domenica 31 gennaio 2010

Controlli congiunti di vigili e Finanza

Dal Corriere adriatico

Falconara Dopo l’incontro ufficiale in Comune il nuovo comandante della Luogotenenza di Falconara della Guardia di Finanza ieri mattina, guidato dal sindaco Brandoni, ha fatto un giro in centro per dare una prima occhiata “esplorativa” alla città e ai suoi problemi. “Ci siamo confrontati su alcune questioni insieme al comandante della polizia municipale – spiega Brandoni – e abbiamo parlato della situazione, delle criticità, della necessità di intensificare certi controlli”.

Presente ieri mattina anche il comandante della polizia municipale Martelli e non è escluso che a partire dai prossimi giorni agenti della Municipale e uomini delle fiamme gialle possano avviare delle azioni congiunte. Brandoni, Martelli e Capacchione si sono visti alle 10 e 30 davanti alla stazione ferroviaria per fare un giro di monitoraggio di alcune zone cittadine e il primo cittadino ha avuto modo di illustrare le problematiche locali al nuovo comandante della Tenenza della Guardi di finanza. Già nel corso del primo incontro ufficiale svoltosi giovedì scorso, Brandoni aveva evidenziato alcune delle criticità cittadine legate soprattutto alla presenza dell’aeroporto, dell’azienda Api e alla necessità di effettuare controlli sulle attività commerciali e per la lotta all’evasione fiscale. “Al momento della firma del protocollo per la sicurezza della città - aveva ricordato il sindaco - avevo chiesto maggiore attenzione per Falconara e il mio appello è stato raccolto. Ora la Finanza potrà ampliare il suo raggio di azione”.

Dal Corriere adriatico di oggi

Ritorna la sfida-oratorio

Oltre 400 ragazzi, l’idea vincente della parrocchia San Giuseppe

Falconara E’ nato un anno e mezzo fa per la volontà del parroco don Leonida Fabietti e oggi l’oratorio della parrocchia di San Giuseppe a Palombina Vecchia è frequentato da oltre 400 ragazzi, fra gli 11 e i 17 anni, impegnati nel corso della settimana in numerose attività ricreative. Responsabile dell’oratorio adesso è il vice di don Leo, il giovane don Samuele Costantini che crede molto nel progetto e sta lavorando con impegno al suo sviluppo. “Credo – spiega don Samuele – che l’oratorio sia non solo un luogo di incontro informale importantissimo in un quartiere come il nostro dove i giovani non hanno spazi di aggregazione che non siano le aree intorno al centro commerciale ‘Le Ville’, ma possa diventare anche una opportunità di evangelizzazione fuori dai percorsi del catechismo e magari anche per riannodare il cammino fatto con la cresima”.

I ragazzi a quanto pare sono stati molto felici per questa opportunità offerta dalla parrocchia e l’hanno colta al volo con il pieno appoggio delle famiglie che “sanno i figli in luogo sicuro, protetto, nel quale ci sono persone adulte che fanno da guida”. “Certo – osserva il vice parroco – oltre all’approvazione dall’esterno ci sarebbe bisogno di un certo impegno concreto. L’oratorio ha senso e vive se ci sono iniziative, fermento, attività, altrimenti diventa una stanza vuota e i ragazzi alla fine finiscono con allontanarsene. L’esperimento ha avuto successo, non ci sono dubbi, ma ora abbiamo bisogno di adulti che abbiano voglia di dedicare un po’ di tempo all’animazione e ai progetti educativi. Di idee ne vengono sempre fuori molte, il difficile è metterle in pratica, pensiamo anche a gite, ad escursioni, vorremmo organizzare anche un piccolo viaggio a Torino per l’ostensione della Sindone”.

Per adesso, grazie alla collaborazione con il Centro Sportivo Italiano all’oratorio si fa soprattutto sport, “in modo ricreativo e non agonistico, come lo può fare una società sportiva, o comunque anche se l’agonismo c’è perché si fanno gare, quello che prevale è il gioco, lo stare insieme, il divertirsi”. Poi nei locali messi a disposizione dalla parrocchia in via Italia si costruiscono amicizie e relazioni sociali fra adolescenti di varie fasce d’età, ma don Samuele non nasconde anche la voglia di fare altro, “se riusciremo a trovare chi ha voglia di darci una mano”.

L’oratorio della chiesa di San Giuseppe è attivo tutti i giorni dalle 16 e 30 alle 19 e 30, la domenica anche di mattina dopo la messa dei ragazzi, mentre in estate è stato scelto di aprire solo nel dopo cena.

marina minelli,

No alle spose bambine: svolta storica in Arabia Saudita




Quando si parla di Arabia Saudita è facile pensare ad una cultura retrograda priva di diritti umani e civili, dove la religione imperante resta oggi il wahhabismo, la corrente più conservatrice dell’Islam. Qualche giorno fa, però, la fatwa dell’ulema Cheikh Abdallah al Manie sembra aver segnato in positivo la storia di questo paese e dell’intero mondo islamico, patria di Osama bin Laden, che manda i propri rampolli a laurearsi in Occidente, possibilmente America e Gran Bretagna, ma si dimentica dei diritti delle donne.

Abdallah al Maine ha impresso una svolta ad una questione che riguarda ormai da troppo tempo i paesi musulmani, e cioè il dramma delle cosiddette spose bambine. Secondo l’ulema, nulla può giustificare il matrimonio forzato tra un 68enne e una ragazzina di dodici anni, neppure l’esempio di Maometto e Aisha, la più giovane delle sue mogli, che di anni ne aveva nove. “Le circostanze dell’epoca erano diverse da quelle di oggi”, ha spiegato Abdallah, precisando, fra l’altro, che il Profeta avrebbe consumato il matrimonio soltanto tre anni più tardi. La fatwa segna una svolta di portata epocale nella giurisprudenza islamica, perché stabilisce la liceità di interpretare il Corano secondo lo spirito e i costumi del tempo presente, in contrasto con una interpretazione letterale delle Sacre Scritture. Inoltre, la sentenza è stata emessa da un ulema wahhabita in Arabia Saudita, e rappresenta quindi un passo in avanti nella guerra all’estremismo islamico, motore di organizzazioni terroristiche come Al Qaeda.

Secondo il quotidiano arabo al Riyadh, la dodicenne è stata data in sposa, contro la propria volontà e quella della madre, a un uomo che vive a Bouraida, a nord della capitale Riyad. Il matrimonio sarebbe stato già consumato, ma la madre si è rivolta alla Commissione saudita dei Diritti dell’Uomo per ottenere il divorzio. Purtroppo, il caso della dodicenne di Bouraida è soltanto l’ultimo di una lunga serie. L’ultimo rapporto delle Nazioni Unite stima che nel mondo musulmano ci siano circa 60 milioni di “spose bambine”, tutte con età inferiore ai tredici anni, con un marito sempre molto più anziano e mai incontrato prima.

Due anni fa arrivò una notizia sconvolgente dallo Yemen. Nojoud Ali, una bambina di otto anni, si era presentata in tribunale, per chiedere il divorzio da un trentenne, che la picchiava e la violentava, e che aveva sposato soltanto per volere del padre. Nojoud, grazie all’aiuto dell’avvocato Chadha Nasser, è riuscita ad ottenere il divorzio, e il giudice Muhammed al Qadhi ha ordinato l’arresto del padre e del marito aguzzino. Trasferitasi a Parigi, la giovane ha pubblicato un’autobiografia, “Io, Nojoud, dieci anni, divorziata”, che tradotta in 15 lingue, è diventata oggi il simbolo della battaglia femminista contro i matrimoni forzati.

Anche se la maggior parte delle altre piccole spose come lei non sono state così fortunate, segnali di speranza sembrano arrivare dal mondo musulmano. Per il ministro della Giustizia saudita, Mohamed al Eissa, intervistato qualche giorno fa dal quotidiano arabo Asharq al Awsat, “non è possibile contestare le fatwa che consentono matrimoni di giovani ragazze”, ma allo stesso tempo bisogna evitare che queste unioni siano soltanto “uno svantaggio per le spose”. Negli ultimi vent’anni, infatti, i divorzi in Arabia Saudita sono cresciuti dal 25 al 60 per cento, e la causa principale sembra essere proprio la differenza di età fra coniugi. Un fenomeno, come ha precisato anche il ministro al Eissa, di cui lo Stato non può non tenere conto.

Le donne, inoltre, rappresentano l’ultimo alleato dell’Occidente contro l’islamismo. Sono il ventre molle dell’Islam, le uniche che possono modificarne gli aspetti più radicali e guerrafondai, perché sono le prime vittime dell’integralismo musulmano. E in Arabia Saudita non si arrendono e continuano a lottare contro il wahabbismo di Stato. Un esempio per tutte è la storia di Yara, nome fittizio, che due anni fa è stata prelevata dalla polizia religiosa Mutawwa’in, mentre si trovava in un separè di Starbuck’s, il MacDonald’s della caffetteria a stelle e strisce. Yara allora aveva 37 anni, ed era in compagnia dei suoi colleghi, tutti maschi, soltanto perché c’era stato un black-out in ufficio. Nonostante indossasse l’abaya, tipico indumento delle donne musulmane, e tenesse il capo coperto, gli uomini della Mutawwa’in l’hanno condotta nella prigione di Malaz, dove è stata interrogata, fatta spogliare, perquisita e costretta a firmare la confessione del suo crimine. Se l’è cavata grazie agli appoggi politici del marito, ma ancora oggi ci sono troppe donne che subiscono i soprusi di uno Stato, incarnato da foschi individui vestiti di bianco.

