lunedì 31 ottobre 2011


Avanza il modello Falconara

da IL SOLE 24 ORE del 26 ottobre 2011


Risparmio di 800mila euro con l'internalizzazione del

servizio


Un risparmio di 800mila euro all'anno. Questo è il risultato che ha prodotto per il comune di Falconara Marittima, in provincia di Ancona, l'intenalizzazione del servizio di accertamento e riscossione tributi. Il processo di riacquisizione del recupero crediti, che inizialmente gestiva Equitalia spa, è stato suddiviso in più tappe. Subito dopo la revoca della concessione ad Equitalia, il comune aveva affidato la gestione del servizio di riscossione ad una società mista, la Esino Entrate partecipata al 55% dal comune di Falconara e al 45% dalle aziende private Maggioli tributi e Andreani tributi che gestivano la loro quota in comune attraverso la costituzione di un'associazione temporanea di imprese. Con la chiusura della Esino entrate, dal marzo scorso, il comune di Falconara ha iniziato a gestire direttamente il recupero delle entrate tributarie registrando un incremento di efficienza derivato dall'azzeramento del pagamento degli aggi e dalla riduzione del contenzioso giudiziario con un risparmio annuo di 800mila euro. «Attualmente - spiega Daniela Ghiandoni, ragioniere capo del comune e consulente finanziario per Anci Marche - Equitalia continua a gestire la riscossione delle multe ma, contiamo di accentrare al più presto anche questo servizio». «Il vantaggio principale - precisa la Ghiandoni - deriva dalla riduzione a un anno dei tempi di riscossione coattiva che con Equitalia arrivavano anche a tre». Il Comune di Falconara non è un esempio isolato di comune che nel Centro-Nord ha deciso di non avvalersi del concessionario di riscossione statale. Casi analoghi si trovano anche in Toscana dove ci sono comuni come Pistoia e Firenze che hanno iniziato a sperimentare, da tempo, forme di gestione diretta. Mentre in altri casi, come Prato, Massa o Pisa i comuni hanno fatto ricorso all'attività di società partecipate. «Abbiamo deciso di acquisire il servizio di riscossione volontaria tributi - fanno sapere dagli uffici finanziari del comune di Prato - per una questione di costi. La riscossione volontaria, rappresenta circa il 50% del totale dell'incassato. In pratica si tratta ogni anno di avere subito disponibili 15 milioni di euro. Se internalizzassimo anche la riscossione coattiva non dovremmo più corrispondere nessun aggio (oggi al 9%) all'agente riscossore. Aggio che si traduce in una spesa annua di circa cornila euro all'anno». Strano a dirsi, ma ci sono esempi anche di comuni piccoli che hanno preferito la strada del fai da te. È il caso, ad esempio, di Maranello e Formigine in Emilia-Romagna, dove l'ente locale ha scelto di affidarsi a ditte esterne per il recupero dei suoi crediti. O ancora di Porano o Ferentillo, in provincia di Terni, che fanno tutto in house o Montecastrilli e Montecchio, sempre in provincia di Terni, che ad Equitalia hanno affidato soltanto lo smaltimento delle cartelle esattoriali arretrate. «Si tratta di modello che dovrà essere comunque rivisto - fanno sapere dagli uffici finanziari di Anci Emilia-Romagna - perché a partire dall'anno prossimo gli enti privati non potranno più fare ricorso agli strumenti di riscossione tradizionali, come ad esempio, il fermo amministrativo». Una delle alternative sarà quella di cambiare il modello di affidamento del servizio ai privati che potranno essere coinvolti, ad esempio con una gara d'appalto. In tal modo i comuni potranno continuare a gestire il servizio, sia pure indirettamente, attraverso le aziende appaltatrici, continuando ad usare i tradizionali strumenti di recupero, prerogativa, dal 2012, del solo ente pubblico.

sabato 29 ottobre 2011

Dal Corriere Adriatico

Igiene, il Tar dà ragione a Falconara

Falconara Ieri i giudici del Tar delle Marche hanno depositato la sentenza relativa al ricorso promosso dalla Marche Multiservizi Falconara Srl contro l’Unione dei Comuni di Agugliano –
Camerata – Offagna – Polverigi – Santa Maria Nuova per l’annullamento degli atti con i quali era stato aggiudicato alla ditta A.M. Consorzio Sociale di Pineto l’appalto dei servizi di igiene ambientale.

Il Tribunale Amministrativo ha accolto in pieno il ricorso ed ha disposto l’annullamento di tutti gli atti adottati dall’Unione dei Comuni, condannando inoltre al pagamento delle spese di giudizio, quantificate complessivamente in 8 mila euro (metà a carico dell’Unione e metà a carico della A.M. di Pineto).

“Abbiamo accolto con grande soddisfazione la sentenza - commenta l’assessore al bilancio Raimondo Mondaini - che conferma in pieno la fondatezza delle ragioni della nostra azienda ed apre la strada all’aggiudicazione dell’appalto alla Marche Multiservizi Falconara, con un progetto importante che porterà investimenti e permette di consolidare le prospettive di crescita”. Si vedranno le conseguenze della decisione dei giudici amministrativi.

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La beneficenza

Sul calendario dell’Avis i negozi storici


Falconara Dodici negozi storici sono i protagonisti del nuovo calendario Avis. Giorgio Marinelli e Max Guidobaldi hanno fermato l’attimo all’interno di attività commerciali che hanno caratterizzato fortemente la vita cittadina e che, per di più, sopravvivono nonostante i venti di crisi. “Alcuni – spiegano gli ideatori del progetto - hanno cambiato ubicazione, altri gli arredi, forse perdendo la loro vernice, ma mantenendo la cordialità, tanto che si va a fare la spesa da Marco, da Costantino, da Riccardo, da Maria, da Adriana”. Marco è la ferramenta Marinelli sulla piazza dal 1944, Riccardo, ovviamente, il dottor Margutti, quattro generazioni di farmacisti dal bisnonno Amedeo al pronipote Alessandro. Poi Costantino con i suoi jeans, Maria con la celebre pizza bianca, Cerioni che fa tendaggi da quasi 90, l’albergo Trento e Trieste, l’ “Americana”, i Cettineo, il panificio Mario, Giovagnoli il barbiere, la boutique Mondaini e il Caffè Bedetti che nel 2012 celebra i suoi 100 anni di vita. “Auguriamo a tutti – dicono Marinelli e Guidobaldi – di resistere”.

