sabato 14 aprile 2012

Vendola e la doppia morale sulle raccomandazioni


Vendola e la doppia morale sulle raccomandazioni


L'Occidentale


La bufera della sanità pugliese continua a imperversare sul ‘messia’ della politica italiana. Ovviamente parliamo di Nichi Vendola. Non uno ma ben due avvisi di garanzia nell’arco di 48 ore sono caduti come tegole sulla testa del governatore della Regione Puglia e leader di Sel. Oggi il “puro” Nichi è accusato d’abuso d'ufficio, peculato e falso per il caso che riguarda una transazione da circa 45 milioni di euro tra la Regione Puglia e l'ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti, nel Barese.
Ma solo ieri era stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di concorso in abuso d'ufficio per presunte pressioni sull'ex manager Asl Lea Cosentino relative alla nomina di un, Paolo Sardelli, all’ospedale San Paolo di Bari. Della serie “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, frase che lui stesso, uomo di Chiesa e Vangelo, ha sfruttato a lungo.
La risposta (o giustificazione) di Nichi alla vicenda è stata ‘candida’ come sempre: “Mi dichiaro assolutamente sereno, come sempre in passato. Io a questo concorso, come a tutti i concorsi, mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore”. E ancora: “Se per il professor Sardelli mi si addebita di aver fatto vincere il migliore, qui per davvero non riesco ad immaginare nulla che possa riguardarmi”.
Stando alle dichiarazioni del governatore la raccomandazione  - e in questo caso lo è a tutti gli effetti anche se Nichi evita di pronunciarne la parola - diventa legittima se si ritiene (non si capisce in base a quali parametri) di raccomandare il ‘migliore’. Non vorremmo scadere nei luoghi comuni ma anche stavolta ci pare di essere di fronte al prototipo standard della doppia morale comunista: siccome i “miei” sono i migliori, il fine giustifica i mezzi. Anche quelli (apparentemente) non condivisi per principio.

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