domenica 4 settembre 2011

Dal corriere Adriatico

Da Madrid ad Ancona. La porta in processione un israeliano, volto sorridente e un filo di sudore in fronte

Con la croce i giovani controcorrente

Ancona Settanta ragazzi, venticinque nazioni diverse. Una babele di lingue, paesi lontani come l’Egitto, la Siria, Israele ma è il cuore cristiano il filo comune. Riti differenti, qualcuno anche ortodosso, ma ad unirli, qui, ad Ancona, come a Loreto o a Madrid, è la croce, quella dei giovani, la stessa che passerà in mano ai brasiliani dove nel 2013 si terrà un nuovo appuntamento con loro. I giovani, appunto.

Insieme, tutti provenienti da Loreto dove in questi giorni si sta svolgendo l’Agorà del Mediterraneo, stazionano davanti al teatro delle Muse, dove si celebra l’incipit del congresso, pronti sfilare in processione per raggiungere la Mole dove la croce sarà consegnata ad una delegazione delle Marche.

A un passo dalla chiesa del Santo Sacramento, i ragazzi attendono con la croce sulle spalle. A farsi carico del dolce fardello, simbolo di Cristo e di una fede incrollabile, è un giovane israeliano: volto sorridente, un filo di sudore sulla fronte. Stessa mente, corpi diversi. Un appuntamento ancor più significativo per loro se si considera che quest’anno l’Agorà dei giovani del Mediterraneo si svolge in contemporanea con i lavori del Congresso.

Padre Claudio, domenicano che vive a Istanbul, è la guida spirituale del gruppo. “E’ la croce che fu data da Papa Giovanni Paolo II, ha attraversato tutti i continenti e non è la prima volta che viene nelle Marche”, spiega. Questione di un attimo e attorno a lui si raggruppano alcuni ragazzi. I loro occhi brillano di felicità. Come quelli di Romina Alessandrini, 18 anni appena compiuti. Romina viene dalla Basilicata, alle spalle l’esperienza del raduno di Madrid dove ha seguito la via Crucis ma per lei, Loreto, “è la prima volta, è bellissimo. Sono tutte persone stupende, per me è anche l’occasione per conoscere culture diverse”. Lingue diverse, appunto. Ma un cuore solo, che batte forte al richiamo del simbolo di Cristo. Anche Maria Rosaria Ferraro, 20 anni, è reduce da Madrid. “Ero al centro del mondo. La croce? L’ho toccata, che emozione, mi tremavano le gambe”, racconta con un fil di voce.

E mentre poco più in là, per le vie del centro storico, la comunità islamica dà il benvenuto ai “fratelli” cristiani del Congresso eucaristico, davanti al teatro delle Muse, è un tripudio di bandiere a sventolare nell’attesa dei rappresentanti dell’assise. All’appello però mancano i ragazzi libici che, a testimonianza della propria vicinanza all’evento, hanno inviato una e-mail. “Non sono riusciti ad avere il visto ma è come se fossero con noi”, fa sapere padre Claudio.

Ma intanto, davanti alla chiesa, sventolano i vessilli di Croazia, Bosnia, Albania, Kossovo, Romania, Cecoslovacchia, Ungheria, Portogallo e Macedonia. Ma ci sono anche filippini, belgi. E soprattutto ci sono anche, i rappresentanti di Siria, Palestina, Giordania. “Tutti cristiani cattolici ma con riti anche diversi, molti di loro vivono in Paesi dove la religione cristiana è minoranza”, spiega un giovane in italiano stentato. Intanto, davanti a lui, don Francesco, responsabile del centro giovani di Loreto, dà il via al corteo rammentando alla folla le parole che Papa Giovanni II recitò all’Angelus del 2005. Per i giovani, naturalmente.

Federica Buroni

Nessun commento: