giovedì 11 marzo 2010

"LA REGIONE HA PERSO 40 MLN CON LA LEHMAN BROTHERS"

ANCONA - 72 milioni di dollari o 53 milioni di euro. È la cifra che la Regione Marche ha ufficialmente chiesto come restituzione di crediti alla Lehman Brothers. Solo che la la Lehman Brothers è fallita e la Regione Marche si deve mettere in coda insieme a migliaia di altri creditori. “Non sono teorie, c'è un atto ufficiale” ha detto Carlo Ciccioli mostrando ai giornalisti la copertina del “proof of claim”, cioè dell'iscrizione al debito fatta dalla Regione Marche.La domanda quindi è quanti di questi soldi potranno essere recuperati dai marchigiani? “Dal 10 al 30% secondo le previsioni più rosee” hanno dichiarato gli analisti di Martingale Risk, società anglo-italiana che questa mattina ad Ancona ha presentato il dossier commissionato dal PDL regionale, “sempre che qualcuno sia disposto a comprarsi i crediti verso la Lehman Brothers”. “Quindi se va bene, i marchigiani grazie a Spacca potranno dire addio a circa 40 milioni di euro”. Questa la conclusione del coordinatore regionale Ciccioli.
Nessuna assicurazione che sarebbe costata comunque oltre 5 mln di euroDella vicenda si parla da giorni e il Presidente della Regione Spacca ha anche dichiarato a proposito che le Marche “hanno stipulato assicurazioni e contro-assicurazioni”. Tuttavia secondo Martingale Risk non c'è nessuna assicurazione perché, se ci fosse stata, La Regione non si sarebbe iscritta fra i creditori ma si sarebbe rivolta alla propria assicurazione e poi perché qualunque broker avrebbe chiesto per garantire quel contratto almeno dai 5 ai 10 milioni euro. L'oscillazione della cifra che sarebbe comunque stata una perdita per la Regione varia dalla quotazione dell'assicurazione nei tre mesi precedenti il fallimento della banca statunitense. “Se Spacca insiste mandi una fotocopia del contratto ai giornali” – sottolinea il vicecoordinatore Ciccioli, a cui si aggiunge il coordinatore Remigio Ceroni “Spacca deve rispondere a tre domande: quanto abbiamo perso, chi paga e perché non sono stati fatti bandi di gara per questa operazione”.
I Bramante bondLa storia inizia nel giugno 2003 quando la Regione Marche emette i Bramante Bond, titoli obbligazionari per poter avere 400 milioni di euro liquidi da ripagare dopo vent'anni. Chi compra questi titoli sul mercato ottiene nel 2023 circa il 5% d'interesse.Tuttavia per la legge 448/2001 (finanziaria 2002) i debiti non possono essere iscritti a bilancio solo al momento della restituzione e quindi la Regione ottiene tutto il capitale subito ma inizia anche ad accantonare ciò che dovrà restituire dopo vent'anni. Lo fa versando venti milioni di euro alle banche che hanno realizzato l'operazione e cioè: Nomura e Lehman Brothers.
Nessuna tutelaMa mentre la prima inserisce nel contratto una clausola con cui si “costringe” a versare la somma su un conto vincolato in Inghilterra, la seconda banca, che di lì a pochi anni fallirà, non lo fa e nell'accordo in lingua inglese che sottopone alla firma della Regione ammette due soli casi di tutela: nel caso di downrating (abbassamento vistoso dell'affidabilità certificata dalle agenzie Moody's e Standard's & Poor's), oppure nel caso in cui il differenziale dello stesso rating fra la Banca e la Regione si fosse ampliato di oltre due classi.E qui sta l'errore della Regione: sottovalutare il fatto che gli accantonamenti diventavano soldi delle banche. Queste due eventualità non si sono mai verificate e la Lehman Bros fallisce, di colpo, il 15 settembre 2008 portando con se i 50 mln di euro dei marchigiani versati nel frattempo dalla Regione.Qui finisce la parte dell'analisi relativa alle perdite.
Nessun bando di garaA questa l'agenzia Martingale Risk ha aggiunto anche una valutazione circa quello che sono stati i costi di sottoscrizione di questi contratti da parte della Regione Marche: cioè quanto i 400 mln di euro liquidi siano stati pagati. Si scopre così che l'operazione oltre alle perdite ha evidenziato due fattori critici: incapacità di negoziazione e conflitto d'interesse.
Il conflitto d'interesseI contratti stipulati con le due banche erano stati stipulati senza un bando di gara. Questo aveva fatto sì che la Regione ha pagato seicentomila euro di commissioni sul collocamento dei bond (incassati dalle due banche e da alcune altre che hanno partecipato all'operazione nei confronti del mercato) e poi altri 2 milioni di costi impliciti al momento della stipula del contratto derivato fatto con Nomura e Lehman Brothers, cioè le stesse banche che avevano emesso i titoli obbligazionari.
2 mln di euro come costi implicitiI costi impliciti solo quelle somme che non si pagano direttamente ma che vanno a sottrarsi al valore di un obbligazione. È come acquistare un appartamento a prima vista senza costi d'agenzia ma pagarlo il 5% in più come somma non scissa ma che spetta comunque all'agenzia.Di questo fatto si era già interessata anche la trasmissione di Rai 3 “Report” nella puntata del 14 ottobre 2007 “Il banco vince sempre” nella quale l'assessore al Bilancio, Pietro Marcolini, aveva dichiarato che non c'era “un costo della sottoscrizione separato dalle rate”.Se l'operazione quindi fosse andata a buon fine, oltre al tasso d'interesse, le Marche avrebbero pagato quel contante altri 2 milioni e seicentomila euro. Ma l'operazione non è andata a buon fine e le Marche ora si trovano con 50 milioni di euro di crediti che non valgono quasi nulla.

1 commento:

L.C. ha detto...

Anche la giunta Spacca,con il vizietto di sperperare i soldi della collettivita'.Un vizio che purtroppo abbiamo conosciuto anche a Falconara,con la giunta Carletti.