giovedì 31 marzo 2011

Dal Corriere Adriatico

Le manutenzioni delle strade cittadine

Vie Palermo e Milano Si chiudono i cantieri

Falconara “Nel pieno rispetto dei tempi e con quanto previsto dal piano triennale delle opere pubbliche e dal piano degli investimenti sono stati conclusi gli interventi di sistemazione e manutenzione di tratti di strada di via Milano e via Palermo”. L’assessore Matteo Astolfi nell’annunciare la conclusione dei lavori, ricorda che in questi anni gli interventi di sistemazione del sistema viario cittadino posti in essere dall’amministrazione comunale hanno riguardato tanto le zone periferiche della città come via del Consorzio e via Marconi quanto le vie del centro urbano. “Lo scopo principale – prosegue l’assessore - è quello di garantire una circolazione sicura ed efficiente ai cittadini individuando le priorità di intervento sulla base di criteri oggettivi: come le aree caratterizzate da un significativo volume di traffico, da un numero di contenziosi rilevanti, dalle tipologie di utenti e dai disagi provocati ai cittadini. Dai prossimi giorni è in programma l’asfaltatura di tratti di strada di via Leopardi e di via Rosselli in quanto vie particolarmente interessate da un intenso traffico cittadino e dalla presenza di strutture socio sanitarie. Ci siamo adoperati per tempo in modo da utilizzare, immediatamente con l’arrivo della bella stagione, tutti i fondi a disposizione a eccezione di un fondo per gli interventi d’emergenza, con l’impegno di destinare alla sistemazione delle strade anche le ulteriori risorse che eventualmente si dovessero liberare”. Entrambi gli interventi appena conclusi hanno avuto un costo che si è aggirato intorno ai cinquantamila euro.


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“Serve un monitoraggio della situazione”

I sindacati: “A quando i fondi per disoccupati?”

Falconara Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil di Falconara, dopo aver partecipato alla discussione sul regolamento del Fondo di solidarietà per i disoccupati, chiedono di sapere come e quando i fondi saranno erogati. Il rappresentanti delle tre sigle sindacali ricordano che nel febbraio scorso durante un incontro con l’amministrazione per discutere delle linee guida sul bilancio di previsione del 2011, tra i punti caratterizzanti del documento, c’è stata la richiesta di non aumentare le accise locali e le tariffe per i servizi a domanda individuale. Quest’anno il sindacato vorrebbe proporre anche di istituire un fondo trasversale a sostegno delle persone disagiate, che hanno perso il lavoro o che hanno contratti precari. Cgil, Cisl e Uil ritengono inoltre fondamentale l’istituzione di un tavolo di concertazione e monitoraggio sulla disoccupazione in generale, ma anche per i soggetti disabili che, così come le donne e gli immigrati, subiscono più di tutti gli effetti della crisi. Le organizzazioni sindacali sono in attesa di essere convocate per discutere dei dati del bilancio di previsione 2011, “dopo l’incontro di febbraio – spiegano – non è stato possibile conoscere qual è l’intenzione dell’amministrazione”.


(da Cronache anconetane)Tensioni nel Pdl – Ciccioli: “Anche i vertici nazionali sono con me, nessun commissariamento per la federazione di Ancona”


Ma il disegno è sempre lo stesso. E’ quello di scegliere un candidato perdente (vedi il caso Marcantoni a Senigallia nelle amministrative dell’anno scorso) pur di mantenere equilibri interni favorevoli. Meglio qualche consigliere di opposizione purché allineato invece che tentare di conquistare spazi politici anche con qualche personaggio “non ortodosso” ma che può far vincere la coalizione. Se non si fa in quel modo, crisi di nervi, si rompe il giocattolo, si rovescia il tavolo, si va a piangere da papà. Le cose non stanno così e lo sa bene. L’area moderata cattolica, socialista riformista e liberale è in sofferenza proprio per questo. Perché alla fine coloro che vengono dalla destra, abituati ad essere compressi, con le unghie e con i denti lo spazio se lo difendono, mentre le persone appunto moderate, che vorrebbero impegnarsi in politica ed avere dei ruoli, vengono schiacciate e spesso espulse da questo meccanismo. Il problema è che ho le spalle larghe e questo modo di fare non mi impressiona per niente. Nei due giorni prima del fuoco d’artificio finale, già minacciato e meticolosamente preparato, ho più volte non solo teso la mano a una soluzione concordata, ma accettato la mediazione sia del Sen. Casoli che dell’On. Ceroni per sedersi a un tavolo. Nessun incontro perché o le soluzioni sono quelle che dice Bugaro, finalizzate a mantenere i propri equilibri interni, oppure non vanno bene. Non solo non mi presto, ma contesto che non si debba scegliere, per il bene superiore de Il Popolo della Libertà e della nostra area politica, la soluzione migliore, più favorevole e più di possibile successo. Prontissimo a dare la mano perché il rancore in politica è puerile, così come gli atteggiamenti di sufficienza e spocchiosità, ma nessun passo indietro sulla politica. Chi ci crede le battaglie le porta avanti anche se talvolta non va nella direzione del quieto vivere. Ma del resto è noto che non ho mai scelto il quieto vivere o la convenienza personale”.

Nel tardo pomeriggio di mercoledì 30 marzo l’onorevole Ciccioli ha fatto sapere che: “Un conto è comunicare e manipolare i fatti, un conto è vedere le cose come stanno. Questa mattina alla Camera tutti i vertici nazionali del PdL, financo quelli più vicini a Bugaro, sono venuti a salutarmi e a dirmi che sanno come stanno le cose e di aver pazienza. Io pazienza ne ho, tanta, tenacia e resistenza ne ho anche da vendere. Vado avanti anche rafforzato dai tanti che mi hanno espresso solidarietà, soprattutto tra gli ex di Forza Italia, allontanati negli anni passati dal loro partito, quando non esisteva ancora il PDL. Alcuni dei firmatari (20 su 37) che si sarebbero dimessi, mi hanno telefonato personalmente per dirmi che non solo non mi sono ostili ma continueranno a lavorare come e più di prima, ma non se la sentivano di non dare la firma richiesta da Bugaro che li aveva nominati personalmente. I nodi si scioglieranno ad autunno quando ci sarà, finalmente, un congresso vero. Mai emarginato persone provenienti dal centro o addirittura dalla sinistra, a cominciare dagli ex socialisti che hanno aderito al PdL, che ho sempre tenuto in grande considerazione. Bugaro ha un progetto di potere e si arrabbia quando non viene assecondato. Io mi interesso di politica e solo alla politica guardo, nel quadro delle idee, dei valori, dell’impegno, del merito. Non mi interessano inciuci, affari, furbizie. Non sono un ex democristiano, e questo è chiaro, ma guardo alla capacità della storica DC, quando era grande, di valorizzare i migliori. Poi emersero i peggiori e la DC finì male. Nessun avversario si è complimentato mai per la mia attività politica: è segno buono. Quando gli avversari ti danno la solidarietà, c’è qualcosa che non va. Verdini mi ha detto che avrebbe convocato Bugaro a Roma e mi ha chiesto di incontrarlo. Ho detto immediatamente di sì come già avevo detto di sì al Senatore Casoli e all’Onorevole Ceroni sabato e domenica scorse. Sono disponibile a discutere su tutto. Anche ad offrire contropartite, ma non ho nessuna intenzione di accettare, per il quieto vivere, proposte sbagliate. Al di sopra di tutto il bene del PdL delle Marche e dei marchigiani, le correnti e i personalismi, pur comprensibili, vengono dopo”.

