domenica 30 novembre 2008

Quando ancona gridava
"Mamma li turchi!"
Dal Messaggero del 30 Novembre
SE ci fu un tempo in cui Ancona doveva stare con gli occhi aperti specie quando andava per mare fu proprio quello in cui si coniò il famoso detto “mamma li turchi”. Si ricorda una grossa nave da trenta mila scudi, con 60 uomini tra passeggeri ed equipaggio depredata dai pirati turchi, più spudorati e temerari che mai, proprio davanti al porto dorico. Correva l’anno 1566. Ancona, allora, faceva parte dello Stato della Chiesa e papa Pio V si era rivolto agli ambasciatori di Costantinopoli i quali consigliarono agli anconetani di sequestrare per ritorsione gli effetti dei turchi e degli ebrei levantini che si trovavano in città. Non solo, sentendosi in qualche modo in colpa, Costantinopoli donò ad Ancona tre turchi che erano imprigionati in città come spioni. Il magistrato però, li mise in libertà, li vestì e diede loro del denaro per il viaggio. Così facendo Ancona dinostrava di non nutrire malgrado tutto inimicizia con il turco. Una ritorsione simile era già successa nel 1518, quando il 4 giugno sette fuste turche assalirono Portonovo e il Poggio, derubando, incendiando e facendo schiave le persone che incontravano nella loro scorreria. Fu così che «il consiglio del 22 giugno 1518 decretò che tutti gli effetti dei turchi qui esistenti fossero sequestrati fino a che non fossero restituiti gli schiavi e gli effetti rubati» come scrisse Antonio Leoni nel 1832. Le fuste erano veloci navi da guerra a remi con una vela, più piccole delle galee.Per difendere Ancona, dopo l’episodio del 1566, il Papa ordinò di rafforzare e allestire nuove fortificazioni e inviò uomini e artiglieria. Il comando fu affidato al colonnello Cesare Guasco, che fece costruire opere militari sul colle dove c’è il Duomo di San Ciriaco, da qui il nome del colle. In mare c’erano le navi veneziane a fare la guardia e Pio V acconsentì che due galee venete potessero ancorarsi in modo permanente nel porto dorico. A quei tempi il golfo di Venezia arrivava fino ad Ancona, sebbene gli anconetani contestassero che l’Adriatico fosse considerato golfo veneziano. E c’erano anche problemi di competizione per i commerci via mare. Situazione aggravata dalla pirateria che imperversò per secoli. Già nel 1458 papa Pio II precisò che i traffici di Ancona erano diventati quasi impossibili perché i mari erano infestati da predoni e pirati. Non solo, Monaldo Leopardi, padre di Giacomo, nei suoi “Annali di Recanati” dirà «da allora (1475) incominciarono i timori quasi periodici di uno sbarco dei turchi, i quali durarono fino al mio tempo». Mentre nel 1477 il Papa impose addirittura una tassa per armare le galere (navi) da usare contro i turchi che infestavano l’Adriatico. Ci cercava di prendere provvedimenti come si poteva. Nel 1523 furono posizionate guardie a vigilare sul Monte Conero, affinché avvistassero le temibili fuste turche. E se ne compariva una all’orizzonte, le guardie facevano fuochi di notte e fumi di giorno. Ma nel 1533 gli Uscocchi, bande di corsari di origine serbo-croata, si nascosero sotto il Monte Conero. Prima catturarono alcuni mercanti che si trovavano in mare e poi fecero irruzione nel castello di Sirolo e rapirono alcuni abitanti. Gli episodi erano gravi tanto che Sisto V, che fu papa dal 1585 al 1590, costituì una flotta pontificia a difesa delle coste contro i pirati. Il papa dispose che ad Ancona si costruissero due fuste per la vigilanza del litorale. Per questo impose una tassa per tutto lo Stato della Chiesa. Nonostante ciò nel 1592, una nave proveniente da Ancona fu svaligiata da 16 barconi uscocchi con ricco bottino vicino Ragusa. La pirateria si sviluppò con l’intensificarsi dei viaggi e commerci via mare. D’altronde chi non possedeva verità e saggezza ed era impotente, usava l’imbroglio e la forza per prevalere sull’avversario.L’attività piratesca si svolgeva tra marzo e novembre. Le coste dell’Adriatico, tra la Dalmazia e l’Albania e il Mediterraneo orientale, ricche di isole e frastagliate, erano idonee come base e rifugio per i vascelli corsari. Nel XVI secolo Ancona era all’apogeo della sua espansione mercantile e il rischio della cattura faceva parte degli incerti del viaggio in mare. E non vennero risparmiati neanche i pellegrini in viaggio per Loreto. Anche i pescatori venivano catturati e poi venduti nei mercati turchi. Non solo, alcuni venivano usati come rematori nelle fuste (ne poteva contenere fino a 60). C’era molto bisogno perché i rematori erano la forza motrice dei battelli ma dovevano essere continuamente rimpiazzati dato che in un viaggio da Venezia a Costantinopoli un terzo dell’equipaggio non resisteva. Pirati e corsari rapivano anche le persone per chiedere il riscatto. La somma raccolta spesso non bastava per tutti e si doveva scegliere tra membri della stessa famiglia dato che in mare andava il nonno, padre e nipoti. Come testimonia la lettera disperata di una senigalliese che chiedeva almeno uno tra marito e due figli.

Raccolta rifiuti, porta a porta “soft” a Falconara
Meno spese con l’umido smaltito nei cassonetti. Ma la differenziata aumenterebbe ugualmente

Dal Messaggero del 30 Novembre

FALCONARA Per incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti ci si affida al “porta a porta light”. Dopo che il Comune aveva inizialmente "congelato" il progetto Cam per la raccolta differenziata da via Marconi, pare infatti essere arrivata una proposta alternativa che comporterà minori costi ma che consentirà di aumentare comunque la percentuale di differenziata. Ancora nessuna stretta di mano ma si pensa al periodo primavera-estate 2009 per l'avvio dell'iniziativa. Dopotutto, la strada della differenziata è ormai inevitabile per tutti gli Enti: le leggi europee parlano di almeno il 45% di differenziata entro la fine dell'anno. Percentuale che sale al 65% per il 2012. Pena, un prezzo sempre più alto per il conferimento in discarica e per le tasse regionali e l'impossibilità di accedere a sgravi sulle imposte. Così il Cam sta pensando di riproporre per Falconara quanto avviene con successo a Monte San Vito. Lasciando ai cittadini la raccolta di carta e plastica e mantenendo l'umido nei cassonetti in strada, nel giro di un paio di mesi a Le Cozze di Monte San Vito si è passati dal 43 al 68% di raccolta. Un successo che presto sarà esportato anche in altre zone dell'Unione dei Comuni. Per l'umido, più pesante da trasportare, passerebbe quindi un automezzo unico in strada mentre per gli altri materiali da riciclo gli operatori penserebbero al ritiro in giorni prestabiliti. A Falconara si partirebbe da Palombina Vecchia (visto che Ancona ha già iniziato per Palombina Nuova) su circa 9mila abitanti per poi passare in altre due tappe, al resto della città. E con l'umido in strada si passerebbe dai 300mila euro di investimento sul porta a porta tradizionale, ai 200mila del light. Il Cam ha già iniziato ad investire nel settore: per coprire tutti i Comuni serviti dalla multiutility è stato calcolata una spesa globale di circa 700mila euro, il 25% dei quali sono stati già spesi per munirsi di mezzi più piccoli e per i nuovi cassonetti.


Falconara e il suo cuore raccolti in un clic


Dal Corriere del 30 Novembre

FALCONARA – Grande festa sabato 13 dicembre per celebrare il 25esimo avversario della Croce Gialla Falconara. L’appuntamento con i cittadini, i soci ed i volontari è in piazza Mazzini a partire dalle 16 e 30 con le castagne ed il vin brulè offerto dall’Auser, alle 17 è in programma l’inaugurazione di un nuovo pulmino per il trasporto dei disabili realizzato con il contributo della fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, della socia Giuliana Bufarini e di tutti i falconaresi. In contemporanea avverrà la premiazione del concorso fotografico Una città e il suo cuore. “La larghissima partecipazione alla campagna di raccolta fondi ‘1 per 1 pulmino’ - osserva il presidente Renzo Burattini – dimostra ancora una volta quanto non solo quanto è profondo il legame tra l’associazione di volontariato e tutti i cittadini di Falconara, ma anche un notevole interesse per i temi del volontariato e della solidarietà”.Alle 19 i soci della Croce Gialla sono convocati in assemblea ordinaria presso il ristorante “Il Camino” di via Tito Speri e nello stesso locale alle 20 e 30 si svolgerà la tradizionale cena sociale per quale quale è necessario prenotarsi entro l’11 dicembre. Intanto prosegue la raccolta di tappi in plastica delle bottiglie che possono essere trasformati in attrezzature per il soccorso. I tappi vanno essere consegnati, in piccole o grandi quantità, presso la sede di via IV Novembre. “E’ un impegno da poco – dicono i volontari – ma per noi tanto utile perché i tappi sono davvero un’ottima risorsa”.

sabato 29 novembre 2008

Comune, telefonini sotto controllo


Dal Corriere del 29 Novembre

FALCONARA – Approvato ieri pomeriggio in consiglio comunale (non senza polemiche, visto che il Pd ha evidenziato un “troppo consistente taglio al sociale a cui sono stati tolti oltre 115 mila euro”) l’assestamento di bilancio per il 2008, mentre per il 2009 l’assessore Mancini preferisce non pronunciarsi. “Voglio parlare con dati alla mano – ha spiegato – adesso siamo ancora in fase di studio e di analisi”. Unica certezza i 4 milioni di euro di differenza, in negativo, fra le entrate e le uscite che potrebbero in parte arrivare grazie alla trattativa in corso con l’Eni. La società petrolifera in qualità di proprietaria di una piattaforma al largo di Falconara dovrebbe versare all’ente, ogni anno, 700 mila euro di Ici, cui vanno aggiunti arretrati e sanzioni per un totale di 3 milioni di euro, ma di recente ha risposto impugnando l’atto del Comune. Intanto l’amministrazione ha deciso di ridurre all’osso tutte le spese, fra cui, in particolare quelle telefoniche passate dai 60 mila euro della gestione Carletti ai 28 mila odierni. “Abbiamo razionalizzato – ha chiarito la dirigente al bilancio Daniela Ghiandoni – tolto molti cellulari, messo delle limitazioni e cominceremo ad effettuare dei controlli campione”. Dimezzata anche la spesa per gli affitti con un risparmio di circa un milione di euro ed è in corso anche una rivisitazione delle spese per le utenze di acqua, luce e gas. “In passato – ha osservato la Ghiandoni – c’è stata una gestione sopra le righe, cerchiamo di operare con oculatezza. Fondamentale è stata la governance con la chiusura o la messa in liquidazione delle varie società”. Il Consiglio ha dato il via libera anche all’atto di indirizzo sull’istituto Visintini nel quale l’amministrazione, fermo restando il proseguimento dell’attività di assistenza per almeno i primi sei tmesi del prossimo anno, propone lo scioglimento della fondazione con la conseguente nomina di un commissario liquidatore. Successivamente il Comune chiederà alla Regione il “conferimento” dell’immobile, che una volta entrato nelle disponibilità dell’ente potrà anche essere ampliato per poter accogliere almeno 40-50 persone residenziali e, come ha fatto sapere il dirigente ai servizi sociali Riccardo Bocchieri, sono già in corso contatti con società che gestiscono in zona strutture per anziani. In chiusura di Consiglio il sindaco Brandoni ha strigliato i dipendenti dei servizi sociali accusati di “remare contro” poiché, secondo il primo cittadino, sarebbero proprio loro a passare all’opposizione “documenti e delibere”. Una polemica originata da un documento sul quale Loris Calcina ha chiesto delucidazioni e che a parere del Sindaco non sarebbe dovuto uscire dal Comune, anche se il capogruppo del Cic l’ha ottenuto facendo una regolare richiesta di accesso agli atti.
Intervento al consiglio comunale


