da "Il Riformista"di oggi
di Gianmaria PicaIndesit: «Gli imprenditori di sinistra devono dimostrare di esserlo»
Mercedes Bresso incalza Merloni: «Se chiude None sarà guerra, no a cambi d'uso»
Venerdì, nel corso della mobilitazione torinese di protesta per impedire la chiusura dello stabilimento Indesit di None, il presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, ha dichiarato che «se None chiuderà avranno la guerra, se non chiuderà siamo pronti ad aiutare l’azienda e a chiedere al Governo iniziative a sostegno della domanda». Oggi Bresso, parlando con il Riformista, chiede agli imprenditori di sinistra di ritornare all’«etica comportamentale».
Governatore, che intende con «se None chiuderà avranno la guerra»?
Quasi tutte le aziende che delocalizzano le attività all’estero chiudono i loro stabilimenti in Italia. Subito dopo immaginano come valorizzare le loro fabbriche o i loro terreni chiedendo, per esempio, variazioni di destinazioni d’uso. Noi abbiamo fatto sapere ai manager Indesit che questo non sarà consentito. Queste ipotesi non rientrano nella proposta di ampliamento del 20 per cento introdotta da Silvio Berlusconi, sono tutte varianti che debbono avvenire in Regione. Il nostro obiettivo è quello di trattare per trovare un percorso che impedisca la chiusura dell’azienda e che affronti i problemi concreti che ci sono. Quello di None è uno stabilimento con le difficoltà di tutte le imprese italiane, soprattutto il calo della domanda, ma non è da buttare: ha un buon livello tecnologico e una manodopera molto preparata. Delocalizzare in Polonia è un errore.
In Polonia è meno caro anche il costo della forza lavoro.
La differenza di costo del lavoro con la Polonia e gli altri paesi dell’Est è destinata a riassorbirsi rapidamente. La battaglia è tutta sugli incentivi fiscali. Chi paga di più non potrà continuare ad accettare la competizione di paesi in cui si fanno sconti fiscali che danneggiano le nostre imprese. Il rischio di queste politiche ribassiste può portare a uno scontro interno all’Unione europea.
Lei chiede queste cose alla famiglia Merloni proprietaria dell’Indesit. L’onorevole del Pd, Maria Paola Merloni, è un membro del cda dell’azienda. Non sarebbe stato corretto pretendere un blind trust, come è accaduto per l’ex governatore della Sardegna Renato Soru?
La Merloni era anche un nostro ministro ombra. In questo caso, però, rispetto a Soru lei è soltanto un parlamentare e membro del consiglio di amministrazione. Non c’è ragione del blind trust. Però dovrebbe accettare di sedersi attorno a un tavolo per trovare con noi una soluzione.
Merloni, Soru, Colaninno: tutti imprenditori in un difficoltà e che hanno deciso di candidarsi con il Pd. Esiste nel partito un problema legato agli imprenditori-politici?
Non credo che debba essere vietato agli imprenditori di fare politica. Anzi, in Piemonte abbiamo la tradizione di un grande imprenditore che ha fatto molto bene alla politica: Adriano Olivetti. Ma un imprenditore che fa politica con il centrosinistra deve dimostrare con i suoi comportamenti una certa coerenza. Per esempio, non credo che sia accettabile che io giri con pellicce e gioielli o che non regolarizzi la mia colf. Se sono un imprenditore di sinistra, i problemi li devo affrontare con uno spirito diverso. Occorre un’etica comportamentale e uno sforzo maggiore. Un imprenditore che ha una funzione sociale deve cercare di trovare una soluzione equa, che non guardi soltanto i suoi interessi personali. Se quella soluzione non funziona, se ne cerca un’altra.
Presidente, si candiderà alle elezioni Europee?
Credo di no. Mi pare che la scelta del Pd sia quella di candidare persone che si occuperanno soltanto di Europa. Non so se sia giusta, ma se la strada è quella, io non posso candidarmi.
Che ne pensa del lavoro del neo-segretario Dario Franceschini?
Le prime mosse mi sono sembrate centrate. Non tanto dal punto di vista comunicativo, che non è tutto, ma su quelle di posizionamento con il resto del partito. Siamo in tempo di crisi e lui ha scelto temi che danno delle risposte concrete ai problemi veri dei cittadini e degli amministratori che sono in grandissima difficoltà. Il governo in questi due anni non ha fatto altro che tagliare il fondo per l’assistenza che serve anche ad aiutare i comuni che hanno in mano tutta la politica di assistenza diretta. Mi sembra che Franceschini fino a oggi abbia fatto delle proposte interessanti e utili, poi si vedrà.
Lei sarà uno dei volti candidati alla guida del Pd per il dopo Franceschini?
Per carità, assolutamente no. Io sono sul fronte del Nord-Ovest e qui devo rimanere.
2 commenti:
peggio di soru solo le idee della sinistra extraparlamentare che e' piu fallita di lui
questa e' gente che e' di sinistra a parole ma a fatti 0.
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