lunedì 30 novembre 2009

Da L'Occidentale

Con il no ai minareti gli svizzeri

hanno detto che non si vive senza identità

Gli Svizzeri si sono espressi ed hanno dichiarato di non volere i minareti delle moschee musulmane sul loro territorio. La decisione è stata snobbata da molti come frutto di “paura” e con superficiale sarcasmo lo svedese Carl Bildt, presidente di turno dell’Unione europea, ha detto che ''Normalmente, la Svezia e gli altri Paesi si avvalgono di urbanisti per prendere tali decisioni'', senza pensare che proprio perché in Europa si considera solo un fatto estetico la presenza dell’Islam nascono poi le posizioni di rifiuto come quella svizzera. Uguale sarcasmo di segno opposto è stato quello del leghista Calderoli, che ha proposto di inserire la croce nella bandiera italiana. Siamo già arrivati al “Ich bin Schweitzer”? Siamo tutti svizzeri? Non avevano tutti i torti i vescovi della Svizzera a ritenere che il referendum avrebbe innescato sciocche semplificazioni, però questi timori non erano un buon motivo per auspicare che il referendum non si tenesse né per demonizzare ora il suo risultato. Che va, invece, capito.

I livelli della questione sono due. E sono livelli diversi anche se interconnessi. Da un punto di vista religioso si può capire che si tenda alla concordia in quanto si deve amare tutti, anche i Muezzin che per cinque volte al giorno ricordano ai loro fedeli dall’alto di un minareto che Allah è Grande e Maometto è il suo Profeta. Amarli anche se lo fanno sullo sfondo del lago di Neuchatel e delle Alpi svizzere. Si può discutere che sia corretto che la Chiesa cattolica doni ai musulmani il terreno per costruire le moschee anziché darlo, per esempio, ai poveri, oppure che la concordia sia un fine da perseguire sempre e comunque anteponendola anche alla evangelizzazione, però si può capire che il precetto dell’amore del prossimo finisca per prevalere se ci manteniamo sul piano religioso. Anche con il sacrificio di sé. Dal punto di vista religioso, come da sempre dicono per esempio i vescovi tedeschi, la reciprocità non vale.

Ma poi c’è il piano politico. Qui non ci sono dubbi che la migrazione deve essere governata, specialmente quella dei musulmani, per evidenti motivi, primo fra tutti una diffusa visione dei rapporti tra religione e politica estranea a quella occidentale dello Stato di diritto. Tra i principali criteri di questo governo delle migrazioni, anche nei loro risvolti religiosi, c’è il diritto a non essere invasi e a vedere garantita la continuità della propria cultura, della quale la religione è parte genetica ed integrante, come ecologia sociale in cui crescere. Quando queste condizioni non vengono garantite dalla politica, ecco che accadono le erezioni dei muri da parte della popolazione, come è avvenuto a seguito di questo referendum. Le previsioni davano i referendari per sconfitti, il risultato ha ribaltato i pronostici. Tutti irrazionalmente paurosi gli svizzeri? Tutti xenofobi? Tutti cristiani tradizionalisti? Il problema è piuttosto un altro: pur con il voto di frange socialmente e politicamente estremiste, il popolo svizzero ha detto che senza identità non si può vivere. E lo ha dovuto dire in questo modo perché, evidentemente, la politica ordinaria non se ne è fatta sufficientemente carico. La politica deve interessarsi del bene comune e il bene comune non è solo materiale, ma riguarda anche la qualità della vita comunitaria, che non può esser sciolta in qualunquismo.

E’ evidente che il minareto ha assunto agli occhi degli svizzeri un significato simbolico molto forte: rappresenta non una presenza composta e discreta di una religione diversa ma aperta, ma una sfida. Non è solo espressione della libertà di religione, ma rappresenta una provocazione anche politica. E’ stato percepito come qualcosa di analogo alla preghiera davanti al Duomo di Milano (dopo di che una legge ad hoc ha vietato simili manifestazioni davanti ai luoghi sacri cattolici, e senza referendum), come un demarcare il proprio territorio, una necessità di evidenziare e di dare corpo sociale e politico ad una presenza. I minareti sono stati visti come dei “fari” (ed infatti la parola vuol dire proprio questo) che demarcano un territorio e che ne indicano fin da lontano le caratteristiche religiose e culturali. Lo svizzero lo ha interpretato come cambiare il nome della targhetta sulla porta del suo appartamento.

La società europea – e non solo quella svizzera - non può considerare tutto ciò solo con il criterio della generica categoria del diritto alla libertà religiosa e le osservazioni critiche al referendum svizzero denunciano un pensiero unico e di maniera disarmante. Anche il diritto alla libertà religiosa non è un diritto assoluto, come non lo è qualsiasi diritto soggettivo. Come lo svedese Bildt derubrica la questione a problema urbanistico, così si viene a sapere che il primo minareto svizzero è stato fatto costruire dall’industriale del cioccolato Philippe Suchard per uguali motivi estetici: egli era infatti appassionato di architettura orientale. Ma all’estetica postmoderna europea l’Islam contrappone ben altro. Non basta l’estetica, ci vuole la politica. Quando manca la politica nascono i referendum i quali hanno certamente il demerito della semplificazione ma anche il merito della chiarezza – sì, no.
S. Fontana


Dal corriere adriatico di oggi

Falconara, manovra da 2,2 milioni

In consiglio comunale per assestare il bilancio

Falconara Va oggi in consiglio comunale l’assestamento del bilancio dell’esercizio finanziario 2009, una manovra correttiva richiesta da una “sopravvenienza passiva” che ha costretto la giunta Brandoni a stringere ulteriormente i cordoni della borsa. Oggi pomeriggio dalle ore 19,30, dopo le comunicazioni del sindaco e la discussione di alcuni piani di recupero, l’assemblea civica affronterà la questione dei conti da far tornare dopo che dal bilancio del 2009 sono i improvvisamente mancati gli oltre due milioni di euro della contestata “variante” di Castelferretti, l’urbanizzazione sotto la collina di Montedomini decisa dal commissario straordinario Ruffo e ora bloccata da un ricorso al Tar. “L’appuntamento dell’assestamento 2009 – aveva spiegato nei giorni scorsi il Comune in una nota – è stato caratterizzato dalla necessità di rinviare al bilancio 2010 l’entrata collegata alla Variante di Castelferretti (2,2 milioni di euro) in quanto è stato presentato a metà novembre un ricorso al Tar da parte di Ondaverde, associazione ambientalista presieduta da Loris Calcina capo gruppo della lista Cittadini in Comune”. Un inconveniente che ha costretto l’amministrazione a congelare momentaneamente alcuni interventi, programmati su via del Consorzio e su altre strade che necessitano di manutenzioni straordinarie (su manto stradale e marciapiedi) oltre ad una serie di altre opere.