venerdì 28 ottobre 2011

Avanza il modello Falconara

da IL SOLE 24 ORE del 26 ottobre 2011


Risparmio di 800mila euro con l'internalizzazione del servizio


Un risparmio di 800mila euro all'anno. Questo è il risultato che ha prodotto per il comune di Falconara Marittima, in provincia di Ancona, l'intenalizzazione del servizio di accertamento e riscossione tributi. Il processo di riacquisizione del recupero crediti, che inizialmente gestiva Equitalia spa, è stato suddiviso in più tappe. Subito dopo la revoca della concessione ad Equitalia, il comune aveva affidato la gestione del servizio di riscossione ad una società mista, la Esino Entrate partecipata al 55% dal comune di Falconara e al 45% dalle aziende private Maggioli tributi e Andreani tributi che gestivano la loro quota in comune attraverso la costituzione di un'associazione temporanea di imprese. Con la chiusura della Esino entrate, dal marzo scorso, il comune di Falconara ha iniziato a gestire direttamente il recupero delle entrate tributarie registrando un incremento di efficienza derivato dall'azzeramento del pagamento degli aggi e dalla riduzione del contenzioso giudiziario con un risparmio annuo di 800mila euro. «Attualmente - spiega Daniela Ghiandoni, ragioniere capo del comune e consulente finanziario per Anci Marche - Equitalia continua a gestire la riscossione delle multe ma, contiamo di accentrare al più presto anche questo servizio». «Il vantaggio principale - precisa la Ghiandoni - deriva dalla riduzione a un anno dei tempi di riscossione coattiva che con Equitalia arrivavano anche a tre». Il Comune di Falconara non è un esempio isolato di comune che nel Centro-Nord ha deciso di non avvalersi del concessionario di riscossione statale. Casi analoghi si trovano anche in Toscana dove ci sono comuni come Pistoia e Firenze che hanno iniziato a sperimentare, da tempo, forme di gestione diretta. Mentre in altri casi, come Prato, Massa o Pisa i comuni hanno fatto ricorso all'attività di società partecipate. «Abbiamo deciso di acquisire il servizio di riscossione volontaria tributi - fanno sapere dagli uffici finanziari del comune di Prato - per una questione di costi. La riscossione volontaria, rappresenta circa il 50% del totale dell'incassato. In pratica si tratta ogni anno di avere subito disponibili 15 milioni di euro. Se internalizzassimo anche la riscossione coattiva non dovremmo più corrispondere nessun aggio (oggi al 9%) all'agente riscossore. Aggio che si traduce in una spesa annua di circa cornila euro all'anno». Strano a dirsi, ma ci sono esempi anche di comuni piccoli che hanno preferito la strada del fai da te. È il caso, ad esempio, di Maranello e Formigine in Emilia-Romagna, dove l'ente locale ha scelto di affidarsi a ditte esterne per il recupero dei suoi crediti. O ancora di Porano o Ferentillo, in provincia di Terni, che fanno tutto in house o Montecastrilli e Montecchio, sempre in provincia di Terni, che ad Equitalia hanno affidato soltanto lo smaltimento delle cartelle esattoriali arretrate. «Si tratta di modello che dovrà essere comunque rivisto - fanno sapere dagli uffici finanziari di Anci Emilia-Romagna - perché a partire dall'anno prossimo gli enti privati non potranno più fare ricorso agli strumenti di riscossione tradizionali, come ad esempio, il fermo amministrativo». Una delle alternative sarà quella di cambiare il modello di affidamento del servizio ai privati che potranno essere coinvolti, ad esempio con una gara d'appalto. In tal modo i comuni potranno continuare a gestire il servizio, sia pure indirettamente, attraverso le aziende appaltatrici, continuando ad usare i tradizionali strumenti di recupero, prerogativa, dal 2012, del solo ente pubblico.

Dal Corriere Adriatico

L’assemblea cittadina si fa itinerante, la proposta del Pdl Vannini

Il Consiglio nella chiesa di Castelferretti “Così contribuiamo a tutelare l’edificio”

Falconara Dopo il consiglio comunale in piazza (organizzato per parlare dell’automedica e della sospensione del servizio), l’assemblea cittadina è tornata ad essere itinerante e questa volta al centro dell’attenzione sarà la chiesa di Santa Maria della Misericordia a Castelferretti con i suoi pregevoli affreschi. La proposta del consigliere Pdl Stefano Vannini, di convocare assessori e consiglieri all’interno del piccolo edificio è stata accolta con favore dal presidente del Consiglio Giorgia Fiorentini e da tutti i capigruppo e ieri pomeriggio la seduta si è svolta fra le antiche mura, accanto alle tombe dei conti Ferretti. “E’ uno dei monumenti più importanti di Falconara – spiega Vannini – ma negli ultimi anni la condizione degli affreschi è diventata sempre più critica, c’è stato un peggioramento costante e ci sarebbe bisogno di intervenire sia per eliminare l’umidità dal pavimento che installando una grondaia”. Secondo Vannini il Consiglio comunale nella chiesetta può essere una vera e propria “cassa di risonanza” e dovrebbe servire a far parlare di questo edificio storico.

La chiesetta, attualmente di proprietà del Comune, è stata chiusa per anni nonostante l’interesse del Fai. Fino a quando i ragazzi della scuola media Montessori di Castelferretti, da tempo impegnati nella salvaguardia di questo importe bene artistico, hanno deciso di scrivere al presidente del Sistema Museale della Provincia di Ancona. La mobilitazione dei ragazzi ha avuto successo e adesso l’edificio è inserito nel sistema museale della Provincia che organizza, in collaborazione con la Pro Castelferretti, le visite guidate a quello che è un luogo della fede, della memoria storica e soprattutto dell’arte, grazie a, dicono gli studiosi, “un testo pittorico raro, unica testimonianza del clima estetico circolante nell’area anconitana attorno alla metà del XV secolo”. L’edificio venne costruito nel XV secolo per volere dei conti Ferretti, feudatari del castello e delle terre circostanti, quando, in seguito all’ennesima epidemia di peste, cominciò a diffondersi la devozione verso la Madonna della Misericordia. La chiesa accoglie affreschi unici nel loro genere, forse eseguiti da artisti della scuola umbro-marchigiana e databili all’inizio della seconda metà del ‘400, come lascia supporre il monogramma di S. Bernardino da Siena. Il dipinto centrale, pur nell'impostazione rigidamente frontale e nella fissità iconica dello sguardo tipica dell’arte bizantina, rivela la mano di un pittore dotato di acuto spirito naturalistico e di notevole abilità tecnica, mentre sulle pareti laterali, pur danneggiate dal tempo, è possibile che si siano avvicendate diverse personalità artistiche, forse addirittura quell’Antonio Alberti da Ferrara lungamente attivo ad Urbino come pittore di corte dei Montefeltro. Nella parete di destra sono rappresentate alcune figure di santi pontefici e martiri, l’annunciazione e la scena della Crocifissione con la Madonna, la Maddalena, San Giovanni Evangelista e altre figure piangenti. Questa è certamente la parte più pregevole dell’affresco per la drammatica espressività delle figure, ma è anche la più danneggiata dal tempo e dall’umidità.

Gli affreschi, probabilmente intonacati durante i lavori di restauro del 1610, rimasero nascosti per circa tre secoli e la loro riscoperta è avvenuta per caso quando la famiglia Ferretti ha avviato negli anni ’30 i lavori di restauro delle tombe di famiglia.