Molte, come Yara, decidono di restare, e di non arrendersi “agli atti terroristici di questa gente”, mentre altre preferiscono trasferirsi all’estero, dove continuano la propria battaglia. Khadija al Salami, ad esempio, regista yemenita che oggi vive a Parigi, nel 2008 ha prodotto il documentario “Amina”, vincitore dell’Horcynus Festival di Messina, in cui si racconta la storia di una bambina di undici anni costretta al matrimonio, e condannata a morte a 15, perché accusata di aver strangolato il marito. Amina, che oggi ha 28 anni, è stata assolta grazie anche all’aiuto di Khadija al Salami. Ma c’è ancora molto da combattere contro “flagellazioni, lapidazioni e amputazioni” che, ha spiegato l’ambasciatore saudita in Gran Bretagna, Ghazi al Qusaibi, “per i musulmani, sono il nocciolo della fede”.

L'occidentale

sabato 30 gennaio 2010

Bagarre sulla baracca demolita
Il Pd: “Politiche sociali sbagliate”. Petri: “Sgombero per motivi di sicurezza”

Dal Corriere

Falconara E’ finita, come facilmente prevedibile, in bagarre la discussione nel Consiglio comunale di giovedì sera sullo sgombero del prefabbricato di via Stadio 22. La risposta all’interrogazione presentata da Pd e Cittadini in Comune, letta dall’assessore alla sicurezza Loriano Petri ha scatenato il malumore del numeroso pubblico presente e dei consiglieri di minoranza. C’è voluto poco perché la discussione sul caso specifico si trasformasse in un violento “j’accuse” del capo gruppo del Pd Antonio Mastrovincenzo, secondo il quale l’esecutivo Brandoni di non sa gestire “le politiche abitative e sociali di questa città”. Per quello che riguarda la baracca/prefabbricato di via Stadio, Petri ha ribadito la posizione e la tesi dell’esecutivo: “quello non era un bene immobile, ma mobile”. “La baracca – ha chiarito l’assessore – non è assoggettabile ad un discorso di proprietà, ma eventualmente solo di possesso, per cui gli occupanti non potevano vantare su di essa più di tanti titoli, inoltre dal mese precedente non c’era più neanche l’allaccio Enel”.

Petri ha anche ricordato che la zona era stata “monitorata” a lungo ed il prefabbricato/baracca è “risultato essere disabitato” dunque, per evitare fenomeni di criminalità, è stato deciso lo sgombero. “Vedremo se il Difensore Civico Regionale, che si è espresso chiaramente su questa vicenda, riterrà soddisfacenti le vostre spiegazioni” ha osservato il capo gruppo del Pd Antonio Mastrovincenzo il quale ha poi evidenziato che “il prefabbricato non era abbandonato: vi erano effetti personali, mobili, vestiti e giochi dei bambini, pertanto è un fatto grave la mancata notifica dell’ordinanza di sgombero: eravate in grado, se volevate, di rintracciare la famiglia e comunicargli formalmente e preventivamente le vostre intenzioni”. “Ad oggi – ha ricordato il capo gruppo del Pd – la famiglia non ha avuto alcuna sistemazione, nonostante una domanda presentata da Diego Caimmi il 1 dicembre 2009 per un alloggio d’emergenza. Nonostante un regolamento comunale sull’emergenza abitativa approvato nel 2007 e tuttora in vigore, ma mai applicato da questa Amministrazione”.

Questo il motivo, ha affermato Mastrovincenzo rivolgendosi alla maggioranza, “per il quale qualcuno di voi va dicendo che non ci sono le case: perché ancora sono occupate da chi non ne ha diritto. E questo nonostante, il 25 settembre del 2008 in quest’aula, l’assessore Baldassarri abbia annunciato che era iniziata la verifica dei requisiti degli attuali occupanti”. Fra l’altro, ha osservato il capo gruppo del Pd, “il regolamento prevede l’emanazione di un bando ed attribuisce il massimo del punteggio proprio a chi è stato ‘oggetto’ di uno sgombero”. “Voi – ha concluso Mastrovincenzo - agite in nome di un presunto decoro e di una presunta legalità, ma siete i primi a non rispettare le procedure e a non attuare le leggi comunali”.

venerdì 29 gennaio 2010

PATTO DI STABILITA' IL MINISTERO DELLE FINANZE PREMIA IL COMUNE




Da comune messo "alla gogna" per il bilancio disastrato, Falconara diventa un Comune virtuoso, tanto da essere premiato dal Ministero delle Finanze con un "bonus" di 190 mila euro da scontare dal patto di stabilita'. Il premio e' stato reso noto con l'ultima pubblicazione della Gazzetta Ufficiale del 19 gennaio ed e' stato attribuito prendendo a riferimento l'esercizio 2008, quando sono stati valutati positivamente alcuni indicatori di autonomia finanziaria, in particolare la percentuale molto elevata delle entrate correnti, che arrivavano a 27 milioni di euro. Una buona premessa, insieme alla riduzione del disavanzo, per affrontare il bilancio di previsione 2010, che e' gia' stato stilato nelle linee generali dell'amministrazione comunale: e' ipotizzata un'ulteriore riduzione della spesa corrente, una tendenza generalizzata a tutti i Comuni anche in virtu' dei minori trasferimenti dagli altri enti. La bozza di bilancio dovra' essere poi analizzata settore per settore.

martedì 26 gennaio 2010

Rapina in piazza Mazzini Denunciati due albanesi

Dal Corriere

Falconara Controlli a tappeto sul territorio da parte dei carabinieri della Tenenza di Falconara. I militari dell'Arma hanno dedicato particolare attenzione agli insediamenti abusivi di nomadi e di cittadini extracomunitari. Sono stati passati al setaccio la stazione ferroviaria ed i parchi pubblici, ispezionati casali abbandonati e pattugliate le arterie principali. Un'operazione che ha visto impegnati 8 militari e 4 mezzi, e che ha consentito di denunciare in stato di libertà due cittadini albanesi, che l'8 gennaio scorso si erano resi responsabili della rapina aggravata avvenuta in piazza Mazzini. I due avevano avvicinato, derubato e picchiato un altro extracomunitario, finito in ospedale con 30 giorni di prognosi per i traumi riportati. L'attività d'indagine è stata laboriosa e complessa visto che i due albanesi, pluripregiudicati per reati specifici e residenti in Ancona, avevano fatto perdere le loro tracce nei giorni seguenti la rapina. Inoltre, i carabinieri hanno anche controllati i casali abbandonati dell'area di via Castellaraccia, dove sono stati poi rintracciati due cittadini extracomunitari illegalmente presenti sul territorio nazionale. Per entrambi sono inevitabilmente scattate le manette. Nel corso del servizio sono state identificate infine 70 persone e controllati 50 mezzi. Ulteriori controlli sul territorio verranno effettuati anche nei prossimi giorni per contrastare proprio la criminalità ed assicurare agli automobilisti la tranquillità nel viaggiare lungo le strade cittadine.
Un’isola ecologica ogni 80 abitanti

Niente porta a porta spinto: accanto ai cassonetti ci saranno bidoni per carta, plastica, vetro e organico

Dal Corriere


Falconara Entro l’estate il sistema di raccolta dei rifiuti cambierà radicalmente. Niente “porta a porta” spinto, ma “prossimità integrata” secondo una procedura proposta da Marche Multiservizi (la società con cui il Cam ha avviato un progetto di fusione) al Comune di Pesaro. “Per noi – dice l’assessore all’Ambiente Matteo Astolfi – è fondamentale avviare quanto prima la raccolta differenziata in tutte le zone della città, però i costi del ‘porta a porta’ così come viene effettuato, per esempio, ad Ancona sono insostenibili a meno di non aumentare enormemente la Tarsu”: Da qui la scelta di un metodo nuovo, analizzato in queste prime settimane dell’anno all’interno di uno dei gruppi di lavoro Cam-Comune-Marche Multiservizi attivati in vista della fusione. “La prossimità - spiega Astolfi – consiste nell’affiancamento al cassonetto esistente della indifferenziata (se necessario rivendendone la posizionei) un cassonetto per la carta e uno per la plastica. Accanto a questi tre cassonetti, che continueranno a essere svuotati con il mezzo compattatore monoperatore, verranno collocati due bidoni da 240 o 360 litri per vetro e frazione organica”. In questo modo vengono realizzate delle vere e proprie “isole ecologiche” una ogni circa 80 abitanti.