domenica 29 novembre 2009


L’istituto Falconara Centro festeggia la bandiera Eco-schools


Anconainforma



Falconara (Ancona) - Si è svolta questa mattina al Palasport Badiali la cerimonia per la consegna della Bandiera Verde Eco-Schools, un simbolo riconosciuto e rispettato in ambito internazionale, all’Istituto
Comprensivo Falconara Centro. Più di 600 alunni delle scolaresche partecipanti all’iniziativa, assieme ai loro genitori, hanno festeggiato la consegna di questo riconoscimento che dà prestigio all’intera comunità
falconarese in quanto esprime sensibilità ambientale e volontà a tutelare il proprio territorio. Presenti anche il vicesindaco Gilberto Baldassarri e l’assessore Raimondo Mondaini in rappresentanza dell’Amministrazione
comunale.
Il Programma Eco-Schools è implementato in Europa, Africa, Sud America, Oceania e Asia. Ogni Paese che aderisce utilizza la medesima metodologia che è identificata dal logo Eco-Schools e dalla Bandiera Verde. Attualmente partecipano alla campagna internazionale 43 paesi, 27.000 scuole, 6 milioni di studenti, 400.000 insegnanti e 4.000 amministrazioni locali. Molte sono le iniziative che vengono proposte all'interno della rete Eco-Schools e che possono diventare momento di grande crescita della scuola sotto il profilo della cultura
ambientale. Dopo l’accoglienza-animazione della “ecoband”, si è passati alle presentazioni con immagini, video e audio dei progetti e delle attività svolti. E tra un’illustrazione e l’altra la platea si è “scaldata” con i canti, i giochi e le scenette in programma. Poi il Prof. Camillo Nardini, referente dell’Eco-Schools Marche, ha consegnato l’ambito vessillo all’istituto Comprensivo Falconara Centro (circa 950 studenti ripartiti in 2 scuole dell’infanzia: Peter Pan e Falconara Alta, due scuole primarie: Leopardi e Alighieri, 1 scuola secondaria di primo grado: G. Cesare) per il lungo lavoro effettuato dagli alunni sui temi ambientali. L’Istituto Comprensivo Falconara Centro, infatti, durante lo scorso anno scolastico ha intrapreso, in collaborazione con il Centro di Educazione Ambientale del Comune di Falconara (C.E. CENTRO AMBIENTE E PACE, riconosciuto dalla Regione Marche per l’attività di educazione informazione e sensibilizzazione ambientale che svolge presso le scuole
di ogni ordine e grado esistenti su questo territorio comunale), un progetto di Educazione Ambientale con l’obiettivo di diffondere una cultura rispettosa dell’uomo e del pianeta, capace di utilizzare al meglio le risorse della terra.
In particolare per l’anno scolastico 2008/09 il Progetto di educazione alla Sostenibilità Ambientale condiviso da tutti gli Insegnanti dell’Istituto Comprensivo FALCONARA CENTRO (scuole dell’infanzia, scuole primarie, scuola secondaria) ha visto 950 alunni coinvolti su un progetto portante per tutto l’anno con particolare attenzione alla problematica dei rifiuti. E anche per l’anno scolastico in corso sono previsti momenti di
riflessione, che incidano sull’atteggiamento degli alunni, e attraverso di loro sulle loro famiglie, nei confronti dei consumi di energia e di acqua. Il programma Eco-Schools ha infatti l'obiettivo di accrescere la
consapevolezza sulle questioni relative allo sviluppo sostenibile negli studenti e di diffondere i principi dei sistemi integrati di gestione ambientale basati sull'approccio ISO14001/EMAS. Gli studenti sono incoraggiati ad assumere un ruolo attivo attraverso l'implementazione di sette passi utili alla riduzione dell'impatto ambientale della scuola. In questo modo Eco-Schools tende a sviluppare comportamenti responsabili sia all'interno della famiglia che a livello di comunità locale

sabato 28 novembre 2009


Mostra di presepi artigianali
Castello di Castelferretti
28 Novembre - 6 Dicembre 2009
Feriali 1630 - 1830
Festivi 10-12 e 17-19








Dal Corriere Adriatico di oggi

“Vogliono danneggiarci”

Variante bloccata al Tar.


Brandoni: “Una manovra contro la città”


Falconara “Lo scopo del ricorso presentato contro la variante di Castelferretti è solo quello di danneggiare il Comune e di arrecare pregiudizio alla collettività falconarese. E non è così che si fa il bene della città”. Questo il commento del sindaco Brandoni che giovedì ha ufficialmente presentato in Commissione consiliare l’assestamento di bilancio messo a rischio proprio dal ricordo. “La variante di Castelferretti – prosegue Brandoni – è stata concepita dal Commissario prefettizio il quale la illustrò agli otto candidati a sindaco che si dichiararono tutti d’accordo nell’adottarla”.

Per quanto riguarda il ricorso, la giunta comunale ha già dato disposizione al proprio legale perché richieda, qualunque sia la decisione del Tar in merito alla richiesta di sospensiva, il giudizio di merito nei tempi più brevi possibili come già successo per il ricorso avanzato dalla cooperativa Camst contro il Comune di Falconara sulla gara di appalto per l’affidamento del servizio di refezione scolastica. Quando alle affermazioni del consigliere della lista Cittadini in Comune Loris Calcina che in qualità di presidente dell’associazione ambientalista Ondaverde ha presentato ricorso al Tar, il sindaco precisa che, come già ampiamente spiegato in consiglio comunale e alla Corte dei Conti, “è da escludere qualsiasi collegamento con l’assolvimento da parte di Api di una obbligazione di natura contrattuale riconducibile alla convenzione del 1996, da tempo non più produttiva di effetti, nella quale Comune ed Api avevano dettagliatamente disciplinato i propri rapporti, subordinando alcune obbligazioni al verificarsi di specifiche condizioni”. Dal canto suo Calcina ribadisce che “il ricorso al Tar contro la variante urbanistica scandalo è l'unico atto rimasto ai falconaresi contro questa giunta”.

“L’attacco del sindaco ai cittadini falconaresi che si battono per la tutela del loro territorio – prosegue – dimostra tutta l’arroganza e l’irresponsabilità di una amministrazione ormai autoreferenziale e palesemente incapace di gestire l’interesse pubblico”. “Noi – spiega Calcina – quando promettiamo di fare una cosa la facciamo davvero e quella del ricorso al Tar contro la devastazione urbanistica di Montedomini - Castelferretti era una promessa che facemmo da subito e che abbiamo ribadito ben due volte nei consigli comunali. Non si capisce perché il sindaco e l’assessore Mancini fingano oggi di cadere dalle nuvole. Brandoni piuttosto ci deve spiegare perché non riesce ad avere dal Governo amico i contributi per le aree che ospitano le raffinerie di petrolio e perché non esige dal debitore Api i 2 milioni che gli stessi Brachetti Peretti hanno riconosciuto di dovere al Comune per la precedente convenzione del 1997”.

marina minelli,

RICEVO E PUBBLICO

IL DIRITTO DI CRITICA

(fattene una ragione)


Il diritto di critica, come il Diritto di cronaca, è disciplinato dall’art 21 della Costituzione Italiana il quale, nel primo comma, recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Ciò significa che ogni avvenimento può essere sentenziato da qualsiasi cittadino ed è legittimato a farlo dalla Costituzione. Giudicare un fatto di cronaca o un comportamento comune è sostanzialmente diverso dalla pura narrazione dei fatti della quale si fa portavoce il diritto di cronaca. La differenza sostanziale tra i due sta nello scopo con il quale nascono: la cronaca è una schietta narrazione dei fatti così come sono avvenuti, l’obiettivo è quello di informare la comunità, mentre la critica, proprio perché esprime un giudizio, è soggettiva e dà molto più peso ad uno specifico punto di vista piuttosto che al fatto in sè. Per la sua componente di soggettività, la critica genera (ed è giusto che sia così) dissensi e consensi. Il diritto di critica deve comunque rispettare dei limiti. Come il diritto di cronaca, il giudizio deve poggiarsi su un fatto vero o collettivamente riconosciuto. Naturalmente se il giudizio riguarda un fatto di cronaca la veridicità risiede nello stesso, ma se invece ha per oggetto qualcosa che si protrae nel tempo, come una situazione alla quale si è arrivati dopo anni di scelte o comportamenti sbagliati, allora la critica si basa maggiormente sul dissenso per quello che è avvenuto, in modo da rendere partecipi anche altri della propria idea. Un’ accortezza che si deve avere quando si manifesta una propria idea è la continenza con la quale si fa. La forma espositiva infatti deve essere chiara, provocatrice ma non offensiva e immorale. Poiché il diritto di critica potrebbe legittimare una manifestazione di pensiero su fatti privati di persone notoriamente conosciute, non deve sfociare nella diffamazione della persona in questione. La diffamazione infatti è considerata dalla Giurisprudenza un reato sanzionabile con pene sia civili che penali.

venerdì 27 novembre 2009

Addio Marcello, una vita per il calcio

Si è spento a 71 anni Neri, ex giocatore e allenatore dell’Ancona. “Un maestro in campo e fuori”

Dal Corriere

Ancona Si è spento, ieri mattina, alle 8 nella sua casa di via Martiri della Resistenza di Falconara, Marcello Neri, uno dei personaggi più popolari del calcio marchigiano. 71 anni, una brillante stagione agonistica che lo ha visto calcare per anni i palcoscenici più importanti di serie A e B, seguita da un’altrettanto eccellente carriera di allenatore, ed educatore di giovani, Marcello Neri alla fine ha ceduto alla malattia. Ma lo ha fatto lottando come un leone, senza mai arrendersi, come aveva sempre fatto sui campi di calcio. Credendo sempre nella vittoria e nel riuscire a superare il male. Una malattia che lo aveva aggredito, qualche anno fa e che gli aveva progressivamente impedito di fare quello che più amava: stare con i giovani ed allenare. Maestro di vita e di sport, viene ricordato dai tanti amici che non lo hanno lasciato mai solo. Assieme alla sua splendida famiglia, la moglie Diana e i quattro figli (Barbara, Cristiana, Massimiliano e Matteo) che hanno lottato con lui.

