sabato 31 ottobre 2009

Dal Messaggero di oggi
Sotto il segno di Bacco
Calici di novembre per rilanciare il centro


FALCONARA - Degustazioni, spettacoli e musica per animare l’autunno in città, riparte il prossimo week-end la seconda edizione di “Sotto il segno di Bacco”. Le iniziative coinvolgeranno tutto il centro cittadino con la collaborazione di bar e ristoranti e la novità è che domenica 8 novembre le attività commerciali resteranno aperte per coinvolgere il maggior numero di falconaresi. Le manifestazioni, che partiranno il 6 novembre, sono state presentate ieri in conferenza stampa dall’assessore alla cultura Stefania Signorini, dall’assessore al commercio Raimondo Mondani e dal presidente della Confcommercio Fabrizio Tarroni, i quali hanno presentato la lunga serie di eventi arricchita da un convegno sul buon bere, sui cattivi modelli e sulle necessità di farlo in modo misurato. «L’esperienza dell’anno scorso è stata molto positiva - ha detto la Signorini - così abbiamo deciso di replicare, migliorando la collaborazione con la Confcommercio e in particolare con i bar e gli esercizi commerciali del centro cittadino».
A.Rit.
Falconara: Astolfi primo coordinatore Pdl


Dal Messaggero di oggi


di MARCO CATALANI

FALCONARA - Lamberto Astolfi, nuovo coordinatore del Pdl. Piero Pastecchia, il vice. Alleanza Nazionale e Forza Italia completano la loro fusione nel Popolo delle Libertà e stamattina ufficializzano le nomine scaturite dall’assemblea comunale di giovedì sera. Nominato anche il direttivo unificato: ne fanno parte il sindaco Goffredo Brandoni, Alessia Cerioni, Ilenia Orologio e Luciano Maculan per quanto riguarda gli ex azzurri, Giorgia Fiorentini, Raimondo Baia e Diego Del Prete tra gli ex An. Confermate nero su bianco le indiscrezioni dei mesi scorsi che vedevano Astolfi, coordinatore di An, e Pastecchia, vice di Fi ma parecchio preso dal partito visto l’impegno del coordinatore Roberto Sciocchetti come presidente del Cam, in ballottaggio per la nomina. Alla fine ha vinto l’esperienza trentennale di Astolfi che sarà affiancato da un giovane (Pastecchia ha 37 anni) e la logica del riequilibrio delle forze in campo, visto che, dopo la candidatura azzurra - poi vincente al ballottaggio nelle Comunali 2008 - di Brandoni, gli ex An chiedevano il coordinamento del partito.
Nel frattempo si parla di nuovi assetti anche nel Pd. L’effetto primarie e la vittoria di Bersani (al 52 per cento tra i cittadini dopo che il voto interno degli iscritti aveva indicato Franceschini) rimescolano le carte. Per fine marzo, primi di aprile, è prevista una nuovo tornata di votazioni. I promotori della Bersani falconarese, Giancarlo Scortichini, Antonio Mastrovincenzo, Roberto Piccinini e Fiorella Re, puntano a far aprire una riflessione all’interno del partito. Se prevarrà la logica nazionale, cioè un segretario potenziale candidato da opporre al premier Berlusconi, l’indicazione finale potrebbe premiare l’attuale capogruppo democrat in consiglio comunale Mastrovincenzo che, forte delle oltre 400 preferenze rimediate durante le Comunali 2008, non disdegnerebbe il doppio incarico: quello di guida del partito e di futuro sfidante di Brandoni. Se invece i ruoli saranno distinti, il Pd potrebbe lanciare la linea rosa con la Re o Maria Grazia Stimilli, entrambe ladies in seno all’attuale direttivo. La linea Franceschini, dal canto suo, potrebbe riproporre il coordinatore uscente Franco Federici che, all’indomani del voto, ringraziando i 1730 falconaresi che sono andati alle urne, ha richiamato all’unità per «costruire un’alternativa credibile alla destra e per iniziare insieme un percorso di ascolto e di iniziative progettuali che ci conduca ad ottenere quel consenso necessario per vincere la prossima sfida elettorale delle Regionali».
Dal Messaggeero di ieri

di MARCO CATALANI

Famiglie numerose, card e sconti

FALCONARA - Stando ai dati dell’anagrafe sono 290 le “famiglie numerose”, ovvero quei nuclei familiari composti di tre o più bambini tra naturali, adottati o in affidamento. Per loro a Natale potrebbe arrivare un regalo in più: una Family Card per accedere a sconti sugli acquisti in negozi ed attività del territorio. La proposta era stata lanciata già lo scorso febbraio dall’Associazione Famiglie Numerose a Comune e Confcommercio ed ora l’iniziativa sembra essere finalmente in procinto di essere varata. Già attivata ad Osimo e Loreto (città che ospiterà il prossimo consiglio nazionale), in procinto di esserlo anche a Castelfidardo, la card non è altro che una tessera magnetica che consente sconti all’interno di attività convenzionate. «Contiamo di ricevere una 50ina di adesione - spiega Silvia Amori, responsabile regionale dell’associazione - e di organizzare una festa, prima delle festività natalizie, per presentare l’iniziativa». Per attivare questo percorso serve una delibera ad hoc alla quale sta lavorando l’assessorato al Commercio. Alle attività commerciali potrebbe aggiungersi in un secondo momento anche il Comune con sconti sui servizi erogati. «Di famiglie iscritte ne abbiamo 20 su un totale regionale di 500 - conclude la Amori - ma la nostra realtà, come ci dicono i dati dell’anagrafe cittadina è molto diffusa».
di ALESSIO RITUCCI
Falconara, chieste ottanta varianti

Se ne studia una maxi generale

FALCONARA - Prosegue il percorso di analisi delle criticità del piano regolatore. Nella commissione urbanistica di ieri presieduta dal consigliere Pdl Luongo, si è discusso delle aree a progetto unitario, ovvero le tre zone forse più interessate da problematiche di tipo ambientale e strutturale. La prima zona riguarda l’area interessata dal progetto Quadrilatero (casello A14 Ancona Nord), la seconda zona, invece, quella dello scalo merci ferroviario del quartiere Villanova, mentre la terza l’area della ex Montedison. Per il momento questi primi incontri tra maggioranza e opposizione serviranno per esaminare la questione da un punto di vista più generale, ma il Comune conta di portare a termine la fase di studio entro l’anno. «Sono giunte in Comune circa 80 richieste di piccole varianti per i punti più critici - ha affermato Luongo - la nostra intenzione è quella di realizzare un’unica grande variante. Inoltre abbiamo chiesto alle autorità competenti di risolvere il problema dell’esondabilità nelle zone a rischio».