Campagna per sensibilizzare

Attualmente a Falconara è presente un cassonetto per l‘indifferenziata circa ogni 80 abitanti e una batteria per la differenziata circa ogni 300 abitanti. “La frequenza di svuotamento sarà indicativamente – prosegue l’assessore all’Ambiente – una volta alla settimana per carta, plastica e vetro, due volte alla settimana per la frazione organica, tre volte per l’indifferenziato”. La nuova procedura dovrà essere affiancata da “forti campagne di sensibilizzazione, incentivi, migliorie, apertura alle imprese ed inviti all’utilizzo dei centri di raccolta”. “Proporremo – fa sapere l’assessore Astolfi – anche un porta a porta dedicato e su misura alle imprese del territorio (che aderiranno volontariamente in base alla propria organizzazione di smaltimento) e il ritiro gratuito a domicilio dei rifiuti ingombranti e degli sfalci vegetali”. Fondamentale, insieme all’organizzazione di una vasta campagna informativa ed educativa, anche la creazione di un gruppo di “ispettori ambientali alle dirette dipendenze dell’Azienda” i quali avranno funzione di prevenzione, controllo e tutela ambientale e soprattutto “potere di accertamento delle violazioni”. “Naturalmente – chiarisce l’assessore – nei primi mesi gli ispettori saranno soprattutto informatori ed educatori, poi diventeranno controllori, insomma delle ‘guardie ecologiche’ che dovranno far rispettare le norme e le regole, come accade in tutti i paesi europei dove si usa questo sistema. Il Comune di Pesaro con questo metodo ha ottenuto ottimi risultati ed una differenziata che si avvicina al 50% noi ci auguriamo di fare lo stesso”.

L’obiettivo del 65%

“Lo sviluppo di questa modalità di raccolta su Falconara – precisa Astolfi – non sarebbe in contrasto con possibili scenari futuri di ambito provinciale rivolto al porta a porta in quanto il passaggio al porta a porta è sempre possibile e c’è da notare che questo sistema non richiede pesanti investimenti rispetto all’attuale organizzazione della raccolta”. In ogni caso dal 2012 per legge dovrà essere smaltito con la differenziata il 65% dei rifiuti solidi urbani, ma in più nella provincia c’è il problema delle discariche, la maggior parte delle quali sono chiuse o vicine al completamento. “Il costo dello smaltimento – ricorda l’Assessore – è oggi più alto di quello del servizio in sé, l’obiettivo, quindi, è quello di ridurre le quantità dei rifiuti da conferire nelle discariche. E il porta a porta non costa meno, è un sistema più oneroso perché richiede l’impiego di molti operatori, il risparmio semmai c’è sulle minori quantità smaltite in discarica”.
27 Gennaio - Giorno della memoria

Passare dalla memoria alla storia è il percorso che molti studiosi stanno compiendo ormai da anni nella lettura nella Shoah e dello sterminio nazista.

La storia europea degli ultimi 60 anni è stata connotata dalla terribile tragedia della seconda guerra mondiale e dallo sterminio nei lager. Una storia vissuta in prima persona anche da chi è nato dopo la guerra, perché troppo fortemente quella vicenda ha segnato tutti coloro che l'hanno vissuta, anche se non hanno subito direttamente la deportazione. Il dramma dei sopravvissuti, la testimonianza di chi ha visto ed è tornato dall'orrore e dall'inferno per raccontarcelo ha coinvolto anche chi non c'era. La letteratura, il cinema, il teatro, le mille forme della comunicazione e della narrazione hanno attinto alle stesse fonti della storia.

Con il passare del tempo, per ragioni anagrafiche, i testimoni cominciano a scomparire e corriamo il rischio che con essi scompaia anche la memoria di quei fatti, lasciati appunto allo studio della storia.

E invece la memoria è importante non solo perchè tiene vivo il ricordo di quei fatti. Ma, come ricorda David Bidussa, "la memoria è un atto che si compie tra vivi ed è volto [...] alla costruzione di una coscienza pubblica, essa ha un valore pragmatico, serve per fare qualcosa".
Coltivare la memoria di ciò che è stato non è allora solo il rituale dovuto ogni anno per celebrare il 27 gennaio. Questa data, ricorda sempre Bidussa, non è il giorno dei morti. La memoria ha un senso se coltivata al futuro, se ci consente, interrogandoci su ciò che è stato, di trovare il modo di prevenire, di sviluppare gli anticorpi sociali e culturali dello sterminio, del razzismo, dell'annientamento di popoli e culture.


Queste primarie ricordano che il Pd non è un interlocutore affidabile


Pessime notizie per il Pd, ma anche per le riforme: la secca sconfitta del candidato di Massimo D’Alema nelle primarie in Puglia ha queste due conseguenze, ovviamente interconnesse.

Nel Pd, assistiamo all’ennesimo episodio di cannibalismo interno, al trionfo del gioco masochistico dello “sgambetto al segretario” (un inesistente Bersani che “lavora” però per D’Alema), in un contesto in cui i vertici romani –D’Alema in primis - dimostrano un incredibile distacco dalla realtà.

Abituati al mefitico clima di tradimenti interni che si respira in quel partito (i veltroniani hanno votato in massa per Vendola), non possiamo non prendere atto della totale, assoluta incapacità di D’Alema e della segreteria tutta del Pd di sentire il polso non solo del paese, ma anche del proprio “popolo”. Se Vendola è personaggio che porta alle urne 200.000 elettori e stravince col 70% dei voti, chi mai gliel’ha fatta fare a D’Alema di cercare di ucciderlo? Perché mai D’Alema gli ha comunicato il diktat: “Vattene perché con te perdiamo e io ho un altro schema politico in testa”? Perché mai D’Alema non ha cercato di convincerlo? Magari offrendo candidature e assessorati a Sinistra e Libertà di Vendola nelle regioni rosse, costringendolo a scegliere tra il proprio successo personale o la sopravvivenza piena del suo movimento in centro Italia. La risposta è semplice: perché D’Alema agisce entro schemi autoritari e autoreferenziali della tradizione comunista e non riesce, o non vuole, distaccarsene.

Tutti i suoi ormai infiniti insuccessi e fallimenti (la Bicamerale, l’Ulivo Mondiale, il suo governo, il Pds, la scalata alla presidenza della Repubblica e alla presidenza della Camera, la gestione settaria del Ministero degli Esteri, la candidatura Ue) hanno inizio e fine in questa caratteristica: un eccellente schema di gioco rovinato e distrutto dalla certezza che D’Alema ispira negli interlocutori: non aspira ad una collaborazione leale, ma alla egemonia assoluta e tendenzialmente addirittura alla loro scomparsa dalla scena politica. Così oggi D’Alema porta nel baratro della tragicomica sconfitta pugliese, anche la segreteria Bersani, perché quest’ultimo – la cosa ha dell’incredibile - non ha preso assolutamente nessuna posizione sulla Puglia, ma gli ha dato carta bianca, ha fatto quel che lui gli intimava di fare e ora si ritrova così a vedersi intestata una débacle epocale, una spaccatura drammatica del Pd, l’ennesimo episodio di strazio interno al partito.

Da oggi in poi la consegna abituale “fare fuori il segretario”, torna praticabile e allettante e si può star certi che troverà molti, moltissimi adepti, pronti a sfilare la sedia al segretario, approfittando peraltro proprio della certa sconfitta in Puglia a cui loro hanno lavorato. Perché questo è il punto: Vendola ha lottato – egregiamente - per la propria sopravvivenza, i veltroniani invece hanno lottato al suo fianco con un solo evidente obbiettivo…. perdere la Puglia!

E’ quasi certo infatti che Vendola perderà la Puglia, dato che Casini (che si è dimostrato pessimo tattico, costretto a decidere sulla scorta di decisioni altrui) è obbligato ora alla alleanza col Pdl e che il differenziale tra i due poli è più che consistente. Questa masochistica sconfitta di un Pd “al lattex”, ormai dedito a giochini al limite della perversione erotica, segnerà proprio la riapertura della gara interna al partito e probabilmente, molto probabilmente, la sua implosione e fine, dopo le regionali. Il pronostico più attendibile, a oggi, vede Puglia, Calabria, Campania e Lazio passare dal centrosinistra al centrodestra, con la possibile aggiunta del Piemonte, mentre la sinistra si dovrebbe trovare arroccata solo nelle regioni rosse, peraltro segnate da una sensibile flessione di voti. In termini complessivi, tre quarti della popolazione italiana sarà probabilmente sotto governo Pdl-Lega, mentre la sinistra governerà solo sul 25% degli italiani: un disastro.

Tutto questo segnerà non solo burrasche e lutti nella sinistra, ma anche nel quadro politico. Berlusconi e la dirigenza del Pdl da ieri hanno da ricavare solo una lezione: D’Alema non è attendibile, è un incapace. Peggio ancora: il Pd non è un interlocutore affidabile perché lavora a autodistruggersi e a incenerire tutti i suoi leader. Questo significa che non sarà praticabile un percorso concordato per le riforme istituzionali, o comunque che sarà molto accidentato. Con chi si potrà infatti concordare un cammino di riforme costituzionali al riparo dalle polemiche contingenti? Con D’Alema, con un Bersani “re Travicello”, con Veltroni redivivo… con Vendola?

Il Pd è in preda a ubriachezza masochistica, a una serie infinita di complotti avvitati su altri complotti e le conseguenze della evidente patologie gravi della sua dirigenza ricadono purtroppo non solo sulla sinistra, ma anche su tutto il paese.


