mercoledì 31 marzo 2010

“Contavo sul 30% del Pdl”
Dal Corriere di oggi
Falconara “Mi aspettavo qualcosa di più a dire il vero, però non c’era un candidato locale e l’astensionismo ha sicuramente giocato a nostro sfavore”. Il sindaco Brandoni non ha difficoltà ad ammettere la sua leggera delusione per i risultati conseguiti dal Pdl alle elezioni regionali. “In cuor mio - dice - speravo in un bel 30% secco e netto, ma così non è stato, peccato. Ci eravamo quasi arrivati con le politiche del 2008 e le europee del 2009 quando il nostro partito aveva raggiunto e superato il 29%. Contavo nel definitivo passaggio al 30%, adesso lavoreremo verso questo obiettivo”.Questa volta il partito della maggioranza locale si è fermato al 26,5%, un risultato comunque di tre punti superiore al 23,3% del primo turno alle amministrative del 2008. “Sono risultati che fanno riflettere anche a livello cittadino - prosegue Brandoni -. Noi, io ma anche tutto il direttivo del partito, siamo stati impegnatissimi con le questioni istituzionali e amministrative. Queste ultime settimane sono decisive per la chiusura del bilancio, così la campagna elettorale per le regionali è stata un po’ trascurata. Sono scotti che si pagano quando il primo pensiero è il governo del Comune”. Ad ogni modo il sindaco non si preoccupa più di tanto e assicura che il gruppo si rimetterà in moto molto presto. “Adesso siamo impegnatissimi con il bilancio di previsione - ricorda Brandoni -. Il documento finanziario dell’ente dovrà essere discusso in giunta, commissione e in consiglio entro il 30 aprile e ci stiamo lavorando proprio in questi giorni”. Quanto ai nuovi consiglieri falconaresi, Brandoni rinnova l’invito a collaborare per la città e ad “ascoltare quali sono i nostri problemi e le nostre difficoltà, fra l’altro Luchetti è in maggioranza, quindi speriamo che ci possa dare una mano”.Intanto ieri il blog http://notiziedalcastellodifalconara.blogspot.com, curato dall’ex consigliere comunale Claudio Paolinelli, ha pubblicato una prima analisi del voto a livello locale. Dalle tabelle e dai confronti con le elezioni degli anni passati emerge un dato inconfutabile: Sinistra Ecologia Libertà è l'unico partito che incrementa il numero dei voti rispetto alle elezioni europee del 2009 e salendo al 5,22% diventa il terzo partito del centrosinistra. “Ovviamente - precisa Paolinelli - se si esclude l'Udc che in città è parte integrante e sostiene l'amministrazione di destra”.

Solo 232 voti: resta fuori Amagliani L’exploit di Ulisse

Dal Corriere di oggi

Falconara Niente rielezione per Marco Amagliani, assessore regionale uscente ed esponente di Rifondazione, che nella sua città ha raccolto solo 232 preferenze contro le 625 ottenute durante le elezioni regionali del 2005. Exploit invece per Maurizio Ulisse: il candidato dell’Idv ha infatti più che triplicato i voti conquistati nel 2008 quando si era candidato al consiglio comunale passando da 41 a 131 preferenze personali. Leggero aumento, sempre rispetto alle amministrative del 2008, anche per il medico Piero Donati (che per candidarsi al consiglio regionale ha abbandonato il seggio in consiglio comunale) passato da 145 a 179 voti sempre nella lista dell’Udc. Ottimo anche il risultato centrato da Lucio Virgulti, candidato con le liste civiche Marche, il quale ha messo insieme 175 preferenze. Gli eletti, cioè Massimi Binci e Marco Luchetti, nella loro città di origine e di residenza, sono stati votati rispettivamente da 400 e da 799 persone, mentre per il Pdl si registra l’exploit falconarese per Giacomo Bulgaro che ha conquistato 570 voti, seguito a ruota da Daniele Silvetti con 317 voti. I due esponenti del Pdl sono stati i più votati di tutta la nostra provincia


martedì 30 marzo 2010

La vittoria di Pdl e Lega dimostra che il governo del Cav. sta facendo bene


Fra i partiti che hanno partecipato alle elezioni c’è stata anche la magistratura. Ma il suo intervento è stato un boomerang. Infatti, pur con le sentenze riguardanti la esclusione della lista del Pdl nel Lazio, la candidata del centro destra Renata Polverini ha avuto la vittoria su Emma Bonino, vincendo una sfida che pareva impossibile.

I continui procedimenti penali e civili contro Silvio Berlusconi, assieme alla sentenza della Corte Costituzionale contro il Lodo Alfano, secondo una previsione di Massimo D’Alema, della scorsa estate, dovevano condurre il premier alla sconfitta, logorandolo e disaffezionando gli elettori. Così non è stato. Un segnale di ciò era il grande successo del raduno di Piazza San Giovanni che i giornali avversi a Berlusconi hanno cercato di minimizzare. Spesso i cattivi sentimenti, come quelli che si esprimono di continuo nei riguardi del premier oramai da molti anni, o per aver la colpa di avere prima impedito il trionfo della macchina da guerra della sinistra ed averla successivamente costretta a un ruolo sempre più minoritario, appannano la vista. Nonostante questi attacchi, nonostante le sentenze contro le liste della Lombardia e del Lazio del Pdl che, come minimo, potevano dare all’opinione pubblica l’impressione che si tratti di un partito con dirigenti approssimativi, il risultato elettorale è stato trionfale per il partito di centrodestra in Lombardia, ma è stato determinante per la vittoria di Cota in Piemonte e della Polverini nel Lazio.

Non solo l’interferenza della magistratura, soprattutto di quella amministrativa, non è bastata ad impedire la vittoria del centro destra in due regioni ove la sfida era difficile, ma essa non è servita a nulla nell’Italia meridionale ove il centro destra ha conquistato due regioni, che prima erano del centro sinistra e le ha ottenute, entrambe, con due candidati del Pdl, uno proveniente da Forza Italia in Campania, uno proveniente da An in Calabria. E’ chiaro, dunque, che il centro destra ha guadagnato terreno, anche nell’ambito delle votazioni regionali in un periodo in cui, a causa della crisi economica, in genere i partiti che sono al governo si trovano in svantaggio, nelle elezioni regionali, come mostrano gli esempi degli Usa e della Francia.

D’altra parte le due vittorie in Campania e in Calabria mostrano anche che il Pdl è un partito solido e in crescita anche perché la fusione fra le due componenti originarie è pienamente riuscita. In Calabria Scoppelliti proveniente da An ha avuto consensi amplissimi nell’ex Forza Italia, in Campania Caldoro proveniente da Forza Italia ha registrato la piena adesione degli elettori che in precedenza votavano per An. Una analoga riflessione si deve fare per il Lazio, ove la lista del Pdl è stata esclusa, ma Renata Polverini è riuscita egualmente a raccogliere una massa imponente di voti del partito, che si è dimostrato straordinariamente compatto, superando quelle divisioni interne di cui tanto si era vociferato. Gli elettori orfani dei loro candidati del Pdl, provenienti da Forza Italia, hanno comunque dato il loro voto alla Polverini e così è accaduto anche per quegli elettori orfani dei loro candidati del Pdl provenienti dalle componenti di An, diverse da quella della Polverini.

Come ho scritto in un precedente articolo, che forse i lettori dell’Occidentale ricordano, l’esclusione della lista del Pdl del Lazio ha invece avuto un effetto opposto a quello previsto nella provincia di Roma, ove molti indecisi sono andati a votare ed hanno votato per il partito di centrodestra per protestare contro chi aveva voluto togliere ai romani il diritto di voto.

Aggiungo, dunque, fra le osservazioni che riguardano i cittadini italiani come elettori, che se è vero che il tasso di partecipazione al voto nelle regionali è diminuito, è anche vero che i cittadini di Roma hanno rivendicato il loro diritto di votare. Gli italiani possono non andare a votare, per l’una o per l’altra ragione, ma sono gelosi del proprio diritto di votare. E quel richiamo al diritto di espressione del voto sancito dalla Costituzione, che è stato inserito nel decreto cosiddetto salva liste, per desiderio, in particolare del presidente della Repubblica ma che è rimasto inascoltato nelle interpretazioni delle giurisdizioni amministrative del Lazio, a cui sembra mancare il collegamento fra diritto amministrativo e ordinamento costituzionale, nella interpretazione della legge, nei casi dubbi, trova ora una conferma, nella opinione popolare, la più significativa che si potesse immaginare.

Coloro che hanno ironizzato sul milione di elettori del Pdl confluiti in Piazza San Giovanni dovrebbero riflettere su quello che è accaduto. Ovviamente l’opinione popolare è una espressione politica, non giuridica. Tuttavia essa, nella sua autonomia, ha anche effetti giuridici. Ciò nel senso che con le sue scelte la volontà popolare è stata in grado di annullare l’effetto di interpretazioni restrittive del diritto di voto. Non scrivo questo per sostenere che ciò può essere preso in considerazione dai giudici in sede di applicazione del diritto. Ma per sostenere che la volontà popolare democratica, se è forte, può superare anche gli ostacoli che vi portano interpretazioni illiberali delle leggi elettorali.

In parte, il risultato del Lazio è stato influenzato da un fattore etico, il richiamo della Chiesa cattolica ai valori irrinunciabili dell’etica che essa professa. Tali valori sono accolti sia dal Pdl che dalla lega Nord che dagli altri partiti della coalizione di centro destra, non sono accolti, invece, da una parte consistente dei partiti della coalizione di centro sinistra.

La vittoria in Campania e in Calabria dipende anche dal fatto che il centro destra sta svolgendo, con i Ministri della giustizia e degli interni, Alfano del Pdl e Maroni della Lega Nord, una lotta alla criminalità organizzata coronata da molti successi. Lo sviluppo e il benessere del Mezzogiorno sono legati in buona misura alla sconfitta della criminalità organizzata.

