Intervento in consiglio comunale
No al Cie a Falconara
Grazie per la parola presidente, buonasera a tutti.
Oggi ci troviamo a votare il No al Cie a Falconara, siamo tutti quanti d'accordo ma con motivazioni differenti. L'odg presentato dal partito democratico va sviscerato e analizzato nei suoi punti salienti. Punti in alcuni casi nebulosi e ambigui che ora andremo ad analizzare. Dunque leggendo il documento presentato dal Pd notiamo come il consigliere Lodolini scriva:la clandestinita' e' un fenomeno da contrastare, favorendo anche l'apertura di canali di ingresso legali. Dunque viene pensato che attualmente questi canali di ingresso non esistano. Basterebbe osservare e leggere il decreto flussi 2010, approvato a marzo. "Il senato autorizza nuovi ingressi, saranno 150mila gli stranieri che verranno a lavorare in Italia. Le istanze dovranno essere trasmesse pr via telematica. Le quote di ingresso riguarderanno 105 mila lavoratori domestici (colf e badanti) e 45 mila lavoratori provenienti da paesi che hanno sottoscritto specifici accordi di cooperazione con l'Italia in materia migratoria (settore produttivi)". Quindi vediamo come i canali legali esistano, e siano proprio questi da sfruttare affinche' il migrante in arrivo nel nostro paese, possa venire con la certezza di una occupazione.
Continuando quindi la lettura dell'odg presentato dal Pd leggiamo: "riconoscendo e garantendo il diritto d'asilo". Dunque verrebbe da pensare anche in questo caso che non sia esistente in Italia ne tanto meno riconosciuto tale diritto.... In Italia il diritto d'asilo e' garantito dall'art 10 comma 3 della Costituzione: "lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione Italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". Nella pratica, il diritto di asilo e' oggi disciplinato dal decreto legislativo 251/2007 , adottato in attuazione della direttiva comunitaria 83/2004. "I richiedenti asilo corrispondono a quelle persone che, pur non essendo rifugiati propriamente intesi, hanno ugualmente esigenza di protezione internazionale, in quanto in caso di rimpatrio, correrebbero un rischio oggettivo di danno grave, quale la sottoposizione a pena di morte, a tortura, o altri trattamenti inumani o degradanti, ovvero una minaccia grave ed individuale alla loro vita o alla loro persona".
Ma continuiamo a leggere l'odg presentato dal consigliere Lodolini .... si afferma che "bisogna garantire il diritto al ricongiungimento familiare". Anche in questo caso ci sorge il dubbio di vivere in Cambogia. Il ricongiungimento familiare esiste e anche da parecchio tempo: "gli stranieri residenti in Italia che hanno un permesso di soggiorno per lavoro, per asilo, per studio, motivi religiosi o familiari, oppure sono gia' in possesso di carta di soggiorno, possono richiedere il ricongiungimento familiare; in ordine: il coniuge del richiedente, i figli minori del richiedente, i figli maggiorenni a carico, i genitori a carico e genitori ultra sessantacinquenni.
Ora passiamo al testo della mia risposta, con l'occasione vi porto alcuni dati, presi dal sito on line del ministero dell'interno quindi facilmente verificabili.
I Clandestini sbarcati nel 2008 sono stati 37000, piu 81 % rispetto all'anno prima. Nel 2009 9500 -74% rispetto all'anno prima.
Dall'inizio dei respingimenti con l'accordo della Libia, sono solo 3000 le persone sbarcate con un decremento totale del 90%.
Ad oggi, secondo i più recenti dati, vivono nel nostro Paese circa 4 milioni di stranieri, pari al 6,7% della popolazione: di questi almeno mezzo milione sono clandestini.
I paesi di origine principali sono: Romania, Albania, Marocco, Cina, Ucraina e Filippine e a seguire gli altri.
Il nostro Paese, per il tramite del Ministro degli Interni Maroni, ha portato avanti una seria ed efficace politica di lotta all’immigrazione clandestina e alle organizzazioni criminali che la sfruttano, mediante soprattutto una gestione integrata delle frontiere europee terrestri, navali e aeree, nonché con aiuti allo sviluppo dei Paesi di origine e di transito.
