giovedì 27 marzo 2014

  Un pensiero commosso ai familiari

Addio Assunta, maestra
e dirigente comunale


FALCONARA - Falconara piange Assunta “Susy”. Coltrinari, ex insegnante e dirigente comunale. Aveva 61 anni, è stata stroncata da un male incurabile. Assunta Coltrinari era molto conosciuta in città anche per essere la moglie dell'ex insegnante di educazione fisica Walter Ridolfi della dinastia che ha dato vita alla rinomata Villa Amalia. Moglie e madre affettuosa di tre figli: Massimiliano, Francesca e Silvia. Laureata in Pedagogia a Urbino con il massimo dei voti, ha conseguito l'abilitazione all'insegnamento per la scuola secondaria di secondo grado, scuola materna statale ed elementare. Era anche impegnata nel volontariato con L'Unitalsi. Nel 1975 ha iniziato a collaborare con il Comune, come insegnante di scuola comunale dell'infanzia di ruolo. Poi cinque anni fa la qualifica di dirigente dell'ufficio Scuola, Cultura, Turismo, Politiche Giovanili e Sport, poi è stata punto di riferimento del settore dei Servizi Sociali. Diversi i progetti a cui ha partecipato come l'apertura dell'asilo nido Sirenetta e quello montessoriano "Aquilone". La pensione a maggio del 2013, a causa della malattia che l’ha vinta.
(Corriere Adriatico )

 Meno male che qualcuno si rende conto che qualcosa è cambiato e non si può ignorare sempre tutto o fare del sarcasmo.

Sarcasmo sciocco e  frutto di paura secondo me.

Veneto, il "referendum" sull'indipendenza boccia lo stato centrale. Ilvo Diamanti su Repubblica: "Non è uno scherzo"

(Hufftinton post)

Il referendum sull'indipendenza del Veneto promosso dalla forze autonomiste che hs raccolto un plebiscito a favore dell'addio all'Italia, non è da prendere come uno scherzo. A scriverlo su Repubblica è Ilvo Diamanti, che in una lunga analisi spiega le ragioni dei "mal di pancia" nei confronti dello stato centrale. Lo conferma un sondaggio di Demos, condotto presso un campione rappresentativo di elettori veneti nei giorni scorsi (per la precisione: il 20 e il 21 marzo).
La partecipazione al referendum, dai dati, esce ridimensionata. Ma resta, comunque, molto significativa. Quasi metà degli elettori veneti, infatti, sostiene di aver votato oppure di essere intenzionato a farlo. E poco meno dell’80% di essi si dice favorevole al quesito referendario: l’indipendenza veneta. Una posizione condivisa, d’altronde, da un terzo di coloro che dicono di non essere intenzionati a votare.
Nell’insieme, la maggioranza degli elettori (compresi nel campione) si dice d’accordo con l’ipotesi che “il Veneto diventi una repubblica indipendente e sovrana”. Circa il 55%. Mentre i contrari sono poco meno del 40%. Dunque, l’indipendenza costituisce una prospettiva attraente per la maggioranza della popolazione. Piace, soprattutto, agli imprenditori e agli operai. I lavoratori dipendenti e autonomi della piccola impresa, che costituiscono il “distintivo” economico e sociale del Veneto. Solo tra i più giovani — e, quindi, fra gli studenti — la posizione contraria all’indipendenza prevale nettamente. Oltre che fra i disoccupati. Anche dal punto di vista politico, gli orientamenti sono molto chiari. L’indipendenza veneta piace agli elettori di Destra (in particolare di FI) e, ovviamente, ai leghisti e agli “autonomisti”. Ma prevale nettamente anche fra gli elettori del M5s, dove, peraltro, negli ultimi due anni è confluito gran parte del voto leghista. Il Veneto, d’altronde, è politicamente una zona di centrodestra. Forzaleghista (come la definiva Edmondo Berselli).
La distanza dei veneti dallo Stato nazionale, dunque, è cresciuta e oggi si traduce in aperto distacco. In misura molto maggiore che in passato. Tuttavia, molte cose sono cambiate, negli ultimi anni.
                        NO NON CI SIAMO PROPRIO.....

