sabato 31 gennaio 2009

Risposta al Consigliere Mastrovincenzo


In riferimento a quanto detto dal sig. Mastrovincenzo nell’articolo del 31/01/09, il sottoscritto Consigliere membro della Commissione Sicurezza e Viabilità, precisa quanto di seguito riportato.
L’azione di Polizia e controllo effettuata in questi giorni dalla Municipale è legittima sotto tutti i punti di vista, sia giuridici sia politici, essendo infatti la stessa in perfetta sintonia con il programma elettorale premiato dai falconaresi.
Si ringrazia il Sig. Mastrovincenzo per la pubblicità gratuita ed esaustiva che ha fatto, con il suo articolo, sull’eccellente operato della politica del P.d.L., noi stessi non avremmo saputo far di meglio e lo invitiamo a proseguire su questa linea.
Dal canto nostro l’assicuriamo, e con lui il nostro elettorato, che faremo altrettanto, proseguiremo cioè diritti per la nostra strada.
Umanamente comprendiamo il disappunto del Consigliere Mastrovincenzo, che pur essendo stato il più votato.. siede nei banchi dell’opposizione senza alcun incarico, ma la politica ha le sue leggi e come dicevano gli antichi romani:” dura lex, sed lex”!


Carlo Nucci
Questa giunta di destra sta alimentando sentimenti anti-immigratiColpisce chi si trova in difficoltà, a nulla valgono gli appelli arrivati da più parti. Non è stato ascoltato neppure l’invito all’accoglienza del vescovo Menichelli”
Mastrovincenzo del Pd attacca dopo il secondo blitz di Brandoni



“Sindaco-sceriffo? Pericoloso”

FALCONARA – L’opposizione continua a non apprezzare il “sindaco sceriffo” e anche il secondo blitz anti clandestini di mercoledì scorso a tre mesi di distanza da quello di ottobre, viene guardato dai consiglieri del Pd con perplessità e preoccupazione. “Questa amministrazione di destra sta alimentando pericolosi sentimenti anti-immigrati – osserva Antonio Mastrovincenzo – Si stanno perpetuando odiose discriminazioni che prendono spunto da quanto era già contenuto nel programma del sindaco”. Nelle sue linee programmatiche, ricorda il consigliere del Pd, Brandoni osservava, infatti, che “la presenza degli immigrati nella nostra città è diventata inquietante”.

“Affermazione grave – dice Mastrovincenzo – cui hanno fatto seguito atti che mirano a colpire chi si trova maggiormente in difficoltà: i ripetuti blitz nelle case di immigrati (in gran parte regolari), le disposizioni sulla concessione gratuita dei libri di testo agli alunni in situazione di disagio (censurate dal difensore civico regionale in quanto lesive di un diritto assicurato), l’assurda proposta dell’ordinanza ‘anti-sbandati’ per limitare la concessione della residenza e legarla ad un reddito minimo. Sono tutte scelte di una amministrazione di stampo leghista che dividono invece di costruire coesione sociale”.

A nulla, rileva Mastrovincenzo, sono serviti gli appelli al dialogo arrivati da più parti. “Sono caduti nel vuoto – spiega – la richiesta di aprire un confronto lanciata dal consigliere straniero aggiunto, subito dopo il primo raid del sindaco nell’abitazione di immigrati, e l’invito a non creare muri arrivato da parte della Tenda di Abramo, il gruppo falconarese che conta più di 200 soci e da anni opera nel campo dell’emarginazione gestendo una casa di accoglienza diventata esempio per esperienze similari”. “Così come questa giunta di destra – prosegue il consigliere – è sorda all’appello lanciato dall’arcivescovo Menichelli il quale pochi giorni fa, parlando di immigrazione, ha affermato che ‘la qualità di una civiltà si misura dalla capacità di accogliere, amare e servire’. Purtroppo, neanche la sua recente visita nella nostra città è servita a far comprendere l’ineludibile valore della solidarietà su cui dovrebbe fondarsi una convivenza civile degna di questo nome”. Mercoledì scorso, poco prima delle 7 un gruppo di agenti della polizia municipale insieme al comandante Stefano Martelli hanno controllato tre appartamenti in via Flaminia 549 dove risiede un consistente nucleo di cittadini extracomunitari, per la maggior parte provenienti dal Bangladesh. A seguito delle verifiche sui documenti è stato fermato un bengalese che è risultato essere già stato colpito da un “decreto di espulsione”.

MARINA MINELLI,

venerdì 30 gennaio 2009

Blitz della Municipale nelle case degli immigrati, bengalese arrestato


Dal Carlino

Falconara - Arrestato dai carabinieri di Falconara, su segnalazione dei vigili, un cittadino del Bangladesh gia' colpito da decreto di espulsione, che verra' processato stamattina per direttissima. L'uomo e' stato rintracciato in un'abitazione di via Flaminia durante un'operazione del comando di polizia locale, inserita in un programma periodico per accertare le condizioni abitative nelle zone piu' critiche. I vigili, capitanati dal comandante Stefano Martelli, sono entrati in azione ieri alle 6 del mattino al civico 549 ed hanno controllato due alloggi: nel primo, dove abitava il clandestino, sono stati trovati 7 posti letto, tutti occupati e sistemati in condizioni igieniche dubbie; nel secondo, da 9 posti letto, erano presenti 6 persone tutte regolari e la situazione igienica era nella norma. I vigili hanno anche rinvenuto una sorta di registro contabile, con elencate cifre, date e scritte, forse registrazioni di quanto dovuto da ogni occupante. La pm sta conducendo ulteriori verifiche, per stabilire la posizione del proprietario e capire se fosse a conoscenza della situazione. Intanto l'opposizione insorge. Antonio Mastrovincenzo del Pd si chiede come mai il Comune mostri "tanta risolutezza verso gli immigrati, in gran parte regolari, mentre tollera da mesi l'occupazione abusiva di appartamenti comunali". Mastrovincenzo ha presentato un'interrogazione in cui chiede conto della mancata attuazione del regolamento per l'assegnazione di alloggi di emergenza, approvata a fine legislatura Recanatini e mai applicato, "con il perdurare di situazioni di illegalita'".
I residenti: "I phone center sono stati trasformati in dormitorio"


Dal Carlino del 30 Gennaio

Falconara - I vigili urbani hanno gia' condotto sopralluoghi senza rinvenire tracce di bivacchi notturni, ma residenti e commercianti di via Flaminia insistono: "In alcuni phone center o negozi di generi alimentari i gestori del Bangladesh sembrano aver ricavato dormitori per i connazionali senza casa". Le segnalazioni, partite alcune setimane fa, sono abbastanza circostanziate: "Passando per la Flaminia dopo l'ora di cena - raccontano residenti e commercianti - non e' difficile trovare i locali in questione ancora aperti, con la luce accesa che filtra dalle porte socchiuse e le tapparelle abbassate per non far vedere all'esterno cio' che accade dentro. Spesso di fronte alla porta di ingresso stazionano i gestori, che parlano al telefono o si intrattengono con altre persone". L'ipotesi dei frequentatori di via Flaminia e' che i gestori aspettino l'arrivo di ospiti, oppure ricevano al telefono "prenotazioni", per chiudere il negozio una volta al completo. Al mattino presto, poi, gli sportivi che percorrono la Flaminia diretti alla spiaggia per fare footing o i commercianti che aprono il negozio attorno alle 7 hanno notato che i vetri delle attivita' in questione sono appannati, come se qualcuno vi avesse passato la notte o il riscaldamento fosse rimasto acceso. Il fenomeno sarebbe circoscritto a due esercizi, entrambi nel tratto sud della stazione, ma finora i sopralluoghi dei vigili non hanno portato ad individuare elementi che avvalorino questa tesi. "All'interno delle attivita' segnalate - aveva spiegato l'altro giorno il comandante della pm Stefano Martelli - non abbiamo ritrovato giacigli ne' coperte".
Variante di Castelferretti “La Regione si intromette”


Dal Corriere del 30 Gennaio

FALCONARA - La Regione Marche, tramite i propri tecnici, dà una valutazione politica sulla procedura seguita per l'approvazione della variante di Castelferretti. Così i tecnici della Provincia di Ancona, i quali hanno valutano con preoccupazione questa mattina le dichiarazioni della Regione. Infatti - spiegano i tecnici provinciali - si dice che la Provincia deve essere invitata ad effettuare una riflessione sugli atti emanati, che suona piuttosto come una chiara intromissione nelle competenze dell'ente. Inoltre, la stessa Regione, in piena contraddizione, afferma poi che, in materia di valutazione ambientale strategica, non esiste un ruolo di ente superiore e che, in questo caso, sarebbe difficile entrare in scelte operate da un'altra autorità competente, appunto la Provincia.Il problema è che quando la variante è stata portata all'adozione dal commissario prefettizio di Falconara, le nuove linee guida regionali non erano ancora state approvate. Di qui - spiegano ancora i tecnici provinciali - la necessità di adempiere alle forme di partecipazione previste dalla Vas attraverso la pubblicazione tipica degli strumenti urbanistici. In Provincia si dicono “sereni e consapevoli di aver eseguito correttamente tutte le procedure”.
Bilancio a rischio senza i soldi delle accise