M.Minelli


giovedì 27 ottobre 2011

Dal Corriere Adriatico

Bagarre vitalizio. L’ok di Spacca

La scelta è facoltativa. Bugaro, Zinni e Latini in pole insieme al Governatore


Ancona Sembrava un emendamento indolore. Su cui pochi si erano soffermati sul momento. Ma il vitalizio facoltativo si è trasformato, nel giro di poche ore, in un vero caso. Balzato in un batter d’occhio all’attenzione delle cronache nazionali. E che incontra pure l’adesione niente meno che del governatore Gian Mario Spacca, pronto anche lui, come già hanno fatto alcuni consiglieri, a rinunciare all’inviso privilegio della casta.

Il primo a trarne beneficio, almeno mediatico, per il momento, è l’autore di quello che è stato un autentico, senza dubbio politicamente intelligente, blitz: il consigliere del Pdl Giacomo Bugaro. E’ lui l’estensore di quel provvedimento che prevede che il vitalizio è da oggi in poi almeno nelle Marche, facoltativo. Lui che, pur avendo seguito sempre con un certo distacco - qualche volta fastidio - il dibattito sui costi della politica innescato dall’inchiesta in otto puntate del Corriere Adriatico, ha presentato zitto zitto quatto quatto la leggina che, sono parole sue, “apre un varco enorme” e mette tutti i consiglieri, anche quelli in carica, di fronte ad un bivio: rinunciare o no al vitalizio? “Io rinuncio e sono il primo in Italia”, ha spiegato martedì sera il consigliere regionale anconetano. E da quel momento la bacheca Facebook di Bugaro è inondata di messaggi: “Bravo”, “Avanti così”, “Sei un mito”. Insomma, eccolo l’eroe anticasta che proprio non t’aspetti.

Nella giornata di ieri sono state formalizzate le rinunce anche del consigliere regionale dell’Api Dino Latini (“Pur restando convinto che occorre tagliare le indennità e non i vitalizi, ho appoggiato l’emendamento di Bugaro e da subito avanzo la domanda di rinuncia”) e quella del consigliere del Pdl Giovanni Zinni (“Sono contrario all’abolizione delle indennità e dei rimborsi: per far politica ci vogliono soldi, e non ho intenzione di andare a rubare. Ma al vitalizio rinuncio entro 15 giorni”), sodale politico di Bugaro.

In arrivo - e questo sì è un inedito nazionale - c’è pure la rinuncia di Spacca che ha già dato mandato agli uffici di verificare l’applicabilità giuridica della disposizione e di controllare la sua posizione. Sarebbe il primo presidente di Regione in Italia, dal 1970 ad oggi, a spogliarsi del privilegio. Una notizia!

Ma non è oro tutto quel che luccica. Perché la rinuncia al vitalizio non è gratis. Ciascun consigliere si vede detratto mensilmente il 20% dalla paga base (circa 1500 euro) che va nel fondo di accantonamento per i vitalizi. Chi rinuncia recupera da subito quella somma con accredito in busta paga già dal prossimo mese. Inoltre ha diritto a riavere indietro tutto quanto versato negli anni passati. Circa 90 mila euro a legislatura, 27 mila euro per chi è stato eletto nel 2010 per la prima volta. “Si rinuncia ma si batte cassa subito - sintetizza Giancarlo D’Anna, ex Pdl oggi gruppo misto -. C’è il rischio di mettere in seria difficoltà le casse della regione”. Quanto versato verrebbe infatti restituito cash a gennaio 2012. Se tutti rinunciassero, la somma che la Regione si troverebbe a sborsare sarebbe molto, molto cospicua. Nell’ordine di milioni di euro. “A fronte di un esborso una tantum - ribatte Bugaro - la Regione avrà però un vantaggio grande nel medio-lungo periodo. Quello che versiamo è infatti meno di un quinto di quello che poi riavremmo indietro nel tempo col vitalizio!”. D’Anna non è d’accordo: “Allora facciamo così - la sua replica -: chi vuol rinunciare al vitalizio attenda fino a 60 anni per avere indietro il rimborso di quanto versato”. Allora Bugaro: “Che Paese strano: uno rinuncia ad un privilegio e c’è chi, volendolo mantenere - lo critica! Ma dove siamo arrivati!”.

Insomma, nella convulsa giornata di ieri Bugaro, il neo eroe anticasta, e D’Anna, l’alfiere che depositò - in assoluta solitudine - già l’anno scorso, la prima proposta di legge per abolire il vitalizio, se le sono date di santa ragione. A suon di comunicati e post su Facebook.

Un botta e risposta in cui si è inserito anche il presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi. “Non dovrebbero esserci particolari problemi nell’applicazione di questa disposizione - spiega -. L’unica perplessità è che stavamo lavorando già su una proposta di legge complessiva sull’argomento e questa norma poteva essere tranquillamente inserita lì. Ma - afferma - l’aula è sovrana. Comunque sarebbe stato meglio disciplinare l’intera materia con un unico provvedimento organico”.

Nel dibattito si inserisce pure il direttivo delle Liste Civiche Marche. “Nessun taglio. Tutt'altro: l'ennesimo aumento di spesa”, si legge in una nota. “I partiti hanno deciso che starà al buon cuore dei consiglieri rinunciare: siamo proprio curiosi di vedere in quanti diranno no a questo privilegio”. Sono altre le misure utili, e urgenti: “L’abolizione totale dei vitalizi, una riduzione dei compensi degli amministratori, una revisione drastica degli stipendi dei dirigenti”.

Lolita Falconi,

lunedì 24 ottobre 2011


Il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca (Pd), cede l’acqua a privati. Ma i sì al referendum?




Ohibò. Ma il Pd e Sel, assieme ad Idv, non avevano fatto campagna elettorale per il sì ai referendum sull’acqua pubblica? Il centro-sinistra nella sua totalità non si era preso i meriti spacciando la vittoria dei Sì per una sua vittoria politica? Era anomalo, perché in effetti quando al governo c’erano loro, avevano provato a “privatizzare l’acqua” (anche se è scorretto e strumentale parlare di privatizzazione, come sappiamo) esattamente come l’attuale governo in carica. Pressoché sovrapponibile nei contenuti al decreto Ronchi bocciato dai referendum, il decreto Lanzillotta è già stato trattato su Qelsi. Inutile riprendere l’argomento, perché adesso i maestri delle piroette politiche sono tornati alla carica.
Non solo Pd, Idv e Sel sbugiardano la loro stessa posizione in merito ai quesiti referendari, ma si fanno grandi beffe della vittoria dei Sì. Infatti è proprio di centro-sinistra la prima amministrazione comunale a cedere il servizio idrico integrato ad una società non municipalizzata dopo i referendum. Precisamente si tratta del Comune di Salerno, dove, ironia della sorte, a recarsi alle urne è stato il 66% dei residenti, percentuale di gran lunga superiore alla media italiana.
Gli stessi salernitani che si sono espressi in massa per il Sì all’acqua pubblica, convinti probabilmente anche da autorevoli esponenti dell’amministrazione comunale di centro-sinistra, ora devono subire la beffa di vedere quote della Salerno sistemi spa cedute dal Comune alla Salerno Energia Spa, società appartenente ad una holding con partecipazione privata del 40%.
Una cessione che è stata all’ordine del giorno del consiglio comunale tenutosi lo scorso 17 ottobre dopo che la Commissione Bilancio l’aveva approvata all’unanimità.
L’attuale sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca (Pd), è lo stesso che nel febbraio 1998, all’inizio del suo secondo mandato, ha trasformato l’allora municipalizzata in una società per azioni. Oggi, forte del suo quarto mandato (due consecutivi tra il 1993 e il 2001 e questi ultimi due dal 2006) e della percentuale quasi bulgara del 74% che l’ha reso il sindaco più votato d’Italia, evidentemente ha deciso di fare ciò che più gli aggrada, a prescindere dalla volontà dei suoi cittadini, cedendo una s.p.a. ad un’altra s.p.a.
Nell’ottica dei comitati per l’acqua pubblica, le s.p.a sono di fatto società a gestione privata anche se il proprietario è il Comune: ed è proprio il caso della Salerno Energia..
I Comitati per l’acqua pubblica e promotori vari dei referendum se ne sono accorti e non hanno fatto mancare le loro proteste, facendo notare un’altra anomalia: pure il consigliere comunale di Sel, Emiliano Torre, ha votato a favore della cessione. Contrari, ironia della sorte per i Comitati, solo i consiglieri del PdL. Peccato che il partito di Vendola abbia sostenuto i referendum sin dalla raccolta firme: strano che siano proprio i promotori del Sì a sovvertirne l’esito per primi.
No, non è strano. E’ la sinistra italiana.