Tagli alla sicurezza e ingresso di clandestini: 

l’Italia sarà terra di scorribande


27– “Man mano che si va avanti, si svela il piano segreto di Renzi: smantellare la sicurezza nazionale, tagliando decine di migliaia di unità tra Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, si approvano indulti mascherati e svuotacarceri, e ora si abroga anche il reato di immigrazione clandestina attraverso un emendamento approvato dal Senato e inserito nella pdl delega al governo in materia di pene detentive non carcerarie e riforma del sistema sanzionatorio.
L’Italia, indifesa, sarà terra di scorribande nella quale scorazzeranno disperati proveniente dal Sud del mondo. Non è così che si alimenta la solidarietà nei confronti dei più sfortunati e non è così che si alimenta quel clima di coesione sociale che dovrebbe essere alla base di uno Stato di diritto. A questa nuova onda migratoria si aggiungeranno le migliaia di delinquenti che hanno beneficiato di leggi svuota carceri. Ci chiediamo se Renzi sia davvero consapevole di quello che sta combinando la sua inquieta maggioranza. In caso contrario, glielo rammentiamo noi. Fratelli d’Italia avverserà in ogni modo l’abrogazione del reato di ingresso clandestino. Nessuno sconto sulla sicurezza nazionale e a tutela dell’incolumità degli italiani”. È quanto dichiara il vice-capogruppo di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli.
Questo l’articolo relativo all’abrogazione del reato di ingresso clandestino, nella pdl “Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili”. Articolo 2 comma 3 lettera b: “abrogare, trasformandolo in illecito amministrativo, il reato previsto dall’articolo 10-bis del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, conservando rilievo penale alle condotte di violazione dei provvedimenti amministrativi adottati in materia; “.  OPI
(Imola oggi)

                                  Questa intervista mi fa riflettere.....non poco



Di Fabio Franchini per ilsussidiario.net

Per Claudio Borghi Aquilini, professore di Economia degli intermediari finanziari all’Università Cattolica, il problema dell'Italia non è solo il Fiscal Compact, il principale problema è un altro: si chiama euro. 

Ecco l'intervista:
Fiscal compact: dalla Camusso a Renzi, passando per Grillo, tutti individuano qui il problema. È possibile cambiarlo? E come? 
Premessa d’obbligo: il Fiscal compact, nella sua declinazione più pericolosa - ovvero quella che impone il rientro di un ventesimo del debito eccedente il 60% del rapporto debito/Pil - entrerà in vigore nel 2015, tre anni dopo la fine della procedura d’infrazione. Il problema è che noi siamo in crisi adesso: non siamo in crisi per colpa del Fiscal compact, che rimane comunque una porcheria assurda…
Per colpa di cosa allora? L’euro? 
Sì, siamo in crisi per colpa dell’euro perché ci siamo trovati in un sistema economico sbagliato, che azzoppa la nostra impresa. Ci troviamo in un sistema folle dove noi - che ci siamo dovuti portare in casa l’austerità per rimettere a posto i conti - siamo costretti a non comprare troppi prodotti esteri e a creare, invece, disoccupazione e povertà, abbattendo i salari. 
Cosa bisognerebbe fare? 
Sicuramente non sforare il 3%, come se non avessimo approvato il pareggio di bilancio in Costituzione. Con le regole attuali, in realtà, non possiamo fare proprio nulla. Se anche paradossalmente ce ne infischiassimo del pareggio del bilancio (la cui definizione nella legge è stata tenuta volutamente ambigua) e sforassimo questa soglia, i soldi in più che arriverebbero alla gente finirebbero ad acquistare prodotti stranieri con la conseguenza che si dilaterebbe la forbice sulla bilancia commerciale. Dovremmo farci prestare i soldi, tornando così alle cause pre-crisi. Insomma, non vi sono soluzioni che non contemplino l’uscita dall’euro. Aspettiamo, arriverà. 
Renzi e Grillo affrontano questo tema in ottica di consenso elettorale o hanno un programma serio? 
Chiunque non prenda in considerazione il problema euro invece dei vincoli europei è disinformato o in malafede. Io, da economista, non so se Renzi abbia veramente idea di quello di cui parla - cosa che può anche essere -, visto che quando lo sento parlare mi sembra che di economia non capisca nulla. I suoi collaboratori sono o gente che ha degli evidenti interessi dal punto di vista economico (come Serra) o gente che, nonostante posizioni accademiche di prestigio, capisce ben poco o dice cose in cui non crede. Di Taddei, per esempio, ricordo che diceva che era facilissimo trovare 15 miliardi di finanziamento riordinando i super-stipendi dei dipendenti pubblici. Ecco, se era così semplice, mi domando allora perché bisogna fare tagli alla polizia e così via. L’idea mia è che siano o incompetenti o in malafede.
E Grillo? 