Della sua malattia, l’atrofisia cerebrale multistemica, simile alla Sla, si era occupato già nel 2003 anche il magistrato torinese Guarinello nella sua inchiesta sugli ex calciatori degli anni ’60 e ’70 falciati dalla patologia conosciuta anche come Morbo di Gehrig. Marcello può tranquillamente essere definito come una delle stelle del calcio marchigiano. Centrocampista tecnicamente molto dotato anche se non molto dinamico venne poi impiegato da “libero” per queste sue caratteristiche. A chiamarlo nel calcio che conta, a Rimini, era stato l’altra indimenticabile gloria anconetana Gustavo Fiorini. In Romagna diventa una star e conosce quella che sarà la sua compagna di vita, Diana Zanella, giovanissima, che lo seguiva dagli spalti. Indubbiamente il suo nome è legato agli anni vissuti al Venezia, in serie B e nella massima serie.

Falconarese doc, ultimo di 8 fratelli, di cui 6 femmine, è da tutti ricordato per la sua grande serietà di atleta e per la passione per il calcio. L’ultimo suo impegno calcistico è stato quello di direttore generale del Cral Palombina Vecchia, società in cui ha allevato l’attuale biancorosso Andrea De Falco. “Marcello è stato un grande campione ma soprattutto una grande persona- lo ricorda il cugino Nando Neri, anche lui popolare giocatore ed allenatore. Siamo nati nello stesso portone, in via dei Mille a Falconara, e lo ricordo come un ragazzo che ha dato tutto per il calcio e che è arrivato in serie A per la sua voglia di arrivare. Ricordo ancora oggi una partita del 1955 che ci vide avversari. Io giocavo per il Fano e lui per la Falconarese. Entrambi segnammo una rete. Spesso, quando giocava a Venezia si andava con la famiglia a vederlo. Lo vorrei ricordare con una frase di Gigi Mascalaito: prima bisogna essere uomini e poi giocatori. Marcello prima di tutto era un uomo”.

Di lui ha un grande ricordo anche Carlo Cristiani, a lungo responsabile dello sport al Corriere Adriatico: “Un ottimo giocatore ma soprattutto una gran brava persona, modesta, tranquilla, rispettosa, con la passione del calcio nel sangue”. “Quella passione che gli è sempre rimasta - ricorda Roberto Masciarelli, allenatore di volley, che ha sposato la figlia Barbara -. Nonostante la malattia e le sofferenze è sempre rimasto attaccato alla vita, ha lottato fino alla fine. Di lui ricordo la grande serenità e la forza del suo esempio la porterò dentro per tutta la vita”. Come una grande persona ed un esempio per tutti lo ricorda anche Tarcisio Pacetti, mentre Carlo Rossi rimarca la sua forza di volontà fino all’ultimo. “Ci credeva- come aveva sempre fatto su un campo di calcio. E’ stato lucido fino all’ultimo, capace di stare al di sopra del male, anche a scherzare per fare coraggio ai suoi cari che gli stavano vicino. Ed a tutti quelli che tifavano per lui”. I funerali di Marcello Neri verranno celebrati domani alle 11, nella chiesa del Rosario di Falconara. Anche l’Ac Ancona si unisce al dolore della famiglia per la scomparsa di mister Neri.


“Azione doverosa, altro che blitz mediatico”

Dal Corriere di oggi

Falconara “Non è stata un’operazione mediatica ma, al contrario è un’azione resasi necessaria per la tutela delle condizioni igenico-sanitarie di una zona della nostra città e soprattutto a tutela delle condizioni di vita di minori”. Così il sindaco Brandoni replica alle accuse del Pd e dei Cittadini in Comune che hanno domandato chiarimenti sulla vicenda dello sgombero di una baracca in via Stadio. “Il comportamento dell’amministrazione – dice Brandoni – è stato determinato dalla ferma volontà di migliorare lo stato di assoluto degrado della struttura e della zona circostante posta alla sua attenzione da parte della cittadinanza e poi confermata dell’Asur. In una comunità normale il rispetto e la tutela delle condizioni igenico-sanitarie è dovere/diritto che spetta ad ogni cittadino soprattutto se, come nel caso di specie, ciò influisce nella vita di minori. Non credo sia accettabile da nessuno che dei bambini siano costretti a vivere in casa prive di sistemi fognari e di elettricità”. Brandoni fa sapere che “l’ordinanza si ispira al principio della sicurezza urbana”.

“La struttura – spiega – avrebbe dovuto essere rimossa e la zona sgombrata fin dal 2005; l’unica autorizzazione risale dal 2004 ed aveva validità un anno e non è mai stata prorogata. Pertanto tale struttura permaneva nell’assoluta illegittimità e senza alcun titolo, diventando negli ultimi mesi potenziale luogo di rifugio di sbandati”. “Siamo stati criticati – conclude il Sindaco – per aver ripristinato un minimo di legalità mentre non si evidenzia il vero scandalo: l’inerzia delle passate amministrazioni come quella nella quale ha partecipato il consigliere Mastrovincenzo, che per anni hanno chiuso gli occhi e tollerato una situazione di palese illegittimità”.
Variante bloccata, bilancio in rosso

Dal corriere di oggi

Falconara Il Comune per l’assestamento del bilancio (che andrà in consiglio il prossimo 30 novembre) ha dovuto tirare ancora di più una cinghia già stretta. Al conto economico del 2009 sono infatti improvvisamente mancati gli oltre due milioni di euro della contestata “variante” di Castelferretti (l’urbanizzazione sotto la collina di Montedomini decisa dal commissario straordinario Ruffo) e l’amministrazione cittadina per chiudere il buco ha dovuto tagliare una serie di spese. Il ricorso ha creato in queste ultime due settimane non pochi patemi d’animo a Sindaco e Giunta, ma a quanto pare la questione è, per il momento risolta, con molta soddisfazione del primo cittadino convinto di una evoluzione positiva della vicenda. “L’appuntamento dell’assestamento 2009 – fa sapere il Comune in una nota – è stato caratterizzato dalla necessità di rinviare al bilancio 2010 l’entrata collegata alla Variante di Castelferretti (2.200.000 euro) in quanto è stato presentato a metà novembre un ricorso al Tar da parte di “Ondaverde”, associazione ambientalista presieduta da Loris Calcina capo gruppo della lista Cittadini in Comune”. Un atto (presentato all’ultimo giorno utile e di fatto a poco più di una settimana dalla scadenza dell’assestamento) che secondo Brandoni aveva “l’evidente intenzione di creare difficoltà alle casse comunali” ed ha costretto l’amministrazione a congelare momentaneamente alcune risorse “destinate ad una serie di importanti investimenti di cui la città ha fortemente bisogno”. I fondi bloccati sono quelli che erano stati stanziati per l’intervento su via del Consorzio e su altre strade che necessitano di manutenzioni straordinarie (su manto stradale e marciapiedi) oltre ad una serie di altre opere la cui entità è stata attualmente ridotta. “Tali interventi – spiega il Comune nella nota – sono slittati al 2010 con una tempistica che dipenderà anche dall’iter di questo ricorso”.

“Nonostante questo tentativo – chiarisce Brandoni – l’assestamento è stato comunque perfezionato e ciò è dovuto anche alla gestione prudenziale del bilancio 2009 che metteva in stand by operazioni di investimento in attesa che si liberassero le risorse necessarie. Appare del tutto evidente che in questa fase la città sta facendo le spese di un attacco politico che utilizzando lo strumento del ricorso che deprime ancora di più la condizione dei falconaresi. Il tutto paradossalmente proprio da parte di una lista civica che si propone come ‘unico’ difensore degli interessi dei Cittadini, ma che al contrario danneggia pesantemente l’intera comunità falconarese”. “Sono mesi che parliamo del ricorso al Tar – replica Calcina – l’avevamo anche detto un paio di volte in consiglio comunale e la Giunta, quando la vicenda è stata ufficializzata, è caduta dalle nuvole perché evidentemente hanno sempre pensato che stessimo scherzando. Noi però non spariamo a caso annunci senza fondamento, noi le cose le facciamo sul serio”.

