L'Italia piange le vittime del terremoto
L'AQUILA (10 aprile) - Folla di gente ai funerali delle vittime del terremoto che nella notte fra domenica e lunedì ha devastato l'Abruzzo. Un dolore silenzioso e composto in una giornata di sole e calma di vento: i parenti delle vittime del sisma che ha sconvolto l'Abruzzo hanno accompagnato così i solenni funerali di 205 delle 289 persone rimaste sotto le macerie la notte del 6 aprile scorso (l'elenco delle vittime). Le bare sono poi state portate via a spalla, da militari, volontari, vigili del fuoco, forze dell'ordine, uomini della Protezione civile, e hanno formato un lungo corteo. Duecentocinque bare allineate su quattro file nell'ampio piazzale della caserma della Guardia di Finanza a Coppito dell'Aquila, molte sormontate da quelle piccole e bianche dei bambini morti con uno dei genitori. «Di fronte a questa sfilza interminabile di bare non c'è nulla da dire: questo è il giorno del dolore per L'Aquila», ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. Il piazzale è stato trasformato per l'occasione in una grande chiesa a cielo aperto, e affollato fin dalle prime ore del mattino da almeno 1600 congiunti delle vittime - che hanno a lungo sciamato tra le bare, accarezzandole, abbracciandole, coprendole di fiori - e dalle numerosissime autorità civili e religiose convenute nel piccolo centro subito fuori dell'Aquila per questo Venerdì santo di dolore dignitoso. La cerimonia, cui hanno assistito almeno cinquemila persone, è cominciata alle 11.00, subito dopo l'arrivo delle autorità: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il premier Silvio Berlusconi, i presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, il leader dell'opposizione, guidati da Dario Franceschini. Tutt'intorno decine e decine di volontari con le loro casacche gialle e arancioni, quasi a voler contrastare il diffuso viola del lutto.Le lacrime di Berlusconi. «Mi è stato chiesto da tutti di non lasciarli soli. E io l'ho promesso davanti alle bare: il governo assume su di se la responsabilità di assistere chi è stato colpito», ha detto il premier. Appena arrivato nella piazza D'Armi di Coppito dove si sono svolti i funerali solenni, Berlusconi ha voluto esprimere la sua vicinanza e il cordoglio recandosi nel settore riservato ai famigliari delle persone scomparse sotto il crollo delle case. Berlusconi si è poi spostato solo più tardi nel settore riservato alle autorità. Il premier si è commosso e si è asciugato qualche lacrima con il fazzoletto. In lacrime anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.«Stamattina è stata una cosa... un dolore veramente lancinante e lacerante. Tutte le storie che ho ascoltato in questi giorni mi sono venute addosso e sono drammatiche; la sfilata di bare credo sia stato uno spettacolo terribile», ha detto Berlusconi. «Una cosa che non dimenticherò mai», ha aggiunto il presidente del Consiglio.«Non in ginocchio, ma a schiena dritta», con queste parole poi il premier ha concluso un breve incontro con un giovane parente di una vittima del terremoto al quale si era avvicinato, come aveva fatto con altri, prima della cerimonia. Il giovane era in ginocchio in corrispondenza della bara di un parente, posta in seconda fila. Il premier si è inchinato e ha scambiato qualche parola con lui, il giovane gli ha indicato la bara. Successivamente avvicinato dal cronista, il giovane ha riferito che il premier per fargli coraggio gli ha detto la frase «non in ginocchio, ma con la schiena dritta». Malori fra i parenti delle vittime. Durante i funerali delle vittime del terremoto, ancora in corso, si sono verificati diversi malori fra i parenti che assistevano alla cerimonia. Una giovane donna, in particolare, è stata portata via con l'ambulanza.
4 commenti:
Siete gia' degli angeli!!
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una giornata di dolore e commozione da non dimenticare mai. forza l'aquila rialzati
ho appeno letto in Ansa che si potrà dare il 5% ai terremotati.buona cosa
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