venerdì 29 marzo 2013


                                                   

                                               BUONA  PASQUA

domenica 24 marzo 2013

 Tecnici irresponsabili

I “tecnici” stanno dimostrando d’essere fra i più tecnicamente incapaci, oltre che fra i più politicamente irresponsabili. Questa storia dei debiti della pubblica amministrazione sarebbe grottesca, se non fosse orrida. Prima fanno girare l’illusione che si possano liquidare subito circa 50 miliardi, poi ripiegano su 20 nella seconda metà di quest’anno e altri 20 il prossimo. Prima parlano esplicitamente di “decreto legge” per sbloccare i fondi, con il ministro dell’economia che anticipa la possibilità che tale decreto fosse varato dal Consiglio dei ministri di ieri, poi non ne presentano neanche una bozza, ma lo annunciano in un futuro in cui, non so se lo sanno o se se ne sono resi conto, loro non saranno più in quei posti. Ma non basta, perché il decreto dovrebbe arrivare dopo che il Parlamento avrà votato e approvato la variazione dei saldi macroeconomici, come se non fosse evidente che quando il Parlamento potrà dedicarsi all’approvazione di relazioni e leggi vorrà dire che non solo un nuovo governo è al lavoro, ma anche un nuovo presidente siede al Colle. Giacché prima di allora è in altre faccende affaccendato.
Mercoledì scorso avevo scritto di questo tema, mettendo in pagina non poca prudenza. Non che mi faccia piacere sbollentare l’entusiasmo per i soldi che a molti sembravano già pronti per l’incasso, ma ritenevo giusto far presente che i passaggi necessari non erano poi così banali e immediati. La mia prudenza, frutto di quel che resta della cultura istituzionale, era stata largamente travolta dalle parole del governo stesso, compresa un’intervista del ministro Vittorio Grilli, che dalla prima pagina de Il Sole 24 Ore strillava gli imminenti pagamenti. Poco male, pensai, ho esagerato in realismo, ma mi fa piacere ammetterlo se questo porta le aziende che ne hanno diritto a incassare il dovuto. Molto male, invece, perché sulle pagine di questo giornale si trovava qualche brandello di competenza tecnica, evidentemente sconosciuto ai tecnici, ai professori, ai bravi, a quelli, insomma, che non perdono occasione per dare lezioni. Invece dovrebbero studiare, e prima di quel momento tacere. Del resto, fra loro c’era chi li aveva avvertiti: il solito Gianfranco Polillo, cui tocca la sorte di dire cose ovvie venendo smentito in tempo reale.
Quindi: niente decreto, niente soldi, solo l’annuncio dell’avvio dell’iter parlamentare per l’atto propedeutico. Niente. Il che, sia chiaro, supera la mia prudenza, traducendola in immobilismo. Se non in presa in giro. Nemmeno una parola, invece, sulle altre cose che avvertivamo il governo, questo governo, poteva fare subito: a. rimediare alla norma che prevede l’impossibilità di pagare chi non è in regola con fisco e previdenza, perché poteva essere conseguenza proprio della disonestà statale e suona più che beffa il fatto che lo Stato, in quel caso, consegna i soldi al creditore, cioè a sé stesso; b. far funzionare la banca dati dei debiti da onorare, perché ancora oggi si procede per stime laddove si dovrebbero solo tirare delle somme. Niente.
L’unica cosa chiara è che il governo ripete a pappagallo il via libera stabilito dalla Commissione europea, ma non lo traduce in alcun atto concreto. Mentre la più ardita decisione che prende consiste nello stabilire che a risolvere il problema sarà il governo successivo. Dove si spera che “tecnici” di tale levatura non siano chiamanti neanche a esprimere un’opinione.
Ribadisco: il problema non era semplice e non c’era da spettarsi che il Consiglio dei ministri lo risolvesse in un colpo. Ma questo è quello che avevo scritto io, ovvero il contrario di quel che avevano detto loro. Sono sicuro che oggi sono pronti a dire: ma ignorantelli, non lo sapete che i problemi sono complessi e le procedure vanno rispettate? Noi sì, lo sappiamo. Sono loro che hanno fatto finta si potesse aggirare tutto. Se fossero dei politici si direbbe: imbroglioni. Ma sono dei tecnici e, evitando la rima, si può ben dire: incapaci.
 Fuori gli inetti