Fra l’altro, ci tiene a precisare Calcina, “la metà della cifra necessaria per la presentazione del ricorso viene da una sottoscrizione effettuata tra i cittadini di Castelferretti i quali sono i primi a non volere questa variante che, portando un nuovo grosso nucleo di case, peserà notevolmente sulla vita del paese poiché non sarà affiancata da servizi ed infrastrutture adeguate”. “Ad ogni modo – conclude Calcina – non c’è bisogno di tagliare i fondi per il rifacimento delle strade, poiché il Comune deve ancora avere due milioni di euro dalla vecchia convenzione con la raffineria Api. Una cifra dovuta, ma su questa vicenda c’è un ricorso alla Corte dei conti”.

giovedì 26 novembre 2009

Dal Corriere Adriatico di oggi

Una task-force contro l’abusivismo


Falconara Martedì mattina agenti della Polizia Municipale, operai del Cam e del Comune hanno provveduto alla demolizione di una baracca, situata in un’area di proprietà comunale alle spalle del Pala Badiali, sottostante il viadotto di via dell’Aeroporto. Obiettivo dell’intervento la bonifica delle aree circostanti sollecitata anche dalla Asur di zona che aveva evidenziato una situazione critica. Le operazioni di sgombero sono state avviate alle 7 e si sono protratte per tutta la mattinata. Sette operai del Comune e otto del Cam, con l’ausilio di due ruspe, quattro automezzi, due autocarri e un carro attrezzi si sono attivati per dare esecuzione all’ordinanza e per rimuovere la baracca che, scaduta nel 2004 l’autorizzazione temporanea “rappresentava – precisa la nota – una irregolarità edilizia”.

Baracca demolita, accuse al sindaco

L’opposizione critica l’uso delle ruspe: “Solo un’operazione mediatica sul tema della sicurezza”

Falconara L’operazione di sgombero e smantellamento di una baracca dalle parti dello stadio ordinata dall’amministrazione comunale non è affatto piaciuta all’opposizione che adesso vuole spiegazioni dettagliate. Anche perché, come fanno notare i rappresentanti di Pd e lista civile Cittadini in Comune, “a questa vicenda è stato dato un grande risalto mediatico e guarda caso si è svolta proprio il giorno in cui il Sindaco era ospite in una trasmissione televisiva”.

L’interrogazione urgente

I due gruppi, infatti, hanno presentato, per il consiglio comunale del 30 novembre, una interrogazione urgente nella quale chiedono di conoscere le motivazioni ed i dettagli dello sgombero effettuato nella mattinata del 24 novembre. “Vorremmo sapere – dicono i capi gruppo Mastrovincenzo e Calcina – perché ai diretti interessati non è stata consegnata l’ordinanza di sgombero contestualmente all’avvio dell’intervento e per quale motivo non è stato concesso il tempo per recuperare gli effetti personali e gli indumenti degli adulti e dei bambini”.

La mancanza di alternativa

Inoltre i due rappresentanti di Pd e Cic evidenziano “la mancata contestuale sistemazione della famiglia in un alloggio alternativo in seguito allo sgombero” e domandano “quale sia la reale intenzione dell’amministrazione circa la sistemazione della famiglia”. “In tutta questa storia – osservano Antonio Mastrovincenzo e Loris Calcina – ci sono aspetti non del tutto chiari, come è possibile, ad esempio, che nell’ordinanza firmata dal sindaco Brandoni, venga considerato ‘disabitato’ il manufatto e su quale constatazione oggettiva si possa affermare che il nucleo familiare si è allontanato definitivamente da esso quando lo status di residenti dei componenti della famiglia interessata in via dello Stadio 22 è stato certificato addirittura in data 23 novembre, cioè esattamente il giorno precedente allo sgombero. Infine da chi e quando è stato effettuato il sopralluogo di accertamento della residenza?”.

I gruppi consiliari dei Cittadini in Comune e del Partito Democratico “censurano il comportamento del sindaco Brandoni il quale, “impegnato in una intervista presso l’emittente televisiva èTV, si è esibito in una sorta di ‘tutto lo sgombero minuto per minuto’ in contatto telefonico con l’assessore Matteo Astolfi”.

Coincidenza con la diretta

Secondo il Pd e CiC “esiste un nesso preciso tra la scelta di dare esecuzione immediata all’ordinanza (a meno di 24 ore dalla sua pubblicazione) la mancata notifica ai diretti interessati e la diretta televisiva del sindaco Brandoni il quale ha usato la condizione di disagio abitativo di un nucleo familiare falconarese con figli piccolissimi per mostrare la facciata securitaria al proprio elettorato”.

Marina Minelli

mercoledì 25 novembre 2009

Sistemata la squadra, a Bersani resta solo una domanda: "E ora che fare?"



Doveva battere il primo colpo, e ieri l'ha battuto. Pier Luigi Bersani ha messo su una segreteria "con età media di 41 anni" (recitano proprio così i lanci di agenzie, encomiastici ma con ciglio asciutto). Poi ha cambiato: i dipartimenti si chiameranno Forum, termine evocativo della "fabbrica del programma" di prodiana memoria, e così si recide un altro legame con la vituperata stagione veltroniana. Chi alimenta i forum, ne coordina e guida l'attività? I nomi sono questi: Luciano Violante alle Riforme; Paolo Gentiloni alle Comunicazioni; Livia Turco all'Immigrazione; Giuseppe Fioroni al Welfare; Piero Fassino alla Politica internazionale; Umberto Ranieri al Mezzogiorno; Andrea Orlando alla Giustizia. Fantasmi e spettri di governi che furono e, verosimilmente, non saranno.

Sistemate le faccende di casa, con l'inevitabile scia di polemiche per ora sottotraccia, Bersani si è ritrovato al punto di partenza e con la più leninistica delle domande: che fare? Che fare con Antonio Di Pietro? Che fare con la crisi e le misure del governo? Che fare con il ddl sui processi brevi? E con Rutelli e con Casini, riottosi a stringere anche solo la mano all'ex pm di Mani pulite?

Il segretario del Pd si è concessa un'altra giornata di vaghezze. Il partito farà la sua manifestazione contro Berlusconi, distinta nella data ma non troppo distante nei contenuti da quella del 5 dicembre messa in campo da Di Pietro. Di giustizia se ne può parlare in termini di riforma di sistema, si sbottona Bersani, ma a condizione che il governo ritiri il ddl sui processi brevi. La ricetta contro la crisi è presto fatta: subito 8-10 miliardi per famiglie e imprese. Da reperire con tagli veri di spesa, controllando meglio la fedeltà fiscale anche se alla fine il pensiero corre alla tassazione delle rendite finanziarie, vera stella polare del Pd ancora ubriaco della stagione di Vincenzo Visco. Poi, sempre vagheggiando, si è lasciato scappare che, in fondo, quel Tremonti qualche ragione ce l'ha a tenere chiusi i cordoni della borsa di fronte a una platea famelica di ministri che chiedono soldi e soldi. I tempi sono bigi, e le molliche vanno raccolte dal tavolo e non disperse a terra.

La spina più grossa sul cuscino di Bersani, quella destinata a procurargli notti insonni, è sempre la stessa. Il Cav e i suoi guai giudiziari. Al 5 dicembre dipietrista mancano 11 giorni. Che dire e fare fino ad allora? Ripetere ogni giorno che il governo deve ritirare il ddl sui processi brevi se vuole intavolare un confronto parlamentare con il Pd e lasciare che gran parte dei parlamentari siano in piazza con il leader IdV? E' una linea di partenza, per andare dove non si sa.

E' una strategia debole: è come tenere il partito inchiodato sul bagnasciuga. Il ddl sui processi brevi avanza al Senato, con la prospettiva della sua approvazione prima di Natale. E il Pd fino a Natale parlerà di riforme istituzionali, scriverà l'indice dei capitoli in Senato, dove il 4 dicembre conta di approvare una mozione bipartisan. Ma nulla di più dirà sulla giustizia. Assisterà muto alla votazione del ddl abbrevia-processi lasciando a Di Pietro la guida dell'indignazione della piazza mediatico-giudiziaria?

Per Bersani è un autentico rompicapo, ma è anche l'eredità più ingombrante che gli è stata lasciata da predecessori molto avventati e poco avveduti. Nessun segretario del Pd è riuscito a trovare il bandolo di una matassa intricata per primo da Achille Occhetto e poi mai più dipanata. Nessuno potrà suggerire a Bersani che il ddl sui processi brevi non è soltanto un provvedimento per salvare Berlusconi dalla caccia giudiziaria che dura da 15 anni, ma è lo strumento, storto e impreciso quanto si vuole, per salvaguardare la legittimità del voto popolare e ricostruire il limes tra giustizia e politica polverizzato da quasi due generazioni.