(da Cronache anconetane)


mercoledì 30 marzo 2011


L’assessore Astolfi annuncia la conclusione dei lavori in via Milano e via Palermo



Cronache Anconetane



FALCONARA – “Nel pieno rispetto dei tempi e con quanto previsto dal Piano Triennale delle Opere Pubbliche e dal piano degli investimenti sono stati conclusi gli interventi di sistemazione e manutenzione di tratti di strada di via Milano e via Palermo”. L’assessore Matteo Astolfi nell’annunciare la conclusione dei lavori, ricorda che in questi anni gli interventi di sistemazione del sistema viario cittadino posti in essere dall’Amministrazione comunale hanno riguardato tanto le zone periferiche della città come via del Consorzio e via Marconi quanto le vie del centro urbano. “Lo scopo principale – prosegue l’Assessore- è quello di garantire una circolazione sicura ed efficiente ai cittadini individuando le priorità di intervento sulla base di criteri oggettivi: come le aree caratterizzate da un significativo volume di traffico, da un numero di contenziosi rilevanti, dalle tipologie di utenti e dai disagi provocati ai cittadini. Dai prossimi giorni è in programma l’asfaltatura di tratti di strada di via Leopardi e di via Rosselli in quanto vie particolarmente interessate da un intenso traffico cittadino e dalla presenza di strutture socio sanitarie. Ci siamo adoperati per tempo in modo da utilizzare, immediatamente con l’arrivo della bella stagione, tutti i fondi a disposizione ad eccezione di un fondo per gli interventi d’emergenza, con l’impegno di destinare alla sistemazione delle strade anche le ulteriori risorse che eventualmente si dovessero liberare”. Entrambi gli interventi appena conclusi hanno avuto un costo che si è aggiratp intorno ai cinquantamila euro.

Dopo il boom del mercatino francese


“Falconara come Riccione Così si valorizza l’isola”



Dal Corriere


Falconara Un cartello su una vetrina per dire grazie ma anche per stimolare il Comune ad animare il centro di Falconara. E’ comparso ieri mattina dopo il bagno di folla che ha accompagnato il mercatino francese nello scorso weekend, alla sua seconda apparizione nel 2011 dopo quella di gennaio. Tre giorni tra bancarelle e prelibatezze d’oltralpe che hanno conosciuto un successo di pubblico pazzesco. Accanto a questo è arrivata la deroga per l’apertura domenicale dei negozi per un’offerta full. Così ieri Andrea Chudoba dal suo locale in piazza fratelli Bandiera ha voluto ringraziare con un cartello evidente affisso in vetrina: “Falconara come Riccione. Grazie per questi tre giorni di fiera. Valorizziamo la zona pedonale, ci vuole poco”.

domenica 27 marzo 2011


Dal Corriere Adriatico


Aloisa Bacci


Auguri alla nonna per le 101 candeline


Falconara Ancora una volta il sindaco Bandoni ha portato i suoi auguri e quelli dell’amministrazione comunale ad una cittadina falconarese che ha felicemente doppiato la boa del secolo di vita. In questo caso gli anni sono addirittura 101 e la festeggiata è Aloisa Bacci Suriano, nata il 26 marzo del 1910 e residente in via Ville. Il Sindaco si è recato di persona a fare gli auguri a nonna Eloisa (anzi bisnonna visto che da pochi giorni e è nata la pronipote Mia) per offrirle, come sua abitudine da quando si è insediato in Comune, un gran mazzo di fiori. L’omaggio è stato molto gradito dall’anziana signora che ha accolto con gioia il primo cittadino venuto a complimentarsi per questo ulteriore traguardo. Vedova dal 1963, Eloisa Bacci Suriano è una casalinga e vive da sempre a Falconara.

Dal Corriere Adriatico


Mercatino da impazzire



La Signorini pensa a una replica per l’8 maggio festa della patrona,

ma il tema sarà diverso



Falconara Basta andare a naso. Anche senza sapere dov’è piazza Mazzini al mercatino francese si arriva seguendo gli odori, gli aromi, i profumi intesi e particolari. Quelli dei formaggi per cui l’esagono è famoso in tutto il mondo, il Brie, il Bleu d’Auvergne, il Camembert, il S. Marcellin, il Mont d’Or, le decine di varianti dei formaggi di capra e poi ovviamente i dolci croissant, pain au chocolat, tarte tatin, brioche, pain au raisin, ma anche i biscotti bretoni in una ventina di qualità diverse. Quelli dello stand dedicato ai piatti pronti da consumare sul posto o da portare via per un assaggio di sapori francesi con la tartiflette e il ricco cassoulet, tutte specialità da degustare calde, insieme alle baguettes appena sfornate.

Insomma il mercatino tutto dedicato ai prodotti d’oltralpe è il paradiso dei gourmet, ma non mancano tessili (i famosi tessuti provenzali), cesti, abbigliamento (il cachemire in particolare), profumi, spezie, saponi ed essenze alla lavanda. “I venditori sono tutti molto soddisfatti – commenta l’assessore alla Cultura e turismo Stefania Signorini – l’affluenza è anche maggiore rispetto allo scorso anno e siamo felici quindi di avere replicato la manifestazione”. Per l’assessore è una specie di scommessa vinta quella del mercatino regionale francese, che nel 2010 è arrivato per la prima volta nelle Marche proprio su invito dell’amministrazione comunale falconarese. “C’è tanta gente – dice la Signorini – da Ancona e anche dalle altre città della provincia, vuol dire che a Falconara se ci sono iniziative interessanti ci si viene molto volentieri. Ha funzionato anche il piano di comunicazione mirato con la pubblicità fatta nei luoghi giusti”. Visto che iniziative specializzate attirano sempre, l’assessore alla Cultura e turismo ha deciso di puntare anche su un altro evento legandolo alla festa della patrona. “Abbiamo in programma un mercatino analogo – spiega – simile come organizzazione, ma diverso come tema, ci contiamo molto anche perché vorremmo farlo diventare un appuntamento fisso legato all’8 maggio, giorno in cui si celebra la festa della Beata Vergine del Rosario che a Falconara non è mai stata una ricorrenza molto sentita”.

marina minelli,

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“Incarico difficile, deficit pesantissimo”


Commissione bilancio Baia nuovo presidente


Falconara Raimondo Baia è il nuovo presidente della commissione consiliare Bilancio. “Il Pdl ha avanzato il mio nome – dice Baia – e con orgoglio ho raccolto l'invito sapendo bene, quali saranno le difficoltà alle quali andremo incontro, considerando il pesantissimo deficit con cui l'amministrazione, ogni singolo giorno, deve confrontarsi”.

