domenica 29 aprile 2012

Dopo il casello dell’A14 i nomadi occupano la spiaggia di Marina




Dal Corriere


Montemarciano Una carovana di Rom provenienti dalla Francia e dal Nord Italia da mercoledì sera staziona sul lungomare di Marina. La carovana, composta da una ventina di unità, presumibilmente è la stessa che alcuni giorni fa ha bloccato il casello di Ancona Nord, dove la polizia è stata costretta a far sostare la comitiva nel parcheggio dell'ex concessionaria Mariotti al fine di schedare tutti i componenti della carovana. Siamo alle porte dell'estate e questa è la prima carovana che raggiunge Montemarciano. 

Dopo la presenza dei Rom nella ex Montecatini, la questione sicurezza è sempre più sentita tra i cittadini. Nell'aria si respira una certa tensione provocata dalla continua presenza di senza fissa dimora. La polizia municipale in questi giorni più volte ha notificato l'atto di allontanamento alla carovana Rom firmato dal sindaco Serrani. Notevoli sono state le difficoltà sostenute dalla Municipale per identificare tutti gli individui. Quello dei Rom sul lungomare di Marina è un fenomeno annoso e conosciuto, Montemarciano non dispone di aree attrezzate per ricevere ed accogliere i Rom nonostante negli ultimi anni erano stati avviati dei progetti per l'individuazione e la realizzazione di un’area per i nomadi stessi. 

Difficoltà anche per i passanti, nella carovana infatti sono presenti molti bambini che incuranti di tutto attraversano la strada obbligando gli automobilisti a prestare la massima attenzione. Alle istituzioni vengono sempre più chieste risposte certe e concrete al fine di garantire la sicurezza dei cittadini residenti.

lunedì 23 aprile 2012

Dal Corriere Adriatico

“Noi, ospiti forzati all’ex Montedison”
Tra i disperati nell’edificio diroccato. “Di notte ci rifugiamo, il giorno cerchiamo qualcuno da derubare”


Montemarciano Fuggono dalla povertà, dalla fame, in cerca di un sogno, di una vita migliore. Arrivati in Italia clandestinamente circa cinque anni fa, poi un lungo girovagare per in nostro Paese in cerca di un aiuto. Vivono alla giornata, facendo elemosina lungo le strade, alle fermate degli autobus e ai semafori, nei vari mercati locali, nei sagrati delle chiese. Le donne con gonne lunghe, mantelline di lana, colori forti, sgargianti, zoccoli ai piedi, capelli raccolti o lunghe trecce. Gli uomini tutti con giubbotti di pelle o jeans, impossibile non averli riconosciuti o non averli mai visti, son sempre loro da un po’ di tempo a questa parte che girano a Marina di giorno e di notte.

Frequentano le Caritas locali per ricevere vestiti e scarpe. Vivono all'addiaccio di notte dentro i locali della ex Montedison, tra sporcizie e ratti. D'inverno come d'estate sempre lì, sono una trentina, tutti romeni, di etnia Rom scappati dal loro Paese e ora qua in Italia in cerca di un lavoro, di una vita migliore. Dopo un primo approccio abbastanza teso, accettano di scambiare due parole, ma solo dopo aver preteso una banconota da dieci euro. Vivono di elemosina con cui acquistano il cibo, di piccoli furti nei market locali come ci confermano Michaela ed Andrea, due ragazze Rom che all'imbrunire si dirigono al Famila in cerca di qualcuno a cui prendere qualche euro o del cibo. Ammettono le loro colpe, le difficoltà alte come muri invalicabili in Italia. Non badano all’igiene personale, il primo obiettivo è sopravvivere. Ci laviamo con l'acqua del mare o nelle fontanelle dei paesi. Sono tutti di età compresa tra i 20 ed i 40 anni. Confermano di avere tutti il passaporto, che le forze dell'ordine li hanno schedati e che più volte son stati invitati ad abbandonare la Montedison.

“Sappiamo che qui non possiamo stare, questa fabbrica non sta in piedi, ma non sappiamo dove andare, a dormire. Meglio qui che al freddo. Gli ospiti forzati della carcassa di mattoni si alternano in un turnover di disperati. Vivono dove capita, oggi qua domani là, si dividono la mattina, decidono le zone da frequentare. “La sera dividiamo il ricavato della giornata come una grande famiglia. Nei loro visi i segni della sofferenza ma anche l’orgoglio delle tradizioni tipiche dei Rom. Ammettono le difficoltà riscontrate con la legge nel loro paese, che sono stati costretti o quasi ad abbandonare la loro Patria. “Chiediamo un tetto dove rifugiarci in Italia, e la possibilità di integrarci con la cultura italiana”. Tra loro c'è chi vuol lavorare. Siamo stati contattati da alcuni imprenditori locali per svolgere i lavori più sporchi, più duri, in condizioni di lavoro indecenti a pochi euro all'ora, in nero. Confermano che nella ex Montedison non ci sono solo romeni ma anche persone provenienti dai Balcani, dalla ex Jugoslavia, dal nord e centr'Africa. Un luogo di incontro di culture, razze che si mescolano, dove la microcriminalità trova terreno fertile. Non resta che rivolgere il loro appello e quello dei residenti di Montemarciano a istituzioni e ai politici locali affinchè questi drammi finiscano, e qualcuno dia risposte certe a chi vive di stenti e reati nella ex Montecatini. Sicurezza e legalità sono e devono essere la parola d'ordine per tutti, italiani e non.
 samuele simoncioni ,