E’ troppo. Fino a ventiquattro ore fa le dimissioni dei ministri degli esteri, Giulio Terzi, e della difesa, Giampaolo Di Paola, sarebbero state un segno di dignità e della conservazione di un briciolo di senso dello Stato. Niente da fare, mancavano. Ora, dopo l’ultimo, orrendo passaggio, sono da considerarsi un’urgente necessità. Il presidente del Consiglio non è affatto estraneo ai tanti e madornali errori commessi. In condizioni normali l’accaduto avrebbe provocato la caduta del governo, per manifesta incapacità. Ma non siamo in condizioni normali, il governo è già dimissionario, viviamo una crisi difficile e Mario Monti non può lasciare il suo posto. Allora prenda immediatamente l’interim di esteri e difesa, vada lui, martedì, a riferire alla Camera, si assuma le sue responsabilità e, soprattutto, utilizzi il tardivo allontanamento dei due inetti quale strumento per azzerare e far ripartire i rapporti con le autorità indiane. Accadrà comunque, a cura del prossimo governo. Ma il tempo manca e si deve correre. Anche ammesso (e non concesso) che i due ministri abbiano delle ragioni, quelle passano totalmente in second’ordine rispetto ai doveri che hanno nei confronti delle istituzioni, degli italiani e di due militari. Che, pur essendo all’origine del problema, dimostrano maggiore coraggio e rettitudine di quanta loro siano in grado forse solo di pensarne. 
Oramai la catena degli errori è così lunga che manca lo spazio per stenderla. Anche andando per sommi capi, oramai l’elenco è devastante. Da ultimo la totale idiozia di comunicare che il governo invertiva la rotta e rispediva i due detenuti in India in quanto aveva avuto rassicurazione circa l’esito del processo. Era esclusa la pena di morte. In tale comunicazione pubblica il ministro degli esteri non indovinava neanche l’intestazione della carta. C’era di che togliergli anche la patente di guida. Prima di tutto la legge italiana impedisce l’estradizione di qualsiasi essere umano, qualsiasi cosa abbia commesso e di qualsiasi reato sia accusato, verso paesi che potrebbero punirlo con la pena di morte. Se questo vale per le estradizioni, figuriamoci per la riconsegna di due nostri militari. Ma a parte ciò, tale questione sarebbe valsa fin dal primo momento, e anche per il ritorno dopo le vacanze di Natale. Se sono accorti solo adesso, i rintronati della Farnesina?
Infatti, quella era una scusa. I nostri militari non rischiano (non rischiavano, almeno) la pena di morte. Il fatto è che la decisione di non farli rientrare era stata presa da un ministro in stato confusionale, al punto da credere d’essere veramente un ministro. Gentile Terzi, lei non lo è. Non è all’altezza. Monti ha sbagliato a designarla e Napolitano a nominarla. Se ne convinca, lei è un segnaposto. Stia fermo e stia zitto. Sta di fatto che per rimangiarsi la precedente cretinata, che seguiva l’idea assurda di ricevere i due come fossero eroi, sono state chieste rassicurazioni agli indiani. Loro le hanno fornite, perché intanto il guaio è scoppiato anche in India, divenendo strumento per attaccare Sonia Ghandi, che, difatti, ha reagito schierandosi contro l’Italia. Il Paese che le diede i natali. Ma, forse, il ministro degli esteri, Salam Khurshid, pensò di interloquire con un collega pensante e mai avrebbe supposto che l’altro sarebbe andato a dirlo alla stampa. Fatto l’errore è saltato su il ministro della giustizia, Ashwani Kumar, il quale ha escluso il collega potesse avere venduto la sentenza di un processo manco iniziato. Arriva il nostro sottosegretario, Staffan De Mistura, e dice: abbiamo l’impegno scritto. Mi domando: dove li hanno trovati, al club dell’incapace?
Il nostro ministro della difesa è stato, bontà sua, assai meno loquace, ma due militari sono in pericolo senza che nessuno abbia sollevato il problema della pirateria, del perché non provvedono gli indiani (in acque territoriali è compito loro, e fuori non hanno giurisdizione) e del perché a bordo delle nostre navi ci sono militari e non contractors.
E in questo gorgo ci siamo infilati per non avere affrontato all’origine il problema: Finmeccanica. Ogni ora in cui Terzi e Di Paola restano al loro posto è un’ora di danno all’Italia.

martedì 12 marzo 2013

Questa mattina è stato fatto un sopralluogo d'urgenza nell’area dell’ex Montedison, a seguito di una segnalazione da parte di un cittadino. E' infatti collassato il complesso "Le Arche".
La struttura sembra essere crollata nella notte. Durante il sopralluogo, effettuato dal vicesindaco Rossi con i proprietari e il Comando di Polizia Municipale, ho mantenuto un contatto costante con la Sovrintendenza, essendo Le Arche tutelate da vincolo. Rappresentavano infatti l’esempio più importante di archeologia industriale dell’intera area.
Ora occorre che la proprietà e la Sovrintendenza accelerino il dialogo per il progetto di recupero, prima di ulteriori collassi nel altre strutture.


(dalla pagina f.b del Sindaco)