Ma c’è, più in generale, anche un ragionamento, da fare, sul rapporto fra il voto in queste regionali e la politica economica del governo. Esso riguarda il Piemonte, ove Roberto Cota è riuscito a rimanere in testa rispetto a Mercedes Bresso in tutte le aree, guadagnando ampio terreno nel ceto dei lavoratori di Torino e riuscendo complessivamente a strappare la vittoria ma coinvolge anche la provincia di Roma, in cui il centro destra è il trionfatore essendo riuscito a portare a casa un risultato impensabile, in assenza della lista con i propri candidati (ricordo che si tratta di una delle province a maggior sviluppo industriale dell’Italia). E riguarda anche la Campania ove ha trionfato il Pdl, con Caldoro dopo 16 anni e mezzo di gestione del potere da parte di Bassolino. Riguarda il Veneto e la Lombardia ove hanno trionfato Zaia e Formigoni.

Il governo, nel giudizio degli elettori, ha operato bene nell’azione anti congiunturale con la politica degli ammortizzatori sociali, con una cauta politica di bilancio, con lo scudo fiscale e la lotta all’evasione, è piaciuto nella politica agricola (e il successo di Zaia è anche dovuto a ciò), ha operato bene nel campo del lavoro con i passi avanti graduali ma chiari nella riforma del mercato del lavoro e nella articolazione dei contratti di lavoro, ha operato bene con riguardo alla politica nei confronti dell’immigrazione, con riferimento alla politica delle infrastrutture di modernizzazione del paese e last but no least, con riguardo alla politica economica per le emergenze, per la casa, per la economica internazionale svolte in prima persona dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

La rapida soluzione del problema dei rifiuti in Campania con l’azione della protezione civile guidata da Bertolaso, sottosegretario alla presidenza del consiglio, con la regia del premier ha giovato alla vittoria di Caldoro molto di più di decine di manifestazioni elettorali. Ciò ha risollevato immediatamente le sorti del turismo nell’area napoletana. Ma non bisogna dimenticare che nonostante i maldestri tentativi di Repubblica di tiro al piccione contro il presunto piano di Sergio Marchionne di licenziamento di lavoratori della Fiat e di spostamento del suo epicentro dall’Italia all’estero, non vi è stato nell’area industriale di Napoli una perdita di consensi per il PDL, perché la politica di ammortizzatori sociali del Ministro del lavoro Sacconi e quella di dialogo costruttivo con il gruppo Fiat per il suo rilancio industriale da parte del Ministro delle attività produttive Scajola hanno registrato apprezzamenti positivi.

In Calabria ha giovato al governo la politica del governo per il ponte sullo stretto che comporta anche che la TAV dovrà andare oltre Salerno fino alla Sicilia. Ancora più evidente è il gradimento della politica economica dell’esecutivo nelle tre regioni più industrializzate d’Italia, ossia la Lombardia, il Veneto e il Piemonte. Di solito un governo, a metà del suo periodo perde consensi. Inoltre come ho ricordato, in Francia e negli Usa il governo è stato giudicato negativamente nelle elezioni regionali e negli stati, sulla base della sua condotta nella politica economica. Non così, nel Nord di Italia, ove al contrario nel complesso il governo accresce i suoi consensi nelle regioni industriali, quelle in cui la crisi si è fatta più sentire, quelle in cui i problemi della coesistenza degli immigrati e dei lavoratori italiani nei quartieri popolari e nelle periferie è particolarmente difficile, quelle dove (con l’aggiunta di Roma) il problema dell’alloggio per le famiglie a basso reddito e del medio ceto è particolarmente difficile, quella ove c’è il problema del blocco alla TAV, che è dipeso dalla incapacità della regione Piemonte di chiudere il contenzioso con i No TAV della valle di Susa. Le iniziative per la casa del premier, per quanto stoppate dalla Conferenza stato regioni, dominata dal Pd, sono state apprezzate e sono anche diventate materia di test elettorale, come ha dichiarato il trionfatore delle elezioni regionali venete Luca Zaia. E l’abolizione dell’ICI sulla prima casa, voluta da Berlusconi è un fatto che gli elettori non hanno scordato. Si ode ora la stravagante affermazione per cui l’accelerazione della riforma fiscale federalista sarebbe un problema per il Pdl, in quanto sarebbe una riforma che è uno specifico patrimonio culturale della Lega Nord. In realtà, il federalismo fiscale è alla base della teoria economica dell’imposta della scuola di public choice ovvero di scelte pubbliche come chiunque può appurare leggendo i miei “Principi di economia pubblica”, libro che esiste in forma pressoché definitiva dal 1993. E poiché si tratta della teoria della finanza pubblica sussidiaria a una economia di mercato, è anche la teoria fiscale più ovvia per un partito come il Pdl. Essa, ovviamente, comporta anche una bassa pressione fiscale, nel quadro di una politica del bilancio robusta. Le divergenze possono esser solo sugli aspetti applicativi per evitare una contraddizione fra questi tre obbiettivi, che sono per altro tutti pienamente condivisi tanto dagli elettori della lega Nord che da quelli del PDL e non sono certi avversati nel Sud, ove le tesi federaliste hanno una consolidata tradizione nel pensiero meridionalista.

Mentre la coalizione di centro destra è sostanzialmente omogenea dal punto di vista della concezione della politica economica, non lo è affatto il centro sinistra, Qui si va dalle posizioni dirigiste-populiste di Vendola a quelle liberiste dei radicali, a quelle ondeggianti del PD, che ha come sindacato di riferimento la CGIL, a quella dell’Italia dei valori che sono impregnate di dirigismo giustizialista.

A quanto pare il Pd ritiene di avere vinto, perché ha riottenuto la Puglia con Niki Vendola e perché nel Piemonte ha perso a causa del fatto che Beppe Grillo ha raccolto i voti dei no TAV. Ma, in sostanza, anche ammesso che il Pd abbia una sua politica economica – cosa dubbia dato che vi coesiste una sinistra liberaleggiante e un sindacato come la CGIL – c’è il fatto che essa non può aggregare su questa linea gran parte della estrema sinistra, ma neppure, sulla propria destra, i radicali. Questo è quello che ci dicono queste elezioni regionali, che tutti i partiti dicono, comunque, di avere vinto.


L'occidentale

lunedì 29 marzo 2010

Vedere Luttazzi da Santoro e benedire l'editto bulgaro


Non ho visto Raiperunanotte, avevo altro da fare. D’altronde sapevo per filo e per segno cosa mi sarei perso e lo facevo senza rimpianti. Il festival dell’ego santoriano non è esattamente il mio passatempo preferito e assistere alle ondate di aucompiacimento democratico della sua vasta corte mi avrebbe fatto venire l’orticaria.
Chiunque si dichiari a prescindere e senza contraddittorio dalla parte del bene, del vero e del giusto, chiunque si impanchi nel regno dei liberi considerando tutti gli altri servi – soprattutto se è un giornalista – perde alle mie orecchie il diritto di farsi ascoltare.
Alcuni amici mi hanno però suggerito di vedere (su youtube) il monologo di Daniele Luttazzi dicendomi che era da non perdere. E avevano ragione.
Alcune delle cose che scriverò qui di seguito sono riservate a lettori adulti, se quindi non lo siete o non siete preparati tralasciate di proseguire. E comunque io vi ho avvertito.
Dunque Luttazzi ha dedicato il suo siparietto a spiegare al colto e all’inclita il motivo per cui gli italiani continuano a votare per Berlusconi nonostante che questi li abbia sempre illusi e turlupinati.
Per farlo ha utilizzato la metafora dell’inculata. Con ricchezza di particolari Luttazzi ha spiegato cosa succede quando il marito o l’amante inculano la moglie o la fidanzata. Ha spiegato che di solito la donna non gradisce, che il suo “buco del culo” all’inizio è stretto e “reticente”. Che la posizione “a quattro zampe” sul letto (accuratamente mimata dal comico) è scomoda e faticosa. Ha poi illustrato cosa accade quando “il siluro di carne” di lui comincia a fare espressone sullo sfintere di lei, ha ancora mimato le sue grida di dolore, mentre questo si fa strada nelle sue viscere. “A un certo punto il suo buco del culo si apre come un ranuncolo a primavera e lei ti guarda sbigottita, sopresa, come uno scarafaggio schiacciato da Madre Teresa”. Mentre Luttazzi continua su questo tono le telecamere (non quelle della Rai per fortuna) indugiano sui volti sorridenti e compiaciuti di Santoro, Ruotolo, Icona, Travaglio, Lerner tutti i paladini della libertà incantati e soddisfatti. Anche il pubblico è in visibilio, le ragazze, le donne, ridono di gusto.
“Lei geme” spiega Luttazzi mimando i gemiti, “sembra non piacerle ma in realtà le piace e questo è molto eccitante soprattutto per lui… anche perchè in questa fase il suo buco del culo brucia come una anello di cipolla” e giù applausi e risate.
Alla fine “la donna cede di schianto, non c’è più dolore solo piacere e lei urla siiiii, siiiii”: l’Italia con Berlusconi è in questa terza fase, grida Luttazzi e viene giù il Paladozza mentre gli eroici giornalisti liberi (e maschi) si sganasciano dalle risate. Non è finita, c’è una postilla. Luttazzi spiega che alla fine lei dice “sborrami sulla schiena ma attento ai capelli”.
Ho fatto fatica a trascrivere queste frasi e spesso ho avuto voglia di mettere dei puntini al posto delle parole. Poi ho pensato che se sono andate in onda nella grande festa della libertà, quella che addirittura Aldo Grasso ha definito la grande svolta della comunicazione politica, quella che anche Rai3 e l’integerrima Sky hanno felicemente trasmesso, chi ero io per censurare?
Però una cosa mi chiedo. Dopo un’intera stagione in cui questi stessi conduttori e grandi firme della tv ce l’hanno menata col “corpo della donna” nell’era berlusconiana, con il disprezzo dello “specifico femminino” da parte del Cav., con la mercificazione della bellezza nel mondo illusorio e televisivo dello psiconano, nessuno ha un avuto un sussulto di vergogna mentre applaudiva il tormento dell’inculata?
E dov’erano Concita De Gregorio e Sofia Ventura, e Lidia Ravera e tutte le “brave ragazze” che hanno alzato ditino e sopracciglio per tutta una stagione ogni volta che Berlusconi azzardava una barzelletta o una battuta al femminile? Erano anche loro a Bologna ad applaudire la “sborrata sulla schiena”? E Lerner che sulla violazione berlusconiana del “corpo della donna” c’ha messo in piedi una dozzina di puntate dell’Infedele, forse s’è alzato e se n’è andato o è rimasto a godersi “lo scarafaggio schiacciato da Madre Teresa”?
Io per parte mia ho fatto una cosa inconfessabile e forse l’ordine dei giornalisti non me lo perdonerà. Ho benedetto l’editto bulgaro.


