giovedì 24 aprile 2014



Un'altra tegola sul Sanzio
"Rischia il declassamento"


ANCONA - Secondo la Fit Cisl delle Marche l'aeroporto di Falconara-Ancona rischia il declassamento. L'Enav - afferma il sindacato -, in un'ottica di razionalizzazione degli aeroporti minori, ha deciso di non fornire il servizio di controllo ai voli di notte a partire dal primo giugno e di ridurre il servizio di manutenzione tecnica degli apparati tecnologici aeroportuali. Falconara rientrerebbe in questo piano, in quanto scalo di tipologia E (in un range che va dalla A di Roma Fiumicino alla F di Rieti, Pantelleria, Salerno), insieme agli altri aeroporti non radarizzati.

Se portato a termine, sostiene la Fit, il progetto "contrasterebbe con il piano industriale 2014-'18 della società di gestione Aerdorica, che prevede finanziamenti per 20 milioni di euro per lo sviluppo della parte cargo e commerciale, con l'obiettivo di raddoppiare il traffico passeggeri e merci nell'arco di cinque anni".

Non solo: "il declassamento dello scalo, con la conseguente chiusura notturna, precluderebbero qualsiasi tipo di sviluppo soprattutto della parte cargo, con gravi conseguenze sui progetti legati alla Macroregione adriatico ionica". "Con investimenti minimi - conclude la Fit rivolgendo un appello alle amministrazioni locali - si di potrebbe invece installare un impianto radar".
Corriere Adriatico Martedì 22 Aprile 2014
E' mai possibile che la Politica, regionale soprattutto,  non è capace di tutelare questo collegamento strategico?  R.B.

 

Impresa Pesca Marche, l'obbligo
del Gps affonda le piccole barche


ANCONA - L’obbligo dell’installazione di un sistema satellitare per le piccole barche da pesca è un adempimento inutile e costoso, tanto più se si pensa che ne sono esentate imbarcazioni per il trasporto dei passeggeri o delle merci fino a quaranta volte più grandi. A denunciarlo è la Coldiretti Impresapesca Marche in merito in merito all'applicazione della direttiva del Parlamento e del Consiglio Ue in materia di sicurezza della navigazione, che prevede l'installazione a bordo delle barche del sistema di trasmissione satellitare denominato Ais. In questo modo le imbarcazioni di piccola stazza che svolgono attività di pesca costiera (fino ad una distanza di 6 miglia dalla battigia), saranno costrette ad acquistare entro il prossimo mese di maggio apparati di classe "A" con un costo che supera i 2.500 euro. Si tratta, ricorda Coldiretti Impresapesca Marche, di barche con limitatissime esigenze in materia di sicurezza, per le quali la presenza a bordo del sistema Ais appare inutile. Lo dimostra anche il fatto che dallo stesso obbligo sono esentate le barche da trasporto passeggeri di stazza fino a 300 tonnellate di stazza con un numero di imbarcati assai elevato e quelle da trasporto merci che operano sempre in acque nazionali di stazza tra le 300 e le 500 tonnellate. Stiamo parlando di imbarcazioni con dimensioni che possono essere almeno trenta o quaranta volte superiori alle barche da pesca operanti nella fascia costiera con attrezzi di piccola pesca, piccolo strascico o con draga idraulica. Da qui la richiesta di Coldiretti Impresapesca alla direzione della Pesca del Ministero delle Politiche agricole di tutelare il settore attraverso un'azione forte, anche di concerto con il comando generale delle Capitanerie di Porto, per richiedere una sospensione immediata del provvedimento nei confronti del segmento della pesca artigianale che opera nelle più ristretta fascia costiera.
Corriere Adriatico Mercoledì 23 Aprile 2014
Mi sembra che l'Europa nelle sue varie articolazioni, contribuisca fortemente a castigare quel poco di lavoro che c'è ancora   R.B.