sabato 21 aprile 2012


Il teatro resta un sogno


Ex garage Fanesi: 14 anni di progetti, bonifiche e lavori interrotti





Dal Corriere



Falconara Lunga e tortuosa è la storia dell'ex Garage Fanesi. Dura da quattordici anni e al momento non vede la fine. E' considerata la più grande incompiuta della città. Tutto iniziò nel 1998, quando l'ex sindaco Giancarlo Carletti decise di comprare la struttura (pagata 674.497 euro) che fino a quel momento era stata utilizzata come autorimessa. Sarebbe dovuto diventare centro di attività culturale e spettacolo. Con le proprietarie si stipulò un accordo che sanciva, entro due anni, la messa in sicurezza del balcone. Quattro anni dopo, sempre con la giunta Carletti, viene presentato il grande progetto: realizzare un teatro e una galleria commerciale. Alla presentazione dei lavori intervenne anche l’architetto Marco Dezzi Bardeschi, che progettò l'intero futuro dell'ex garage. La sala del teatro prevedeva 396 posti a sedere (350 a livello della platea e 46 sulle due balconate laterali); l’auditorium sarebbe stato utilizzato anche come cinematografoi. In ultimo la galleria commerciale - lunga quasi 50 metri – sarebbe stata allestita da negozi. Nel 2003 è stato approvato il progetto esecutivo per un importo di 1.575.822 euro, e consegnati i lavori all'impresa per un totale di 1.313.412,43 euro. L'opera era stata interrotta quasi subito. Di lì a poco si scoprì che lo stabile era contaminato: sversamenti nel sottosuolo di idrocarburi. Iniziò così l'attività di bonifica per un costo pari a 549.467,42 euro. Poi il cantiere riaprì i cancelli ai lavori, nuovamente interrotti con la giunta Recanatini nel 2006. L'ex sindaco di allora decise di rivalutare il progetto della realizzazione del teatro. Qualche tempo dopo si decise di cambiare la destinazione d'uso del Fanesi, senza specificare quale: non essendoci risorse a disposizione si stabilì di coprire almeno i quattro quinti dell'opera, tra cui il balcone. L'ex Garage Fanesi non è mai diventato un teatro. I lavori di ristrutturazione avevano compromesso le pareti confinanti il garage e l'edificio stesso: danni strutturali, crepe e lesioni di vario genere. Per ovviare a un eventuale dissesto architettonico e al rischio di un crollo della struttura, furono poste due travi al centro di quella che sarebbe dovuta prendere corpo la platea del teatro. La nuova struttura impediva di poter realizzare il progetto originario. Nel 2008, con la giunta Brandoni il cantiere fu chiuso definitivamente, lavori e progetti “sigillati” dietro al portone di legno. Ce ne furono altri (centro commerciale o parcheggi) ma mai realizzati. Attualmente l'ex Garage Fanesi è stato messo all'asta per 2.981.600 euro.

sabato 14 aprile 2012

Vendola e la doppia morale sulle raccomandazioni


Vendola e la doppia morale sulle raccomandazioni


L'Occidentale


La bufera della sanità pugliese continua a imperversare sul ‘messia’ della politica italiana. Ovviamente parliamo di Nichi Vendola. Non uno ma ben due avvisi di garanzia nell’arco di 48 ore sono caduti come tegole sulla testa del governatore della Regione Puglia e leader di Sel. Oggi il “puro” Nichi è accusato d’abuso d'ufficio, peculato e falso per il caso che riguarda una transazione da circa 45 milioni di euro tra la Regione Puglia e l'ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti, nel Barese.
Ma solo ieri era stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di concorso in abuso d'ufficio per presunte pressioni sull'ex manager Asl Lea Cosentino relative alla nomina di un, Paolo Sardelli, all’ospedale San Paolo di Bari. Della serie “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, frase che lui stesso, uomo di Chiesa e Vangelo, ha sfruttato a lungo.
La risposta (o giustificazione) di Nichi alla vicenda è stata ‘candida’ come sempre: “Mi dichiaro assolutamente sereno, come sempre in passato. Io a questo concorso, come a tutti i concorsi, mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore”. E ancora: “Se per il professor Sardelli mi si addebita di aver fatto vincere il migliore, qui per davvero non riesco ad immaginare nulla che possa riguardarmi”.
Stando alle dichiarazioni del governatore la raccomandazione  - e in questo caso lo è a tutti gli effetti anche se Nichi evita di pronunciarne la parola - diventa legittima se si ritiene (non si capisce in base a quali parametri) di raccomandare il ‘migliore’. Non vorremmo scadere nei luoghi comuni ma anche stavolta ci pare di essere di fronte al prototipo standard della doppia morale comunista: siccome i “miei” sono i migliori, il fine giustifica i mezzi. Anche quelli (apparentemente) non condivisi per principio.