giovedì 29 ottobre 2009

REGIONE - SANITA' : un concorso molto strano


ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLA MARCHE

Ancora una volta una prova preselettiva indetta dalla regione Marche tramite L'ASUR, mostra gravi e pesanti dubbi sulla' bonta' del suo svolgimento.
Infatti, il 26 Ottobre u.s., si e' svolto il concorso per assistenti amministrativi, indetto dall'ASUR, gestito in appalto per un costo di circa 50 milioni di euro dalla societa' CNIPE che ha evidenziato pesantissime lacune dal punto di vista organizzativo e di merito generando cosi' non soltanto confusione ma forti dubbi sulla qualita' dei risultati.
Singolare il fatto che i primi 40 test dei 50 totali sottoposti ai candidati, siano stati copiati fedelmente da un libro di testo che si puo' acquistare tranquillamente in libreria.
Cio' puo' fare chiaramente ipotizzare "consigli" interessati a favore di un qualche candidato e se cio' non fosse, cosa che si auspica, farebbe comunque crollare la credibilita' della prova selettiva.
E' evidente che qualora un gruppo di concorrenti avesse avuto la "fortuna" di acquistare, guarda caso quel libro, si sarebbe garantito una forte dose di vantaggio rispetto ai colleghi che di fatto annulla la qualita' del concorso stesso perche' viziato in radice. Val la pena ricordare, erano piu che sufficienti 40 risposte esatte sulle 50 totali per superare la prova.
Troppe le coincidenze, troppi i punti oscuri per non nutrire perplessita' sullo svolgimento del concorso.
Muove da queste ragioni l'interrogazione rivolta al Presidente Spacca nella quale si chiede di sciogliere in maniera irrevocabile questo che sembrerebbe essere un vero e proprio "papocchio" e, rebus sic stantibus, riteniamo che non puo' esservi altra strada che l'annullamento di questa preselezione, con tutte le conseguenze che ne deriveranno.

Giacomo Bugaro



Crisi Api a Falconara,
forse giovedì il vertice
tra azienda e sindacati


Dal Messaggero di oggi

FALCONARA - Crisi Api, nuovo incontro a cavallo della prossima settimana. Dovrebbe essere fissato per giovedì 5 il meeting tra azienda e sindacati per capire quali saranno le intenzioni dei vertici Api circa la controproposta di circa 55 prepensionamenti, al posto dei 140 tagli previsti per il risanamento. Nel frattempo il Pdl falconarese si dice «preoccupato per esuberi che potrebbero colpire i dipendenti con pesanti ricadute sulle ditte esterne. Da tempo abbiamo marcato - si legge in una nota della maggioranza - la nostra strada, dicendo sì alle centrali di coogenerazione e schierandoci in prima linea a favore dello sviluppo industriale e a tutela del livello occupazionale». In questi giorni non ci sono stati contatti tra rsu e azienda. Difficile fare previsioni mentre la Regione è pronta a far partire un tavolo interistituzionale, dopo la mozione votata ieri durante l’assemblea. «Riteniamo - proseguono dal Pdl - positiva la pausa di riflessione tra le parti, sperando che la trattativa intavolata possa essere il meno possibile dolorosa per i lavoratori che giornalmente garantiscono la propria sicurezza, quella dei propri colleghi e quella dei cittadini che vivono all’esterno».

mercoledì 28 ottobre 2009

Dal Corriere Adriatico di oggi

“Sui fossi bisogna intervenire subito”



Falconara A diciotto mesi, giorno più giorno meno, dalla sua elezione, il sindaco Brandoni è tornato ad éTv per una intervista sull’attività amministrativa passata e sui progetti in corso. “Mi sembra sia andata bene – ha osservato – anzi rispetto alle altre occasioni i commenti sono stati quasi tutti positivi e costruttivi. Insomma c’è stato un bel dialogo con i cittadini e questo mi fa davvero molto piacere”. Un centinaio gli sms arrivati in studio durante il faccia a faccia del sindaco con Franco Grasso, con i messaggi hanno toccato gli aspetti più vari, dai fossi alla metanizzazione della spiaggia (in arrivo, pare, per l’estate 2011), dalla nuova gestione del servizio di refezione scolastica (sul quale le critiche non sono mancate) agli impianti sportivi. Numerose le domande sulla questione sicurezza che secondo alcuni è solo questione di “percezione”, mentre il primo cittadino ha ribattuto ricordando le tante persone che ogni giorno lo sollecitano su questo argomento. “Sui fossi – ha detto – bisogna agire e subito, ci sarebbero anche dei privati, oltre all’Api, interessati a collaborare perché aziende e cittadini non possono più vivere nel terrore delle due gocce d’acqua in più. Per questo abbiamo chiesto l’avvio di un accordo di programma quadro per la realizzazione degli interventi, ormai improrogabili, sul sistema idrico del territorio falconarese”. Il sindaco ha anche rassicurato i falconaresi su certi aspetti legati al bilancio ed alle spese per alcune iniziative, precisando in particolare che “la nuova illuminazione della stazione ferroviaria è costata 26 mila euro”, mentre per le “Frecce Tricolori” l’investimento è stato davvero minimo poiché tutti i costi sono stati a carico dell’aeroclub. Fra i temi più sentiti quelli legati all’occupazione, con molte domande sulla “vertenza Api” e sul Cam. “Ho spiegato che parlo quotidianamente con l’ad dell’Api – ha proseguito Brandoni – per essere aggiornato sullo stato di avanzamento della trattativa, mentre sul versante Cam stiamo facendo tutto il possibile per l’azienda”.
MARINA MINELLI,
Pdl si oppone
Tagli Api Il consiglio regionale si schiera


Ancona Approvata a maggioranza dall’assemblea legislativa delle Marche una risoluzione sulla crisi occupazione all’Api. Hanno votato contro i consiglieri del Pdl, che avevano proposto alcune modifiche non recepite. Al testo si è arrivati al termine di una sospensione dei lavori per dieci minuti, dopo che i capigruppo del Prc Giuliano Brandoni e del Pdci Cesare Procaccini (firmatari di una prima mozione sullo stesso argomento) avevano definito insufficiente la mozione predisposta dalla terza commissione e illustrata da Katia Mammoli (Pd). La stesura definitiva, approvata in aula, ricorda il piano di ristrutturazione aziendale con i 140 esuberi su 460 addetti, “con un drastico taglio di molti settori vitali”, compresa la squadra di prevenzione e antincendio. Il documento impegna la giunta “ad intervenire con i suoi strumenti e in generale con la sua azione per difendere il più possibile il lavoro e i lavoratori e contemporaneamente per cercare di porre le condizioni per ripartire con nuove soluzioni e possibilità di sviluppo”, e a considerare la situazione dell’Api “non solo come una vertenza aziendale, ma anche come questione che riguarda il rapporto fra azienda e territorio, tra azienda e cittadini”.
Proteste dei condomini e annunci erotici. Indagini della Mobile. Casa hard pure in centro ad Ancona

La cantina era l’alcova dei trans

Viado si prostituivano nel magazzino a luci rosse. Condannato il proprietario

Falconara La cantina del sesso a pagamento era ammobiliata, aveva bagno e angolo cottura. E una tendina rosso passione come separé hard, per dare privacy al letto delle sexy prestazioni. La tavernetta dei trans nella palazzina al civico 77 di via Matteotti è stata violata dagli agenti della Squadra mobile avvertiti dalle proteste dei condomini e messi sulla strada giusta da un sito internet. Le indagini della polizia hanno portato alla chiusura dell’alcova proibita, e alla condanna per favoreggiamento della prostituzione di un anconetano di 52 anni, proprietario del magazzino della trasgressione e socio di un’agenzia immobiliare.

Risale all’estate del 2007 il blitz della Mobile nel deposito bollente, le segnalazioni dei residenti sull’andirivieni sospetto a tutte le ore del giorno e della notte erano troppo insistite per essere liquidate come lagnanze di poco conto.