domenica 23 ottobre 2011

Dal Corriere Adriatico

Felici i premiati “La nostra è una missione”

Ancona Erano tanti i volontari presenti ieri a festeggiare i 111 anni dell’associazione e ognuno aveva da raccontare qualcosa. “Ho passato 222 festività in servizio per la “Gialla” – dice Luigi Stampella -. Facevo da spola dal pronto soccorso alla piazzola dov’era parcheggiata l’eliambulanza, trasportavo l’equipaggio chiamato per le emergenze”. Insieme sembrano una famiglia. “Oggi festeggiamo un traguardo importante – spiega Enrico Amici -. Sono contento di questa premiazione, significa che in cinque anni di servizio come autista del 118 mi sono reso utile alla collettività, spero di fare sempre meglio”. Anche Francesco Duranti è dello stesso avviso. “Per me è stata una vocazione. Svolgo questa attività con passione e il mio obiettivo è aiutare gli altri”. Obiettivo comune che Massimo Antognini sottoscrive da 25 anni. “Oggi sono cambiate tante cose, ma l’obiettivo non deve mai essere perso di vista. La nostra è una missione, il protagonismo non serve”. Il presidente onorario Gianfranco Bendelari ha invece tante idee da proporre. “Mi sono speso molto per la “Gialla”, ora vorrei allestire una mostra di foto e creare il museo storico”.

Dal Corriere Adriatico

Falconara Due giovani romeni sono stati arrestati l’altra notte dai carabinieri di Falconara. I due sono stati sorpresi dai militari della locale tenenza all’interno del deposito di un’azienda in via del Consorzio, nell’area artigianatale di Falconara, mentre stavano rubando materiale edile per un valore di oltre diecimila euro.

I carabinieri di una pattuglia della tenenza di Falconara, diretta dal tenente Matteo Demartis, stavano infatti svolgendo il normale servizio di controllo notturno nell’area artigianale quando hanno individuato delle ombre all’interno del deposito. Fermata l’auto, i militari si sono avvicinati per verificare meglio ciò che stava avvenendo. Appena notata la presenza dei carabinieri i due giovani romeni, invece di tentare la fuga, si sono scagliati contro di loro. Ne è nata una breve colluttazione al termine della quale i due romeni sono stati bloccati ed arrestati.

Portati negli uffici della tenenza i due giovani, entrambi venticinquenni, residenti a Jesi, con precedenti specifici, in seguito all’aggressione compiuta nei confronti dei militari nel momento in cui stavano compiendo il furto di materiale edile, sono stati dichiarati in arresto per rapina.

Il materiale edile che i due giovani stavano trafugando è stato restituito al proprietario.

Da tempo i carabinieri di Falconara hanno intensificato i co trolli, soprattutto durante le ore notturne, in tutto il territorio comunale.

domenica, 23 ottobre 2011

lunedì 17 ottobre 2011

Dal Corriere Adriatico

Cina meta gettonata Anche gli assessori macinano chilometri

Ecco le missioni degli ultimi tre anni, il record di Carrabs

Ancona Viaggiano sì i consiglieri regionali. Ma viaggiano pure - anzi, in proporzione lo fanno molto di più - i dieci assessori e il governatore delle Marche Gian Mario Spacca.


Missioni in Italia, a Roma soprattutto (solo il presidente della Giunta è andato nella capitale 90 volte in tre anni. Ma le Marche coordinano la Commissione attività produttive nell’ambito della Conferenza delle Regioni e la presenza è pressoché obbligatoria), e sortite all’estero. Bruxelles, sede del Parlamento europeo, la meta più gettonata. Perché? Per tanti motivi tra i quali il fatto che Spacca è membro del comitato delle regioni (componente delle commissioni “Coesione territoriale” ed “Economia e sociale”). Chi paga per tutti questi spostamenti? La Regione, ovviamente.

Un po’ di conti

Nel primo semestre del 2011, per i viaggi effettuati dall’esecutivo regionale, se ne sono già andati 45.451,39 euro in rimborsi spese. Di questi 21.857 circa per missioni in Italia e 23.593 per quelle all’estero. E c’è una postilla da fare: specie per le missioni in Italia, questo non è il costo effettivo sostenuto dall’ente pubblico. Perché gli assessori, a differenza dei consiglieri che talvolta viaggiano anche con il mezzo proprio, girano sempre e solo (a meno che non scelgano i mezzi pubblici, cosa che non avviene quasi mai!) con l’auto di servizio. Quella che fino al giugno del 2010 era l’auto blu e che adesso è invece una più sobria auto bianca. Ma sempre mezzi noleggiati e pagati dalla Regione sono! Per di più, la giunta ha a disposizione un’Audi. E pure quella, specie per le trasferte a Roma, macina chilometri e chilometri.

Quindi, nel 2011 già 45.451 euro in viaggi che fanno più di quattro mila euro pro capite all’anno. Nel 2010, nonostante gli impegni elettorali dei più (nelle Marche si sono svolte le Regionali, per Spacca una vittoria schiacciante), le spese per le missioni sono state complessivamente 37.576,92. Meno del solito.

Nel 2009, invece, ben 62.842,75. Più del doppio di quanto ha speso, nello stesso anno, l’intero consiglio regionale (composto da 35 consiglieri, se si escludono gli assessori).

Il record di Carrabs

Cosa si evince ancora? Che Spacca è stato tre volte in tre anni in Cina, svariate volte a Bruxelles. A Dubai sono stati in due: il governatore e l’allora assessore Lidio Rocchi, nel 2010.