Anche lui non ha idea: è incompetente o è in malafede. Nel momento stesso in cui parla di “debito immorale”, io, che ho a casa i miei risparmi in Btp, mi domando se sono risparmi morali o immorali. Uno che non sa che a fronte del debito ci sono dei risparmi e che la larga maggioranza del debito pubblico italiano è detenuto dagli italiani è solo una persona pericolosa. Vogliamo forse gettare nella miseria tutti i risparmiatori? La sua è una posizione assurda. 

Che margini ci sono per cambiare le regole scorporando i fondi per l'investimento dal deficit/Pil? E che effetto ci sarebbe per l'Italia? Un maquillage contabile o qualcosa di più? 
Ma non è questo il punto: non serve a nulla. Nel 2013 tra i dieci Stati stagnanti e in recessione (facenti parte dell’elite economica mondiale) nove avevano l’euro e otto di questi avevano sforato il 3% del rapporto deficit/Pil. Non basta certo non sfondare il tetto. Noi possiamo scorporare e cambiare le regole contabili, ma questa è una crisi di domanda: per risolverla bisogna portarla. Come? Per coprire il gap di competitività tra l’Italia e la Germania bisogna riallineare il cambio.
Per quanto riguarda invece l’armonizzazione delle leggi sul lavoro a livello europeo che conseguenze ci sarebbero? L'Italia ci guadagnerebbe o no?
Supponendo che il problema sia questo, noi possiamo anche parificare le leggi sul mercato del lavoro, ma non per questo, noi in crisi, recuperiamo il distacco dalla Germania, che ha il 20% di vantaggio, datogli dall’euro. Siamo come due corridori: loro sono avanti di mezza pista. Ci possiamo anche mettere a correre veloci come loro, ma mica li raggiungiamo. Per tornare alla pari dobbiamo riprenderci la nostra moneta. 


 Speriamo che non si tiri fuori la trita lamentela sul razzismo che qui non c'entra niente!
 Ogni proposta ha i suoi pro e i suoi contro. Si tratta di ragionare sui problemi reali per affrontarli concretamente perchè con la demagogia o l'inazione non si va da nessuna parte. Lo sanno bene gli amministratori locali!!!