La polizia va e solleva per la prima volta il sipario sull’alcova, che si svela nelle tracce inequivocabili di incontri piccanti. In giro salviette per pulirsi e preservativi. E c’è un viado che nel mini-locale vendeva performance osé. Gli investigatori tornano nel piccolo mercato dell’eros altre due volte, nel gennaio 2008 e nell’aprile successivo. In quest’ultimo caso l’incursione origina da un’offensiva contro gli affari sporchi del mercimonio del sesso. Il lampo partito da un clic sugli annunci pubblicati sul sito internet “Rossi incontri” dove trovano un gancio con chi si prostituisce nel magazzino di via Matteotti. Stabilito contatto, prezzi e dettagli del rendez-vous erotico, il poliziotto si finge cliente e si porta al civico 77. Arrivato nelle vicinanze viene accolto nel seminterrato impudico. L’agente della Mobile trova una brasiliana e un viado, che dagli accertamenti successivi risulta essere il coniuge del locatario dello scantinato e che ammette di esercitare la prostituzione anche in un appartamento di via Santo Stefano, nel centro storico di Ancona.

Le due stanze licenziose di Falconara erano state affittate a 150 euro, per uso commerciale. Di fatto era un mini-appartamento, adattato a casa squillo. L’imputato, l’anconetano Paolo Mengoni, difeso dall’avvocato Ennio Tomassoni, ha respinto ogni accusa sostenendo di aver affittato il locale con destinazione non abitativa, a persone varie - e insospettabili - nel corso del tempo: uno studente, un ambulante, un parrucchiere. “Non sapevo - ha tentato di giustificarsi - che l’ultimo inquilino, un sudamericano, utilizzasse la cantina per prostituirsi”.

Mengoni era convinto che la coppia fosse appoggiata lì con una sistemazione provvisoria, in attesa di cambiare casa. Il giudice monocratico Lorenzo Falco non gli ha creduto e gli ha inflitto un anno e quattro mesi di reclusione, 200 euro di multa e due anni di interdizione dai pubblici uffici. Disposta anche la confisca dell’immobile

EMANUELE COPPARI,
L’ufficio tributi trasloca


Falconara L’ufficio tributi trasloca e lascia il centro cittadino per tornare nella sede del Castello. In questi giorni la struttura del Comune verrà trasferito dall’attuale sede di via Roma al Castello di Falconara Alta. L’amministrazione cittadina quindi fa sapere a tutti gli utenti che a causa di questo spostamento gli sportelli dell’ufficio rimarranno chiusi al pubblico da domani (giovedì 29 ottobre) a mercoledì 4 novembre compreso. Giovedì 5 novembre riprenderà il servizio rispenderà il normale svolgimento nei nuovi spazi all’interno del Municipio (ingresso da piazza Carducci) rispettando il seguente orari: lunedì dalle 9 alle 13, martedì dalle 15 e 30 alle 17 e 30, mercoledì dalle 9 alle 13, giovedì dalle 15 e 30 alle 17 e 30, venerdì dalle 9 alle 13. Con questo trasloco viene completata la serie degli spostamenti di diversi uffici e servizi comunali che ha avuto come obiettivo l’ottimizzazione dei locali e dei servizi. Info 071-9177


Rossi (Pd) ripercorre le tappe della mancata costituzione

“Cercasi consulta degli immigrati”


Falconara “Che fine ha fatto la richiesta di istituire una consulta degli immigrati?”.
Il consigliere del Pd Andrea Rossi vorrebbe qualche notizia in merito visto che “si sono fatte riunioni, commissioni consiliari, ci sono state le richieste delle associazioni ma anche dei cittadini, c’è stato un consiglio comunale in cui si era unanimemente detto di mettere mano presto alla consulta”. “La storia di questa consulta infatti è costellata di ritardi – dice Rossi – Prima c’era l’urgenza di chiudere il bilancio a bloccare tutto. Poi è arrivato lo scomposto tentativo di predisporre e far approvare dal consiglio una consulta senza ‘consultare’ i diretti interessati, cioè immigrati e loro associazioni”. In occasione di quel consiglio, ricorda Rossi, “maggioranza e opposizione, avevano dato mandato all’amministrazione, proprio a seguito delle parole del consigliere straniero aggiunto che aveva denunciato la totale mancanza di preventiva consultazione delle associazioni degli immigrati dal parte dell’amministrazione, di fare presto e bene. Fra l’altro lo stesso presidente della Camera Fini in questi giorni ha riportato al centro dell’attenzione la questione dell’integrazione degli stranieri e degli immigrati”.

martedì 27 ottobre 2009

Campo Rom, Pd contro gli annunci demagogici


Dal Corriere di oggi

Falconara “Dopo più di un anno di annunci demagogici e populisti, quanto riguarda il campo ancora rom non è stato fatto nulla”. Il capo gruppo del Pd Antonio Mastrovincenzo ricorda la delibera che ne prevedeva la chiusura e la “riqualificazione dell’area” per realizzare un canile sanitario e un gattile, un atto, dice, “rimasto lettera morta”.

“Nel frattempo – osserva Mastrovincenzo - il degrado della zona, dove vivono diverse famiglie con bambini, è aumentato a dismisura anche per l’incuria del Comune e ancora non si conosce che fine abbiano fatto i moduli abitativi inviati dalla Protezione civile proprio per favorire condizioni di vita più dignitose a queste persone”. Secondo il capogruppo del Pd “tutto ciò si inserisce in una politica abitativa di questa giunta disordinata e fallimentare, che lascia colpevolmente inapplicata la regolamentazione in materia: persone che non hanno diritto continuano da anni ad occupare alloggi di emergenza mentre famiglie in serie difficoltà non possono veder riconosciuti i loro diritti e addirittura sono vittime di false promesse da parte dell’amministrazione”.

“Il Pd – prosegue Mastrovincenzo – da mesi ormai, continua a denunciare questa insostenibile situazione e continuerà a vigilare sul rispetto delle regole in materia affinché non siano violati i diritti dei cittadini. I cittadini purtroppo si sono ormai abituati alle promesse ingannevoli da parte della Giunta Brandoni: dagli annunci di aiuti economici da parte del Governo centrale da cui non è arrivato neanche un euro, al fantomatico Fondo di solidarietà a sostegno dei lavoratori licenziati, di cui tutti i Comuni delle Marche si sono dotati, e la cui istituzione era stata garantita sia alle organizzazioni sindacali, sia in consiglio comunale”.

lunedì 26 ottobre 2009













Da Il Messaggero di oggi



FALCONARA «Il rinnovo delle autorizzazioni per gli impianti pubblicitari? Pur comprendendo il malumore dei soggetti coinvolti, l’amministrazione non ha potuto introdurre dei correttivi in quanto si trattava di un procedimento già avviato ed inoltre la materia è disciplinata dal Codice della strada e quindi sottratta ad ogni discrezionalità del Comune. L’unico spazio di manovra, seppure esiguo, è dato dai “diritti di segreteria” che sono stati differenziati per non penalizzare ulteriormente i semplici rinnovi rispetto al rilascio di autorizzazioni ex novo a chi risulta titolare di targhe o insegne abusive». Lo afferma in una nota Raimondo Mondaini, assessore alle Attività economiche, che garantisce comunque che «per il futuro si stanno predisponendo modifiche alle procedure che non consentano il ripetersi di situazioni incresciose che vanno ad aggiungersi alle criticità di questo difficile periodo».