Dal Messaggero del 30 Gennaio

FALCONARA La partita per le accise si rivela una “mission impossible” e la strada per chiudere il bilancio falconarese è tutta in salita. A poco più di due mesi dal termine ultimo per approvare il Preventivo, Falconara è ancora a rischio. Il divario tra entrate ed uscite segna infatti ancora uno squilibrio di 4 milioni di euro e il viaggio a vuoto a Roma del sindaco Goffredo Brandoni per la questione accise innesca le polemiche delle opposizioni. Nel mirino, quello che è stato un cavallo di battaglia della campagna elettorale dell'attuale sindaco: il concetto della maggior facilità a far arrivare il contributo grazie al "governo amico". Dei soldi che la Raffineria Api paga allo Stato, parte dei quali secondo la Finanziaria 2001 sono destinati alle città che ospitano gli impianti, finora nemmeno l'ombra. Il contributo, mai finanziato, sarebbe manna dal cielo per la Falconara dei conti in rosso: basterebbe l'1% per far arrivare in città 8 milioni, stando a quanto pagato dall'Api nel 2007. La legge sul Federalismo Fiscale ha recepito la norma ma tra passaggio alla Camera e decreti attuativi i soldi si vedranno solo nel 2011. Tardi per Falconara. «E' la logica conclusione rispetto alle premesse - attacca Loris Calcina di Cittadini in Comune - perché con i guanti bianchi, come fa Brandoni e come hanno fatto prima di lui i suoi predecessori coi cosiddetti "governi amici", si prendono solo pesci in faccia. Falconara deve pretendere quanto gli spetta dal 2001. E' inutile andare a Roma con la "richiestina" o la "letterina" come ha fatto anche il centrosinistra. Occorre contattare tutti i comuni aventi diritto e le rispettive Regioni». Critico anche il Pd che però auspica collaborazione per il futuro. «Quello di andare solo dai parlamentari di centrodestra è un errore ed è stato un limite anche delle passate legislature - ammette Emanuele Lodolini, capogruppo Pd - In campagna elettorale abbiamo sostenuto l'esigenza di unire la politica. Siamo pronti a dare il nostro contributo se ci sarà chiesto». Mano tesa, insomma, anche se Lodolini legge nell'incontro del sindaco solo con i parlamentari del Pdl «la non volontà di dialogo. Tenendo conto di questo, non si può non registrare il fallimento del viaggio a Roma». L'ultima spiaggia per le accise è rappresentata dall'iniziativa di Roberto Piccinini che, come presidente del Coordinamento che riunisce i 16 Comuni sede di impianti, è deciso a coinvolgere sindaci, Province, Regioni e parlamentari per tentare la strada delle conferenza Stato-Regioni-Comuni. «La proposta di Piccinini? Noi siamo pronti - spiega il sindaco -: se ci sono soluzioni alternative, ben vengano. Vorrei però che l'aiuto del centrosinistra sia reale. Le critiche di Calcina invece non le accetto. Se fossimo a fine legislatura avrebbe ragione ma ad appena otto mesi dal mio insediamento, no». Tolte le accise, per la chiusura del bilancio si sta lavorando su vari fronti. Con l'abbassamento dei tassi d'interesse, gli uffici stanno rivedendo i piani di ammortamento dei mutui contratti per capire quanto è possibile risparmiare. Tra le voci in entrata, il prosieguo della lotta all'evasione fiscale e l'aumento dei controlli su parcometri e le relative multe. Briciole, però. Una bella mano arriverà dagli oneri di urbanizzazione di Quadrilatero, stralciati dall'assestamento ed inseribili al 75% in bilancio per oltre 2 milioni di euro. L'Ici delle piattaforme Eni frutterebbe 700mila euro, più circa 3 milioni di arretrati. Ma l'Eni ha impugnato l'accertamento e, con l'attenzione particolare che regna sulla città, difficilmente si potrà licenziare un documento contabile che non sia congruo con la realtà.


Uccise l’anziana vicina, vent’anni di carcere
Per il giudice non si trattò di un omicidio premeditato, Mario Masini evita l’ergastolo


Dal Corriere del 30 Gennaio

Falconara - Evita l’ergastolo Mario Masini, l’assassino della porta accanto che il 21 gennaio di due anni fa massacrò a coltellate l’anziana vicina di casa inferma e semicieca per rubarle 200 euro e qualche vecchio documento senza valore. Ieri il gip Lioniello Rossino l’ha condannato con rito abbreviato a vent’anni di carcere, escludendo l’aggravante della premeditazione che poteva costare al 45enne anconetano il carcere a vita. Era quello che meritava, secondo il pm Irene Bilotta, che accusava Masini di aver pianificato il furto in appartamento mettendo in conto anche di arrivare a sopprimere Maria Crescimbeni, pensionata di 77 anni, che svegliandosi all’improvviso l’aveva sorpreso a rubare in casa sua. Masini era imputato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalle condizioni della vittima, incapace di difendersi per l’età e le condizioni fisiche, e anche rapina a mano armata. Un doppio capo d’accusa che - in caso di accoglimento delle richieste del pm - non avrebbe lasciato scampo a Masini: la riduzione prevista dal rito alternativo gli avrebbe consentito di evitare l’isolamento in carcere, ma non l’ergastolo.Il giudice Rossino l'ha assolto dall’accusa di rapina, ritenendolo responsabile dell’omicidio, senza però la premeditazione. Partendo da una pena base di trent’anni, il gup ne ha inflitti venti applicando lo sconto di un terzo previsto dal rito abbreviato. Niente riduzioni invece per una memonata capacità di intendere e di volere: una perizia disposta dal giudice aveva evidenziato per Masini un disturbo della personalità, ma evidentemente per il giudice non era tale da configurare un vizio parziale di mente.La procura aveva chiesto l’ergastolo. Quando era entrato nell’appartamento della vicina, secondo il pm Bilotta, Mario Masini era preparato ad uccidere. L’aveva ipotizzato, tanto da indossare dei guanti di lattice per non lasciare tracce. S’era preparato bene, con un sopralluogo nell’appartamento compiuto alcuni mesi prima. Era domenica pomeriggio, sapendo che l’anziana aveva l’abitudine di andare a messa, s’era introdotto nell’appartamento al terzo piano di via Che Guevara 5 riuscendo a far scattare il chiavistello con una scheda. Pensava di poter cercare denaro in tranquillità, ma la Crescimbeni stava dormendo e il rumore l’aveva svegliata. Masini, figlio di un’amica della vittima, se l’era trovata di fronte e aveva perso la ragione. Non è escluso che fosse sotto l’effetto di stupefacenti, fatto sta che l’aveva assalita come una furia. L’aveva scaraventata a terra, le era salito a cavalcioni per bloccarla. Aveva impugnato un coltellino da cucina, usato poco prima dall’anziana per tagliare della frutta, e s’era accanito con venti colpi, l’ultimo aveva quasi trapassato il collo di Maria. Poi aveva girato per casa lasciando tracce di sangue dappertutto, ed era scappato senza essere visto con i soldi presi all’anziana. Era tornato a casa, nella palazzina di fronte, e aveva messo scarpe e vestiti in lavatrice. In meno di una settimana i carabinieri del Reparto operativo, guidati dal colonnello Luciano Ricciardi, lo arrestarono con prove schiaccianti. Decisiva fu una traccia di sudore lasciata su lembo di guanto strappato e rimasto accanto al cadavere della vittima.

giovedì 29 gennaio 2009


Un augurio di cuore dal blog a Giorgia e Simone che oggi sono diventati genitori

Benvenuta Irene
gli amici del blog

Per D'Alema il Cav. sbaglia anche su Battisti



A Massimo D'Alema piace sbagliare. La sua storia politica lo dimostra, altrimenti non si capirebbe perchè sbaglia con tanta insistenza. Oggi prende le parti del Brasile nell'assurda vicenda con cui il governo del suo amico Lula rifiuta l'estradizione del terrorista.
Intervistato dall'esperto di buone maniere, Beppe Severgnini, D'Alema ammette che il governo brasiliano "ha compiuto un grave errore" ma prova molto più gusto nell'additare gli errori del governo italiano. Quali? Difficile capire, se non l'asserzione che "il governo non ha gestitio al meglio la vicenda" e che bisognerebbe "non inasprire i rapporti con il Brasile ma studiare come riannodare il dialogo politico". Insomma, il Brasile trattiene un terrorista pluriomicida perchè non si fida del sistema giudiziario italiano, risponde picche alle richieste del presidente della Repubblica, tratta l'Italia alla stregua di una dittatura sudamericana e l'Italia che dovrebbe fare? non inasprire, riannodare...?
La verità è che a prescindere dal merito, su cui persino D'Alema, en passant, ammette che il Brasile ha torto, tra Lula e Berlusconi, D'Alema si schiera per principio con il primo e contro il secondo. Quello che fa il governo Belrusconi è comunque sbagliato, inutile, mal gestito, anche se ha la piena approvazione del Capo dello Stato.
Questa volta poi, D'Alema è andato a nozze: dalla parte del governo, sulla vicenda Battisti, si era schierato anche Walter Veltroni. I classici due piccioni con una fava...


da L'Occidentale

mercoledì 28 gennaio 2009

L’ultimo assalto dei dissidenti a Sturani


Dal Corriere del 28 Gennaio

ancona - Una mozione per chiedere al sindaco di rinunciare alla prescrizione. Non un documento del centrodestra, ma un atto che viene dall’interno del Pd. I dissidenti meditano una mozione forte, che sia un richiamo alla trasparenza e alla chiarimento delle vicende del sindaco e alzano il tiro. Il documento potrebbe contenere la richiesta al sindaco di andare a processo e potrebbe raggiungere un discreto numero di firme. Ci sono gli otto scontenti (forse sette, se Maurizio Cesarini non ci sta), Elio Libri (Sd) che appena lunedì si è sfilato dalla maggioranza, Daniele Tagliacozzo (Verdi) e Bruno Brandoni (Pdci). Potrebbero esserci anche i due voti di Udeur-Idv, David Favia e Letizia Perticaroli, considerato che Favia è stato il primo a chiedere ufficialmente a Sturani di rinunciare alla prescrizione. Non sono ancora stati avviati contatti con i tre consiglieri di Rifondazione. Si partirebbe comunque da una dozzina di firme. Il documento potrebbe essere votato insieme a quello di sostegno a Sturani, che la maggioranza deve mettere a punto venerdì. Del resto, il sindaco l’ha detto l’altro giorno, in Consiglio: o lunedì verrà una fiducia o tutti a casa. E se la fiducia ci sarà, sì, ma solo a maggioranza? Si annuncia un’altra seduta da brivido. Sturani dovrebbe blindarsi prima.I dissidenti vogliono andare fino in fondo nella chiarezza sulle vicende del sindaco. E considerano insufficienti i segnali arrivati finora dal primo cittadino. Dopo Turchetti, nei giorni scorsi Sturani ha incassato la disponibilità a fare un passo indietro da parte degli assessori Pd Emilio D’Alessio e Pierfrancesco Benadduci. Il sindaco dal canto suo ha fatto un passo avanti... Sembra che abbia ipotizzato il cambio delle deleghe per Turchetti e la fuoriuscita di D’Alessio fino a Simonetti non più vicesindaco. Ma i dissidenti restano dell’idea che si può discutere di rimpasto solo dopo un cambio radicale, con la fuoriuscita di D’Alessio, Turchetti e Simonetti. Ma il sindaco non vuole arretrare sul numero degli assessori: dodici sono e dodici restano.Il gruppo degli scontenti si è incontrato ieri per verificare il da farsi. In ballo, c’è sempre l’autosospensione, che potrebbe avere un’accelerazione a venerdì, all’indomani dell’incontro del gruppo chiamato a fare una sintesi della relazione del segretario Ranci, approvata all’unanimità dall’assemblea di domenica. Gli scontenti s’aspettano che ci sia già un’idea del rimpasto. Ma il sindaco ce la farà?La situazione è di grande nervosismo. Specie per il calendario della settimana. Domani alle 18 si riunisce il gruppo, dove già si potrebbero registrare defezioni. E solo per venerdì (tra il gruppo di giovedì e la nuova assemblea sabato) il segretario regionale del Pd Sara Giannini convocherà l’incontro tra Sturani e i vertici politico-istituzionali del partito. I dissidenti s’aspettavano che l’incontro al vertice, in cui il sindaco si è detto disponibile a parlare nel dettaglio della vicenda dei movimenti bancari e dei 251 mila euro di versamenti, avvenisse prima della riunione del gruppo. Invece la Giannini vuol discutere del caso-Ancona proprio dopo che avranno detto la loro il gruppo giovedì e la maggioranza venerdì. Convinta che i chiarimenti dettagliati Sturani possa farli al gruppo, se i consiglieri li richiederanno. Fermo restando il fatto che non c’è nessun limite alle spiegazioni. “Tutti dicono di arrivare al 2011, ma ipocritamente - dice Angelo Tomassetti, tra i dissidenti -, perché sanno che non ci si arriverà. Il traguardo è difficile e potrebbe cadere prima. Nell’eventualità, i segretari si prenderanno la responsabilità di un voto assieme alle regionali”.
“Insieme all’opera” in ricordo della Shoah