La maestra fa cantare "Bella ciao"
I genitori: "Niente politica in classe"


OSIMO - L'insegnante fa cantare ai bambini "Bella ciao" in classe, i genitori protestano. 
Una maestra fa imparare in classe il testo di "Bella ciao" e scoppia la polemica. La cerimonia per la Festa della Liberazione del 25 aprile organizzata dal Comune ha messo in imbarazzo alcuni genitori degli alunni della scuola elementare Bruno da Osimo. Una delle insegnanti, che è componente della Banda musicale cittadina, ha fatto cantare dei brani agli alunni, tra questi "Bella ciao". Una iniziativa che non è andata giù ad alcuni genitori che si sono lamentati di eccessiva politicizzazione in classe dell'evento. La preside replica: "Non è una scelta della scuola, sono testi proposti dal Comune. E non c'entra nulla la politica".
Corriere adriatico Martedì 22 Aprile 2014
Capisco la preside, meno l'insegnate. Mi dispiace ma "Bella ciao" è ascrivibile a quella vulgata resistenziale secondo cui la resistenza e la liberazione sono opera quasi esclusiva dei partigiani e del partito comunista.
Sappiamo che non è così. La scuola statale, (e non solo) deve offrire l'intero ventaglio degli eventi, delle azioni, degli ideali , delle persone singole  che hanno contribuito al nostro riscatto.
HO LETTO ALCUNI LIBRI DI G.P. PANSA e per ricordare il 25 aprile in modo onesto e lontano dalle miserie ideologiche 
Posto questa recensione di alcuni anni fa , ma più che mai attuale  R.B.
La Grande Bugia di
Giampaolo Pansa

di Alessandro Bottero

Ho appena finito di leggere La Grande Bugia di Gianpaolo Pansa, un libro interessante e secondo me necessario. Ma facciamo un passo indietro. Pansa è un giornalista politico, uno dei grandi nomi della stampa italiana. Ha scritto romanzi, saggi, è condirettore dell’Espresso, insomma per un certo numero di anni ha fatto parte del “giro che conta” del Quarto Potere. Non che ora non ne faccia parte, ma in modo diverso. Da outsider. Il tutto nasce da una curiosità storica: cosa successe in Italia dopo l’8 settembre 1943? Ora, diciamoci la verità, chi è che OGGI in Italia sa cosa successe in Italia l’8 settembre 1943 e, cosa più importante, cosa successe DOPO, ossia in quel periodo che va dal 9 settembre 1943 a dopo la fine della guerra, diciamo circa la fine del 1946?

Sospetto tragicamente che la mia generazione (ho 44 anni) sia forse l’ultima che, collettivamente, conserva un minimo di memoria storica. Quella che mi/ci ha seguito, potremmo dire i “ventenni” di oggi mi pare (spero di sbagliare) ignorante. E uso questa parola nel senso pieno del termine, ossia ignora, non sa. Non “non hanno studiato”. Non sa, che è cosa diversa.

Torniamo a noi. Pansa si chiede cosa successe in Italia a quei tempi. Ma la risposta esiste, no? È facile. Si trova su tutti i libri di storia. Dopo l’8 settembre 1943 nel nord Italia nacque la Repubblica di Salò, e poi la Resistenza sconfisse i fascisti. Il 25 aprile 1945 poi la guerra finì e ci fu la Liberazione. Come dicevo ho 44 anni. Ho fatto il liceo dal 1976 al 1981. La mia visione dei fatti storici del 1943 e seguenti era come ho detto. Il Nord prigioniero dei fascisti, i partigiani che alla fine vincono e liberano tutti. Salò una cosa impensabile, triste, grigia, cattiva. Un nome quasi malefico nel suo essere associato al Male.
E ovviamente dal 25 aprile 1945 al 1946, in cui ci fu il referendum tra Monarchia e Repubblica per quel che mi riguardava non era successo più nulla di significativo. I buoni avevano vinto. In un immaginario molto scolastico vedevo solo la festa.

Chiariamo subito una cosa: non sto dicendo che Salò doveva vincere. No. Il postulato alla base delle mie riflessioni è lo stesso di Pansa: la vittoria nella II Guerra Mondiale (e quindi anche in Italia) andò alla parte che rispettava di più i valori e la dignità dell’uomo. Avesse vinto l’altra parte (e in Italia l’altra parte era il Fascismo prima e Salò poi) sarebbe stato peggio.
Ma detto questo è necessario secondo me andare oltre quello che giustamente Pansa chiama il “dogma storiografico”.