Carrabs, assessore fino al termine della scorsa legislatura, è il recordman delle missioni in Italia. Nel 2009 ha chiesto rimborsi per più di 14 mila euro, senza mai fare una sortita all’estero. Mille e più euro al mese per missioni nazionali. Figurano tra le sue mete Roma, Carpi, Terni, Teramo, Frosinone, Siena, Benevento, Rimini, Perugia, Bologna, Chieti, Verona, Parma e Napoli. E non si è fatto mancare un viaggio in India, Nuova Delhi.

Il filtro del Gabinetto

Un’altra curiosità, tanto per mettere tutte, ma proprio tutte, le carte in tavola: mentre i dati sulle missioni dei consiglieri regionali pubblicati qualche giorno fa erano dettagliati e pieni zeppi di curiosità e notizie, forniti all’insegna della massima trasparenza da parte del consiglio regionale, quelli della giunta sono stati preparati sì con tanto di dettagli dagli uffici ma sono stati poi filtrati dall’Ufficio di Gabinetto del presidente della Regione Gian Mario Spacca. Che ha provveduto ad accorpare le cifre e ha fornito un elenco di destinazioni (vedi tabelle) senza specifica del costo delle singole missioni né tantomeno le date o le motivazioni dei viaggi.

I pendolari più assidui

Tra i più assidui viaggiatori dell’attuale giunta ci sono gli assessori Pietro Marcolini e Paolo Petrini, che insieme alla dipietrista Moroder hanno superato nel 2011, in quanto a richiesta di rimborsi, addirittura il governatore Spacca. E’ stato a Berna nell’ottobre del 2010 per l’incontro con la Federazione dei marchigiani residenti in Svizzera l’assessore Marconi. E per viaggiare ha scelto il treno. Con tanto di svariati cambi (e conseguenti disagi) nel corso del tragitto! Qualche mese prima era stato in Bosnia Erzegovina. “Quella volta andai con un’auto della Protezione civile”, ricorda l’assessore dell’Udc.

Risultano liquidate nel 2011 le missioni estere a Monaco di Baviera (iniziativa del settore vitivinicolo), Vienna (per partecipare all’ottavo Network’s conference), Bruxelles, Amburgo, Berlino e Parigi (per la presentazione e premiazione della pubblicazione “Storia dell’alimentazione, della cultura gastronomica e dell’arte conviviale nelle Marche”) del vicepresidente Paolo Petrini mentre la Moroder, assessore al Turismo, è stata oltre che a Bruxelles, anche a Liberec nella Repubblica Ceca, per partecipare ad un incontro con i tour operator e le agenzie di viaggio, e in Cina. Nel 2009 pure Marcolini ha fatto un salto nel Paese del Dragone. Sommate alle tre missioni cinesi di Spacca fanno cinque viaggi in tre anni in Estremo Oriente.

A febbraio di quest’anno il governatore ha invece fatto una sortita toccata e fuga a Vilvoorde, in Belgio per una visita presso Living Tomorrow per il progetto Casa intelligente. Andata e ritorno nella stessa giornata.

Ma Spacca è stato anche in Usa per l’accordo con Hoffman per la promozione delle Marche, in Cina per il progetto Padre Matteo Ricci, a Shanghai per portare le Marche all’Expo, a Mosca per la fiera a supporto del distretto calzaturiero.

Il viaggio doppio

Ultima curiosità: nel 2009 vanno in Brasile in due, nello stesso periodo ovvero tra fine marzo e inizio aprile. Chi sono i due? Gli allora assessori Marco Amagliani e Sandro Donati. Il primo va nello stato di Bahia per la cerimonia di inaugurazione del villaggio Marche e per effettuare incontri con le autorità locali. Il secondo va a San Paolo per partecipare ad un incontro con i marchigiani del posto. Vista la quasi concomitanza di date, non era meglio affidare la missione alla stessa persona? San Paolo e Bahia sono distanti, ma mai come l’Italia dal Brasile.

(6 - continua. Le precedenti puntate sono state pubblicate il 30 settembre, 1, 4, 5 e 7 ottobre)

domenica, 16 ottobre 2011
Lolita Falconi,

venerdì 14 ottobre 2011

Corriere Adriatico

In piazza Mazzini la giornata del dolore


Falconara Si terrà domenica la prima edizione della “Giornata nazionale contro il dolore”. In piazza Mazzini ci sarà un gazebo presidiato da volontari e medici che effettueranno screening gratuiti ed offriranno appuntamenti in ambulatorio per eseguire visite gratuite più approfondite.

Promossa dalla Fondazione Isal, con l’appoggio di un testimonial d’eccezione, l’attore comico Fabio De Luigi, l’iniziativa ha l’obiettivo di diffondere la cultura e la sensibilizzazione verso il dolore cronico.

Il dolore cronico è una vera e propria malattia ed è, quindi, anche un serio problema medico e sociale. La Fondazione Isal lo sostiene già dal 1993, anno della sua costituzione, e domenica scenderà in 33 piazze italiane per incontrare la gente. Sarà quindi un evento tra la gente e per la gente, il cui obiettivo primario sarà quello di far capire che di dolore si può guarire.

L’iniziativa prevede la distribuzione di shopper e mele Melinda dietro a un contributo di 5 euro che sarà devoluto alla ricerca e alla formazione
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Disabili dimenticati, presidio in Comune


Falconara Ieri mattina le organizzazioni sindacali hanno organizzato un presidio davanti al Palazzo municipale.

I pensionati e i lavoratori hanno espresso la loro protesta e le loro preoccupazioni per la scarsa attenzione alle politiche sociali della città, che attraverso i tagli lineari ai vari settori sta riducendo i servizi alle persone più bisognose di tutela . “I pensionati e i lavoratori - come si legge nel documento diffuso da Fp-Cgil, Fisascat-Cisl, Fpl-Uil, Cgil, Cisl, Uil e Leghe Pensionati - chiedono all’amministrazione di ripensare a queste scelte scellerate e di assumersi responsabilmente impegni precisi”.

I sindacati protestano per il mancato accordo su alcuni punti. “Perdita di 16 posti di lavoro nell’appalto degli impianti sportivi, gestione diretta alle società sportive e conseguente perdita di occupazione per i lavoratori disabili e normo dotati, a fronte di una promessa da parte del Comune di rioccupazione del 70% della forza lavoro a tutt’oggi solo 3 lavoratori hanno avuto un contratto con le ore dimezzate rispetto a quelle del precedente appalto. Inoltre sull’assistenza educativa scolastica, seppure il taglio è stato più contenuto, ai minori con disabilità giudicate dall’amministrazione meno gravi si è proceduto ad un taglio lineare sugli interventi di circa 1 o 2 ore”. “Smantellamento del Servizio di assistenza domiciliare con perdita di 10 posti di lavoro, in quanto anziché affidare la gestione del servizio tramite gara di appalto a una cooperativa sociale , vengono distribuiti voucher agli anziani non autosufficienti o ai disabili”. Inoltre per la “mancata iscrizione al bilancio comunale di 30.000 euro nel fondo per il sostegno di coloro che hanno perso il lavoro”.

giovedì 13 ottobre 2011

PM 10 IL COMUNE CONTROLLA LE EMISSIONI INDUSTRIALI?


