domenica 25 settembre 2011


“Giunta in piazza, siamo unici”


Brandoni e assessori a Castelferretti: “Solo noi nelle Marche”




Dal Corriere



Falconara “E’ un’iniziativa unica nella regione. Non c’è altro sindaco che scende in piazza ad ascoltare i bisogni dei cittadini”. E’ orgoglioso il sindaco Brandoni. E “contento”, dice. Per tutta la mattina è stato faccia a faccia coi cittadini di Casteferretti, terza tappa degli incontri della giunta con la gente, dopo il centro e Palombina. “C’erano tante persone, è stata la più partecipata, ho toccato con mano l’identità di Castelferretti.

Il quartiere non ha fatto sconti. “Hanno fatto pure la fila per presentare a me e agli altri assessori i loro problemi”. I più sentiti? Viabilità, parcheggi e presenza dei vigili. E l’urbanistica, coi terreni a rischio esondazione e quelli nell’area della Quadrilatero. Poi i disagi quotidiani: dalle buche sui marciapiedi ai lampioni. “Tanti i problemi sociali, di chi vive con la pensione minima e vorrebbe il sostegno dal Comune, e chi ha perso il lavoro”.

Continua dunque il tour in città di Brandoni e compagnia. Dopo la positiva esperienza della prima giunta itinerante del novembre 2010 in piazza Mazzini, e quella al centro commerciale Le Ville del maggio scorso, Brandoni e tutti gli assessori sono tornati a disposizione dei propri concittadini. Capannelli di persone in attesa di parlare col sindaco si sono formati in piazza Albertelli a Castelferretti, sotto i gazebo predisposti a front office per consentire agli amministratori di rispondere ai quesiti dei cittadini.

Ancora Brandoni. “Ho sempre creduto che le istituzioni debbano essere vicine ai cittadini: è questo il mio modo di fare politica. Per questo motivo ho coinvolto anche gli altri componenti della giunta, che hanno concordato con me, e insieme abbiamo pensato di realizzare questa iniziativa. Il successo delle precedenti giunte in piazza ci ha spinto a riproporre questa giornata anche negli altri quartieri della città”. Quelli di ieri è stato il terzo appuntamento con la Giunta in piazza. Conclude il sindaco. “Spesso potrebbero sembrare piccoli problemi, che tuttavia appaiono enormi per chi li vive in prima persona”.

giovedì 22 settembre 2011


Chi lavora e chi si fa bello con il lavoro degli altri









Aprendo oggi il Resto del Carlino, rimango basito da quanto leggo: i consiglieri comunali del Partito Democratico Faconarese, Ambrogini e Pieroni, presentano un' interrogazione per chiedere lumi al comune sul fatto che in piazza 2 Giugno a Castelferretti, molti condomini sono infastiditi dalla presenza di 30 ragazzi. Ma andiamo per ordine. Il mese scorso sono stato contattato da alcuni residenti di piazza 2 giugno a Castelferretti. Per chi non la conoscesse sta tra via Cuneo e via Veneto. Mi viene segnalata da tante famiglie, una situazione che rende i loro sonni problematici. Infatti da Luglio, nella piazza antistante i loro condomini, si riuniscono una ventina di ragazzi che a partire dalle 23 fino alle 3 di notte giocano a pallacanestro, tra urla e schiamazzi. I cittadini non riescono a dormire e pregano i ragazzi magari di giocare fino alla mezzanotte per poi andarsene. Niente da fare, sberleffi, sbeffeggi.


Porto quindi il gruppo di famiglie dall'assessore alla sicurezza Clemente Rossi, che interviene con i tecnici comunali velocemente. Dopo 2 giorni e' con me in piazza 2 Giugno a parlare con i residenti per trovare una soluzione. Immediatamente viene spedita una pattuglia dei vigili urbani di ronda nella zona fino alla mezzanotte di ogni serata, in piu' si assicura che verra' tolto il tabellone della pallacanestro in modo da disincentivare i giovani nel loro comportamento recidivo (ne mettiamo pero' 2 al Fioretti per farli giocare, dove non ci sono condomini nelle vicinanze). 4 Giorni fa come promesso, viene tolto il tabellone ed i residenti riprendono fiato. Da parte mia sarebbe stato facile fare un'interrogazione al comune per pubblicizzare il mio piccolo merito, nell'aver contribuito alla risoluzione del problema. Non e' mio modo, non serve, alla fine le persone che mi hanno chiamato si ricorderanno comunque di me.


