giovedì 14 gennaio 2010

SPAGNA E NUCLEARE

In Spagna il governo non chiuderà le centrali

Zapatero faceva il Don Chisciotte contro il nucleare ma ora cambia idea



Sarà che a Natale sono tutti più buoni, o forse perché alla vigilia delle vacanze l’attenzione dei media inizia a scemare, fatto sta che il presidente Jose Luis Rodriguez Zapatero ha scelto proprio il 23 dicembre per ribaltare la sua politica antinucleare. Il consiglio dei ministri spagnolo ha infatti approvato quasi in sordina un disegno di legge che permette di prorogare la vita delle centrali nucleari oltre i 40 anni, “in base a considerazioni di interesse generale e alle direttrici ed obiettivi della politica energetica del governo”. La misura determina un palese dietrofront rispetto alla politica del “nucleare, no grazie” portata avanti dal presidente socialista e ratificata solennemente nel suo programma di governo (punto n. 66). Se è pur vero che la nuova legge sul nucleare non contempla la creazione di siti di nuova generazione ma bensì il rinnovamento di quelli già presenti, la proposta approvata determina una posizione che va da tutt’altra parte rispetto alla tanto strombazzata chiusura delle centrali.

Fino a questo momento, e nonostante le forti richieste avanzate dalla lobby nuclearista, la politica di Zapatero era nettamente indirizzata verso l’investimento esclusivo nelle risorse rinnovabili (come dimostra la recente legge sull’Economia sostenibile, l’unica – e duramente criticata – misura approvata dal governo per affrontare la crisi economica). Il progetto approvato il mese scorso dal governo, invece, comporta un investimento di nientemeno che 700 milioni di euro in 5 anni per la costruzione, tra l’altro, di un “magazzino temporale centralizzato” dove concentrare le scorie ad alta radioattività.

“Oggi costa di più produrre un kilowatt con l’energia rinnovabile che con il petrolio”, aveva riconosciuto Zapatero dopo le durissime critiche ricevute a luglio in seguito all’annuncio della chiusura nel 2013 della centrale nucleare di Santa María de Garoña (Burgos), il primo degli 8 reattori attivi in Spagna che compierà i 40 anni. Dopo decenni di generale accettazione del nucleare da parte del mondo politico (in questo Paese le centrali esistono dai primi anni ’70), con la decisione di chiudere l'impianto di Burgos il premier ha riaperto una questione che per molti era già data per chiusa: Zapatero ha dovuto affrontare l’opposizione dei popolari ma anche quella all’interno dello stesso partito socialista. Di fronte alla sua intrasigenza sul “no-nuke”, persino l’ex Presidente del Gobierno e personaggio chiave della Transizione spagnola, Felipe González, ha richiamato più di una volta Zapatero invitandolo a riconsiderare la sua posizione sul nucleare. Per di più, i leader sindacali sono stati i primi ad esercitare forti pressioni verso il ripensamento del governo per tutelare quel che resta dell’occupazione nel settore energetico.

Zapatero ha quindi dovuto fare i conti con la realtà dei fatti. L’80 per cento dell’energia che consuma la Spagna è importata, rendendola un Paese fortemente dipendente dall’estero (la media europea è del 53,8 per cento). Nonostante sia al secondo posto in Europa per l'uso delle energie rinnovabili (con i suoi 31,3 TW/h di produzione lorda eolica e con i 2.942 GW/h di produzione fotovoltaica), questo tipo di produzione energetica continua ad essere troppo cara rispetto a quella nucleare (le 8 centrali, per una potenza installata di 7.450 MW(e), assicurano alla Spagna una produzione di ben 56,5 TW/h; molta di più, dunque, di quella garantita dalle rinnovabili). L’economia spagnola – ed in particolare l’industria – è stata talmente colpita dalla crisi economica che non può permettersi di accettare prezzi più alti per l’elettricità; ciò comporterebbe una perdita di competitività e, quindi, l’ennesimo colpo per l’occupazione in Spagna (che, intanto, ha già raggiunto il 19 per cento, il dato più alto nell’Ue).

Nel 2009, a causa della crisi finanziaria e della minore attività economica, il consumo di energia elettrica in Spagna è caduto del 4,3 per cento, mentre la produzione totale si è ridotta del 5,1 per cento e il saldo dell’esportazione è crollato del 24 per cento rispetto all’anno precedente. Per aumentare la produzione energetica solo ed esclusivamente con le energie rinnovabili nel medio e lungo termine, il governo Zapatero avrebbe avuto solo due possibilità: stanziare una cifra attualmente improponibile per le sovvenzioni alle società di produzione elettrica o mettere le mani nelle tasche dei cittadini e delle imprese. E’ comprensibile quindi che, di fronte alla durissima crisi economica, l'esecutivo non abbia avuto altra opzione se non preservare e sostenere l’industria nucleare esistente.