Da politico avveduto, però, Bersani non può ignorare che rimosso questo ostacolo la politica ritroverebbe le sue dinamiche e la febbre scenderebbe nella società e nel Paese.

L'occidentale

Dal Messaggero di oggi

Cocaina per trentamila euro
nel peluche: arrestato a 20 anni


FALCONARA Era venuto dall’Umbria per acquistare la droga a Falconara. I carabinieri di Gualdo Tadino, che lo stavano pedinando, lo hanno bloccato nei pressi della Stazione ferroviaria con 400 grammi di cocaina nascosta in un peluche. In manette V.R., 20 anni, ora rinchiuso nel carcere di Montacuto. Nel mirino, ora, i grossisti della droga, che potrebbero avere le ore contate.
I carabinieri da tempo tenevano d’occhio il giovane, residente a Gualdo Tadino, ma che viveva a Gubbio. Lo hanno visto salire su un treno per Ancona e lo hanno seguito convinti che si fosse messo in viaggio per rifornirsi degli stupefacenti. Lo hanno poi bloccato a Falconara dove lo hanno perquisito, trovando la cocaina dalla cui vendita al minuto avrebbe ricavato circa 30 mila euro.
Sembra che il canale dello spaccio tra Falconara e l’Umbria sia importante. Questo per lo meno il risultato delle prime indagini, concentrate sul quantitativo di droga sequestrato. 400 grammi al dettaglio non si trovano, nè si consegnano in strada tutti i giorni. In azione sicuramente una banda di spacciatori dalle grosse potenzialità e del giro della malavita organizzata. Per questo motivo l’inchiesta locale viene coperta da un riserbo pressochè totale. L’ arresto di V.R., già stato denunciato in passato per spaccio di stupefacenti, è avvenuto domenica pomeriggio quando i carabinieri, in abiti civili, hanno bloccato il ragazzo a pochi passi dalla Stazione Fs.

martedì 24 novembre 2009

Centrali Api, arriva il nulla osta dal Ministero

Dal Corriere di oggi

Falconara E’ stato pubblicato sabato sulla Gazzetta Ufficiale il nulla osta del ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo al decreto di Via (Valutazione d’impatto ambientale) per le due nuove centrali termoelettriche dell’Api. Il ministro aveva sottoscritto il documento alla metà di settembre, ma ora con la pubblicazione l’atto diventa effettivo e potrà continuare il suo percorso, cioè passare al vaglio del ministero per lo Sviluppo Economico, ed arrivare quindi al passaggio obbligato della conferenza Stato-Regioni. Intanto, nei giorni scorsi, una delegazione di associazioni e cittadini riuniti nell’Assemblea permanente No Centrali Api è stata ricevuta dal presidente del Consiglio regionale in merito alla richiesta di audizione circa le criticità sanitarie ed occupazionali dell’Aerca - Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale. Al presidente del Consiglio regionale Raffaele Bucciarelli sono state illustrate le ragioni di una ribadita richiesta di audizione nelle opportune commissioni consiliari, perché hanno spiegato i rappresentanti dell’assemblea permanente, “gli elementi di preoccupazione dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali sono anche le nostre in qualità di cittadini, da anni ci sentiamo costretti ad una difficile convivenza, intendiamo ascoltare per conoscere ma vorremmo anche portare all’attenzione dei membri delle commissioni una serie di riflessioni ed elementi senza i quali sarà impossibile riuscire a concorrere ad una soluzione positiva e complessiva delle vertenze sanitarie, energetiche, occupazionali e di sicurezza attualmente in corso attualmente in corso”. La delegazione ha inoltre condiviso con il presidente Bucciarelli il documento consegnato direttamente nelle mani del presidente della Giunta Gian Mario Spacca in occasione del presidio effettuato davanti alla sede della Regione il 9 dicembre del 2008. Il documento, sottoscritto da numerose associazioni, sindaci della Vallesina, assessori, consiglieri comunali e rappresentanti delle forze politiche locali, conteneva fra le altre la richiesta di realizzare entro breve uno specifico consiglio regionale dedicato alla questione Api ed alla richiesta dell’autorizzazione per le due nuove centrali.

lunedì 23 novembre 2009

Spacca non calma l’ira degli operai

Urla e petardi all’inaugurazione dell’Interporto. Il governatore: “Incontrerò l’azienda, risolveremo il problema”



Dal Corriere

Jesi I lavoratori chiedono impegno e trasparenza. I sindacati puntano alla riconversione e la Regione promette di lavorare per mantenere i posti di lavoro. Continua l’occupazione dell’ex Sadam, ma oggi la protesta sarà ad Ancona. Ieri mattina, invece, si è spostata all’Interporto dove arrivano a piedi, in corteo, una sessantina di operai.

“I prossimi giorni incontreremo la proprietà – dice Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche – a cui chiederemo di restituire al territorio ciò che questo gli ha dato sia in termini di lavoro sia in termini di compensazione”. Parla, il governatore, tra petardi, striscioni e bandiere, davanti all’entrata della struttura intermodale, dove si svolge l’inaugurazione dell’area terminal. Alla sua sinistra Fabio Badiali, assessore regionale al Lavoro e Lidio Rocchi, assessore alle Infrastrutture e ai trasporti marchigiani. “Occorre lavorare nella legge finanziaria per la filiera corta, per la deroga sulle centrali biomasse – dice Spacca – e per rendere inoppugnabile l’emendamento della giunta dal punto di vista giuridico. Dobbiamo trovare un modo perché Maccaferri si renda conto cosa sta chiedendo a questo territorio”.

Qualcuno, fra la folla, urla che questi processi dovevano essere già stati fatti. Il tempo infatti stringe e la cassa integrazione finisce a dicembre. Spacca ammette la mancanza, ma promette che “la risoluzione sarà rapida”. Ad aspettare la convocazione per l’incontro con la proprietà anche Fabiano Belcecchi. Il sindaco è alle prese con il piano industriale da qualche giorno sulla sua scrivania.

“Bisogna capire se le cose scritte dall’azienda siano sostenibili e se il progetto dia, nel suo insieme, garanzie di stabilità nel tempo. Poi è necessario verificare se la riconversione sia in linea con il Piano energetico ambientale regionale”, commenta il primo cittadino.

Si guarda alla riconversione e si punta alla filiera corta, ovvero a una autosufficienza regionale di prodotti agricoli o boschivi per alimentare la centrale. Ma i nodi da sciogliere sono tanti. I lavoratori chiedono chiarezza alla politica: “Ci dovete dire se andiamo tutti a casa o se si va avanti”, commentano ad alta voce. “Ci preoccupa che la possibilità di una riconversione – dicono Silvano Giangiacomi e Mohamed El Hasani, rispettivamente Fai Cisl e Flai Cgil – oggi trovi contrapposizioni locali che portano ad un solo risultato, quello di stare fermi. Noi da due anni siamo fermi al palo, mentre la politica fa il suo teatrino e la società i propri interessi”.

Spacca riprende la parola. “Chiedo a voi di avere fiducia nelle istituzioni e che non si rompa l’unità tra i lavoratori e tra i lavoratori e il territorio”, conclude. Ma i sindacati chiedono anche il coinvolgimento nella protesta degli agricoltori.

“Non riusciamo a comprendere – afferma Giangiacomi – il loro silenzio delle associazioni. Con la riconversione si aprirebbe un mercato per il girasole, ma ci stupisce come gli agricoltori si lamentino della loro situazione senza però sostenerci”.

Spacca ritorna al convegno, alle 11 c’è il taglio del nastro. Fuori i lavoratori commentano. Su uno striscione si legge “Non siamo assassini, né untori, ma solo lavoratori”.

“Se siamo soddisfatti del colloquio? No. Finché non avremo delle garanzie per il posto di lavoro non possiamo dirci soddisfatti”, dice Sandro Bellagamba, della Rsu aziendale. “Per ora quelle della Regione sono solo parole”, dice un gruppetto. “Vogliamo delle firme e soprattutto vogliamo esserci nell’incontro con la società”. Solidarietà alle maestranze espressa anche da parte di Raffaele Bucciarelli, a nome dei Comunisti italiani.