Baia, che è stato eletto con votazione unanime, ci tiene a ringraziare “in particolar modo, i consiglieri Severini (Udc), Calcina (Cic) e Lodolini (Pd) per la stima che hanno espresso nei mie confronti”. “Comincia nel modo migliore questa avventura con una bella iniezione di fiducia”, assicura anche se ammette di “lasciare con rammarico la commissione Servizi sociali e tutte le persone con cui ho lavorato in grande armonia”.

“Come presidente della commissione Bilancio – prosegue – sarò sempre attento ai suggerimenti ed ai consigli che verranno avanzati dall'opposizione e laddove, verranno riscontrate fattive proposte, queste saranno valutate senza alcuna preclusione politica. Eredito l'ottimo lavoro effettuato dalla collega Giorgia Fiorentini che saluto e ringrazio. Ora cominciamo immediatamente a rimboccarci le maniche considerando il fatto che aprile e giugno si avvicinano, e lo sguardo corre già al bilancio consuntivo e di previsione”.

giovedì 24 marzo 2011


Dal Corriere Adriatico


Per usufruirne occorre fare domanda entro il 29 aprile


Tassa rifiuti, ecco tutte le agevolazioni


Falconara L’amministrazione comunale ha definito le condizioni per poter usufruire delle agevolazioni sulla Tarsu. L’esenzione dall’imposta è concessa ad un nucleo familiare composto da una o due persone, ambedue di età non inferiore ad anni 65 al 30 settembre 2010, il richiedente deve essere proprietario o affittuari della sola abitazione di residenza ed eventuale pertinenza come definita ai fini Ici e disporre di un valore dell’Isee non superiore a 7.380 euro annui. Per ottenere la riduzione del 50% dell’imposta è necessario appartenere ad un nucleo familiare all’interno del quale deve essere presente un titolare di pensione, il richiedente deve essere proprietari o affittuari della sola abitazione di residenza ed eventuale pertinenza come definita ai fini Ici, non di lusso e non risultare proprietari di altri immobili e disporre di un valore dell’Isee non superiore a 8.500 euro annui. I cittadini che hanno diritto alle agevolazioni dovranno compilare e far pervenire entro il 29 aprile l’apposito modulo al servizio Tributi, allegando l’attestato Isee riferito al 2010. “Nonostante l’avvio della raccolta differenziata – commenta l’assessore Mondaini - l’amministrazione ha deciso che la tariffa applicata alla cittadinanza non subirà alcun aumento”.

martedì 22 marzo 2011


Mercatino francese al bis

Weekend da non perdere in via Bixio dopo il successo di gennaio






Dal Corriere


Falconara Dopo il grande successo della prima edizione torna anche quest’anno il mercatino regionale francese Jocaba che per tre giorni porterà in piazza Mazzini e lungo l’isola pedonale di via Bixio, i profumi e i sapori della “douce France” “Mercatino regionale Francese è un evento molto atteso – spiega l’assessore alla Cultura e al Turismo Stefania Signorini – e lo scorso anno ha portato nel centro di Falconara centinaia di persone provenienti da tutta la regione. Il mercatino dei prodotti e delle specialità francesi è arrivato nelle Marche per nostra iniziativa e nel 2010 è stato una esclusiva e naturalmente l’abbiamo confermato subito, appena concluso, vista la folla e l’interesse che aveva suscitato. Lo riproponiamo dunque per lo stesso week end, l’ultimo di marzo, e nello stesso luogo, piazza Mazzini che si è rivelata essere il contenitore ideale per questo tipo di eventi”.

La Promec Eventi Milano ha ideato un mercatino itinerante sulla falsariga dei mercati che si svolgono normalmente in tutte le città francesi. Ci saranno un’ampia offerta di prodotti enogastronomici ed artigianali ed sarà un’occasione davvero unica per gustare baguettes e croissants appena sfornati, biscotti, formaggi e vini provenienti da tutte le regioni della Francia, accanto a spezie e frutta secca dei Caraibi francesi. Non mancheranno, anche questa volta, i prodotti artigianali: stoffe, tovaglie, cesti, saponi e profumi della Provenza e tanto altro. I prodotti legati all’enogastronomia francese rappresentano il cuore del mercatino, ci saranno infatti oltre 40 i tipi di formaggi dal Mont d’Or con la tipica confezione di legno, al Brie della Ille de France, vini in oltre 30 varianti, dallo Champagne al Bordeaux fino al Sidro, salumi che abbinano spezie ad erbe aromatiche. E poi biscotti bretoni (20 varietà diverse di ripieno, dal cocco al sesamo, dal cioccolato al limone) e lo stand delle spezie che provengono, nella maggior parte dei casi dalle ex colonie francesi. Da non perdere lo stand dedicato alle crepes, alle Tartiflette e al Cassoulet, tutte specialità da degustare calde, insieme alle baguettes appena sfornate. “Questa ampia e qualificata offerta di prodotti – osserva l’assessore alla Cultura – è un percorso attraverso numerose regioni francesi e può ricordare piacevoli momenti di vacanza in terra di Francia, ma offre anche spunti per programmare un bel viaggio oltralpe”. Il mercatino sarà aperto venerdì 25 marzo dalle 14 alle 20, sabato 26 e domenica 27 marzo dalle 10 alle 20.

venerdì 18 marzo 2011

Crocifisso nelle scuole, l'Italia vince la battaglia Non vìola i diritti umani





La Corte europea dei diritti dell'uomo mette la parola fine alle polemiche sui crocifissi nelle scuole. Una battaglia durata cinque anni



Strasburgo - Storica vittoria dell'Italia a Strasburgo: dopo 5 anni di dibattito la Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo ha infatti assolto il Paese di violare i diritti umani con la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche non vìola i diritti umani. La decisione della è stata approvata con 15 voti favorevoli e due contrari. I giudici hanno accettato la tesi in base alla quale non sussistono elementi che provino l’eventuale influenza sugli alunni del simbolo della religione cattolica.

Dibattito rinviato ai giudici nazionali La Corte di Strasburgo ha però osservato che non è sua competenza prendere posizione in un dibattito, quale quello sul valore del simbolo rappresentato dal crocefisso, ancora aperto all’interno del Paese tra le principali istituzioni giuridiche nazionali, il Consiglio di Stato e la Corte di Cassazione. Quello che è certo, comunque è che l’obbligo di presenza del crocefisso nelle aule scolastiche "non può essere ritenuto indottrinamento da parte dello Stato". Secondo la Corte, infatti, il crocifisso "è un simbolo essenzialmente passivo" e la sua influenza sugli alunni non può essere paragonata all’attività didattica degli insegnanti.