Il premier però non ha resistito alla tentazione di aumentare il prezzo dell’energia, un incremento che, chiaramente, toccherà pagare ai consumatori. Se il prezzo del TUR (Tariffa elettrica unica fissata dal governo e che riguarda 22,7 milioni di clienti) è aumentato del 2,64 per cento lo scorso 1° gennaio, c’è chi si domanda di quanto aumenterà il costo per coloro che invece hanno scelto il mercato liberalizzato. “Le bollette che pagano i consumatori per l’energia dovranno necessariamente aumentare affinché le imprese del settore possano investire per ridurre le emissioni di CO2”, ha affermato il presidente di Iberdrola, tra le maggiori società energetiche del mondo. Il governo spagnolo, infatti, durante il suo semestre di presidenza europea, sta valutando di proporre la creazione di un’imposta europea sulle emissioni di diossido di carbonio che penalizzi le imprese più contaminanti e una tassa che vada ad incidere sulle transazioni del mercato sul diritto di emissione (sul modello della Tobin Tax). Ma non è tutto perché, durante il suo mandato, Madrid pretende di imporre a tutti i Paesi membri che il 10 per cento delle entrate fiscali venga destinato all’efficienza energetica e delle risorse. Resta solo da sperare che Zapatero ripensi ancora una volta le sue posizioni sulla politica energetica.


15 commenti:

uno nuovo ha detto...

Il presidente del Consiglio paragona l'attività dei pm all'aggressione fisica subita da Tartaglia e in questo forum ci si occupa di quello che Zapatero fa in Spagna?.
Andiamo bene...
Se questo è amore?

M@D ha detto...

una finestra sul mondo nn fa mai male considerando che spesso proprio tu hai preso ad esempio il poro zapatero. La prox volta che ci vediamo approfondirem il discorso. Tanto amore anche a te

Anonimo ha detto...

Trovo interessante questo sguardo sull'Europa, ogni tanto e devo dire che questa notizia mi era sfuggita.
Da un pezzo penso che dobbiamo ripensare al nucleare, e alla svelta,ma non perchè ha cambiato idea Zapatero.

uno che ha votato a favore del nucleare al referendum di tanti anni fa e non ha cambiato idea

Uno usato ha risposto ha detto...

Aprire nuovi forum di discussione,penso che possa interessare molta gente.Argomenti come quelli sull'energia,possono aprire un dibattito,anche interessante.Notizie per esempio sui costi di produzione,tecnologie le piu' avanzate possibili,per l'abbattimento degli inquinanti,costi e benefici,per esempio delle rinnovabili, rispetto alle fonti tradizionali (petrolio-metano ecc.).Se poi qualcun altro in crisi di astinenza, preferisce parlar male di Berlusconi ( e sentirsi meglio ) su questo blog trovera' sempre spazio(la salute e' salute) Consiglio il gestore del blog di continuare a pubblicare ancora articoli di interesse generale ,capaci di aprire una pubblica discussione.

Macina ha detto...

Me sa che e' in crisi di astinenza da parecchio per criticare un bell'articolo che da informazioni anche dall'estero. Berlusconi ha rotto i coglioni, ogni tanto se si parlasse di altro sarebbe meglio. Ottima scelta. giusto un uovo?? Dai ti prego parlaci male un pochetto di Berlusconi

Anonimo ha detto...

uno che ha votato a favore del nucleare al referendum di tanti anni fa e non ha cambiato idea ribadisce quanto segue:-
1) conl nucleare saremmo meno dipendenti da Putin, e galassia ex sovietica che tutti gli anno rischiano di chiudere i rubinetti
2)col nucleare dipenderemmo meno da Algeria, Gheddafi,altri paesi produttori di petrolio e metano.
Vi pare poco?
Quale voce grossa farà mai l'Italia ? Quale politica estera autonoma puoi fare quando sei a ZERO in produzione di energia?
Sei ricattabile ( e ricattato da tutti)
Un saluto.

uno nuovo ha detto...

E' un peccato che, per ovvi motivi, non possa sorgere a Falconara una bella centrale nucleare.
Avrei voluto proprio vedere alcuni di voi gridare:
“La centrale?; vicino casa mia mi raccomando!!!” e altri ribattere:
“No!!!; da me c'è più spazio”.
Che scena commovente!.
Altro che via col vento e domani è un altro giorno...
Io direi via col nucleare e domani è un altro botto...