Dal Corriere del 28 Gennaio

FALCONARA – Il soprano falconarese Ornella Bonomelli è protagonista a Bolzano e Verona della Giornata della memoria con lo spettacolo dell'associazione “Insieme all'opera”, ispirato alla vicenda della cantante Fania Fenelon internata ad Auschwitz durante la seconda guerra mondiale. Il lavoro, 'Musiciste per Auschwitz', è stato ideato e scritto da Ornella Bonomelli, con musiche originali composte dall'associazione Artemusica e da Maria Beatrice Calai. Interpreti, la stessa Bonomelli nelle vesti della cantante, e Paola Giorgi, voce narrante e interprete di Alma Rosé, la celebre violinista nipote di Gustav Mahler direttrice dell'orchestra femminile di Auschwitz Birkenau, la formazione che permette a molte internate, più o meno abili musiciste, di salvarsi vivendo in condizioni meno proibitive. La Bonomelli e la Giorgi accompagnate dall'ensemble composto da Elisabetta Matacena (violino), Cecilia Amadori (violoncello), Teresa Tecchi (percussioni), Milena Lorenzi (sax), Beatrice Calai (pianoforte). La tragedia della Shoah viene qui presentata in una toccante meditazione tutta “al femminile” ispirata al dramma della Fenelon detenuta ad Auschwitz – Birkenau dal gennaio del 1944 alla fine della guerra.



Asfalto-trappola a Castelferretti, ecco i lavori

FALCONARA – Sono iniziati ieri i lavori di “manutenzione ordinaria” della lunga arteria che attraversa tutto il paese di Castelferretti per arrivare fino a Falconara attraverso case Unrra-Stadio. La via, in molti tratti (specie dal semaforo davanti alla trattoria da Enzo fino all'altezza del consorzio) era diventata quasi impercorribile per le auto e molto pericolosa per moto e motorini a causa delle buche abbastanza profonde e dei pezzi di asfalto rotti e sollevati (nella foto Tifi). Vista la situazione sono molti quelli, che in questi ultimi giorni, avevano scelto di deviare verso Falconara Alta a via Milano per poi discendere su Palombina Vecchia, ma l’assessore ai lavori pubblici Matteo Astolfi assicura che “in breve tutto dovrebbe tornare alla normalità”. “Il problema – spiega Astolfi – sono stati i due mesi di piogge forti ed ininterrotte, il che ha provocato profonde infiltrazioni che a loro volta hanno causato le voragini lungo la strada”. Il Comune constatate le difficoltà degli automobilisti di passaggio, ma anche dei residenti, ha quindi deciso di attuare un intervento di emergenza nonostante le difficoltà di bilancio e la non approvazione del documento finanziario del 2009. “Andremo avanti anche nei prossimi giorni – assicura l’assessore – la strada è molto trafficata e dovrà essere sistemata meglio, questa ed anche altre vie cittadine, non solo con questi interventi tampone”. E’ intenzione dell’assessore convocare entro breve Cam e Polizia Municipale per ridefinire meglio tutto il programma di lavori lungo le strade falconaresi (altra zona critica è quella di via del Consorzio) che dovrebbero essere finanziati con i 339 mila euro residuo del mutuo acceso per la fondazione Altrotempo.



Niente aste, il Comune vende immobili a trattativa privata


FALCONARA – Il Comune vende una casa colonica a Fiumesino e alcune palazzine con appartamenti. Ma niente aste, si procede con “alienazione mediante trattativa privata” per gli immobili di via Fiumesino 20 (importo base 23.500 euro); via Corridoni n. 13 (importo base 494.300 euro); via Gobetti 5 (importo base 167.800 euro); via IV Novembre 5 (importo base 812.780,00 euro). Sono ammesse offerte al ribasso sul valore di stima e chiunque sia interessato all’acquisto dovrà presentarsi, personalmente o tramite procuratore, dalle ore 9 alle ore 12 del 23 febbraio 2009 presso la Residenza Municipale in P.zza Carducci n. 4 – Servizio Gare e Contratti per la formulazione della “Proposta irrevocabile di acquisto” (il modulo è disponibile sul sito www.comune.falconara-marittima.an.it e negli uffici preposti). Alle ore 12.15 del 23 febbraio in seduta pubblica, si procederà alla lettura delle proposte pervenute per ciascun immobile mentre l’aggiudicazione avverrà, in caso di offerte al rialzo, immediatamente alla migliore proposta. Mentre nel caso i cui non vi siano offerte al rialzo, l’aggiudicazione provvisoria alla migliore proposta al ribasso avverrà solo a seguito della verifica, da parte dell’amministrazione, della congruità della proposta. A garanzia dell’aggiudicazione definitiva l’aggiudicatario dovrà, su richiesta del Comune, versare di una caparra confirmatoria pari al 10% del prezzo di aggiudicazione. Per ulteriori informazioni gli interessati potranno rivolgersi all’ing. Torelli – Responsabile U.O.C. Patrimonio (071/9177209 – torelligi@comune.falconara-marittima.an.it) o al dott. Brunetti - Responsabile U.O.C. Affari Generali (071/9177247 - brunettial@comune.falconara-marittima.an.it



Via Marconi, la strada dei megastore



FALCONARA – Un nuovo supermercato in apertura entro un paio di mesi e poi un altro spazio commerciale dovrebbe essere inaugurato a breve, per non parlare della ex azienda Isea di Angelini destinata ad essere trasformata in appartamenti più centro commerciale. Il tutto su via Marconi, la strada che tagliando in due il quartiere case Unrra Stadio unisce il centro di Falconara con il paese-rione di Castelferretti, dove già sono presenti numerose attività commerciali fra ipermercati, grandi negozi specializzati in abbigliamento o in attrezzature per il fai da te, hard discount e spacci aziendali anche molto noti e frequentati (in particolare Bilancioni e Fly3 ovvero il paradiso per gli amanti del cachemire e dell’abbigliamento sportivo-chic). L’arrivo ormai certo del Lidl (il discount di origine tedesca dove si trovano specialità dalla Germania, ma anche molti prodotti locali) e, forse, quello di “Acqua e Sapone” e anche di un supermercato GS renderanno la zona un vero e proprio centro commerciale e, nonostante le nuove superfici di vendita (definite medie quindi tutte non superiori ai 2500 metri quadrati) siano per forza tutte dotate di un loro parcheggio privato destinato ai clienti, il traffico lungo la strada rischia di diventare ancora più intenso. Ma gli operatori commerciali della zona non sembrano preoccupati, anzi. “Ben vengano altri negozi – dice Fabrizio Tarroni, presidente falconarese di Confcommercio e titolare di un’attività commerciale proprio lungo via Marconi – se aumenta il transito va bene per tutti e superfici di vendita come quelle di cui si parla non sono un problema. La vocazione di questa strada di passaggio è proprio quella commerciale e quindi è positivo che si stia sviluppando in questa direzione”. Per quanto riguarda la viabilità e gli eventuali possibili intasamenti che andrebbero a riflettersi sia su Castelferretti che su Falconara, Tarroni ricorda che “nei progetti futuri c’è una grande rotatoria all’altezza della vecchia fabbrica di Fly 3, una cinquantina di metri dopo la ex Isea”. Secondo il presidente di Confcommercio “una infrastruttura decisiva per rendere più fluido il traffico in ingresso ed in uscita dalle vie trasversali che entrano nella zona industriale”. Inoltre fra via Marconi e via del Consorzio dovrebbe nascere una parallela “di scorrimento”, il tutto (strada e rotatoria) a spese di chi sta urbanizzando l’area. “L’apertura del Lidl – spiega l’assessore al commercio Raimondo Mondaini – è prevista per marzo, almeno stando alle richieste di autorizzazione fatte in Comune. In effetti ormai lì sono tanti, ma evidentemente il marchio, che ha due punti vendita a Chiaravalle e a Torrette, ha ritenuto che ci fossero spazi di crescita anche all’interno del comune di Falconara”. Sistemata via Marconi adesso però, come fa notare il presidente di Confcommercio, “l’amministrazione comunale dovrebbe cominciare a pensare alla rivitalizzazione del centro cittadino”. Proprio questo uno degli argomenti del prossimo incontro della consulta per le attività produttive e in attesa i commercianti hanno già pronte le loro proposte per la rivisitazione delle aree per la sosta veloce con disco orario e per i parcheggi a pagamento.

martedì 27 gennaio 2009

ADESSO BASTA

HANNO RAGIONE LORO

STUPRO GUIDONIA, SEI I ROMENI FERMATI




ROMA - Cinque giorni di continue indagini e una ininterrotta caccia che non ha risparmiato insediamenti abusivi, baracche e appartamenti occupati da stranieri dell'Est Europa da parte di centinaia di carabinieri hanno consentito di fermare la scorsa notte sei romeni accusati di aver violentato nella notte tra giovedì e venerdì scorsi a Guidonia, alle porte di Roma, una giovane di 21 anni e picchiato il suo fidanzato di 24 anni rinchiuso nel bagagliaio della loro auto senza poter difendere la sua compagna. Quattro dei romeni fermati stavano tentando la fuga e sono stati bloccati dai militari al casello autostradale di Tivoli a bordo di una Bmw. I sei sono tutti incensurati: quattro sono accusati di violenza sessuale e rapina aggravata mentre per due l'accusa è di favoreggiamento, perché avrebbero coperto il branco fornendo alla banda alloggio e protezione subito dopo lo stupro quando è scattata la caccia all'uomo. All'uscita dalla stazione dei carabinieri di Guidonia di uno dei sei romeni fermati per lo stupro c'é stato un tentativo linciaggio da parte della folla che assedia la stazione. "Maiali, bastardi" e "Consegnatelo al padre della ragazza": queste le grida delle decine di persone. L'arresto-record del branco mette fine all'incubo che in questi giorni ha tenuto alta la tensione, non ha risparmiato polemiche e strumentalizzazioni, ma ha anche innescato nel paese vicino a Roma manifestazioni di protesta sfociate la sera di sabato scorso in raid di stampo razzista: un gruppo di giovani che aveva partecipato a una iniziativa di Forza Nuova ha aggredito cinque albanesi e quattro romeni. Il risultato raggiunto dagli uomini del comandante provinciale dell'Arma, diretti dal del generale Vittorio Tomasone e dal colonnello Rosario Castello di Frascati è valso il plauso unanime, a partire da quello del sottosegretario all' Interno Alfredo Mantovano e del sindaco di Roma Gianni Alemanno "E' la fine di un incubo, ringrazio i carabinieri", sono state le prime commosse parole della giovane vittima alla notizia del fermo dei responsabili dello stupro. In lacrime ha voluto ringraziare i carabinieri. "E' fatta giustizia: ora non faranno più male a nessuno, non faranno a un'altra donna quello che hanno fatto a me". La Procura di Tivoli in giornata potrebbe disporre un confronto tra la ragazza vittima dello stupro e i cinque romeni arrestati la scorsa notte, sospettati di essere il branco di stupratori e rapinatori.