Rimango quindi esterrefatto da chi, senza aver fatto niente, e per sentito dire, vuole prendersi meriti non ascrivibili sicuramente alla sua parte politica. Mi riferisco alla faccia tosta dei consiglieri Pieroni e Ambrogini. Consigliera Ambrogini non nuova per altro a queste performances. Analoga cosa, 2 anni fa, fece con via Emilia. Infatti cari amici dovete sapere che le famiglie di tre palazzi di via Emilia, indirizzarono alla mia persona una raccolta di firme per sistemare il marciapiede devastato sotto le loro case (ancora opera da realizzare, ma che potete starne certi, faro' realizzare prima della fine del mandato). E guarda un po', anche lì, dopo alcuni giorni, saputa la notizia, la consigliera Ambrogini, molto casualmente presenta un'interrogazione.... indovinate su cosa?? Sullo stato dei marciapiedi di via Emilia.


Cari amici, questo e' il partito democratico.



Raimondo





P.S. segnalo al partito democratico inoltre, che la raffineria mi ha personalmente sganciato un sostanzioso assegno per realizzare una pubblica opera in via XXV Aprile sempre a Castelferretti. Invito la consigliera Ambrogini a presentare dovuta interrogazione.

domenica 18 settembre 2011


http://senigallia-italy.it/news/senigallia-/4345-controcanto-il-consigliere-paradisi-attacca-il-comune.html

scritto da Redazione
Sabato 17 Settembre 2011 15:18



«Ai dirigenti super pagati danno anche buoni pasto»

«Intanto ai cittadini rincarano le mense scolastiche»


SENIGALLIA

VOLUTO replicare alle lamentele del sindaco Maurizio Mangialardi direttamente sul posto dal quale il primo cittadino giovedì ha lanciato l'anatema contro la manovra finanziaria del Governo, paventando a seguito dei tagli ai finanziamenti la chiusura dialcuni servizi e il rincaro di altri. 11 consigliere comunale RobertoParadisi (Coordinamento Civico) direttamente dallo sportello dell'Ufficio anagrafe incalza Mangialardi sventolando il suo 'Libro bianco' dove sta raccogliendo le spese dell'Amministrazione comunale ritenute veri e propri sprechi. «Il sindaco Mangialardi può andare benissimo dal Prefetto di Ancona a riconsegnare la fascia tricolore» attacca Paradisi. «Può lamentarsi per i tagli del Governo, mettendo le mani avanti e paventando un futuro da 'sangue e lacrime'. Una cosa però è certa, il sindaco non può prendere in giro i cittadini perché a quanto pare i soldi ci sono. II problema è che vengono spesi male dall'Amministrazione comunale».

Qualche esempio di quanto sostiene?


«Ho già nei giorni scorsi rimarcato alcune spese non giustificate. Bene, c'è di può. Invece di pensare di ad aumentare tariffe e imposte, perché il sindaco non pensa a ridurre gli emolumenti ai dirigenti comunali, alcuni dei quali superano i 100 mila euro? E comunque si tratta di cifre considerevoli pagate dai cittadini. Come se non bastasse, quasi tutti i dirigenti comunali super pagati, utilizzano i buoni pasto con ristoranti convenzionati e quindi i senigalliesi pagano anche questo costo. Ma come, dirigenti super pagati non possono permettersi un pranzo senza i buoni pasto? Riflettano su questo i senigalliesi e le famiglie alle quali si è chiesto un incremento di 3 euro per la mensa scolastica rispetto allo scorso anno».


STESSO PULPITO
Paradisi parla nel luogo già usato dal sindaco per l’appello.


Nel mirino del consigliere Paradisi ci sono anche i soldi concessi dal Comune ad associazioni cittadine. «Un esempio su tutti dice Paradisi è quello del 2.500 euro concessi alla 'Fratellanza amici del molo' con la singolare motivazione 'Per aver insegnato ai turisti tecniche di pesca'; altri 500 euro sono stati concessi alla associazione 'Confluenze' per escursioni sul fiume Misa».

«E del personale vogliamo parlarne? Il sindaco si lamenta che non sarà più possibile assumere e che I servizi saranno pertanto a rischio. Però guarda caso mi sono recato al Museo dell'informazione dove ho incontrato un dipendente che ha chiesto di essere trasferito altrove e che lì non lavora, non avendo conoscenze di informatica. Quanti casi come questi ci sono negli Uffici comunali e quante risorse potrebbero essere liberate attraverso una mobilità interna?
Continuerò nella mia opera di informare sulle spese del Comune e sono disponibile a fornire ai cittadini che mi contatteranno ogni dettaglio. L'importante è che i senigalliesi prendano coscienza che la situazione che viene loro descritta, nei fatti non corrisponde a comportamenti consoni e coerenti da parte dell'Amministrazione comunale».

LA SCENEGGIATA DI MANGIALARDI IN PREFETTURA

«Ha fatto finta di togliersi la fascia, rinunciando al suo incarico di Sindaco; tornando a Senigallia si è preccupato di guardare nella borsa se la fascia era dentro. Vergognoso!»