Con orgoglio questa amministrazione si regge, nonostante i tantissimi problemi, sulle proprie gambe, tracciando la propria strada.
La popolazione marchigiana e' una delle piu' longeve d'Italia, nei prossii anni la vita media dell'essere umano continuera' a crescere.
La tendenza purtroppo e' quella di avere sempre meno giovani e piu' anziani. La terza eta' comporta spesso varie problematiche.
Numerosi sono i problemi legati a malattie degeneranti e invalidanti che, come ci ricordavano i dirigenti dell'Istituto Visintini, colpiscono le persone anche in eta' non avanzata (da 52 anni in su).
In questo ambito si inquadra e si deve inquadrare la Fondazione "Visintini", una struttura veramente efficiente composta da palestre per la riabilitazione motoria, giardino Alzaimer, serre, personale specializzato e quanto altro. Un fiore all'occhiello per Falconara, il cui gambo non deve essere reciso, considerando anche il fato che nelle zone dell'ambito sociale 12 di cui Falconara fa parte non esistono strutture del genere. Preso atto delle oggettive difficolta' economiche della Fondazione, la Regione intende avviare il procedimento finalizzato alla dichiarazione di estinzione della Fondazione. Questa amministrazione ritiene detta struttura ed i servizi da essa erogati strategici per il Comune e per il territorio, pertanto, stante la ineludibile dichiarazione di estinzione, ritiene di doversi assumere la responsabilita' di proseguire nella prestazione di tali servizi fondamentali per la collettvita' ed in questo senso si propone come assegnatario del patrimonio della Fondazione Licio Visintini al termine della procedura di liquidazione avanti il Tribunale Civile di Ancona.
In questo momento l'amministrazione non e' in grado di fare i conti, ma oggi con questa scelta politica esprimiamo la volonta', aldila' delle difficolta' economiche, che questo servizio resti funzionante sul territorio. Questa possibilita' esistera' solo se il comune deterra' la titolarita' del patrimonio e del servizio. E' qui che si inserisce il ruolo importante dell'amministrazione che dovra' adoperarsi nel lasso di tempo che intercorre tra l'estinzione della fondazione e l'acquisizione dell'immobile, alla ricerca di partner anche prevedendo l'ampliamento strutturale del centro, affinche' la gestione complessiva del centro sia positiva

venerdì 28 novembre 2008

Con le elezioni in vista Vendola spende 6 milioni di euro in notti bianche











Il modello Veltroni approda anche a Bari: il governo regionale pugliese di Nichi Vendola ha deciso di dar fondo ai fondi europei del Por 2000-2006 per l’organizzazione di tre notti bianche, dal 5 al 7 dicembre. Per tre giorni la Puglia diventa il più grande palcoscenico a cielo aperto del mondo, 80 spettacoli, il meglio del meglio degli artisti di strada e dei colossi del circo che finiscono col fondersi con le migliori compagnie teatrali locali. Il tutto con un costo di oltre sei milioni di euro. L’Assessore Regionale al Turismo, Massimo Ostilio, già si vende “La Night Parade” come “l'evento clou di una nuova politica dei flussi turistici nella Regione Puglia, con un ritorno pubblicitario in termini di marketing del territorio che va ben oltre quello delle notti bianche”, e, non contento, afferma – dati di uno studio di ricerca specializzato alla mano - che vi sarà su ogni euro speso un guadagno economico di 22 euro, a cui occorre aggiungere l’effetto-domino procurato dall’affezione di turisti e pellegrini che, guarda il caso, in occasione della celebrazione della festa di San Nicola prenderanno parte in massa alla manifestazione.
Eppure in questi giorni la stampa pugliese non celebra i fasti di una vittoria, e l’opposizione di centrodestra sembra avere più di un dubbio sul reale utilizzo dei fondi. Proprio ieri il coordinatore di Fi-Pdl della Puglia, Antonio Distaso, dissentendo a gran voce su uno sfarzo di tali proporzioni, ha annunciato una interrogazione al Ministro dello Sviluppo economico, e si è lamentato del clamore che ormai da giorni sulla stampa locale si legge di questa iniziativa senza precedenti, e chiede che il governo fermi lo spreco di Vendola.
I dubbi non mancano. Il centrosinistra ha tentato di vendere il piano di spesa per le notti bianche come uno strumento per rilanciare l’economia della regione, per riproporre l’immagine turistica della Puglia, per riavviare proprio da Bari la ripresa del Mezzogiorno, un Mezzogiorno in crisi, fortemente carente di infrastrutture, di posti di lavoro, di strutture specializzate per l’assistenza ai malati, eppure, solo il 20% del jackpot è stato destinato alle compagnie teatrali regionali pugliesi, le prime che dovrebbero essere interessate da un evento di questo genere e dimensioni.
E’ un libro ormai letto, una storia ormai già raccontata: la notte bianca barese, la celebrazione in quegli stessi giorni della festa di San Nicola e la possibile contestata riapertura del Petruzzelli proprio il sei dicembre – con le 35.000 firme raccolte dai baresi e dal sindaco Michele Emiliano – ma tutto questo ha ben poco di simile ai regali natalizi e di certo Emiliano non è Babbo Natale. Dietro alle tre notti magiche di Vendola si nascondono obiettivi prettamente politici e l’unico valzer che i politici di centrosinistra hanno intenzione di ballare è quello delle poltrone. Le elezioni di primavera si avvicinano e i Dietro alle tre notti magiche di Vendola si nascondono obiettivi prettamente politici e l’unico valzer che i politici di centrosinistra hanno intenzione di ballare è quello delle poltrone. Le elezioni di primavera si avvicinano e i “debuttanti” della Notte bianca non mancheranno di cercare attraverso le luci del palcoscenico il loro personale consenso. Forse sarebbe bene che i baresi chiedessero per una volta consiglio ai romani, che sanno già, e bene, che fine ha fatto il “Modello Roma”.


Da l'Occidentale
Sosta gratis al parco e bonus-shopping


Dal Corriere del 28 Novembre

FALCONARA – Sosta gratuita al parco Kennedy e bonus di un’ora e mezza riservato ai clienti di tutti i negozi cittadini. Poco più di una settimana dopo l’incontro organizzato dalla Confcommercio al centro Pergoli l’amministrazione comunale ha risposto all’appello lanciato dagli operatori economici cittadini i quali avevano evidenziato, in particolare, i problemi legati ai parcheggi. Ieri l’assessore alla viabilità Loriano Petri ha illustrato la sua proposta (“a costo zero per l’amministrazione” ci ha tenuto a precisare) per il periodo natalizio, ma ha anche annunciato una revisione completa della viabilità e del sistema della sosta entro i primi mesi del prossimo anno. “L’intervento – ha spiegato Petri – è semplice, l’area utilizzata come parcheggio all’interno del parco Kennedy, che ora viene utilizzata solo il lunedì mattina in occasione del mercato settimanale, verrà aperta tutti i giorni dalle 8 alle 20, e la sosta, ora con parcometro, sarà gratuità. In tutte le altre zone i negozianti avranno a disposizione, per tutto il mese, 60 tagliandi da un’ora e mezza che potranno offrire ai loro clienti”. Tutto questo nonostante il fatto che la gestione dei parcheggi sia ancora affidata alla società “Esino Entrate” (la società comunque verrà chiusa entro il 31 dicembre) con la quale il Comune deve obbligatoriamente confrontarsi per decidere quali strategia adottare in materia di sosta. “In effetti – ha chiarito Petri – abbiamo riletto a fondo l’accordo con la società e l’articolo 7 stabilisce che il Comune possa per esigenze particolari, come manifestazioni o eventi, e per un massimo di 30 giorni, decidere autonomamente. Così abbiamo fatto”. Il parco Kennedy sarà gratuito da venerdì 5 dicembre e sempre a partire dalla fine della prossima settimana i commercianti potranno richiedere al Comando della Polizia Municipale i 60 tagliandi (ciascuno vidimato da un timbro a secco) ai quali di volta in volta dovranno aggiungere il nome del loro negozio e la targa del veicolo in sosta. “Abbiamo fatto il possibile – ha aggiunto Petri – persino l’Auser che cura l’apertura e la chiusura del parco Kennedy il lunedì ci è venuta incontro con una tariffa particolare. Adesso speriamo che per questo mese vada tutto nel migliore dei modi. Per i tagliandi basterà chiedere al proprio commerciante di fiducia o a quello dove ci si recherà per fare gli acquisti natalizi. E’ un esperimento, ma dimostra che ci vogliamo impegnare sul serio per venire incontro agli operatori economici”. Il presidente della delegazione locale di Confcommercio Fabrizio Tarroni non ha nascosto la sua soddisfazione, sia per la proposta che per la sua tempestività. “Ringrazio l’amministrazione cittadina – ha detto – ed in particolare gli assessori Petri e Mondaini, per avere ascoltato le nostre richieste ed avere subito affrontato il problema. La velocità della risposta ci ha piacevolmente sorpreso”. Il Comune in questi giorni sta anche predisponendo il calendario delle iniziative per il periodo che precede il Natale, fra cui, mercatini, concerti, e, nel week-end del 13-14, una festa dedicata ai dolci, in particolare al torrone. Per informazioni sulla distribuzione dei tagliandi è possibile contattare il Comune allo 071-91771 oppure la Polizia Municipale allo 071-9160111.
Arrestato per abusi sessuali sulla figlia