domenica 25 ottobre 2009

Le associazioni al Comune:nella variante al prgpiù parcheggi e sicurezza


Dal Messaggero di oggi
MARCO CATALANI

FALCONARA - Il Comune si prepara a metter mano con una variante generale al Piano regolatore e per questo chiama a raccolta categorie e soggetti interessati nel Forum di ascolto. Attorno ad un tavolo, commercianti, artigiani, industriali, sindacati più Aerdorica e Rfi per disegnare insieme una città che nel prossimo futuro, tra bypass ferroviario, progetto Quadrilatero al Sanzio, nuovo casello autostradale di Gabella, assumerà, dicono in Comune, «un ruolo di nodo e cerniera fondamentale». Intanto si cercano suggerimenti. «La nostra raccomandazione - dice Fabrizio Tarroni, Confcommercio - è di non fare solo un contenitore vuoto ma di continuare a far crescere Falconara con manifestazioni e riqualificando le zone. Ad esempio, se si parla di Fiera non vorrei che ospitare manifestazioni significasse solo subire lo smog della maggior affluenza ma anche avere ricadute economiche. Con l’amministrazione c’è un buon dialogo e siamo contenti per questo ennesimo coinvolgimento. Certo, a noi va il compito di rinfrescare le nostre attività, di ammodernarci». Il primo incontro si è svolto mercoledì analizzando l’esistente e illustrando i progetti. Nei prossimi incontri si scenderà maggiormente nei dettagli. «La nostra priorità è la messa in sicurezza dei fossi - aggiunge Luca Antonelli, Confartigianato - e contiamo su un prg che preveda, oltre alle strutture, anche una maggiore cura della città. Il centro oggi è carente di parcheggi e di sicurezza, ad esempio. Chiediamo che le proposte siano anche in favore dei cittadini, non solo delle imprese».
Cogliati: “Adesso c’è chiarezza”
L’Ad della raffineria punta sul dialogo: “Mai parlato di licenziamenti”


Dal Corriere di oggi

Falconara Dialogo positivo, e finalmente “è stata fatta chiarezza” perché “il Piano industriale di miglioramento pur evidenziando, tra le altre cose, un esubero di personale stimato attorno alle 140 unità nell’organizzazione del sito falconarese, non ha mai pronunciato la parola licenziamenti che consideriamo come ultima, disperata risorsa”. Queste le valutazioni dell’amministratore delegato di Api raffineria Giancarlo Cogliati dopo il confronto con la Rsu aziendale ed i sindacati di categoria che si è svolto giovedì. “Abbiamo sempre e solo chiesto di poter affrontare il problema degli esuberi con gli strumenti messi a disposizione della normativa sugli ammortizzatori sociali”, prosegue Cogliati. Che aggiunge: “La proposta del sindacato di portare a termine il piano di riorganizzazione nell’arco temporale di 3-4 anni ci vede sostanzialmente d’accordo proprio perché non si tratta di un processo di dismissione del sito bensì di un piano oggi necessario per la sua competitività e capacità redditiva per il futuro”. Quanto alla richiesta di contenere gli esuberi solo sui lavoratori prepensionabili o che accettino la mobilità volontaria l’ad di Api raffineria ammette che si tratta di “un buon punto di partenza”. “Stiamo valutando la questione – spiega – che sarà motivo di approfondimento nel prossimo incontro insieme agli altri temi sul tappeto quali il miglioramento delle rese di produzione, la diminuzione dei consumi energetici e migliore efficienza nell’area di manutenzione a tutto vantaggio di sicurezza e tutela dell’ambiente”. E a questo proposito Cogliati fa sapere che proprio in questi giorni l’azienda sta mettendo a punto il Piano di investimenti per il prossimo quadriennio (2010-13) “che accompagnerà sia le attività del sito di Falconara sia la sua fase di riqualificazione”. “Sono previsti investimenti superiori ai 50 milioni di euro all’anno – osserva l’ad dell’azienda – e a questi confidiamo di aggiungere gli investimenti previsti per la nuova Centrale, il rigassificatore al largo della costa e il progetto di utilizzo degli oli vegetali. Un potenziale nell’arco dei prossimi 3-4 anni di oltre 700 milioni di euro”. Le trattative avviate a seguito della presentazione del nuovo piano industriale, dunque proseguono perché, ha chiarito l’azienda “c’è da entrambe le parti la volontà di andare avanti”. “La direzione – aveva informato una nota – ha recepito le osservazioni delle organizzazioni sindacali in merito al piano riservandosi alcuni giorni per analizzare globalmente le richieste”.

giovedì 22 ottobre 2009

Api, vertenza al bivio. Oggi nuovo round sindacati-azienda


Dal Messaggero di oggi

FALCONARA - Sindacati e azienda, secondo round sulla crisi che ha investito la Raffineria Api. La vertenza che vede contrapposti i vertici dell’azienda ai sindacati che non accettano il piano di risanamento da 140 tagli loro proposto arriva oggi ad un bivio. Dopo la rottura dei giorni scorsi, dall’incontro di oggi si riuscirà a capire come potrà proseguire la trattativa. Da giovedì scorso, quando Cgil, Cisl e Uil sono uscite confermando gli scioperi annunciati per domenica e lunedì, nessun incontro, nemmeno a carattere informale. Una pausa di riflessione mentre ieri le parti sono state ascoltate dalla commissione regionale III. «L’impressione - commenta la presidente di commissione Katia Mammoli - è che si possano trovare soluzioni. C’è la volontà di tutti di mettersi attorno ad un tavolo. L’ad Cogliati ha messo in evidenza i dati e ci ha spiegato che il ridimensionamento va fatto. La speranza di tutti è che sia meno doloroso possibile». La Mammoli ha inoltre assicurato ai lavoratori l’impegno di tutto il consiglio regionale per un’azienda che riveste un ruolo importante all’interno del territorio. «L’incontro è stato positivo - spiega Andrea Fiordelmondo, Uil - ed usciamo con la sensazione che ci sia unità di intenti. Mi chiedo, e questo è un mio cruccio, come sarebbero andate le cose se ci fosse stata prima unità sul discorso centrali. Noi abbiamo chiarito la nostra posizione: siamo disposti a parlare come è consuetudine nel nostro settore. Il timore è che l’azienda, che in 70 anni non ha mai passato un periodo simile, non sia abituata a questo tipo di trattative. Un errore qualsiasi potrebbe esasperare gli animi e questo, naturalmente, non lo vuole nessuno».
Rotatoria curata da sponsor privati


Dal Corriere di oggi

Falconara Sarà interamente a carico dei privati, e quindi a costo zero per il Comune, la manutenzione della rotatoria (denominata per i burocrati “St 28 Cf rotatoria Ipersidis su via Marconi”) che conduce da via Marconi al supermercato Cityper. Come previsto dal bando di gara per la sponsorizzazione delle aree verdi del Comune di Falconara, la rotatoria è stata affidata alla ditta Verdepiù Impianti di Castelferretti che potrà pubblicizzare in quello spazio la propria attività e in cambio si occuperà degli interventi di manutenzione e degli eventuali allacci idrici ed elettrici. “Si tratta del primo atto di un percorso di ricerca di sponsor privati per recuperare i fondi necessari alla manutenzione del verde e delle infrastrutture comunali – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Matteo Astolfi - L’auspicio è che questo primo intervento faccia da catalizzatore per tutti quei soggetti privati interessati a pubblicizzare la propria attività nelle rotatorie e negli spazi verdi lungo le strade comunali”.