L'occidentale

lunedì 25 gennaio 2010


Mozione URGENTE di solidarietà con il Sig. Giulio Fibbi contro l’ordinanza di rimozione del Tricolore dalla propria abitazione.


Considerato che nei giorni scorsi sono apparsi sulla stampa locale numerosi articoli riguardanti il “braccio di ferro” tra l’Amministrazione del Comune di Senigallia ed il Sig. Fibbi G. il quale è reo, secondo l’Amministrazione Senigalliese d’ aver esposto sopra la propria abitazione la Bandiera Nazionale, tanto da vedersi notificare un’ordinanza di rimozione della stessa, con il pretesto del decoro urbano;
Considerato che tale provvedimento dal punto di vista amministrativo costituisce un abuso in quanto le norme che regolamentano l’esposizione del Tricolore sono rivolte esclusivamente agli edifici pubblici;
Considerato che l’art. 21 della Costituzione Italiana, che il Sindaco di quella Città ha giurato di onorare e difendere, tutela la libertà di pensiero e di parola dei cittadini italiani attraverso qualsiasi mezzo lecito essi siano espressi e che tale iniziativa, quindi, viola nettamente tale articolo costituzionale;
Considerato che la Bandiera Nazionale è il simbolo della nostra Repubblica, dell’Unità e dell’ Identità Nazionale, senza distinzione di sesso, religione o credo politico, dei principi Costituzionali e che per lei e per i significati che essa rappresenta, nei decenni hanno patito la prigione e dato la vita migliaia d’italiani sia civili che militari – dalle prigioni Pontificie, a quelle Asburgiche, ai lager nazisti, ai campi di battaglia –
Considerato di conseguenza, che non si può impedire a nessun cittadino italiano, o che si senta tale, d’esibire sulla propria dimora questo simbolo, e d’esternare così il proprio sentimento d’italianità.
Tutto ciò premesso,
Il sottoscritto Consigliere Comunale chiede che il Consiglio Comunale di Falconara M. esprima solidarietà al cittadino senigalliese Fibbi e che l’Amministrazione di Falconara
s’impegni ad inviare nota di protesta presso quella di Senigallia affinché receda dal suo intento;
Chiede inoltre che altre note informative e di protesta vengano inviate anche al Prefetto, al Presidente del Consiglio ed al Presidente della Repubblica Italiana affinché prendano i necessari provvedimenti per tutelare il diritto del Sig. Fibbi ad esporre il Tricolore ed affinché venga così a cessare la violazione dell’ art. 21 della Costituzione Italiana da parte del Sindaco di Senigallia.
Falconara M. 25/01/010

Il Consigliere Comunale
Dott. Carlo Nucci

sabato 23 gennaio 2010

Arresti e denunce, controlli sui clandestini


Dal Corriere

Falconara Continuano i controlli anti immigrazione clandestina dei carabinieri della Tenenza di Falconara. Gli uomini al comando del maggiore Demartis hanno arrestato l’altra sera, dalle parti della stazione ferroviaria, un tunisino di 39 anni irregolare, rimasto in Italia nonostante un decreto d’espulsione. Si trovata con altri tre connazionali che sono stati identificati e subito rilasciati in quanto in regola con il permesso di soggiorno.

Il giorno prima i carabinieri avevano fatto un blitz nell’area industriale dismessa dell’ex Montedison, dove spesso bivaccano stranieri senza dimora. Un gruppo di romeni era stato denunciato per invasione di edificio e danneggiamento. Proprio lunedì l’argomento era stato discusso dal sindaco Goffredo Brandoni in Prefettura: “La proprietà – aveva detto Brandoni – ha sempre chiuso i varchi ogni volta che si è reso necessario ed ha murato gli ingressi degli edifici presenti all’interno dell’area, ma è servito a poco perché non ci vuole molto a buttare giù un muro di mattoni”.

Nel corso dello stesso servizio, mercoledì, era stato arrestato un pericoloso cittadino albanese, in esecuzione di un ordine di custodia. I carabinieri della tenenza di Falconara sono molto attivi nel controllo dell’immigrazione clandestina: l’altra settimana avevano arrestato un cinquantenne tunisino rimasto a Falconara nonostante un ordine di espulsione. Il 12 dicembre scorso avevano arrestato all’interno dell’ex Angelini, alla Palombella, due giovani tunisini senza permesso di soggiorno che dormivano al primo piano dell’edificio abbandonato, sequestrando 24 dosi di eroina, 15 grammi in tutto, pronte per essere smerciate. La droga era di Ayme Mejri, era era seguito da qualche settimana dai militari della tenenza di Falconara, l’altro venne subito scarcerato.

venerdì 22 gennaio 2010

Quasi 12 mila violazioni accertate e 1500 pattuglie


Dal Corriere

Falconara Oltre 1500 turni di pattuglia sul territorio, 240 incidenti rilevati e 11.699 violazioni amministrative “gestite”. Questi i dati sull’attività svolta nel 2009 della Polizia Municipale falconarese che però sta lavorando molto, come fa notare il comandante Stefano Martelli, anche “sull’educazione al rispetto della legalità”. “Non pensiamo solo a fare le multe – ha spiegato Martelli - abbiamo svolto 340 ore di educazione stradale nelle scuole, effettuato 337 controlli su attività produttive (ed elevato solo 50 sanzioni amministrative), 89 sopralluoghi nei cantieri edili e 206 sopralluoghi nell’ambito dei servizi di vigilanza ambientale. E in quest’ultimo caso abbiamo riscontrato solamente 12 violazioni amministrative: segno che i controlli si fanno sempre e che non sono finalizzati a fare cassa”. Sostanziosa anche l’attività amministrativa svolta nel 2009 sono stati prodotti circa 20mila atti tra cui 11.394 protocollazioni in entrata e in uscita, 3701 pratiche per il rilascio di permessi (per residenti e invalidi) e abbonamenti per la sosta, 238 per i passi carrabili e altre 2110 registrazioni per la cessione di fabbricati”. Da evidenziare all’interno del servizio prettamente amministrativo anche 271 denunce per infortuni sul lavoro, 258 ordinanze e altre 1395 informazioni varie (anagrafiche o richieste da altri enti).
Multe raddoppiate con gli ausiliari

Vigili urbani sotto organico, ma il controllo è aumentato. Il sindaco: “Un grande salto in avanti”

Dal Corriere

Falconara Un’attività sempre più intensa e diffusa in tutto il territorio ed un migliore rapporto con i cittadini anche se per la Polizia Municipale il problema primario resta sempre quello della mancanza di personale. “E’ la nostra maggiore difficoltà – ha spiegato il sindaco Goffredo Brandoni, presentando ieri insieme al comandante Stefano Martelli e all’assessore alla sicurezza Loriano Petri, i dati sul 2009 appena concluso – è la carenza di personale. Siamo un po’ sotto organico, a parte il periodo estivo quando riusciamo ad avere qualche trimestrale, ad ogni modo vedremo di provvedere”. Ad ogni modo le multe sono quasi il doppio rispetto all’anno scorso e questo grazie all’arrivo degli ausiliari del traffico i quali, da soli, ne hanno elevate oltre 5000 e, come hanno fatto notare gli amministratori cittadini, stanno fornendo un grosso supporto all’attività della Polizia Municipale falconarese. Una presenza maggiore che ai cittadini è piaciuta, ha assicurato il Sindaco. “Subito dopo essere stato eletto avevo incontrato il Corpo dei vigili per evidenziare criticità e inefficienze che mi erano state segnalate dai cittadini – ha ricordato Brandoni - ma come ho già evidenziato anche in altre occasioni, tra i tanti servizi comunali è proprio questo il settore che ha fatto il salto più grande in avanti. La polizia municipale è cresciuta molto e il merito va al comandante Martelli, all’assessore Petri e a tutti gli agenti del Comando. Ora i cittadini mi fermano per farmi notare che la presenza degli uomini in divisa è particolarmente apprezzata da tutti e ciò è frutto anche del protocollo per la sicurezza della città, servito soprattutto a dare quel coordinamento tra le forze di polizia che mancava”.Soddisfatto anche l’assessore Petri secondo il quale l’aumento delle multe è una conseguenza diretta “dell’ottimo lavoro svolto dai vigili”. “Abbiamo insistito molto per avere una Falconara più ordinata e controllata – ha commentato Loriano Petri – ma capita a tutti di essere indisciplinati per distrazione o fretta. E’ successo anche a me ed ho anch’io preso la multa. Gli agenti della Municipale non fanno altro che il loro dovere e le sanzioni quindi non sono che la conseguenza di ciò, ma sono convinto che col passare del tempo saremo meno indisciplinati e si faranno meno multe”. Dal comandante Martelli è arrivato un ringraziamento ai suoi uomini ed all’Amministrazionea “per l’attenzione dimostrata all’impegno dell’intero corpo dei vigili”.

mercoledì 20 gennaio 2010




Solitamente non pubblico articoli che parlano di me. Oggi faro' un'eccezione. Chiunque possa contribuire a dare una mano a questo ragazzo o a sua moglie, mi contatti sul blog. (Rahman e Jasmine han sempre lavorato nel campo della ristorazione)