Dal Corriere del 28 Novembre

FALCONARA - Un uomo di 40 anni è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale ai danni della figlia adolescente. I carabinieri sono andati a prenderlo a casa su input dei loro colleghi di Taranto che hanno svolto le indagini. Il quarantenne è domiciliato a Falconara ma è originario della città pugliese. I militari dell’Arma con in mano un’ordinanza di custodia cautelare che condensa i sospetti di papà orco l’hanno accompagnato al carcere anconetano di Montacuto. Le molestie contestate dal giudice per le indagini preliminari pugliese sarebbero state consumate a Taranto. Gli investigatori tarantini hanno svolto un accurato lavoro di ricerca di prove che confermassero il sospetto agghiacciante delle avance a luci rosse del padre sulla figliola. Gli uomini dell’Arma hanno messo insieme un quadro accusatorio ritenuto dal giudice sufficiente per far scattare la misura cautelare in carcere. Il dispositivo è stato affidato poi ai carabinieri di Falconara che hanno rintracciato l’indagato e lo hanno ristretto in carcere. Ora è atteso dall’interrogatorio di garanzia, nel quale potrà tentare di difendersi da accuse che pesano come il piombo sulla sua dignità di padre e di uomo.

giovedì 27 novembre 2008

La Social Card? Una boccata d'ossigeno per un milione di famiglie







La risposta del Governo per le famiglie della “terza settimana” si chiama Social Card. In apparenza, niente più di un’anonima carta di credito prepagata pensata per favorire le famiglie a basso reddito, ma che in realtà condensa in se stessa l’intera ricetta proposta dall’esecutivo per superare la crisi e rilanciare il volano dell’economia italiana: far ripartire la macchina dei consumi proprio lì dove ha dimostrato di perdere sempre più colpi, ovvero dalle tasche delle cosiddette “fasce deboli”, le più colpite dalla crisi. Consentendo di spendere anche, e soprattutto, a chi solitamente ha in tasca ben poco da spendere.
Il Ministro delle Finanze Giulio Tremonti l’ha presentata stamattina in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi, a due giorni esatti dai lavori del Consiglio dei Ministri convocato per varare un decreto anticrisi in salsa tricolore, proprio mentre in Commissione Europea il presidente Barroso annunciava lo stanziamento di 200 miliardi di euro per esorcizzare nel Vecchio Continente le ricadute devastanti di un incubo chiamato sub prime. Ma se l’intervento targato Bruxelles, e definito dal suo presidente «una risposta senza precedenti ad una crisi senza precedenti», intende dare alla crisi economica una soluzione “dall’alto”, come una sorta di “deus ex machina” nel bel mezzo dello svoglimento del dramma, il provvedimento varato dal Governo, parte esattamente nel senso opposto, “dal basso”, per dotare i soggetti più deboli di uno strumento efficace a contrastare la crisi.
Una boccata d’ossigeno sotto l’albero per le famiglie messe in difficoltà da bilanci mensili sempre più risicati, insomma, ma anche una soluzione con la quale l’esecutivo conta di poter rilanciare efficacemente i consumi. Del resto lo stesso premier si era già chiaramente espresso sulla questione, quando nei giorni scorsi aveva esortato i consumatori italiani a fare il loro mestiere: consumare, per l’appunto, e consumare il più possibile. L’unica soluzione a breve termine in grado di rimettere in moto l’economia italiana e andare oltre la crisi. Con buona pace della formichina raccontata del De La Fontaine, che se fa bene alla morale della favola ma non porta altrettanto beneficio ad un’economia che deve ripartire di slancio per evitare un nuovo ’29.
Ecco quali sono le caratteristiche della carta salva-famiglie presentata dal Governo. Entro il 31 dicembre sarà già entrata nei borsellini di 1 milione 300mila italiani, per lo più cittadini con oltre 65 anni di età e famiglie con a carico figli fino ai 3 anni di età, e con un reddito Isee, ovvero Indicatore della situazione economica equivalente, non superiore ai 6mila euro annui. Una soglia che, per i soggetti che abbiano superato i 70 anni, è stata elevata dal ministro a 8mila euro Isee. I beneficiari, inoltre, non dovranno possedere più di una casa né più di un’automobile, pena l’essere depennati dagli elenchi dei ptenziali possessori della carta. In caso delle presenza di più di un figlio a carico con un età fino ai tre anni, inoltre, i crediti cui si ha diritto si sommano. Chi dovesse rientrare nei parametri sopra elencati, e tuttavia non ricevesse comunque la social card, potrà farne richiesta presso Poste Italiane.
La carta ha un valore di 40 euro mensili ma quando verrà recapitata ai destinatari avrà già caricato su un credito di 120 euro, frutto della somma dei bonus per le mensilità di ottobre, novembre e dicembre. Potrà essere utilizzata dai beneficiari come valido supporto negli acquisti natalizi, anche se, per il momento, l’elenco degli esercizi presso i quali la carta potrà essere utilizzata è ancora limitato. Per ora, infatti, solo il 5% delle grandi catene di supermercati ha accolto favorevolmente la social card. «Speriamo che la percentuale salga» è stato l’augurio di Tremonti.
Ma la carta non è solo credito al consumo: «La social card serve anche per aderire alle "tariffe sociali dell'Enel”» annuncia infatti il ministro dell’economia. Tariffe che, spiega Tremonti, esistevano già prima «ma erano in freezer, nel senso che se non si andava allo sportello dell'Inps per richiederle, si restava fuori. Così, invece - prosegue - l'adesione alla tariffa sociale è automatica». Una carta “buona” , insomma, che consente sia di spendere a chi spendere non potrebbe, ma anche di spendere meno. Una carta che, soprattutto, non “bolla” chi la riceve: la social card, è infatti assolutamente anonima, può essere utilizzata da chiunque e «non segna i portatori», così come ha sottolineato durante la conferenza lo stesso titolare del dicastero alle finanze italiane: «Molte lettere sono già state inviate a quelli che, secondo i nostri archivi, sono i beneficiari dell’iniziativa – spiega Tremonti – Tutto è stato fatto nel modo più semplice possibile».
Per mettere a regime l’intero sistema, tanto quello della distribuzione delle carte quanto quello della messa in opera della “filiera” necessaria al loro utilizzo, le casse statali investiranno qualcosa come 450milioni di euro. Una buona parte delle spese, però, saranno coperte dalle donazioni già provenute da grandi gruppi quali Eni, che ha versato 200milioni di euro in favore del progetto, ed Enel, da cui sono già pervenuti altri 50 milioni.
«Si tratta di uno strumento nuovo, nel quale crediamo» ha commentato il ministro Tremonti davanti ai giornalisti riuniti in conferenza stampa. «Uno strumento assolutamente in linea con le raccomandazioni della Commissione europea». L’Italia, infatti, ha spiegato Tremonti, non è il primo paese dove un provvedimento simile viene adottato come soluzione scacciacrisi. Anzi: proposte simili all’estero hanno già dimostrato di saper portare consistenti benefici. Prima di vedere questi benefici anche in casa nostra, e specialmente nelle nostre tasche, ci sarà bisogno per il Paese di quella che il ministro ha definito «una fase di adattamento», sufficiente a consentire all’intera macchina di entrare a regime e di portare i risultati tanti auspicati.
Guai, però, a chiamarla “carità”: «Rifiutiamo l'interpretazione della social card quale visione compassionevole della società» ha detto il ministro. Le situazioni di bisogno, ha spiegato, non si proclamano per legge, e non sono «una questione di ingegneria sociale del governo». Lo stato di necessità, oggi, è tangibile, oggettivo, e a serio rischio di peggioramento, se non sufficientemente preso in considerazione. E se non sarà una semplice carta a salvarci, potrà di sicuro esserlo quell’iniezione di fiducia che la social card potrà imprimere nei piccoli consumatori.
Pilastri nella sala, “crolla” il teatro
all’ex Fanesi
Dal Messaggero del 27 Novembre
FALCONARA Due pilastri in mezzo alla platea, cala definitivamente il sipario sull’ex garage Fanesi. Lo stabile nei pressi di piazza Mazzini, un tempo autorimessa poi acquistata dall’ex sindaco Giancarlo Carletti per dare alla città una sala da 400 posti per rappresentazioni teatrali, in nessun caso diventerà un teatro. E’quanto emerso da un sopralluogo condotto nei giorni scorsi dall’assessore ai Lavori Pubblici Matteo Astolfi che intanto annuncia, per la prossima settimana, la chiusura del cantiere, il ripristino del marciapiede e la chiusura del plesso. In attesa di avviare un project finance, un’operazione di collaborazione mista pubblico-privato per uscire dalla situazione stagnante di avere un’incompiuta a due passi dal corso. Ancora la nuova amministrazione non ha un’idea precisa di cosa fare dell’immobile. La destinazione d’uso non è stata ancora scelta e, sulla base di quanto potranno proporre privati interessati, si deciderà il dà farsi. E naturalmente al Comune proprietario, resteranno delle aree da utilizzare per fini pubblici. Ma anche se il caso avesse voluto far arrivare alle porte del Castello un mecenate pronto ad investire sugli spettacoli teatrali, questo non sarà possibile per via di due pilastri, eretti per la messa in sicurezza della zona, piantati nel mezzo della futura platea.Una storia che si trascina da anni. Acquistato nel 2002 dal sindaco Carletti, l’ex Fanesi aveva da subito presentato problemi per infiltrazioni nel sottosuolo di idrocarburi. La successiva bonifica aveva fatto innalzare tempi di esecuzione ma soprattutto costi. La successiva giunta Recanatini aveva deciso di mettere in stand-by il progetto. Con un atto di indirizzo l’amministrazione si riservava di verificarne la destinazione d’uso. Un successivo provvedimento stabiliva il cambio, senza specificare quale, della destinazione d’uso e stabiliva di arrivare ai 4/5 dell’appalto per poi mettere il tutto in sicurezza. In attesa di tempi migliori, visti i problemi di bilancio.«Per contenere le spese - spiega Astolfi - si è scelta la strada meno dispendiosa dei due pilastri ma questa modifica preclude di fatto la possibilità di fare al Fanesi un teatro». Ed ora? Si attendono nuovi sviluppi sulla vicenda con la nuova giunta che non vedrebbe male la possibilità di avere sale riunioni o mostre al piano terra dell'edificio. «Intanto - aggiunge l’assessore - abbiamo disposto la chiusura del cantiere e la messa in sicurezza dell’area con un portone per riportare decoro in centro».
Visintini, il destino in mano a Pelosi