Riprendiamo il filo del discorso. Nel 2002 Pansa inizia a occuparsi a livello storico del periodo 8 settembre 1943-25 aprile 1945, con il libro I Figli dell’Aquila, dove parla di chi scelse di combattere nella RSI (Repubblica Sociale Italiana). Ci fu chi giudicò inutile discutere di quelle cose, ma tutto sommato all’epoca fu un dibattito intenso sì ma non al calor bianco. Il libro, che usava come espediente narrativo il seguire le vicende di un combattente nella RSI elevandolo a possibile simbolo di tutta una generazione, si chiudeva con la morte del protagonista alla fine della Guerra. A questo punto Pansa si chiese “ma DOPO il 25 aprile cosa successe a chi perse la guerra?”, e partendo da questa domanda tutto sommato normale iniziò un cammino storiografico e narrativo che produsse altri tre libri: Il Sangue dei Vinti, Sconosciuto 1945, e l’ultimo La Grande Bugia, una trilogia che offre un affresco di fatti, dati, eventi che accaddero in Italia tra il 1945 e il 1946.

Occorre dire che in effetti anche altri si erano cimentati in questo campo. Ma c’era un particolare non da poco: erano stati tutti studiosi e ricercatori dell’area culturale della Destra, fascisti o semplicemente di destra, ed avevano offerto il punto di vita dello sconfitto che accusa il vincitore di violenza. Dati, fatti, prove potevano anche esserci nei libri dei vari storici o memorialisti di Destra, ma la cultura ufficiale accademica (e soprattutto la cultura accademica STORIOGRAFICA) gli negavano una qualsiasi validità bollandoli con l’accusa di essere “menzogne fasciste”. Cosa ha di diverso Pansa? Il fatto che appartiene senza ambiguità all’area culturale della Sinistra. Che ha scritto di antifascismo per anni e anni, e che nessuno può accusarlo di essere “fascista dentro”, senza fare una figura ridicola.

Pansa è quello che decide di non giocare più secondo le regole o i “dogmi” accettati da tutti. L’Eretico, che dice verità scomode, e per questo viene attaccato.

Ma attaccato per cosa? Tutto nasce da Il Sangue dei Vinti, un libro dove Pansa descrive, basandosi su documenti e testimonianze, i delitti che avvennero nell’Italia del nord DOPO la fine della Guerra, per mano di frange di Partigiani che approfittarono del periodo del primissimo dopoguerra per “sistemare” affari privati o politici. Il Sangue dei Vinti fece scandalo per una serie di motivi. Primo: affermava che a liberare il Nord Italia non fu la Resistenza, ma gli eserciti Alleati. Secondo: pose in dubbio il fatto che ci fosse un seguito popolare esplicito alla Resistenza, così come anche alla RSI, ipotizzando che nei due casi a una minoranza di persone decise andasse sommata una vasta zona di popolazione che voleva solo sopravvivere alla Guerra, e che vedendo come le sorti erano favorevoli agli Alleati sostenne i partigiani per questo motivo. Terzo: ipotizzò che nel dopoguerra frange del PCI intendessero proseguire lo scontro in attesa dell’imminente insurrezione popolare. Questo fece sì che nel clima di subbuglio di quei mesi chiunque fosse identificato come potenziale “nemico del popolo” o “ostacolo all’instaurazione della repubblica popolare”, corresse pericolo di vita, e in molti casi fosse eliminato. Non solo i fascisti sopravvissuti, ma anche i partigiani non-comunisti, o gli antifascisti di area liberale e cattolica. C’è anche altro nel libro, ma questo bastò a scatenare una tempesta come mai si era vista. Tutta l’intellighenzia di sinistra (storiografica, giornalistica, filosofica, politica) andò addosso a Pansa, accusandolo di fare il gioco di Berlusconi, di non essere uno storico, di dire cose false, di screditare la Resistenza, e in sostanza di essere diventato un “infame”.

