domenica 31 agosto 2008

100 Giorni

Il pachetto sicurezza









Cresce la presenza dello Stato. C’è un grande impegno del governo per rendere più visibile la presenza e l’azione dello Stato nelle strade, nei quartieri, nelle periferie. Per questo motivo il 23 maggio 2008, pochi giorni dopo essersi insediato, sono stati approvati dal governo Berlusconi cinque provvedimenti che riguardano la sicurezza: un decreto legge, un disegno di legge e tre decreti del ministro degli interni.
Queste le principali misure previste dal decreto legge per la sicurezza e da due decreti del ministro dell’interno che riguardano i ricongiungimenti familiari degli immigrati e la libera circolazione dei cittadini comunitari.
1. NUOVE NORME PER CONTRASTARE L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA:
Giro di vite sulle espulsioni
Ampliati i casi di espulsione su ordine del giudice, mentre i ’comunitari’ potranno essere allontanati se senza reddito o trovati a delinquere. Cala a due anni il limite di pena per l’espulsione (prima era di dieci). A chi viola l’ordine di rimpatrio carcere da uno a quattro anni.
Addio Cpt, arrivano i Cie
I Centri di permanenza temporanea (Cpt) e i Centri di permanenza temporanea e assistenza (Cpta) cambiano nome e diventano Centri di identificazione ed espulsione (Cie).
Falsa identitàPer chi dichiara una falsa identità a un pubblico ufficiale si prevede l’innalzamento del massimo della pena, che passa da tre a sei anni.
Verrà punito con il carcere fino a sei anni anche chi altera parti del proprio corpo o del corpo di un altro. La pena è aggravata se è commessa da un medico o da un operatore del settore sanitario.
Aggravante clandestinità
Se chi delinque è un clandestino le pene sono aumentate di un terzo. La nuova aggravante di clandestinità vale per gli extracomunitari ma anche per i cittadini europei entrati irregolarmente.
Carcere e confisca casa per chi affitta a immigrati irregolari
Carcere da sei mesi a tre anni per chi lucra, affittandogli casa o altro immobile, sullo straniero senza permesso di soggiorno. Con la condanna scatta anche la confisca del bene. Fuori dalla previsione dovrebbe essere chi ospita badanti o colf.
Utilizzo dei militari nelle grandi città
Per un massimo di 6 mesi (rinnovabili una tantum) 3 mila militari potranno essere usati nelle grandi città nella vigilanza di obiettivi sensibili e nel pattugliamento (insieme alla polizia).
Restrizioni per i ricongiungimenti
Per il coniuge è richiesta l’età minima di diciotto anni e che non sia legalmente separato. Per i figli maggiorenni si richiede che la impossibilità di provvedere alle proprie indispensabili esigenze di vita dipenda da una condizione di invalidità totale. Per i genitori si richiede che non abbiano altri figli nel Paese di origine o, se ultrasessantacinquenni, che gli altri figli siano impossibilitati al loro sostentamento per documentati gravi motivi di salute. Si prevede, poi, la possibilità del ricorso all’esame del DNA per l’accertamento del rapporto di parentela, quando manchi la documentazione o sussistono fondati dubbi sulla sua autenticità.
Verifica del reddito per poter soggiornare in Italia anche per i cittadini comunitari
Anche i cittadini comunitari devono dimostrare di avere risorse economiche sufficienti per soggiornare in Italia e devono iscriversi all’anagrafe entro dieci giorni dal decorso dei tre mesi dall’ingresso. E’ obbligatoria l’espulsione in caso di mancata iscrizione anagrafica o mancata richiesta della carta di soggiorno, di reato contro la moralità pubblica ed il buon costume o di reati per i quali è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.
In attesa dell’esecuzione dell’allontanamento il comunitario può essere trattenuto, per un massimo di quindici giorni, in un centro di permanenza. La mancata pronuncia del giudice entro sessanta giorni sull’istanza di sospensione del provvedimento di allontanamento consente l’esecuzione del medesimo provvedimento.
2. CERTEZZA DELLA PENA