MARONI, A ROMA EMERGENZA CAMPI ROM - "Il 58% degli stupri, in Italia, è commesso da italiani, il 9% da romeni. A Roma i numeri sono diversi: il 35% è commesso da italiani e il 31% da romeni. Questo accade perché a Roma c'é una forte concentrazione, per questo l'emergenza campi nomadi è più forte". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni durante la trasmissione Porta a Porta spiegando quali sono le misure che si stanno attuando su questo tema. "Il primo atto - ha detto - è stato il censimento. Poi, entro fine maggio 2009, termineremo la programmazione degli interventi che prevedono lo smantellamento dei campi abusivi, la creazione di campi attrezzati e la scolarizzazione dei bambini che, secondo i dati del censimento sono circa la metà, spesso costretti alla prostituzione".
Preso un Tunisino di 31 anni clandestino
Arrestato per spaccio di droga
La nascondeva in spiaggia
Dal Carlino del 27 Gennaio
Falconara -Aveva trasformato le cabine della spiaggia in magazzini per la droga, dove attingeva ogni volta che doveva evadere un'ordinazione. Ma la carriera di pusher di Malki Houssein, 31 enne tunisino e clandestino in Italia dal 2006, e' terminata domenica sera, quando i carabinieri lo hanno colto in flagrante mentre prelevava dalla sua dispensa improvvisata un involto con 70 grammi di hashish, gia' suddiviso in dosi; insieme alla droga, c'erano anche mille euro in contanti, tutti in banconote da 10 e da 20 euro, probabile provento di spaccio. Da circa un mese i carabinieri lo tenevano d'occhio, anche sulla base di una serie di segnalazioni: l'uomo, che frequentava abitualmente la zona della stazione ferroviaria, era stato visto da alcuni cittadini compiere scambi sospetti, ma i militari falconaresi, nonostante le ripetute perquisizioni, non erano sin qui riusciti a trovargli nulla addosso. Domenica, quindi i carabinieri hanno deciso di pedinarlo e lo hanno seguito in spiaggia, dove sono rimasti appostati per tutto il pomeriggio. Ci sono volute ore di attesa al freddo, ma alla fine ne e' valsa la pena: il 31 enne tunisino, attorno alle 21, e' stato fermato con l'hashish in mano, che aveva appena preso da un capanno, in uno stabilimento di Palombina Vecchia. Facilissimo, per lo spacciatore, utilizzare la cabina, bastava spingere con il piede la porta di ingresso per avere lo spazio sufficiente ad introdurre o prelevare oggetti. "Stavolta mi avete preso sul fatto", avrebbe detto ai militari che lo hanno acciuffato.
Insegne luminose, niente sconti sulle sanzioni


Dal Carlino del 27 Gennaio

Falconara - Niente sconti sugli accertamenti relativi alle insegne luminose, con importi di circa 700 euro (tra accertamenti e sanzioni) che hanno colpito commecianti ed artigiani che non avevano rinnovato l'autorizzazione prevista dal cds, E' quanto emerso ieri pomeriggio nel corso della consulta per le attivita' produttive, cui hanno participato il sindaco Brandoni, gli assessori Astolfi, Mancini e Mondaini, che hanno incontrato Pierpaoli e Ragaglia (Cgia), Fantacone (Cna), Tarroni (Confcommercio) e i rappresentanti di Assindustria per affrontare la questione delle insegne e della messa in sicurezza del territorio. "Gli amministratori -riferisce Pierpaoli- hanno spiegato che gli accertamenti erano inseriti nel bilancio preventivo del commissario Ruffo e che quindi non possono essere revocati. Abbiamo pero' chiesto al Comune, come fanno altri enti locali, di informare preventivamente le attivita' all'avvicinarsi della scadenza, magari con l'invio di bollettini". Quanto alla messa in sicurezza del territorio, la consulta e' stata aggiornata a marzo: si attende che venga presentato il progetto di mitigazione all'autorita' di bacino, dopodiche' gli imprenditori si aspettano fatti concreti e sono pronti ad organizzare azioni congiunte in caso di inazione delle istituzioni
Terrorismo, per il Brasile Cesare Battisti è rifugiato politico


(ANSA) - ROMA, 23 GEN - La decisione di concedere lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti 'poggia su solide basi giuridiche interne ed internazionali'. E' quanto ha confermato il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva nella lettera inviata al presidente Napolitano. La lettera si conclude con la riaffermazione dei legami storici e culturali tra Brasile e Italia e della volonta' di rafforzare le relazioni bilaterali. Il commento del ministro Frattini: ora massima velocita' nel proporre i ricorsi.

Il Brasile accorda lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti. Il ministro brasiliano della Giustizia, Tarso Genro, ha concesso lo status di rifugiato politico all'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (condannato all'ergastolo in Italia per quattro omicidi commessi tra il 1977 e il 1979, espatriato in Francia e poi in Brasile, dove è stato arrestato nel marzo del 2007) la cui estradizione era stata richiesta dall'Italia. «È tradizione del Brasile considerare di concedere lo status di rifugiato politico ogni volta che riteniamo che esista un fondato timore di persecuzione politica contro un cittadino», ha detto Pedro Abromovaj, segretario agli affari legislativi del ministero della giustizia a Brasilia, citato dal quotidiano O globo. «Viva sorpresa e forte rammarico» ha espresso invece il ministero degli Esteri italiano per la decisione assunta dal Governo di Brasilia che, «ribaltando quanto stabilito dal Comitato nazionale per i rifugiati, ha accolto il ricorso di Cesare Battisti, un terrorista responsabile di gravissimi delitti che nulla hanno a che fare con lo status di rifugiato politico». La Farnesina si appella direttamente al presidente brasiliano Lula da Silva, affinchè si mobiliti per rivedere la decisione adottata dal ministro della Giustizia.

lunedì 26 gennaio 2009

Sturani in lacrime: “Non sono un corrotto”


Dal corriere del 26 Gennaio

ancona - “Non sono un corrotto e non ho corrotto nessuno”. Sturani parla già da qualche istante, è l’inizio di un intervento di una quarantina di minuti al termine del quale scoppia in lacrime, tra gli applausi della vecchia Palombella rossa, dove si tiene l’assemblea del Pd e dove il sindaco è politicamente cresciuto. A terra, in fondo alla sala, un quadro-fotografia di un raggiante Sturani col presidente Napolitano. Visibilmente provato, con dieci chili di meno dice, Sturani prova a spiegare. Partono più applausi, ma mai dai dissidenti. Qualcuno urla che non è necessario che racconti... Invece sì, dopo aver parlato ovunque di chiarezza, e il sindaco lo sa: “Vorrei spiegare, non sono qui per prendere applausi”. Parla a 360 gradi, ma non entra nello specifico dei singoli versamenti, disegna una cornice, per chiudere con la sua “volontà di ripartire”, pronto a far vedere le carte al summit a porte chiuse con i vertici del Pd, in settimana. Sullo sfondo ci sono le indiscrezioni dei contatti romani per una fuoriuscita anticipata dal Comune, per una diversa collocazione, si dice forse fuori città.“Ho diritto di essere liberato”, si sfoga. “Non ho nessun tesoretto, ma una situazione debitoria che onoro mensilmente con le mie indennità: 45 mila euro annui dal Comune e 900 euro netti mensili dall’Anci”. Quanto al mutuo da 325 mila euro, “non ho avuto bisogno di parlare con nessuno, né con Virgili né con altri amministratori della banca” e ricorda di aver dato a garanzia la casa di Candia, del valore, dice, di 541 mila euro. Sul giudizio, spiega, “non posso accettare passivamente la richiesta di prescrizione” (chiederà al gip l’assoluzione con formula piena), in merito all’acquisizione dell’area Ccs, “che è stata un buon affare: una nuova perizia dell’Agenzia delle entrate parla di un valore di 3 milioni 150 mila euro, che fa cadere i presupposti di danno erariale”. Un paio di passaggi guardano all’ex sindaco Galeazzi, che seduto in fondo alla sala si diletta col Sudoku. “Io non ho partecipato alle trattative né al contratto”, dice prima. E aggiunge più tardi, in merito all’assunzione alla Servizi assicurativi di Alberto Rossi: “In quel periodo ero assessore al bilancio, i rapporti con Galeazzi non erano proprio idilliaci. Ho pensato al mio futuro, non legato solo all’attività amministrativa”.Quindi, i versamenti in contanti per 251 mila euro. “Devo fare autocritica”, dice il sindaco sui bilanci casalinghi. Poi, i passaggi più difficili, a cui mai il partito avrebbe pensato di assistere. “La triste conclusione è che, assorbito dal Comune in otto anni da assessore e sei da sindaco, non ho prestato la migliore attenzione alle vicende familiari, delegando forse troppo a chi mi sta accanto. Il mio errore e la mia responsabilità”, sottolinea. “Ci sono questioni personali e familiari che non intendo mettere in piazza”, aggiunge. Per i 251 mila euro, spiega, si tratta “in altissima percentuale di movimenti tra i conti correnti di famiglia. Quando sono diventato sindaco la situazione era già deficitaria”. Le rate dei mutui alla Carige, dice, sono state pagate in contanti con “soldi presi in altre banche con bancomat e carte di credito. Mi riservo di fornire le ricevute”. Poi il passaggio ancor più delicato. Per alcuni versamenti, dice, si tratta di “piccoli importi che mia moglie può aver ricevuto in prestito da parenti e amici”. Somme “restituite nel tempo e che riguardano la vita e la sfera privata”. E aggiunge: “E’ improprio parlare di questione morale”.