Pansa scrisse un altro libro su questo tema, Sconosciuto 1945, e le reazioni furono sempre più accese ed isteriche. Poi nell’autunno del 2006 ecco questo La Grande Bugia, che in un certo senso sintetizza e riassume tutto il percorso dal 2002 ad oggi, con in più un puntuale confronto con i principali detrattori di questo percorso.
Dico subito che il libro si legge molto bene. Pansa offre dati, fatti, fonti e chi vuole può benissimo andare a controllare. Certo, non li mette nelle “note”, come dovrebbe fare uno storico “serio”, ma ci sono. L’ho letto, come ho letto Il Sangue dei Vinti, e devo dire di essere convinto della giustezza di quello che dice. Ho scoperto molte cose che prima non sapevo, e concordo con Pansa nel dire che solo la conoscenza ci permette di giudicare bene i fatti. Solo se cerco di conoscere l’altro posso accettarlo. A un certo punto del libro ho trovato un passo estremamente incisivo: l’unico modo con cui uno che la pensa diversamente da noi può sperare di essere accettato da noi è se si PENTE di quello che ha pensato. Prima si deve pentire e poi FORSE posso accettarlo. Ossia il farti entrare (o ri-entrare nel caso di persone che a un certo punto pensano cose diverse dal gruppo sociale a cui appartengono) si basa sulla tua abiura e rinuncia a quello che pensavi prima. Questo è il motivo (o uno dei motivi) per cui è impossibile accettare l’Altro così come è. L’Altro deve conformarsi a me, anzi non solo questo: deve riconoscere che il mio pensiero è quello giusto e il suo è sbagliato in sé, e non solo perché lo dico io.

Trovo, come dicevo, fondata e condivisibile la tesi di Pansa, ossia che esista una Grande Bugia sulla Resistenza e su quello che successe dopo la Liberazione. Le storie e i dati forniti mi paiono inequivocabili e non capisco davvero chi si ostina a negare l’evidenza. Non li capisco tanto più se le critiche sono quelle che si leggono nel libro. Pansa infatti ha articolato questo libro anche come replica collettiva a tutti i suoi detrattori, affrontando volta per volta le dichiarazioni di numerosi personaggi (Armando Cossutta, Marco Rizzo, Angelo d’Orsi, Gianni Vattimo, Massimo Cacciari, Giorgio Bocca, Sandro Curzi, Sergio Luzzato, Furio Colombo, Paolo Flores D’Arcais e altri ancora). Ho letto le cose che Pansa riporta nel libro a nome di questi critici/storici/filosofi/politici e poi per curiosità e scrupolo mi sono messo a cercare le fonti originarie, ossia i testi dove erano apparsi gli stralci citati da Pansa. Ovviamente non li ho trovati tutti, ma qualcuno sì e posso dire che corrispondono. E’ quindi dopo aver controllato e non solo confidando in quello scritto nel libro , che posso dire che a mio parere non esiste una critica che è una sensata. Le critiche/accuse al percorso di Pansa pur essendo molte possono essere raggruppate in alcuni filoni: a – i libri di Pansa non valgono niente perché vendono troppo (tipico argomento degli storici. I loro libri vendono poco e sono invidiosi); b- – i libri di Pansa non valgono niente perché si basano su dati falsi (e questo non è vero, o perlomeno nessuno di quelli che l’hanno detto si è messo di lena a smascherare questi falsi. Ad oggi nessun dato citato è mai stato smentito); c – i libri di Pansa non valgono niente perché non sono scritti da uno storico serio, ma solo da dilettante (tipico argomento della casta che respinge l’estraneo che pretende di dire la sua); d – i libri di Pansa non valgono niente perché sporcano la leggenda della Resistenza e la Resistenza ha un diritto morale ad essere tramandata ai posteri senza macchia (argomento usato dai politici soprattutto, e dall’ANPI); e – i libri di Pansa non valgono niente perché si limitano a ripetere cose già dette ed affrontate molto meglio e più analiticamente dagli storici competenti in altri libri (cosa non vera, e infatti dove sono questi altri libri?).

Detto questo voglio concludere concentrando però l’attenzione ancora su due punti, il secondo dei quali sicuramente interesserà gli appassionati di fumetti
Prima cosa: leggendo La Grande Bugia ho avuto ancora una volta la conferma che la “Cultura Ufficiale” in Italia fa schifo. E questo a tutti i livelli. E’ il concetto stesso di “cultura ufficiale”, ossia di un gruppo che può parlare in nome e a nome della Cultura di tutti, stabilendo , come corollario cosa non è ufficiale e che quindi non ha la dignità di un discorso serio e scientifico, che fa acqua. La cultura ufficiale davanti al periodo 25 aprile 1945-inverno 1946 per decenni non ha ammesso che siano esistiti omicidi post-bellici commessi da partigiani che continuavano la Guerra in attesa dell’insurrezione popolare. La Cultura Ufficiale per decenni ha chiuso gli occhi davanti alle foibe, a Porzus, a mille episodi che sporcano tutto quello di valido e sacrosanto che c’è stato nella lotta partigiana, tutto per paura di andare contro chi controllava la storiografia ufficiale. La cultura ufficiale ha reagito in modo ringhioso e isterico davanti a un outsider che ha preso i suoi documenti, li ha verificati, e ha dato voce a un mondo che per decenni era stato ignorato. Volutamente ignorato perché non degno nemmeno di essere preso in considerazione. E dato che io per carattere e storia rifuggo e detesto da sempre qualsiasi “cultura ufficiale” (nei fumetti ed altrove) non posso che sentirmi molto vicino a Pansa in questo suo essere eretico.