Perde il lavoro e deve vivere al freddo: Rahman nel dramma

Dal Messaggero di oggi

FALCONARA - Hanno perso il lavoro sia lui che la moglie, ora vivono una situazione drammatica. Senza soldi, dice, «non posso accendere il riscaldamento». A trovarsi in difficoltà è Mofizur Rahman, il consigliere straniero aggiunto eletto alle comunali del 2008 con oltre il 41% delle preferenze. Rahman, originario del Bangladesh e residente da 13 anni in Italia, all’inizio della sua carriera ha lavorato alla Fincantieri per poi cambiare strada seguendo la sua passione: la cucina. «Ho lavorato da sempre nel campo della ristorazione come cuoco assieme a mia moglie - racconta Rahman - Per diverso tempo in un ristorante ad Ancona, ma poi è arrivata una proposta interessante da un ristorante falconarese e ho accettato. Purtroppo ad agosto io e mia moglie siamo stati licenziati per dubbi motivi». Come se non bastasse, i grandi sacrifici di Rahman per acquistare finalmente una casa potrebbero svanire nel nulla. Il mutuo concesso dalla banca per l’acquisto di un appartamento a Castelferretti, infatti, per il momento è stato sospeso. Una situazione che di certo non potrà durare a lungo. «Grazie all’aiuto del consigliere Raimondo Baia (Pdl; ndr) sono riuscito a compilare la domanda per ottenere la disoccupazione dall’Inps - continua Rahman - Io e mia moglie siamo alla ricerca di un lavoro perché così è impossibile andare avanti. Sono costretto a spegnere il riscaldamento dato che l’ultima bolletta era di 200 euro». Della situazione sono al corrente il sindaco Goffredo Brandoni e l’assessore ai servizi sociali Gilberto Baldassarri, anche se non è facile trovare una soluzione. «È una bravissima persona e un gran lavoratore - afferma il consigliere Baia -. Quando qualcuno si impegna tanto e si trova in difficoltà è nostro dovere aiutarlo».

martedì 19 gennaio 2010

Task force anti-abusivi per la ex Montedison

Dal Corriere

Falconara Summit in Prefettura ieri mattina per definire la vicenda delle numerose persone che vivono in modo del tutto abusivo all’interno della ex Montedison e per la questione dei graffiti che da qualche settimana hanno invaso i muri di Falconara. Presenti all’incontro, oltre al sindaco Brandoni ed al prefetto Meoli, anche il questore Iacobone e rappresentanti della polizia e dei carabinieri oltre al neo sovrintendente ai beni architettonici Cozzolino. Per quello che riguarda le scritte sui muri (nel pacchetto sicurezza del Governo ci sono norme sanzionatore in proposito) il Comune potrebbe emettere una ordinanza ad hoc ed il sindaco ne parlerà oggi in giunta, mentre più complicata è la gestione del problema ex Montedison. “La proprietà – spiega Brandoni – ha sempre chiuso i varchi ogni volta che si è reso necessario ed ha murato gli ingressi degli edifici presenti all’interno dell’area, ma è servito a poco perché non ci vuole molto a buttare giù un muro di mattoni”. L’ipotesi che è stata fatta ieri è quella di abbattere le strutture non vincolate (le ex case degli operai), ma i proprietari dell’area vorrebbero dall’amministrazione comunale la certezza di veder mantenute le cubature e i volumi. Più difficile invece per la ex portineria e la ex infermeria (che sono proprio sulla strada) per le quali esiste un vincolo conservativo. Nei giorni scorsi uomini della Squadra mobile e della divisione anticrimine della Questura di Ancona, hanno effettuato un blitz presso il sito ex Montedison. I sedici “ospiti” della ex Montedison erano tutti maggiorenni romeni, tra cui cinque donne, e come spiega il comunicato ufficiale della questura, “dimoravano all'interno della struttura”. “Le sedici persone – ha precisato la questura di Ancona in una nota – accedevano all'interno dell'area attraverso dei varchi prodotti con l'abbattimento di opere murarie”
Baby alunni stranieri Un aiuto per la lingua


Dal Corriere

Falconara Via libera della giunta comunale all’attivazione (per l’anno scolastico in corso) del sostegno linguistico per alunni extracomunitari che frequentano le scuole cittadine. L’esecutivo falconarese ritiene infatti “necessario e urgente avviare interventi di inserimento nelle scuole del Comune per gli alunni stranieri ai quali va garantito prioritariamente un sostegno scolastico per favorire l'integrazione e rimuovere gli ostacoli all'apprendimento della lingua italiana”. In tal senso, a seguito delle istanze ricevute a tale proposito dai dirigenti degli Istituti comprensivi del territorio comunale, relative a 13 alunni dell’istituto comprensivo Raffaello Sanzio, 10 alunni dell’istituto comprensivo Ferraris e 30 alunni dell’istituto comprensivo, la giunta ha autorizzato le scuole “a svolgere attività di sostegno linguistico per gli alunni immigrati extracomunitari con proprie risorse umane in orario extrascolastico, articolando e individualizzando l'intervento secondo le effettive necessità”. In particolare sono stati individuati all’interno del capitolo: “Interventi sostegno diritti immigrati - Prestazioni in ambiente scolastico 5.975,58 euro disponibili che saranno ripartiti tra i tre istituti comprensivi in base al numero degli alunni in possesso dei requisiti: 1.465,75 euro andranno al Raffaello Sanzio, altri 1.127,50 al Ferraris e i restanti 3.382,50 euro al Falconara Centro”.

lunedì 18 gennaio 2010

L'alleanza con l'Udc è definitiva più o meno come il terremoto ad Haiti


“Processo a Jfk. Sesso e politica nel mirino dell’accusa” Dice un titolo dell’Unità (18 gennaio) E così il mito di Kennedy passa da Veltroni a Berlusconi?

“Per non rompere con l’Udc e confermare le intese anche al fine di avviare un percorso che di qui alle politiche porti ad un’alleanza definitiva” Dice Italo Bocchino alla Stampa (18 gennaio) Un percorso con l’Udc è definitivo più o meno come un terremoto ad Haiti

“In duemila anni di storia sesso e amore sono stati separati” Dice Francesco Alberoni sul Corriere della Sera (18 gennaio) L’altra sera Rosetta aveva un po’ di mal di testa e Alberoni la butta subito sul generale

“Insomma penso che l’iniziativa di Emma di scendere in campo possa alimentare una trascinante ventata di aria fresca” Dice Mario Pirani sulla Repubblica (18 gennaio) La Bonino una ventata di aria fresca? Nel senso che rispetto a Tutankhamon l’assassino di Cesare è di stringente attualità?

Da L'Occidentale

domenica 17 gennaio 2010

Travaglio macabro su Craxi in attesa che tocchi al Cav.


Deprimente e istruttiva come sempre la prima pagina de Il Fatto Quotidiano, il palcoscenico cabarettistico personale del multiforme Marco Travaglio e della sua banda di intrattenitori del pubblico risentimento.

Per chi macina odio come carburante sociale, per chi prova il gusto anche macabro del dileggio, per chi coltiva l'astio più nero e irrecuperabile, non c'è sicuramente passatempo migliore della lettura quotidiana del Fatto.

Oggi l'attacco del pezzo di Travaglio dedicato al decennale della morte di Craxi raggiunge vette d'acrobazia linguistica che meritano d'essere segnalate: non foss'altro perchè dopo dieci anni d'odio quotidiano uno s'aspetta un po' di ruggine, una velatura di pacificazione, l'ombra dell'appagamento dovuto almeno al ricorrere della scomparsa del nemico. Niente, l'odio di Travaglio è sempre lì che brilla tirato a lucido ogni giorno.

Sentite come suona: "Trionfo d'ascolti, lunedì, per la telepompa funebre allestita in onore di Bottino Craxi dal suo pony express Gianni Minoli: lo share del 6 per cento corrisponde più o meno alla percentuale che lo statista garofanato incassava sugli appalti". E' giù gli applausi dei tifosi, sembra di sentirli, magari come anticipo per quando Travaglio si rivenderà i suoi calembour nelle serate teatrali per buongustai del malanimo.

Sono passati dieci anni da quando è morto e per Travaglio Craxi è ancora Bottino. Basterebbe questo per far passare la voglia di leggerlo e per derubricare le sue performance dalla già malandata categoria del giornalismo.

Ma c'è ovviamente dell'altro: sul Fatto Quotidiano il cerchio si chiude sempre come le manette al polso dei nemici. L'equazione è semplice: non può esserci riscatto per Craxi per il semplice motivo che Berlusconi è il suo erede, il prosecutore delle sue nefande prodezze, "il degno compare che l'ha sostituito a Palazzo Chigi", dice Travaglio nello stesso articolo. I due hanno cominciato insieme e insieme devono finire.

E come direte voi? Più o meno nello stesso modo, come sembra evocare Paolo Flores D'Arcais nel suo editoriale di oggi di rimpetto a Travaglio. Per Flores - e per tutta la banda ovviamente - Berlusconi sta uccidendo la democrazia in Italia. E chi è rimasto a difenderla in una disperata ma tenace resistenza: "le manifestazioni di piazza e il caparbio eroismo della magistratura".