mercoledì 21 ottobre 2009

Il problema dell’indotto, altri dipendenti in ferie forzate

Dal Corriere di oggi


Falconara Ormai è quasi ufficiale, diverse decine di dipendenti delle ditte appaltatrici che lavorano all’interno della raffineria Api, saranno messi in ferie forzate fino alla fine dell’anno e poi con l’inizio del 2010 potrebbe scattare la cassa integrazione. La vertenza Api si estende anche ai lavoratori esterni che già nei giorni scorsi avevano manifestato la loro preoccupazione durante un’assemblea organizzata dalla Cgil. “Questi dell’indotto – aveva spiegato Valeria Talevi della Cgil – sono lavoratori invisibili, ma ciò non toglie che il settore che verrà colpito pesantemente”. Secondo la Talevi si tratta di una vertenza particolarmente è difficile, perché l’attività delle ditte appaltatrici locali (quindici aziende del territorio, suddivise in due consorzi con in totale almeno 400 dipendenti, più altre ditte che non appartengono a nessun consorzio) è strettamente connessa con quella del polo industriale e infatti lunedì mattina, giorno del terzo sciopero, diversi rappresentanti delle ditte appaltatrici erano in strada con i colleghi della raffineria. “Credo – aveva osservato la sindacalista della Cgil – che sia ora di fare una riflessione più ampia su quanto potrebbe accadere nella nostra zona, onde evitare di ritrovarci con un Fabriano, ma al quadrato. Bisogna fare progetti, investire su qualche idea nuova, non si può aspettare e basta, non si possono fare i conti sui pre-pensionamenti”.

martedì 20 ottobre 2009

Api, la protesta sotto la pioggia Terza giornata di sciopero.
Scintille tra dipendenti e capo del personale


Dal Corriere di oggi

Falconara Terza giornata di sciopero, ieri, per i lavoratori Api che contestano il nuovo piano industriale con i suoi 140 “esuberi”. Il presidio, iniziato alle 7, è terminato poco prima di mezzogiorno e - hanno fatto sapere i rappresentanti della Rsu aziendale - “è stato compatto ed affollato nonostante la pioggia “. Presente davanti alla raffineria anche una delegazione di lavoratori delle ditte in appalto. “Unico momento un po’ critico – spiega Massimo Duranti della Rsu – l’azione ’provocatoria’ del capo del personale che è arrivato in portineria con dei badge in mano e li ha timbrati uno dopo l’altro proprio davanti a noi, anzi facendoli vedere in modo chiaro che li stava passando nella macchinetta. C’è chi si è agitato, ma siamo riusciti a mantenere la calma. Con ogni probabilità si trattava dei badge di persone che sono entrate da un ingresso laterale”. I dipendenti del petrolchimico falconarese domani saranno ricevuti in audizione dalla terza commissione consiliare della Regione e si augurano di “poter capire finalmente quale sarà l’impegno delle istituzioni”, poi giovedì è già in agenda il secondo tavolo tecnico con l’azienda per discutere i dettagli di questo piano che taglia drasticamente in molti settori ritenuti vitali. “A questo punto – osserva Duranti – ci auguriamo che i vertici della società si decidano a scoprire finalmente le carte, così è molto difficile condurre una lotta, perché in sostanza non abbiamo quasi nulla in mano”. Da un primo esame della situazione, effettuato durante il tavolo tecnico del 13 ottobre (a cui hanno preso parte Gilberto Zoppi della Filcem Cgil, Andrea Fiordelmondo della Uilcem Uil e Daniele Paolinelli della Femca Cisl, i delegati delle Rsu, il direttore del personale e il direttore dello stabilimento Api di Falconara) è chiaramente emerso che i tagli saranno effettuati in quasi tutti i reparti, compresi gli uffici amministrativi e di progettazione (che a quanto pare saranno esternalizzati) ed il settore sicurezza. “In questo ambito pensano di eliminare dodici persone – precisa Duranti – e su questo in particolare la discussione è stata pesante anche se per questo comparto specifico l’azienda ci ha già precisato che ci vorrà il parere del Ctu della Regione il quale aveva impostato il settore dopo l’incidente del 1999. Noi non vogliamo muro contro muro, ma di certo l’azienda ci è sembrata molto determinata”. Dall’inizio di ottobre, cioè dalla presentazione del piano industriale, i lavoratori Api hanno incrociato le braccia diverse volte, con tre scioperi programmati (12, 18 e 19 ottobre) e poi con una serie di manifestazioni spontanee.

lunedì 19 ottobre 2009

Settimana calda all’Api
Ieri impianti al minimo, oggi terzo giorno di sciopero e presidio


Dal Corriere di oggi

Falconara Impianti al minimo tecnico ieri alla raffineria Api per il secondo giorni di sciopero a sostegno della vertenza che vede i lavoratori contro l’azienda ed il suo nuovo piano industriale. Secondo quanto reso noto all’inizio di ottobre, la società ha calcolato che nel sito di Falconara ci sarebbero 140 “esuberi” in tutti i settori, da quello impiantistico agli uffici amministrativi ed all’area progettazione. La reazione delle Rsu e dei sindacati di categoria è stata immediata e, oltre a manifestazioni e blocchi spontanei, è stato organizzato un primo sciopero lunedì 12 ottobre a cui è seguito quello di ieri che prosegue anche oggi con una mobilitazione (il presidio di fronte all’azienda inizierà alle 7 per finire intorno alle 12) ed il fermo per 24 ore anche di autobotti e navi. Impianti ad attività ridottaIeri gli impianti del petrolchimico, ad attività ridotta, sono stati comunque presidiati da un numero minimo di operatori, che ad ogni modo, fa notare Massimo Duranti, della Rsu aziendale, “sono sempre il doppio di quelli previsti dall’azienda con il nuovo piano industriale recentemente presentatoci”. Iniziative di protesta e di sensibilizzazione sulla situazione del polo falconarese sono stare organizzate anche nel corso della settimana che comincia oggi, fra queste l’audizione della Rsu (mercoledì 21 ottobre) alla III commissione del consiglio regionale. Il 22 ottobre è in programma il secondo tavolo tecnico con i vertici dell’azienda durante il quale saranno analizzati i diversi aspetti del piano, ma per il momento non sembrano esserci margini di trattativa. Insomma, per vari motivi sarà una settimana calda quella che si apre oggi.Sfuma la prima mediazione E’ finita con un nulla di fatto anche la richiesta della Rsu di prorogare fino al termine della mediazione i contratti a termine in scadenza il prossimo 13 novembre. “L’azienda – spiega Duranti – ci ha proposto di prorogarli per un mese, cioè fino a poco prima di Natale, periodo in cui per un accordo nazionale, questo tipo di vertenze si fermano per forza, non è neanche possibile organizzare scioperi. In sostanza ci hanno detto che per loro la trattativa deve concludersi entro dicembre, perché contano di avviare la riorganizzazione all’inizio dell’anno”. La Rsu, che aveva proposto sei mesi di proroga per i contratti in scadenza, era a questo punto disposta a scendere a tre, ma l’ipotesi è stata respinta dai vertici di Api. “Fra l’altro – precisa Duranti - mentre noi avevamo offerto di cancellare gli scioperi del 18 e del 19, l’azienda ha rilanciato chiedendo di astenerci da qualsiasi tipo di agitazione per tutta la durata della negoziazione”.