Testo in parte rilevato dal Resto del Carlino, per una dimenticanza della nostra redazione. Sull'evento il Corriere Adriatico, notoriamente di regime. non ha scritto una parola!!!

giovedì 15 settembre 2011


Inseguito e preso in mare


Arrestato sospetto pusher tunisino. In manette altri due magrebini




Dal Corriere



Falconara Uno lo hanno preso subito. L’altro sono riusciti ad acciuffarlo in mare, mentre correva trafelato verso gli scogli lasciando dietro di sé spruzzi d’acqua e polvere bianca, l’eroina dispersa dalle bustine che lasciava cadere. I carabinieri di Falconara hanno arrestato con un doppio intervento due tunisini al termine di un’operazione antidroga. Alla fine dell’inseguimento rocambolesco il quantitativo di stupefacente era minimo, i magrebini hanno preso un anno di reclusione per resistenza. Entrambi si sono rifiutati di sottostare agli ordini dei militari dell’Arma di Falconara. Gli uomini del tenente Matteo Demartis martedì mattina attorno alle 11 dalle parti dell’ex piattaforma Bedetti sulla spiaggia di Falconara, stavano svolgendo il solito capillare presidio del territorio con particolare attenzione alla lotta al traffico di stupefacenti.

I due tunisini - balordi che hanno fatto del litorale un rifugio di fortuna - si sono subito mostrati insofferenti, non volevano saperne di farsi identificare. Uno i carabinieri sono riusciti a bloccarlo, anche se si dimenava e ha lanciato qualche gomitata. Il connazionale si è dileguato. Nella fuga si è cambiato, e ha nascosto i vestiti sotto una barca dove poi sono stati trovati. Ma è stato riconosciuto in faccia dai militari, che dopo un’oretta lo hanno rintracciato sempre in spiaggia, ma più verso Ancona, a Torrette. Il nordafricano si è visto perduto, ha cercato scampo in mare dirigendosi verso gli scogli e affrettandosi a disfarsi sul suo cammino precipitoso delle dosi di eroina che aveva addosso. E’ riuscito a fare una quindicina di metri, poi due carabinieri lo hanno bloccato e fatto uscire dall’acqua. Dalla perquisizione è spuntato mezzo grammo di eroina. Troppo poco per contestare la detenzione ai fini di spaccio. Ma per le manette bastava aver costretto i tutori dell’ordine a rincorrerlo e poi aver tirato qualche colpo proibito. Ieri mattina in tribunale, assistito dall’avvocato Fabrizio Belfiore, ha patteggiato la pena di un anno per resistenza. Stessa pena, e stesso destino, per l’altro magrebino.

Un terzo tunisino è stato arrestato dai carabinieri, stavolta del Reparto operativo, L’altra notte in piazzale Rosselli Amouda Dali, 40enne senza fissa dimora, è stato fermato per un controllo perché camminava a capo chino, dolorante. Lui stesso ha confessato di avere ingerito droga. Nel retto aveva cinque ovuli per 123 grammi di eroina bianca, li ha espulsi in caserma. Senza precedenti, ha solo una segnalazione a Voghera. Diceva di venire da Napoli ma aveva un biglietto da vicino Bologna.

Da Il sussidiario.net

SCENARIO/ 2. L'ultimatum a Berlusconi?

Un "golpe" di banche, pm e giornali...

mercoledì 14 settembre 2011


Gli impegni istituzionali a Strasburgo e Bruxelles del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, hanno impedito ieri il faccia a faccia con i pm napoletani in merito alla presunta estorsione ai suoi danni dell’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini. E così, la procura di Napoli ha indicato quattro nuove possibili date per l'interrogatorio, da giovedì 15 a domenica 18 settembre. In caso di nuovi impedimenti a questo punto dovrebbe scattare la richiesta di autorizzazione alla Camera per l’“accompagnamento coatto” del teste. «Per galateo istituzionale – dice a IlSussidiario.net l’avvocato Gaetano Pecorella, già difensore di Berlusconi – si sarebbe dovuto concordare una data, evitando così questo inutile conflitto. Pretendere che l’audizione si svolga necessariamente in quei giorni, tenendo conto della crisi che stiamo attraversando e dei relativi contatti internazionali del premier, è chiaramente una forzatura».

Alcuni autorevoli esponenti del Pdl chiedono al ministro della Giustizia di intervenire inviando gli ispettori in procura. Le sembra una risposta adeguata?