Dal Corriere del 27 Novembre

FALCONARA – Paolo Pelosi, consigliere comunale di Ancona e coordinatore di Forza Italia, è il nuovo presidente della fondazione “Licio Visintini” rimasta senza guida dopo le dimissioni di Bruno Olivi. Lo ha annunciato ieri, nel corso della Commissione consiliare servizi sociali (svoltasi proprio nella struttura che ospita il centro diurno per anziani) il sindaco Brandoni. Insieme a Pelosi è stato nominato nel cda anche l’anconetano Massimiliano Marinelli, mentre sono stati confermati Antonio Graziosi (nel direttivo della fondazione per volere dell’allora sindaco Carletti) e padre Alberto Rocchi. L’incontro, preceduto da una vista all’edificio, è servito soprattutto per fare il punto della situazione e per presentare ai consiglieri comunali l’atto di indirizzo che sarà portato domani in Consiglio. Nel documento, definito dall’assessore ai servizi sociali come “l’unico percorso praticabile”, l’amministrazione cittadina, fermo restando il proseguimento dell’attività di assistenza per almeno i primi sei mesi del prossimo anno, propone lo scioglimento della fondazione con la conseguente nomina di un commissario liquidatore. Successivamente il Comune chiederà alla Regione il “conferimento” dell’immobile (che una volta entrato nelle disponibilità dell’ente potrà anche essere ampliato per poter accogliere almeno 40-50 persone residenziali) e quindi l’accreditamento della struttura visto che in tutto l’ambito territoriale non esiste un servizio di questo genere. “Nel ribadire l’importanza di mantenere un servizio socio-assistenziale per anziani nella nostra città – ha commentato il consigliere del Pd Antonio Mastrovincenzo – le perplessità manifestate prima della Commissione, sono state purtroppo tutte confermate”. Secondo Mastrovincenzo, infatti, l’atto di indirizzo proposto dall’amministrazione “è privo di fondamenta solide e si basa su intenzioni che non tengono affatto conto degli aspetti finanziari e non c’è alcuna indicazione su come si intende estinguere il pesante mutuo che grava sull’immobile”. “Oltretutto – rileva il consigliere del Pd – abbiamo assistito all’ennesimo atto di scortesia istituzionale da parte della giunta Brandoni nei confronti dell’opposizione, poiché solo oggi (ieri, ndr), ad un mese dalla nomina, ci è stata data notizia dei nuovi componenti e del nuovo Presidente della Fondazione”. “Giuste le osservazioni del consigliere Mastrovincenzo” ha rilevato Pelosi, che però ha fatto notare come sia un peccato non “sfruttare appieno le potenzialità di una struttura così bella e funzionale”. “Ho chiesto al nostro commercialista di controllare i conti – ha proseguito il neo Presidente – perché voglio capire com’è davvero la situazione e stiamo anche lavorando per far mettere in bilancio dalla Regione la stessa cifra erogata l’anno scorso, cioè almeno 300 mila euro”. Quanto alle difficoltà dell’accreditamento evidenziate da Mastrovincenzo (“la Regione non può favorire una provincia a discapito di un’altra e qui ce ne sono già diverse di strutture accreditate”), Pelosi ha fatto notare che si tratta di convenzioni che “funzionano solo sulla carta, ma non operative nella realtà dei fatti, mentre questa è una struttura veramente idonea”.

mercoledì 26 novembre 2008

I giovani falconaresi? Pessimisti,annoiati e non interessati al sociale


Sfiduciati verso la ripresa cittadina, non impegnati per il bene comune e nemmeno interessati a farlo. Considerano la loro città un dormitorio, un luogo di passaggio, un posto rumoroso e per nulla divertente. Sono gli under 18 falconaresi secondo lo spaccato emerso dall'indagine dell'Università Politecnica delle Marche che per il Comune ha condotto uno studio di marketing urbano nel centro cittadino. Un'analisi in due passaggi: il primo per descrivere lo stato, analizzare pregi e difetti ascoltando i cittadini; il secondo (ancora al palo) per ipotizzare le azioni da mettere in campo. Le interviste hanno interessato un campione di 250 residenti, 50 tra operatori commerciali e artigiani, più 400 clienti dei negozi del centro. A balzare agli occhi è il pessimismo giovanile: il 56,6% dei giovani parla di città-dormitorio, rumorosa per il 54,5% degli intervistati. Solo il 18% parla di Falconara come luogo divertente. Ma tra questi non compare nessuno al di sotto dei 18 anni. Ci si aspetta un miglioramento da questo stato? Solo il 33% dei teenagers si dice ottimista. Lo sono molto di più gli over 60, che al 60% vedono un futuro migliore per Falconara. Ma se si chiede loro un impegno per contribuire a questo miglioramento, nessuno si fa avanti per attività sociali. Troppi impegni, risponde oltre il 66% dei teen. La ricerca evidenzia anche le abitudini dei cittadini residenti o che vivono il centro. I problemi lamentati sono legati alla sicurezza, al verde pubblico e ai parcheggi ma il 75% dice di voler rimanere ad abitare dove si trova. Solo il 2,8% vuole andarsene e anche in questo caso sono soprattutto giovani. Le abitudini? Ancona è scelta per il tempo libero, Senigallia per bar e ristoranti. Solo il 35% degli intervistati dice di frequentare locali in città. Articoli per la casa e per la persona vengono acquistati in centro (41%) mentre per abbigliamento (40%) e tecnologia (quasi 60%) ci si rivolge nei grandi centri commerciali. Chiuso a settembre 2006 e sospeso dalla giunta Recanatini che nel frattempo stava per avviare le assemblee partecipate, lo studio è stato ripreso in mano dalla nuova amministrazione. «Ora - spiega l'assessore al Commercio Raimondo Mondaini - la nostra idea è di andare avanti con la seconda fase, puntando più sulla promozione che su progetti faraonici

Marco Catalani

da Il Messaggero
Tsunami finanziario
Con una opposizione più collaborativa si uscirebbe prima dalla crisi

di
Francesco Casoli*25 Novembre 2008

Il realismo. E’ questa la terza via nel dibattito tra ottimisti e pessimisti nella difficile congiuntura economica che stiamo vivendo. Credo sia la via più giusta, quindi, la più auspicabile. La crisi c’è, è evidente ed è grave.
Discutere sullo spirito con cui affrontarla, può incidere sullo stato d’animo con cui si possono operare certe scelte, ma niente di più, perché in momenti come questi, il ventaglio delle decisioni da prendere, si riduce drasticamente e quelle che restano diventano obbligate e vitali. La crisi dell’economia reale pretende, piuttosto, strumenti reali, da individuare e adottare con tempestività: un atteggiamento di forte concretezza, un’analisi obiettiva per indicare le soluzioni più idonee e richiede anche una buona dose di sangue freddo.
Ragionare sull’ignoto non è facile, in particolare ora che la visuale prospettica si riduce. In fondo però, in un’ottica evolutiva, ogni progetto racchiude incognite, perché il futuro rappresenta, oggi come ieri, la variabile per antonomasia. Indubbiamente ora il futuro appare più incerto, perchè si sono rotti alcuni equilibri e con essi sono saltati molti automatismi, ciò non toglie che di futuro e sul futuro, oggi più che mai, bisogna ragionare e soprattutto bisogna farlo con un coordinamento stretto tra pubblico e privato.
Il ruolo delle imprese resta primario nel contesto socio economico del nostro paese, dove il manifatturiero rappresenta il perno di tutto il sistema e dove i distretti ne costituiscono la fisionomia. Non possiamo pensare di cambiare struttura, bensì di consolidarla. Ciò significa poter rendere più resistente l’organismo che ci ha permesso negli anni di distinguerci per capacità, creatività e qualità.
Realisticamente, il futuro del nostro tessuto economico sarà composto delle imprese più salde, più resistenti, quelle che, sui loro fondamentali, sapranno ristrutturarsi facendo rete, alleanze, innovazione.
Ci sarà un forte ridimensionamento che il Governo sta sostenendo con scelte adeguate, senza spinte emotive, ma con la giusta dose di sensibilità e lucidità che richiede ogni riorganizzazione. L’aspetto sociale è senza dubbio quello più delicato e critico, in questi frangenti. La riforma delle procedure di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi, ovvero della Legge Marzano estesa ai distretti, permette di sostenere il loro riposizionamento con procedure più rapide, che consentono alle società di attingere risorse finanziarie sul mercato e di restare operative, salvando così l’occupazione.
Anche gli aiuti alle fasce più deboli della popolazione sono una misura importante, ma tutto questo non è sufficiente per far ripartire il motore dell’economia. Allora con altrettanto realismo, bisogna riconoscere che a qualsiasi misura sia stata e verrà adottata, dovrà associarsi una buona dose di fiducia. I consumi non possono ripartire senza risorse e su questo si sta lavorando, ma la paura paralizza e l’atteggiamento dell’opposizione l’alimenta. Eppure, in frangenti come questi, l’azione congiunta delle forze politiche contribuirebbe a produrre risultati migliori e a restituire ai cittadini fiducia nelle istituzioni.
Purtroppo l’opposizione ideale non corrisponde a quella reale, divisa com’è nel riconoscimento della propria leadership. Anche in questo siamo realisti, cercando però di non perdere la fiducia.


*Francesco Casoli è un politico (PdL) e imprenditore italiano

da L'Occidentale

Nuova fiera a giugno, rivoluzione sosta Addio al 24 luglio, Mondaini punta sui primi di giugno.

Ecco tutte le novità FALCONARA

La fiera annuale sarà anticipata al primo sabato di giugno e segnerà l’inizio ufficiale delle manifestazioni e della programmazione estiva. Cancellata definitivamente e senza rimpianti (visti gli esiti poco lusinghieri delle ultime edizioni) la fiera del 24 luglio, ed abbandonata anche l’ipotesi di una fiera patronale, l’amministrazione comunale ieri ha presentato ufficialmente, in apertura della I Commissione consiliare, il nuovo progetto che alle tradizionali bancarelle affianca una serie di iniziative collaterali. Per “Falconara in Fiera” sono stati previsti in via sperimentale (ma non è escluso un incremento se questa prima edizione dovesse andar bene) 77 posteggi su un solo lato di via Bixio nel tratto che va da via Colombo a piazza Catalani. Il settore non alimentare verrà dislocato fra via Colombo e via Cairoli e via IV Novembre e piazza Catalani, i chioschi-ristorante andranno tutti su piazza Catalani insieme ai produttori agricoli ed agli stand di degustazione e vendita di prodotti eno-gastronomici. Infine per via Bixio fra via Cairoli e via IV Novembre il Comune ha previsto una vera e propria “infiorata” con i banchi colorati (ma senza automezzo) dei produttori di fiori e piante. Accanto alla parte ufficiale della fiera (la cui nuova collocazione nel calendario dovrà essere comunicata alla Regione Marche) ci saranno degustazioni di piatti tipici in collaborazione con i ristoranti falconaresi, mostre di oggetti dell’artigianato locale, opere varie realizzate da hobbisti (piazza Mazzini), mostre-scambio di collezionismo (centro Pergoli) e, in piazza Garibaldi, una piccola fiera dell’usato con una sezione interamente dedicata ai bambini che potranno scambiare giocattoli, libri e articoli per l’infanzia. Un cambio di rotta molto deciso voluto dall’assessore al commercio Raimondo Mondaini e da tutta la Giunta dopo l’insuccesso dell’ultima edizione della fiera di Santa Cristina (vecchia tradizione falconarese dei primi anni del ‘900, ripristinata nel 1982) che ha visto un deciso calo sia degli ambulanti che del pubblico. “In quattro anni – hanno fatto notare i responsabili del settore – le domande sono passate da189 a 126 e le presenze da 134 a 87. La crisi si è fatta sentire anche in questo settore e in più il periodo non aiuta perché in piena estate ci sono altre manifestazioni del genere e in città si crea un certo disagio visto che i parcheggi vengono utilizzati soprattutto per il mare”. Con questo anticipo il Comune si garantisce anche la partecipazione delle scuole ad alcune iniziative collaterali ed evita la quasi coincidenza con il periodo dei saldi. Soddisfatti i rappresentanti di Confcommercio che hanno assicurato già la loro collaborazione e possibilmente aperture serali in centro, ma in Commissione il consigliere del Pd Andrea Rossi ha chiesto di coinvolgere anche gli artigiani, gli agricoltori e la cooperazione per diversificare le proposte e le offerte. “Il progetto mi piace – ha sottolineato con molta onestà Rossi – è una buona idea dare alla fiera una caratterizzazione ed una sua specificità, ma vorrei che fossero individuati dei criteri per far si che questa divenga veramente una manifestazione di qualità, con operatori di buon livello”.
MARINA MINELLI,
FALCONARA Lascia le finestre aperte, entrano i ladri