“I lavoratori fanno bene a protestare. La Sadam esprime un paradigma della nostra società dove convergono esigenze opposte” dice il presidente del consiglio regionale. “Qualsiasi decisione deve essere presa tenendo conto dell’occupazione e dell’ambiente, dopo di che chi ha delle responsabilità deve assumersele e andare avanti”.

Intanto prosegue la polemica su chi sapeva e chi no riguardo la riconversione dello zuccherificio a centrale a biomasse con il limite di 5 mw anziché 11 mw. Marcello Flori, segretario provinciale di Rifondazione, invita il “sindaco Belcecchi a dire la verità, e alle organizzazioni sindacali a evitare anatemi senza costrutto, alla politica di frenare l’incontinenza comunicativa che spesso è nemica della chiarezza”. Già, la chiarezza...

domenica 22 novembre 2009

Denunciato giovane trovato col “fumo”


Dal Corriere di oggi

Falconara Strade sotto sorveglianza contro gli eccessi al volante e il rischio di incidenti. I carabinieri di Falconara come al solito hanno intensificato la presenza sul territorio durante il weekend, quando il pericolo di leggerezze e distrazioni alla guida cresce in misura esponenziale. La guardia dei militari dell’Arma è tenuta sempre molto alta. In particolare nel mirino dei tutori dell’ordine ci sono l’abuso di alcol che rallenta i riflessi e il consumo di sostanze stupefacenti che annebbia la mente e abbassa lucidità e soglia di attenzione. L’altra notte gli uomini agli ordini del tenente Matteo Demartis hanno fermato numerosi veicoli e sottoposto gli automobilisti al controllo dello stato psicofisico. Un giovane è finito nella rete perché è stato trovato in possesso di sostanza stupefacente. Il giovane, anconetano di trent’anni, dopo l’alt imposto dai carabinieri e la perquisizione personale, è stato sorpreso con otto grami di hashish. La modica quantità di droga e lo status di incensurato lo hanno salvato dalle manette. Scampato il pericolo dell’arresto, il ragazzo non è però sfuggito alla denuncia a piede libero perché nascondeva il “fumo”, peraltro suddiviso in dosi già confezionate.


Il Comune e la battaglia anti-prostituzione


Falconara La giunta Brandoni ha fatto della guerra al mercimonio del sesso un cavallo di battaglia. L’ordinanza anti prostituzione, varata in via sperimentale dal Comune nell’ottobre del 2008, è diventata definitiva all’inizio di novembre. Ma il provvedimento, in effetti, non ha risolto del tutto il problema legato soprattutto alla presenza di numerosi trans e prostitute lungo le strade di maggior traffico.

Il Comune stesso evidenzia una “effettiva riduzione dell’esercizio della prostituzione sulle strade falconaresi”, ma ammette che il fenomeno è ancora lontano dall’essere estinto. “Da ottobre 2008 – dicono – sono state elevate oltre 50 multe da 300 euro, di cui un 20 per cento circa a carico di viado e prostitute e il restante 80 per cento nei confronti dei clienti. Carabinieri e Polizia comunque concordano sulla validità dell’ordinanza come strumento per contrastare il fenomeno”.
Crocifisso in classe Sollecito al sindaco


Dal Corriere di oggi

Falconara Il consigliere del Pdl Giorgia Fiorentini ha presentato un ordine del giorno, che sarà discusso nella prossima seduta dell’assemblea cittadina, nel quale chiede al sindaco ed all’amministrazione di “manifestare il proprio consenso ed ad appoggiare il ricorso contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo sulla questione dei crocifissi nelle aule scolastiche. “La Corte di Strasburgo – ricorda la consigliera del Pdl – con una propria decisione ha stabilito che la presenza dei crocifissi nelle aule è ‘una violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e una violazione alla libertà di religione degli alunni, ma la presenza del crocifisso in classe non rappresenta un tentativo di proselitismo da parte della Chiesa Cattolica ma è un simbolo della tradizione storica e culturale dell’Italia e dell’Europa intera”. La Fiorentini ritiene infatti che, ferma restando la laicità dello Stato come valore indiscutibile proprio di una società liberale, “la storia, i valori e le tradizioni di una Nazione e di un Popolo passano anche attraverso dei simboli, cancellando i quali si cancella una parte importante della persona”.

venerdì 20 novembre 2009

Emergenza rifiuti, si torna alle Saline

Dal Corriere

Falconara Fine anno con emergenza rifiuti per Falconara, ma l’assessore all’ambiente Matteo Astolfi ha già pronto un piano alternativo per evitare “una crisi temuta e da lungo tempo annunciata”. “Dal primo gennaio 2010 non sarà più possibile conferire rifiuti alla discarica di Moie – spiega – e per noi è una situazione intollerabile, il problema esiste da tempo, avevamo sollecitato tutti gli enti preposti ed anche il consorzio Coneroambiente, adesso abbiamo due soluzioni: o raddoppiare la Tarsu per coprire i costi di trasporto verso discariche fuori regione o rimettere in funzione il nostro sito delle Saline”. La discarica falconarese, chiusa nel 2003 non perché arrivata al completamento, ma a causa del nuovo PPRG – Piano provinciale per la gestione dei rifiuti che non ne prevedeva la presenza all’interno del “bacino n. 1”, potrebbe tornare in attività almeno per un periodo. “Ci stiamo lavorando – prosegue Astolfi –. I tecnici del Comune stanno considerando tutti gli aspetti legati ad una riattivazione della discarica comunale, costi per riaprirla, le condizioni attuali, i vincoli, la situazione dei dintorni, le spese di gestione e poi la cifra necessaria per la chiusura definitiva secondo le nuove normative. Ci vuole anche una deroga della Provincia che però se deciderà di dire no, poi deve spiegare ai cittadini il motivo per cui si ritroveranno a pagare il doppio per la Tarsu”. Ipotizzando il mantenimento degli attuali livelli di raccolta (per l’indifferenziata si parla di circa 13 mila e 700 tonnellate all’anno, ma i dati sono del 2008 e a luglio del 2009 è iniziata la raccolta porta a porta a Palombina Vecchia quindi è previsto un miglioramento della differenziata) ed alzando di alcuni metri il sito, la discarica delle Saline potrebbe essere utilizzata almeno per altri cinque anni. Intanto l’amministrazione ha chiesto agli altri Comuni del bacino, alla Regione, alla Provincia ed al consorzio Coneroambiente di provvedere in tempi rapidi alle soluzione di un problema che rischia di diventare drammatico. “La situazione di criticità nel conferimento dei rifiuti – osserva l’assessore Astolfi – è nota da tempo, si sono andati esaurendo negli anni gli impianti individuati dal Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti del 2001, senza che, a tutt’oggi si siano neppure chiariti i metodi per giungere all’attuazione di quanto previsto dallo stesso Piano in merito alla nuova discarica del Bacino1, con la conseguente situazione di stallo”. Fra l’altro, l’assessore all’ambiente di Falconara rileva che “in carenza di impianti disponibili nell’ambito provinciale o regionale a cui conferire i rifiuti, i Comuni si potranno trovare ad affrontare costi di trasporto e smaltimento assai più rilevanti degli attuali”, dunque secondo il Comune di Falconara “l’eventuale danno economico” sarà da imputare solo “alla inerzia del Consorzio ConeroAmbiente nel realizzare quanto demandato in attuazione delle previsioni del PPGR”.

mercoledì 18 novembre 2009

Sigilli al terreno del rom

Lotto sequestrato a Luca Spinelli. “Non si giustifica con il reddito”



Dal Corriere di oggi


Falconara Da anni dichiarava redditi non certo da benestante, messi insieme con qualche lavoretto sporadico, arrangiandosi qui e là. Il top nel 2005, con seimila euro, tra annate ancor più grame. Eppure Luca Spinelli, rom di 39 anni, aveva investito in un terreno edificabile dal valore di oltre 60 mila euro. Quel lotto su cui si poteva costruire da ieri è sotto chiave, “sigillato” dai carabinieri del Reparto operativo di Ancona, al comando del colonnello Luciano Ricciardi, che hanno eseguito un sequestro preventivo disposto dalla magistratura come misura di sicurezza patrimoniale. L’area edificabile, circa 800 metri quadri in via delle Caserme a Falconara, era intestata al giovane nomade, arrestato il 2 ottobre 2007 dai carabinieri per il possesso di un chilo e tre etti di cocaina e condannato nel febbraio successivo a otto anni di carcere. La misura applicata a Spinelli, prevista dalle norme antimafia ma poi estesa anche ad altri reati, prevede il sequestro di beni mobili e immobili riconducibili a imputati condannati per reati gravi non che riescano a giustificare il possesso di averi. In questo caso, gli accertamenti svolti dai carabinieri sui cespiti patrimoniali della famiglia Spinelli (su Luca e anche sulla moglie Giulia) avrebbe evidenziato una netta sperequazione tra il reddito percepito e il tenore di vita della famiglia. La richiesta di sequestro avanzata dalla procura è stata accolta dal gip Alberto Pallucchini, anche se limitatamente al terreno, mentre il pm chiedeva di mettere i sigilli anche ad alcune auto e a una palazzina dal valore di 200 mila euro, riconducibile però alla moglie, per la quale secondo il giudice non c’era prova di un’origine illecita. I carabinieri del Reparto operativo hanno monitorato la situazione patrimoniale e il tenore di vita della famiglia di Luca Spinelli, che già era sottoposto alla sorveglianza speciale quando i militari, nell’ottobre di due anni fa, scoprirono la droga nascosta in un bungalow del campo nomadi di via delle Caserme.