La soddisfazione di Frattini e Vaticano "Oggi ha vinto il sentimento popolare dell'Europa - ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, protagonista in prima linea della battaglia - La decisione interpreta soprattutto la voce dei cittadini in difesa dei propri valori e della propria identità. Mi auguro che dopo questo verdetto l'Europa torni ad affrontare con lo stesso coraggio il tema della tolleranza e della libertà religiosa". Soddisfatto anche il Vaticano, che, attraverso la sua emittente Radio Vaticana, ha commentato: "La vittoria oggi non è solo dell’Italia ma anche degli altri Paesi e di tutti coloro che ritenevano assurdo imporre la rimozione del Crocifisso dalle aule scolastiche. Resta da ricordare che parliamo della Corte che fa capo al Consiglio d’Europa, cioè l’organismo a 47 Paesi distinto dall’Unione Europea".

Cinque anni di dibattito Una battaglia approdata alla Corte di Strasburgo il 27 luglio 2006. Allora l’avvocato Nicolò Paoletti presentò il ricorso con cui Sonia Lautsi, cittadina italiana nata finlandese, lamentò la presenza del crocifisso nelle aule della scuola pubblica frequentata dai figli, ritenendo tale presenza un’ingerenza incompatibile con la libertà di pensiero e il diritto ad un’educazione e ad un insegnamento conformi alle convinzioni religiose e filosofiche dei genitori. La prima sentenza della Corte (9 novembre 2009) diede sostanzialmente ragione alla signora Lautsi, affermando la violazione da parte dell’Italia di norme fondamentali sulla libertà di pensiero, convinzione e religione e scatenando un’ondata d’indignazione. Il Governo italiano, a quel punto, ha domandato il rinvio alla Grande Chambre della Corte, ritenendo la sentenza 2009 lesiva della libertà religiosa individuale e collettiva come riconosciuta dallo Stato italiano. La Grande Camera, accettata la domanda di rinvio, ha ascoltato le parti in causa, Stato italiano e legale ricorrente, rinviando ad oggi la sua decisione definitiva. Nel merito dei contenuti giuridici, la questione è stata affrontata dal ministro degli Esteri, Franco Frattini in una serie di riunioni dedicate alla riflessione sulle argomentazioni da utilizzare nel ricorso sulla sentenza Lautsi. Il titolare della Farnesina ha personalmente presieduto due riunioni interministeriali (17 dicembre 2009 e 21 gennaio 2010) che hanno consentito rispettivamente di migliorare e formalizzare la memoria difensiva con il consenso di tutti gli attori coinvolti. Frattini ha contestualmente inviato ai suoi omologhi dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa una lettera esplicativa della posizione italiana in merito alla questione come rappresentata nella memoria difensiva, presentata alla Corte, al fine di poter ricevere un sostegno non solo politico ma fattivo sul piano processuale, cioè un intervento degli Stati come ’terzì a favore dell’Italia. Hanno risposto positivamente intervenendo a favore nostro nel giudizio davanti alla Corte San Marino, Malta, Lituania, Romania, Bulgaria, Principato di Monaco, Federazione Russa, Cipro, Grecia e Armenia


dal Corriere Adriatico


Paura in via Trieste per lo schianto di un mezzo fuori controllo


Camion senza freni contro il muro


Falconara Paura in via Trieste. Il camion di un artigiano falconarese si sfrena, il conducente non riesce a fermarlo e finisce dritto contro il muretto della villa del dottor Sergio Gentili. Nessun ferito ma danni al camion e al muretto dell’abitazione, in particolare alcune colonnine in muratura sono state danneggiate dall’urto. Il cancello d’ingresso è stato transennato per sicurezza.

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Il disagio dei residenti


Falconara Non è la prima volta che lungo via Flaminia scoppiano liti e risse. Una situazione delicata per i residenti che hanno sempre segnalato il disagio di trovarsi lungo una strada che al traffico elevato da qualche tempo aggiunge anche elementi di preoccupazione per l’ordine pubblico. In questa direzione si sono sempre adeguati i controlli effettuati dalle forze dell’ordine che hanno intensificato i controlli per prevenire fenomeni criminosi. Difatto, in questo momento l’unica zona dove, nonostante il via vai, sembra esserci più calma è il tratto di strada davanti alla stazione ferroviaria illuminato a giorno da una serie di lampade.

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Via De Bosis

Rubata vettura aziendale


Falconara Ladri in azione davanti alla palestra “Palloni” di Falconara. La titolare Roberta Palloni, infatti, lo scorso mercoledì ha subito il furto della sua Wolkswagen, utilizzata dalla responsabile come auto aziendale. Il furto è avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì scorsi. A scoprire il fatto è stata la stessa titolare la mattina successiva, la quale ha subito denunciato il furto ai Carabinieri. La vettura era parcheggiata nei pressi dell’abitazione della stessa, tra via Trieste e via De Bosis. “Il fatto è molto strano perché la mia auto era parcheggiata insieme a tante altre – dichiara Roberta Palloni –Inoltre sono sicura di avere lasciato le portiere chiuse. Nel caso remoto che la chiusura centralizzata non avesse funzionato, non vorrei pensare che a Falconara ci sia qualcuno che faccia il giro delle strade per rubare quelle rimaste aperte”. Non è l’unico furto subito dalla titolare: qualche tempo fa si era vista frantumare un finestrino durante una sosta veloce e portare via la borsa appoggiata all’interno della vettura. In un’altra occasione, invece, oggetto del furto è stato l’impianto stereo dell’auto.

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Il singolare conguaglio di Prometeo per un utente falconarese

L’assegno-rimborso da un centesimo


Falconara A Falconara con i soldi non si scherza. E non lo fa neanche Prometeo. Tanto che il titolare della pizzeria Chudoba si è visto recapitare a casa un assegno da addirittura un centesimo di euro. Protagonista della vicenda è Andrea Chudoba, che un paio di settimane fa ha ricevuto tramite raccomandata dalla Prometeo, gestore di gas metano ed energia elettrica, un assegno per il rimborso di una bolletta pagata eccessivamente. Inutile descrivere la sorpresa di Andrea nello scoprire la cifra rimborsata. “Nel caso fosse stato firmato un assegno da 20 euro o 10 euro sarebbe stato sicuramente più nella norma – spiega Chudoba –. Lo strano fatto deriva probabilmente dall’aver affidato il conferimento dei rimborsi a qualche computer”. Secondo il titolare è positivo che Prometeo si preoccupi di rimborsare anche solo un centesimo ai suoi clienti. Anche se, secondo lui, così facendo c’è un inutile spreco di carta. “Io mi preoccupo molto del tema della sostenibilità ambientale – precisa – tanto che faccio parte dell’associazione Punto e a capo, un gruppo che, tra gli altri, si batte anche su questo tema”.


giovedì 17 marzo 2011


BUON COMPLEANNO ITALIA



INIZIATIVE A FALCONARA M.


-Mercoledì 17 marzo,
** alle ore 17, presso l’isola pedonale e Piazza Mazzini, la Città sarà allietata da “Note d’Italia – Concerto per la celebrazione dei 150°” del Corpo Bandistico di Castelferretti, della Corale Musicanova, della Corale Padre Pier Battista da Falconara, delle Corali Associazione Artemusica, alunni e alunne, studenti e studentesse delle scuole di Falconara.