Più reati senza sospensione del carcere
Niente sospensione del carcere per chi commette atti osceni, violenza sessuale, furto e spaccio e per tutti i delitti aggravati dalla clandestinità. A favore dell’incensurato non scatteranno più in maniera automatica le attenuanti generiche (il giudice valuterà caso per caso). Chi uccide un agente in servizio sarà condannato all’ergastolo.
Ampliamento dei casi giudicabili per direttissima
Per accelerare i processi, il decreto prevede l’obbligo, e non più la facoltà per il pubblico ministero (a meno che ciò non pregiudichi gravemente le indagini) di richiedere il rito direttissimo o il giudizio immediato per i reati per i quali sono previsti i riti speciali. Aumentano inoltre le fattispecie perseguibili con processo ordinario. Il pubblico ministero può procedere con il rito direttissimo nei confronti dell’imputato quando l’arresto in flagranza è già stato convalidato e quando lo stesso imputato abbia confessato o la prova della sua colpevolezza sia evidente. Il rito direttissimo diventerà la regola in relazione a tutte le indagini che non richiedono attività ulteriori da parte del pm. Anche per il giudizio immediato è stata introdotta la previsione della necessità come regola generale.
Viene introdotto il divieto di patteggiamento in fase di appello: l’accordo tra le parti potrà aversi solo in fase di udienza preliminare. La sospensione della pena non potrà essere applicata per i reati in relazione ai quali ci sono esigenze di tutela della collettività.
Precedenza ai processi per i reati più gravi
Niente più automatica sospensione, ma la semplice facoltà affidata ai magistrati di rinviare (fino a un massimo di 18 mesi) i processi per reati commessi fino al 2 maggio 2006 per i quali ricorrono le condizioni per l’indulto. Così si garantisce una ’corsia preferenziale’ ai procedimenti per i reati più gravi. In pratica, avranno ’priorità assoluta’ terrorismo e mafia, morti bianche e pirateria stradale, tutti quei processi per delitti puniti con almeno quattro anni di carcere e quelli a carico di detenuti o recidivi. Nei reati indultati si allarga il patteggiamento oltre i termini previsti dal codice. Saranno i capi degli uffici giudiziari, in base alle priorità indicate dalla legge, a stilare un elenco proprio sul quale riferire al Consiglio superiore della magistratura e che passerà al vaglio del ministro della Giustizia.
Sanzioni più dure per i pirati della strada
Chi guida ubriaco o drogato e causa incidenti mortali o feriti gravi rischia il carcere da 3 a 10 anni, la confisca del veicolo e il ritiro della patente. Ulteriori inasprimenti sono previsti per chi non si ferma a prestare soccorso e per non si sottopone ai test di controllo.
Ergastolo per chi uccide un ufficiale di pubblica sicurezza
Nel decreto legge viene prevista la pena dell’ergastolo per chi uccide un agente delle forze dell’ordine in servizio (poliziotti, carabinieri, finanzieri e altri agenti di pubblica sicurezza). Viene così introdotta un’ulteriore fattispecie tra quelle per cui scatta il carcere a vita.
3. LOTTA ALLA MAFIA (ANCHE STRANIERA) E CONFISCA BENI
Due anni di carcere in più ai mafiosi, e il reato di associazione mafiosa sarà contestato anche alle organizzazioni criminali straniere.
Si contrasteranno in maniera più efficace i traffici illegali, con la confisca dei patrimoni anche post mortem.
I mafiosi condannati non potranno più avvalersi del gratuito patrocinio. Infine, più poteri al procuratore nazionale Antimafia, che potrà decidere le misure di prevenzione da adottare.
4. NUOVI POTERI AI SINDACI
Più poteri a sindaci e prefetti
Sul fronte dell’ordine pubblico sindaci e prefetti avranno maggiori poteri e ci sarà più cooperazione tra polizia locale e statale. Tra l’altro, il sindaco segnalerà gli stranieri irregolari da espellere
Distruzione merce contraffatta
Una volta sequestrata, il giudice potrà ordinare la distruzione della merce contraffatta e di quella di cui sia vietata la fabbricazione e la vendita.