Lo screening ha consentito di appurare che i redditi degli ultimi anni gli avrebbero consentito sì e no di sbarcare il lunario. Quel terreno da 60 mila euro dunque spiccava come un lusso eccessivo. Così la procura, dopo un dettagliato rapporto del Reparto operativo, s’è mossa chiedendo l’applicazione del sequestro preventivo previsto per i beni di cui il condannato non riesca a giustificare il possesso in base al reddito dichiarato. La difesa del nomade, assistito dall’avvocato Pietro De Gaetani, ha annunciato ricorso sostenendo che il terreno non è di provenienza illecita.

martedì 17 novembre 2009

Anche Schifani dà l'altoltà a Fini ed evoca l'ipotesi di elezioni anticipate


Due messaggi chiari nell’arco di ventiquattrore che portano la firma della seconda carica dello Stato. Fatto non casuale, sia perché Renato Schifani non è uomo che parla ogni giorno (e se lo fa usa il metro della prudenza), sia perché i contenuti delle sue parole sembrano indirizzati al presidente della Camera.

Lunedì la sottolineatura sulle riforme condivise che nelle file del Pdl è stata letta come una sorta di controcanto al monito della terza carica dello Stato secondo il quale la maggioranza non può farle a proprio piacimento. Oggi, e per la prima volta, è lo stesso Schifani ad evocare l’ipotesi di elezioni anticipate sottolineando che se viene meno “la compattezza” della maggioranza “il giudice ultimo non può che essere il corpo elettorale”.

Frasi che rimandano alle fibrillazioni di queste settimane nella maggioranza e all’interno del Pdl, non solo sul capitolo giustizia. A tenere alta la temperatura nel partito che Fini ha fondato con Berlusconi sono infatti le mosse dei finiani: dal processo breve, all’emendamento che di fatto riscrive il ddl Calabrò sul biotestamento, dalla cittadinanza breve al voto agli immigrati. Fino al caso Cosentino che rischia di diventare l’innesco della miccia. Parte proprio dal finiano Fabio Granata l’avviso ai naviganti quando dice che se l’opposizione presenterà una mozione di sfiducia contro il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino per il quale la procura di Napoli ha chiesto alla Camera l’arresto, “non potremmo certo smentire le nostre opinioni”. Posizione ribadita dal vicecapogruppo del Pdl Italo Bocchino che dice: “Valuteremo. Noi riteniamo sarebbe opportuno un passo indietro da parte del sottosegretario”. E il passo indietro per i finiani non è solo dalla corsa per la poltrona di Bassolino ma anche da quella nella compagine di governo. Questione che tra i berlusconiani non trova alcuna sponda, tutt’altro.

Intervenendo all’inaugurazione dell'anno accademico del collegio universitario “Lamaro Pozzani”, il presidente del Senato Schifani scandisce con cura il concetto: “Compito del governo è lavorare per realizzare il programma concordemente definito al momento delle elezioni. Compito dell'opposizione è esercitare il proprio ruolo di critica e di proposta alternativa, in coerenza con il proprio mandato elettorale. Compito della maggioranza è garantire che in Parlamento il programma del governo trovi la compattezza degli eletti per approvarlo. Se questa compattezza viene meno, il risultato è il non rispetto del patto elettorale. Se ciò si verificasse, giudice ultimo non può che essere, attraverso nuove elezioni, il corpo elettorale”. Quindi aggiunge che “è sempre un atto di coraggio di coraggio, di coerenza e correttezza verso gli elettori. Molti ordinamenti costituzionali da tempo accettano questi fondamentali principi di una democrazia matura. La scelta dei cittadini non va tradita, va rispettata fino in fondo, senza ambiguità e incertezze. La politica non può permettersi di disorientare i propri elettori”.

Ma è su un passaggio in particolare che nei commenti in Transatlantico molti deputati pidiellini applicano il monito di Schifani alla linea finiana: “Lealtà significa, anche in politica, coerenza e rispetto verso il mandato ricevuto dagli elettori, garantendo spazi di praticabilità nell'azione di governo”, spiega il presidente del Senato per il quale “la politica come servizio alla comunità non può proporre la visibilità individuale come un valore, ma la lealtà pone un presupposto morale che deve alimentarsi all'interno dei singoli partiti e tra gli stessi schieramenti avversari, pur nelle naturali distinzioni di programmi e di ruoli”. Ma al di là dei botta e risposta, le frasi pronunciate da Schifani sono destinate a lasciare il segno. E le prossime ore diranno se - come in molti sostengono al termine di un’altra giornata di tensione -siamo ormai “al redde rationem” o se invece gli strappi troveranno una loro ricomposizione. Anche perché proprio domani, fanno osservano dai ranghi del Pdl, ci sarà quella che è già stata ribattezzata la “tripletta finiana”, cioè i tre appuntamenti attorno ai quali girerà buona parte del dibattito politico: il primo è con Flavia Perina, parlamentare e direttrice de Il Secolo d’Italia che insieme all’ex leader Pd Walter Veltroni presenta una proposta di legge bipartisan per dare il diritto di voto amministrativo agli immigrati regolari che vivono in Italia da almeno cinque anni (tra i firmatari del testo c’è anche l’Udc Rao, già portavoce di Casini, il democrat Salvatore Vassalo e il portavoce del’'Idv Leoluca Orlando). Gli altri due appuntamenti riguardano il tema della cittadinanza: un convegno sulla proposta di legge bipartisan Granata-Sarubbi e quello promosso dalla fondazione finiana Fare Futuro insieme alla rivista “Con” di un altro finiano doc, Italo Bocchino. Tra i relatori lo stesso presidente della Camera e Tarek Ben Ammar.

Tutto questo, in attesa che il Cav. dica la sua

L'occidentale


Prg, la questione è risolta


Dal Corriere di oggi

Falconara Dopo l’approvazione “ora per allora” della giunta provinciale avvenuta la settimana scorsa, il Prg “contestato” ieri sera è passato in consiglio comunale per la dovuta presa d’atto. “I cittadini possono stare tranquilli – dice il sindaco Brandoni – la questione è risolta e adesso l’attività degli uffici urbanistici può riprendere regolarmente”. Il documento urbanistico del Comune, adottato nel 1999 dalla Giunta Carletti ed arrivato dopo un lungo iter in Provincia, avrebbe dovuto essere approvato con una delibera della Giunta e non dal voto dell’assemblea consiliare come invece avvenuto.

L’irregolarità è stata rilevata qualche mese dopo quando alcuni cittadini hanno deciso di presentare ricorso (per problemi relativi alla non edificabilità di alcune aree) finito in ultima istanza davanti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. All’inizio di ottobre il Capo dello Stato ha dato ragione ai ricorrenti e il 6 dello stesso mese, quando la decisione è stata notificata al Comune di Falconara, il Prg è stato virtualmente “sospeso” e qualsiasi atto, dalla concessione edilizia alla piccola Dia, è stato bloccato a causa di una “vacatio” normativa. “Secondo noi – aveva chiarito il vicepresidente della Provincia ed assessore all’urbanistica Giancarlo Sagramola – la decisione è stata presa senza tenere conto che nel 2003 eravamo in una fase di passaggio da una normativa all’altra. In precedenza i Prg dovevano essere approvati dal Consiglio, poi sono passati sotto la diretta responsabilità della Giunta. All’epoca, avevamo fatto tutte le indagini necessarie per capire quale era la strada da percorrere ed è emerso, in base ad una norma transitoria, che il Prg doveva passare in Giunta per una presa d’atto e poi successivamente essere approvato dal Consiglio provinciale e così è stato fatto”.