Seconda cosa: leggendo alcune delle critiche fatte a Pansa, soprattutto quelle di Segio Luzzato o Marco Rizzo, il deputato di Rifondazione, mi è venuto in mente subito Unknown Soldier di Garth Ennis. Perché? Ricordate il discorso finale del Soldato Fantasma? A un certo punto rievoca il momento in vide per la prima volta un campo di concentramento. E Ennis fa dire al suo personaggio che di fronte a un male simile, un male così assoluto il Soldato Fantasma sentì di essere autorizzato a fare qualsiasi cosa. Perché se lui aveva combattuto il nazismo, ed il nazismo era questo male puro, allora lui (il S.F.) era moralmente giustificato a fare qualsiasi cosa, perché il suo combattere il male puro lo aveva reso il Bene, e in quanto Bene anche Giusto. L’America combattendo il nazismo aveva ottenuto una purezza tale per cui i suoi obiettivi erano sempre giustificati, e assolvevano qualsiasi mezzo usato per raggiungerli. Bene. Alcuni dei discorsi degli antifascisti duri e puri mi ricordano il Soldato Fantasma. Quando è impossibile negare l’evidenza dei fatti gli omicidi commessi dopo il 25 aprile 1945 vengono assolti perché commessi da chi ha subito il nazi-fascismo e lo ha combattuto. I partigiani per il fatto stesso di aver combattuto il fascismo sono giustificati ANCHE per i delitti commessi dopo la fine della guerra, in quanto mezzo per combattere ed eliminare il Male Assoluto.
E allo stesso modo oggi l’aver combattuto il Male fornisce l’alibi per fare qualsiasi cosa, dire qualsiasi cosa, negare l’evidenza, attaccare chi dissente, insomma di fare tutto, perché l’obiettivo “non sporcare la Resistenza” è giusto. Il guaio per chi pensa questo, come per il Soldato Fantasma di Ennis, è che pur partendo da un dato di fatto ossia la POSITIVITA’ dell’essersi opposti al nazi-fascismo, ci si ammanta di questa positività per auto-assolversi da qualsiasi crimine successivo. Per cui l’ingiuria o l’uccisione mediatica sono assolte a priori perché lo si fa in nome della Resistenza.

Chiudo. La Grande bugia è un bel libro. Compratelo o fatevelo prestare. Può infastidire, può disturbare, può irritare. Ma va letto.
gennaio 2007

domenica 13 aprile 2014



  

               ANCONA


EROINA, QUATTRO ARRESTI AD ANCONA PER DROGA PROVENIENTE DA CAMORRA


ANCONA 11 APR. Eroina della Camorra di Casal di Principe, spacciata ad Ancona da pusher al soldo di due trafficanti tunisini. E’ lo scenario scoperto dal Reparto operativo dei carabinieri, che ieri hanno sottoposto a fermo i due nordafricani trovati in possesso 244 grammi di eroina e contanti per 10 mila euro. Secondo gli investigatori, la droga veniva spacciata a 120 euro al grammo in piazza del Plebiscito, piazza Roma o vicino alla stazione.
( Marchenotizie.it)
                    MARCHE