Rossi: “Si dimetta e votiamo a giugno”


ancona - “Le dimissioni del sindaco sono un atto dovuto già da diversi mesi e adesso più che mai chiediamo a gran voce che si arrivi nel più breve tempo possibile a nuove elezioni, già a giugno”. Torna al contrattacco Fi, con una nota del coordinatore Vincenzo Rossi (nella foto). “Mentre in vario modo si interpretano i disposti del magistrato sull’affaire Sturani - scrive - non si evidenziano i ritardi e gli errori della giunta, vedi sul Verrocchio e sulla viabilità. Sono le risposte che l’amministrazione finora non ha fornito su problemi che ci spingono principalmente a richiedere che abbandoni in fretta il campo. Qualunque accordo tampone sarà un altro pasticcio a scapito dei cittadini. Gli anconetani non vogliono e non si meritano il proseguimento di questa sceneggiata politica”. Intanto il capogruppo di An Giovanni Zinni ribatte al collega del Prc Nicola Sciulli: “An non ha mai chiesto nessun rinvio in conferenza dei capigruppo sulla discussione della vicenda delle dimissioni del sindaco Sturani. Ho chiesto di far mettere a verbale il parere del segretario comunale che ha precisato che il termine ultimo delle dimissioni volontarie del sindaco utili per votare a giugno è il 4 febbraio. An è d'accordo con Fi che si discuta subito delle dimissioni, ma poiché la cosa potrebbe non risolversi in un Consiglio ne ho chiesto anche un altro per il 2 febbraio. An e Fi e cioè il Pdl sono unanimi nel chiedere che si facciano le elezioni comunali a giugno 2009. Auspico che Udc e Prc la pensino altrettanto”.
In auto con un coltello, denunciato dalla polizia


Dal Corriere del 26 Gennaio

FALCONARA – Viaggiava tranquillamente in macchina con un coltello a serramanico ben nascosto nel vano portaoggetti della vettura. L’uomo, 55 anni originario e residente a Jesi, è stato fermato nella notte tra sabato e ieri lungo la via Flaminia, all’altezza della raffineria Api di Falconara da una pattuglia della polizia impegnata nell’effettuare dei servizi di controllo sul territorio.Gli agenti delle Volanti, diretti dal vice questore aggiunto Cinzia Nicolini, hanno bloccato l’uomo durante un posto di controllo.Lo jesino, già noto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti, è stato perquisito. Successivamente è scattata anche l’ispezione all’interno della vettura fino a quando, gli agenti della questura dorica, non gli hanno trovato il coltello a serramanico di grosse dimensioni tenuto nel cassettino dell’auto e ben nascosto. Successiva ed inevitabile la denuncia. L’uomo, in stato di libertà, è finito dunque nuovamente nei guai con l’accusa di porto abusivo di arma da taglio. Un coltello la cui lama superava infatti il limite di lunghezza massimo consentito dalla legge. Il coltello è stato poi ovviamente sequestrato. Un’arma bianca che sarebbe anche potuta servire ad intimorire qualcuno in caso lo jesino ne avesse avuto bisogno visti i precedenti.Controlli che sono poi proseguiti durante tutta la notte, come avviene in ogni fine settimana, per garantire la sicurezza sulle strade ed anche l’incolumità di quanti, a tarda ora, tornano a casa dopo una serata a cena con gli amici oppure in locali come le discoteche.

domenica 25 gennaio 2009

“Processo oppure se ne vada”


Dal Corriere del 25 Gennaio

ancona - Già ieri l’Udc chiedeva processo o dimissioni per il sindaco, senza ancora conoscere i contenuti del documento dei 23 che ha già raccolto oltre ottanta firme. E sulla stessa lunghezza d’onda è Rifondazione. “Rifondazione - sottolinea in una nota il segretario provinciale Massimo Marcelli Flori - è, e sarà, all'opposizione della maggioranza che attualmente amministra il comune di Ancona. Nessun trasformismo e nessuna ambiguità, al contrario, riteniamo, come già ripetutamente affermato, indispensabile e ineludibile un chiarimento giudiziario che si coniughi, se la maggioranza e il sindaco ne saranno capaci, con quello politico e che comunque vada non vedrà nessun coinvolgimento diretto o indiretto di Rifondazione comunista. Nessuno provi a coinvolgerci nell'insopportabile balletto che ormai da tanto, troppo, tempo sta paralizzando Ancona e nessuno pensi di trasferire il consenso leale e consapevole degli elettori di Rifondazione comunista su binari che infangano la coerenza e la linea politica di tutto il partito”. Erano ieri impegnati a Chianciano i tre consiglieri comunali del Prc, Nicola Sciulli, Ruggero Cinti e Paolo Pascucci. Con la scissione di Vendola dal Prc di Paolo Ferrero è nata ieri all’assemblea la sigla di un nuovo partito della sinistra radicale Rps (Rifondazione per la sinistra). Partito a cui dovrebbero fare riferimento tutti e tre i consiglieri comunali anconetani, che potrebbero quindi lasciare Rifondazione per costituire a Palazzo del Popolo il gruppo di riferimento del nuovo partito. Ma i tre non sembrano comunque intenzionati ad aderire a ipotesi di ampliamento della maggioranza comunale. Quanto al Consiglio sul sindaco, “è stato Zinni a chiedere di rinviare la discussione al 2 febbraio - ricorda il capogruppo Sciulli -, non si può dare l’idea che qualcuno ha voluto mettere il silenziatore sulla vicenda. Non è così”. Dal canto suo il capogruppo di An Giovanni Zinni tenta l’affondo: “A prescindere che sia colpevole o meno dei capi di imputazione o a prescindere dalla prescrizione, oggi la figura del sindaco non è più credibile. Se il sindaco vuole rispettare la volontà popolare, si dimetta nel consiglio comunale di lunedì o al massimo in quello del 2 febbraio. Sturani e il Pd rispettino il popolo anconetano, si voti a giugno”.

sabato 24 gennaio 2009

dal Corriere Adriatico
La replica “semafori vecchi inutilizzabili”



FALCONARA – “Non ho detto che il semaforo non si può installare, ma semplicemente che non conviene usare quelli tolti da altre zone”. L’assessore alla sicurezza Loriano Petri replica al capogruppo dei Cittadini in Comune e ricorda che è stato avviato uno “studio di fattibilità per trovare una soluzione nella zona di Villanoca”. “La soluzione individuata dal consigliere – dice Petri – ovvero utilizzarne dei vecchi smontandoli e spostandoli è fuori dalla realtà, visto che i tecnici affermano che sarebbe molto meno costoso installarne dei nuovi. Quindi il consigliere Calcina ad affermazioni se non completamente errate, sicuramente imprecise e forse scorrette ne aggiunge anche di false sul sito della sua lista”. “Evidentemente al consigliere – conclude l’assessore – non interessa risolvere i problemi del quartiere ma crearne nuovi col solo fine di screditare l’amministrazione”.
dal Corriere Adriatico di ieri

La superficialita’ non consentita


UMANAMENTE sono dispiaciuto per quello che sta accadendo al sindaco di Ancona Fabio Sturani. E’ sempre spiacevole che la vita della massima autorità cittadina venga sezionata al microscopio prima dai giudici e poi dai media. Un fatto che non può non avere ripercussioni sui rapporti umani, sul clima familiare e sulla sensibilità della sua persona.

Ma politicamente il discorso è molto diverso. Dalle indagini sulla vicenda della famosa area portuale acquistata da un imprenditore privato e, in odore di deprezzamento per cambio di destinazione d’uso, ricomprata da una S.p.A. del Comune di Ancona in condizioni di rischio economico, emergono altre condotte che, a mio parere, ma anche a parere degli altri (esponenti di maggioranza e di opposizione, commentatori, giornalisti e opinione pubblica) appaiono anche più gravi della supposta ipotesi di corruzione, allo stato dei fatti ipotizzata ma non ancora provata. Emerge che il sindaco abbia ricevuto e versato in contanti circa 250 mila euro nonché pagato ulteriori conti in denaro liquido per circa 18 mila euro di provenienza sconosciuta.

La giustificazione di prestiti di amici e parenti, che poi tra l’altro sarebbe tutta da provare accertandone la tracciabilità perché nessuno tiene grandi liquidità sotto il materasso, appare risibile, anche perché non è molto decoroso che il Sindaco di Ancona sopravviva di prestiti ad personam, mancette, pronti interventi in contanti, ora di questo ora di quel congiunto o amico. Si tratterebbe di una situazione paradossale. Tutto sommato sarebbe molto più credibile, anche se poi fortemente censurabile, che si trattasse di un professionista che si fa pagare in nero e che elude le tasse. Ma il sindaco non effettua alcuna libera professione che possa in qualche modo determinare tale flusso di denaro. Molto più semplicemente emerge un ritmo di spesa superiore alle entrate accertate, che vengono periodicamente in qualche modo sanate. Ciò malgrado l’affitto della casa con vista sul Teatro delle Muse, sia di soli 400 euro mensili e, al momento del saldo in contanti, con ben 19 mesi di affitto arretrato e così per altri conti. Solo a pensar bene, se tutto questo fosse vero, a me pare che il sindaco si ponga in una tale condizione di esposizione al rischio di ricatto morale, psicologico e di debolezza, che ne sconsigliano di rimanere al vertice dell’amministrazione della città. Se poi si passa ai cosiddetti “cattivi pensieri dei giudici”, come li ha definiti un legale della difesa del sindaco, allora si apre tutto un altro capitolo che evito di commentare, ma che per forza di cose, in assenza di dimissioni, si aprirebbe.

A me sembra, sempre a pensar bene, che il sindaco abbia peccato di estrema superficialità di condotta e questo, in una carica pubblica così importante e soprattutto così esecutiva, non è consentito. Se fosse stato un esponente del centrodestra, credo che sarebbe accaduto di tutto. Non credo ci debbano essere due pesi e due misure. Dimettendosi, sciogliendo il Consiglio, il sindaco toglierebbe tutti da un grande imbarazzo ed eviterebbe a se stesso, alla sua famiglia e soprattutto alla città un tunnel, che comincia ora, di insinuazioni, dubbi e processi pubblici che non fanno bene ad alcuno. Altre soluzioni non esistono. E non è vero che l’opposizione di centrodestra sia inerte. L’opposizione vuole evitare che una situazione così delicata possa diventare uno scontro strumentale tra centrosinistra e centrodestra senza invece un’oggettiva valutazione nel merito. Attendiamo un segnale positivo dal sindaco, dal suo partito, dalla sua maggioranza e dall’intero Consiglio, senza contrapposizioni tra centrodestra e centrosinistra. Il confronto per l’elezione di un nuovo sindaco e una nuova maggioranza dovranno svolgersi sul rendiconto di come si è amministrato fino ad oggi, sui risultati per la città e sui progetti per il futuro.

CARLO CICCIOLI DEPUTATO DI AN IN PARLAMENTO

venerdì 23 gennaio 2009

Eluana: una pena infinita.
Mi sono un po' documentato e sottopongo
alla vostra attenzione questo pezzo tratto da "Sussidiario.net"

ELUANA/ Bresso non ha voce in capitolo e sbaglia
a parlare di un “ricatto” di Sacconi

Aristide Police
giovedì 22 gennaio 2009

Piena disponibilità ad accogliere Eluana Englaro in Piemonte, ma solo in una struttura sanitaria pubblica, perché le «strutture private convenzionate sono sotto scacco del ministro Sacconi»: con queste parole assai poco concilianti Mercedes Bresso è entrata nel dibattito, già molto acceso, sul caso Englaro. E la risposta del ministro Sacconi non si è fatta attendere: «Non metto sotto scacco nessuno, ho fatto solo una ricognizione delle leggi da applicare».
Si profila dunque un nuovo conflitto, questa volta tra Regione Piemonte e ministero della Salute? Secondo Aristide Police, ordinario di Diritto amministrativo all’Univeristà di Roma Tor Vergata, questo non può accadere: la decisione di accogliere o meno Eluana Englaro in una struttura sanitaria non è di competenza del presidente di una Regione.

Professore, Mercedes Bresso non ha dunque voce in capitolo?

