Falconara, mini-condanna per il verde
Carletti risarcirà il Comune: mille euro
Dal messaggero di oggi
FALCONARA - Pene lievi contro gli amministratori delle giunte Carletti, chiamati a rispondere in Corte dei Conti sui soldi spesi per il verde pubblico nei rapporti tra Cam e Comune. Dei 340mila euro chiesti, in udienza lo scorso marzo, come danno erariale dal procuratore Alberto Avoli, i giudici ne riconoscono appena 11mila. Una sentenza che sarà inviata alla Procura della Repubblica per ulteriori approfondimenti. L’ex sindaco Giancarlo Carletti dovrà risarcire un migliaio di euro alle casse comunali. I giudici gli hanno riconosciuto una responsabilità del 10%. La responsabilità maggiore viene attribuita alL’allora dirigente Luciano Fantozzi, condannato a rifondere 7.396,71 euro. Condannati anche il dipendente comunale Walter Principi (2.191 euro, il doppio di Carletti) e l’ex direttore del Cam Mauro Rocchi: appena 547 euro. Scagionata infine Antonella Strona, l’altra dipendente coinvolta.
Nonostante le pene siano di gran lunga inferiori a quanto chiesto dal grande accusatore Avoli, gli avvocati difensori si dicono pronti a presentare ricorso. «Pur riconoscendo che si sono fatti passi avanti - commenta Emanuele Giorgini, legale di Carletti - leggeremo attentamente le motivazioni della sentenza e presenteremo ricorso, puntando alla piena assoluzione». L’inchiesta sul verde pubblico, riferita agli anni 2001-2002, aveva preso in esame alcuni lavori che il Cam aveva svolto su richiesta del Comune. Secondo l’accusa, mai eseguiti. Espletati e regolarmente pagati invece per la difesa, in un rapporto di stretta collaborazione tra l’amministrazione comunale e la sua storica partecipata.
Ieri la sentenza è stata depositata in Corte dei Conti. Si tratta del secondo pronunciamento sul caso-Falconara, dopo quello riferito all’indennità del dirigente Gianfranco Moschini. In questo caso, l’ex city manager, che nel passaggio tra dirigente a direttore generale si era aumentato da solo lo stipendio, è stato condannato a risarcire all’erario 12.800 euro. Con lui erano stati condannati Carletti (4mila euro) e i suoi assessori del biennio 2002-2004, ovvero Fabrizio Belfiore, Marco Canonico, Susanna Cimarelli, Antonio Graziosi, Marco Paolini, Aldemaro Pietrucci e Francesco Terranova, ognuno chiamato a rispondere per il 2,86%: vale a dire 600 euro a testa. In questo caso la minor cifra riconosciuta (da 56 a 21mila euro) come danno erariale era dovuta ai termini di prescrizione. Per conoscere i motivi che hanno portato i giudici a riconoscere appena 11.187,15 euro di danno erariale, occorrerà scorrere le 126 pagine del fascicolo della sentenza. Al di là dei perché, il dato significativo è che a fronte di anni di indagini (con le relative spese e con la Finanza ancora al Castello a contare anche gli spilli) i risultati scarseggiano. E va considerato che una condanna in appello implica uno “sconto” tra il 10 e il 20% della pena. Delle circa 80 inchieste avviate da Avoli, pochissime sono giunte a compimento. E nessun’altra è ancora sfociata in un rinvio a giudizio.
Nonostante le pene siano di gran lunga inferiori a quanto chiesto dal grande accusatore Avoli, gli avvocati difensori si dicono pronti a presentare ricorso. «Pur riconoscendo che si sono fatti passi avanti - commenta Emanuele Giorgini, legale di Carletti - leggeremo attentamente le motivazioni della sentenza e presenteremo ricorso, puntando alla piena assoluzione». L’inchiesta sul verde pubblico, riferita agli anni 2001-2002, aveva preso in esame alcuni lavori che il Cam aveva svolto su richiesta del Comune. Secondo l’accusa, mai eseguiti. Espletati e regolarmente pagati invece per la difesa, in un rapporto di stretta collaborazione tra l’amministrazione comunale e la sua storica partecipata.
Ieri la sentenza è stata depositata in Corte dei Conti. Si tratta del secondo pronunciamento sul caso-Falconara, dopo quello riferito all’indennità del dirigente Gianfranco Moschini. In questo caso, l’ex city manager, che nel passaggio tra dirigente a direttore generale si era aumentato da solo lo stipendio, è stato condannato a risarcire all’erario 12.800 euro. Con lui erano stati condannati Carletti (4mila euro) e i suoi assessori del biennio 2002-2004, ovvero Fabrizio Belfiore, Marco Canonico, Susanna Cimarelli, Antonio Graziosi, Marco Paolini, Aldemaro Pietrucci e Francesco Terranova, ognuno chiamato a rispondere per il 2,86%: vale a dire 600 euro a testa. In questo caso la minor cifra riconosciuta (da 56 a 21mila euro) come danno erariale era dovuta ai termini di prescrizione. Per conoscere i motivi che hanno portato i giudici a riconoscere appena 11.187,15 euro di danno erariale, occorrerà scorrere le 126 pagine del fascicolo della sentenza. Al di là dei perché, il dato significativo è che a fronte di anni di indagini (con le relative spese e con la Finanza ancora al Castello a contare anche gli spilli) i risultati scarseggiano. E va considerato che una condanna in appello implica uno “sconto” tra il 10 e il 20% della pena. Delle circa 80 inchieste avviate da Avoli, pochissime sono giunte a compimento. E nessun’altra è ancora sfociata in un rinvio a giudizio.
3 commenti:
Non faranno mai pari con i danni che hanno combinato in citta'. Spero che ci sia una giustizia divina perche' quella terena e' gravemente insufficiente!!!
Che possano essere purgati a dovere tutti!
caro Anonimo del 11/7 delle 00.13 non ci sperare!!
Non pagheranno!
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