Gli ispettori sono utili quando bisogna fare delle inchieste magari per stabilire se gli uffici funzionano o meno. In questo caso non servono, i fatti sono già evidenti.
Se invece si sono verificati comportamenti scorretti sotto il profilo della deontologia il ministro ha potere di iniziativa disciplinare. C’è infatti un organo delegato a valutare il comportamento dei magistrati, il Csm, a cui il ministro si può rivolgere. Casomai potrebbero servire per indagare su un altro fronte.

Quale?

Da un lato le intercettazioni. Se continuo impunemente infatti a intercettare i dialoghi tra l’indagato e una persona che invece non posso intercettare è evidente che qualcosa non va. Le garanzie di riservatezza di chi ricopre certe cariche decadono.
L’altro aspetto riguarda il contenuto delle testimonianze che quotidianamente escono sui giornali. Il segreto delle indagini viene evidentemente violato. Visto però che i magistrati non indagano mai sulle fughe di notizie forse sarà il caso che inizi a farlo il ministero della Giustizia.

Ma la situazione che si è venuta a creare ha dei precedenti secondo lei?

Io sono convinto che ci sia un piano preciso che vuole togliere ogni ruolo alla politica e al Parlamento, che spesso e volentieri dettano regole poco gradite ai poteri forti.

A chi si riferisce?

Parlo della preoccupante convergenza che si sta verificando tra tre grandi poteri del nostro Paese: quello economico, che non manca occasione di attaccare la politica in maniera trasversale, quello giudiziario e quello dei mass media che insieme conducono e diffondono un certo tipo di inchieste.
Se il piano dovesse riuscire sarebbe la fine della democrazia, la rappresentanza cioè di chi è eletto dal popolo e non di chi ha il potere economico, giudiziario o dell’informazione.

Da ultimo, in questi giorni c’è una parte dell’opposizione moderata che consiglia Berlusconi di farsi da parte in cambio di un’“amnistia”, di una specie di “salvacondotto” per la sua persona e per le sue aziende. Una via percorribile o una semplice boutade?

È un’ipotesi completamente fuori dalla realtà, irrealizzabile a livello giuridico. Fare una legge per una sola persona che dica in sostanza che Berlusconi non può essere processato non ha il minimo senso.
L’unica soluzione che da anni si sarebbe dovuta adottare, anche se non lo si è voluto fare, è l’immunità parlamentare, che garantisce la libertà rispetto a eventuali iniziative improvvide della magistratura.
Oggi è un dato di fatto che la libertà politica è minacciata. I deputati che presentano alcune leggi sono autorizzati a temere possibili ritorsioni. Bisognerebbe iniziare a rifletterci, al di là degli interessi di parte.

(Carlo Melato)


Da Il sussidiario.net

SCENARIO/ 1. Sapelli: vi spiego il gioco

dei "poteri forti" che comandano la crisi

mercoledì 14 settembre 2011

L’ultimo requisito statualistico che rimane è quello dell’imposizione fiscale, con le conseguenze devastanti a fronte dell’impossibilità di stabilire statualisticamente le controprestazioni, con la devastazione della legittimazione dello Stato medesimo a fronte del costo pagato dai cittadini per via dell’imposta: dove la repressione fiscale è l’altro vero volto della crisi economica mondiale in corso.

La crisi, quindi, è destinata a durare sino a quando non verranno ascoltate le raccomandazioni prima di Volcker, anziano e saggio ex presidente della Fed e per un breve tratto di strada a fianco dell’impresentabile Obama, ora di Sir John Vickers, incaricato di formulare il piano di regolazione radicale degli intermediari finanziari nelle felici isole del Regno Unito, fuori dall’euro. Le raccomandazioni di Sir John sono tutte dirette a spezzare l’industria finanziaria, dividendo le attività ora unite del retail per l’economia reale e per le famiglie, dalle attività di trading, eliminando così il rischio. Ma i top manager stockoptionisti hanno già aperto il fuoco minacciando di lasciare la City: del resto hanno nelle loro mani la politica. E hanno questo potere di fatto in tutto il mondo e quindi è impossibile che tale potere permetta simili riforme: sono rivoluzioni… che farebbero a pezzi un immenso potere

E la crisi ha anche l’aspetto essenziale dell’interruzione della catena virtuosa della produzione di merci per mezzo di merci: è una crisi di sovrapproduzione, con disoccupazione strutturale di lunga durata per via della ristrettezza crescente dei mercati interni. Essa si è determinata negli ultimi anni per via dei bassi salari che hanno accompagnato in tutto il mondo la produttività del lavoro di origine tecnologica: lo sfruttamento operaio è giunto a livelli parossistici, confermando la tesi di Kalecki che il capitalismo ad alti tassi di profitti tende a mantenerli facendo di tutto per innalzare il livello di disoccupazione.