domenica 18 ottobre 2009

Seminatori d'odio



Immaginiamo per un attimo questa scena. A Palazzo Chigi siede un presidente del Consiglio del centrosinistra - mettiamo un redivivo Prodi - e un bel giorno un giovane dirigente del Popolo della Libertà apre la sua pagina su Facebook e scrive le seguenti parole: «Ma santo cielo, possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa al Professore?». Che cosa accadrebbe? Come minimo, dopo cinque minuti il giovanotto si ritroverebbe sotto casa la Digos, i Carabinieri, l'Esercito, i militanti dell'Italia dei Valori, i lettori di Repubblica, i compagni al caviale e i reduci della falce e martello pronti a dare la caccia all'eversore, in difesa della democrazia, delle istituzioni e della libertà della nazione. Le penne dell'intellighenzia gauchista scriverebbero sùbito allarmati e concitati appelli alla Corte di Strasburgo, all'ONU e forse persino all'odiata NATO per allertarla sull'imminente pericolo per le sorti del Belpaese. Un dispiegamento di poliziotti, soldati e Caschi Blu farebbe immediatamente un bel girotondo attorno alla sede del governo a protezione del premier. In un batter d'occhio il parlamento sospenderebbe i suoi lavori. La televisione pubblica interromperebbe di colpo le regolari trasmissioni per fare dirette e non stop con inviati sul campo e centinaia di telecamere a seguire l'evolvere della situazione.
Fine del sogno. Torniamo nella realtà e che cosa vediamo? Vediamo il coordinatore dei giovani del Pd di Vignola, provincia di Modena, tal Matteo Mezzadri, che invoca su Facebook una «pallottola in testa per Berlusconi». E vediamo i suoi colleghi di partito che, dopo aver fatto rimuovere la scritta dal social network e aver fatto dimettere l'estensore dal suo incarico, minimizzano, sdrammatizzano, ricorrendo al vecchio adagio del «compagno che sbaglia» tanto caro al Partito Comunista ai tempi delle Brigate Rosse. Poi vediamo i giornali della sinistra (La Repubblica e L'Unità su tutte) che, invece di indignarsi e gridare ai quattro venti la loro preoccupazione democratica, come se niente fosse offuscano la notizia. Chi tace acconsente. E infine vediamo le trasmissioni cult della gauche nostrana, condotte dagli indomiti paladini della libertà d'espressione, che sorvolano, parlano d'altro, continuando tranquillamente nella loro quotidiana opera di delegittimazione totale del presidente del Consiglio. Alla faccia della completezza dell'informazione!
Che dire? Che evidentemente le minacce e le intimidazioni non possono essere definite tali se ad esserne oggetto è Berlusconi; e che il pericolo per la tenuta della democrazia esiste soltanto se sotto attacco finiscono gli uomini della sinistra, mentre quando nel mirino ci sono uomini della destra, e il Cavaliere in particolare, tutto va bene, madama la marchesa! E' davvero un quadro desolante. E preoccupante: non può lasciare tranquilli, infatti, una situazione nella quale le manifestazioni d'odio e d'incitazione alla violenza nei confronti di un capo del governo democraticamente eletto vengono ridotte a burletta o tollerate - quando non alimentate - da partiti presenti in parlamento che si dicono fedeli alle istituzioni, dalla maggioranza della sedicente «libera stampa» del paese e dalla quasi totalità delle principali trasmissioni televisive di approfondimento politico. E' veramente un brutto clima, che Vittorio Feltri, sul Giornale di giovedì, ha paragonato a quello dei primi anni Settanta, «quando si cominciò quasi per scherzo a invocare l'uso delle armi allo scopo di ottenere risultati meno banali di quelli strappati in parlamento dal Pci». Sappiamo tutti che cosa venne fuori da quelle che la sinistra catalogava allora come semplici «ragazzate». Quindi meglio non scherzare col fuoco, tanto più che negli ultimi giorni i segnali di odio e di chiamata alla rivolta in vecchio stile rosso contro Berlusconi si stanno purtroppo moltiplicando (si veda un recente articolo di Toni Negri - ospitato dalla rivista della fondazione dalemiana Italianieuropei - col suo richiamo ai moti contro il governo Tambroni), col risultato di intossicare ulteriormente un clima già saturo di veleni.
Se vi fosse nel nostro paese una sinistra seria e responsabile, essa contribuirebbe a placare i bollenti spiriti e chiamerebbe alla calma il suo popolo. Purtroppo, oggi non esistono più né la sinistra né il suo popolo e lo spazio lasciato vuoto è occupato dagli avvelenatori di pozzi, dagli spacciatori d'odio, dagli strateghi dell'abbattimento del Cavaliere Nero per via non democratica - per usare un eufemismo. La ritirata della sinistra dalla vera politica ha lasciato la scena agli urlatori fedeli al vecchio motto voltairiano aggiornato ai tempi odierni: «Minacciate, maledite, odiate. Qualcosa resterà».


L'occidentale

sabato 17 ottobre 2009

Api, assembleapermanentedopo lo stopalle trattative


Dal Messaggero di oggi

FALCONARA - E’ un’assemblea pressoché permanente quella a cui hanno dato vita le rsu Api dopo la rottura di giovedì al tavolo delle trattative. Un situazione precipitata nel pomeriggio, causa opinioni differenti sui tempi della vertenza sul piano industriale da 140 tagli sul personale proposto dall’azienda: Api vuole chiudere entro l’anno e applicare il piano già da inizio 2010, secondo i sindacati la trattativa sarà molto più lunga e complessa. Proprio per questo non è arrivato l’accordo sugli 8 contratti a termine, in scadenza al 13 novembre, da rinnovare - proposta di Cgil, Cisl e Uil - almeno per 6 mesi, in cambio del rinvio degli scioperi. Per Api partire a metà 2010 con il piano di risanamento sarebbe troppo tardi. E così la direzione ha proposto la proroga fino al 31 dicembre. «L’azienda non ha fatto nessuna apertura a dispetto di quanto vuole far credere - sbotta Massimo Duranti, Cgil - Un grande bluff: la trattativa si chiude quando le parti hanno trovato un accordo e non entro l’anno come dai loro programmi. In più, un conto è chiedere una tregua e noi eravamo disposti a rinviare i due scioperi, un conto è di bloccare totalmente tutte le proteste». E così si va avanti con domani e lunedì in sciopero: dalla mezzanotte di sabato alla mezzanotte di domenica, tutti dentro ma macchine al minimo tecnico, mentre per lunedì si sta cercando di organizzare un corteo - informata anche la Questura per stabilire il percorso - coinvolgendo anche gli operai delle ditte esterne. Non si escludono ulteriori manifestazioni: dai blocchi spontanei delle autocisterne, al blocco degli orari in deroga. I sindacati da ieri hanno iniziato i colloqui con i vari reparti per controdedurre il piano aziendale. Tagli previsti anche all’impianto di coogenerazione (-12 posti), depurazione acque (-11) e movimentazione (-12). Personale, in quest’ultimo caso, che viene impiegato in caso di emergenza come ausiliario ai vigili del fuoco interni.

venerdì 16 ottobre 2009

Niente tregua, scioperi confermati
La proroga dei contratti a termine non ferma la protesta, due giorni di stop