Berlusconi può scegliere: o in galera grazie all'eroismo dei giudici, o un'altra piazza Duomo un po' più contundente.

L'Occidentale
Arrestato un clandestino tunisino

Dal Corriere

Falconara Era stato scarcerato il 9 gennaio e in mano aveva un provvedimento d’espulsione che gli intimava di tornare in patria entro cinque giorni. Ma il cinquantenne tunisino, finito in carcere per spaccio di stupefacenti, anziché lasciare l’Italia continuava a frequentare i luoghi, tra Ancona e Falconara, che batteva prima dell’arresto in cerca di clienti a cui smerciare droga. Ieri mattina i carabinieri della tenenza falconarese, guidati dal tenente Matteo Demartis, lo hanno sorpreso ad Ancona e arrestato per violazione delle norme sull’immigrazione clandestina. Domani il magrebino, che ha già all’attivo diversi precendenti penali, sarà processato per direttissima. I carabinieri della tenenza di Falconara sono molto attivi nel controllo dell’immigrazione clandestina. Il 12 dicembre scorso avevano arrestato all’interno dell’ex Angelini, alla Palombella, due giovani tunisini senza permesso di soggiorno che dormivano al primo piano dell’edificio abbandonato, sequestrando 24 dosi di eroina, 15 grammi in tutto, pronte per essere smerciate. La droga era di Ayme Mejri, era era seguito da qualche settimana dai militari della tenenza di Falconara, l’altro venne subito scarcerato.


I sindaci di centrodestra a consulto da Brandoni


Falconara I sindaci di centrodestra delle Marche si sono incontrati ieri a Falconara per iniziativa per primo cittadino e vice presidente Anci Marche Goffredo Brandoni. “In occasione dell’assemblea annuale Anci tenutasi a Torino dal 7 al 9 ottobre scorso – fa sapere Brandoni – si è riscontrata l’utilità di incontrare, 3 o 4 volte all’anno, tutti i Sindaci del centrodestra della regione Marche per confrontarci e proporre iniziative comuni sulle problematiche che ci impegnano quotidianamente”.

Il progetto di incontri periodici è stato esposto ai vertici regionali del Partito che hanno acconsentito in pieno. “Nel corso degli incontri – prosegue Brandoni - relazioneremo e aggiorneremo tutti i colleghi Sindaci che interverranno su quanto emerso a Torino e su questioni che più interessano i nostri Comuni: dalla compensazione del trasferimento Ici ai Comuni ai provvedimenti sul federalismo fiscale, dalla riforma dei Servizi Pubblici Locali al trasferimento dei beni demaniali. Gli appuntamenti saranno itineranti, spaziando nell’intera regione, per non penalizzarne nessuno, iniziando da Falconara, anche per la sua posizione logistica centrale”. Presenti ieri all’incontro falconarese anche il coordinatore ed il vice coordinatore regionale del Pdl gli onorevoli Remigio Ceroni e Carlo Ciccioli.



Il graffitaro Tas invade la città

Falconara “Tas chi era costui?”. A questo punto bisogna veramente parafrasare Manzoni per cercare di capirci qualcosa. Si perché l’ignoto graffitista (o graffitaro, secondo i gusti) che ogni notte, nonostante il freddo intenso di questi giorni, si diverte a spargere a piene mani la sua firma in giro per Falconara, resta assolutamente misterioso, ma molto, molto attivo ovunque. I muri, le finestre, le saracinesche e i vetri dei negozi, quasi nulla è stato risparmiato nella zona centro-Stazione-via Flaminia dalla firma a caratteri cubitali ed in stampatello. Unica differenza da una notte all’altra la tonalità e il fatto che, di recente, lo stakanovista del graffito ha scelto di usare il pennello e soprattutto un colore a tempera (tipo quelli che si utilizzano per dipingere le pareti) che non lasciano un segno netto e preciso, come accade per le bombolette spray, ma gocciano inesorabilmente. La firma compare un po’ in tutta la città e c’è chi si sta cominciando ad irritare per questo gesto ripetuto apparentemente senza motivo e sicuramente in modo compulsivo.

Sembrano geroglifici

La scritta più recente è in un bell’azzurro intenso e su una saracinesca il misterioso imbrattatore ha tracciato anche un simbolo che ricorda i geroglifici egizi. Una passione quella dei graffiti selvaggi che a Falconara sta rischiando di diventare una mania con risvolti poco piacevoli per il decoro e la pulizia della città. Denunce ancora non ce ne sono, ma i carabinieri stanno cercando di risalire all’autore delle scritte. Autografi indecifrabili campeggiano un po’ ovunque e non mancano appassionate dichiarazioni d’amore “ti amo tanto” con tanto di firma. Il muro della canonica della chiesa del Rosario in via Mameli è diventato il quaderno per scrivere una poesia: “urlo il mio silenzio nelle labbra strette, celle di bellezze dai mugugni insoliti”. Non di rado, specie nella stagione invernale, sono gli stabilimenti balneari ad essere utilizzati come “lavagna” dagli appassionati della bomboletta spray, nonostante proprio al mare, il muro di cemento armato realizzato a sostegno della ferrovia e le pareti dei sottopassi di via Goito e di Villanova, sono stati quasi ufficialmente ceduti ai graffitisti che li hanno coperti di scritte e disegni.

sabato 16 gennaio 2010

24 gennaio: per Haiti solidarietà in chiesa

La Conferenza Episcopale Italiana ha emanato il seguente comunicato, dopo aver deciso lo stanziamento di due milioni di Euro per i soccorsi alla popolazione di Haiti.


L’immane tragedia che in queste ore ha colpito la popolazione di Haiti provocando decine di migliaia di morti chiama tutti alla solidarietà per venire incontro ai bisogni più immediati . Pertanto, raccogliendo l’accorato invito del Santo Padre, domenica 24 gennaio 2010 in tutte le chiese d’Italia si terrà una raccolta straordinaria indetta dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto nell’isola caraibica.
Le offerte raccolte dovranno essere integralmente inviate con sollecitudine a Caritas Italiana, Via Aurelia 796 - 00165 Roma, utilizzando il conto corrente postale n. 347013 o mediante bonifico bancario su UniCredit Banca di Roma SpA, via Taranto 49, Roma – Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119 specificando nella causale "Emergenza Terremoto Haiti".



Per altre offerte, è anche possibile utilizzare i seguenti canali:

Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - IBAN IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012

Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - IBAN IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113

CartaSi e Diners, telefonando a Caritas Italiana tel. 06.66177001, in orario d'ufficio.

venerdì 15 gennaio 2010

Da Il Messaggero di oggi

Nozze pesaresi per il Cam
Firmata l’intesa con Multiservizi


FALCONARA Primo passo verso la fusione Cam-Multiservizi Pesaro. Firmato ieri il protocollo d’intesa tra le due multiutility. Le firme del sindaco Goffredo Brandoni, del presidente Cam Roberto Sciocchetti e dell’amministratore delegato di Marche Multiservizi Pesaro Mauro Tiviroli sono state messe ieri sui documenti dell’operazione dopo diversi incontri che presto porteranno alla redazione del piano industriale e del progetto di fusione. «Un passaggio importante avvenuto in risposta all’evoluzione normativa in materia di servizi pubblici locali - ha detto l’assessore alle società partecipate Raimondo Mondaini -. Ora si dà ufficialmente inizio a questo percorso che porterà all’aggregazione di Cam con Marche Multiservizi, un partner strategicamente adatto per raggiungere diversi obiettivi».
Il sindaco Brandoni ha invece precisato che l’allontanamento da Anconambiente, partner che era stato preso in considerazione dal Comune comunale prima di scegliere l’azienda pesarese, non è dipeso dal disavanzo di bilancio presentato dall’azienda anconetana e che l’individuazione di Marche Multiservizi come socio azionario risale a diverso tempo fa. La novità è che proprio da martedì prossimo le due aziende cominceranno a lavorare insieme per arrivare agli obiettivi di redazione del piano industriale (previsto per gli inizi di marzo) e del progetto di fusione (in programma entro il 30 giugno). Le due multiutility si divideranno dunque in quattro gruppi di lavoro per la gestione della parte legale e societaria, per la gestione del personale, per la parte amministrativa e per la parte operativa. «Siamo molto soddisfatti per essere stati scelti dal Comune e dal Cam - ha commentato l’ad Tiviroli -. I prossimi mesi ci impegneranno per scambiarci reciprocamente saperi e competenze, per crescere sempre più e portare avanti importanti progetti come quello della raccolta differenziata».
A.Rit.
Da Il Messaggero di oggi

Scoperta casa squillo in centro, due arresti

In cella la maitresse e una prostituta
clandestina, entrambe cinesi
Una sala d’aspetto per i clienti