Il capitalismo delle alte tecnologie teme come il diavolo l’acqua santa la piena occupazione: non può sopportarne neppure la vista. Oggi la crisi di sovrapproduzione mondiale non può più essere controbilanciata neppure dalla crescita dei Bric, che crescono meno di quanto è necessario per la circolazione del capitale: di qui una crisi di lunga durata e di grandi sofferenze sociali.

Mi dicono che tutto dipende dal debito pubblico: rispondo che il Belgio ha un debito pubblico immenso e un’assenza del governo da quasi 500 giorni, eppure non è scelto come bersaglio dall’oligopolio finanziario mondiale. E il Giappone, che pure ha il debito pubblico più elevato del mondo, non cresce per la deflazione e non per il peso del debito.

Certo: il debito pubblico lega le mani agli stati che scagliano nei mercati la loro necessità di finanziarsi per far fronte alle crisi di rappresentatività e di efficienza di un welfare statolatrico mentre si schiantano sotto il peso dei calibri speculativi delle banche universali che gli stati stessi non vogliono spezzare o ridurre. Il tutto si avvoltola attorno l’arcolaio di una storia senza fine di una globalizzazione che ha distrutto ogni senso di giustizia. Nessuno sa più che cosa sia la giustizia, tutti sanno che cos’è il debito pubblico…

giovedì 8 settembre 2011


Incendio, sospettato l’inquilino


Per il giudice il tunisino potrebbe aver appiccato il rogo. I vicini lo hanno visto fuggire





Dal Corriere



Falconara L’ombra di piromane che martedì mattina ha acceso attimi d’inferno nel condominio di via Basilicata lo hanno inseguito a lungo. Sembravano soffiati dal pregiudizio i sospetti dei condomini che giuravano di aver visto il giovane tunisino uscire di corsa dall’appartamento dove è scoppiato il rogo che ha avvolto l’edificio berciando insulti contro il palazzo e il desiderio di vederlo ardere. E pareva destinata a fare storia a sé l’irruzione di Dakhlaoui Bayrem Ben Salah, qualche ora dopo l’incendio, all’Hotel Internazionale, a Fiumesino. Ha mandato in frantumi una vetrata con un bastone, è entrato, ed è stato pizzicato dai carabinieri mentre rovistava nei cassetti. Ieri in tribunale i due episodi sono stati uniti dal filo rosso dell’ipotesi che il magrebino possa davvero aver appiccato il fuoco, finita agli atti dell’udienza di convalida dell’arresto. Il tunisino di 25 anni, difeso dall’avvocato Pietro De Gaetani, era accusato di tentato furto e resistenza per il blitz all’Internazionale. Ma in attesa del processo per direttissima che è stato fissato al 23 settembre prossimo, dovrà restare chiuso in carcere. L’ordinanza firmata dal giudice Francesca Grassi motiva la custodia anche col sospetto che Dakhlaoui possa aver vestito i panni di incendiario, sulla base degli atti allegati al fascicolo d’udienza. Nella relazione i carabinieri danno conto della testimonianza di alcuni vicini di casa che dicono di aver assistito alla sua fuga precipitosa mentre fiamme e fumo stavano avvolgendo il palazzo. Peraltro a impedire al tunisino la misura cautelare meno afflittiva dei domiciliari è l’inagibilità dell’abitazione di via Basilicata, proprio a a causa del rogo. La mamma ha dovuto trascorrere la prima notte in albergo, e poi ha dovuto cercare un altro rifugio di fortuna. Il loro appartamento è rimasto l’unico off limits al civico 12, dove tutti gli altri condomini ieri sono rientrati, restituendo al palazzo una condizione di normalità, dissolte le nubi di fuliggine e paura. La tensione è stata tanta martedì mattina quando l’incendio ha costretto alla fuga i circa 50 inquilini dell’edificio di cinque piani, con 23 appartamenti. Vigili del fuoco, sanitari del 118 e carabinieri sono accorsi per aiutare sette persone, tra cui due invalidi e una bambina di 18 mesi, a mettersi al sicuro. Era corsa la voce che potesse essere stato proprio il tunisino, per via di rapporti di vicinato piuttosto burrascosi. Ma non erano state trovate tracce del dolo, e si era ipotizzato il corto circuito.

martedì 6 settembre 2011

Lettera politica





Il bandolo della matassa

L’impressione è che non se ne vada fuori. La manovra finanziaria, che doveva essere il segnale che l’Italia non scherza e che quando c’è bisogno sa prendere in mano l’accetta, tagliare e mettere i conti a posto, ha già fallito il primo dei suoi obiettivi: quello di rassicurare l’Europa, i mercati ed i vicini di casa.