Veneto, soldi agli immigrati che vanno via per fermare l'invasione

Il Veneto leghista pagherà il rimpatrio degli immigrati rimasti senza lavoro. Di chi, arrivato nell’ex ricco Nordest con la prospettiva di un’occupazione e di una vita dignitosa, per colpa della crisi e della chiusura di migliaia di piccole e medie aziende si è ritrovato senza impiego e senza prospettive. Gli stranieri residenti nella regione governata da Luca Zaia sono circa 500 mila, un decimo della popolazione. L’immigrazione contribuisce al 6 per cento del prodotto interno lordo regionale. I posti di lavoro però sono sempre meno e anche quegli immigrati che erano riusciti a inserirsi nel tessuto sociale, oggi si ritrovano nuovamente ai margini: in Veneto la disoccupazione straniera ha raggiunto il 23 per cento. Vien da sé che la situazione, pur in una delle regioni più accoglienti d’Italia sul fronte dell’immigrazione, sta diventando molto complicata da gestire. Ecco dunque che Zaia rispolvera il vecchio adagio leghista «aiutiamoli a casa loro» e mette sul piatto 650 mila euro, cifra che, assicura il governatore, arriverà al milione prima dell’approvazione definitiva del bilancio. Parte di questa somma, secondo la nuova legge sull’immigrazione che andrà a sostituire il testo del 1990, sarà destinata ai rimpatri. Il piano è stato concordato con le associazioni che fanno parte della Consulta regionale per l’immigrazione. Zaia ha la delega ai Flussi migratori dopo la bufera che la scorsa estate si era abbattuta sul compagno di partito, Daniele Stival, secondo cui il paragone di Roberto Calderoli tra Cècile Kyenge e l’orango sarebbe stato offensivo per quest’ultimo.
Zaia parla di una vera e propria «emergenza dettata dalla disoccupazione e dall’impossibilità da parte degli immigrati di tornare a casa». Il leghista, che respinge al mittente le puntuali accuse di razzismo avanzate da alcuni esponenti di sinistra, sta mettendo a punto un piano «per riportare le persone là dove hanno le loro famiglie, i loro affetti e le loro piccole proprietà». Nel fondo destinato ai rimpatri rientreranno anche i prestiti d’onore, ossia piccole somme di denaro che la Regione Veneto sta pensando di destinare a quegli stranieri che, imparato un mestiere nelle fabbriche e nei campi del Nordest, vogliano provare ad aprire attività in patria. Questo, fa sapere il governatore, sarà anche un modo per combattere l’immigrazione clandestina, per evitare che le persone rimpatriate, dopo pochi mesi tornino in Italia. La proposta però non piace alla Caritas di Venezia. Il direttore, don Dino Pistolato, dice che lo scenario dei rimpatri torna di moda ciclicamente e che finora ha sempre fallito. La Caritas boccia anche i prestiti d’onore. «Che allora ci presentino loro una soluzione attuabile» replica l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan (Pdl Fi-Veneto). «Il progetto della nostra giunta punta sia al rispetto della dignità degli immigrati sia a quel “prima i veneti” scelto da Zaia in campagna elettorale e che non è soltanto uno slogan. Venerdì presentiamo i dati relativi al mercato del lavoro. Nel 2013 in Veneto i fallimenti sono stati 10 mila, 2 mila in più rispetto al 2012. È chiaro» conclude Donazzan «che non c’è più posto per tutti. La situazione è drammatica, bisogna intervenire con delle azioni concrete».
Il progetto della giunta Zaia è stato reso noto nei giorni in cui il governo spagnolo ha rilanciato il “programma di ritorno volontario” per tentare di limitare il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Madrid, dopo l’esperienza dello scorso anno che ha riguardato 246 stranieri, ha di nuovo offerto 350 euro a ciascun immigrato che deciderà di fare ritorno nella terra di origine. Le situazioni più delicate riguardano le enclavi marocchine di Ceuta e Melilla. Il governo di Madrid ha sottolineato che elargire una somma di questo tipo significa «mettere gli immigrati nelle condizioni di poter affrontare al meglio la vita nei loro Paesi, dove il reddito pro capite è bassissimo». Il Veneto prova a seguire l’esempio.
di Alessandro Gonzato (Libero)


Banca Marche, i commissari pronti
a chiedere un miliardo di danni
agli ex sindaci ed amministratori


ANCONA - I commissari straordinari di Banca Marche orientati a chiedere i danni agli ex amministratori dell'istituto di credito. Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni, nominati da Bankitalia nel 2013, hanno inviato a ex amministratori e sindaci dell'istituto di credito una diffida che nterrompe la prescrizione (che scatta dopo cinque anni) in vista di un'ipotetica azione di responsabilità per eventuali danni arrecati a BdM a partire dal 2009, e stimati in un miliardo. Le lettere sono arrivate sicuramente ai componenti del Cda in carica fino ad aprile 2009 e al collegio sindacale. L'atto, al momento, non prelude automaticamente ad un'azione di responsabilità, ma la rende praticabile e, a dire il vero, molti se lo aspettano vista la voragine in bilancio e l'impatto che ciò ha avuto sull'opinione pubblica.

Mentre si attende di sapere se e quando BdM errà ricapitalizzata, sulla perdita di 800 milioni di uro che ha portato la banca al commissariamento è in corso un'inchiesta della procura di Ancona, con 14 indagati. Le ipotesi di accusa relative agli anni 2011 e 2012 - un lungo e articolato elenco di contestazioni - andrebbero da reati societari, come il falso in bilancio, false comunicazioni e infedeltà patrimoniale, a reati contro il patrimonio. Le indagini, in mano a tre Pm e coordinate dal procuratore Elisabetta Melotti, sono state affidati a un pool di esperti del Nucleo di Polizia tributaria della Finanza di Ancona che sta spulciando una marea di documenti.