-Lasciano aperta la finestra del soggiorno ed escono da casa, un invito a nozze per i ladri. Topi d’appartamento di nuovo in azione a Castelferretti. Il furto è stato compiuto nella mattinata di sabato ai danni di una giovane coppia di sposi. I due ragazzi sono usciti dal loro appartamento al pianoterra attorno le 8 del mattino. Lui doveva andare al lavoro, lei è corsa a fare la spesa. Uno dei due ha però inavvertitamente lasciato soltanto socchiusa la finestra del soggiorno e proprio da lì sono entrati i malviventi. Quando, attorno mezzogiorno, la ragazza è rincasata ha avuto la spiacevole sorpresa di scoprire il furto. Dal tavolo, dove li aveva appoggiati alcune ore prima, erano infatti spariti sia un orologio che diverse collanine del valore complessivo di circa 200 euro. Fortunatamente i ladri non hanno rubato nient’altro. In camera era tutto in ordine, nessuno aveva provato a rovistare tra i cassetti del comodino. La coppia di sposini solo domenica mattina si è presentata alla Tenenza dei carabinieri di Falconara per sporgere denuncia contro ignoti. Le indagini sono in corso.

Corriere adriatico 26/11


martedì 25 novembre 2008



L'uovo di giornata



E’ proprio vero: i giovani guardano i grandi e imparano. Più li frequentano e più li imitano. Accade che, lontano dai riflettori che contano, i giovani del Pd abbiano eletto il proprio segretario attraverso delle primarie nazionali. Nel vedere come è stato gestito il tutto Veltroni sarà senz’altro soddisfatto, si stanno seguendo le sue orme.
Il nuovo segretario è Fausto Raciti, siciliano, ventiquattro anni, da anni impegnato con la sinistra giovanile. Pupillo di Walter. Come avviene tra i grandi, le trattative di palazzo davano il fanciullo segretario giovanile già da un pezzo. Ma serviva l’incoronazione popolare. Per dirla in politichese: l’incoronazione doveva arrivare attraverso una grande festa della democrazia. Che bravi questi giovani, litigano come i grandi, agiscono secondo logiche da prima repubblica, sparano cifre come i loro ministri ombra e quando si tratta di primarie seguono le orme paterne. Il Movimento giovanile cresce seguendo gli insegnamenti di Walter e dopo queste primarie in salsa giovane ne abbiamo chiara la conferma.
Ecco un primo indizio: le cifre. Di Ufficiali non ce ne sono ma, secondo altre stime, “ufficiali” solo tra virgolette, a votare sono stati 121.623. Tanti? Pochi? Va a sapere. Ma per Walter sono stati tanti ben più dei francesi iscritti al partito socialista che hanno partecipato al ballottaggio tra Royal e Aubry! E scusate se è poco, viene da aggiungere. Tutto sembrava andare per il verso giusto, secondo appunto la walter strategy, quando, è proprio il caso si dirlo, a rompere gli inciuci nel paniere, è arrivata Giulia Innocenti, coetanea di Raciti, e proveniente dai radicali. La fanciulla rischiava di mandare a carte quarantotto tutta la pantomima delle primarie giovanili. Mentre la base giovanile beveva il frullatone delle primarie e della grande festa di democrazia i leaderucci del movimento si facevano gli affari loro. In ordine dalla base militante in buona fede sono stati denunciati: caos durante lo spoglio delle schede, zero seggi nelle zone dove la Innocenti era più forte ( un solo seggio a Palermo, contro i quarantadue dei comuni della provincia), palesi inviti da parte degli scrutatori a votare Raciti, voti per Raciti arrivati via mail e chi, addirittura ha votato telefonicamente.
Insomma ognuno ha cercato in qualche modo di partecipare alla grande festa della democrazia. Ecco perché erano “più dei francesi iscritti al partito socialista che hanno partecipato al ballottaggio tra Royal e Aubry!”In Francia si sa, le feste non finiscono mai a tarallucci e vino.


Da l'Occidentale
Tolleranza zero contro i petardi. Sanzioni in arrivo



Dal Carlino del 25 Novembre


Tolleranza zero contro i petardi. Con l'avvicinarsi del Natale si ripropone il disagio arrecato dai ragazzi che, in strada, fanno esplodere razzi a scoppio, mortaretti, petardi e giochi pirici, arrecando disturbo e, in alcuni casi, mettendo a rischio l'incolumita' delle persone, specie delle fasce piu' deboli. Il sindaco Goffredo Brandoni annuncia massima attenzione al fenomeno: "dovremo valutare - spiega - il modo per evitare il disagio, magari attraverso una serie di controlli". Una base di partenza c'e' gia': nel dicembre 2004, l'ex sindaco Carletti aveva emesso un'ordinanza "a tempo indeterminato" per "vietare l'uso sulle pubbliche vie, nelle piazze e nei luoghi aperti al pubblico di razzi a scoppio, mortaretti, petardi e giochi pirici esplodenti in genere con la sola esclusione del lasso di tempo tra le ore 20 del 31 dicembre alle ore 2 del primo gennaio di ogni anno. Rimane consentito l'uso di tutti i restanti giochi pirici non esplodenti, illuminanti e colorati". In virtu' di quella ordinanza, le sanzioni previste vanno dai 25 ai 500 euro, con pagamento in misura ridotta di 50 euro.

La commissione servizi sociali al centro Visintini

La commissione consiliare dei Servizi Sociali trasloca e domani mattina, a partire dalle 9.45, si riunira' all'interno del Centro Visintini. Il futuro del centro diurno per anziani sara' infatti al centro dei lavori: sul tavolo, il prossimo commissariamento della Fondazione Visintini (del consiglio di amministrazione fanno attualmente parte un consigliere nominato dal Comune, uno nominato dai Frati minori e uno nominato dalla prefettura), che probabilmente verra' sciolta e messa in liquidazione. La Fondazione non e' infatti in grado di garantire i fondi necessari per la conduzione della struttura (circa 400mila euro l'anno) ne' di pagare le rate del mutuo da 2,5 milioni contratto per la ristrutturazione dell'immobile, che sorge al confine tra Falconara ed Ancona. Con la liquidazione della Fondazione, lo splendido edificio che ospita il centro Visintini passera' al patrimonio della Regione Marche, che a sua volta dovrebbe rigirarne la proprieta' al Comune di Falconara, che a suo tempo si era fatto garante del muto. Ai lavori della commissione, le cui riunioni sono pubbliche, participera' anche il sindaco.

lunedì 24 novembre 2008

“Prostituzione, l’ordinanza non serve”


Dal Corriere del 24 Novembre

FALCONARA – “Le ordinanze sulla prostituzione come quella del Comune di Falconara servono solo ad ‘imbiancare i sepolcri’, non tengono conto che qui si sta parlando di donne tenute sotto controllo, ricattate, minacciate ed usate”. Secondo Marco Provinciali, presidente di “Free Woman” associazione che dal 2000 promuove la tutela della salute e l’informazione sui diritti tra le persone straniere ed in particolare opera in favore di chi decide di sottrarsi allo sfruttamento, di qualsiasi genere esso sia, l’amministrazione falconarese ha deciso di “pulire le strade e basta senza cercare di capire quello che c’è oltre e al di là”. D’altronde, con Falconara in questi anni il dialogo è stato (ad esclusione della breve parentesi dell’amministrazione Recanatini) “difficile, per non dire impossibile o del tutto assente”. “Il sindaco Carletti – ricorda Provinciali – aveva rimosso il problema, per lui ragazze in strada non ce n’erano, quindi la nostra azione e le nostre richieste di collaborazione non avevano ragione d’essere. Con l’attuale amministrazione c’è stato un incontro informale, ma nulla più. Capisco i problemi economici, ma a noi bastano anche una cifra minima, o una lettera di intenti o la condivisione ufficiale di uno dei nostri progetti, per dimostrare di esserci accanto”. “Free Woman” sul territorio del comune interviene con le unità di strada che forniscono sia di giorno che di notte un aiuto, sostegno ed assistenza alle ragazze (il numero diretto è 338-4130594); inoltre l’associazione, che gestisce a Falconara due case di accoglienza ed ha in carico diverse persone, grazie al “potere” affidato dal Ministero competente può attivare un percorso di “protezione sociale” per arrivare anche, nel caso di situazione irregolare, dopo una serie di verifiche all’ottenimento del permesso del soggiorno e del reinserimento nella società e nel mondo del lavoro. “Il problema di quest’ultimo periodo – dice il presidente dell’associazione cofondata e guidata per molti anni, fino a poco prima della prematura scomparsa, dalla falconarese Elena Passini – è lo spostamento negli appartamenti; anche a Falconara abbiamo riscontrato questo fenomeno che se possibile è ancora più preoccupante e pericoloso della prostituzione in strada. Nel chiuso di un appartamento una ragazza è più isolata, è maggiormente a rischio perché non ha la possibilità di chiedere aiuto o di scappare da un cliente o dallo sfruttatore. Inoltre altro preoccupante dato allarmante, è l’età sempre più giovane delle prostitute spesso, fra l’altro, costrette dai clienti a rapporti non protetti. Si tratta di ragazze provenienti dai paesi più poveri del mondo”. Nel comune di Falconara e negli immediati dintorni le zone difficili sono le strade dietro la ex caserma Saracini frequentate soprattutto da ragazze di origine nigeriana, la Statale, con i trans dal ponte sull’Esino fino a Marina di Montemarciano e le ragazze dell’est Europa fino a Senigallia. “E’ evidente che Falconara il problema in casa ce l’ha – osserva Provinciali – non si può negare e con l’ordinanza l’ammissione è ufficiale, però ai nostri progetti il Comune non ritiene opportuno aderire o collaborare, il che è un atteggiamento strano. La repressione attuata con tanto clamore non so se serve a qualcosa, più che altro ‘butta la polvere sotto al tappeto’. La questione vera non è la prostituzione in sé, ma lo sfruttamento della prostituzione”.
Dal 2000 al fianco delle ragazze più povere