INTERROGAZIONE DI ANTONIO MASTROVINCENZO (PD)



IL Resto del Carlino del 13 Ottobre


"Per abbassare le Pm10, il comune obbliga i privati a convertire gli impianti di riscaldamento alimentati a btz da Novembre. E' stato altrettanto sollecito nel monitorare le emissioni industriali, in primis dell'Api"?.
A chiederlo Mastrovincenzo (Pd) in un'interrogazione

martedì 11 ottobre 2011

Dal Corriere A.

I negozi centro di sviluppo

Il calendario dell’Avis porta alla ribalta gli esercizi della città


Falconara E’ stato presentato ieri mattina, al centro Pergoli di piazza Mazzini, dal sindaco Goffredo Brandoni e dal presidente dell’Avis di Falconara Tonino Valeri il calendario Avis 2012 “Falconara negozi e botteghe”.

Sono intervenuti anche i fotografi Giorgio Marinelli e Massimiliano “Max” Guidobaldi che hanno curato il calendario.

“Ringrazio il sindaco Goffredo Brandoni, che ci ha dato la possibilità di presentare alla stampa questo progetto – esordisce il presidente Valeri -, tutti gli sponsor che ci hanno sostenuto, e i fotografi Marinelli e Guidobaldi cha hanno realizzato a quattro mani questo calendario”.

Il calendario Avis 2012 porta alla ribalta quegli esercizi commerciali di Falconara che ancora esistono, tramandati di padre in figlio o a parenti diretti, e che hanno contribuito allo sviluppo e al benessere della città. Un progetto che è stato subito apprezzato anche dal sindaco Brandoni.

“Ho partecipato con immenso piacere alla recente festa per il 60esimo anniversario dell’Avis di Falconara – commenta il primo cittadino – e ho appreso in quell’occasione che era in corso questa iniziativa che riscopre la falconaresità. Ringrazio quindi, anche a nome di tutta l’Amministrazione comunale, tutti coloro, fotografi, sponsor e volontari dell’associazione, che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione di questo importante manifesto della città”.

Dodici foto a colori, una per mese, più due foto d’epoca (pubblicate in prima e in quarta di copertina) che aprono e chiudono il viaggio ideale attraverso questi storici esercizi commerciali.

“Attraverso questi scatti la ‘vecchia Falconara’, che non c’è più, ma che resta nei cuori dei falconaresi – spiega Marinelli -. Abbiamo scelto negozi e botteghe a conduzione familiare, da quando sono state aperte fino ad oggi, e più che un calendario abbiamo creato una pubblicazione che ‘fotografa’ questo aspetto dell’economia di Falconara”.

“Non si tratta della consueta raccolta di immagini delle vecchie botteghe artigiane – illustra Guidobaldi – ma di una serie di foto di attualità: dodici ritratti di famiglie legate alla loro attività.

“L’incipit del calendario è dato da una foto del 1930 da cui abbiamo rispolverato il ‘vecchio posato’ perché non abbiamo voluto ritrarre artigiani e negozianti intenti nella loro lavoro, ma sottolineare il legame di queste famiglie falconaresi con la loro attività”.

Nell’occasione il presidente dell’Avis Tonino Valeri ha anche presentato tutte le altre iniziative dell’associazione falconarese, impegnata ogni giorno nel territorio.

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Informazioni per raccogliere più sangue

Falconara Il presidente dell’Avis ha colto anche l’occasione per promuovere l’associazione. “Senza l’Avis non si raccoglie il sangue – spiega Tonino Valeri – perché anche se le donazioni si svolgono all’interno degli ospedali, è l’Avis che organizza i turni e stimola i volontari. La domanda da porsi è “perché non dono?”. Con pochi minuti si salvano davvero delle vite e inoltre il donatore ha anche il vantaggio di essere controllato ogni tre mesi (prima di ogni donazione si svolgono le analisi) e di essere sottoposto annualmente ad un check up gratuito”. Per avere ulteriori informazioni sull’attività dell’Avis è possibile chiamare lo 071.10415, dal lunedì al venerdì, dalle 16 alle 18. Non solo. Nei pomeriggi del 22 ottobre e del 16 novembre saranno allestiti dei gazebo informativi.



domenica 9 ottobre 2011


La promessa del Fatto: disobbediamo al bavaglio Ma se parli di Travaglio...




Il Giornale



Che spasso il Fatto Quotidiano! Nella stessa prima pagina di oggi promette disobbedienza civile contro il bavaglio e se la prende a morte se i principali quotidiani italiani danno notizia che Marco Travaglio è stato rinviato a giudizio, insieme a Peter Gomez, Marco Lillo e Claudio Pappaianni con l'accusa di diffamazione. Due pesi e due misure. Come al solito, ca va sans dire.


Ieri pomeriggio, alla kermesse organizzata da Gustavo Zagrebelsky all'Arco della pace di Milano, Marco Travaglio e Lirio Abbate avevano sfilato sul palco per invitare il popolo degli anti Cav ad abbonarsi alFatto Quotidiano per contrastare la legge sulle intercettazioni. "Il governo vuole ammazzarci con lepene pecuniarie - ha spiegato Travaglio tra gli applausi dei manifestanti - per questo dovete abbonarvi al nostro quotidiano e a quelli che dicono la verità". Stesso discorso per Michele Santoro, un'altro che, a detta di Travaglio, dice la verità: "Contribuite economicamente alla nuova trasmissione Comizi d'amore perché Santoro è stato cacciato dalla Rai". Al di là del fatto che l'ex conduttore di Annozero non è mai stato cacciato da viale Mazzini, il piangere miseria di Travaglio stride, e non poco. Perché deve aver paura delle pene pecuniarie se dice sempre la verità? Un giusto processo per diffamazione, se ha detto il vero, non dovrebbe certo temerlo. Eppure il vicedirettore del Fatto si innervosisce se il Giornale, il Corriere della Sera e Liberohanno dato la notizia che è stato rinviato a giudizio per diffamazione. In un editoriale di fuoco dal titolo Le vergine violate, Travaglio accusa ora il quotidiano di via Solferino ("Attendiamo con ansia dal sito del Corriere l'elenco completo dei processi perdiffamazione al direttore e ai cronisti del Corriere"), ora il Giornaleper aver pubblicato le intercettazioni tra il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il pm Gabriella Nuzzi.