** alle ore 21,15 presso Auditorium Centro Musicale “F. Marini” di Via Marsala, andrà in scena lo spettacolo “ Lo Stivale Tricolore….. Uniti risorgeremmo un giorno” a cura dell’Associazione “Koinè” che garantisce come sempre il divertimento all’insegna di musica e teatro. (Ingresso libero)


Cara Patria depressa, rialzati e non pensarci più

(di Marcello Veneziani

Stamattina all’alba è stata rinvenuta priva di sensi, sui gradini della sua abi­tazione nota come altare della patria, una donna di nome Italia


Stamattina all’alba è stata rinvenuta priva di sensi, sui gradini della sua abi­tazione nota come altare della patria, una donna di nome Italia. Aveva trascor­so per strada la notte tricolore e aveva brindato al suo compleanno fino a ubria­carsi. Quando i dipendenti della nettezza urbana l’hanno trovata, era strafatta. In serata si era lasciata andare ai ricordi e ha cominciato a piangere e a bere. Rive­dendo i filmini, i cimeli e le foto del suo passato, ha pensato alle violenze che ha subito nei secoli da invasori e invasati, ti­ranni di fuori e vigliacchi di dentro; ha ri­pensato agli stupri, alle calunnie e alle fe­rite che le hanno inferto anche in fami­glia. E ha lanciato per rabbia lo stivale. Poi ha pensato alle glorie e agli amori del passato e le è cresciuto pure il rimpianto e il rimorso. Infine ha pensato che da quando è nata le guastano puntualmen­te la festa di compleanno. Cent’anni fa, quando inaugurò la sua casa-altare, sparlarono di lei i socialisti che non la riconobbero come madrepa­tria perché i proletari non hanno patria, i cattolici che la consideravano una sver­gognata che civettava con atei e massoni, e i repubblicani che detestavano la sua casa reale e la sua tresca monarchica. Cinquant’anni fa, quando celebrarono il suoi cent’anni, i comunisti e le sinistre la consideravano ancora amante di na­zionalisti e fascisti, mentre loro erano in­ternazionalisti, devoti alla patria sovieti­ca e taluni a quella cinese. Quest’anno in­v­ece è toccato ai leghisti a nord e i neobor­bonici a sud rovinarle il compleanno, of­fendere il suo tailleur tricolore e la sua canzone preferita,l’inno di Mameli,scrit­ta per lei da un ragazzo che l’amava da morire. Così Italia si è buttata giù e nel pieno di questa guerra italo-italiana ha comincia­to a bere e a spaccarsi di droghe leggere e pesanti. A volte sogna di espatriare, ma ha il soggiorno obbligato in questa peni­sola. Vorrebbe farsi il lifting, siliconarsi e rifarsi pure le tette e le chiappe, per sem­brare un’altra. Poi cade in depressione e si lascia andare. Stamane sono giunti sul posto i carabinieri, l’hanno identificata e, vedendola scalza, l’hanno denunciata a piede libero.

martedì 15 marzo 2011

QUANDO LA SINISTRA SNOBBAVA MAMELI



Dagli extraparlamentari a D'Alema, così l'Inno è finito in soffitta


La Stampa

Ammettiamolo, non è che l’Inno di Mameli abbia sempre avuto tutti i difensori di queste ore, anzi. È stato sopportato, vissuto come uno stanco rituale, a volte apertamente osteggiato, talora irriso. Anche a sinistra.

All’ultimo congresso del Pci - marzo 1989, segretario Occhetto, presidente della Camera Nilde Iotti - per disattenzione stava per essere cancellata la norma che prescriveva di aprire ogni congresso con l’Inno, e solo dopo l’Internazionale e Bandiera rossa. E sapete chi salvò Mameli? Un dirigente dimenticato: «Su richiesta del critico musicale Luigi Pestalozza, è stata poi mantenuta nello statuto la vecchia norma (assente nella proposta fatta dalla commissione) che prescrive l’Inno di Mameli, l’Internazionale, l’Inno del lavoro e Bandiera rossa per le manifestazioni ufficiali del Pci».

«La verità è che l’Inno a sinistra, anche nel Pci, non appassionava nessuno», ricorda Goffredo Fofi. «Noi dei gruppi extraparlamentari ci sentivamo una retorica patriottarda, era usato nei film militareschi e parafascisti del dopoguerra... Cantavamo altro». Nel ’71 alcuni militanti gli chiesero se poteva aiutarli a riscrivere le parole dell’Internazionale di Franco Fortini. Come andò a finire l’ha narrato Cesare Bermani in Non più servi, non più signori: Fofi girò «su un foglietto rosa» il testo di Fortini a Luigi Manconi. Manconi lo riscrisse da capo, con gli slogan di Lotta continua. Oggi dice: «Non ricordo discussioni particolari su Fratelli d’Italia». Certo quella generazione, in piazza, non ci pensava minimamente a cantare Mameli. Le eccezioni erano poche. Luigi Pintor, per esempio, annotò nella Signora Kirchgessner: «Goffredo Mameli ha scritto un inno che dura da centocinquant’anni e non è poco. Aveva un viso triste e una grande barba, per sua fortuna non ha avuto biografi». Ma fischiatori sì. Valentino Parlato ora dice: «La verità è che gli inni sono tutti brutti, e parlarne nasconde i veri problemi dell’Italia. Noi del manifesto abbiamo sempre preferito Bella Ciao. Oggi se proprio devo scegliere preferisco Zaia a La Russa».

Fu Carlo Azeglio Ciampi, dal capodanno del duemila in poi, a iniziare una vera campagna per Riscoprire la patria (come racconta nel suo libro omonimo Paolo Peluffo). L’allora presidente rimase male quando, il 7 dicembre ‘99, Muti evitò - per «problemi tecnici», dirà - di suonare Mameli alla Scala. Così convinse Giuseppe Sinopoli a eseguire l’Inno alla fine del concerto di capodanno, dopo la Nona di Beethoven, l’1 gennaio del duemila. Fu un’apoteosi. Il Colle aveva commissionato due sondaggi riservati dai quali veniva fuori questo: l’80 per cento degli italiani apprezzava l’Inno; e nessuno accettava l’idea di sostituirlo. Musica odiata dagli snob, ma il popolo l’amava.

Uno studioso del movimento operaio come Marco Revelli conferma: «Se ce l’avessero chiesto a scuola, Mameli non l’avremmo cantato. In piazza lo contestavamo da sinistra in nome dell’internazionalismo. Non sapevamo neanche che era stato un eroe, e pure radicale, della repubblica romana...». Tuttavia anche la sinistra ortodossa non è che si «stringesse a coorte». Nel febbraio del ’97 Massimo D’Alema - caldeggiando “Un canto”, la nuova composizione regalata da Ennio Morricone al congresso del Pds - disse che l’antica norma nello statuto del Pci sull’Inno era solo «un’indicazione, un consiglio. Poi anche questo è caduto. Oggi diciamo che c’è maggiore libertà di esecuzione di musiche». Insomma, una canzone valeva l’altra. Il Pd di Veltroni suonerà invece Mameli alla fine di tutte le 110 tappe della campagna elettorale 2008. Ma all’epoca dei mondiali del 2002 L’Unità diretta da Furio Colombo scriveva nelle pagine culturali applaudendo i calciatori che omettevano di cantarlo. E nel correntone c’era chi (Gloria Buffo) sbuffava contro Mameli «usato come una clava».