L'occidentale

sabato 27 marzo 2010

Dal Corriere Adriatico

Sapori francesi in centro

Dolci, vini e formaggi d’Oltralpe con il mercatino in piazza Mazzini

Falconara La douce France, con tutti i suoi colori, odori, sapori e golosità, è arrivata in pieno centro a Falconara. Fino a domani sera piazza Mazzini accoglie una cinquantina di bancarelle che ricreano un piccolo ma vivacissimo mercatino regionale francese pieno di specialità gastronomiche, tessuti, spezie e vini per un piccolo assaggio delle tradizioni d’Oltralpe. Tante le persone che fin dal primo pomeriggio di ieri hanno visitato gli stand allestiti intorno alla piazza principale di Falconara curiosando alla ricerca del prodotto più originale e insolito, del dolce mai assaggiato prima, del vino dal cru prestigioso e del formaggio dal profumo sublime. Insomma, per il weekend delle Palme, l’amministrazione comunale ha deciso di offrire un gusto insolito agli abituali frequentatori del centro cittadino e a quanto pare la proposta ha riscosso già fin dalle prime battute un notevolissimo successo, sottolineato con entusiasmo dall’assessore alla Cultura e Turismo Stefania Signorini. “Siamo molto felici di accogliere questa manifestazione - spiega la Signorini - perché si tratta di un interessante percorso attraverso le regioni francesi, una vera riscoperta di una nazione molto bella e affascinante. Speriamo che questo sia solo il primo passo verso progetti più vasti e impegnativi”.

In attesa delle prossime iniziative per due giorni ci sarà solo l’imbarazzo della scelta fra lavanda ed erbe di Provenza, tessuti tipici del sud che ricordano lo splendore del sole sulla costa del Mediterraneo, la saporita Tartiflette savoiarda (a base di formaggi) e il ricco Cassoulet (uno stufato di carne e fagioli) della tradizione contadina, la tapenade l’aromatica salsa di olive nere e spezie, senza dimenticare naturalmente le crepes e le galettes del nord ovest dell’héxagone. Più naturalmente le celebri baguette, i croissant e il pain au chocolat (tutti prodotti che verranno sfornati a getto continuo nei tre giorni del mercatino grazie ad un forno allestito appositamente), la galette des rois (un tantino fuori stagione perché la torta di pasta sfoglia e marzapane viene servita tradizionalmente per l’Epifania), brioches, quiches, croque monsieur, biscotti, dolci tipici di tutte le regioni d’oltralpe. Senza dimenticare gli oltre quaranta tipi di formaggi, salumi, i vini più pregiati, accanto a spezie e frutta secca dei Carabi francesi. Il mercatino regionale francese da qualche anno si sposta soprattutto nelle città del nord Italia e per la prima volta approda nelle Marche ed è quindi un’occasione unica e imperdibile per conoscere molti straordinari prodotti dell’enogastronomia e dell’artigianato francese. E per festeggiare il mercatino domani i negozi del centro resteranno aperti.

Marina Minelli,



venerdì 26 marzo 2010

Dal corriere Adriatico

Taglio del nastro con il sindaco, tutelati i posti di lavoro

Addio Cityper, da ieri c’è l’Ipersimply

Rinnovato il megastore di via Marconi



Falconara Da Cityper a Ipersimply. Riaperto ieri mattina lo storico punto vendita di via Marconi a Falconara. Dopo 14 anni d’attività, il megastore si rinnova rafforzando la presenza sul territorio e tutelando i posti di lavoro. Il tradizionale taglio del nastro è avvenuto ieri mattina alla presenza del direttore regionale di Sma Lorenzo Bertini, del sindaco Goffredo Brandoni e del parroco Don Ciro. Dotato di un comodo parcheggio di 319 posti auto, con una superficie di vendita di circa 3.200 metri quadrati e un ricco assortimento di circa 18mila referenze, il nuovo Ipersimply è un punto vendita di nuova generazione, piacevole e moderno. La disposizione della merce è innovativa: reparti contraddistinti da zone colori, corridoi ampi e luminosi, ampie aree a libero servizio, che facilitano la scelta rapida dei prodotti. Tra le novità ci sono i prezzi simply, un paniere di prodotti a prezzo bloccato per tutto l'anno a tutela del potere d'acquisto delle famiglie, e le casse self-service Cassamica, per effettuare il pagamento in modo autonomo e veloce. Inoltre, per sensibilizzare i clienti ai temi del riciclo, i comuni sacchetti di plastica sono affiancati da sacchetti biodegradabili e da borse riutilizzabili. Aperto da lunedì al sabato dalle 8.30 alle 20.30, il personale è costituito da 75 collaboratori, il 70% dei quali provenienti dal Comune di Falconara.
Dal Corriere Adriatico

Retata di intrusi nell’ex Montedison


Falconara Abusivi nei cantieri edili di Fiumesino. Intrusi nella fabbrica abbandonata. Nello scorso weekend i carabinieri della tenenza falconarese avevano scoperto all’interno dello stabilimento ’ex Montedison dieci romeni, due marocchini e un italiano, tutti senza fissa dimora. Sono stati controllati e denunciati a piede libero per i reati di invasione di edificio e danneggiamento.
Dal Messaggero

Albergatore sventa la truffa
agli imprenditori falconaresi

FALCONARA - Albergatore sventa la truffa sugli spazi pubblicitari. Potrebbe arrivare dalla Germania il tentativo di truffa ai danni del titolare dell’albergo Trento e Trieste in centro. Ipotesi ancora non confermata, anche se il modus operandi pare del tutto simile a quello utilizzato da alcuni noti truffatori tedeschi sotto il nome di Registro italiano internet. Fatto sta che all’albergatore falconarese è stata chiesta la somma di 700 euro per comparire con uno spazio pubblicitario ben visibile sul sito istituzionale del Comune. Il titolare però, insospettito dalla cifra elevata, ha rifiutato l’offerta ma nello stesso tempo ha chiesto spiegazioni direttamente al Castello. Ovviamente il Comune hanno negato ogni collaborazione con aziende pubblicitarie, e per cercare di fermare la truffa sul nascere ha pubblicato un annuncio sulla home page informando i commercianti che «il Comune non ha mai chiesto nessun pagamento e che la richiesta è da considerarsi una truffa». Si cerca ora di capire se qualche commerciante possa essere caduto nella trappola.
Al.Rit.
Dal Messaggero

Fuga dai controlli nel cantiere degli
operai in nero

FALCONARA – Lavoratori in nero nel cantiere edile: polizia municipale e guardia finanza rincorrono a acciuffano quattro stranieri irregolari che cercavano di sfuggire al controllo. E’ successo ieri attorno alle 11 in un cantiere che si sta occupando di un’abitazione privata di Fiumesino. Alla vista degli agenti, due muratori si sono dati alla fuga. Uno di questi si è diretto all’interno del piazzale del Caf mentre l’altro ha attraversato il Derby Bar dalla porta sul retro per poi uscire da quella principale. Probabilmente voleva confondersi con la clientela del locale ma è stato fermato dagli agenti della Municipale nei pressi del distributore di benzina davanti alla Raffinieria Api. Stessa sorte è toccata all’altro. I due, entrambi slavi di 49 e 23 anni, sono stati portati al Comando di via Marconi per accertamenti. A dare man forte ai vigili sono intervenuti anche i finanzieri della locale Tenenza. Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno sorpreso altri due irregolari, sempre di origine slava, che anziché darsi alla fuga, si erano nascosti nel cantiere. Dalle successive verifiche è emerso che tutti gli extracomunitari non erano in regola con il contratto di lavoro. Uno del gruppo era anche sprovvisto del permesso di soggiorno. I titolari dell’impresa sostengono che il 49enne lavorava come libero professionista mentre il 23enne era al primo giorno di lavoro e stava per essere contrattualizzato. Sulla vicenda, le forze dell’ordine effettueranno ulteriori accertamenti: l’attività da una prima verifica sembra essere svolta senza le autorizzazioni prescritte. Lo stesso proprietario dell’abitazione rischia una sanzione amministrativa di almeno 516 euro.
M.Cat.
“Più forza al sindaco Belcecchi”


Jesi “Non servono leggi speciali, ma maggiore democrazia, più autonomia, più autogoverno, più forza al Comune e al sindaco Belcecchi”. Interviene il candidato alle regionali del Pd Enzo Giancarli nel botta e risposta fra il sindaco e il coordinatore provinciale del Pdl, ed anch’egli in corsa per le elezioni di domenica, Daniele Silvetti. L’idea di una legge speciale per Jesi e per la Sadam lanciata da Silvetti viene bollata da Giancarli come “sterile polemica” e ricorda come “il Pear, con l’accordo sulla Sadam, garantisce le migliori tutele per lavoro, occupazione e ambiente, con l’utilizzo delle più avanzate tecnologie anche sugli impianti già esistenti. Essendo Jesi e la Vallesina, e la provincia di Ancona, il cuore produttivo delle Marche – dice ancora il candidato jesino del Pd – è importante che un gruppo industriale di tali proporzioni rimanga nel nostro territorio, perché il compito dell’istituzione Regione è anche attrarre investimenti e risorse”.