FALCONARA I carabinieri si fingono clienti e chiudono una casa d’appuntamenti made in China, arrestando la maitresse e una prostituta. Un’alcova situata in via Buozzi, a due passi dal centro città. L’annuncio che prometteva “momenti indimenticabili” apparso di recente sulle colonne degli annunci della stampa locale, non era di certo passato inosservato agli uomini del tenente Demartis. I militari hanno contattato il numero riportato nell’inserzione e si sono presentati in borghese della casa delle squillo. L’intenzione era quella di contrattare una prestazione, verificare la posizione delle occupanti dell’immobile per poi passare ad eventuali arresti. Non ce n’è stato bisogno. Già perché al loro arrivo, i carabinieri hanno trovato il cliente del turno precedente intento pagare la prestazione appena consumata. Così le manette sono scattate ai polsi della 40enne cinese che teneva agenda e cassa, e di una sua connazionale di 41 anni che si prostituiva. Arresto effettuato in virtù di un decreto di espulsione per clandestinità, non rispettato. I militari hanno sequestrato liste di nomi e libri contabili dell’attività mentre per l’appartamento si sta verificando la posizione del proprietario. Se l’uomo, anch’egli cinese, sarà riconosciuto complice delle donne, gli verrà confiscato l’immobile. Si è trattato di un’operazione fulminea. La casa, circa 90 metri quadrati, era stata aperta da poco tempo ma già contava diversi clienti tra italiani e stranieri. Il costo delle prestazioni? Tra i 50 e i 70 euro, a seconda del tipo di rapporto. All’ingresso dell’appartamento, la 40enne aveva allestito una vera e propria sala d’aspetto da dove i clienti, a turno, venivano indirizzati verso la camera da letto. La maitresse di trova al momento rinchiusa nel carcere femminile di Villa Fastiggi.

giovedì 14 gennaio 2010

SPAGNA E NUCLEARE

In Spagna il governo non chiuderà le centrali

Zapatero faceva il Don Chisciotte contro il nucleare ma ora cambia idea



Sarà che a Natale sono tutti più buoni, o forse perché alla vigilia delle vacanze l’attenzione dei media inizia a scemare, fatto sta che il presidente Jose Luis Rodriguez Zapatero ha scelto proprio il 23 dicembre per ribaltare la sua politica antinucleare. Il consiglio dei ministri spagnolo ha infatti approvato quasi in sordina un disegno di legge che permette di prorogare la vita delle centrali nucleari oltre i 40 anni, “in base a considerazioni di interesse generale e alle direttrici ed obiettivi della politica energetica del governo”. La misura determina un palese dietrofront rispetto alla politica del “nucleare, no grazie” portata avanti dal presidente socialista e ratificata solennemente nel suo programma di governo (punto n. 66). Se è pur vero che la nuova legge sul nucleare non contempla la creazione di siti di nuova generazione ma bensì il rinnovamento di quelli già presenti, la proposta approvata determina una posizione che va da tutt’altra parte rispetto alla tanto strombazzata chiusura delle centrali.

Fino a questo momento, e nonostante le forti richieste avanzate dalla lobby nuclearista, la politica di Zapatero era nettamente indirizzata verso l’investimento esclusivo nelle risorse rinnovabili (come dimostra la recente legge sull’Economia sostenibile, l’unica – e duramente criticata – misura approvata dal governo per affrontare la crisi economica). Il progetto approvato il mese scorso dal governo, invece, comporta un investimento di nientemeno che 700 milioni di euro in 5 anni per la costruzione, tra l’altro, di un “magazzino temporale centralizzato” dove concentrare le scorie ad alta radioattività.

“Oggi costa di più produrre un kilowatt con l’energia rinnovabile che con il petrolio”, aveva riconosciuto Zapatero dopo le durissime critiche ricevute a luglio in seguito all’annuncio della chiusura nel 2013 della centrale nucleare di Santa María de Garoña (Burgos), il primo degli 8 reattori attivi in Spagna che compierà i 40 anni. Dopo decenni di generale accettazione del nucleare da parte del mondo politico (in questo Paese le centrali esistono dai primi anni ’70), con la decisione di chiudere l'impianto di Burgos il premier ha riaperto una questione che per molti era già data per chiusa: Zapatero ha dovuto affrontare l’opposizione dei popolari ma anche quella all’interno dello stesso partito socialista. Di fronte alla sua intrasigenza sul “no-nuke”, persino l’ex Presidente del Gobierno e personaggio chiave della Transizione spagnola, Felipe González, ha richiamato più di una volta Zapatero invitandolo a riconsiderare la sua posizione sul nucleare. Per di più, i leader sindacali sono stati i primi ad esercitare forti pressioni verso il ripensamento del governo per tutelare quel che resta dell’occupazione nel settore energetico.

Zapatero ha quindi dovuto fare i conti con la realtà dei fatti. L’80 per cento dell’energia che consuma la Spagna è importata, rendendola un Paese fortemente dipendente dall’estero (la media europea è del 53,8 per cento). Nonostante sia al secondo posto in Europa per l'uso delle energie rinnovabili (con i suoi 31,3 TW/h di produzione lorda eolica e con i 2.942 GW/h di produzione fotovoltaica), questo tipo di produzione energetica continua ad essere troppo cara rispetto a quella nucleare (le 8 centrali, per una potenza installata di 7.450 MW(e), assicurano alla Spagna una produzione di ben 56,5 TW/h; molta di più, dunque, di quella garantita dalle rinnovabili). L’economia spagnola – ed in particolare l’industria – è stata talmente colpita dalla crisi economica che non può permettersi di accettare prezzi più alti per l’elettricità; ciò comporterebbe una perdita di competitività e, quindi, l’ennesimo colpo per l’occupazione in Spagna (che, intanto, ha già raggiunto il 19 per cento, il dato più alto nell’Ue).

Nel 2009, a causa della crisi finanziaria e della minore attività economica, il consumo di energia elettrica in Spagna è caduto del 4,3 per cento, mentre la produzione totale si è ridotta del 5,1 per cento e il saldo dell’esportazione è crollato del 24 per cento rispetto all’anno precedente. Per aumentare la produzione energetica solo ed esclusivamente con le energie rinnovabili nel medio e lungo termine, il governo Zapatero avrebbe avuto solo due possibilità: stanziare una cifra attualmente improponibile per le sovvenzioni alle società di produzione elettrica o mettere le mani nelle tasche dei cittadini e delle imprese. E’ comprensibile quindi che, di fronte alla durissima crisi economica, l'esecutivo non abbia avuto altra opzione se non preservare e sostenere l’industria nucleare esistente.

Il premier però non ha resistito alla tentazione di aumentare il prezzo dell’energia, un incremento che, chiaramente, toccherà pagare ai consumatori. Se il prezzo del TUR (Tariffa elettrica unica fissata dal governo e che riguarda 22,7 milioni di clienti) è aumentato del 2,64 per cento lo scorso 1° gennaio, c’è chi si domanda di quanto aumenterà il costo per coloro che invece hanno scelto il mercato liberalizzato. “Le bollette che pagano i consumatori per l’energia dovranno necessariamente aumentare affinché le imprese del settore possano investire per ridurre le emissioni di CO2”, ha affermato il presidente di Iberdrola, tra le maggiori società energetiche del mondo. Il governo spagnolo, infatti, durante il suo semestre di presidenza europea, sta valutando di proporre la creazione di un’imposta europea sulle emissioni di diossido di carbonio che penalizzi le imprese più contaminanti e una tassa che vada ad incidere sulle transazioni del mercato sul diritto di emissione (sul modello della Tobin Tax). Ma non è tutto perché, durante il suo mandato, Madrid pretende di imporre a tutti i Paesi membri che il 10 per cento delle entrate fiscali venga destinato all’efficienza energetica e delle risorse. Resta solo da sperare che Zapatero ripensi ancora una volta le sue posizioni sulla politica energetica.


Dal corriere Adriatico di oggi

Becci: “Sul maxi buco omissioni e silenzio”


Montemarciano Dopo le precisazioni del sindaco Serrani e l’attacco del Pdl anche Bernardo Becci, consigliere dei Democratici per Montemarciano Lista-Becci rende note le sue perplessità in merito al bilancio. “Ancora una volta – dice – devo registrare molte omissioni ed un assoluto silenzio della maggioranza e dei partiti che la sostengono su un tema fondamentale come quello del bilancio: cosa si vuole nascondere?”. “Il buco di bilancio di 450 mila euro è stato ripianato – prosegue Becci - in parte con residui di un mutuo e in parte con fondi destinati alla difesa della costa e per la realizzazione delle scuole, cosicché i cittadini di Montemarciano oltre al danno avranno anche la beffa in quanto dovranno pagare gli interessi su un buco prodotto da un errore di previsione di entrata fatto nella primavera del 2009 dall’allora assessore e candidato sindaco Serrani”. “Temo però – osserva – che la situazione sia ancora peggiorata infatti, nell’ultimo consiglio comunale, la maggioranza ha approvato una delibera con la quale sperava che un imprenditore edile versasse anticipatamente i denari di una monetizzazione per poter evitare di violare gli equilibri di bilancio. Fare tali richieste a soggetti privati, con grossi interessi sul nostro territorio, espone il Comune a grandi rischi, inoltre non è il modo più corretto per far quadrare i conti. E’ contrario ad ogni principio di trasparenza ed eticamente molto discutibile per chi amministra la cosa pubblica.
Il blitz filmato dalle telecamere