Gli intellettuali storcevano il naso. Nel ’90 Va’, pensiero venne suggerito al posto di Mameli dal socialista Craxi, ma anche dal musicista radical Luciano Berio, dal filosofo Emanuele Severino, dallo scrittore Rigoni Stern, o dal sindacalista riformista Sergio Cofferati. Alcuni invece berciavano. Ancora nel 2003 i verdi (con Paolo Cento) e Rifondazione (con Luisa Morgantini) sono andati al Quirinale a fischiare l’Inno con la scusa di una manifestazione contro la guerra.

Non ci si può adesso lamentare solo della Lega. Giulio Andreotti raccontò che dopo il referendum sulla repubblica occorreva formalizzare l’Inno come «inno nazionale». Non se ne fece nulla. Il divo Giulio nel 2002 confesserà: «Io lo sopprimerei immediatamente, l’Inno. Quell’“elmo di Scipio”, quel “s’è cinta la testa”. Retorica insopportabile. Meglio il Nabucco». Non si sa chi l’aveva tolto dalla Carta, ma nella seduta più lunga della storia parlamentare - quella del 18 marzo ’49 per l’adesione alla Nato - alla fine volarono insulti. Gli stenografi annotarono: «All’Internazionale intonata dai banchi comunisti si contrappone l’Inno di Mameli». Come se fossero musiche di partito. Da questo veniamo. Fazioni. Bossi è arrivato molto, molto dopo tutto questo.

sabato 12 marzo 2011

Carnevale a Falconara. L'amministrazione rivitalizza il centro



























































mercoledì 9 marzo 2011

Pd, Cic e associazioni: “Pear, avanti tutta”




Dal Corriere


Falconara Il Pear non si tocca. E’ questo il messaggio che un gruppo eterogeneo di partiti e associazioni falconaresi, tra cui Pd e Cic, intendono mandare alla Regione. Gli esponenti dell’opposizione e alcuni della maggioranza del consiglio regionale hanno, infatti, recentemente espresso i loro dubbi circa l’effettiva utilità a supplire della carenza energetica del Piano Energetico e Ambientale Regionale (Pear). Gli altri partiti aderenti alla protesta sono “Italia dei Valori” e “Sinistra, Ecologia e Libertà”. Mentre tra le associazioni vi sono Legambiente Marche, il circolo Legambiente “Il martin Pescatore”, Ondaverde, il comitato di quartiere “Villanova”, il centro sociale Kontatto e l’Ambasciata dei diritti.

“Bisogna diminuire il peso ambientale di Falconara – dichiara Franco Federici, segretario PD della cittadina – Per farlo bisogna dare attuazione alla seconda parte del Pear, quella dedicata al risparmio energetico e allo sviluppo delle altre fonti rinnovabili”.

Il Pd e gli altri intendono focalizzare l’attenzione sul fatto che non solo quanto scritto 5 anni fa nel Pear circa la quantità di megawatt da produrre tramite fonti rinnovabili è stato esaudito, ma addirittura superato. A fronte di una richiesta di energia elettrica da parte della provincia di Ancona, insieme a quella di Macerata e Ascoli, inferiore a quasi il 7% tra il biennio 2007-2008 (dichiarata nella relazione previsionale programmatica della camera di commercio 2011). “La Regione basa le proprie critiche nei confronti del Piano su dati distorti e non aggiornati – dichiara Roberto Cenci, di Ondaverde - Negli ultimi due anni, infatti, vi è stato un vero e proprio boom di produzione di energia derivante dal fotovoltaico”. Secondo quanto sostenuto da Loris Calcina, capogruppo di Cic, la formazione del gruppo misto stesso non era scontata. “Evidentemente è stato percepito che si deve estendere tale problematica a tutta la Regione, in quanto il Pear non riguarda solo Falconara, che fa parte di una Provincia che produce già l’80% di tutta l’energia prodotta nelle Marche”.


Corriere Adriatico

La festa delle maschere a Castelferretti

Falconara Grande festa ieri pomeriggio a Castelferretti per la tradizionale festa del Carnevale giunta alla cinquantatreesima edizione. Nella centralissima piazza Albertelli un centinaio di bambini accompagnati dai genitori hanno celebrato dalle 14 alle 18 all’incirca il martedì grasso con giochi e balli sulle note della musica. L’organizzazione era curata dalla parrocchia di Sant’Andrea. Per l’occasione la polizia municipale aveva predisposto una serie di limitazioni al traffico per tenere lontano le auto. Come sempre nutrito anche il drappello dei ragazzi muniti di bomboletta con schiuma nella migliore delle tradizioni carnevalesche.

martedì 8 marzo 2011

lunedì 7 marzo 2011

Ricevo da Impegno Rosa e pubblico volentieri


1°CONFERENZA NAZIONALE SUL LAVORO E OCCUPAZIONE FEMMINILE.


Sabato 5 marzo, dalle ore 10.00 alle ore 13.30, presso l'Auditorium della Tecnica, Viale Tupini 65, all'Eur si è tenuto il Convegno "FATTORE D. - Prima Conferenza Nazionale sul Lavoro e l'Occupazione Femminile" promosso dal Settore Pari Opportunità del Popolo della Libertà.

All'incontro,organizzato dall'on.Saltamartini e dall'on. Lorenzin,hanno portato il loro contributo i Ministri Michela Vittoria Brambilla, Mariastella Gelmini e Giorgia Meloni, la Vice Presidente al Parlamento Europeo Roberta Angelilli,la senatrice Cinzia Bonfrisco, la Delegata del PdL in Europa alle Pari Opportunità Barbara Matera,la presidente della Regione Lazio Renata Polverini,il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e i rappresentanti della parti sociali I lavori si sono conclusi con l'interessante intervento del Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna.

IMPEGNO ROSA HA PARTECIPATO insieme ad altre simpatizzanti PDL

(erano presenti anche rappresentanti delle quote azzurre,pochi ma buoni!)

sabato 5 marzo 2011

Corriere Adriatico

Senza riscaldamento e luce, nell’hotel alluvionato


Falconara “Il perito sta facendo la stima dei danni e piano piano stiamo cercando di ripulire tutto”. È ancora molto sconsolato Lorenzo Borsini, che insieme al fratello gestisce da vent’anni l’hotel Avion. L’albergo e l’adiacente ristorante Al Diavoletto sono rimasti sommersi dall’acqua, investiti da un fiume in piena di fango e melma, che ha provocato almeno 200 mila euro di danni. L’acqua è entrata ovunque, un metro e 70 centimetri di altezza ha annegato il piano terra, entrando nelle prese elettriche, scaraventando una sull’altra sedie e mobili vari e distruggendo ogni cosa al suo passaggio.