Giancarli replica anche all’Udc, definendo “sorprendenti” le dichiarazioni degli esponenti jesini del partito, alleato per le regionali con Spacca. “L’attacco a Belcecchi e al presidente uscente – osserva – è ingeneroso, perché l’Udc non può non sapere che l’accordo tra comune di Jesi, Provincia, Regione e Sadam è in sintonia con il Pear, che è ulteriormente rafforzato anche nell’accordo programmatico di coalizione sottoscritto dalla stessa Udc per le prossime regionali”. Intanto oggi, il Pd di Jesi e Giancarli chiuderanno ufficialmente la campagna elettorale con un aperitivo nel gazebo allestito in piazza della Repubblica, a partire dalle ore 19.

Sulla vicenda Sadam torna anche il capogruppo del Pdl Daniele Massaccesi con un ordine del giorno, che presenterà nel prossimo Consiglio, dal titolo “Assenza di situazioni di conflitto di interessi, per rapporti di lavoro o professionali, da parte dei consiglieri comunali con l’azienda Sadam”. Il documento chiede all’assemblea degli eletti di impegnarsi perché non vi siano, a partire dalla data dell’approvazione dell’accordo di riconversione dell’ex zuccherificio e per la durata di cinque anni, rapporti professionali e di lavoro da parte di consiglieri e loro familiari con le società del gruppo Maccaferri.

giovedì 25 marzo 2010

Sulle macerie dell'Abruzzo Berlusconi smaschera la sinistra


Alle macerie si aggiunge fango. Il fango delle polemiche che in Abruzzo la sinistra scarica sul governo alla vigilia del voto amministrativo puntando l’indice sulla ricostruzione post-terremoto e in particolare sulla rimozione delle macerie dal centro storico de L’Aquila. Accuse ripetute sui giornali e nei comizi elettorali, alle quali replica Silvio Berlusconi richiamando due episodi precisi: la campagna contro Bertolaso e la strumentalizzazione della protesta delle carriole di domenica scorsa.
Il premier non usa giri di parole e spiega che il governo voleva “togliere le macerie undici mesi fa ma è stato il sindaco de L'Aquila Cialente e il consiglio comunale a impedircelo perché ci hanno detto che volevano farlo con imprese locali”. In un collegamento telefonico con la manifestazione del Pdl a Sulmona per sostenere la candidatura di Antonio Del Corvo alla presidenza della Provincia de L’Aquila, Berlusconi ha ricordato le cose fatte durante la fase dell’emergenza post-terremoto e quelle che stanno caratterizzando la fase della ricostruzione.
Sabato scorso nel centro storico del capoluogo abruzzese sono iniziate le operazioni di rimozione delle macerie: quindicimila tonnellate di detriti da trasferire in siti di stoccaggio. Il lavoro è cominciato da Piazza Palazzo, dove affaccia il municipio, ed ha impegnato gli uomini dei Vigili del Fuoco e dell’Esercito, sotto la supervisione di vari enti fra i quali la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio. Ma il “popolo delle carriole” è tornato in quella piazza per “controllare il rispetto delle procedure per la separazione dei detriti dalle pietre antiche e da altri materiali da salvare”, ha ammonito Giusi Pitari, una delle rappresentanti del comitato di protesta. E non sono mancate nuove accuse, questa volta all’indirizzo del ministero dell’Ambiente, “reo” di aver coordinato male i primi lavori di sgombero delle macerie dal centro storico. Accuse respinte al mittente dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo arrivata a L’Aquila per seguire i lavori. “Qualcuno sta sfruttando il terremoto per una polemica politica sterile”, ha sottolineato rivendicando che “le operazioni avvengono sotto la vigilanza del nucleo ecologico dei carabinieri e della sovrintendenza. Sappiamo benissimo cosa stiamo facendo e conosciamo la storia di questa città”.
Ma c’è un particolare non di poco conto. Lo rivela lo stesso ministro Prestigiacomo in un’intervista a Il Giornale quando parla di “un assessore che ha chiesto ai vigili del fuoco di non cominciare la rimozione delle macerie dalla piazza ma dai vicoli, perché in quella stessa piazza era prevista una manifestazione di protesta” e per l’occasione “ci sarebbe stata la stampa e la tv e per l’effetto scenico servivano le macerie”. Comprende l’esasperazione dei residenti che ancora non possono avvicinarsi alle abitazioni del centro, ma al tempo stesso considera “ingiuste le critiche del popolo delle carriole contro i vigili del fuoco accusati di fare la corvè di emergenza per conto del governo. E’ ingiusto verso chi ha rischiato la vita per L’Aquila”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il commento del presidente della Regione Gianni Chiodi, neo-commissario per la ricostruzione, che considera “inaccettabile mettere in dubbio l’affidabilità della Soprintendenza e se lo si fa vuol dire che c’è un disegno prettamente politico. Bisogna considerare che siamo in piena campagna elettorale”.
Netta l’analisi del senatore Gaetano Quagliariello che, non a caso, evidenzia lo “spirito di collaborazione istituzionale dell’esecutivo nazionale e della Regione nei confronti delle amministrazioni locali e degli altri soggetti a vario titolo coinvolti nelle operazioni di ricostruzione, che non è venuto meno neanche con l'approssimarsi delle elezioni provinciali all'Aquila. E neppure di fronte ad aperte provocazioni, il Pdl ha mai ceduto alla tentazione di utilizzare politicamente vicende di varia natura – anche giudiziaria – che si sono verificate attorno alla questione della rimozione delle macerie, o infine, ha mai pensato di abbandonare al loro destino il Comune e la Provincia che su questo fronte, dopo mesi di inerzia, hanno chiesto aiuto al governo e al commissario Chiodi”.
Non tutti però, osserva il vicepresidente dei senatori Pdl “utilizzano la stessa prudenza istituzionale” soffermando su quanto riportato da Il Giornale e in particolare sulle accuse del “popolo delle carriole” nei confronti dei vigili del fuoco. E il ministro Prestigiacomo denuncia che domenica, all'arrivo dei vigili per la rimozione delle macerie, un assessore ha chiesto che si iniziasse dai vicoli e non da piazza Palazzo per non rovinare la scena a una manifestazione di protesta che avrebbe dovuto essere ripresa dalle telecamere. Una parte della sinistra sta tentando di strumentalizzare vicende che meriterebbero quella concordia istituzionale che il governo e la maggioranza si sono fin qui impegnati a garantire, anche a discapito delle proprie convenienze elettorali”.
Per Quagliariello “continuando lungo questa deriva qualcuno, nel tentativo di colpire il centrodestra, finirà per offendere il dolore dei terremotati e l'impegno di quanti da mesi, quotidianamente, si adoperano per restituire loro un futuro. Per questo ci appelliamo al buon senso di tutti: i fuochi della campagna elettorale non impediscano di tenere distinta la passione di parte dalla responsabilità istituzionale, e si preservi quel senso della misura che una minima consapevolezza della situazione dovrebbe suggerire”.
Sul fronte operativo i lavori di rimozione delle macerie procedono a pieno ritmo. Il ministero dell’Ambiente sta seguendo un preciso “crono-programma” per il coordinamento delle operazioni: in particolare il piano prevede il carico dei detriti (operazione molto delicata e laboriosa con particolare riferimento ai materiali pregiati degli edifici storici) ed il loro trasporto e stoccaggio in appositi siti. “Si tratta di oltre 10-15 mila tonnellate di macerie che saranno subito depositate nelle piazze e nelle strade pubbliche e successivamente stoccate in apposite aree” ha spiegato il governatore Chiodi. In sostanza, in base al programma ministeriale è stato stabilito l’ampliamento dell’attuale sito ex Teges entro aprile, l’apertura di altri due siti a giugno e l’individuazione di un’ulteriore area di stoccaggio, attualmente al vaglio dei tecnici.
Ma nella tabella di marcia del governo c’è un altro passaggio, strategico, che per L’Aquila vuol dire molto. Significa rimettere in moto l’economia della città e della sua provincia. Si tratta dell’istituzione della "Zona franca" nel comune capoluogo. Un provvedimento fortemente voluto dal Pdl che ora è diventato realtà e il ministero dello Sviluppo economico ne è l’attore principale. Proprio il ministro Claudio Scajola in questi giorni ha inviato una lettera a Gianfranco Miccichè, sottosegretatio con delega al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe), per sollecitare l’organismo a deliberare al più presto il finanziamento destinato alla fase di ricostruzione L’Aquila. Un modo per velocizzare quanto già previsto dal governo nel decreto per l’Abruzzo. “I fondi sono già disponibili” ha sottolineato il commissario Chiodi secondo il quale “a questo punto possiamo ben dire di aver completato tutto l’iter, manca solo lo stanziamento del denaro”. Lo sblocco dei fondi è atteso a breve. "Il fondo per finanziare la Zona franca de L'Aquila, solo per il primo anno, ammonta a 45 milioni di euro. Per gli anni successivi – ha chiarito il neo commissario per la ricostruzione – si farà riferimento al fondo per la ricostruzione".
La “Zona franca” è un provvedimento che ha lo scopo di favorire lo sviluppo economico e sociale delle aree urbane più deboli. In sostanza, prevede sgravi fiscali per le amministrazioni locali che consentiranno di ridare slancio alle attività imprenditoriali e commerciali della città, oltre a garantire nuovi posti di lavoro nei settori della micro impresa. “Questo provvedimento – ha spiegato il vice presidente del Consiglio regionale d'Abruzzo Giorgio De Matteis – permette di insediare nuove attività produttive, con sgravi fiscali applicati per i prossimi 5 anni. L'obiettivo è quello di creare occupazione e opportunità concrete”. Insomma, il fango delle polemiche (elettorali) non fermerà la rinascita de L’Aquila e dell’Abruzzo.