Al distributore rubato il borsello con l’incasso


Falconara I carabinieri di Falconara agli ordini del tenente Matteo Demartis stanno braccando il ladro dell’incasso di giornata del distributore di benzina Schiaroli. Il gestore della pompa Agip sulla Flaminia a Villanova, martedì sera ha subito un blitz subito dopo la chiusura. E’ stato sfortunato Schiaroli, il destino gli ha soffiato contro sgonfiandogli una ruota della macchina. Si stava allontanando dal distributore a bordo della sua auto quando si è accorto che la pressione di uno pneumatico era troppo bassa. E’ tornato indietro, ha lasciato l’auto aperta e dentro il borsello con il guadagno della giornata di lavoro: circa 500 euro. Si è avvicinato un altro veicolo, è sceso il ladro che ha preso la borsa ed è fuggito. E’ stato però inquadrato dalle telecamere della videosorveglianza. Le immagini, nonostante l’oscurità, dovrebbero aver permesso ai carabinieri di tratteggiare i lineamenti del volto e segnare il numero di targa della sua auto. Per lui i minuti sembrano davvero contati, i militari dell’Arma dovrebbero identificarlo nelle prossime ore. Non sarà certo un’impresa impossibile per gli uomini del tenente Demartis, abituati a tenere sotto stretto controllo il territorio per garantire sicurezza.
e.c.,


Brandoni, l’agenda riparte dai conti

Priorità agli interventi su strade e marciapiedi. Brandoni: “Sull’asfalto si aprono voragini, troppi rischi”

Falconara Il bilancio di previsione 2010 è il tema “forte” nell’agenda dell’esecutivo guidato da Brandoni che martedì sera ne ha avviato la discussione in una lunga seduta di giunta. “Stiamo valutando diversi aspetti – ha spiegato il sindaco – ed in particolare ci siamo soffermati sulla questione dell’edificio di via Roma e sul Visintini che da poco, con la liquidazione della fondazione, è tornato interamente nel patrimonio comunale”. Per via Roma, la palazzina ristrutturata all’epoca della giunta Carletti, ed oggi parzialmente utilizzata per il centro per disabili “Si” (il lato su piazza Catalani adesso accoglie gli uffici dell’anagrafe, ma i piani superi sono al momento attuale inutilizzati) l’amministrazione comunale aveva proposto un bando per l’affidamento in gestione dell’intero immobile che avrebbe dovuto essere trasformato in una struttura residenziale destinata sempre per disabili, ma anche per anziani. Il bando, presentato alla fine dell’estate, riproposto identico un mese dopo e poi di nuovo con qualche sostanziale modifica ed aggiustamento (fra cui la riduzione degli oneri economici) è andato sempre deserto, nonostante qualche manifestazione di interesse, e adesso Brandoni ha chiesto all’assessore ai servizi sociali Baldassarri di relazionare sulla situazione, sui costi e su eventuali nuove proposte. “Ne riparleremo martedì prossimo – ha fatto presente il sindaco – e tutta la giunta dovrà dare la sua opinione e se possibile anche qualche idea, perché questo sarà uno degli argomenti chiave del bilancio 2010, valuteremo tutte le possibilità e per questo ho domandato a Baldassarri di predisporre la documentazione completa, comprensiva di costi”. Quanto al Visintini (che per qualche mese ospita gli anziani residenti nella casa di riposo Villa Serena di Senigallia in fase di ristrutturazione) la struttura che accoglie un centro diurno per malati di Alzheimer, inaugurata nel maggio 2005, è passa al Comune, ma l’assessore Baldassarri ha assicurato che “il servizio proseguirà come sempre, senza nessuna interruzione”. “Ci faremo carico del bene, cioè dell’edificio lungo la via Flaminia, del mutuo che è stato contratto per la ristrutturazione e del servizio – aveva chiarito l’assessore – ma stiamo cercando dei partner e adesso l’obiettivo è anche quello di far diventare il centro una struttura dell’ambito territoriale”. Esaminata con attenzione dalla giunta anche la situazione di strade e marciapiedi cittadini per i quali, ha assicurato il sindaco, “cercheremo di trovare una soluzione perché in certe zone non è possibile andare avanti così, ci sono buche enormi al centro della strada e i marciapiedi sono a volte impraticabili”. All’assessore ai Lavori Pubblici Astolfi quindi adesso spetta il compito di effettuare un “censimento”, evidenziare le priorità e poi quantificare i costi per gli interventi più urgenti nelle zone chiave della città”.
marina minelli

mercoledì 13 gennaio 2010

Dal Corriere Adriatico di oggi

Natale de na vo’

Volontari a teatro

Falconara Stasera alle 21 al cinema teatro Excelsior (ingresso libero) il laboratorio teatrale dell’oratorio della parrocchia del Rosario, in collaborazione con il gruppo del Volontariato Vincenziano presentano lo spettacolo “Natale de ‘na vo’”, un tuffo nel passato tra umorismo e riflessione. Composto da una ventina di volontarie (di cui 14 consacrate) e da alcune signore anziane non più attive, il Volontariato Vincenziano, che si avvale anche di alcuni collaboratori esterni, svolge da molti anni la sua benemerita opera con discrezione, a favore di chi si trova in condizioni di povertà materiale o morale. Attualmente le volontarie avrebbero bisogno di forze nuove per migliorare ed ampliare le proprie attività visto che sempre maggiori sono le richieste di aiuto ed assistenza. L’associazione, nata in Francia nel 1697 per iniziativa di San Vincenzo de’ Paoli, vivono intensamente la “solidarietà e la carità cristiana secondo il Vangelo, ispirandosi alle regole del fondatore”. Il gruppo si riunisce il primo ed il terzo mercoledì del mese (ore 16) presso la parrocchia della Beata Vergine del Rosario.
Pdl, altra fumata nera. Ma torna Aguzzi

Dal Messaggero

ANCONA – Ennesima fumata nera sul candidato Pdl. Il summit romano di ieri si è trasformato in un rapido scambio di battute in tarda serata, poiché i vertici del partito sono stati impegnati sulle questioni relative alla giustizia. Ceroni e Ciccioli incontreranno oggi una delegazione del partito, ma la decisione sul candidato potrebbe essere rinviata a domani, quando si terrà l’ufficio di presidenza. Un nome? Ceroni vorrebbe il magistrato Lupacchini, ma a Roma incontrerebbe delle resistenze. Mentre Ciccioli – con l’Udc dato ormai per perso e la corsa alla Regione fortemente in salita – potrebbe essere poco incline ad accettare e più propenso a lanciare un suo pupillo tornato alla ribalta nelle ultime ore: Stefano Aguzzi. L’avrebbe fatto saper a La Russa. Al sindaco di Fano è stata proposta la candidatura alla presidenza da Renato Galeazzi e dalla sua ‘Alleanza per le Marche’. Ma Aguzzi dichiara che accetterebbe solo se «appoggiato da tutte le forze dell’attuale opposizione, compresa l’Udc». Quadro non più ipotizzabile, ma se da Roma arrivasse una telefonata ad Aguzzi, tutto potrebbe ancora succedere. Ieri intanto, l’ex sindaco di Osimo, Dino Latini è stato nominato coordinatore regionale di Alleanza per l’Italia. «Porto con me l’esperienza ventennale delle liste civiche, che vogliono riconoscersi con il territorio e sentono da vicino i problemi del mondo del lavoro», afferma Latini. Il nuovo soggetto politico di Rutelli – che nella nostra regione si chiamerà Alleanza per le Marche – avrà tra le sue fila vecchie conoscenze del territorio. A cominciare da Renato Galeazzi, in lista ad Ancona, dove è stato sindaco dal ’93 al 2001. «Abbiamo preparato una proposta politico programmatica contraria al bipolarismo imperante – dichiara Galeazzi -. A sinistra c’è una grande ammucchiata che genera non pochi problemi di compatibilità tra comunisti e centristi. A destra c’è l’impasse del Pdl che non ha trovato ancora un candidato». L’alternativa? «Proporre il sindaco di Fano Aguzzi come candidato presidente, per una proposta che esuli dal bipolarismo», sostiene Galeazzi. Che come Latini afferma di «valutare senza pregiudiziali le proposte che verranno da entrambi gli schieramenti». Peccato che il centrosinistra abbia da tempo scelto il proprio candidato e che Aguzzi si candiderebbe solo se supportato dall’attuale opposizione (Pdl, Lega e Udc). Che Latini e soci virino a destra non è però scontato, anche perché – per stessa ammissione di Galeazzi – le linee guida discusse sono «le stesse dell’Udc». Il comitato promotore regionale si insedierà oggi, con una riunione ad Ancona convocata per le ore 18, e si avranno nuove indicazioni. Ma si conoscono già i componenti principali delle liste. Oltre a Galeazzi ci sono l’ex assessore regionale alla sanità Giuseppe Mascioni a Pesaro, il sindaco Giovanni Basso a Montegranaro, il leader del movimento per le autonomie Mario D’Emilio nel Piceno e probabilmente anche il sindaco di fermo Saturnino Di Ruscio. Aderisce all’Api anche il Pri di Giuseppe Gambioli. Il comitato promotore regionale è invece composto da Alberto Mazzacchera, Milena Sebastiani, Tano Massucci, Orlando Ruggeri, Silvano Ramadori, Raffaele Delle Fave, Susy Campanelli, Daniela Larice e Sara Pasquali.