domenica 8 aprile 2012

Sottopasso agibile A settembre i nuovi ascensori


Dal Corriere


Falconara Ieri pomeriggio, alle 17.30, è stato riaperto il sottopassaggio di Palombina Vecchia. La promessa pasquale è stata mantenuta: tutti i bagnanti potranno ora utilizzarlo. L'opera non è ancora completa (manca la realizzazione dei due ascensori) ma si scorgono notevoli cambiamenti: riaperto il doppio senso in strada, il sottopasso è più largo e alto. L'accesso al mare è decentrato nel mezzo della piazzetta, così da usufruire il marciapiede adiacente. Via libera per tutta l'estate; il cantiere riaprirà il 15 settembre – a conclusione della stagione– i lavori di rifinitura e ampliamento termineranno a fine anno, con l'abbattimento delle barriere architettoniche e l'accessibilità ai due ascensori.

martedì 3 aprile 2012

Camion a fuoco, esplosione in centro


Il boato manda in frantumi i vetri di un’abitazione, disabile soccorso ed evacuato. Distrutte due auto


Dal Corriere


Falconara Ieri mattina i residenti di via Leopardi sono stati svegliati da una serie di botti assordanti. Si è pensato al peggio. La mente di tutti è schizzata a uno scoppio all'Api, un boato che risuona ancora vivo nella mente di tutti. O il solito incidente – l'incrocio tra via Leopardi e via degli Spagnoli si distingue per numerosi tamponamenti. Addirittura c’è chi ha pensato a una sparatoria per la raffica di colpi che si sentivano arrivare dalla strada. Ma era un incendio da paura. Il quartiere è sobbalzato alle 7.40, quando un camion merci - contenente carte, tessuti, bombolette di vernice, un fusto d'olio e di detersivi - ha preso fuoco. 

L'autofurgone della ditta Nata Noleggi Castel Colonna, che sostava in via Leopardi da un giorno, sarebbe dovuto ripartire in mattinata per consegnare la merce ai venditori ad Ancona, Osimo, Loreto e Castelfidardo. Un problema al motorino di avviamento ha provocato un cortocircuito, impedendo così al camion di mettersi in marcia. Al primo giro di chiavi l'autista romeno Coman Mihai ha visto uscire fumo dal vano motore e, allarmato, è sceso a controllare il serbatoio dell'olio. Tornato al posto di guida, i tappetini si stavano incendiando sotto i suoi occhi. D'impulso li ha gettati sull'asfalto cercando di spegnerli, evitando che il fuoco si propagasse. Ma era troppo tardi. 

Nel giro di poco tempo l'intero camion era avvolto dalle fiamme, ad alimentarle il materiale combustibile di cui era carico. Dapprima sono corsi i carabinieri della Tenenza di Falconara che, impegnati in un sopralluogo in via Flaminia, hanno notato dalla Statale la nuvola nera levarsi in cielo. Intervenuti tempestivamente hanno delimitato la zona, evitando che qualche curioso potesse mettere a rischio la propria incolumità. Una passante ha chiamato i vigili del fuoco che, giunti in concomitanza con la Municipale, hanno affrontato le fiamme con due autopompe serbatoio. Sono stati supportati dai militari dell'Arma. Ma il rogo aveva già mostrato il volto pauroso. L'incendio ha aggredito la palazzina retrostante il furgone: i vetri delle finestre si sono frantumati sotto gli occhi impauriti dei residenti. All'interno dell'abitazione anche un disabile soccorso dai militi della Croce Gialla, che per precauzione hanno deciso di farlo evacuare. I pompieri, intenti a mettere in sicurezza la zona, sono riusciti a stabilizzare la temperatura del fusto d'olio, che aveva raggiunto i 300gC, evitando il peggio. Del furgone è rimasto solo lo scheletro e sull'asfalto la merce carbonizzata ancora fumante: sono stati rimossi qualche ora dopo. Coinvolte nel rogo tre auto: un Opel Corsa, completamente bruciata; una Ford Fiesta e una Picasso, a quest'ultima è stata compromessa tutta la fiancata destra.