Dal Corriere di oggi

Falconara Proseguono a oltranza gli scioperi programmati nell’ambito della vertenza Api, poiché la mediazione in corso, relativa alla proroga dei contratti a termine, non è andata a buon fine. La stessa direzione di Api raffineria ha fatto sapere di avere accettato ieri “la proposta dei sindacati di prorogare fino alla fine della trattativa, ragionevolmente prevedibile entro la fine dell’anno, alcuni contratti a termine in cambio della sospensione degli scioperi già annunciati”. “Una scelta – prosegue la nota ufficiale – fatta nell’ottica di creare un clima costruttivo ed offrire un clima meno teso alla trattativa. Ma le rsu aziendali riunite nel pomeriggio non hanno ritenuto di accogliere la proposta, da loro stessi formulata nei giorni scorsi, replicando con la conferma degli scioperi programmati”. I lavoratori del sito di Falconara dunque incroceranno le braccia sia domenica che lunedì prossimo. Intanto mercoledì sera il sindaco Goffredo Brandoni ha incontrato l’ad di Api raffineria Giancarlo Cogliati. “Abbiamo avuto un confronto diretto e concreto – dice il primo cittadino – nel corso del quale, dovendo prendere atto della pesante crisi che ha investito anche le Marche, mi è stata riconfermata la gravità della situazione anche per quanto riguarda il sito falconarese e la necessità non più prorogabile di prendere misure correttive. Il responsabile della raffineria mi ha peraltro assicurato che i tavoli tecnici con le sigle sindacali sono in corso, che è stato stabilito un calendario di incontri e che e’ fiducioso possano portare buoni risultati”.Cogliati rassicura il sindacoPer ciò che concerne il tema occupazionale il Sindaco ha fatto presente “la forte preoccupazione e l’ aspettativa che Api faccia tutto il possibile per evitare o minimizzare le conseguenze del piano di riorganizzazione adottando ogni misura prevista dall’ordinamento”. Brandoni si è soffermato a lungo sul problema della sicurezza, tema che l’amministrazione comunale “ritiene prioritario” ricevendo l’assicurazione che il piano “non metterà in discussione alcun parametro di sicurezza, tra l’altro facilmente controllabili, e il dovuto rispetto per l’ambiente”. “Ho chiesto inoltre informazioni riguardo le notizie di una paventata chiusura della raffineria di Falconara” spiega il Sindaco che riferisce la risposta di Cogliati: “tali notizie sono false e ciò è dimostrato dalla volontà dell’azienda di continuare con gli investimenti qualora ci fossero i permessi e le condizioni economiche necessarie”. Nello specifico Cogliati ha precisato il numero e la portata degli investimenti potenziali sono tanti: la nuova centrale, il rigassificatore, il rrogetto di utilizzo degli oli vegetali. Quanto al teleriscaldamento l’ad di Api ha confermato che “l’azienda è disponibilissima a prendere in considerazione l’argomento”.

giovedì 15 ottobre 2009

Presunte mazzette

Afghanistan, gli Italiani aiutano i civili e il Times li accusa di pagare i Taliban

Afghanistan, 4 agosto 2008: i francesi assumono la responsabilità dell’area di Surobi, circa 50 chilometri a est di Kabul. Il 4° reggimento Alpini paracadutisti e i Paracadutisti del 185° RRAO (Reggimento Ricognizione Acquisizione Obiettivi), che compongono la cosiddetta Task Force Surobi, lasciano l’area. Passano giusto una decina di giorni e i militari francesi cadono vittime di un’imboscata nella valle di Uzbeen. Il bilancio è durissimo: 10 morti e 21 feriti. Un massacro particolarmente efferato: le cronache riportano di decapitazioni, addirittura quando i francesi sono ancora vivi, e scempi di cadaveri per mano degli stessi talebani che hanno sferrato il pesante attacco.

Passa ancora qualche giorno e i francesi incolpano gli italiani: gli alpini e i paracadutisti, che fino a poco tempo prima avevano presidiato la zona, si erano, secondo i vertici francesi, asserragliati dentro le Fob, le basi operative avanzate, dopo la morte del primo maresciallo Giovanni Pezzulo, avvenuta a febbraio 2008. Gli italiani avrebbero quindi abdicato alla missione di controllo della delicatissima area, “infestata” non solo da gruppi talebani, ma soprattutto dalle milizie dello spietato Gulbuddin Hekmatyar, signore della guerra locale, ex mujaheddin e storico alleato dei talebani.

Oggi, un’altra accusa agli italiani: secondo il quotidiano britannico Times, gli 007 italiani avrebbero pagato mazzette ai talebani in cambio di sicurezza e tranquillità. Non avvertiti del meccanismo in atto da mesi, i francesi, una volta spezzato il “circolo vizioso”, sarebbero stati “puniti” dai talebani della zona. Palazzo Chigi risponde con un comunicato ufficiale, smentendo i pagamenti e ricordando anzi che gli italiani, nel periodo di permanenza nel distretto di Surobi, hanno subito numerosi attacchi. E rilancia promettendo querela. Ora, sarà pure umanamente comprensibile che si vada alla ricerca di un capro espiatorio per una strage così efferata. Tutto ha un limite, però. Tante, infatti, le cose che non sono state dette. E tante quelle travisate.

Il cosiddetto “distretto di Surobi” comprende quattro valli: Maypar, Tezeen, Jegdalek e Uzbeen. Quest’ultima è sempre stata la più “delicata”. A dicembre 2007 i militari turchi lasciano l’area e gli italiani assumono la responsabilità della zona e delle Fob presenti lì. E subito iniziano ad applicare quella che è, ed è sempre stata, la loro strategia: cercare l’appoggio della popolazione. Cominciano con l’individuazione dei malek, i capivillaggio, gli unici, per questioni rigidamente gerarchiche, titolati a trattare con lo “straniero”.

I rapporti più saldi si stabiliscono con il malek della valle di Jegdalek. È un vecchio mujaheddin: i turchi gli hanno promesso che i militari italiani, pieni di soldi, avrebbero esaudito ogni suo desiderio. Il malek, quindi, si presenta con un sorta di “lista della spesa”: chiede scuole, ponti, strade, pozzi, infrastrutture. Gli italiani, che come modus operandi non prendono mai un impegno nei confronti della popolazione se non sono sicuri di poterlo mantenere, decidono di dire la verità: non hanno tutti quei soldi a disposizione, ma faranno il possibile. Il malek, vecchio mujaheddin, resta impressionato dalla sincerità degli italiani e da lì inizia un proficuo rapporto di stima e fiducia reciproca. Che, pare, duri ancora oggi, anche a distanza di un anno dalla partenza degli italiani.

Anche nella valli di Maypar e Tezeen i militari riescono, dopo un lungo e certosino lavoro di graduale “avvicinamento” a stabilire rapporti di salda collaborazione. Solo la valle di Uzbeen resta un po’ più “ostica”. Ma non inaccessibile. Gli italiani, quindi, iniziano a spingersi fin nei villaggi più remoti dell’area. In alcuni di questi gli abitanti non hanno mai visto un militare della coalizione Isaf e capita che li scambino per russi. Il territorio è aspro e inospitale e, quando la neve rende impossibile il passaggio dei mezzi, si percorrono chilometri per portare, a dorso di mulo, aiuti umanitari alle famiglie più povere, assistenza sanitaria e veterinaria.

