giovedì 11 febbraio 2010

Api, gli operai vogliono rassicurazioni


Da Messaggero

di MARCO CATALANI

FALCONARA – Fermata prolungata all’Api con rischio di cassa integrazione, tutto in Raffineria è legato agli andamenti del mercato petrolifero. Domani si fa il punto della situazione neall’incontro tra sindacati e azienda con le rsu dello stabilimento a caccia di notizie ufficiali da riferire a stretto giro di posta ai lavoratori che in questi giorni vivono momenti di ansia nel tam-tam delle voci che corrono tra gli impianti come tra i balconi di un quartiere popolato di comari. Dopo i tagli dell’accordo di Natale (92 unità in tre anni tra pensionamenti e prepensionamenti, ricollocazioni interne e percorsi privilegiati per gli 8 precari cui è scaduto il contratto a tempo determinato) una fermata periodica per il ciclo di manutenzione degli impianti, partenza a marzo, così lunga (30/40 giorni) è sufficiente a far temere il peggio. Tempi molto più lunghi rispetto al solito ed è per questo che agli ottimisti che parlano di “manutenzione più approfondita” si contrappone, in quantità numerica molto più massiccia, il fronte dei pessimisti, formato da quelli che prevedono un futuro costellato di ammortizzatori sociali. Di fermata lunga si era parlato già tempo addietro. Le oscillazioni del mercato fino a quattro mesi fa scrivevano per il comparto raffinazione, perdite di 10 dollari al barile. Meglio dunque fare una manutenzione con tempi più dilatati, in attesa di segnali di ripresa. I margini di mercato però, variano di settimana in settimana. Oggi a situazione è di sostanziale pareggio. E se dovesse migliorare, per la Raffineria sarebbe urgente recuperare il terreno perduto. Il periodo di manutenzione, con fermata totale degli impianti, viene svolta dalle ditte esterne. Solitamente il personale Api è presente nei primi giorni e negli ultimi, allo spegnimento e alla riaccensione degli impianti. Occorrono meno unità ed è probabile che l’Api chieda per la prima fase uno smaltimento delle ferie arretrare. I problemi potrebbero sorgere di fronte ad un periodo ancor più prolungato di stop. Considerando anche che la possibilità di cig è già prevista nell’accordo di Natale per tutto il triennio del piano di risanamento aziendale. Sempre nel documento, sottoscritto prima a Roma tra le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil e Api, e poi ratificato a Falconara, si parla della possibilità di riassumere a tempo determinato per attività tecniche, alcuni pensionati “baby”. Gli operai usciti con i tagli, rientrerebbero così per la fermata di marzo. Nel frattempo, degli 8 precari che hanno terminato il servizio lo scorso 31 dicembre, uno è stato reinserito, all’interno del gruppo, nel deposito di Barletta. Gli altri attendono offerte da Api con la possibilità di tornare a Falconara non appena lo stabilimento uscirà dalle paludi della crisi e potrà riassumere personale.

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