Ieri mattina, dopo due giorni di intenso lavoro degli elettricisti, i gestori sono riusciti a riavere la luce almeno in una parte dell’hotel. Ci vorrà ancora tempo per riaverla in tutto lo stabile. Ripristinata anche una linea telefonica. “In questo modo - dice Borsini - possiamo almeno rispondere al telefono per dire ai clienti che non possono venire e magari per trovare loro delle soluzioni alternative. Alcuni, quelli che avevano prenotato tramite le agenzie, siamo riusciti a contattarli e a sistemarli in un altro albergo. Per gli altri non sappiamo come fare, perché tutti i dati erano nei computer che sono finiti in acqua e sono ormai inutilizzabili”. Nell’hotel non funziona neanche il riscaldamento e molti clienti, fuggiti in fretta e furia dalle finestre a bordo di una ruspa, hanno perso anche i documenti, portati via dalla forza dell’acqua e del fango.

“Rimane il dubbio se riusciremo a riaprire - dice ancora Borsini - bisogna vedere se ci danno lo stato di calamità e soprattutto quanto ci verrà effettivamente riconosciuto. Perché anche nel 2006 ci hanno stanziato dei fondi, ma ci hanno dato a malapena un terzo di quello che poi invece abbiamo speso. Non possono pensare di risolvere tutto con i 55 mila euro che ci hanno dato l’altra volta”.

Il tutto senza contare poi i mancati introiti per l’attività interrotta e gli stipendi dei sette dipendenti, costretti loro malgrado a starsene a casa.

Oggi l’inaugurazione della mostra

Una Collettiva di arti per la festa della donna


Falconara Sono due le iniziative promosse dall’assessorato alla Cultura del Comune in occasione della festa delle donne.

Oggi al centro Pergoli (piazza Mazzini ore 16) verrà inaugurata la collettiva di arti visive “Gli armonici sensi riflessi”, un percorso fra pittura, scultura e fotografia per scoprire “dal segreto di un fiore la sensibilità di una donna”. L’esposizione sarà aperta anche domenica dalle 16 alle 20 e poi per tutta la giornata dell’8 marzo dalle 9 e 30 alle 18 e 30. Marialisa Pettinari in collaborazione con l’associazione Artemusica ha ideato un evento nel quale sono coinvolte diverse forme espressive (arti figurative, musica, poesia) ma sempre con al centro il tema della donna e dell’universo femminile.

L’associazione Artemusica, che gestisce da molti anni il corsi di musica comunali, curerà, durante i momenti di apertura della mostra, alcuni intermezzi musicali che saranno eseguiti da allievi e insegnanti della scuola. Il 6 marzo l’auditorium Federico Marini in via Marsala accoglierà un altro concerto sempre a cura di Artemusica.

“Lo scopo di questa iniziativa – spiega Angela De’ Pace presidente di Artemusica – è anche quello di coinvolgere gli allievi in eventi aperti a tutta la città e dare spazio a giovani artisti del nostro istituto e dar loro la possibilità di suonare per la prima volta su un palcoscenico e davanti a un vero pubblico”. Ospite d’onore del concerto del 6 marzo il chitarrista Michele Piombetti. Sempre per la festa della donna, che quest’anno coincide con il martedì grasso, il lounge bar e ristorante Anello d’Oro in via Leopardi, organizza una grande festa in maschera fra mimose e coriandoli. L’appuntamento è alle 20 e 30 con musica dal vivo, balli e specialità dolci e salate ideate dallo chef appositamente per l’occasione.

m.m.

giovedì 3 marzo 2011

Fini lascia se fallisce con Fli. Ma non doveva farlo per Montecarlo?



E’ proprio in un momento come questo che le ambiguità, le zone grigie sui ruoli, le uscite da presidente della Camera ma anche (per dirla con Veltroni) da capo di Fli andrebbero rigorosamente evitate. Proprio quando la querelle sulla terzietà dell’inquilino di Montecitorio si fa più incessante e rovente, si dovrebbe agire per senso di responsabilità, quanto meno stabilendo le priorità. E nel caso di Gianfranco Fini il ruolo istituzionale dovrebbe prevalere su quello politico che certo, non può essere nascosto, ma non per questo agitato come una clava per demolire premier e governo.

Perché per chi invoca il rispetto dei ruoli istituzionali, blandisce il Colle sui richiami a scongiurare lo scontro istituzionale, andare in tv e scegliere l’arena mediatica per confermarsi leader di un partito di opposizione, diventa una pratica che indebolisce il già precario equilibrio (politico e istituzionale) in cui si muove Fini. Se a questo si aggiunge che da giorni il presidente della Camera è impegnato in un incessante tour televisivo per ricaricare le pile a eletti ed elettori dopo la diaspora e le liti in Fli, forse si comprende da che parte stia il concetto di terzietà. Prima il faccia a faccia con Sandro Ruotolo ad Annozero, poi quello con Lilli Gruber a Otto e mezzo, quindi la possibilità di un bis da Floris a Ballarò e prossimamente a Porta a Porta.

Un Fini scatenato, insomma. Che benedice la campagna di Fli sul federalismo a suon di slogan del tipo: ‘Lega+Pdl= più tasse per tutti”. A proposito: ma non si era autosospeso dal partito per non confliggere col ruolo istituzionale? E Bocchino nominato dal capo alla guida dei fiellini che fine ha fatto? Resta da capire – perché ancora non è molto chiaro – la direzione. Il presidente della Camera dice che vuole rifondare il centrodestra e tuttavia ammette che se il progetto fallirà, è pronto a lasciare la politica. Ma, viene da chiedersi: sarà forse come per la casa di Montecarlo?

Anche allora, eravamo in estate, in un videomessaggio sul sito futurista Generazione Italia, il presidente della Camera promise che avrebbe lasciato lo scranno più alto di Montecitorio se fosse stato accertato che la casa di Montecarlo fosse risultata riconducibile al cognato. Di mesi ne sono passati, il fatto è stato acclarato ma le dimissioni non sono mai arrivate.

Se fossimo tra gli ospiti del salotto tv di Vespa gli chiederemo volentieri di definire una volta per tutte il significato del termine “fallimento” perché sono in molti a ritenere che il progetto di Fli sia già fallito. Sarebbe necessario per capire quando Fini potrebbe far coincidere il senso della parola ‘fallimento’ con le relative conseguenze. Perché per ora, come abbiamo visto, siamo agli annunci.

A meno che Fini se un giorno dovesse fallire per davvero il progetto di Fli, abbia già deciso di lasciare la presidenza della seconda Camera per dedicarsi alla terza Camera: quella di Porta a Porta.



L'Occidentale

martedì 1 marzo 2011

La Libia e noi: la questione del gas


Di Carlo Stagnaro

La principale ragione per cui il petrolio non ci crea alcun problema di sicurezza è che “the world market, like the world ocean, is one great pool”. Purtroppo, questo non è vero per il gas. Non esiste una “pozza mondiale” a cui tutti attingono: il gas per la massima parte viaggia via gasdotto, e i gasdotti non possono essere ridirezionati, vanno sempre da un punto A a un punto B. Esistono degli stagnetti che danno qualche margine di flessibilità: gli “hub” che servono mercati più o meno integrati (per esempio, per l’Europa, Baumgarten), dove è possibile acquistare volumi spot, e soprattutto il Gnl (gas naturale liquefatto). Il Gnl – che ha rappresentato nel 2009 il 28 per cento di tutte le importazioni, ossia circa un quarto di tutto il trading di gas al netto degli “autoconsumi” nazionali – ha una flessibilità comparabile al petrolio, ma può approdare solo dove esistono infrastrutture adeguate a riceverlo (i rigassificatori). Questo a livello generale. Qual’è la situazione dei rapporti tra Italia e Libia?

