venerdì 20 marzo 2009

dal Corriere adriatico di oggi

L’ex sindaco e quattro funzionari comunali citati alla Corte dei Conti per un danno erariale di 340 mila euro


Sprechi sul verde pubblico, Carletti a giudizio


Ancona Dovrebbe arrivare entro un mese la sentenza della Corte dei Conti sulla gestione 2001-2002 del verde pubblico di Falconara. La procura regionale ha chiamato in causa l’ex sindaco ds Giancarlo Carletti e quattro funzionari, ipotizzando un danno erariale di 340 mila euro (324 mila euro più interessi ed altre voci). Ieri si è svolta la discussione con le conclusioni del procuratore regionale contabile Alberto Avoli e dei difensori. Oltre a Carletti, cui il danno viene contestato in percentuale superiore agli altri, sono stati chiamati in giudizio gli ex dirigenti Luciano Fantozzi e Walter Principi, il funzionario Antonella Strona e l’ex direttore del Cam (Consorzio azienda multiservizi) Mauro Rocchi. L’accusa contesta la delibera che assegnò i fondi (anche per piantumazioni di alberi), sostenendo la genericità delle indicazioni fornite, del progetto dei lavori e ipotizzando dunque che ne sia derivato un danno erariale. La procura regionale della Corte dei conti nell’atto di citazione ipotizzava il “mancato rispetto di elementari norme proprie della gestione contabile pubblica”.

Secondo le difese i lavori sono stati effettivamente realizzati e non sussistono un danno, nè distrazioni di fondi, al di là di apparenti incongruenze.

La Corte dei conti aveva aperto diversi fascioli relativi all’amministrazione Carletti, Il 21 aprile è in calendario un’altra udienza relativa al compenso come direttore generale di Gianfranco Moschini. Si ipotizza un danno erariale è di 50 mila euro e sono stati citati a giudizio, oltre a Carletti e Moschini, anche gli ex assessori che avvallarono la delibera: Fabrizio Belfiore, Marco Canonico, Susanna Cimarelli, Antonio Graziosi, Marco Paolini, Aldemaro Pietrucci e Francesco Terranova.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Carlos il grande freghera' pure avoli. In politica generalmente chi sbaglia non paga ma