Da L'Occidentale

Dal Carlino

Monsano (Ancona), 25 marzo 2010 -

Caimi2, otto ore di sciopero contro le scelte dell'azienda

Otto ore di sciopero e il corteo dei lavoratori lungo la Sp 76. Sarà così domani la protesta degli operai della Caimi2 di Monsano, l'azienda che produce accessori e semilavorati per mobili.

Fiom, Fim e Uilm hanno proclamato per domani il blocco e un corteo lungo la Sp 76. I sindacati definiscono inaccettabile la proposta della proprietà di ridurre da 70 a 55 gli esuberi nella ditta di Monsano che produce accessori e semilavorati per mobili

Il blocco è stato proclamato da Fiom, Fim e Uilm che hanno definito "inaccettabile" la proposta avanzata ieri dalla proprietà nell’ultimo incontro presso la Confindustria: ridurre da 70 a 55 gli esuberi annunciati (su 120 unità), rateizzare il trattamento di fine rapporto nell’arco di 12 mesi, concedere un incentivo all’esodo pari a 4.500 lordi.

Le scelte aziendali, si legge in un comunicato dei sindacati, sono aggravate dal mancato pagamento della retribuzione del mese di febbraio. L'obiettivo dello sciopero è quello di far cambiare idea all'azienda, visto che mancano ancora 30 giorni all'avvio delle procedure di mobilità. Per la serie 'la speranza è l'ultima a morire'.

mercoledì 24 marzo 2010

Dal Carlino

Distrutto dalle fiamme un bar a Camerata. Si pensa al dolo

L'incendio si è verificato in via Galvani. L'esercizio era stato rilevato solo tre settimane fa da due fratelli. I vigili del fuoco hanno trovato la porta aperta e forzata, il che induce a pensare all'atto doloso

Camerata Picena (Ancona), 24 marzo - Completamente distrutto da un incendio un bar in via Galvani a Camerata Picena. Le fiamme sono divampate questa mattina poco prima delle cinque.

Ipotesi probabile. L'esercizio era stato rilevato solo tre settimane fa da due fratelli. I vigili del fuoco di Jesi, intervenuti con due automezzi, hanno trovato la porta aperta e forzata, particolare questo che fa pensare si tratti di incendio doloso.

Le fiamme sono partite dal bancone e si sono estese annerendo i muri con il fumo denso, liquefacendo i condizionatori e distruggendo gli arredi. Sul posto, i carabinieri di Jesi e Chiaravalle.

lunedì 22 marzo 2010

Ex Montedison, covo di abusivi
I carabinieri scoprono tredici intrusi nell’area industriale abbandonata. Tutti denunciati


Dal Corriere

Falconara La fabbrica abbandonata continua a essere una dimora privilegiata per sbandati e senza tetto. Nel fine settimana i carabinieri della tenenza falconarese hanno scoperto all’interno dell’ex Montedison dieci romeni, due marocchini e un italiano, tutti senza fissa dimora. Sono stati controllati e denunciati a piede libero per invasione di edificio e danneggiamento. Da mesi i militari al comando del tenente Matteo Demartis scoprono intrusi a frotte, tra gli edifici semidiroccati dell’area industriale dismessa al confine con il comune di Montemarciano. Non è la prima volta che dai controlli all’ex Montedison escono fuori più di dieci infiltrati. Il 9 febbraio scorso, durante un controllo notturno, furono trovato dieci cittadini romeni ed una nigeriana di 29 anni, arrestata perché rimasta in Italia nonostante un decreto di espulsione. L’amministrazione comunale, d’accordo con prefetto e questore, aveva pensato che abbattere alcuni degli edifici del complesso Montedison fosse un buon antidoto ai continui bivacchi di abusivi. Ma all’inizio di marzo, dopo una segnalazione dell’associazione Ondaverde, il Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici delle Marche aveva bloccato la demolizione, un altolà alle ruspe che aveva parecchio contrariato il sindaco Goffredo Brandoni. “Adesso non mio vengano a parlare di ordine pubblico”, s’era sfogato il primo cittadino. Ondaverde però ritiene un sopruso procedere alla demolizione “di beni vincolati in quanto patrimonio storico-culturale di interesse pubblico” anche tenendo conto che non esistono ancora “un Piano di recupero, valutazioni da parte di esperti e non è mai stato fatto un dibattito aperto con la comunità locale”. Così le intrusioni sono continuate. Il primo marzo scorso, anche l’elicottero dei carabinieri, durante un sorvolo dell’area, aveva scoperto un extracomunitario intento a cercare qualcosa. Da terra sono intervenuti i militari della tenenza, che hanno bloccato lo straniero, un tunisino di 39 anni, che con una zappa e a mani nude stava cercando di scavare il terreno. “Cercavo rame da rivendere poi a Macerata”, ha poi confessato il nordafricano ai carabinieri, dicendo che era entrato lì sperando di trovare sotto terra un po’ di “oro rosso”, quel rame che ormai alimenta un mercato clandestino. I carabinieri lo hanno denunciato per furto aggravato
Incontro conviviale al"Diavoletto"di Falconara m.




Ieri sera (20/3/2010) circa 110 persone si sono incontrate al ristorante "Diavoletto" per sostenere la candidatura di Ivana Ballante alle regionali di fine marzo. Veramente una bella festa: tanti uomini, donne e giovani venuti per puro spirito di amicizia e nella condivisione di un'idea di partecipazione attiva e critica "dal basso". Dunque non una delle tante cene , organiche a schieramenti ed apparati che si tengono in questo periodo pre-elettorale. Hanno salutato i partecipanti, Elena Tanzarella, presidente dell'associazione di Impegno Rosa , Raimondo Baia ,consigliere di maggioranza al Comune di Falconara M. e Romano Zenobi, già coordinatore di A.N. All' incontro sono intervenuti il senatore M.Baldassarri , il senatore Saltamartini e l'on. Ciccioli, tutti quanti reduci dalla kermesse romana organizzata dal PDL. Tutti , secondo le loro competenze hanno illustrato la situazione di assoluto immobilismo e declino della Regione Marche e di Falconara in particolare, imputabili a scelte ,anzi non scelte di assoluta miopia, dell'amministrazione Spacca In particolare l'on. Baldassarri ha parlato di Falconara come centro propulsore di un futuro riscatto non solo locale, ma di tutta la Vallesina. Sono state analizzate realtà cittadine e problematiche di grande respiro, es.: - la pesante situazione economica del Comune di Falconara M. - lo spostamento della ferrovia per recuperare un lungomare che c'era fino a cent'anni fa. - le centrali a cogenerazione e la fame di energia che hanno le Marche , terra di tante piccole e medie imprese. Ha concluso l'incontro la candidata Ivana Ballante, che ha parlato dello spirito di servizio che deve caratterizzare la politica e i partiti, partiti intesi non come fini ma come mezzi. E' l'unica strada per motivare le persone normali, che lavorano , ad una partecipazione attiva alla cosa pubblica. E' l'unica strada per coinvolgere i giovani e le donne, dando loro spazi di autonomia e propositività.


Raimondo Baia

venerdì 19 marzo 2010

Corriere Adriatico

L’istituto Cambi-Serrani si specializza

L’informatica diventa materia autonoma


Falconara Rese note nei giorni scorsi le novità, che con la riforma, interesseranno anche il “Cambi-Serrani”. Visto il poco tempo a disposizione e ritenendo che non potranno esserci cambiamenti di rilievo ma solo integrazioni e modifiche di dettaglio, il Collegio dei Docenti nella riunione del 4 marzo 2010 e il Consiglio di Istituto in quella dell’11 marzo, hanno deliberato per il liceo un indirizzo con variazioni di materie rispetto al corso ordinario di liceo scientifico così come stabilito dalla riforma. In particolare si sottolinea la specializzazione Informatica, inserendo come materia autonoma l’informatica con 2 ore in ciascuno dei 5 anni.

“Il nostro Collegio - ha spiegato Renzo Francolini - non avendo più l’opzione tra corso ordinario e corso Pni, ha ritenuto opportuno per ricreare una possibilità di scelta agli studenti e famiglie attivare l’indirizzo Informatico, avendo le strutture e le risorse umane necessarie. Si effettueranno, prima del termine ultimo per le iscrizioni, appositi incontri di ‘Scuola aperta’ per sottolineare particolarmente questo nuovo corso e dare ogni possibile informazione a richiesta in maniera tale che gli studenti di scuola media possono fare una scelta ponderata”.

giovedì 18 marzo 2010

“Caro sindaco, vai dal governo”


Dal Corriere di oggi

Falconara “Sindaco, hai sbagliato destinatario, ti dovevi rivolgere al Governo nazionale per lamentare la scarsa attenzione verso Falconara”. Così Gianmario Spacca replica a Goffredo Brandoni che nei giorni scorsi aveva scritto al presidente uscente della Regione Marche, nonché candidato alle prossime consultazioni. “Due esempi per tutti – dice Spacca – dimostrano l’impegno della Regione a favore di Falconara e viceversa l’incapacità del Governo di offrire le risposte attese dalla nostra comunità nazionale. A chi spetta, se non al Governo nazionale, dare effettiva attuazione all’articolo 113 della Finanziaria 2001 che riconosce ai Comuni sedi di impianti di raffinazione il diritto una compartecipazione alle accise che le aziende versano allo Stato? La Regione lo ha chiesto più volte in tutte le discussioni delle Finanziarie nazionali, per equità di trattamento rispetto ad altri territori: la risposta è stata sempre negativa”.

