venerdì 21 giugno 2013


L'interdizione degli elettori

 

 Non è più in gioco la sorte di Berlusconi né l'autonomia della magistratura. Qui è in gioco un Paese in enorme difficoltà, che ha una delicatissima situazione di governo

 

 
Ora ci vuole la decisione sovrana, qualcuno che tagli il nodo di Gordio. Qui non si tratta più di processi ma di democrazia a rischio. Prescindo dalle accuse di persecuzioni e dai moventi politici, non entro nemmeno sulla colpevolezza o no di Berlusconi. Ma interdire il leader politico più votato negli ultimi vent'anni, premier per tre volte, e per ragioni che non attengono l'alto tradimento, l'impazzimento, assassinii o crimini di guerra, e nemmeno la corruzione nell'esercizio di governo, significa menomare la democrazia e ferire milioni di italiani.
Qui non è più in gioco la sorte di Berlusconi né l'autonomia della magistratura. Qui è in gioco un Paese in enorme difficoltà, che ha una delicatissima situazione di governo. Occorre un atto sovrano che non entri nel merito della sentenza e nelle sue motivazioni, intra ed extraprocessuali, ma che tuteli la democrazia, l'Italia, la sovranità popolare sospendendo sine die ogni provvedimento che le comprometta. Ragion di Stato e Amor patrio: la salute della Repubblica è la suprema lex.
Magari non lasciatelo solo, il capo dello Stato, le istituzioni lo sostengano. Ma a lui spetta questo atto super partes, che non assolve e non condanna nessuno. Però salva l'Italia da una situazione che non ha precedenti nelle democrazie del mondo. Chiudiamo il capitolo in modo definitivo, per chiudere un'epoca e aprirne un'altra, con nuovi protagonisti e nuovi temi, senza più passare da alcove e processi. Presidente, dopo tanti nastri inaugurali, ora le tocca tagliare il nodo cruciale.

 M. Veneziani ( rubrica Cucù)

martedì 18 giugno 2013



«Papa Francesco chiede l’abrogazione della legge sul matrimonio gay»

giugno 17, 2013 Leone Grotti
 
Dopo che il pontefice ha incontrato ieri parlamentari francesi, tutti i giornali d’Oltralpe hanno titolato: «Papa Francesco chiede l’abrogazione della legge sul matrimonio per tutti»
Udienza generale di Papa Francesco 

«Papa Francesco chiede l’abrogazione della legge sul matrimonio per tutti». Questo titolo è apparso su quasi tutti i giornali francesi ieri sera, dopo che il Pontefice ha ricevuto a sorpresa in udienza privata un gruppo di 45 parlamentari francesi. Bergoglio non ha mai citato il matrimonio gay nel suo discorso, ma alcuni termini usati riguardo al lavoro del parlamentare sono stati giudicati Oltralpe difficili da ignorare.
ABROGARE LEGGI. Dopo aver sottolineato, infatti, la «qualità» dei rapporti tra Santa Sede e Francia, «una nazione sulla quale gli occhi del mondo si fissano spesso», il Papa ha dichiarato che il lavoro del parlamentare consiste non solo nel «votare e emendare» leggi che «elevino e rendano nobile la persona umana» ma anche «abrogare» quelle che vanno nella direzione opposta.
MATRIMONIO GAY. Difficile non leggere un riferimento alla legge Taubira, che approvata di recente in Francia ha legalizzato il matrimonio e l’adozione gay, nonostante una forte opposizione popolare e parlamentare rappresentata soprattutto dalle manifestazioni di piazza della Manif pour tous. Secondo il Papa, i parlamentari devono «dare alle leggi un supplemento, uno spirito, un’anima che non rifletta solo i modi e le idee del momento».
LEZIONE DI LAICITÀ. Infine, papa Francesco ha parlato della «laicità», tema molto spinoso in Francia, «che non deve significare ostilità alle realtà religiose o l’esclusione delle religioni dalla società e dai dibattiti che la animano». Il riferimento non è casuale, dal momento che il Parlamento francese sta studiando una nuova legge per rendere la laicità ancora più «aggressiva» (Stati Uniti dixit), permettendo ai datori di lavoro privati di impedire ai dipendenti di portare addosso simboli religiosi, facendo così rispettare una rigida interpretazione del concetto “neutralità religiosa”.

( Tempi )

Droga, stroncato traffico di peyote
i cactus in transito all'aeroporto

 

Le piante allucinogene arrivavano dal Sudamerica. Coinvolti uno spedizioniere di Falconara e un collezionista di Senigallia. Undici indagati

 

FALCONARA - Stroncato traffico di peyote all'aeroporto di Falconara. Coinvolti nel traffico uno spedizioniere di Falconara e un collezionista di Senigallia. Tredici indagati, tra cui alcuni senigalliesi, per il traffico internazionale di piante protette e di sostanze stupefacenti derivate. Il commercio illegale è stato scoperto nell'ambito di una inchiesta coordinata dalla Procura di Ancona che ha portato al sequestro, da parte del Corpo Forestale del Veneto di 1.700 piante di cactus protette e circa
600 piante di Peyote.

L'operazione, coordinata dal servizio Cites del comando regionale delle Marche, si è conclusa con la denuncia di 13 persone per vari reati, tra cui l'associazione per delinquere per droga. Il peyote è una sorta di pomodorino allucinogeno prodotto da alcuni cactus dei deserti del Sudamerica. Per produrre effetti stupefacenti deve essere mangiato ad un preciso stadio della maturazione. Si tratta di una droga particolarmente amati da hippy e seguaci di correnti newage.