Quand’anche il saldo rimanesse invariato dopo i passaggi parlamentari, ormai l’idea che il governo ha dato, all’estero ma anche all’interno, è un misto di indeterminazione e di debolezza.

La manovra continua a subire variazioni, anche in parti importanti. Nella stessa maggioranza non c’è compattezza e ogni giorno, su

pressioni d’ogni genere, viene tolto un provvedimento e ne viene inventato un altro.

E già questo è un problema.

Ma poi c’è tutto il resto. Si assiste a una fibrillazione politica senza precedenti.

Le piccole province, anche quelle di centrodestra, che in una delle prime versioni della finanziaria avrebbero dovuto essere soppresse, si sono messe a protestare contro il governo. Idem dicasi per i piccoli comuni che avrebbero dovuto essere accorpati.

I sindaci, anche quelli del centrodestra, sono scesi in piazza contro la loro stessa maggioranza.

I presidenti delle province, stavolta tutte, polemizzano col governo per la prevista cancellazione.

Non importa se sono dello stesso partito che l’ha decisa.

Per non parlare della borsa e dell’agitazione nel mondo del lavoro e delle categorie.

Il risultato è che la situazione si sta aggravando pericolosamente.

Ma a fronte di un tale caos se non s’individua qual è il bandolo della matassa ne rimarremo ingarbugliati e non ne usciremo mai.

Molti credono di averlo individuato in Berlusconi, altri nel complotto internazionale contro di lui, altri ancora nella speculazione internazionale.

Probabilmente qualcosa di vero c’è in tutte le ipotesi,

ma nessuna è il bandolo della matassa.

La vera causa del caos sono i partiti, unico ed insostituibile mediatore tra popolo e istituzioni nelle democrazie indirette, che oggi non sono partiti veri e quindi non adempiono alla loro funzione.

Ma ve li immaginate i sindaci della Democrazia Cristiana, o del Partito Comunista o del PSI scendere in piazza a manifestare contro la loro maggioranza? Non solo non lo avrebbero fatto mai, ma non sarebbe loro passato neanche per l’anticamera del cervello.

Come minimo sarebbero stati espulsi dal partito e avrebbero chiuso la loro carriera politica.

Perché allora c’erano dei partiti veri.

Tutti, nessuno escluso, anche i più piccoli.

Oggi invece, con la scusa della modernità, della leadership televisiva, della caduta delle ideologie, a torto identificate con lo strumento partito, ognuno fa quello che vuole, si oppone, urla, protesta.

I partiti, ammesso che esistano, sono impotenti.

E questi sono i risultati.



Paolo Danieli

domenica 4 settembre 2011

Dal corriere Adriatico

Da Madrid ad Ancona. La porta in processione un israeliano, volto sorridente e un filo di sudore in fronte

Con la croce i giovani controcorrente

Ancona Settanta ragazzi, venticinque nazioni diverse. Una babele di lingue, paesi lontani come l’Egitto, la Siria, Israele ma è il cuore cristiano il filo comune. Riti differenti, qualcuno anche ortodosso, ma ad unirli, qui, ad Ancona, come a Loreto o a Madrid, è la croce, quella dei giovani, la stessa che passerà in mano ai brasiliani dove nel 2013 si terrà un nuovo appuntamento con loro. I giovani, appunto.

Insieme, tutti provenienti da Loreto dove in questi giorni si sta svolgendo l’Agorà del Mediterraneo, stazionano davanti al teatro delle Muse, dove si celebra l’incipit del congresso, pronti sfilare in processione per raggiungere la Mole dove la croce sarà consegnata ad una delegazione delle Marche.

A un passo dalla chiesa del Santo Sacramento, i ragazzi attendono con la croce sulle spalle. A farsi carico del dolce fardello, simbolo di Cristo e di una fede incrollabile, è un giovane israeliano: volto sorridente, un filo di sudore sulla fronte. Stessa mente, corpi diversi. Un appuntamento ancor più significativo per loro se si considera che quest’anno l’Agorà dei giovani del Mediterraneo si svolge in contemporanea con i lavori del Congresso.

Padre Claudio, domenicano che vive a Istanbul, è la guida spirituale del gruppo. “E’ la croce che fu data da Papa Giovanni Paolo II, ha attraversato tutti i continenti e non è la prima volta che viene nelle Marche”, spiega. Questione di un attimo e attorno a lui si raggruppano alcuni ragazzi. I loro occhi brillano di felicità. Come quelli di Romina Alessandrini, 18 anni appena compiuti. Romina viene dalla Basilicata, alle spalle l’esperienza del raduno di Madrid dove ha seguito la via Crucis ma per lei, Loreto, “è la prima volta, è bellissimo. Sono tutte persone stupende, per me è anche l’occasione per conoscere culture diverse”. Lingue diverse, appunto. Ma un cuore solo, che batte forte al richiamo del simbolo di Cristo. Anche Maria Rosaria Ferraro, 20 anni, è reduce da Madrid. “Ero al centro del mondo. La croce? L’ho toccata, che emozione, mi tremavano le gambe”, racconta con un fil di voce.