Per capire questo dobbiamo innanzitutto partire da una distinzione fondamentale tra competenze di tipo politico e competenze di tipo amministrativo. La vicenda di cui qui ci si occupa non è evidentemente di carattere politico, bensì amministrativo, e nemmeno di particolare rilevanza: si tratta del ricovero o meno di un utente del servizio sanitario nazionale presso una struttura.

E di chi è la competenza?

Certamente non compete al vertice politico e amministrativo della Regione, ma alla singola struttura sanitaria che dovesse ritenere di accogliere o meno Eluana Englaro per effettuare la prestazione in questione (sul fatto poi se sia lecita o meno non voglio intervenire). Del resto se si trattasse di un caso meno problematico dal punto di vista emotivo la cosa risulterebbe assolutamente evidente: la governatrice Bresso potrebbe forse far pressioni sulle aziende per far ricoverare il signor Tizio o Caio? Evidentemente no: questa scelta, come tutti sanno, viene presa dalla singola azienda sanitaria, nell’ambito delle rispettive competenze.

Dunque, se la competenza non è del vertice politico regionale, a maggior ragione non lo sarà del ministro: perché allora è stato emanato l’atto di indirizzo tanto discusso?

L’atto è un’altra cosa: il ministro ha dato un indirizzo politico generale sul modo di esercizio della attività sanitaria nell’ambito pubblico e privato convenzionato. Il ministro ha cioè esercitato un potere di indirizzo politico, a lui evidentemente consentito, essendo egli il vertice della struttura burocratica del ministero della Salute. L’atto del ministro, d’altronde, non è specificamente rivolto alla vicenda Englaro, ma ha un valore generale. La differenza dunque è sostanziale: da un lato abbiamo un ministro che dà un indirizzo a tutte le strutture del Paese, garantendo così il principio di uguaglianza nel modo di erogazione delle prestazioni sanitarie; dall’altro lato abbiamo invece un organo politico regionale che effettua un atto di ingerenza su specifiche e autonome scelte delle singole strutture sanitarie. Il politico ingerisce (questo può accadere con atti formali ma anche con dichiarazioni a mezzo stampa) su un indipendente organo amministrativo della struttura sanitaria affinché venga resa una prestazione. È come se il signor Caio venisse raccomandato dal governatore ad ottenere una prestazione sanitaria perché gli è simpatico, o perché la prestazione è politicamente conforme alle idee del governatore.

Cosa ne pensa invece dell’affermazione, sempre del governatore Bresso, in merito a un presunto ricatto operato dal ministro nei confronti delle strutture convenzionate?

È un’affermazione che rientra nella dialettica politica. Le strutture convenzionate hanno piena libertà di azione; ma è ovvio che essendo convenzionate ottengono determinati benefici e quindi si assumono anche determinati obblighi. Il ministro pone linee di indirizzo politiche generali in assenza di una norma legislativa: è pienamente legittimato a farlo, e a farlo nel modo che più ritiene opportuno. Non dimentichiamo che è un ministro di un governo che gode di una maggioranza politica e quindi di una fiducia. Se poi l’indirizzo politico è di segno diverso rispetto a quello del governatore, questo non implica che tale indirizzo sia un ricatto. L’atto poi – ripeto – è di indirizzo generale, e non specificamente rivolto al caso Englaro: è l’esercizio di una facoltà, e direi anche di un obbligo ministeriale. E come tale non può certo essere configurato come azione di ricatto.

Eppure sembra che la clinica di Udine si sia tirata indietro proprio per paura di perdere la convenzione, e che quindi si sia sentita ricattata.

Se una clinica si sente ricattata, e ritiene che la propria non condivisione dell’atto ministeriale abbia una rilevanza giuridica, ha la piena possibilità di contestare tale atto nelle opportune sedi giurisdizionali. Invece non mi pare che nessuna clinica, desiderosa di effettuare questa prestazione, abbia impugnato l’atto davanti a un qualche Tar della Repubblica. Se una clinica si sentisse ricattata non dovrebbe fare che questo: impugnare un atto non ritenuto conforme alla legge e liberarsi così dal ricatto. Se la clinica di Udine non l’ha fatto è perché sapeva di non poterlo fare.

Mentre si susseguono queste vicende, rimane il fatto che la sentenza non ha effetto: questo non è un problema?

No, perché la sentenza non prescrive ad alcuno l’effettuazione della prestazione. La sentenza, in altre parole, non ha come parte alcuna struttura sanitaria pubblica o privata, e non impone l’obbligo di effettuare alcunché. Si esprime semplicemente in termini di liceità o illiceità della prestazione. Nient’altro.


Da “ Il Messaggero”
Quelle strane operazioni finanziarieNel mirino ben quarantacinque conti

Quarantacinque conti monitorati. Nell'ultimo anno gli investigatori hanno passato al setaccio i conti del sindaco e della moglie, per verificare se il patto corruttivo con l'imprenditore Alberto Rossi si fosse protratto nel tempo. Gli uomini della Guardia di Finanza avrebbero riscontrato versamenti sospetti, ma non direttamente riconducibili alla compravendita del sito. A destare l'interesse dei pm anche un finanziamento da 325 mila euro, stanziato dalla Carifano per aprire un mutuo ipotecario. Erogazione legata alla necessità di rientrare di due precedenti esposizioni bancarie sottoscritte con la Carige. A lasciare perplessi i magistrati, il fatto che tra i proprietari della Carifano sia Massimo Virgili, imprenditore portuale socio di Rossi nella Frittelli–Marittime. In generale, i magistrati sostengono che il sindaco «sia stato agevolato in modo significativo dal sistema bancario locale», che gli avrebbe permesso di rientrare di finanziamenti personali anche consistenti. Sul conto corrente del sindaco gli inquirenti hanno inoltre rilevato i 250 mila euro di versamenti in contanti non giustificati. Cifra sospetta poichè priva di riscontri documentali anche se per gli investigatori comunque non direttamente riconducibile all'imprenditore portuale e quindi alla corruzione per la compravendita dell'area Ccs. E sui movimenti bancari si è concentrata l’attenzione del mondo politico che su quei conti vuole spiegazioni certe. Il sindaco ha già spiegato come 13 libretti al portatore attribuiti a lui invece fanno capo al Comune e sono depositi cauzionali regolarmente dichiarati nei rendiconti annuali dell'amministrazione. I movimenti in contanti? Soldi dati da amici e parenti, come Sturani ha affermato martedì serà alla riunione dello staff Pd.

giovedì 22 gennaio 2009

Accise al Comune, si torna a sperare

Via libera del Senato. Brandoni: "un passo importante per il nostro bilancio"



Dal Corriere del 22 Gennaio


Falconara - Il Senato da il via libera all'emendamento riguardante le accise sulla benzina e il Sindaco Brandoni tira un sospiro di sollievo. L'emandamento sulla rimodulazione delle accise, approvato ieri dall'assemblea di palazzo Madama, nel corso delle votazioni sul disegno di legge sul federalismo fiscale e', secondo il senatore del Pdl Francesco Casoli "una proposta di buon senso che il Governo ha accolto con favore e che avra' ripercussioni positive sui cittadini e sulle imprese della nostra regione, sede di raffineria. "Il testo cosi' come presentato dall'opposizione - ha proseguito Casoli - inizialmente era stato bocciato. Grazie alla sua riformulazione che, oltre al mio contributo, ha avuto quello dei senatori Baldassarri, Piscitelli e Saltamartini, l'emendamento e' passato". "E' un passo importante - ha commentato Brandoni - una pietra fondamentale per noi e per il nostro bilancio. Ho seguito la discussione momento per momento, fino all'approvazione. Adesso vediamo cosa accrdra' al momento del passaggio alla Camera e poi con il decreto attuativo, ecco ci sono ancora diversi ostacoli, sono felice, ma non proprio euforico". Il primo cittadino e' comunque deciso a seguire tutto il procedimento che potrebbe dare una boccata d'ossigeno alle esauste casse comunali e la settimana prossima andra' a Roma a perorare la causa di Falconara. "Speriamo bene - ha detto - parlero' anche con l'onorevole Remigio Ceroni che fa parte della commissione bilancio della camera". Per il comune di Falconara che, proprio in questi giorni sta faticosamente cercando di chiudere il bilancio di previsione 2009, le accise potrebbero essere una inattesa fortuna. "Non si e' parlato di percentuali - ha proseguito Brandoni - e non e' chiaro come avverrano le ripartizioni, ma un dato e' certo, nel 2007 l'Api ha pagato allo Stato 800 milioni di euro di accise, se ai territori sede di impianti di raffinazione venisse anche solo lo 0,5% significherebbe qualcosa come 4 milioni di euro". Le accise naturalmente non passerebbero direttamente ai comuni ma alle Regioni che poi dovrebbero distribuirle ai comuni interessati e nel caso delle Marche si tratterebbe della sola Falconara. Delle accise si parla dal 2001 quando nella legge finanziaria venne inserito un articolo che prevedeva risorse a favore dei Comuni sedi di impianti di produzione e di stoccaggio di prodotti petroliferi assoggettati a tributi erariali con finalita' ambientali. Una norma alla quale ne' i governi Berlusconi ne' l'esecutivo guidato da Prodi hanno mai dato attuazione nonostante in questi ultimi anni gli enti locali siano spesso intervenuti, soprattutto durante le convocazioni delle conferenze stato regioni per ottenere l'applicazione di quanto stabilito dalla norma della finanziaria. Questi tributi - hanno spesso fatto notare gli amministratori - non debbono essere considerati compensativi ai rischi ambientali, ma come prevede la legge, destinati a interventi di salvaguardiaambientale e riconversione delle attivita' inquinanti, per tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini di Falconara.
Riaprire l'istruttoria tecnica sulla variante


Dal Corriere del 22 Gennaio

Falconara - I consiglieri provinciali di Sinistra Democratica Luca Barbadoro e Marco Giardini confermano il loro giudizio "estremamente negativo", sull'operato del commissario prefettizio, oggi apertamente condiviso dalla giunta Brandoni, che ripropone a proposito della variante di Castelferretti la "vexata questio" dell'espansione urbanistica e del consumo del territorio al solo fine di "fare cassa". In una lunga lettera, recentemente inviata alla presidente Casagrande, i due consiglieri affrontano i "nodi" centrali della questione (dimensionamento della variante, riduzione del vincolo a tutela integrale di Ppar e sua parziale trasformazione in vincolo a tutela orientata e Vas valutazione ambientale strategica, l'aspetto, secondo Barbadoro e Giardini "forse piu' equivoco, contraddittorio e pasticciato) che non sembrano essere stati adeguatamente valutati dalla Giunta provinciale. Da qui, "precisa una nota, un profondo senso di delusione e di aperta insoddisfazione di Sinistra Democratica per l'operato della Giunta, dalle cui posizioni prendiamo nettamente le distanze". "Ci fa piacere - osservano i due consiglieri di Sd - che altre forze politiche, come Prc, riprendano, sostanzialmente, le stesse valutazaioni, e chiediamo alla Giunta provinciale di valutare l'opportunita' (se non la necessita') di una riapertura dell'istruttoria tecnica al fine di acquisire ulteriori elementi in relazione alle fattispecie segnalate, tanto piu' che i termini temporali consentono cio' ampiamente".