sabato 30 agosto 2008

Italiani a scuola





Da ragion politica

La scuola ha ancora il compito di dare un'identità? La scuola pubblica, per essere tale, non dovrebbe dare una fisionomia all'alunno, trasmettendo una forma di civiltà? Ernesto Galli della Loggia ha posto il problema della fine della cultura italiana nella scuola come capacità di vivere una identità propria, di possedere una lingua e una storia, di poter gustare il passato. Ma il senso della memoria e dell'identità non sono motivati nel nostro tempo, in cui il passato non ha più senso e il futuro è un incubo. Nella società tecnologica, in cui l'uomo costituisce il suo mondo e lo fa senza un progetto ma secondo i meccanismi del sapere e del potere, ciò che sarà è imprevedibile. Si possono prevedere i fatti impliciti del presente, ma non le causalità che possono scaturire da essi. Viviamo solo nel presente, passato e futuro si appiattiscono in esso.
La mancanza della memoria e dell'identità crea il maggiore problema della scuola contemporanea: la mancanza di autorità dei docenti. E questo lo si vede non solo nei rapporti con gli alunni, ma soprattutto nei rapporti con le loro famiglie. La linea dell'attuale governo Berlusconi è un po' diversa da quella precedente: non punta solo sul trinomio «inglese-informatica-impresa», ma cerca di stabilire una disciplina scolastica. Tremonti, che interviene su tutti gli atti del governo in ragione del suo incarico, ha chiesto che si torni ai voti numerici abolendo i giudizi verbali. I numeri sono autorevolezza, indicano una qualifica precisa, una definizione: il nove è un nove, il sei è un sei. E il grembiulino della Gelmini indica una certa liturgia della scuola, l'indicazione che essa chiede un costume, esprime una differenza, segna il tempo dell'apprendimento del sapere.
L'italianità può essere un valore scolastico, può essere sentita come una cultura che accoglie gli italiani di nascita ma anche gli immigrati? Offrire una identità è il presupposto dell'integrazione. O si può educare soltanto in funzione dei propri diritti individuali, cioè della propria differenza, e non in funzione dei doveri verso un'entità che si chiama Italia? «Italiani senza Italia» ha definito Aldo Schiavone gli italiani di oggi. Essere italiani è un preciso modo di essere. L'affermazione tumultuosa delle iniziative e delle scelte che animarono il paese fin dagli anni della fine della guerra e videro sparire il tricolore dai simboli riconosciuti comuni ma non il fatto di sentirsi italiani, secondo Schiavone spiega il modo in cui Berlusconi ha riunito questi «italiani senza Italia», facendo appello a un'Italia che egli impersonava. Ciò ha contagiato anche il Partito Democratico, che oggi parla di «salvare l'Italia».
L'Italia è il paese dell'Europa occidentale in cui l'identità nazionale ha meno fortuna. Anche in Germania, che conobbe la parentesi nazista, assai più radicale di quella fascista, il sentimento di unità nazionale apparve nell'unificazione dell'Est con l'Ovest. Forse è proprio l'identità debole che determina il sentimento di paura dell'immigrazione: gli immigrati sanno chi sono, gli italiani non si sentono riconosciuti da loro stessi. Per questo Galli della Loggia pone un problema vero: quello di non sacrificare il cosmopolitismo che vede solo diritti individuali al sentimento dell'identità culturale, alla nazione. Solo alle Olimpiadi l'inno nazionale è sopravissuto come identità. L'identità italiana può accogliere gli immigrati, la delegittimazione della propria cultura può creare solo razzismo e violenza. Perché l'identità culturale esiste, l'italianità esiste, e censurarla è compiere una violenza su se stessi, forse la violenza peggiore.