Insomma, il Fatto pubblica tonnellate di fango per attaccare Silvio Berlusconi, ma se gli altri quotidiani si limitano a riportare una notizia di giudiziaria riportata anche dalle agenzie, allora apriti cielo. Non solo. L'invettiva di Travaglio arriva nel giorno in cui il Fatto mette in pagina la promessa di Bruno Tinti di disobbedire alla legge sulle intercettazioni: "Come questo giornale ha detto molte volte, non obbediremo alla legge bavaglio. I nostri lettori leggeranno le informazioni derivanti da un processo penale quando sarà caduto il segreto investigativo e quindi quando saranno pubbliche per legge". Niente legge bavaglio. Magari qualcuno arriverà a proporre una legge Travaglio: multe salate e carcere duro per tutti quei giornalisti e direttori che mettono in pagina una notizia che riguarda Marco Travaglio.

sabato 8 ottobre 2011

Corriere Adriatico

Assessore Astolfi sottolinea l’impegno del personale dell’Ufficio tecnico comunale

A Barcaglione illuminazione potenziata

Ancona E’ tutto pronto per la prima accensione, dopo il potenziamento, dell’impianto di illuminazione di Barcaglione. Dopo il test di ieri sera già da oggi, le nuove luci resteranno accese. È stato completato infatti l’intervento per la realizzazione delle opere di manutenzione straordinaria degli impianti nei pressi degli incroci più pericolosi per migliorare la circolazione dei veicoli e per potenziare la sicurezza nelle zone periferiche soggette a situazioni di criticità. Anche questo progetto è stato cofinanziato dal Comune in quota parte ad un finanziamento regionale.

“E’ da sottolineare il grande impegno del Settore Lavori Pubblici e Patrimonio nell’individuare, proporre e realizzare progetti validi, con la capacità di guardare lontano e di migliorare la qualità della vita dei falconaresi – spiega l’assessore Matteo Astolfi -. Un ottimo lavoro svolto dal personale dell’Ufficio tecnico che con competenza ha trovato soluzioni adeguate”.

venerdì 7 ottobre 2011




Gridano al bavaglio ma l'hanno gia' votato





Il Giornale



Gridano al bavaglio. Solidarizzano con Wikipedia. Scendono in piazza con la pecetta nera sulle labbra. Tutto normale, l’opposizione fa il suo mestiere. Lotta dura al ddl intercettazioni. Ma c’è un ma. Che l’opposizione, quand’era maggioranza, votò compatta e allineata il ddl Mastella sulle intercettazioni, il testo che il 17 aprile 2007 fu approvato alla Camera con 447 sì e 7 astenuti. Il Senato non lo convertì in legge solo per la fine anticipata della legislatura. E il ddl attuale Costa-Contento è molto simile al testo Mastella: divieto di pubblicazione delle intercettazioni (stralci, citazioni e riassunti compresi) fino all’udienza-filtro oggi, fino al processo ieri. Pene e sanzioni per i giornalisti coinvolti. Riduzione dei centri di ascolto. I dettagli cambiano, la sostanza resta quella. L’opposizione ha la memoria corta.


La stessa Giulia Bongiorno, ieri eroina del Terzo polo quando si è dimessa da relatrice del ddl al grido di «no alla censura», solo quattro anni fa votava convinta il testo Mastella. E con lei pure i falchi finiani Carmelo Briguglio, Benedetto Della Vedova e Flavia Perina. Imitata dai colleghi Udc. Quelli che, per dirla con Pier Ferdinando Casini: «Se si fa una legge seria per evitare gli abusi nella pubblicazione di intercettazioni ci siamo, siamo disponibili. Se si vuole censurare la stampa e vendicarsi contro i pm noi non saremo complici». Ora strappa, nel 2007 disse il suo sì insieme a Michele Vietti, oggi vice presidente del Csm (che però ha definito «ragionevole» il testo Pdl), al segretario Lorenzo Cesa, Luca Volonté e Bruno Tabacci.


Stavano con Mastella anche Ds e Margherita (che avevano iniziato il processo di fusione nel Pd) e, a sorpresa, anche l’Idv. I big del centrosinistra non risultano nella votazione: erano tutti in missione. Ma il resto dei gruppi alla Camera votò. C’è da capirli, erano tempi difficili con lo scandalo Unipol-Bnl e le telefonate bollenti in circolo. Con Massimo D’Alema che spiegava (su Repubblica): «Parlate di 3-5mila euro di multa... ma li dobbiamo chiudere quei giornali». Capofila degli entusiasti Dario Franceschini, attuale capogruppo Pd.


Lo stesso che martedì tuonava: «Faremo di tutto per opporci a questa porcheria» firmando la pregiudiziale di costituzionalità al testo Costa-Contento. Preceduto da Lanfranco Tenaglia, ex responsabile Giustizia e nel 2007 relatore della legge. Con loro, tra gli altri, Roberto Giachetti che ieri ha sbottato: «C’è parecchio imbarazzo per l’ennesima legge ad personam pro-Berlusconi».
Di Pietro nel 2007 non c’era, ma i suoi sì. E tutti votarono a favore. Massimo Donadi, oggi come ieri capogruppo alla Camera, esultò dopo lo scrutinio: «L’unanimità è un segno della forza del Parlamento». Oggi invece la pensa diversamente: «Il bavaglio è uno schiaffo alla democrazia e alla libertà di stampa, ed è anche un’offesa ai cittadini». Forse anche stracciarsi le vesti con quattro anni di ritardo.

mercoledì 5 ottobre 2011

Corriere Adriatico

Minore tolto alla mamma, per i Servizi sociali era inevitabile. La donna: “Non l’ho mai abbandonato”

“Il ragazzino è protetto e sta bene”

Falconara “Non abbiamo fatto altro che mettere in sicurezza un minore, è una competenza del Comune e la famiglia era seguita da tempo”. Sulla vicenda del minore preso in carico dai Servizi sociali del Comune, l’assessore Gilberto Baldassarri non vuole e non può dire altro perché, spiega, “tutte le motivazioni che sono dietro a questo provvedimento sono ovviamente coperte della privacy”, ma chiarisce di non “condividere assolutamente la scelta della madre di diffondere foto e notizie”. “Il ragazzino è in comunità, è protetto e sta bene – prosegue Baldassarri – semmai quello adesso sono più preoccupato per la bomba mediatica che si sta scatenando intorno a questa vicenda. La vita di un ragazzino di undici anni va tutelata, difesa e non può essere data in pasto ai media”. La madre di “Angelo” però si dispera “ancora non sono riuscita parlare con mio figlio” dichiara. “Mio figlio – aveva fatto sapere nei giorni scorsi – è stato portato via senza preavviso e senza alcuna ragione”.


In quel momento la donna era fuori città per una visita medica, ma “il bambino non era abbandonato, l’avevo affidato, come è capitato altre volte, a un cugino quarantenne. “Sono una brava mamma – assicura – indignata e ancora sotto choc. Dicono che mio figlio crea disordine in classe? E’ stato vittima di bullismo nella scuola, c'è una denuncia e ci sono delle indagini”. Eppure proprio il comportamento di “Angelo” nell’ambiente scolastico avrebbe svelato la situazione di disagio e di difficoltà all’interno del nucleo familiare che ha portato alle indagini dei servizi sociali del Comune e quindi al provvedimento firmato dal sindaco Brandoni.