Dal Corriere del 24 Novembre

FALCONARA – Costituita nel giugno del 2000 da un gruppo di volontari della Caritas Diocesana di Ancona-Osimo, “Free Woman” è una associazione di volontariato che propone un contesto stabile e certo all’opera di chi desidera impegnarsi in forma solidale, e fonda le proprie misure di accompagnamento e inclusione sociale su metodologie e professionalità specifiche. Il volontariato in “Free Woman”, sempre in affiancamento ad operatrici professionali, permette alle persone interessate di contribuire direttamente e fattivamente, nei limiti delle proprie disponibilità di tempo e in base alla propria esperienza e sensibilità, ai processi di inclusione sociale. Le azioni di tutela della salute sono rivolte a tutte le persone che si prostituiscono, in qualsiasi forma e contesto, incluso chi si prostituisce per propria scelta e in piena libertà. I servizi previsti da queste azioni sono accessibili a tutti, senza distinzione di genere e nazionalità, e sono principalmente costituiti da una unità mobile itinerante (unità di strada) e da un servizio di accompagnamento (in genere ai servizi sanitari) su appuntamento. Nell’attività rivolta a chi si prostituisce, l’associazione promuove il safe sex (sesso sicuro). Le operatrici sociali e le mediatrici culturali comunicano informazioni utili alla salvaguardia della salute individuale dei contraenti il rapporto sessuale in cambio di denaro e, di conseguenza, della salute collettiva. Info 071 2072045 www.freewoman.it la sede dell’associazione è in via Matas, 30 ad Ancona.

domenica 23 novembre 2008

Sindacato e Comune ai ferri corti


Dal Messaggero del 23 Novembre

FALCONARA Bilancio comunale, i sindacati sono ancora sul piede di guerra. A pochi giorni dall’approvazione del bilancio consuntivo del Comune (venerdì in Consiglio) il segretario della Cgil falconarese Anacleto Giuliani accusa l'amministrazione di aver preso in pochissima considerazione le associazioni sindacali. I sindacati, che anche in questi giorni hanno chiesto a gran voce di visionara la bozza del bilancio, lamentano di non aver ancora ricevuto alcuna documentazione dal Comune. «Abbiamo avanzato esplicita richiesta di incontro il 16 settembre – lamenta Giuliani – Abbiamo anche telefonato al sindaco Goffredo Brandoni, al vicesindaco Gilberto Baldassarri e a tutti gli assessori, ma nessuno ha ritenuto opportuno e utile un dialogo con noi». Ggil, Cisl e Uil vorrebbero avere delucidazioni in merito, ad esempio, alla situazione delle compensazioni Ici e sulla vendita degli immobili comunali. Non basta, perchè, aggiunge Giuliani anche i rapporti con l’assessore ai servizi sociali Baldassarri, a inizio legislatura buoni e di collaborazione, sono peggiorati nel tempo. «Non abbiamo un incontro ufficiale con l'amministrazione da ormai più di due mesi» accusa infatti Giuliani – Vorremmo essere partecipi per quanto riguarda l'eventuale fusione del Cam con Anconambiente, cosa che speriamo vada in porto. Inoltre attendiamo informazioni sulla Esino Entrate di cui condividiamo la chiusura a fine anno».
Anziani, il Comune si riprende il Visintini
La fondazione sarà liquidata, progetti di collaborazione con l’Inrca


Dal Corriere del 23 Novembre

FALCONARA – C’è un potenziamento (collegato forse anche ad una possibile collaborazione con altri istituti di cura fra cui l’Inrca) nel futuro prossimo del “Visintini”, la struttura che accoglie un centro diurno per gli anziani non autosufficienti del territorio. In gravi difficoltà a causa di un pesantissimo mutuo contratto alcuni anni fa, la fondazione verrà messa in liquidazione in tempi brevi, ma, assicura il sindaco Brandoni, “il servizio andrà avanti e alla grande, ci stiamo lavorando insieme all’assessore Baldassarri ed al dirigente Bocchieri proprio in questi giorni e siamo ottimisti”. In progetto ci sono il recupero della proprietà del grande edificio sulla via Flaminia con tutti gli annessi, compreso l’ampio giardino circostante, ed anche un possibile incremento dei posti a disposizione degli utenti. “La palazzina deve tornare al patrimonio comunale – spiega Brandoni – e ci stiamo muovendo in questo senso. Poi con l’anno nuovo, quando recupereremo il primo piano oggi occupato dagli anziani della casa di riposo di Santa Maria Nuova in via di ristrutturazione, studieremo il da farsi e le trattative sono in corso. Ovvio che una struttura così serve moltissimo, ma per essere remunerativa deve avere almeno 50-60 posti letto”. Il Sindaco non esclude, fra le varie ipotesi di incremento anche quella che prevede una parziale trasformazione dell’edificio a casa di riposo sempre con “una quota riservata ai residenti nel nostro comune”. Il “Visintini” è stato inaugurato nel 2005 all’epoca della giunta Carletti dopo un restauro costato due milioni e mezzo di euro. I due edifici della ex colonia estiva sono diventati un complesso unico sviluppato su oltre 1.600 metri quadrati; al piano terra ci sono gli ambienti del centro vero e proprio insieme alle sale per la fisioterapia e le attività occupazionali, agli ambulatori, al refettorio, alle cucine e ai locali per lo svago. Mediante un tunnel vetrato, dal corpo centrale si passa all'adiacente palestra multiuso destinata alle attività sportive e ricreative per gli ospiti. Al primo piano sono state ricavate una serie di stanze per il riposo con una ventina di posti letto, un grande terrazzo ed un salone per le attività sociali e ricreative. Nella vasta area esterna ci sono un percorso riabilitativo protetto, un campo di bocce, una serra e un orto per le attività di giardinaggio, un campo da calcetto, e un giardino Alzhaimer, un ambiente fisico protetto fondamentale per migliorare la qualità della vita dei pazienti e per supportare programmi terapeutici. La struttura, che può accogliere una quarantina di anziani, è stata pensata non come una casa di riposo, ma un luogo in grado di fornire assistenza specializzata e occasioni sociali anche a chi comunque continua a vivere nella propria casa ma soffre i momenti di solitudine tanto frequenti nella giornata di un anziano. L’attività del “Visintini” è stata per molto a tempo a rischio per carenza di fondi ed è di questi giorni la notizia che arriveranno dalla Regione Marche (assessorati ai servizi sociali ed alla sanità) i 300 mila euro promessi l’anno scorso dall’assessore Amagliani
Il Pd chiede una consulta per favorire l’integrazione


Dal Corriere del 23 Novembre

FALCONARA - Dopo l’accorato appello al dialogo fatto nell’ultimo consiglio comunale dal consigliere straniero aggiunto Rahman Mofizur, il gruppo consiliare del Pd ha deciso di chiedere al sindaco e alla giunta di istituire una Consulta degli immigrati. “Insicurezza e paura - osservano i consiglieri del Pd - sono in parte motivate e accresciute dalla crisi generale dei valori sociali e culturali e dalla diffusa sfiducia nelle istituzioni, mentre è necessario sostenere una politica della sicurezza capace di saper coniugare legalità, convivenza e solidarietà, coinvolgendo l’intera comunità”. Secondo i Democratici “è necessario prevenire e reprimere con fermezza l’insorgere di fenomeni come microcriminalità, vandalismo e teppismo, ma anche favorire tutte le forme di dialogo e partecipazione a tutte le componenti della comunità, consapevoli che, se dovesse prevalere un atteggiamento lassista, verrebbe incoraggiata, da una parte l’intolleranza e la messa in discussione delle politiche di integrazione promosse in questi anni dal Comune, dall’altra un oggettivo incoraggiamento a violare le leggi e le regole di condotta che ogni cittadino deve osservare”.

sabato 22 novembre 2008

L'uovo di giornata



Nessuno affitta ai finti gay


Da l'Occidentale


In un’inchiestina di una tv locale ha suscitato un’onda di scalpore sui giornali e tra i politici a corto di argomenti con molto tempo da perdere. Un giornalista di quella tivvù si è messo a chiamare gli annunci di affitto per dimostrare che i romani non affittano ai gay.
Apriti cielo. Il Corriere ci ha subito fatto un articolo allarmista dal titolo: "Nessuno affita ai gay". E poi discriminazione, razzismo, omofobia sono fioccati nei commenti e nei comunicati, con una così corale immediatezza da far pensare ad un riflesso automatico tipo cane di Pavlov.
Perché se qualcuno dei molti indignati in servizio permanente si fosse andato a sentire la registrazione di quelle telefonate forse avrebbe evitato una figuraccia.
La conversazione tra il giornalista e il malcapitato affittuario si svolgeva più o meno così: “Pronto chiamo per la stanza, è ancora libera?”, “Sì è ancora libera”, “Bene, guardi che però io sono gay”. A quel punto le reazioni erano le più disparate: imbarazzo, qualche balbettio, qualcuno attaccava il telefono, altri dicevano semplicemente “no grazie”.
Mi chiedo e vi chiedo se un vero ragazzo gay in cerca di una stanza o di una casa in affitto farebbe mai una telefonata del genere se non con l’intento di provare una risposta negativa.
Se io dovessi affittare una stanza e qualcuno al telefono mi dicesse: “guardi che però io sono eterosessuale”, oppure dicesse: “guardi che sono biondo”, molto probabilmente attaccherei il telefono per evitare di mettermi in casa un pazzo.
Insomma una farsa di basso conio. Invece il mondo politico romano si è subito mobilitato: una deputata del Pd ha annunciato un’interrogazione parlamentare; il presidente della Regione, Marrazzo ha declamato tutto serio: “così si esce dall’Europa”; Zingaretti gli ha fatto eco dalla Provincia: “la diversità è una risorsa non un problema”. Per arrivare all’assurdo con Fabio Nobile del Pdci: “Siamo preoccupati . Il servizio la dice lunga sull'ondata razzista e omofoba innescata dalla destra reazionaria nella Capitale”. Probabilmente Nobili pensa che quella stessa telefonata fatta in era veltroniana avrebbe avuto risposte tipo: “Ah lei è gay, che bello, allora le faccio anche uno sconto”.
Dispiace solo che anche il sindaco Alemanno si sia aggiunto alla truppa dei commentatori a gettone, con una frase degna di miglior causa: “il Comune è impegnato a rimuovere gli ostacoli culturali alla radice dell'intolleranza”.
Saremmo più tranquilli se il sindaco impegnasse il Comune a rimuovere prima gli ostacoli per i pedoni, e magari le buche dalle strade della capitale.
Per Natale l’assessore regala un parcheggio
Petri promette di far aprire l’area sosta del parco Kennedy
tutti i giorni almeno per dicembre