“L’approvazione del Prg da parte del consiglio provinciale – ha spiegato Patrizia Casagrande attuale presidente della Provincia ed all’epoca assessore all’urbanistica – garantiva maggiore trasparenza e condivisione dell’iter perché, prevedendo un percorso in commissione consiliare, il piano veniva valutato con buona puntualità sui diversi aspetti tecnici. Sia l’allora presidente Giancarli che io, in veste di assessore eravamo convinti della necessità di quei passaggi preventivi all’approvazione. Al contrario, il parere di giunta provinciale previsto dalla legge 19 introduce una procedura formale che limita la governance di area vasta della Provincia e, soprattutto, il controllo del territorio, lasciato alle decisioni dei singoli Comuni”.

domenica 15 novembre 2009

Operazione trasparenza in Comune

Falconara, il sindaco Brandoni si sottopone al test antidroga "Rendero' pubblici i risultati"



Dal Messaggero


FALCONARA - Il sindaco Brandoni si sottopone al test antidroga. E altri consiglieri potrebbero seguire l’esempio del primo cittadino. La decisione è stata resa nota venerdì sera durante la seduta pre-consiliare davanti a tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione. Brandoni, sulla scia del dibattito nazionale e l’iniziativa di alcuni parlamentari, ha detto di volersi sottoporre volontariamente a tutti i vari test antidroga e di rendere poi pubblici gli esiti entro breve tempo. «Ritengo che un amministratore pubblico debba rendere nota questa cosa - ha detto -. Con i consiglieri e i membri del partito voglio condividere anche queste scelte personali e non appena avrò eseguito tutte le analisi del caso la cittadinanza sarà informata sugli esiti». A breve, dunque, il sindaco Brandoni si sottoporrà di propria iniziativa all’esame delle urine e della saliva presso il Sert (servizio tossicodipendenze) di Ancona, il quale sarà in grado di individuare l’eventuale presenza nell’organismo di cocaina, anfetamine, oppiacei e qualunque altro tipo di sostanza stupefacente eventualmente assunta dal paziente. Il test, non proprio economico dato che il ticket si aggira intorno ai 300 euro, non è escluso che possa essere effettuato, sempre in maniera del tutto volontaria, anche da altri consiglieri alcuni dei quali hanno accolto con molto piacere la decisione del sindaco Brandoni. Presto, quindi, i falconaresi potranno leggere pubblicamente il resoconto sanitario del sindaco e chissà se l’esempio non venga copiato anche da altre cariche politiche della città.

Controlli anti-clandestini dei carabinieri:
quindici denunce, chiuso il call center Monika

Dal Messaggero

FALCONARA - Raffica di controlli da parte dei Carabinieri mirati soprattutto a fronteggiare il fenomeno della clandestinità. Negli ultimi tre giorni, otto militari, quattro volanti e l’elicottero messi in campo dal comandante Matteo Demartis hanno portato a oltre 100 controlli su tutto il territorio con particolare attenzione per stazione ferroviaria, parchi pubblici e casali abbandonati. Identificate circa 100 persone (di cui 38 extracomunitari) e 70 veicoli. Il bilancio è di 12 romeni, denunciati a piede libero, sorpresi a bivaccare all’interno della struttura ex Montedison, tre afgani denunciati anch’essi a piede libero per il reato di clandestinità e la chiusura per 30 giorni del phone center Monika (nei pressi della stazione) il cui titolare concedeva le postazioni internet senza richiedere i documenti violando così le norme antiterrorismo. Inoltre l’altra notte un uomo in stato di ebbrezza è stato denunciato per disturbo della quiete pubblica, mentre un italiano è stato denunciato per lesioni durante una rissa scoppiata per futili motivi. Una vera task force che ha visto passare al setaccio tutti gli insediamenti nomadi ed extracomunitari per contrastare il dilagante fenomeno della clandestinità in città.
Dal corriere adriatico di oggi

Il bando scade il primo dicembre

Fondi per agriturismi Le indicazioni della Cna

Falconara La Cna di Falconara ha scelto di rafforzare il suo ruolo come canale di informazione e di sensibilizzazione nei confronti degli imprenditori fa sapere che il bando per i contributi agli agriturismi scade il prossimo 1° dicembre ed è a disposizione per precisazioni. “La Regione – spiega il referente sindacale della Cna Andrea Riccardi – ha stanziato una linea di finanziamento alla quale possono attingere come contributo in conto capitale tutti i proprietari di strutture agrituristiche”. La Cna precisa che nel bando sono considerate ammissibili tutte le spese sostenute dopo la presentazione della domanda che riguardano ad esempio il recupero degli edifici, il rinnovo degli impianti tecnologici, l’acquisto di arredi, la realizzazione di percorsi didattici e quella di strutture sportive all’interno dell’azienda. “Il contributo – conclude Riccardi – che varia dal 30% al 50% per un massimo di 200 mila euro, rappresenta una grossa opportunità per tutte le imprese del settore”. Per avere maggiori informazioni è possibile contattare il referente Fidimpresa Marche Alessandro Righi all’indirizzo e-mail arighi@fidimpresamarche.it oppure al 348/4054710.

venerdì 13 novembre 2009

Pane, olio e miele per un gustoso weekend


Dal Corriere

Falconara Si chiude con la prima edizione di “Pane, olio e miele” in programma domani e domenica la “trilogia” falconarese dedicata al cibo. Dopo i funghi ed il vino, già protagonisti dei week-end autunnali, il programma di valorizzazione riprenderà il suo gustoso cammino: domani e domenica, nella Sala mercato di via Bixio saranno allestiti stand per la degustazione di pane insieme al migliore olio ed al miele più pregiato. L’intero evento sarà accompagnato da intrattenimenti musicali ed artisti di strada. Domani alle 16,30 ci sarà una “lettura animata” a cura dell’associazione Acchiappasogni de “La leggenda del pane” di Giorgio Faletti nei locali biblioteca comunale e a seguire è prevista una merenda con “Pane, olio e miele”. Il ristorante “Anello d’Oro” (ore 20,30 info e prenotazioni 071-9170952) proporrà una cena-degustazione guidata di olio e miele, con un menù ideato per assaporare al meglio tipi diversi dei prodotti locali e non, abbinati al pane, ai formaggi, ai dolci. La serata verrà inframmezzata dalla musica e dagli “scherzi” teatrali dell’associazione Koinè, sempre sul tema del cibo e della cucina. Domenica alle 17,30 Tommaso Lucchetti (storico della gastronomia e dell’arte conviviale) parlerà al centro Pergoli de “Il Sacro e il Goloso: Pane, Olio, Miele doni degli dei e tradizioni dell’ umanità”. “Con Pane, olio e miele si chiude una sorta di trilogia autunnale fatta di percorsi enogastronomici e incontri a tema iniziata con il week end dedicato ai funghi e proseguita con la seconda edizione di ’Sotto il segno di Bacco’, la tre giorni dedicata al vino, – spiega l’assessore alla Cultura e turismo Stefania Signorini -. La decisione di allestire percorsi enogastronomici nel centro cittadino, organizzare conferenze di carattere culturale al Centro Pergoli di piazza Mazzini e animare la zona pedonale allestendo una serie di iniziative a tema, anche in collaborazione con le attività commerciali, si inserisce nel progetto di rivitalizzazione del centro e nella volontà dell’Amministrazione comunale di creare la consuetudine nei falconaresi di vivere e di riappropriarsi della zona centrale di Falconara”. Domani una cena a tema è in programma anche al Caffè Bedetti a cui seguirà il concerto dei The Country pickers, mentre domenica, nelle sale dello storico Caffè alle 18 ci sarà “pane, miele e... allegria con in sottofondo il boogie boogie. Serata dedicata al buon cibo anche dal Caffè Roselli che domani organizza una cena a metà fra innovazione e tradizione dedicata al pesce (involtino di sogliola, insalata di crostacei e “stocco”) dal titolo Ognuno il suo tabù. (Info 071.912410 e sul sito www.cafferoselli.it).