sabato 24 gennaio 2009

dal Corriere Adriatico di ieri

La superficialita’ non consentita


UMANAMENTE sono dispiaciuto per quello che sta accadendo al sindaco di Ancona Fabio Sturani. E’ sempre spiacevole che la vita della massima autorità cittadina venga sezionata al microscopio prima dai giudici e poi dai media. Un fatto che non può non avere ripercussioni sui rapporti umani, sul clima familiare e sulla sensibilità della sua persona.

Ma politicamente il discorso è molto diverso. Dalle indagini sulla vicenda della famosa area portuale acquistata da un imprenditore privato e, in odore di deprezzamento per cambio di destinazione d’uso, ricomprata da una S.p.A. del Comune di Ancona in condizioni di rischio economico, emergono altre condotte che, a mio parere, ma anche a parere degli altri (esponenti di maggioranza e di opposizione, commentatori, giornalisti e opinione pubblica) appaiono anche più gravi della supposta ipotesi di corruzione, allo stato dei fatti ipotizzata ma non ancora provata. Emerge che il sindaco abbia ricevuto e versato in contanti circa 250 mila euro nonché pagato ulteriori conti in denaro liquido per circa 18 mila euro di provenienza sconosciuta.

La giustificazione di prestiti di amici e parenti, che poi tra l’altro sarebbe tutta da provare accertandone la tracciabilità perché nessuno tiene grandi liquidità sotto il materasso, appare risibile, anche perché non è molto decoroso che il Sindaco di Ancona sopravviva di prestiti ad personam, mancette, pronti interventi in contanti, ora di questo ora di quel congiunto o amico. Si tratterebbe di una situazione paradossale. Tutto sommato sarebbe molto più credibile, anche se poi fortemente censurabile, che si trattasse di un professionista che si fa pagare in nero e che elude le tasse. Ma il sindaco non effettua alcuna libera professione che possa in qualche modo determinare tale flusso di denaro. Molto più semplicemente emerge un ritmo di spesa superiore alle entrate accertate, che vengono periodicamente in qualche modo sanate. Ciò malgrado l’affitto della casa con vista sul Teatro delle Muse, sia di soli 400 euro mensili e, al momento del saldo in contanti, con ben 19 mesi di affitto arretrato e così per altri conti. Solo a pensar bene, se tutto questo fosse vero, a me pare che il sindaco si ponga in una tale condizione di esposizione al rischio di ricatto morale, psicologico e di debolezza, che ne sconsigliano di rimanere al vertice dell’amministrazione della città. Se poi si passa ai cosiddetti “cattivi pensieri dei giudici”, come li ha definiti un legale della difesa del sindaco, allora si apre tutto un altro capitolo che evito di commentare, ma che per forza di cose, in assenza di dimissioni, si aprirebbe.

A me sembra, sempre a pensar bene, che il sindaco abbia peccato di estrema superficialità di condotta e questo, in una carica pubblica così importante e soprattutto così esecutiva, non è consentito. Se fosse stato un esponente del centrodestra, credo che sarebbe accaduto di tutto. Non credo ci debbano essere due pesi e due misure. Dimettendosi, sciogliendo il Consiglio, il sindaco toglierebbe tutti da un grande imbarazzo ed eviterebbe a se stesso, alla sua famiglia e soprattutto alla città un tunnel, che comincia ora, di insinuazioni, dubbi e processi pubblici che non fanno bene ad alcuno. Altre soluzioni non esistono. E non è vero che l’opposizione di centrodestra sia inerte. L’opposizione vuole evitare che una situazione così delicata possa diventare uno scontro strumentale tra centrosinistra e centrodestra senza invece un’oggettiva valutazione nel merito. Attendiamo un segnale positivo dal sindaco, dal suo partito, dalla sua maggioranza e dall’intero Consiglio, senza contrapposizioni tra centrodestra e centrosinistra. Il confronto per l’elezione di un nuovo sindaco e una nuova maggioranza dovranno svolgersi sul rendiconto di come si è amministrato fino ad oggi, sui risultati per la città e sui progetti per il futuro.

CARLO CICCIOLI DEPUTATO DI AN IN PARLAMENTO

1 commento:

Anonimo ha detto...

400 euro al mese di fronte alle Muse.
Che culo