Ed ancora, prosegue il Governatore, “abbiamo sollecitato finanziamenti straordinari nazionali per far fronte alla difficile situazione del bilancio comunale di Falconara: la risposta è stata sempre negativa, mentre nello stesso tempo venivano stanziati ingenti fondi per Catania, Palermo e Roma Capitale”. Il presidente della Regione, inoltre ricorda al Sindaco che a ottobre 2007 “la Regione Marche ha concesso al Comune di Falconara la somma di euro 2.843.380,45 a titolo di anticipazione sui contributi spettanti al Comune medesimo ai sensi dell’accordo di programma relativo all’area leader prevista nel progetto Quadrilatero. I termini per la restituzione dell’anticipazione, da determinare secondo la suddetta legge con apposita convenzione, non sono stati mai specificati e siamo ancora in paziente attesa di definizione”. “Nonostante tali ingiustizie – prosegue Spacca – la Regione rilancerà tali richieste e soprattutto continuerà a supplire l’assenza del Governo nazionale. Continueremo a valorizzare il ruolo di servizio di Falconara rispetto alla comunità regionale. Lo abbiamo già fatto con i progetti di potenziamento dei sistemi infrastrutturali: il rilancio dell’Aeroporto; la nuova Fiera regionale; la ferrovia con il bypass; il collegamento del Porto di Ancona con la grande viabilità; l’intermodalità”. Secondo Spacca la comunità di Falconara “avrà i maggiori benefici di questo che è sicuramente il sistema logistico integrato più importante dell’intera regione che ora vuole anche aprirsi ad investimenti internazionali”.


“Continueremo ad attuare il Pear e tutelare occupazione e servizi sanitari”

Falconara E’ sempre molto alta l’attenzione della Regione nei confronti di Falconara e dei suoi problemi. “Proseguiremo – chiarisce il Governatore – anche nella tutela del lavoro e della coesione sociale di Falconara, sostenendo l’occupazione, qualificando i servizi sanitari dell’area metropolitana e compensando con propri trasferimenti i tagli drammatici operati dal Governo nazionale sul fondo per le politiche sociali a vantaggio dei soggetti fragili”. Spacca fa sapere che la Regione continuerà ad attuare il Pear, “per tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini, incentivare il risparmio energetico, promuovere le fonti energetiche rinnovabili”. “Senza dimenticare – spiega Spacca – i progetti per il rilancio culturale, turistico e commerciale del territorio”. Insomma Brandoni può stare tranquillo, “anche in futuro Falconara potrà contare sul buon governo di una Regione amica e vicina ai suoi cittadini”.

martedì 16 marzo 2010

Presidente, è ora di alzare i toni
e rispondere al golpe

Mentre qualche buontempone, con un tempismo perfetto, si occupa di “aggregatori” e di stimoli al dibattito interno a dieci giorni dalle elezioni, qui c’è molto più di un’elezione da vincere. In gioco, questa volta, ci sono la libertà di voto e la sovranità popolare.

Credo che ormai a nessuno sfugga che siamo di fronte a un vero e prorpio golpe che mira a rovesciare, per via giudiziaria, ciò che gli elettori hanno deciso. Una dittatura della magistratura politicizzata che ormai senza freno, sta sferrando un attacco senza precedenti contro colui che gli elettori hanno liberamente eletto alla guida del Paese. Ad appoggiare questo golpe, come è sempre successo nella storia non c’è il popolo, come dimostrano i quattro gatti a piazza del Popolo sabato scorso, ma un’accozzaglia indecente, tanto pericolosa quanto variegata.

Ci sono i giustizialisti e i forcaioli, quelli che dal ‘94 non hanno mai smesso di godere del sangue di chi si suicida in carcere in attesa di essere interrogato, o di coloro che hanno perso anche la dignità per poi essere definitivamente scagionati. Ci sono coloro che con il giustizialismo si sono arricchiti spartendosi il bottino con le talpe delle procure e che con la minaccia del cappio hanno fatto e fanno carriera in politica.

C’è il popolo viola, qualche migliaio di argonuati sfigati radical chic, che una volta andavano a Capalbio, poi si sono trasferiti a Malindi e ora si accontentano del villone di Grillo in Liguria, guidati da un signore che nella vita non ha trovato di meglio da fare che fondare, già nel ’94, il movimento BoBi “Boicotta il Biscione” e che, tanto per rendere l’idea, nel suo girovagare cattocomunista ha avuto anche il merito di “coordinare lo Staff che assisteva Alfonso Pecoraro Scanio nella gestione del suo blog personale”, probabilmente con i soldi delle nostre tasse (sic!!).

C’è poi la sinistra di Bersani, serva dei giustizialisti e di Di Pietro che, come accadde dopo Tangentopoli, vuole riprendere il governo del Paese per via giudiziaria facendo, rispetto ad allora, un clamoroso passo democratico in avanti: vogliono vincere le elezioni partecipandovi da soli!

Ci sono infine quelli che nulla vogliono cambiare, perché in questa situazione ci sguazzano da tempo. Quelli che Berlusconi l’hanno sempre visto come un parvenu della politica che vuole tagliare le loro rendite di posizione: quel sindacato che a quindici giorni dalle elezioni indice uno sciopero generale sul nulla, proponendo altrettando, quella rete di giornali posseduti da patti di sindacato che possiedono banche, che ripossiedono giornali, quei cavalieri bianchi che vivono da anni di rendita e che ora da snob invocano l’astensionismo.

Che sia un golpe ormai è chiaro, con il contorno dell’inevitabile commedia finale. Un magistrato, abituato ogni mattina ad inginocchiarsi davanti alla foto del Che, esposta in bella mostra nel suo ufficio (pubblico), assieme ai paladini della non violenza e della pace (sic!), hanno deciso che gli elettori del Pdl della provincia di Roma non avessero il diritto di votare alle prossime elezioni.

Immacabile poi, la settimana scorsa, la solita fuga di notizie pre-elettorale, su una presunta indagine che coinvolgerebbe il Presidente del Consiglio che al telefono con un membro dell’Authority e il Direttore del TG1 dice quello che dice in pubblico ogni giorno. La procura che se occupa è quella di Trani (chissa perché?), ci stanno lavorando stuoli di magistrati essendo questa un’emergenza criminale cruciale per la Puglia e come sempre lo si è appreso dai giornali. Una comica, ma una comica pericolosa della quale ne abbiamo abbastanza e contro la quale bisogna reagire.

Presidente, è ora di alzare i toni e rispondere al golpe in modo adeguato. A colpi di maggioranza, per decreto, senza concertare con nessuno, fregandosene dell’ANM, va fatta subito la riforma della giustizia: separazione delle carriere, processo breve e responsabilità civile (peraltro già votata dal popolo anni fa). Questa volta non ci sono scuse, se non si fa, la colpa sarà soltanto sua.

Falconara Ars Amandi, la ex impiegata del Comune che dopo aver perso il lavoro ha deciso di diventare una attrice hard, torna a far parlare di sé. La nuova diva del porno, da molto tempo ormai lontana da Falconara dove era nata e vissuta, pare sia emigrata a Sestri Levante dove avrebbe trovato lavoro come commessa, ma nella città ligure qualcuno l’ha notata e identificata come protagonista di alcuni ormai notissimi film a luci rosse.

La vicenda è finita prima sulle pagine del quotidiano Il secolo XIX” e poi addirittura su Studio Aperto, il tg di Italia 1, che ha cercato inutilmente di saperne di più intervistando persone del posto. Ars Amandi, questo il nome d’arte della ex impiegata ora, forse, commessa, è stata una studentessa modello, si è laureata in Giurisprudenza e per diversi anni ha lavorato in Comune, quindi successivamente per una società partecipata dell’ente. Poi un contratto di lavoro non rinnovato, la voglia di cambiare vita e di lasciare un ambiente sempre più soffocante, il desiderio di mettersi in mostra condiviso con il marito che l’ha sostenuta nei primi passi verso il mondo dell’hard. “Sono molto istintiva ed impulsiva – ha spiegato in una intervista on line – quindi diciamo che come sempre mi sono lanciata in questa cosa e, solo mentre ero sul set ho iniziato davvero a pensarci”. Il genere la stuzzicava da tempo. “Per dire la verità sia io che il mio compagno siamo sempre stati attirati ed attratti da questo ambiente, pur non avendo mai frequentato club privè o locali di scambisti, non possiamo considerarci una coppia convenzionale o tradizionale”.

Dopo il primo film “amatoriale” (con il volto coperto) ha lavorato in altre tre pellicole ed in una di queste suo partner era un “tronista” della trasmissione Uomini e Donne. Adesso è una star da copertina sulla stampa e sulla tv nazionali.