Dal Messaggero del 22 Novembre

FALCONARA Regalo di Natale agli automobilisti falconaresi: il parco Kennedy aperto tutti i giorni. E lunedì ci sarà un incontro Comune-Esino Entrate per valutare la possibilità di "diradare" le righe blu nelle vie a ridosso del centro. Dopo la riunione con Confcommercio, l'assessore alla Viabilità Loriano Petri si è messo già all'opera per raccogliere le istanze dei negozianti che chiedevano, tra l’altro, di ridisegnare le aree di sosta della città. Fermo restando il tavolo di lavoro che vedrà i commercianti buttare giù le proposte da portare in Comune ma che sarà valutato solo a gennaio dopo la chiusura della Esino Entrate e il ritorno del servizio parcometri in mano all'Ente, Petri già promette di far aprire il parcheggio del Kennedy per tutto dicembre. Attualmente aperto solo il lunedì dalle 8 alle 13, in concomitanza con il mercato, il parco aprirebbe i suoi cancelli tutti i giorni. Restano da decidere gli orari e, se il bilancio lo consentirà, il prolungamento dell'iniziativa anche dopo le festività natalizie. Lunedì Petri incontrerà anche i vertici di Esino Entrate. Per variare zone a pagamento in sosta oraria serve il benestare delle partecipata, visto che i parcometri sono ancora di competenza esterna. Si pensa alla sosta gratuita ma breve per le vie che circondano il centro cittadino come via Cavour, IV Novembre, XX Settembre, Marsala, Leopardi e Rosselli. Diverso il discorso degli interventi strutturali come ad esempio quello sul marciapiede della Flaminia, accorciandolo di 90 centimetri per far posto a un'altra fila di parcheggi. Per farlo occorrerà verificare i fondi a disposizione nel bilancio preventivo 2009, documento sul quale il Comune sta lavorando a marce forzate vista la scadenza del 31 dicembre per l’approvazione.

venerdì 21 novembre 2008

Natale in austerity: spettacoli sì, luci no


Dal Corriere del 21 Novembre

FALCONARA – Parcheggi e arredo urbano, proposte per rivitalizzare il centro e iniziative natalizie. Questi i temi dell’incontro di mercoledì sera promosso dalla Confcommercio ed al quale hanno preso parte, oltre al presidente della delegazione locale Fabrizio Tarroni ed al responsabile di zona Fabrizio Pasquini, anche gli assessori alla sicurezza ed al commercio Loriano Petri e Raimondo Mondaini. Le cattive notizie, prima di tutto: il Comune (il cui bilancio è tutt’ora in cattivissime acque come ha chiarito l’assessore Mondaini) non ha fondi da destinare alle luminarie, quindi i costi per luci e decorazioni saranno, per forza di cose, tutti a carico dei commercianti. Però l’amministrazione sta cercando di organizzare qualche manifestazione nel corso del mese di dicembre, fra cui nel week-end del 13-14 dicembre, una festa dedicata ai dolci tipici del Natale. Feste di fine anno a parte, i commercianti falconaresi hanno presentato ai due assessori una lunga serie di richieste e di osservazioni legate soprattutto al problema parcheggi ed alla questione della sicurezza che, secondo alcuni, “non può essere sottovalutata perché specie in zona Stazione la situazione è sempre più difficile”. “Anzi – hanno osservato alcuni commercianti – cosa ci facciamo con i parcheggi blu o bianchi che siano, qui la gente non viene più perché cominciano ad esserci un po’ troppi brutti negozi, nei quali, fra l’altro, non si sa bene cosa vendono. Insomma è uno schifo e l’amministrazione comunale deve fare qualcosa. Qui bisogna svegliarsi e pulire la città”. La risposta è arrivata da Mondaini il quale ha spiegato che il Comune “non può negare permessi a chi ha le carte in regola”. “Certo – ha proseguito l’assessore – ci rendiamo conto che con l’aumento di attività di questo genere, che si rivolgono ad un tipo di clientela abbastanza basso, il tono complessivo della zona cala. Ma questa è una conseguenza del fatto che i negozi di altri tipo chiudono e lasciamo spazi aperti in cui si possono inserire gli altri”. L’assessore ha anche ricordato che, dopo l’incontro formativo ed informativo sulle norme, sono iniziati i controlli a tappeto alle attività commerciali cittadine, mentre, per quello che riguarda la sicurezza, l’assessore Petri ha annunciato la prossima installazione di una serie di telecamere. “Abbiamo avvitato una gara – ha spiegato l’assessore – e il progetto è in parte finanziato con dei fondi messi a disposizione dalla Regione. Alcune telecamere saranno sistemate nei pressi delle aree di raccolta dei rifiuti differenziati, su precisa richiesta del Cam, perché anche da questo punto di vista la situazione sta diventando intollerabile, bisogna rispettare le regole e non si possono più vedere gli scatoloni abbandonati in giro come se nulla fosse”. Sul fronte parcheggi (i commercianti chiedono di avere delle zone “bianche” cioè con sosta oraria anche nei pressi di piazza Mazzini, di regolamentare meglio i permessi per gli operatori commerciali e per i mezzi ingombranti e di poter utilizzare come parcheggi la zona centrale del parco Kennedy altrimenti destinato al degrado) è stata ufficializzata la decisione di creare un tavolo di lavoro che dovrò stilare un progetto, da presentare entro gennaio, sulle aree di sosta. “Serve un cambio di rotta complessivo – ha osservato Pasquini – dobbiamo, tutti insieme, fare delle proposte senza concentrarci solo su piccole questioni”.
Riallarghiamo il mercato coperto di via Bixio”


Dal Corriere del 21 Novembre

FALCONARA – Ridotto nella parte commerciale ed in parte trasformato in sala mostre, per volontà dell’allora sindaco Carletti, il vecchio mercato coperto di via Bixio potrebbe tornare alla sua antica dimensione. L’idea è dell’assessore al commercio Raimondo Mondaini che mercoledì sera, parlando all’incontro organizzato dalla Confcommercio, ha parlato dell’opportunità di “riconsegnare ai cittadini un luogo simbolo come è stato per anni il mercato”. “E poi – ha detto – questa è anche un’occasione per dare alla gente un segnale preciso in questo momento così difficile, soprattutto per quello che riguarda la spesa quotidiana ed il costo dei generi alimentari, perché al mercato si diminuisce, anzi spesso si azzera, la distanza fra produttori e consumatori. Inoltre con il mercato viene ricreato un flusso che ora è non c’è, perché la tavola si apparecchia tutti i giorni”. La proposta è stata accolta con un certo interesse da parte dei numerosi commercianti presenti, a patto di creare delle zone a sosta veloce. Sempre a proposito di centro e di commercio, lunedì prossimo l’amministrazione comunale presenterà in commissione consiliare il nuovo regolamento per la disciplina per l’occupazione di suolo pubblico per gli spazi di ristoro all’aperto, cioè i cosiddetti “dehors”. In discussione, lunedì, anche la soppressione, già annunciata dall’assessore Mondaini, della fiera del 24 luglio che in ogni caso verrà sostituita da un’altra manifestazione probabilmente centrata sui prodotti artigianali e del territorio.

giovedì 20 novembre 2008

Brandoni e gli assessori ricevono monsignor Menichelli. “Grazie per la costanza e la grande umanità”
L’arcivescovo in municipio. “Emozione e gioia”


FALCONARA – “Ci sono state emozione e gioia” fa sapere una nota del Comune, per la visita, ieri mattina. di monsignor Edoardo Menichelli, arcivescovo della Diocesi Ancona Osimo, che è stato ricevuto dal sindaco Goffredo Brandoni al Castello. In questi giorni, infatti, monsignor Menichelli, che è stato già ospitato in diverse parrocchie cittadine, sta svolgendo la sua visita pastorale proprio a Falconara Alta.

“Ad accogliere Sua Eccellenza, che ha trascorso la prima parte della mattinata nelle scuole del quartiere – prosegue la nota – anche il vicesindaco Gilberto Baldassarri, gli assessori Marina Mancini, Stefania Signorini e Loriano Petri, il presidente del consiglio comunale Marco Giacanella, il comandante della Polizia Municipale Stefano Martelli e diversi consiglieri comunali”. “Ringrazio di cuore monsignor Menichelli per essere qui quest’oggi in visita al Comune facendoci davvero cosa gradita e quanto mai apprezzata – ha detto il sindaco Brandoni - Sono onorato che lei abbia voluto comprendere nella sua visita pastorale il nostro Municipio; siamo lieti di poterla accogliere alla presenza di tutta l’amministrazione comunale volendo tutti approfittare dell’occasione per salutarla”.

Il sindaco si è poi congratulato con l’arcivescovo “per la costanza e la grande umanità dimostrata rendendosi sempre disponibile accanto alla gente, visitando quanto più possibile le nostre parrocchie, le nostre scuole, i luoghi di lavoro e soprattutto le strutture di cura e ricovero che più abbisognano della presenza e del suo affetto sincero”. Monsignor Menichelli si è già recato in visita (dal 29 ottobre al 2 novembre) nella parrocchia della Beata Vergine del Rosario e di San Lorenzo ed in quella occasione è stato accolto all’istituto Bignamini e al centro per anziani Qui. Il 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti, l’Arcivescovo ha celebrato, nel piazzale antistante il cimitero, una Messa con i sacerdoti di tutte le parrocchie cittadine. Dal 4 al 9 novembre monsignor Menichelli ha visitato la parrocchia di San Giuseppe dove è stato ricevuto dal parroco don Leonida Fabietti, mentre dal 27 al 30 novembre sarà la volta della parrocchia di S.Andrea a Castelferretti in occasione proprio dell’apostolo prevista per il 30 novembre.

Corriere Adriatico 20/11/08

Ue. Raggiunto l'accordo per aumento delle quote latte

di F. Maggi

20 Novembre 2008 "L'Occidentale"

La quota di produzione italiana di latte potrà aumentare di 600 mila tonnellate (pari al 6%) a partire dal primo aprile 2009, con l'inizio della nuova campagna lattiera. È il risultato dell'accordo sulla revisione della politica agricola comune (Pac) che la delegazione guidata dal ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia ha negoziato ininterrottamente da ieri a Bruxelles.

In termini monetari, secondo il Centro Studi di Fieragricola, l'incremento potrebbe consentire il ridimensionamento del prezzo del latte del 10-15%.

Non sono stati pochi che hanno espresso soddisfazione per il raggiungimento dell'accordo che permetterà di rilanciare l'agricoltura. Tra questi, Gerardo Beneyton, presidente di Caseus Montanus ha sottolineato che beneficeranno dell'aumento in particolare le zone di montagna dove l'allevamento è la fonte di reddito primaria.

Beneyton, presidente anche del Centro internazionale di ricerca e valorizzazione dei prodotti di montagna, ha spegato che "il successo della trattativa è frutto della determinazione del ministro Zaia e dall'attenzione posta dalle regioni alpine che vedono nell'agricoltura il più efficace degli strumenti per la salvaguardia del territorio ed mantenimento delle particolarità ambientali".