T.B. ha detto...

Oggi ho letto due articoli che offrono spunti molto interessanti. Il primo è pubblicato su Newclear, di seguito riporto un estratto. Siamo a fine novembre e riesplode il dibattito sulle centrali nucleari. I Verdi diffondono la presunta lista dei siti individuati dall’Enel, sganciando una bomba sulle prossime elezioni regionali. Non ci vuole la sfera di cristallo per prevedere che i posti prescelti vedranno in azione gli oppositori del nucleare prima ancora di ingegneri e tecnici. Colpa dell’effetto Nimby (Not In My Back Yard) delle comunità locali, ma anche dell’effetto Banana (Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anybody) delle forze politiche e sociali che si oppongono all’atomo sempre e ovunque. La scelta dei siti non spetta al governo. Prima di tutto, dovrà insediarsi l’Agenzia di sicurezza nucleare (i cui componenti non sono ancora stati nominati). Poi, l’agenzia dovrà definire i criteri per la localizzazione, che saranno criteri “ad excludendum”, cioè – come per tutti gli insediamenti industriali - spiegheranno quali condizioni (densità abitativa, esposizione al rischio sismico o idrogeologico, disponibilità idrica, ecc.) impediranno la realizzazione di un impianto. Quando i criteri saranno recepiti dal governo, il pallino passerà nelle mani delle imprese (o cordate) interessate.Il governo non sa – anche perché non ne ha le competenze tecniche – in che modo la costituenda Agenzia integrerà le norme internazionali, e quindi non è in grado di conoscere a priori le aree in cui le centrali potranno essere teoricamente installate;

Anche quando lo saprà, questa informazione non sarà sufficiente a dire dove (e quante) centrali saranno aperte (meglio: per quante centrali verrà avviato l’iter autorizzativo), poiché questa scelta spetta alle aziende che, giustamente, hanno tracciato un robusto perimetro difensivo attorno alle proprie strategie (anche nella misura in cui hanno cominciato a pensare ai siti, facendosi delle idee di massima).
In sostanza, non solo il governo, ma nessuno al momento può sapere – al di là di qualche vaga idea – dove verranno proposti gli impianti nucleari. Questo il ministro risponderà, perché solo questo può rispondere. Se poi vorrà dilungarsi su altri aspetti, evidenzierà almeno due punti. Primo: il nucleare non può, per legge, entrare in conflitto con le fonti verdi, in quanto (a) queste ultime non si prestano a coprire il carico di base, che è quello per cui una fonte rigida e capital-intensive come l’atomo è perfetta; e (b) comunque per le rinnovabili il nostro paese deve raggiungere gli obiettivi fissati dal pacchetto clima dell’Ue, i quali sono del tutto indipendenti dalle scelte strategiche, economiche e finanziarie compiute in relazione alla restante quota di consumo energetico. Quanto all’economicità del nucleare, forse Vito ribadirà la convinzione (ragionevole) del nucleare che esso possa aiutare a riequilibrare il nostro mix: ma, soprattutto, dovrebbe dire a Realacci che non è un problema suo (di Realacci) né suo (di Vito e del governo, se non in quanto azionista dell’Enel), ma semmai delle aziende interessate a investire su questa tecnologia. Se siete nuclearisti, compratene le azioni. Se non lo siete, vendetele. Dedicato a un uovo

Sgrakkio ha detto...

Caro un uovo, trovo abbastanza riduttivo dare contro il nucleare perche' nessuno lo vuole vicino casa propria. Chi vuole un inceneritore? chi vuole l'alta velocita'? Chi vuole la quadrilatero? Chi vuole una variante? Chi vuole il Mose? ecc ecc ecc. Se basterebbe questo allora si bloccherebbe un paese intero. Io non so se fai l'ecoterrorista stile Grillo (illuminato conoscitore dell'unica verita') oppure provochi. Sicuramente esprimi semplicemente dei luoghi comuni che screditano il tuo pensiero.
Intanto ti saluto aspettando altre tue chicche su questo blog, che sicuramente insieme al compagno Sunrising ci permetteranno di farci altre grasse risate.
Un saluto

uno nuovo ha detto...