Di nuovo nei guai il falconarese Mirco Filippetti. Aveva sottratto con violenza 250 euro alla proprietaria del Caffè delle Muse

Arrestato in casa dopo la rapina in un bar


Ancona E’ durata pochissimo, nemmeno un paio d’ore, la fuga del rapinatore che ieri mattina intorno alle 9 è entrato disarmato in un bar del centro di Ancona e, minacciando e strattonando la titolare, si è fatto consegnare 250 euro. Si tratta del falconarese Mirco Filippetti, un pregiudicato di 42 anni già finito in cella per reati contro il patrimonio e spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato arrestato attorno le 11 nella sua abitazione di Palombina dagli agenti delle Volanti della Questura, dirette dalla dottoressa Cinzia Nicolini, e dai carabinieri della Tenenza di Falconara, comandata dal tenente Matteo De Martis. Ora si trova rinchiuso nel carcere di Montacuto. Fondamentali per le indagini sono state le indicazioni fornite dalla stessa proprietaria del bar, Rita F., anconetana di 45 anni, titolare del Caffè delle Muse, in via della Loggia, dove è avvenuta la rapina. Lei conosceva quell’uomo dato che la sua convivente era stata una sua dipendente. Filippetti, dopo essere entrato nel bar, ha preteso con violenza il denaro rivendicando un presunto debito che la titolare avrebbe avuto con la sua compagna. In realtà la donna era stata regolarmente liquidata. Al rifiuto della proprietaria, l’uomo le ha scagliato addosso una zuccheriera, per fortuna senza colpirla, rompendo alcuni bicchieri. Poi, prendendola per un braccio, l’ha strattonata e minacciata prima di rompere il registratore di cassa con un pugno. Alla scena di violenza hanno assistito una commessa e un cliente. La titolare ha così dato i soldi al rapinatore che poi è scappato. Immediato l’intervento sul posto degli agenti delle Volanti che hanno avviato le ricerche dell’autore della rapina, poi rintracciato nella sua casa a Palombina. Si tratta del quinto arresto eseguito dalla polizia in soli tre giorni e sempre per reati predatori. Sabato era stato arrestato un osimano di 22 anni che aveva commesso un furto all’alimentari Coal del mercato di piazza d’Armi, mentre mercoledì tre romeni erano stati presi dopo che avevano rubato alcune confezioni di profumi all’interno del negozio Acqua & Sapone in via Giordano Bruno. E’ il frutto di un incremento dei dispositivi di sicurezza messi in campo dalla Questura di Ancona e della professionalità di decine di agenti, impegnati nella prevenzione dei reati e nella tutela della sicurezza dei cittadini.

domenica 14 marzo 2010

Dal Corriere adriatico

Uno dei due potrebbe essere minorenne

Colpo in pasticceria Caccia ai baby-rapinatori


Falconara Potrebbero essere baby-rapinatori i due delinquenti che giovedì sera hanno assalito Adriano Cerioni e sua moglie Maria, 72 e 68 anni, all’uscita della pasticceria di via Manara, scippando i quattromila euro dell’incasso. E’ una pista a cui stanno lavorando i carabinieri della tenenza di Falconara, guidati dal tenente Matteo Demartis, dopo aver raccolto la testimonianza dei due commercianti aggrediti e sentito altri residenti della zona. La signora Maria Claudia, sentita velocemente dagli investigatori per non farla stancare troppo, e il marito non hanno visto in faccia i rapinatori, coperti da passamontagna, ma li hanno descritti come molto esili, alti al massimo un metro e 75, con taglia e agilità tali da far pensare a dei giovanissimi: uno sui vent’anni, l’altro potrebbe essere addirittura minorenne.Dopo l’intervento chiururgico alla spalla, previsto per domani, la signora sarà sentita di nuovo. Adriano era riuscito anche a bloccare uno dei rapinatori, che però l’aveva scaraventato a terra con una gomitata. Da circa 45 anni la coppia gestisce la storica pizzeria-pasticceria fondata nel dopoguerra dal padre di Maria Claudia Tantucci. “Ma adesso non so se ce la faremo ad andare avanti, abbiamo avuto troppa paura”, diceva l’altro ieri Adriano, che ha ricevuto anche la visita del sindaco Brandoni.

sabato 13 marzo 2010

Dal corriere Adriatico

“Agguato da paura, ce ne andiamo”

Adriano Cerioni racconta l’aggressione: “Pensiamo di chiudere”. La moglie ricoverata con una spalla rotta


Falconara La moglie Maria Claudia, 68 anni, è ancora in ospedale con una spalla fracassata e dovranno operarla lunedì. “Ne avrà per mesi e alla fine, nonostante il tutore, non riuscirà a sollevare bene il braccio”, aggiorna il quadro clinico Adriano Cerioni, 72 anni, mentre in mente gli ripassa il film dei due rapinatori che l’altra sera li hanno attesi all’uscita della loro pasticceria di via Manara, una perpendicolare di via Bixio, per rapinarli dell’incasso di tre giorni, circa quattromila euro. “Poi c’è la paura che rimane addosso, mia moglie vuole cedere l’attività che la sua famiglia ha avviato nel ’45”. Parla a fatica per le costole incrinate e per la rabbia, ma ieri mattina Adriano è passato in negozio, dopo una serata al pronto soccorso, anche per rasserenare i tre dipendenti e i tanti clienti che s’affacciavano per capire com’era andata.

Passamontagna e cappucci

“E’ andata che ci aspettavano all’orario di chiusura, poco dopo loe 21 e 15 - racconta il titolare della storica pasticceria del centro -. Sono spuntati da un angolo buio, dalla parte del Punto Bio, e hanno preso alle spalle mia moglie mentre stava aprendo il portoncino di casa, abitiamo dall’altra parte della strada”. Erano due giovani, alti sul metro e 70, parlavano italiano. Non li hanno visti in faccia. “Avevano il passamontagna e il cappuccio del giaccone alzato, uno con un bordo di pelliccia”. ricorda Adriano, dimesso con una prognosi di dieci giorni per il trauma al torace riportato nel corpo a corpo con uno dei banditi. “L’avevo bloccato, ma quello si è divincolato e con una gomitata al petto mi ha fatto cadere, mi sono anche rotto gli occhiali e ferito al volto”. Il peggio è capitato a sua moglie Maria Claudia Tittarelli.

Un rapinatore per strapparle la con i soldi borsa che teneva a tracolla l’ha strattonata e scaraventata a terra ed è ora ricoverata in clinica ortopedica all’ospedale di Torrette per fratture scomposte al braccio sinistro e alla spalla. “Mai mi sarei aspettata un’aggressione così violenta, sotto casa nostra - diceva ieri la signora Cerioni dal suo letto d’ospedale -, magari un furto sì, ma essere scippati in centro a Falconara vuol dire che siamo alla frutta”. Adriano e Maria sono stati anche sbeffeggiati dai due rapinatori. “Questa volta ve l’abbiamo fatta...”, ridevano scappando al buio verso via Mameli, la strada che porta poi sulla Flaminia, dove forse avevano un’auto pronta per la fuga. I carabinieri della tenenza hanno sentito diversi testimoni per capire se qualcuno ha visto l’auto scappare. Si parla di una Peugeot bianca.

Sabato il primo tentativo

Quella frase beffarda detta dai due banditi sembra confermare che ci avevano già provato. “Sabato scorso - ricorda Adriano Cerioni -, stavamo chiudendo quando ci ha telefonato un cliente appena uscito dal negozio. Ci metteva in guardia perché aveva visto in strada due ragazzi che si alzavano il cappuccio, temeva che stessero preparando un agguato. Ci siamo affacciati con cautela, forse hanno rinunciato perché ci eravamo accorti di loro.”. Mercoledì sera invece la rapina è andata a segno, con una sequenza rapida, un minuto senza fine. I Cerioni non lo dimenticheranno mai e adesso pensano di mollare. Adriano l’ha detto anche al sindaco Brandoni, che ieri mattina è andato in pasticceria per rincuorarlo. “Episodi così brutti fanno venire la voglia di chiudere - confida Cerioni - Mia moglie ha detto che è meglio gettare la chiave e per dirlo è davvero disperata, visto che il negozio l’ha aperto suo padre 65 anni fa, subito dopo la guerra, e noi ci siamo concosciuti lì dentro. Ma adesso se qualcuno vuole rilevare l’attività noi potremmo farci da parte”. Non si sentono sicuri neanche in una zona centrale e molto frequentata. “Qui dopo le sette di sera non gira più nessuno - è l’amara constatazione del commerciante -. Già avevamo subito un furto, a settembre , un sabato sera. Un ladro era entrato mentre io ero nel laboratorio e mia moglie era uscita a vuotare il secchio della spazzatura. L’avevo visto scappare con i soldi della cassa, quattromila euro”. Fa paura la sfontatezza
dei rapinatori, favoriti anche dal buio. “Il Comune potrebbe mettere qualche lampione in più”.
L.C.