Il presidente di Caseus Montanus ha auspicato che nell'assegnazione delle nuove quote di latte "si tenga conto delle zone di montagna e vengano privilegiati i loro giovani agricoltori-produttori". Da parte sua, il ministro Zaia ha dichiarato che"le quote latte addizionali saranno assegnate in via prioritaria a quei produttori che sono stati responsabili del superamento della quota nazionale di latte".

Zaia ha spiagato che il suo obiettivo è quello di "riportare alla legalità coloro i quali, in virtù di un sistema iniquo, erano costretti a lavorare al di fuori della legalità". Infatti, ha aggiunto che la delegazione ha ottenuto l'aumento dalla Commissione perché l'incremento non è destinato a nuove mungiture. Ma ha tenuto a precisare che per evitare nuovi surplus in futuro, l'accordo prevede "per gli anni 2009-2011, che coloro che sforeranno di più del 6% la quota assegnata, dovranno pagare su quelle quantità una multa del 150% superiore a quella normalmente prevista". E ha concluso: "Il grande risultato di queste trattative è rappresentato dal fatto che oggi è una giornata storica perchè l'Italia esce a testa alta".

Molti esponenti politici hanno accolto con soddisfazione il risultato del negoziato portato avanti dal ministro Zaia. Dalle fila dell'opposizione il senatore Nello Di Nardo, capogruppo in commissione Agricoltura di Palazzo Madama, ha dichiarato: "Finalmente si volta pagina: da oggi in poi, l'Italia non sarà più costretta ad importare latte di dubbia qualità da altri Paesi".

Dalla Lega Nord hanno fatto sapere che "celebriamo la vittoria del sistema agricolo sul superstato europeo e su chi voleva mettere la parola fine alle nostre stalle grazie alla gestione del ministro Zaia". Roberto Cota, presidente dei deputati della Lega Nord commenta: "Sei mesi di intenso lavoro vanno a sopperire anni di cattiva gestione della nostra politica agricola, trascurata per troppo tempo". E aggiunge: "Una grande vittoria che dimostra, con i fatti concreti, la caparbietà e la sensibilità del ministro nei confronti della nostra produzione".

Sul ruolo del ministro Zaia ha parlato anche la commissaria europea all'Agricoltura Mariann Fischer Boel, precisando: "Il ministro italiano ha lavorato in modo molto tenace per ottenere il più possibile già dall'inizio, ed il risultato è molto buono".

mercoledì 19 novembre 2008

Intervento del sindaco 1 di 2


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“Sì alle centrali, basta con l’emotività”


Dal Corriere del 19 Novembre

FALCONARA - Invitato al tavolo tecnico di lunedì, il sindaco Brandoni ha ribadito al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta il suo totale assenso alla realizzazione delle due nuove centrali Api. “Ho riconfermato – ha detto Brandoni – la coerente posizione dell’amministrazione comunale di Falconara scaturita con la delibera del consiglio comunale del 13 settembre che ha espresso parere favorevole alla realizzazione delle centrali”. Così mentre il presidente della giunta regionale Spacca ha ancora una volta fatto presente che il progetto non è in linea con le previsioni del Pear – Piano energetico ambientale regionale - da Falconara è arrivato un ulteriore “nulla osta” su tutta la linea rafforzato, ha commentato l’assessore all’ambiente Matteo Astolfi, “dal mandato ricevuto qualche mese fa dai cittadini”. “Nel programma del PdL – ha ricordato Astolfi – era ben chiara la nostra volontà di andare avanti con il potenziamento del sistema di produzione nazionale di energia elettrica, sia con impianti convenzionali che alternativi, ma nelle giuste proporzioni. Queste scelte delicate e strategiche devono essere prese con oculatezza e razionalità, senza lasciarsi prendere la mano e dalla emotività, sull'onda delle proteste di piazza spesso strumentalizzate e manipolate”. “Come mai – ha osservato Astolfi – coloro i quali chiedono a gran voce il referendum non lo domandarono anche nel vicino passato per scelte importanti come questa delle centrali Api? Mi riferisco al rinnovo della concessione raffineria Api del 2003 oppure al by-pass ferroviario oppure alla Quadrilatero? Eppure al governo cittadino e regionale c'erano gli stessi personaggi che oggi chiedono il referendum”. Secondo Astolfi visto che “il governatore Spacca ha fatto un'apertura sulla centrale da 60 Mw, forse sarebbe meglio se i politici del Pd e della sinistra di Falconara dialogassero un po’ di più con i loro colleghi regionali, in questo modo forse riuscirebbero a fare una opposizione più funzionale e incisiva di quella che stanno facendo ora. Lo apprezzeremmo anche noi del centro-destra come amministratori e cittadini di Falconara”. Sul referendum, proposto dal Pd per conoscere il parere dei cittadini sulla delibera del consiglio comunale che apre le porte alle due nuove centrali Api, il PdL falconarese “l’utilizzo sia auspicabile in fase di discussione dell’argomento per cui si chiede la consultazione popolare”. “Il referendum – hanno chiarito i rappresentanti del PdL – non può essere invece utilizzato (per mancanza di argomenti) come slogan di una parte politica per riconquistare la ‘piazza’. Decidere di indire oggi un referendum - a sei mesi dalle elezioni amministrative vinte dal PdL che nel suo programma a chiare lettere si esprimeva favorevolmente alla realizzazione delle due centrali - determinerebbe per i falconaresi il danno e la beffa di essere chiamati a decidere su una questione che è già stata al centro dell’ultima campagna elettorale e su una deliberazione del Consiglio comunale che ha concretizzato (incassando 3 milioni di euro che entreranno nelle casse comunali entro la fine dell’anno) uno degli obiettivi programmatici necessari ad evitare il dissesto finanziario”.
Previsti due impianti per 580 Mw


Dal Corriere del 19 Novembre

FALCONARA – Il gruppo Api Raffineria nel giugno 2006 ha chiesto di poter realizzare una centrale della potenza elettrica di 580 Mw, distinta in due sezioni alimentate da gas naturale e gas di raffineria. La sezione da 520 Mw è destinata alla produzione di energia elettrica per il mercato, la sezione da 60 Mw va a soddisfare la domanda interna del sito. Secondo l’azienda “il progetto rientra nelle attività di sviluppo del sito industriale Api previsto dal protocollo d’intesa del 2003 con la Regione”. Fra i vantaggi in sostenibilità ambientale e sviluppo, l’azienda cita: “il miglioramento del bilancio ambientale del sito, l’opportunità di sviluppo socio-economico per il territorio, la complementarietà al Pear e il contributo all’efficienza energetica del Paese”. Di tutt’altra opinione la Regione che parla di progetto “non in linea con il Pear e con altri strumenti regionali come il Piano di tutela e risanamento della qualità dell'aria, il Piano di risanamento dell'Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, il Piano stralcio di bacino per l'Assetto Idrogeologico e il Protocollo d'Intesa siglato nel 2003”.
Ma il Pd non si arrende


Dal Corriere del 19 Novembre

FALCONARA – Il Pd, attraverso il coordinatore comunale Franco Federici, “conferma il proprio impegno nei confronti delle istituzioni e della Regione Marche affinché le nuove centrali Api non diventino una triste realtà”. Secondo Federici neanche la centrale da 60 Mw non è compatibile con il vigente Pear, e “sostenere che per la piccola centrale elettrica ‘non esista un contrasto aprioristico con il Piano energetico ambientale regionale’ non significa che questa possa essere autorizzata dalla Regione”. Il Pd, dichiara Federici “continuerà comunque a vigilare sulle decisioni della Regione Marche e a sostenere il referendum consultivo perché è ancora più necessario ed urgente fare emergere che la maggioranza dei falconaresi non è assolutamente d'accordo con il parere favorevole espresso dalla giunta Brandoni per la costruzione delle nuove centrali Api”. Fra l’altro, osserva il coordinatore del Pd, “Tale parere positivo dato dalla giunta Brandoni potrebbe offrire il fianco ad iniziative scomposte del Ministero delle Attività Produttive scavalcando anche la Regione Marche. Quindi è necessario continuare a mettere in campo tutte quelle iniziative volte a sensibilizzare i cittadini e l'opinione pubblica sui temi prioritari della salute e della sicurezza”.
Sinistra democratica Paolinelli se ne va


Dal corriere del 19 Novembre

FALCONARA - Claudio Paolinelli, il consigliere comunale il cui voto contrario, nel settembre del 2007, alla delibera sulla Quadrilatero proposta dal sindaco Recantini, ha provocato le dimissioni del primo cittadino e la caduta della giunta di centro-sinistra, lascia Sinistra Democratica. Due i motivi di questa scelta: da una parte la situazione nazionale e dall’altra la constatazione che a livello locale Sd “non è più in grado di incidere nelle questioni politiche cittadine”. “La mia decisione – dice – scaturisce da un generale malessere dovuto alla incerta strada che la sinistra sta cercando di percorrere e dalla mancanza di quella dose di entusiasmo che ritengo necessaria per svolgere una attività impegnativa ma volontaristica di questo tipo”. Sul territorio Sd, secondo Paolinelli, ci sono “difficoltà di vario genere” poiché il movimento in questo periodo si è caratterizzato per una “strategia dell’immobilismo”. Atteggiamento che l’ex coordinatore locale non condivide perché, spiga “mi fa pensare a formule di opportunismo pre-elettorale, dunque non posso far altro che prendere atto della situazione e lasciare il campo, augurando ai compagni di Falconara ogni bene per il lavoro che vorranno proseguire”. Eletto nella lista dei Ds, Claudio Paolinelli in consiglio comunale rappresentava, insieme alla collega Paola Stacchietti, il cosiddetto “correntone” e da subito la sua poca sintonia con il sindaco Recanatini era stata abbastanza evidente. La crisi vera, però, è esplosa nel corso dell’estate del 2007, poco più di un anno dopo le consultazioni elettorali, quando le emergenze legate ai conti in rosso del Comune avevano convinto il sindaco sulla necessità di varare alcune misure di emergenza come l’alienazione di alcuni immobili comunali (fra cui l’edificio delle scuole elementari Peter Pan) e soprattutto l’adesione alla società Quadrilatero. Su questo scoglio l’esecutivo falconarese (da cui erano già usciti i Verdi dopo le dimissioni dell’allora assessore all’urbanistica Brunelli) si era però arenato e per tutto il mese di settembre incontri, direttivi e riunioni più o meno segrete si erano susseguiti a ritmi convulsi senza arrivare a nulla. Il 21 settembre, a fronte del no deciso di Paolinelli all’approvazione della Quadrilatero, Recanatini si era dimesso aprendo la strada a sette mesi di commissariamento. Nella primavera di quest’anno, al momento delle nuove elezioni, Sd ha scelto una strada alternativa, alleandosi alla lista civile Cittadini in Comune e sostenendo il candidato sindaco Carlo Brunelli.