Carissimi è proprio bello vedervi così attivi.
Un ben ritrovato a T.B che non ho ancora capito se mi aiuterà con le patate e che ha difficoltà a capire che il mio nick name è uno nuovo e non un uovo; problema peraltro condiviso da sgrekkio.
Con il nucleare in Italia non eravamo affatto messi male mi riferisco a conoscenze, competenze e tecnologie(i ragazzi di via Panisperna ve li ricordate? Fermi e lo scomparso mai dimenticato Ettore Majorana che scriveva le sue formule sui pacchetti delle sigarette; che geni).
Poi c'è stata la tragedia di Cernobyl nell'aprile dell'86 ed è stata fatta una scelta(referendum del novembre 1987); in Italia non abbiamo più voluto sentire parlare di nucleare.
E' così che il ritorno del nucleare in Italia a me sembra un vano tentativo di risalire su un treno che è passato e che è stato lasciato passare.
A me sembra che il mondo vada altrove e penso alla svolta verde dell'amministrazione Obama.
Per quanto mi risulta in America non si stanno costruendo nuove centrali.
Le esistenti vengono ovviamente mantenute ma si sta massicciamente puntando sulle energie rinnovabili.
Il tutto si traduce in ottica italiana nel rischio di non salire su l'n-esimo treno che sta passando.
Gli altri guardano al futuro e noi facciamo i conti con il passato.
La mia quindi caro sgrakkio non è voglia di immobilismo e tanto meno eco terrorismo alla Grillo tutt'altro.
Dico solo saliamo su questo treno pulito che porta dritto al futuro.

A.A. ha detto...

Per l'uovo: In Italia,come al solito,guai a fare progetti per produrre energia in casa.L'eolico non va bene dappertutto e,deturpa il paesaggio.Le biomasse non decollano.Il fotovoltaico non e' in grado di darci l'autosufficienza energetica.Il nucleare non va bene,specialmente vicino casa.in compenso lo abbiamo ai confini(Francia-Austria-Slovenia).Per non parlare poi di strade,TAV ecc.Siamo diventati un popolo di ambientalisti,ricco di comitati esperti nel dire no a tutto cio' che si potrebbe installare presso le nostre citta'.Ma allora io mi chiedo,gli altri paesi industrialmente avanzati hanno sbagliato tutto? Mi risulta che hanno sviluppato il nucleare ,affiancandolo alle rinnovabili.Sono autosufficienti e,il surplus energetico lo vendono all'Italia ecologista.Naturalmente facendolo pagare a caro prezzo.Pero' siamo felici lo stesso,anche se ogni tanto critichiamo le bollette da pagare,perche' troppo salate.Non importa,caso mai ce la prendiamo con Berlusconi.Me la prendero' anch'io con lui,ma solamente se non avra' il coraggio di portare avanti il programma di governo,sul quale ha avuto il consenso elettorale.Infischiandosene dei falsi ambientalisti,ecologisti per tornaconto personale e comitati di esperti improvvisati.Se ne avra'il coraggio,potrei anche votarlo alle prossime elezioni.Altrimenti seguiro' l'esempio dell'amico uovo.

Protone ha detto...

x l'amico uovo, vorrei ricordarti che nel programma di Obama per combattere il cambiamento climatico c’è largo spazio anche per il rilancio del nucleare tant’è che a oggi sono già state presentate richieste per 27 nuove centrali. Quindi informati meglio prima di pontificare. Comunque concordo con te sul fatto che serve un massiccio intervento sulle rinnovabili, ma da abbinare con il rilancio nucleare a scopi solo ed esclusivamente civile.
Ancora un appunto: Il Belgio, la Germania, la Svezia anche loro con il retaggio di un passato referendum si stanno preparando (o si sono già attivate) per una ripresa del nucleare senza il ricorso allo strumento referendario.

neutrone ha detto...

Caro uovo : e' gia' tanto difficile trovare un treno che sia pulito. Figuriamoci cosa potra' essere il futuro,se non avremo il coraggio di fare scelte coraggiose,tali da coprire il gap energetico,che ci separa dagli altri paesi industrialmente avanzati.

uno nuovo ha detto...

x protone
Con un nome così non posso che fidarmi delle tue informazioni.
Probabilmente su Obama ero rimasto un pò indietro e adesso grazie a te andrò a verificare.
Sottolineo la costruttività della discussione.

Anonimo ha detto...

Gli spunti sono tanti e la discussione è interessantissima.
abbiamo lasciato passare un treno? Sì per miope ottusità.
dovremmo riprenderlo? credo di sì!
Le fonti rinnovabili? Ok ma non sono sufficienti da nessuna parte e tutti lo sanno
Basta che il governo (tutti i governi)decida se no finiamo in un buco nero.

BUCO NERO