E mentre poco più in là, per le vie del centro storico, la comunità islamica dà il benvenuto ai “fratelli” cristiani del Congresso eucaristico, davanti al teatro delle Muse, è un tripudio di bandiere a sventolare nell’attesa dei rappresentanti dell’assise. All’appello però mancano i ragazzi libici che, a testimonianza della propria vicinanza all’evento, hanno inviato una e-mail. “Non sono riusciti ad avere il visto ma è come se fossero con noi”, fa sapere padre Claudio.

Ma intanto, davanti alla chiesa, sventolano i vessilli di Croazia, Bosnia, Albania, Kossovo, Romania, Cecoslovacchia, Ungheria, Portogallo e Macedonia. Ma ci sono anche filippini, belgi. E soprattutto ci sono anche, i rappresentanti di Siria, Palestina, Giordania. “Tutti cristiani cattolici ma con riti anche diversi, molti di loro vivono in Paesi dove la religione cristiana è minoranza”, spiega un giovane in italiano stentato. Intanto, davanti a lui, don Francesco, responsabile del centro giovani di Loreto, dà il via al corteo rammentando alla folla le parole che Papa Giovanni II recitò all’Angelus del 2005. Per i giovani, naturalmente.

Federica Buroni

Dal corriere Adriatico

Le serate

Feste, gare e musica a chiudere l’estate

Falconara Ultimi appuntamenti dell’estate in città e in spiaggia. Mentre gli stabilimenti balneari organizzano cene di fine stagione e ci si diverte in gare di beach volley come al Marakaibo, stasera è la volta della gara canora amatoriale “Sfida la musica” al circolo di Fiumesino, iniziata ieri con grande afflusso di cantanti. “Sfida la musica” è un’iniziativa organizzata dalle associazioni del polo culturale Lorenzini e dalla scuola di musica “Artemusica”, della professoressa Angela de Pace, in collaborazione con il circolo Arci di Fiumesino. Al costo di 10 euro a persona, dalle 21 in poi chiunque vorrà potrà cimentarsi in una competizione canora che conta già 6 band e 25 cantanti solisti. In alternativa dalle 20 si potranno gustare i piatti della cucina dell’Arci. L’iniziativa, giunta quest’anno alla sua terza edizione, ha avuto inizio ieri sera e già nel pomeriggio erano numerose le prenotazioni registrate. Le categorie in gara sono tre e in base all’età: dai 4 ai 13 anni, dai 14 ai 25 anni, dai 26 in poi. Il premio finale consiste in un corso didattico alla scuola di musica. Ma le feste proseguono anche in spiaggia. Il Caracas, stabilimento tra i più frequentati dell’estate, il 17 settembre invita tutti al ristorante “Il Bucatino” di Jesi. Il Donaflor, invece, intende ancora movimentare il venerdì notte falconarese con le sue serate dj set. L’ultimo appuntamento con Dj Alpha e Dj Jack sarà il prossimo 9 settembre
c.g.,

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Sicurezza, più vigili urbani fuori dalle scuole


Falconara Il vicesindaco Clemente Rossi e il comandante della polizia municipale Stefano Martelli hanno incontrato al Comando della Municipale di via Marconi, i dirigenti scolastici dei tre istituti comprensivi cittadini. La riunione, a cui hanno preso parte anche i volontari Auser che presidiano i passaggi pedonali a servizio delle scuole, era finalizzata ad organizzare i servizi di sorveglianza all’entrata e all’uscita delle scolaresche nell’anno scolastico che sta per iniziare.

“La riunione è servita per elencare i problemi di ciascun istituto e renderne tutti partecipi così da poter predisporre il migliore programma possibile - commenta il vicesindaco Rossi, che ha anche la delega alla sicurezza - e di valutare l’opportunità di incrementare, compatibilmente con le risorse disponibili, la presenza del personale della Polizia Municipale all’ingresso e all’uscita delle scuole”.