(corriere adriatico) 

 

martedì 11 giugno 2013




   

     OGGI PIU' CHE MAI E' IMPORTANTE 
   FARE SQUADRA PER REALIZZARE  
   BUONI    PROGETTI E 
   SOPRATTUTTO  DARE SPERANZA

  " NON IMPORTA QUANTO FREDDO 
    SIA L'INVERNO DOPO C'E' SEMPRE LA
    PRIMAVERA

domenica 9 giugno 2013

Disonora il padre e la madre

Genitore 1 a genitore 2: non è una comunicazione in codice della Volante ma è il nuovo codice della famiglia, già adottato in mezza Europa



Genitore 1 a genitore 2, passo e chiudo la famiglia. Non è una comunicazione in codice della Volante ma è il nuovo codice della famiglia, già adottato in mezza Europa e prima o poi anche da noi, che siamo provinciali e ci adeguiamo sempre «all'estero», come dicono gli idioti. La famiglia finisce in coda, prendi il numeretto e ti metti in fila. Magari sarà previsto anche un genitore 3, 4, e così via. Non importa il sesso e l'effettivo rapporto col minore, basta avere i numeri. L'abolizione del Padre, ente superfluo, ha preceduto solo di qualche anno la soppressione di un altro ente inutile, la Madre, anzi la Mamma come la chiamavano i mammiferi preistorici.
Per le famiglie numerose procediamo alla separazione dei beni filiali, il genitore 1 si cura dei figli dalla fila uno in giù, il genitore 2 di quelli dalla fila tre in avanti. Io che sono figlio 4, sarei capitato con genitore 2, ma non so chi sarebbe stato dei due. Primo è il maschio, come si faceva nel tempo maschilista o vale il detto «nelle case dei galantuomini prima la femmina e poi l'omini»? Forse in ordine d'arrivo, come i numeretti alla posta. L'abolizione di padre e madre, ridotti a genere neutro, nasce dalla delicatezza di non offendere le unioni gay, ma è la prova, anche semantica, che il danno di cui ci preoccupiamo noi fanatici (vero, galan-bondi?) non è la legittimazione delle unioni gay ma l'abolizione della civiltà fondata sul padre e sulla madre. 

A proposito di unioni: e se abolissimo l'unione europea piuttosto che cancellare il padre e la madre?


M.Veneziani

sabato 8 giugno 2013

Minacciare Berlino, poi uscire davvero. Per Bootle è “l’idea più ragionevole”

venerdì 7 giugno 2013



Crisi, i giovani di Confindustria: "Persa ogni speranza, l'unica prospettiva è la rivolta"


Da Santa Margherita Ligure l'appello al governo: "Non chiediamo miracoli ma statisti". E sulle misure da attuare: "Sul Fisco la priorità è il cuneo, non l'abolizione dell'Imu"



Il grido di allarme degli industriali cresce di giorno in giorno. Al nuovo governo chiedono un piano economico capace di invertire la rotta su cui i tecnici hanno portato il Paese. 
 La priorità deve essere la lotta alla recessione. "Hanno svuotato il domani di speranza e colmato il presente di angoscia", ha spiegato il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Jacopo Morelli spiegando che "senza prospettive per il futuro l’unica prospettiva diventa la rivolta". Da qui l'appello al governo di perseguire "sviluppo, libertà economica e coesione sociale".
Al convegno Scateniamoci. Liberiamo l’Italia dalle catene, organizzato a Santa Margherita Ligure dai giovani industriali, la rotta tracciata punta sulla responsabilità del governo Letta che "non è chiamato a ripetere quello che già si fa o a farlo un po' meglio" ma a "compiere quanto al momento nessuno fa". "Il nuovo governo deve dare un progetto concreto di futuro - ha spiegato Morelli - disegnare l’Italia che sarà tra dieci anni. La capacità di visione per un leader è essenziale". I giovani di Confindustria non chiedono un governo che faccia miracoli, ma un esecutivo che "agisca sulla competitività del Paese". Insomma miracoli no, statisti sì. "Nell’estate del 1513 Machiavelli inizia a scrivere Il Principe, in una Italia tormentata da incertezze e lotte. Oggi, dopo 500 anni, le similitudini non mancano", ha continuato il presidente dei giovani di Confindustria invitando le istituzioni a non fingere e a evitare di sprecare altre occasioni. Tra le priorità tracciate c'è in primis il mercato del lavoro. I giovani di Confindustria hanno infatti chiesto "uno strumento universale e flessibile". Le tesi dei giovani sottolineano che non serve "il sussidio a pioggia del reddito di cittadinanza" ma "una sorta di reddito minimo a tempo condizionato all’attiva ricerca di lavoro e alla formazione professionale". Per i giovani di Confindustria "anche quei 4 milioni di immigrati che stanno cambiando conformazione all’Italia" sono "come i giovani e le donne che nella disuguaglianza rimangono ai margini". Ed anche a loro "devono essere date risposte. Le norme sull’immigrazione non possono essere improntate sulla paura. Dell’Immigrazione l’impresa ha bisogno". Più in generale, "un Paese diseguale è un Paese inefficiente".
Più che l'abolizione dell’Imu sulla prima casa, la priorità dei giovani industriali è "il livello di tassazione su lavoro e imprese". "Se sull’Imu in governo è intervenuto in 10 giorni - ha spiegato Morelli - sul cuneo fiscale non si intravedono riforme all’orizzonte". Per la Confindustria, i 120 miliardi di euri bruciati dall'evasione fiscale sono una ferita, mentre i 60 miliardi di corruzione sulle spalle del nostro Paese sono un macigno. "Qualcuno accusa gli imprenditori e Confindustria di ripetere le stesse cose. Ribattiamo che non siamo ripetitivi per mancanza di argomenti, ma purtroppo perchè, da troppo tempo, continuiamo ad essere bloccati sui soliti problemi", ha concluso Morelli sottolineando che l’Italia "per troppi anni non si è mossa".