La mamma però respinge le accuse e anche se ammette di essere stata più volte convocata per i litigi di “Angelo”, assicura che “non era lui ad attaccar briga”. “Il ragazzo con cui ha discusso – ha spiegato la donna - è molto più grande e robusto, mi è stato detto che mio figlio lo aveva aggredito, ma lui alla presenza di insegnanti e preside ha raccontato di essere stato picchiato nei bagni durante la ricreazione perché aveva rifiutato di dargli i soldi che aveva in tasca. Anche pochi giorni prima di essere prelevato a scuola mio figlio aveva un dito gonfio”. La mamma ha provato a contattare la comunità per avere notizie del suo ragazzo. “Ho parlato con degli educatori, mi confermano che mio figlio è educatissimo e non dà problemi. E’ un ragazzino solare, che si fa ben volere, per questo i compagni si sono mobilitati”.

m.m.,

Corriere Adriatico

Ragazzino tolto alla madre Tutti davanti al giudice


Falconara Il giudice minorile convoca tutti prima di decidere le sorti del ragazzino e scrivere il capitolo chiave della storia. In fondo nella fiaba triste di Angelo, che abbiamo sempre chiamato così per proteggere i suoi undici anni e che è stato tolto alla mamma, il sindaco si sente calato nei panni di orco. E non gli piace. Spetta all’amministrazione applicare il provvedimento che lacera il cuore di madre e graffia la sensibilità dell’opinione pubblica, che per forza di cose conosce solo metà del dramma moderno di Angelo, che da quattro giorni vive in comunità, lontano dalla famiglia. “Questa è una lotta impari, non possiamo parlare”, si sfoga Brandoni. “Non sono Erode. Prima di firmare il 403 mi sono stra-documentato e ho avuto ampie relazioni dall’assessore, dal dirigente e dai servizi sociali e da chi ha svolto le verifiche del caso”. Forse anche per l’ondata di emozioni che cresce Brandoni ha rotto gli indugi. “Mi sono interessato, ho mosso persone, entro due o tre giorni, il Tribunale dei minori si esprimerà”. Continua. “Le soluzioni sono tre: i giudici possono farlo restare in comunità, o ristabilire la situazione precedente e farlo tornare a casa ma dubito, oppure il ragazzino può essere affidato a qualcun altro, un parente”.

Prima di decidere i giudici devono sentire tutta la famiglia. Domani tocca alla mamma. Lei dovrà spiegare perché non ha risposto alle telefonate della scuola. “Mi hanno cercato nel periodo in cui ero fuori per una visita. Io - spiega lei - avevo cambiato la scheda e mi trovavo fuori. Ho lasciato i quattro bambini con mio cugino, non erano da soli”. Proprio quelle chiamate non risposte hanno originato il provvedimento. “Anche perché il papà ha detto di non sapere del ragazzo, che vive con me”. I due genitori saranno sentiti insieme dal giudice, che ascolterà anche il ragazzino. “Prima non posso vedere né sentire mio figlio”. Intanto continuano le attestazioni di solidarietà degli amichetti di Angelo. “E’ normale, fa notizia - riprende il sindaco -. E’ è stato portato via tra i suoi compagni? Striscioni, messaggi su internet, magliette. Addirittura una fiaccolata? “Faranno quel che vogliono, certo non conoscono i problemi veri che sono dietro questa decisione dolorosa”.
E. Coppari

lunedì 3 ottobre 2011

Bertone: vi spiego lo “schiaffo” di Marchionne a Confindustria

Sergio Marchionne l’ha scritto chiaro e tondo in una lettera a Emma Marcegaglia: Fiat uscirà da Confindustria a partire dal 1° gennaio 2012. Una scelta che potrebbe sembrare dettata ancora una volta dall’avversione dell’Amministratore delegato del Lingotto verso i sindacati italiani, ma che invece Ugo Bertone, giornalista economico esperto delle vicende di casa Fiat, ritiene una forte risposta alle ultime prese di posizione di viale dell’Astronomia.

«Grazie all’articolo 8 - ci spiega Bertone - della manovra finanziaria, Marchionne ha avuto dal governo quello che voleva: la possibilità per legge di regolare con accordi anche i licenziamenti individuali. Tuttavia Confindustria e sindacati hanno siglato un’intesa con cui “sterilizzano” questa norma promettendo di non applicarla mai. Ora, per un sindacato si tratta di un comportamento più che giustificabile, dato che non sarebbe certamente facile presentarsi in fabbrica senza aver mosso un dito contro una legge che amplia le possibilità di licenziamento individuale, ma per l’associazione degli industriali è una scelta meno comprensibile. Dato che Fiat intende fare uso di quel che ha richiesto, nei limiti della legge, non ha altre strade se non uscire da Confindustria, per non rimanere ingabbiata».

A questo punto le strade di Fiat e Confindustria si dividono. Questo comporterà degli scossoni nel sistema delle relazioni industriali italiane, tenendo conto del numero di dipendenti del Lingotto e dell’indotto? «A dire il vero lo scossone c’è già stato a suo tempo con l’accordo di Pomigliano d’Arco, che il Tribunale di Torino ha riconosciuto come valido, nonostante il ricorso della Fiom. Il sindacato dei metalmeccanici della Cgil ha sì ottenuto di poter rientrare negli organismi di rappresentanza di Pomigliano e Mirafiori, ma dovrà sottostare ai contratti siglati dagli altri sindacati. Grosse novità ci saranno probabilmente per chi lavora nell’indotto, perché se negli stabilimenti Fiat si lavorerà il sabato sera o la domenica, i fornitori di componenti si dovranno adeguare. Se questo possa avvenire dentro o fuori la cornice di Confindustria si vedrà col tempo. Del resto nella sua lettera Marchionne ha scritto che sta valutando la possibilità di collaborazioni con l’Unione industriali di Torino».

Di certo questa decisione di Marchionne rappresenta anche una rottura col passato, quando il management del Lingotto camminava a “braccetto” con viale dell’Astronomia. «Fiat può decidere se andare avanti o meno con Marchionne. Lui ha già avanzato in passato l’ipotesi di andarsene dopo il 2014. Il suo obiettivo è lasciare un gruppo internazionale che opera in 30 paesi del mondo allo stesso modo, senza piegarsi ai rituali della vita pubblica gattopardesca italiana. Questo certamente può apparire antipatico». Certo, si potrebbe anche fare a meno di Marchionne, «e forse la reazione dei mercati non sarebbe nemmeno così forte. Il vero problema è che il suo è un tentativo quasi disperato di avere un grande player internazionale italiano, forse l’unico dato che Finmeccanica è fortemente a rischio. Le alternative sono creare un nuovo “caso Alitalia” oppure vendere Fiat. In ogni caso, non credo che gli Elkann possano fare a meno di Marchionne, che dopo tutto non è un Amministratore delegato “ingombrante” rispetto ad altri nel passato del Lingotto. Il fatto che lui non intenda stare lì a vita è rassicurante, senza dimenticare che finora non ha incassato nemmeno una delle sue milionarie stock options. Il che vuol dire che è impegnato a pieno titolo in un progetto in cui anche lui rischia di perdere qualcosa».

(Lorenzo Torrisi)