“Mai fatti conteggi”Il sindaco mostra invecela nota ai collaboratori
Lo scaricabarile dei pasticcioni, accuse incrociate tra gli staff
Lo scaricabarile dei pasticcioni. Alla base della questione tecnico-amministrativa che ha scatenato il presunto ritardo delle dimissioni del sindaco di Ancona ci sarebbe stato un consulto tra Comune e prefettura. Questo è quello che ha detto Sturani.
Ieri mattina però l’Ansa ha diramato una nota nella quale emerge il fatto che la normativa vigente sullo scioglimento dei consigli comunali per motivi diversi dalla scadenza del mandato è la stessa da anni e contempla regolamenti emanati nel 1991 e parzialmente modificati nel 1999. Come a dire: non c’era bisogno di aspettare la circolare del ministero, bastava studiare le carte in maniera approfondita e, per sicurezza, informarsi presso qualche Comune che ha seguito lo stesso iter. Nè l’una, nè l’altra cosa sono stati fatti.
Ma c’è di più. Attenzione a quello che segue. “Da fonte informata inoltre -spiega l’Ansa- si apprende che non sono intercorsi scambi formali di lettere, appunti o documenti fra l'ufficio del segretario generale del Comune di Ancona e l'ufficio elettorale della Prefettura precedenti le dimissioni di Sturani”. Questo significa che qualcuno ha detto una bugia: lo staff del sindaco oppure lo staff dell’ufficio elettorale della prefettura.
Non è un esercizio di dietrologia perchè anche ieri il sindaco, evidentemente supportato dal suo staff, ha continuato ad insistere sul punto che qualche giorno fa, dietro precisa richiesta, ha ricevuto una minuta non protocollata dalla prefettura. La minuta era relativa all’ultima data utile per il voto a giugno per la consegna delle dimissioni. E pare anzi che ieri mattina Sturani - visibilmente alterato per il disguido e il clamore suscitato dalla vicenda - abbia esibito ai suoi collaboratori la famosa “minuta non protocollata” a sostegno della tesi che il suo errore (e quello del segretario generale Ramadù Mariani) fosse in buona fede.
A peggiorare la posizione di entrambi gli staff c’è il fatto che il Corriere Adriatico lo scorso 30 gennaio aveva segnalato la necessità di un giorno di tempo per la realizzazione degli atti da parte della Presidenza della Repubblica, così come avvenuto nel caso delle dimissioni di Valter Veltroni da sindaco di Roma. La segnalazione consegnava il beneficio del dubbio ai diretti interessati che comunque - al di là di come finisca questa vicenda - hanno mostrato un comportamento lacunoso.
Lo scaricabarile dei pasticcioni, accuse incrociate tra gli staff
Lo scaricabarile dei pasticcioni. Alla base della questione tecnico-amministrativa che ha scatenato il presunto ritardo delle dimissioni del sindaco di Ancona ci sarebbe stato un consulto tra Comune e prefettura. Questo è quello che ha detto Sturani.
Ieri mattina però l’Ansa ha diramato una nota nella quale emerge il fatto che la normativa vigente sullo scioglimento dei consigli comunali per motivi diversi dalla scadenza del mandato è la stessa da anni e contempla regolamenti emanati nel 1991 e parzialmente modificati nel 1999. Come a dire: non c’era bisogno di aspettare la circolare del ministero, bastava studiare le carte in maniera approfondita e, per sicurezza, informarsi presso qualche Comune che ha seguito lo stesso iter. Nè l’una, nè l’altra cosa sono stati fatti.
Ma c’è di più. Attenzione a quello che segue. “Da fonte informata inoltre -spiega l’Ansa- si apprende che non sono intercorsi scambi formali di lettere, appunti o documenti fra l'ufficio del segretario generale del Comune di Ancona e l'ufficio elettorale della Prefettura precedenti le dimissioni di Sturani”. Questo significa che qualcuno ha detto una bugia: lo staff del sindaco oppure lo staff dell’ufficio elettorale della prefettura.
Non è un esercizio di dietrologia perchè anche ieri il sindaco, evidentemente supportato dal suo staff, ha continuato ad insistere sul punto che qualche giorno fa, dietro precisa richiesta, ha ricevuto una minuta non protocollata dalla prefettura. La minuta era relativa all’ultima data utile per il voto a giugno per la consegna delle dimissioni. E pare anzi che ieri mattina Sturani - visibilmente alterato per il disguido e il clamore suscitato dalla vicenda - abbia esibito ai suoi collaboratori la famosa “minuta non protocollata” a sostegno della tesi che il suo errore (e quello del segretario generale Ramadù Mariani) fosse in buona fede.
A peggiorare la posizione di entrambi gli staff c’è il fatto che il Corriere Adriatico lo scorso 30 gennaio aveva segnalato la necessità di un giorno di tempo per la realizzazione degli atti da parte della Presidenza della Repubblica, così come avvenuto nel caso delle dimissioni di Valter Veltroni da sindaco di Roma. La segnalazione consegnava il beneficio del dubbio ai diretti interessati che comunque - al di là di come finisca questa vicenda - hanno mostrato un comportamento lacunoso.
1 commento:
sapete una cosa?
Al confronto di Sturani,dei dissidenti,degli amici,della giunta tutta, ci fa un'ottima figura
Iervolino,assessori vari e tutto il comune di Napoli
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