A volte sono gli stessi malek che si fanno portavoce delle esigenze più urgenti: casi di malattia o di famiglie particolarmente povere a cui dare la precedenza assoluta nella distribuzione degli aiuti.
E comunque, la cellula Cimic (la Cooperazione civile e militare, quella che si occupa della ricostruzione e sviluppo) lavora. Bilancio: nei mesi di permanenza gli italiani costruiscono una biblioteca, una clinica, il locale distretto di polizia, un ponte pedonale sospeso di 70 metri , tre ponti pedonali e trenta pozzi d’acqua potabile, tre scuole, due cliniche veterinarie, una stazione di polizia, un ponte pedonale e ventisei pozzi d’acqua potabile.

In cambio la popolazione segnala, sempre più spesso, depositi illegali di armi (ne vengono smantellati più di cento in quei mesi) e fornisce indicazioni preziose sulla preparazione di imboscate e attacchi Ied, gli ordigni artigianali improvvisati posti al bordo delle strade. Mesi che, tuttavia, non sono proprio “tranquilli” per i militari italiani. Numerosi, infatti, gli scontri a fuoco in cui sono coinvolti. E in uno di questi, il 13 febbraio 2008, viene ucciso il primo maresciallo Giovanni Pezzulo, della cellula Cimic.

A inizio agosto, dunque, gli italiani lasciano il distretto di Surobi ai francesi, che vengono accuratamente avvertiti dei “warning”, le indicazioni di rischio, durante il normale periodo di affiancamento che il comandante che sta per assumere la responsabilità fa con quello che la sta per lasciare. Vengono anche avvertiti del fatto la valle di Uzbeen è delicata e che, all’interno della valle, non c’è copertura radio. Almeno con gli apparati usati comunemente.

I francesi si insediano e la situazione cambia. Gli afghani del posto, che finora hanno avuto un ottimo rapporto di collaborazione con i militari Isaf, sperano di mantenerlo. Ma quando si presentano alla base per chiedere che vengano mantenute le abitudini prese con gli italiani (assistenza sanitaria e veterinaria, donazioni di aiuti) si vedono sbattere le porte in faccia. I francesi, che si sono presentati con assetti pesanti e iniziano a fare rastrellamenti, non hanno intenzione, evidentemente, di mantenere i rapporti “di buon vicinato” con gli abitanti del posto.

Infine, prendono un po’ sottogamba le indicazioni che gli sono state date dagli italiani: si avventurano con le loro radio, senza copertura aerea e con poche munizioni, nella valle di Uzbeen. Entrano attraverso l’unica via d’accesso alla valle, stretta e circondata di montagne, quindi particolarmente adatta alle imboscate, e lì la tragedia. Non riescono a comunicare via radio e chiedere rinforzi, non possono richiedere la copertura aerea e terminano le munizioni. I talebani che li hanno attaccati sono liberissimi di farne scempio.

Insomma, i soldi che gli italiani hanno speso nell’area sono stati sicuramente quelli investiti dal Cimic per la ricostruzione di infrastrutture. Se fossero bastate delle mazzette ai capi talebani per garantire la pacificazione, perché spingersi fin laggiù subendo attacchi e perdite di vite umane? E comunque, ogni volta (ed è capitato molto spesso soprattutto negli ultimi tempi) che gli italiani intervengono per tirare fuori dalle grane militari di altri contingenti, evitano di fare troppa pubblicità per non “sminuire” i “colleghi”. Pare che il politically correct sia rimasto appannaggio di pochi ultimamente.


Carlotta Ricci (L'Occidentale)

martedì 13 ottobre 2009

Sciopero all’Api, Brandoni media
Si è fermato il 99% dei lavoratori.
L’impegno del sindaco: “Farò il possibile per la tutela dei posti”



Dal Corriere di oggi

Falconara E’ cominciato a mezzanotte di domenica lo sciopero dei lavoratori di Api raffineria indetto dai sindacati per protestare contro un piano di 140 esuberi su 460 unità di personale, annunciato all’azienda. L'adesione a quanto pare è stata molto alta, il 99% dei dipendenti, hanno fatto sapere i rappresentanti della Rsu aziendale. Dalle 6 i lavoratori hanno anche allestito un presidio all’esterno dello stabilimento, con cartelli e striscioni in cui chiedono lavoro e sicurezza. La manifestazione si è svolta in modo pacifico e senza intralciare il traffico sulla statale 16 e nel sito sono stati garantiti gli standard di sicurezza, con gli impianti di produzione al minimo tecnico, mentre sono stati fermati i reparti commerciali: piazzali di carico e pontili a mare.Il significato della protestaIl messaggio è chiaro - ha detto Cristian Gatti della Rsu - il piano con i 140 esuberi è improponibile per le sue ricadute occupazionali. E vogliamo anche conoscere le eventuali conseguenze sul versante della sicurezza del sito. Oggi è previsto un tavolo tecnico con l'azienda: In quella sede cominceremo a entrare nei dettagli ha spiegato Gatti. Sempre oggi, nel pomeriggio, una delegazione dei consiglieri regionali del Pdl andrà nello stabilimento e incontrerà la Rsu. “Stiamo cercando di tenere un profilo basso - ha chiarito Massimo Duranti della Rsu - perché non vogliamo creare disagi alla popolazione di Falconara, ma uno sciopero così compatto non si vedeva da 20 anni. E’ un segno forte che la preoccupazione fra i lavoratori del sito falconarese è davvero alta”. L’incontro con BrandoniIeri pomeriggio i rappresentanti sindacali hanno ricevuto il sindaco Brandoni al quale hanno esposto la situazione e chiesto sostegno. “Farò il possibile per la tutela dei posti di lavoro - ha assicurato il primo cittadino - i dipendenti dell’Api hanno fin d’ora la totale solidarietà del Comune e devono sapere tutti che sono al loro fianco”. Il sindaco ha assicurato che si farà tramite con i vertici dell’azienda e chiederà per questo motivo un incontro con l’ad Cogliati. In occasione dello sciopero di ieri il Pd falconarese ribadisce la propria “solidarietà nei confronti di tutti i lavoratori e delle loro famiglie che stanno lottando per mantenere il loro posto di lavoro”.I Democratici ritengono “apprezzabili ed incisivi gli interventi messi in atto dalla Regione e dalla Provincia che cercano di limitare le conseguenze della crisi occupazionale”. “In questa gravissima situazione economica ed occupazionale - ha scritto il coordinatore comunale Franco Federici - è necessaria anche una concertazione tra le istituzioni e tutte le componenti del mondo del lavoro, cercando insieme la via più breve per uscire da questa crisi”.Secondo Federici è particolarmente preoccupante “l’ipotesi, ventilata dalla raffineria, di licenziare addirittura un terzo della forza lavoro che dimostra l’improvvisazione dell’Azienda nel gestire la difficile crisi in atto”. Il Pd invita pertanto l’Api a rivedere la propria posizione che può mettere a repentaglio anche la sicurezza del sito e del territorio. “Chiediamo - ha proseguito Federici - che l’azienda valuti la possibilità di riassorbire gli eventuali esuberi di personale nella gestione e nella manutenzione del nuovo rigassificatore già previsto a largo delle acque di Falconara, ritenuto dalla Regione compatibile con il Pear e l’opportunità di investire nelle fonti alternative rinnovabili, come ha già fatto e farà in altre zone dell’Italia (centrali fotovoltaiche a Pollenza ed in Calabria), rinunciando a perseverare in una politica energetica già superata ed obsoleta”. Il Pd di Falconara chiederà di incontrare i rappresentanti della Rsu “per valutare insieme, senza alcun atteggiamento strumentale, le ragioni della crisi aziendale in atto e le possibili vie di uscita”.