L'inchiesta era partita da due esposti presentati dall'ultima dirigenza dell'istituto di credito prima del commissariamento sulle posizioni dubbie di 16 clienti. Ci sono poi i verbali degli ispettori di Bankitalia che contengono pesanti rilievi sull'operato del vecchio management e della vecchia dirigenza, a carico dei quali è stata avviata una procedura di sanzione amministrativa.
(Il Messaggero Marche)

Addio Assunta, maestra
e dirigente comunale


FALCONARA - Falconara piange Assunta “Susy”. Coltrinari, ex insegnante e dirigente comunale. Aveva 61 anni, è stata stroncata da un male incurabile. Assunta Coltrinari era molto conosciuta in città anche per essere la moglie dell'ex insegnante di educazione fisica Walter Ridolfi della dinastia che ha dato vita alla rinomata Villa Amalia. Moglie e madre affettuosa di tre figli: Massimiliano, Francesca e Silvia. Laureata in Pedagogia a Urbino con il massimo dei voti, ha conseguito l'abilitazione all'insegnamento per la scuola secondaria di secondo grado, scuola materna statale ed elementare. Era anche impegnata nel volontariato con L'Unitalsi. Nel 1975 ha iniziato a collaborare con il Comune, come insegnante di scuola comunale dell'infanzia di ruolo. Poi cinque anni fa la qualifica di dirigente dell'ufficio Scuola, Cultura, Turismo, Politiche Giovanili e Sport, poi è stata punto di riferimento del settore dei Servizi Sociali. Diversi i progetti a cui ha partecipato come l'apertura dell'asilo nido Sirenetta e quello montessoriano "Aquilone". La pensione a maggio del 2013, a causa della malattia che l’ha vinta.
(Corriere Adriatico )

domenica 9 marzo 2014




                              UNA BELLA INIZIATIVA AVSI

sabato 1 marzo 2014



                                FALCONARA  E  DINTORNI


Gelati 'made in Italy' prodotti in Grecia, maxi sequestro al porto




Rapina a Montemarciano: sequestrati clienti e dipendenti

Montemarciano (Ancona), 1 marzo 2014 - Per un’ora chiusi in una stanza mentre i rapinatori razziavano soldi dalle casse e dal bancomat a quanto risulterebbe dai primi accertamenti, per oltre 150mila euro.


Ritrovato morto
l'anziano scomparso


FALCONARA - E’ stato ritrovato morto Arnaldo Berluti, l’82enne di cui si erano perse le tracce da venerdì scorso, quando si è allontanato dalla sua abitazione in via Trieste per fare una passeggiata. Il corpo esanime di Berluti è stato trovato alle 16.15 di ieri in un campo in via Marconi, nelle vicinanze dell’edificio dell’ex comando della polizia municipale. Pare che ad accorgersi del corpo senza vita di Berluti sia stato un passante. Da lì l’allerta ai carabinieri della Tenenza locale.

Secondo un primo esame dal medico legale sembra che l’uomo sia stato colto da un malore improvviso. Soltanto l’autopsia potrà chiarire le cause del decesso. I familiari ancora non sanno quando potranno fissare i funerali.

(Corriere Adriatico)


Troppi stranieri in classe
Gli alunni italiani in fuga


JESI- Studenti italiani "in fuga" dall'Istituto Comprensivo Federico II, fra i quattro plessi scolastici cittadini quello a più alto tasso di presenza di alunni stranieri e di origine extracomunitaria. L'amministrazione prova a frenare il fenomeno ma, per ora, senza successo. La fotografia della situazione l'ha resa in Consiglio l'assessore ai servizi sociali ed educativi Marisa Campanelli, rispondendo ad una sollecitazione di Maria Teresa Mancia (Cinque Stelle).

"C'è il problema della fuga degli alunni italiani da alcuni istituti scolastici, in particolare il Federico II - riferisce l'assessore Campanelli - in questo comprensivo, soprattutto a livello di scuola media, la percentuale di stranieri ed extracomunitari in ciascuna classe supera il 30% previsto dalla riforma Gelmini e dal Patto per la scuola sottoscritto dal Comune".

L'obiettivo sarebbe riuscire ad operare una redistribuzione degli alunni stranieri fra i diversi comprensivi, con una composizione italiana-straniera più omogenea fra tutti e non sbilanciata a carico di una sola realtà. Ma non è stato possibile, almeno per il prossimo anno scolastico 2014-15, ha detto l'assessore.


(Corriere Adriatico)