venerdì 1 maggio 2009

Brandoni: "L'Api prevede alcuni tagli"
Il sindaco annuncia in Consiglio che l'azienda potrebbe intervenire sull'occupazione

Dal Carlino di oggi

"Anche l'Api risente della crisi e nei prossimi mesi sono previsti grossi tagli". E' l'annuncio arrivato ieri in Consiglio dal sindaco Goffredo Brandoni, che era stato pungolato dall'opposizione per "il piatto di lenticchie" ottenuto con la risoluzione dei contenziosi. "I 3 milioni versati dalla societa' petrolifera - ha ribattuto Brandoni - sono l'equivalente di 6 miliardi di lire, non certo un piatto di lenticchie, specie se si considera che anche l'Api, in questo momento di crisi, ha avuto forti contraccolpi per un calo delle vendite dei prodotti petroliferi. L'azienda non ha mai licenziato ne' puo' mettere i lavoratori in cassa integrazione, ma la crisi portera' a grossi tagli nel giro di pochi mesi". Torna insomma lo spettro degli esuberi prospettato ufficiosamente nel gennaio scorso, quando lo Studio Solomon, studio periodico di settore sull'efficienza, aveva evidenziato come aziende delle stesse dimensioni occupino meno personale e spendano importi inferiori per manutenzioni e conduzioni. Indiscrezioni parlavano di circa 80 unita' "di troppo" (solo pochi mesi fa il gruppo Api, dopo aver chiuso l'azienda satellite Apisoi, riassorbi' alcune decini di lavoratori), ma il primo cittadino ha fatto capire come le conseguenze piu' gravi possano riflettersi sull'indotto. Un meccanismo che potrebbe mettersi in movemento dalla prima meta' di giugno, al termine della manutenzione sulla centrale Igcc. Sul fronte sindacale si attende un incontro ufficiale, fissato proprio per giugno, per conoscere il Piano industriale, come richiesto fin dai primi mesi dell'anno. Si e' parlato di una serie di razionalizzazioni, ma solo con il Piano industriale si conoscera' effettivamente quali misure saranno adottate e quali riflessi ci saranno sull'ocupazione. Resta da chiedersi come eventuali tagli a personale e manutenzioni saranno conciliati con il mantenimento dei livelli di sicurezza, domanda che gia' i rappresentanti sindacali si erano posti a gennaio. La Cgil, in particolare, aveva sottolineato come l'Api, per il tipo di attivita' e per il fatto di essere inserita a ridosso di un centro abitato, debba affrontare maggiori criticita' legate alla sicurezza e quindi abbia bisogno di piu' personale rispetto ad aziende di stesse dimensioni ma inserite in un diverso contesto territoriale, mentre tutte le sigle avevano ribadito l'indisponibilita' a mettere in relazione l'autorizzazione della nuova centrale da 580MW con i potenziali esuberi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Dai e dai forse un calcio in culo all'api riescono a darlo.
Sai quanto si dispera Brachetti Peretti Aldo.Chissà se delocalizza con la crisi che c'è?
Chissà se ha i soldi sufficienti per pagarsi il mutuo e mandare un figlio all'università e uno al liceo?
Chissà se trova un posto sicuro?
Dove? In regione,in provincia,nel sindacato,alle poste....

Cordiali saluti a tutti da un portuale di Ancona.

Anonimo ha detto...

E' semplicemente vergognoso,cio' che diverse forze politiche stanno facendo nei confronti dell'Api. Affossarla! Politici che dovrebbero stare dalla parte dei lavoratori.Invece sono impegnate a fare la guerra a Brachetti Peretti.Se ne infischiano dei posti di lavoro a rischio ( migliaia).Fossero capaci di creare alternative ,sarebbe un'occasione per dimostrare la loro utilita'. Invece non perdono occasione per dimostrare inettitudine ,superficialita',pressapochismo e incapacita' di gestire la risorsa Api.Al portuale di Ancona,va' tutta la mia solidarieta', e la mia comprensione.Politicanti locali (di sinistra),hanno capito come risolvere il problema.Guerra a Brachetti Peretti.

Anonimo ha detto...

Brandoni dice che l'Api non può mettere in cassa integrazione.
Perchè chi glielo impedisce?
La sinistra? I sindacati?