L’ Italia è un paese di transito per circa il 75% di immigrati clandestini (su 100 persone 75 si spostano verso altri Paesi europei) e con ciò è evidente che l’immigrazione è un problema dell’Unione Europea e non solo dei singoli Stati membri
Una delle più importanti iniziative italiane nell’Unione è stata l’istituzione dell’Agenzia europea per le frontiere esterne (FRONTEX), con sede in Polonia, per cui sono stati condotti pattugliamenti congiunti del Mediterraneo da parte di alcuni Paesi dell'Unione, con la cooperazione della Libia, della Tunisia e dell’Egitto.
I flussi migratori clandestini via mare in Italia sono stati contrastati con decisione, fino a essere ridotti del 96% nel 2010 (170 clandestini sbarcati da gennaio ad aprile 2010 contro 4573 nello stesso periodo del 2009).
Nei primi quattro mesi del 2010 i clandestini rimpatriati via aereo sono stati ben 315. Il nostro Paese si è molto impegnato per una politica di cooperazione con i Paesi di origine tanto che sono più di 30 gli accordi bi e multilaterali con gli altri Stati ed è il primo tra gli stati membri dell’UE ad avere stipulato accordi con Paesi Africa sub-sahariana (Ghana e Niger) per contrastare più efficacemente l’immigrazione clandestina (anche con squadre miste di polizia per l’identificazione e il rimpatrio dei clandestini), il traffico di droga, la tratta di esseri umani e il terrorismo.
Nel maggio 2009 sono state consegnate alla Marina Militare libica tre motovedette della Guardia di Finanza per pattugliamenti congiunti a cui nel febbraio 2010 si sono aggiunte altre tre unità navali per contrasto all’immigrazione clandestina
Nel maggio 2010 sono state anche consegnate due motovedette all'Egitto per controllare le acque territoriali e contrastare le partenze di immigrati clandestini.
Una razionale e corretta gestione della sicurezza e dell’immigrazione costituisce un presupposto essenziale per lo sviluppo corretto e sereno dei rapporti economico-sociali di una comunità.
Una errata gestioni di tali settori comporta tensioni sociali necessariamente negative per il suo progresso in ogni campo.
I risultati ottenuti in così poco tempo, ossia meno di due anni, dalle iniziative messe in atto dal Ministro Roberto Maroni in materia di sicurezza hanno dimostrato, dati alla mano, che si tratta di un modello innovativo, concreto ma soprattutto vincente in grado di dare risposte puntuali ed equilibrate alla domanda di sicurezza da parte della collettività.
E in questa ottica si inseriscono i Cie ex cpt fortemente voluti dalla legge Turco Napolitano n40 del 1998 (governo di centrosinistra).
Effettivamente al tempo avevate visto piu' lontano di noi, e oggi ve ne rendiamo merito.
Avendo migliorato il Cpt che tanto avete desiderato. Nonostante dunque il numero di sbarchi sia notevolmente diminuito, 1920 posti disponibili nei vari cie Italiani non sono sufficienti.
Ma d'altronde se arrivano circa 3000 persone l'anno, servono nuovi centri per detenere queste persone.
Anche perche', almeno secondo noi, chi arriva in Italia Contra legem, violando il nostro territorio e le nostre leggi, qua non puo' rimanere, e deve essere rimpatriato.
Ben ha fatto il ministro Maroni nell'allungare il tempo di detenzione da 2 a sei mesi in attesa di identificazione. Infatti troppo comodo era prima rimanere 2 mesi cercando di non farsi identificare per poi essere mandato fuori dal cpt con un foglio di via.
Oggi la detenzione e' della durata di 180 giorni, tempo importante per avere la facolta' di identificare persone che non vogliono farsi riconoscere. 180 giorni che fungono da deterrente al ritorno. A Malta i clandestini sono detenuti per 18 mesi ad esempio.
In Inghilterra... sine die.
Senza limite di tempo, fino a che la persona non decide di farsi riconoscere.
Dunque ideologicamente come Pdl, siamo assolutamente favorevoli all'istituto del Cie e ci rendiamo conto che giustamente ne serve uno per regione.
Quindi noi non diciamo no ideologicamente ad un Cie nelle Marche. Anzi concordiamo.
Ma non qua, non a Falconara.
Qua in comune di problemi ne abbiamo gia' tanti e grossi. A partire dall'immigrazione, all'ambiente, alle strade, al comune e chi piu' ne ha piu' ne mette.
Falconara non e' assolutamente il posto idoneo dove piazzare de imperio un CIE. Non qui, non a Falconara, non con la complicita' di questa amministrazione.
Consigliere Raimondo Baia