mercoledì 21 gennaio 2009

La Provincia ritocca la variante Castelferretti e il Comune rischia di perdere 2,4 milioni





Dal Messaggero del 21 Gennaio


FALCONARA La Provincia approva la variante Castelferretti ma chiede un ridimensionamento del progetto. A rischio i 2,4 milioni di oneri di urbanizzazione che il Comune contava di mettere tra i conti per chiudere il bilancio di previsione. Doccia fredda al Castello dopo la decisione della giunta provinciale di approvare, ma con alcuni rilievi, il progetto urbanistico stilato per i piedi della collina di Montedomini. Un progetto che già il commissario prefettizio aveva inserito in bilancio: un insediamento da circa 1000 abitanti che doveva portare nelle casse comunali circa 3 milioni di euro. La giunta Brandoni aveva ridotto del 20% l'edificazione ma ora dalla Provincia si chiede un ulteriore ridimensionamento. Nell'atto approvato, un parere tecnico, non si precisa però di quanto e si rimanda ogni decisione o in fase di approvazione delle controdeduzioni da parte del Comune oppure in fase di Valutazione Ambientale Strategica. A quanto sembra però la Provincia sarebbe orientata per far tornare la progettazione a quanto stabilito dal Prg originario, dimezzando così la possibilità del privato di edificare l'area. Se così fosse il Comune potrebbe incamerare solamente 1,5 milioni di euro. E sarebbero guai per il bilancio che già deve fare i conti con 4 milioni di debiti da coprire. In Provincia non è andato tutto liscio. La giunta ha approvato a maggioranza con il voto contrario dell'assessore ai Lavori pubblici Maurizio Quercetti (Prc). A sua difesa e contro la variante Castelferretti si è schierato il suo partito. «Esprimiamo forti dubbi sulle modalità di applicazione della Vas - spiega il capogruppo in Provincia Renzo Amagliani - La Variante riduce l'estensione e la quantità dei vincoli paesaggistici». Di diverso avviso il vicepresidente provinciale con delega all'Urbanistica Giancarlo Sagramola: «Per la natura giuridica del parere che la Provincia è chiamata a esprimere in nessun caso riflessioni di natura politica possono intervenire a modificare istruttorie tecniche».


Ricordiamo le parole dell'assessore alla sicurezza di Ancona giusto 2 giorni fa dopo l'omicidio di piazza Pertini: "Questi sono episodi sporadici, non siamo di fronte alla grande criminalita'"


Piazza Pertini, degrado senza fine. E' caos: botte, risse e scippi



Picchiata una giovane donna incinta, scippato un ragazzo mentre scoppia una rissa tra ‘senza fissa dimora’ Tutti i giorni le forze dell’ordine e le ambulanze costrette ad intervenire




Ecco cosa gia' scriveva il Carlino nel 2007 su piazza Pertini

Ancona, 22 aprile 2007 - UN UOMO in coma etilico salvato dai sanitari, una ventiseienne in stato di gravidanza percossa, una rissa tra ‘senza fissa dimora’ sedata dai carabinieri ed infine uno scippo in pieno giorno. Questa sorta di ‘lista della spesa’ altro non è che il bollettino dei fatti avvenuti nelle ultime 36 ore in piazza Pertini e vie limitrofe. Una situazione che sta diventando sempre più ingovernabile e alla quale dare risposte concrete appare molto complicato. L’escalation degli ultimi giorni rappresenta l’apice di un allarme lanciato ormai da mesi che però non è ancora stato raccolto dalla città. Da fiore all’occhiello, la piazza dei Rinoceronti di Trubbiani si sta via via trasformando in una sorta di ghetto e di ospizio per ‘clochard’ che arrivano ad Ancona da ogni parte d’Italia e anche da Paesi stranieri.
MERCOLEDI’ scorso la polizia aveva effettuato un autentico blitz controllando le posizioni di una decina di senza fissa dimora, tutti con precedenti e di varia provenienza. Lo stesso giorno erano state montate le giostre. Poi tra venerdì pomeriggio e ieri una vera raffica di episodi. Il primo a metà pomeriggio dell’altro ieri. Le ambulanze del 118 sono dovute intervenire in piazza Pertini, sempre nella zona dell’ingresso al maxi-parcheggio, per un uomo che era svenuto e non dava segni di vita. I passanti si erano allarmati, si pensava che la persone fosse sotto l’effetto di un’overdose da oppiacei, in realtà una volta soccorso è emerso che l’uomo era in coma etilico. Dopo essere stato caricato a bordo dell’ambulanza è stato trasferito al pronto soccorso di Torrette dove si è ripreso ed in nottata è stato dimesso. Poche ore più tardi, attorno alle 20,30, nella vicina piazza Stamira (liberata un paio di mesi or sono dalle panchine usate come bivacchi) si è scatenata una rissa sempre tra clochard. Un gruppo di persone ha iniziato a darsele di santa ragione per motivi futili, qualcuno era in stato d’ebbrezza o sotto l’effetto della droga. C’è voluto l’intervento delle pattuglie dei carabinieri per calmare gli animi, ma al momento dell’arrivo dei militari alcuni protagonisti della rissa si erano allontanati dal luogo. Forse è collegato alla rissa l’episodio avvenuto sempre in piazza Pertini poco prima delle 21,30. Una ragazza italiana di 26 anni, ai primi mesi della gravidanza, sarebbe stata aggredita e percossa. Per scappare dal suo aguzzino la giovane si è inizialmente rifugiata all’interno di un bar poi sono arrivati i soccorsi del 118. L’equipaggio medicalizzato dopo una breve visita l’ha caricata a bordo dell’ambulanza e poi trasferita al pronto soccorso del pediatrico-infantile ‘Salesi’ per accertamenti.

IERI, nel primo pomeriggio l’ultimo episodio della serie. Un ragazzo anconetano di 32 anni è stato scippato in pieno giorno in via Palestro all’altezza di ‘Ancona tributi’, in sostanza a pochi metri da piazza Pertini. L’uomo, accompagnato dalla ragazza, stava entrando in un bar per acquistare le sigarette, al momento di estrarre il denaro che aveva in tasca è stato scippato di una somma pari a circa 150 euro. Il 32enne non è riuscito neppure ad abbozzare un inseguimento tale è stata la rapidità con cui lo scippatore ha agito. Immediata la segnalazione alle volanti della polizia che hanno subito iniziato le ricerche andate avanti per l’intero pomeriggio. Dalle descrizioni fornite si tratterebbe di un giovane straniero. Non sono da escludere sviluppi nelle prossime ore.
Imprese, saldo positivo ma con tanti dubbi

I dati della Confartigianato presentano un quadro complesso della situazione cittadina



Positivo il saldo tra aperture e cessazioni delle imprese artigiane per l'anno 2008, stando ai dati diffusi ieri dalla Confartigianato di Falconara. Nel territorio falconarese, per la prima volta da anni, la differenza tra nuove imprese e attivita' chiuse e' positiva ed e' pari a +1: sono 58 le aziende che hanno aperto contro le 57 che hanno cessato l'attivita'. L'analisi del presidente Graziano Ragaglia, pero', non si ferma al dato positivo, ma esamina tutti gli ostacoli cui vanno incontro gli artigiani, specie quelli di Falconara. "E' in atto una crisi congiunturale molto pesante - dice Ragaglia -. Per la prima volta il saldo e' positivo a Falconara, ma e' solo un dato indicativo in quanto cessano l'attivita' imprese strutturate ed aprono sempre di piu' piccole aziende, spesso nel settore dell'edilizia, con un "impoverimento" qualitativo. Cessano imprese nel settore del tessile, della metalmeccanica e dei trasporti che subiscono sempre piu' la concorrenza dei vettori stanieri, aumentano le aziende nel settore dell'edilizia e gli acconciatori. Le aziende dell'artigianato di servizio vivono un periodo veramente difficile. Oltre alla crisi economica globale, a Falconara viviamo anche una difficolta' comunale, ereditata dalle precedenti amministrazioni, che non permette all'ente di aiutare le imprese. Inoltre viviamo un apparente isolamento delle istituzioni che non mettono in opera azioni per favorire la piccola impresa. Se non si aiuta la piccola impresa questa sara' la fine per Falconara.

"Il mondo artigiano costituisce una realta' importante per la nostra economia- aggiunge il segretario Marco Pierpaoli - una realta' moderna, originale e innovativa perche' "intercetta" le nuove tendenze della societa', senza farsi sopraffare dall'omologazione. Il sistema economico delle piccole imprese nel 2008 ha tenuto nonostante l'aumento delle tariffe del gas, dell'energia e dei carburanti, oltre all'eccessivo carico fiscale e della burocrazia, considerando inlotre il calo di passeggeri dell'aeroporto che incide anche sull'economia locale. Per il 2009 diventa fondamentale il ruolo delle banche che non devono far venir meno il loro sostegno sia per non far mancare liquidita' sia per sostenere gli investimenti in innovazione. Serve anche maggiore attenzione da parte della politica, in generale troppo ripiegata su se stessa. Riteniamo indispensabile un continuo confronto con le istituzioni per evitare che si cerchi di "fare cassa" sulle imprese.
Israele - Palestina





Ogni stato deve essere in grado di autodeterminarsi e deve avere la possibilita' di garantire la tutela e l'integrita' del proprio popolo.
Tanto la Palestina rivendica il diritto di essere riconosciuta come stato vero e proprio a tutti gli effetti, tanto Israele ha il diritto di difendere la propria integrita' territoriale.
Attualmente la striscia di Gaza e' fuori controllo dall'autorita' palestinese facente capo ad Abu Mazen. In questa zona Hamas la fa da padrona.
Non ci meraviglia quindi che in tempi di pace, di tanto in tanto, qualche razzo Kassam partiva dalla striscia di Gaza verso Israele, tanto per ricordare all'odiato nemico Sionista chi c'era dall'altra parte. Non scordiamoci che Israele nel 2005 cedette proprio la striscia di Gaza, ritirandosi e togliendo le colonie insediate in cambio di un clima piu' disteso con le autorita' palestinesi ed egiziane.
Evidentemente lo sforzo non e' stato apprezzato; in questo contesto si inquadra l'offensiva israeliana "Piombo fuso" che mirava a rioccupare quella zona per evitare il susseguirsi di lanci di razzi verso il territorio israeliano stesso.
La guerra non e' mai bella, ma la condanna ad Hamas (organizzazione terroristica) arriva ormai quasi da tutti i fronti.
Proprio in queste ore sembra si sia raggiunto un cessate il fuoco ed una possibile smilitarizzazione della striscia di Gaza.
Se cosi' sara', l'Italia e' gia' pronta con le sue forze armate di peace-keeping per controllare i valichi.
L'Italia ripudia la guerra e ripudia il terrorismo. Questo governo non si sognerebbe mai, come faceva D'Alema, di farsi fotografare a braccetto con i leader di Hamas.
Personalmente mi associo allo slogan della comunita' ebraica romana: "noi le bandiere con la stella di Davide le sventoliamo, non le bruciamo"