CRISI ECONOMICA, NELLE MARCHE -22% DI OCCUPATI NEL 2013

13 APRILE 2014 15:11
ANCONA 13 APR. La dinamica occupazionale registrata nelle Marche nel 2013 e’ risultata piu’ debole di quella nazionale. E’ uno dei dati che emerge dal ‘Rapporto sull’industria marchigiana’, realizzato dal centro studi della Confindustria regionale, in collaborazione con Banca Marche.
Gli occupati sono diminuiti di 22 mila unita’, con un calo del 3,4% rispetto alla media 2012 e la contrazione ha interessato tutti i settori produttivi: -12 mila unita’ nei servizi (- 3%), -3.900 unita’ nell’industria in senso stretto (-2%), -3.600 unita’ nelle costruzioni (-8,7%) e -2.700 unita’ circa in agricoltura (-16,4%). In diminuzione anche l’offerta di lavoro: nella media del 2013, le forze di lavoro sono diminuite di circa 9.000 unita’, pari al -1,3% rispetto al 2012. Il tasso di attivita’ (15-64 anni) ha perso tre decimi di punto attestandosi al 68,8% (69,1% nel 2012), valore piu’ elevato sia della media nazionale (63,5%) che di quella delle regioni centrali (67,4%). In forte crescita sono risultati i marchigiani in cerca di lavoro: +20%, pari a circa 13 mila unita’) mentre il tasso di disoccupazione ha raggiunto l?11,1%, superando di due decimi di punto quello delle regioni del Centro Italia (10,9%). Il tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni si e’ attesta al 36,1% (40% in Italia), mostrando un ulteriore incremento rispetto al 2012 (28,6%). Nell’anno 2013 le ore di cassa integrazione sono aumentate del 22,6% rispetto all’anno precedente, passando da 38 milioni del 2012 a 46,8 milioni del 2013. In aumento sono risultati gli interventi ordinari (+68,9%) e quelli in deroga (+18,8%); in diminuzione quelli straordinari (-4,1%). Dall’analisi dei dati per ramo di attivita’, e’ emerso un aumento delle ore complessive autorizzate nell’edilizia (+44,6%), nell’artigianato (+25,8%), nell’industria (+21,6%) e nel commercio (+11,2%).

(Marche notizie IT)
                FALCONARA   E    DINTORNI

Falconara Marittima: due nuove telecamere per la sorveglianza della stazione


Con un comunicato, il Comune di Falconara ha confermato l'installazione di due telecamere di nuova generazione ad alta definizione che aumenteranno la sorveglianza nella zona della stazione
In tempi record è stato adeguato l’attuale sistema divideosorveglianza del centro-città (zona Piazza Mazzini - ViaCavour - Stazione F.S.). Due telecamere (oltre a quella già esistente in piazza Mazzini) di nuova generazione e ad alta risoluzione perlustreranno il tratto di via Flaminia all’incirca da Via Cairoli a via Roma ed oltre. Ad inizio settimana il vicesindaco Clemente Rossi lo aveva annunciato in commissione consiliare per la sicurezza.
I dispositivi orientabili e ad alta tecnologia sono collegati ai monitor del front office della Polizia Municipale, per un controllo ‘live’ sulla zona, e contestualmente registreranno tutte le fasi di ripresa per una eventuale ricerca a posteriori.
Con questo intervento viene completato il sistema di videosorveglianza già presente ed operativo in piazza Mazzini– spiega il vicesindaco Clemente Rossi –. Saranno un valido aiuto per monitorare nell’arco delle 24 ore un’intera zona soggetta a criticità, come già segnalato più volte da molti cittadini. Questo intervento non deve far venir meno l’attento controllo già svolto da parte degli esercenti e da privati, che tanto serve alle stesse Forze dell’ordine. Sto valutando anche la possibilità di far installare un video schermo, collegandolo al sistema comunale, nella locale Tenenza dei Carabinieri, dietro nulla osta del Comando”.
Nel frattempo prosegue il percorso per dotare la città di un controllo più attento per quanto riguarda le emergenze e la sicurezza. Falconara ha aderito al progetto regionale di video sorveglianza promosso dalla Protezione Civile delle Marche, già parzialmente realizzato per Ancona, e dove l’ occhio elettronico sarà utilizzato sia per la sicurezza cittadina sia per monitorare i fossi e prevenire il fenomeno delle discariche abusive. Polizia municipale, Lavori Pubblici e tecnici di Marche Multiservizi hanno già stilato una lista di priorità delle zone dove installare le telecamere, sia nell’ipotesi minimale che in quella più complessiva. Nell’elenco, oltre al centro e alla zona stazione, sono state individuate anche, tra le altre zone, il litorale, Villanova, la zona industriale-artigianale, Castelferretti, la Rocca (via Clementina) e Rocca Mare. Il Comune sta lavorando inoltre allo studio dei tracciati in fibra ottica per collegare le telecamere ad alta risoluzione anche alla centrale operativa del Comando Provinciale dei CC e della Questura. Il progetto è globale, ma viste le risorse si procederà a stralci.
 “Ci stiamo impegnando al massimo per reperire le risorse necessarie per dotarci di una tecnologia innovativa ed innalzare così i livelli di sicurezza in città – commenta il vicesindaco con delega alla sicurezza Clemente Rossi -. Avere queste ‘sentinelle’ non significa blindare la città, ma consentirà un monitoraggio costante anche nelle zone, periferiche e meno antropizzate, dove è assai difficile un presidio capillare
Falconara Marittima: due nuove telecamere per la sorveglianza della stazione
(Ancona Today)