Gabella, strada allagata per fogne otturate

giovedì 11 marzo 2010

"LA REGIONE HA PERSO 40 MLN CON LA LEHMAN BROTHERS"

ANCONA - 72 milioni di dollari o 53 milioni di euro. È la cifra che la Regione Marche ha ufficialmente chiesto come restituzione di crediti alla Lehman Brothers. Solo che la la Lehman Brothers è fallita e la Regione Marche si deve mettere in coda insieme a migliaia di altri creditori. “Non sono teorie, c'è un atto ufficiale” ha detto Carlo Ciccioli mostrando ai giornalisti la copertina del “proof of claim”, cioè dell'iscrizione al debito fatta dalla Regione Marche.La domanda quindi è quanti di questi soldi potranno essere recuperati dai marchigiani? “Dal 10 al 30% secondo le previsioni più rosee” hanno dichiarato gli analisti di Martingale Risk, società anglo-italiana che questa mattina ad Ancona ha presentato il dossier commissionato dal PDL regionale, “sempre che qualcuno sia disposto a comprarsi i crediti verso la Lehman Brothers”. “Quindi se va bene, i marchigiani grazie a Spacca potranno dire addio a circa 40 milioni di euro”. Questa la conclusione del coordinatore regionale Ciccioli.
Nessuna assicurazione che sarebbe costata comunque oltre 5 mln di euroDella vicenda si parla da giorni e il Presidente della Regione Spacca ha anche dichiarato a proposito che le Marche “hanno stipulato assicurazioni e contro-assicurazioni”. Tuttavia secondo Martingale Risk non c'è nessuna assicurazione perché, se ci fosse stata, La Regione non si sarebbe iscritta fra i creditori ma si sarebbe rivolta alla propria assicurazione e poi perché qualunque broker avrebbe chiesto per garantire quel contratto almeno dai 5 ai 10 milioni euro. L'oscillazione della cifra che sarebbe comunque stata una perdita per la Regione varia dalla quotazione dell'assicurazione nei tre mesi precedenti il fallimento della banca statunitense. “Se Spacca insiste mandi una fotocopia del contratto ai giornali” – sottolinea il vicecoordinatore Ciccioli, a cui si aggiunge il coordinatore Remigio Ceroni “Spacca deve rispondere a tre domande: quanto abbiamo perso, chi paga e perché non sono stati fatti bandi di gara per questa operazione”.
I Bramante bondLa storia inizia nel giugno 2003 quando la Regione Marche emette i Bramante Bond, titoli obbligazionari per poter avere 400 milioni di euro liquidi da ripagare dopo vent'anni. Chi compra questi titoli sul mercato ottiene nel 2023 circa il 5% d'interesse.Tuttavia per la legge 448/2001 (finanziaria 2002) i debiti non possono essere iscritti a bilancio solo al momento della restituzione e quindi la Regione ottiene tutto il capitale subito ma inizia anche ad accantonare ciò che dovrà restituire dopo vent'anni. Lo fa versando venti milioni di euro alle banche che hanno realizzato l'operazione e cioè: Nomura e Lehman Brothers.
Nessuna tutelaMa mentre la prima inserisce nel contratto una clausola con cui si “costringe” a versare la somma su un conto vincolato in Inghilterra, la seconda banca, che di lì a pochi anni fallirà, non lo fa e nell'accordo in lingua inglese che sottopone alla firma della Regione ammette due soli casi di tutela: nel caso di downrating (abbassamento vistoso dell'affidabilità certificata dalle agenzie Moody's e Standard's & Poor's), oppure nel caso in cui il differenziale dello stesso rating fra la Banca e la Regione si fosse ampliato di oltre due classi.E qui sta l'errore della Regione: sottovalutare il fatto che gli accantonamenti diventavano soldi delle banche. Queste due eventualità non si sono mai verificate e la Lehman Bros fallisce, di colpo, il 15 settembre 2008 portando con se i 50 mln di euro dei marchigiani versati nel frattempo dalla Regione.Qui finisce la parte dell'analisi relativa alle perdite.
Nessun bando di garaA questa l'agenzia Martingale Risk ha aggiunto anche una valutazione circa quello che sono stati i costi di sottoscrizione di questi contratti da parte della Regione Marche: cioè quanto i 400 mln di euro liquidi siano stati pagati. Si scopre così che l'operazione oltre alle perdite ha evidenziato due fattori critici: incapacità di negoziazione e conflitto d'interesse.
Il conflitto d'interesseI contratti stipulati con le due banche erano stati stipulati senza un bando di gara. Questo aveva fatto sì che la Regione ha pagato seicentomila euro di commissioni sul collocamento dei bond (incassati dalle due banche e da alcune altre che hanno partecipato all'operazione nei confronti del mercato) e poi altri 2 milioni di costi impliciti al momento della stipula del contratto derivato fatto con Nomura e Lehman Brothers, cioè le stesse banche che avevano emesso i titoli obbligazionari.
2 mln di euro come costi implicitiI costi impliciti solo quelle somme che non si pagano direttamente ma che vanno a sottrarsi al valore di un obbligazione. È come acquistare un appartamento a prima vista senza costi d'agenzia ma pagarlo il 5% in più come somma non scissa ma che spetta comunque all'agenzia.Di questo fatto si era già interessata anche la trasmissione di Rai 3 “Report” nella puntata del 14 ottobre 2007 “Il banco vince sempre” nella quale l'assessore al Bilancio, Pietro Marcolini, aveva dichiarato che non c'era “un costo della sottoscrizione separato dalle rate”.Se l'operazione quindi fosse andata a buon fine, oltre al tasso d'interesse, le Marche avrebbero pagato quel contante altri 2 milioni e seicentomila euro. Ma l'operazione non è andata a buon fine e le Marche ora si trovano con 50 milioni di euro di crediti che non valgono quasi nulla.

mercoledì 10 marzo 2010

Dal Messaggero del 9/372010

Falconara, pronte 13 case
per le famiglie bisognose
Il Comune promette:
consegna entro 2 settimane

Verrà aumentato
anche il fondo per le
famiglie in difficoltà
Piano spiagge al voto:
meno arenile libero




di ALESSIO RITUCCI

FALCONARA - «Entro quindici giorni la consegna degli alloggi di Fiumesino». Lo ha detto l’assessore ai servizi sociali Gilberto Baldassarri nella commissione sui servizi sociali di ieri. «I 13 alloggi ad edilizia residenziale pubblica sono pronti - ha assicurato Baldassarri -. Siamo in possesso delle chiavi e stiamo pulendo delle stanze. La prossima settimana le faremo visitare ai futuri abitanti che si sono aggiudicati la casa secondo le graduatorie». Oltre a questo, si è discusso anche delle strategie per aiutare le 22 famiglie (ma non solo) che negli ultimi mesi si sono rivolti al Comune dopo aver perso il lavoro. Il capogruppo Pd Antonio Mastrovincenzo ha chiesto che venga alzata la soglia di reddito per l’esenzione dell’addizionale Irpef, mentre il capogruppo Cic Loris Calcina ha avanzato l’ipotesi di utilizzare il risparmio derivante dall’assegnazione degli alloggi per un sostegno concreto alle famiglie. Proposte ben recepite da Baldassarri che però ha messo le mani avanti: «Proposte buone ma aspettiamo di vedere il bilancio». E sul bilancio hanno chiesto chiarimenti anche i sindacalisti. Valeria Talevi della Cgil ha infatti affermato che «le intenzioni sono belle ma mancano i dati, chiediamo all’assessore competente di fornirci gli importi che possono destinarsi ai servizi sociali». Ciò che sembra certo, per il momento, è che il contributo per le persone in difficoltà verrà incrementato di 20 mila euro, passando quindi da 80 a 100 mila euro. Discussione che proseguirà lunedì prossimo alla presenza dell’assessore provinciale alle politiche del lavoro Maurizio Quercetti e, si spera, di qualche dato numerico sul bilancio previsionale del Comune. Nella commissione urbanistica si è invece discusso del piano spiaggia, argomento che mercoledì andrà in votazione in consiglio e che prevede bagarre tra maggioranza e opposizione. Ciò che scontenta Calcina, ad esempio, è il trasferimento dei ridossi imbarcazioni a Villanova che eliminerà, a sua detta, una grande porzione di spiaggia libera.

martedì 9 marzo 2010

Dal Corriere di oggi

C’è un bando per l’asilo

Scuola di via Costa, il Comune punta su Cariverona per il restyling


Falconara Marina Minelli

Costerà poco più di 150 mila euro la ristrutturazione della scuola per l’infanzia di via Costa a Falconara Alta. Il progetto è pronto ed è stato realizzato dai tecnici del Comune, per la copertura dei costi però l’amministrazione, che non ha fondi da destinare a questo tipo di interventi, ha deciso di tentare la strada dei bandi. “Abbiamo partecipato a un bando della Cariverona - spiega l’assessore ai lavori pubblici Matteo Astolfi -. La giunta, alla fine della scorsa estate, aveva espresso parere favorevole alla realizzazione di alcune opere necessarie per la messa in sicurezza per l'esodo degli alunni e del personale della scuola materna di via Costa”. “Inoltre - aggiunge Astolfi - abbiamo pensato che si potrebbero utilizzare per la scuola i locali che erano stati concessi in uso gratuito a due medici per il loro ambulatorio. I due professionisti, alla richiesta di un canone di locazione, hanno preferito rinunciare e così adesso le stanze sono tornate a disposizione dell’ente”.

Nel frattempo Cariverona ha messo a bando per il 2010 risorse proprio per interventi nel settore educazione, istruzione e formazione relativamente a progetti di importo massimo pari a 200 mila euro. Ancora Astolfi. “Abbiamo pensato di cogliere al volo questa occasione con la speranza di poter finire in graduatoria”.

L’intervento previsto dal Comune riguarda non solo le opere per la messa in sicurezza (“la scuola è sicura anche adesso, si tratta di apportare alcune modiche e integrazioni relative all’adeguamento impiantistico e alle uscite di sicurezza” precisa l’assessore), ma anche lo spostamento della mensa che verrebbe portata proprio in quelli che erano gli spazi utilizzati per i due ambulatori. “In questo modo - osserva l’assessore Astolfi - il refettorio avrebbe una sistemazione più adeguata e consona alle esigenze dei bambini e verrebbe collegato da un passaggio interno al corpo centrale. Le stanze oggi occupate dalla mensa potrebbero essere inglobate dalla scuola come aule o laboratori”.

Adesso all’amministrazione comunale non resta che attendere l’esito del concorso, ma il progetto comunque c’è e l’assessore ai lavori pubblici garantisce che “i lavori verranno comunque effettuati, si tratterà di aspettare un po’ di più, per trovare i fondi necessari”. Il Servizio politiche scolastiche sta predisponendo un progetto complementare per le strutture, relativo agli arredi della scuola di via Costa. “Contiamo davvero di potercela fare”. Nel frattempo il settore lavori pubblici sta lavorando alla redazione di altri progetti per la ristrutturazione e la riqualificazione di edifici comunali in varie zone della città.