martedì 19 maggio 2009

L'Onu, la Libia e i rifugiati


L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) è stato chiaro. Fin troppo. All’Onu c’è “grande preoccupazione” per la politica italiana dei respingimenti di clandestini, intercettati in acque internazionali e riportati in Libia. Nel bollettino dell’Alto Commissariato si invita il nostro Paese a “riammettere quelle persone rinviate indietro e individuate dall’Unhcr come soggetti che cercano protezione internazionale”. E ancora: “La politica messa in atto dall’Italia minaccia l’accesso all’asilo nell’Unione Europea e porta con sé il rischio di violare la Convenzione del 1951 sullo status dei rifugiati”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la Commissione Europea che ha chiesto all’Italia di “proteggere il diritto d’asilo” e di fermare i respingimenti, salvo poi escludere la possibilità di convocare un vertice speciale sull’immigrazione come richiesto dal ministro degli esteri italiano Frattini. Insomma, sia l’Onu che l’Europa si preoccupano, e non poco, di che fine potrebbero fare i migranti in cerca di asilo politico una volta rispediti in Libia, un Paese che – mettiamola così – non brilla di certo per il rispetto dei diritti umani.

All’Onu e in sede europea devono aver cambiato in fretta opinione sulla politica per l’immigrazione di Tripoli se, neanche troppo tempo fa, proprio la Libia è stata scelta dai soloni delle Nazioni Unite per presiedere i lavori della commissione preparatoria di Durban 2, come modello di lotta al razzismo e alla xenofobia. E ancor prima fu addirittura eletta alla Presidenza della Commissione dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite, col solo parere negativo di Stati Uniti e Canada.

Delle due l’una: o la Libia è degna di presiedere commissioni e stilare rapporti in difesa dei diritti umani, e allora la scelta dell’Italia di respingere i clandestini non pone alcun problema giuridico di carattere internazionale, perché  i diritti dei rifugiati non sono in nessun modo a rischio nella terra di Gheddafi, oppure l’Onu finora ha compiuto un errore di valutazione nei confronti del governo di Tripoli, che non era titolato a sedere a capo di nessuno dei consessi internazionali che invece ha presieduto. Sarebbe solo un’altra delle contraddizioni a cui ci ha abituato il Palazzo di Vetro. L’ennesima. 

Da L'Occidentale

1 commento:

Anonimo ha detto...

Molto interessante il pezzo.
Fa capire molte cose,soprattutto chel'Italia è stata individuata come il ventre molle,che deve farsi carico dei problemi di mezzo mondo!
Come mai? E' semplice. Negli altri paesi mediterranei,e non solo,di fronte all'interesse del paese non c'è mai l'opposizione che rema contro e fa da quinta colonna e da nemico interno.Non ho sentito un'opposizione a Malta, in Spagna,in Svizzera,in Francia scagliarsi contro le restrizioni alle politiche di immigrazione.
Qui tocca sentire l'opposizione che praticamente vuole aprire la porte a milioni di persone e la signora Boldrini che dice quel dice.
Comunque ha fatto benissimo La Russa a dire quel che ha detto.