                                 MARCHE


I profughi sbarcano nelle Marche


 MARCHE

Marche, il volo per Roma
da giugno con Mistral Air


ANCONA - Dal primo maggio Alitalia torna nell'aeroporto Raffaello Sanzio di Ancona con un collegamento diretto per Roma e la prosecuzione, via Fiumicino, verso tutto il network nazionale, internazionale e intercontinentale di Alitalia. I voli verranno effettuati tre volte al giorno con partenze da Ancona e da Roma in mattinata, a centro giornata e in serata. Dal primo giugno al 30 settembre verrà introdotto, tutti i martedì, giovedì, venerdì e la domenica, anche un quarto collegamento quotidiano Ancona-Roma-Ancona, attivo nel pomeriggio.

I voli Ancona-Roma Fiumicino saranno effettuati, dal primo giugno, in cooperazione con Mistral Air, la compagnia aerea italiana che dal 2002 è di proprietà del Gruppo Poste Italiane. Mistral Air utilizzerà su questa rotta un aereo turboelica Atr-72 da 68 posti, con propri piloti e assistenti di volo.

L'utilizzo di un aereo Mistral Air rappresenta il primo passo - si legge in una nota - nell'accordo di cooperazione industriale e di sviluppo delle sinergie dopo l'investimento di Poste Italiane nel capitale azionario di Alitalia.
( Corriere Adriatico)
MONTEMARCIANO

Colpo in casa da 200 mila euro
Presa la banda italo-albanese

Il blitz nell'abitazione di una coppia di anziani invalidi


MONTEMARCIANO - Sono stati denunciati e identificati gli autori del maxi furto da 200 mila euro in casa di due anziani invalidi Presi gli autori del maxi colpo nella casa di due anziani. I carabinieri di Montemarciano hanno denunciato la banda che ha assaltato l'abitazione di una coppia di ultraottantenni invalidi scappando con un bottino di circa duecentomila euro tra contanti e preziosi. I carabinieri hanno denunciato tre persone, un italiano e due romeni, tutti residenti a Montemarciano. Nel corso delle indagini, i militari hanno appurato che i due romeni si erano già resi responsabili di altri tre furti, tutti nel 2013, in danno dei medesimi proprietari, fino ad oggi mai denunciati.

              IESI  


Far West all'ospedale di Jesi
Ubriaco aggredisce sanitari, 7 feriti


IESI - Far West al Pronto soccorso di Jesi. Un tunisino completamente ubriaco ha dato in escandescenze, aggredendo medici e infermieri, prendendo a calci gli arredi e danneggiando un’ambulanza. Ci sono voluti dieci uomini per bloccarlo e riuscire a sedarlo prima dell’arrivo dei carabinieri. Un inferno scoppiato alle 22,30 di venerdì. E a causa sua, sette operatori sanitari sono rimasti feriti con prognosi dai sette ai dieci giorni. Ennesimo allarme sicurezza, che solo per fortuna non ha coinvolto anche pazienti e persone in attesa al triage
Erano circa le 22,30 quando al Pronto soccorso s’è presentato un tunisino (M.S. le sue iniziali), 37 anni nullafacente, residente in città. L'uomo, completamente ubriaco, ha dato in escandescenze scagliando calci contro gli arredi della sala d’aspetto e del triage. Scene di panico, sotto gli occhi inorriditi delle decine di persone in sala di attesa e degli operatori che non riuscivano a bloccarlo.
Quattro infermieri, un operatore del 118 e due inservienti sono rimasti feriti. Sette persone finite sotto infortunio. I pazienti in osservazione si sono barricati nelle stanze di visita, così come hanno fatto alcuni infermieri. Ma l’uomo ha divelto la porta e aggredito gli operatori sanitari. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. L'ubriaco dopo aver smaltito la sbornia è stato dimesso ieri mattina alle 11,30.
(Corriere Adriatico)