Tra le novità la richiesta da parte dei dirigenti scolastici di svincolare una pattuglia della pm dai servizi quotidiani così da poter garantire una presenza “random” nei diversi istituti della città. Nel corso dell’incontro è stato anche introdotto il già collaudato progetto di educazione stradale rivolto agli studenti falconaresi che sarà confermato anche nell’anno scolastico ormai alle porte, con la possibilità di organizzare, in via sperimentale, una serie di lezioni a cui possano partecipare assieme ai propri figli anche i genitori.

sabato 3 settembre 2011

Dal Corriere Adriatico

Vacanze con l’inganno

Chiusa l’agenzia Caimba Tour, non poteva più esercitare l’attività

Falconara Sembrava una vera e propria agenzia di viaggi. Peccato che chi si rivolgeva alla Caimba Tour, in via Cavour, in realtà non sapeva di farlo a suo rischio e pericolo. Già perché l’agenzia non aveva più i requisiti per svolgere l’attività e i suoi clienti non erano coperti da assicurazione, almeno secondo la ricostruzione della polizia municipale. E non sono poche le segnalazioni arrivate a vigili di chi non ha ottenuto il viaggio pur avendo pagato il biglietto o di chi è rimasto insoddisfatto. Da qui sono partite le indagini della Municipale che si sono concluse con la disposizione della chiusura dell’agenzia e una sanzione amministrativa di duemila euro a carico del titolare. La Caimba Tour, che abbiamo provato a contattare ma senza risultati, fino al 31 ottobre 2010 ha svolto la propria attività avendone titolo, ma successivamente ha perso i requisiti, continuando però lo stesso ad occuparsi di viaggi. Tanto che in un sopralluogo dell’ 8 marzo scorso il comando della polizia municipale aveva inviato al titolare dell’attività l’inibizione a proseguire. In particolare mancava il direttore tecnico e soprattutto non c’era la copertura assicurativa fideiussoria. In un secondo controllo, il 6 agosto scorso, la Municipale ha constatato che il titolare dell’agenzia, pur avendo avuto il tempo necessario per ritornare in regola, non si era affatto preoccupato di farlo. Intanto, l’agenzia pubblicizzava e reclamava viaggi su Internet, su volantini, biglietti da visita e sulla vetrina dello stesso locale, che a guardarlo sembra proprio un’agenzia di viaggi a tutti gli effetti. Alla fine gli agenti hanno adottato un provvedimento che, oltre a disporre la cessazione dell’attività, è finalizzato ad evitare che i cittadini fossero ingannati. “Abbiamo gestito questa situazione con la massima attenzione e senza voler creare allarmismi – spiega il comandante della Municipale Stefano Martelli – ma non potevamo permettere che i clienti potessero cadere nell’inganno che l’attività, nata regolare, lo fosse ancora ed essere quindi inconsapevolmente esposti a rischi ed eventuali mancati risarcimenti”. “Va fatta rilevare l’importanza di questo servizio rivolto alla tutela del consumatore e del cittadino – commenta il vicesindaco con delega alla sicurezza Clemente Rossi – e che anche questa è una delle competenze e delle incombenze della Municipale che spesso è ricordata solamente per le multe e per i divieti, quando invece è impegnata in numerose attività, come questa, a livello di prevenzione”.

leila ben salah,

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Lo Stato conferma: Casagrande contro, Pasquini a favore

By pass, scintille al vertice

Ancona Il Governo ha confermato lo stanziamento per il by pass ferroviario di Falconara. Lavoro che verrà appaltato da Rfi. Ma sulla previsioni hanno posizioni discordanti la presidente della Provincia Patrizia Casagrande e Paolo Pasquini, già dirigente della Regione, assessore ai Lavori pubblici e all’Urbanistica del capoluogo. La notizia della conferma dei fondi rimbalza dal tour che le istituzioni hanno effettuato ieri tra le opere utili agli spostamenti dei pellegrini per il Congresso eucaristico.

“E’ passata la proposta di Baldassarri - sottolinea la Casagrande, affiancata dall’assessore al Trasporto pubblico Antonio Gitto -, che riguarda il solo by pass alla raffineria Api. Io sono per utilizzare anche i fondi del by pass, 240 milioni di euro, per l’intero arretramento della linea ferroviaria”.

Non è dello stesso avviso Pasquini, che ha aperto il fronte stuzzicando la presidente sul fatto che lo Stato ha deciso di procedere nonostante il parere contrario proprio della Provincia, che peraltro si stava muovendo all’unisono con Pesaro Urbino, per sollecitare l’intervento. “Un intervento non esclude l’altro - dice l’assessore di Ancona -. Lo spostamento dell’intera linea ferroviaria è un’opera al momento neppure progettata e comunque faraonica. E poi, se l’intervento significa portare l’alta velocità ben venga, se si tratta di peggiorare la situazione no”.

Lo scorso giugno la Casagrande aveva promosso un incontro con la Provincia di Pesaro, per muoversi all’unisono. Un obiettivo è quello di liberare l’attuale linea Adriatica per trasformarla in metropolitana di superficie. L’altro obiettivo, regionale, è proprio quello di portare l’alta velocità nelle Marche, sul nuovo tracciato interno, lontano dalla costa.