domenica 10 marzo 2013



Banche e Comune di Falconara summit per il rilancio dell’economia cittadina

 
FALCONARA – Il Sindaco Goffredo Brandoni, il vicesindaco Clemente Rossi e l’assessore Raimondo Mondaini hanno incontrato al castello di Falconara Alta i responsabili delle banche locali. Hanno risposto all’invito dell’amministrazione comunale Banca dell’Adriatico, BCC, Banca CARIM, UniCredit, Banca Marche e MPS. Il Sindaco ha illustrato le difficoltà che si riscontrano sul territorio e ha ribadito la grande attenzione e sensibilità dell’amministrazione alla sofferenza delle imprese locali.Il ruolo che può avere il Comune da sempre punto di riferimento per i cittadini e le imprese del territorio è di interpretare i bisogni e promuovere iniziative adeguate a sostegno delle esigenze del sistema produttivo e a sostegno in particolare delle piccole medie imprese industriali e artigiane.Sono state gettate le basi per condividere insieme interventi comuni e volti ad affrontare l’emergenza.Da parte dei funzionari è stata registrata particolare sensibilità e disposizione ad affrontare in termini positivi l’attuale situazione di crisi. Marito anche dell’Amministrazione comunale che si è fatta promotrice di questo momento di confronto volto proprio a individuare quali possano essere gli strumenti e il ruolo dell’Amministrazione per avviare tutti i percorsi necessari a dare ossigeno e sostegno alle aziende. Le parti sono consapevoli della complessità del percorso ma ad ogni modo si impegnano, in base a ruoli e competenza, per favorire la ripresa del territorio.Da parte sua l’amministrazione sta esperendo tutte le vie per facilitare l’accesso al credito e al microcredito alle imprese che già in difficoltà per la crisi economica necessitano di strumenti adeguati allo stato attuale dell’economia. E proprio per approfondire questi temi e giungere ad ipotesi di misure operative è già nella volontà di entrambe le parti di rincontrarsi a breve.

(Cronache anconetane)

martedì 5 marzo 2013

"Dieci punti ristoro: da birrerie a enoteche, da taverne 

a osterie, da gastronomie a paninari. Non solo. Da non

 perdere, domenica 17, il banchetto medievale nella 

taverna “Le Grotte dei Cortesi” in via Fanirelli. Alle 13 

tutti a tavola, obbligatoria la prenotazione 

(3281275133 oppure 3333077484 chiamare

 ore pasti). In una cornice caratteristica tra profumi e 

musica del medioevo si potranno gustare piatti 

genuini dagli ‘antiqui sapori’ e tipicità locali: erbaggi e 

zuppe, papacchiane de polenta al sugo de anatra, 

porco laccato al miele con frutta secca, salse 

afrodisiache e tante altre specialità".


lunedì 4 marzo 2013

In occasione della Giornata Internazionale della 

Donna il Comune di Falconara, per tutto il mese di 

marzo, promuove “Marzo donna 2013”, una serie di 

iniziative all’insegna dell’universo femminile.

Qui di seguito il programma.



sabato 2 marzo 2013

Marche, disoccupazione all'11,3 %
Un giovane su quattro è senza lavoro

Nella regione 81 mila senza posto, ottomila lo hanno perso nel corso del 2012. Dilaga il precariato

 ANCONA - Nelle Marche il tasso di disoccupazione sale all'11,3%, con altri 9 mila posti di lavoro persi nel 2012, che portano a 81 mila il numero dei disoccupati.

«Sono dati impressionanti - dice il segretario generale della Cgil Marche Roberto Ghiselli - che obbligano tutti, anche nella nostra regione, a mettere il tema del lavoro al centro dell'attenzione». «Una ragione in più per dare presto un nuovo Governo al Paese, ponendo fine ai tatticismi di queste ore. Con la chiusura delle urne è finito il tempo delle urla e degli insulti: questo è il momento della responsabilità, soprattutto di chi pensa di interpretare la voglia di cambiamento del Paese».
Nel periodo ottobre-dicembre il numero degli occupati è pari a 636 mila unità, ovvero, 9 mila in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (-1,4%). Un calo che interessa esclusivamente il lavoro dipendente (-2,1%, pari a 10 mila unità) e in particolare gli uomini che pagano il prezzo più alto della crisi con 13.000 posti di lavoro persi (-5,1%), parzialmente compensati dall'incremento del numero di lavoratrici dipendenti (+1,3%).

Torna leggermente a crescere il lavoro autonomo +0,7%), un incremento che riguarda solo gli uomini, mentre le lavoratrici autonome subiscono un netto calo. Aggravano il quadro i dati sulla disoccupazione, con un tasso che sale prepotentemente all'11,3%: un valore mai raggiunto finora nei 20 anni di rilevazioni trimestrali dell'Istat. La disoccupazione femminile raggiunge l'11,9%, ma ormai, sottolinea l'Ires, «le differenze di genere sono pressochè annullate, visto che la disoccupazione maschile ha raggiunto il 10,8%».

Coloro che cercano lavoro salgono così a 81 mila persone, 24 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2011, di cui 44 mila uomini e 37 mila donne. In crescita anche il dato di coloro che cercano lavoro per la prima volta: 18 mila persone, particolarmente allarmante è il dato di coloro che cercano il lavoro dopo aver perso quello che avevano: un esercito di 38.000 disoccupati, 12.000 in più rispetto al quarto trimestre 2011 (+47,0%). Ma è soprattutto il fronte giovanile che suscita il maggior allarme, con un tasso di disoccupazione tra gli under 24 anni che nel 2012 raggiunge la cifra record del 28,6%. Nelle Marche ben più di un giovane su quattro non riesce a trovare lavoro, una dramma che si somma alla piaga della precarietà che riguarda il 91% delle assunzioni.
Sabato 02 Marzo 2013 - 15:34