Raimondo Baia

L'uovo di giornata





C’erano decine di migliaia di persone alla manifestazione che si è snodata nelle strade di Roma in solidarietà con la popolazione di Gaza. Famiglie di immigrati con la testa fasciata dalle bandiere palestinesi, centinaia di studenti infagottati nella storica kefiah, disoccupati organizzati saliti da Napoli che brandivano cartelloni contro il “genocidio” di Gaza...
In tre settimane di operazioni militari israeliane a Gaza sono morti circa 1.300 tra miliziani di Hamas e civili palestinesi. Ma quando in una bella mattina di sole dell’11 Settembre 2001 due aerei si conficcarono nelle Torri Gemelle di New York facendo in un colpo solo 2.974 morti e 24 dispersi, nessuno ebbe l’ardire di definirlo un “genocidio” del popolo americano. Anzi, molti di quelli che oggi sfilano in difesa della “resistenza” palestinese allora dissero che l’America se l’era cercata e che in fondo la strage era comprensibile.
Sul “Corriere della Sera” di oggi, Bernard-Henry Lévy scrive che “Gaza non è Sarajevo”. Il filosofo francese ricorda a tutti quelli che parlano del “campo di concentramento palestinese” – da Jean-Marie Le Pen alla sinistra comunista, passando per il Cardinale Tettamanzi – che durante la Guerra in Bosnia ci furono 200.000 vittime, in Darfur almeno 300.000, e che in Cecenia ‘l’amico Putin’ ha fatto decine di migliaia di morti andando a “snidare i guerriglieri fin dentro i cessi”. “Tutte queste vittime – dice Henry Lévy – non vi strapparono neppure una lacrima”.
Quando il serpentone della manifestazione romana arriva al Colosseo palestinesi, arabi e islamici si fermano. Ripongono per terra bandiere e stendardi e, al richiamo degli Imam, si inginocchiano a pregare verso la Mecca. Come avevano fatto il 6 gennaio scorso davanti al Duomo di Milano e in Piazza Maggiore a Bologna. I musulmani occupano il luogo forse più simbolico della Capitale e i ragazzi con la Kefiah italiani che fanno? Li guardano silenziosi, rispettosi, incuriositi, condividendo quella preghiera per la pace. Lo stesso hanno fatto i molti politici di vario colore presenti alla manifestazione: compunti e contriti davanti alla preghiera musulmana.
Pensate solo un momento cosa sarebbe accaduto se in una qualsiasi manifestazione del centrodestra, ad un certo punto un sacerdote avesse invitato i manifestanti a raccogliersi in preghiera e recitare - chessò - il Padrenostro. Sarebbe scoppiato un putiferio, si sarebbe detto che il centrodestra strumentalizza la religione, che Dio deve essere tenuto fuori dalla politica, che il Vaticano telecomanda le piazze e invade il campo della cosa pubblica e chi più ne ha più ne metta.
Invece davanti ai musulmani in preghiera, silenzio e rispetto assoluto. Tutto giusto per carità, ma un po' di par condicio ci vorrebbe anche per i cattolici a casa loro.


Da L'Occidentale

martedì 20 gennaio 2009

Nuova società dei rifiuti, si avvicina l’accordo


Dal Messaggero del 20 Gennaio

FALCONARA - Prove tecniche per il matrimonio dei rifiuti tra Cam, Anconambiente e Astea. Stasera in consiglio comunale si discute il protocollo d'intesa che avvierà il rush finale dell'unificazione delle tre partecipate di Falconara, Ancona e Osimo. Il documento apre la strada alla fusione del ramo di azienda tra i tre soggetti. Formula, quella della fusione, che inizialmente aveva fatto storcere il naso ai vertici falconaresi e osimani. Nel caso del Cam si contestava la relazione dell'advisor che, prendendo in esame gli ultimi cinque esercizi contabili, non considerava affatto il risanamento operato dalla multiutility falconarese nel 2007. Cam sottostimato? Nessuna fusione, allora. Questo si era detto. A queste condizioni, meglio un'associazione temporanea d'impresa (d'accordo anche Astea) oppure la fusione con un altro soggetto fuori provincia. Trattative che non si sono mai interrotte, quelle tra il Comune ed un paio di grandi ditte dedite alla raccolta dei rifiuti, e che non si fermeranno neanche dopo l'approvazione del protocollo. Per il matrimonio a tre però ci sono spiragli con Anconambiente più morbida sulle richieste falconaresi, al di là dell'advisor. L'approvazione dell'intesa impegnerà comuni e consigli di amministrazione delle società a lanciare entro la fine del mese un gruppo di lavoro congiunto che, entro il 31 marzo, dovrà presentare una relazione tecnica. Altro punto all'ordine del giorno, la raccolta differenziata sul territorio comunale: partirà tra marzo e giugno con i primi 6.300 abitanti (Palombina Vecchia). Sarà una raccolta “light”: in questa prima fase ci si concentrerà in particolare su plastica e carta in casa, umido e vetro in strada, per consentire minori costi e un aumento della percentuale di raccolta.

lunedì 19 gennaio 2009

“Lo hanno inseguito e pestato senza pietà”
E adesso il Comune annuncia le ronde dei vigili di notte
La rabbia cresce: “Dateci controlli veri”


Dal Corriere del 19 Gennaio

ANCONA - “Lui scappava rincorso da una decina di persone. L’hanno raggiunto, c’è stato un pestaggio”. Ha visto tutto da una finestra, ma preferisce mantenere l’anonimato, uno dei testimoni della tragedia di sabato notte. Un racconto agghiacciante. Già non dormivano, perché la musica dal circolo non consentiva di chiudere occhio, come sempre accade nei weekend e non solo, racconta un residente della zona. Ma attorno alle tre e mezzo dell’altra notte il frastuono che veniva dalla piazza era ben altro. Non solo musica, ma urla. Il parapiglia. Richiamata dal frastuono una donna si alza dal letto e si affaccia dalla finestra di uno dei condomini che si affacciano sui rinoceronti di Trubbiani per capire cosa stesse accadendo. E allora vede una corsa e una carica. C’è un uomo che corre da via San Martino, all’altezza del circolo, verso la collinetta della Mater Amabilis. Dove l’uomo troverà la morte. “C’erano anche delle altre persone, che guardavano, persone che prima erano all’interno del locale”, racconta ancora il residente.I residenti parlano di una convivenza difficile con il circolo latino, sorto dove prima c’era un punto di ritrovo per anziani: la sfida alle carte, al limite qualche giro di valzer e tango. Dal 2006 i residenti hanno iniziato a inviare segnalazioni e raccomandate al Comune, alla Asl e alle forze dell’ordine - dice uno degli abitanti della piazza - per richiedere controlli rispetto alla musica forte che proviene dal circolo subentrato a quello degli anziani. Una convivenza difficile. “La musica è alta fino alle quattro e mezza, alle cinque della mattina. Eppure un circolo dovrebbe avere degli orari di apertura e di chiusura. Nei weekend ci sono feste, in cui può capitare anche che qualcuno si faccia male, come è accaduto, per una gamba rotta o altro. Come capitano risse e bisticci”, racconta una persona della zona.Quello di ieri è un epilogo annunciato, secondo i residenti, che accolgono la tragedia del peruviano ucciso come l’ultimo atto di un crescendo di episodi. E ora si spera in un intervento congiunto da parte delle forze dell’ordine e dei vigili urbani, che inizieranno a breve il pattugliamento notturno in città. Con attenzione particolare per piazza Pertini. “Nel mio locale subisco spesso dei controlli quando ci sono gli spettacoli - commenta Rossano Valentini titolare del Graffio -, ma forse è il caso di tenere d’occhio questi posti dove spesso ci sono risse. Anche venerdì c’era stata una zuffa, come ogni fine settimana. Una sera mentre pulivo il locale qualcuno ha tirato un sasso contro una delle mie vetrine, senza motivo. Altre volte dei clienti sono entrati per avvertire la polizia che c’era una rissa. Servirebbe chiudere qualche locale se si vogliono evitare queste situazioni: le persone si ubriacano e poi diventano aggressive. Conosco bene le dinamiche che accadono nel circolo latino frequentato da peruviani, ma anche da qualche italiano”.A gran voce è richiesto un intervento delle forze dell’ordine per tamponare gli episodi di disordine pubblico che sembrano essere diventati routine in una delle piazze che passa ormai tra le più degradate della città. Oltre agli avvenimenti di violenza come le risse tra immigrati oppure tra senza tetto, non sono sporadici atti vandalici contro esercizi pubblici e palazzi. La piazza si trova spesso alla ribalta della cronaca per la sua peculiarità di degrado, dove scippi o spaccio di droga non stupiscono più i cittadini. “Ci voleva il morto per sensibilizzare l’opinione pubblica e le forze dell’ordine? - si interroga Emanuele Marinelli, residente in via San Martino -. Abbiamo sempre fatto reclami che non sono serviti però a migliorare la situazione. Qui c’è una rissa ogni weekend, la piazza di notte si trasforma nel Bronx, si raggruppano drogati, ubriachi e clochard, siamo in un completo stato di abbandono. Si dovrebbero invece avere più controlli. E’ una vergogna che una piazza in pieno centro sia ridotta in queste condizioni”.La piazza raccoglie durante la notte i senzatetto che stazionano indisturbati e diventa pure una “zona franca” per ubriachi che disturbano la quiete pubblica. “E’ diventata un’area molto brutta, i problemi sono troppo frequenti e non è raro che di notte si venga svegliati dal suono delle sirene - riferisce la signora Brunori, altra residente di via San Martino -. Poi la domenica è sempre pieno di bottiglie rotte per strada. Queste situazioni sono diventate usuali, ci sono persone che si ubriacano di notte e che creano problemi ma non ci sono controlli: qui non passa nessuno, nessun presidio”. Insomma, una situazione, quella dell’altra sera, già predetta dai residenti che si ritrovano quasi ogni weekend a dover richiedere l’intervento delle forze dell’ordine anche a causa dei clienti del circolo. Si cercano allora soluzioni per contrastare il degrado di piazza Pertini.“Punteremo su un intervento coordinato tra le forze dell’ordine e la polizia municipale - commenta Fabio Borgognoni, assessore comunale alla sicurezza -. E questo anche con dei passaggi in zona durante le ore notturne anche da parte dei vigili urbani che a breve inizieranno il servizio di notte. L’ipotesi di un presidio non è attuabile. La città va tenuta sotto controllo, comunque non siamo in una situazione critica”.Le ronde da parte della municipale avranno così la funzione di deterrente per gli eventuali autori di disordini ed atti i violenza. “Questi sono episodi sporadici, non siamo di fronte alla grande criminalità - sminuisce l’assessore -. Inoltre è già da tempo istituito e partito un tavolo con la prefettura e con la questura per la sicurezza, tavolo che però si modifica e si integra con il sorgere di nuove situazioni di rilievo”.