un referendum consultivo comunale – spiega Calcina – il Pd ha la forza e deve impiegare la sua forza, insieme a tutte le sezioni del Pd dei Comuni dell’Aerca, per invitare con fermezza il Presidente Spacca a decretare il diniego alle due nuove centrali dell’Api”.