I due paesi sono collegati dal gasdotto Greenstream, che va da Mellitah in Libia a Gela in Sicilia. Greenstream ha una capacità di trasporto pari a circa 11 miliardi di metri cubi di gas all’anno, della quale nell’anno termico 2009-2010 era stata conferito l’83,4 per cento. Nel 2009, cioè, a Gela è entrata una quantità di gas pari al 13,2 per cento della domanda nazionale, ossia, in valore assoluto, 9,2 miliardi di metri cubi. Greenstream è stato chiuso in seguito ai fatti di Tripoli. Questo al momento non ci preoccupa, vuoi perché l’economia va come va, vuoi perché le temperature quasi marzoline sono miti (tranne che negli ultimi pochi giorni) e, quindi, la domanda di metano per riscaldamento è bassa. Supponiamo, però, che Greenstream resti chiuso per un periodo di tempo sufficientemente lungo: saremo in grado di rifornirci del gas che ci serve?

Come dicevo, nel caso del petrolio il vincolo a cui guardare era la produzione: se la produzione globale è sufficiente a coprire la domanda globale, ossia se esiste abbastanza capacità inutilizzata da assorbire lo stop libico, l’Italia non ha altri problemi che il prezzo. Per il gas la faccenda è molto diversa: il vincolo (in prima approssimazione e in questo momento) non è costituito dalla produzione mondiale di gas, ma dalla capacità di trasporto inutilizzata nelle infrastrutture esistenti. Cioè: dati gli attuali livelli di consumo e gli attuali livelli di utilizzo delle infrastrutture, possiamo (riempiendo di più tubi e rigassificatori) rimpiazzare le importazioni libiche? (Sto ragionando, per semplicità, al netto di eventuali deficit di trasporto nazionali).

Prima di entrare nel merito faccio un esercizio un po’ arbitrario. Nel 2008 l’Italia ha consumato 77,8 miliardi di metri cubi di gas, producendone 8,5. Nel 2009 ha consumato 71,6, di cui 7,4 autoprodotti. Assumo, scolasticamente, che nel 2011 l’economia andrà bene, e quindi la domanda di gas tornerà a metà strada tra i livelli 2008 e 2009, cioè a circa 75 miliardi di metri cubi. Assumo anche che la produzione nazionale continuerà a scendere, assestandosi a 5 miliardi di metri cubi. La mia ipotesi di partenza è che il paese dovrà procurarsi all’estero 70 miliardi di metri cubi di gas. Ce la faremo, senza Greenstream?

I conti sono presto fatti: la capacità conferibile su tutte le altre infrastrutture è pari a 108,5 miliardi di metri cubi (molto teorici), di cui 96 sui gasdotti esistenti, e 12 nei due rigassificatori di Panigaglia e Rovigo. Sulla carta, ci siamo. Nella pratica, il livello di saturazione dei tubi nel 2009 – in particolare per le tre pipeline maggiori, Tag dalla Russia, Ttpc dall’Algeria, e Tenp dal Nordeuropa – era sempre superiore al 90 per cento, e quindi senza grande capacità di manovra. Oltre tutto, nei mesi scorsi una serie di guasti al gasdotto Transitgas (che sta a monte di Tenp e lo rifornisce) ne hanno causato prima la momentanea interruzione e poi il funzionamento solo parziale, riducendo di fatto la disponibilità teorica. In sostanza, quindi, la nostra polizza di assicurazione contro Gheddafi ha nome e cognome: Edison-ExxonMobil-Qatar Petroleum che, mettendo in campo gli 8 miliardi di metri cubi di capacità del rigassificatore di Rovigo, hanno fornito capacità aggiuntiva sufficiente a offsettare quasi completamente la Libia.

L’analisi dei numeri, dunque, induce un moderato senso di tranquillità ma, a differenza che nel petrolio, la tranquillità è legata essenzialmente alle prospettive non proprio eccitanti di crescita economica. Se la domanda dovesse tornare ai livelli pre-crisi, o se la produzione nazionale dovesse scendere più rapidamente del previsto, potremmo avere qualche problema. Si tratta, comunque, di un’eventualità remota.

Quello che sta accadendo, però, dimostra quanto sia importante aumentare la capacità di importazione nel paese, specialmente di Gnl che, per sua natura, è più flessibile (qui la lista dei gasdotti in sospeso e qui quella dei terminali di rigassificazione). Inoltre, paradossalmente, la chiusura di Greenstream non rappresenta per Eni (titolare del gasdotto e della maggior parte della capacità di trasporto) soltanto un costo, ma nasconde anche un elemento di beneficio: la crisi ha messo il gruppo di San Donato in difficoltà di fronte all’obbligo di onorare tutti i contratti “take or pay” che impongono (banalizzando) di pagare anche per i volumi di gas non ritirati. Questo ha causato una (momentanea) “bolla” del gas che ha depresso i prezzi spot. Il venir meno degli 11 miliardi di metri cubi libici risolve il problema.

Per chiarire, il mio ragionamento è pressapoco questo. Nel 2010, l’Eni ha pagato circa 1,24 miliardi di euro in penali take or pay con la Russia, dove ha deciso di concentrare gli effetti del calo della domanda italiana. Facendo alcune ragionevoli assunzioni sul contenuto dei take or pay e sul prezzo medio del gas a Baumgarten, si può stimare che i volumi non ritirati da Piazzale Mattei fossero dell’ordine dei 10-12 miliardi di metri cubi: guarda caso (non è ironico) proprio quello che viaggia tramite Greenstream. Per ulteriore chiarezza, bisogna anche aggiungere che non è Eni a importare il gas libico (formalmente), in quanto tale gas viene ceduto prima della frontiera, per rispettare i tetti antitrust, a tre altre società. Grazie a Gheddafi, l’Eni probabilmente nel 2011 non dovrà pagare penali a Putin.

Detto in termini più brutali, la chiusura del Greenstream e la conseguente scarsità di metano (che va a cancellare lo scenario precedente di eccesso d’offerta) consentirà da un lato all’Eni di ritirare, e rivendere, tutti i volumi contrattualizzati, dall’altro di sostenere i prezzi sul mercato – del metano e dunque, indirettamente, dell’elettricità. Quindi, anche in questo caso, il problema è più di sicurezza che di prezzi. A differenza che col petrolio, però, il problema è di prezzi e non di sicurezza per ragioni congiunturali, e non strutturali. Staremmo tutti meglio se la nostra sicurezza energetica non dipendesse dalle sfighe economiche e se, per continuare a garantirci l’approvvigionamento, non dovessimo accendere ceri a Santa Recessione.