sabato 13 marzo 2010

Dal corriere Adriatico

“Agguato da paura, ce ne andiamo”

Adriano Cerioni racconta l’aggressione: “Pensiamo di chiudere”. La moglie ricoverata con una spalla rotta


Falconara La moglie Maria Claudia, 68 anni, è ancora in ospedale con una spalla fracassata e dovranno operarla lunedì. “Ne avrà per mesi e alla fine, nonostante il tutore, non riuscirà a sollevare bene il braccio”, aggiorna il quadro clinico Adriano Cerioni, 72 anni, mentre in mente gli ripassa il film dei due rapinatori che l’altra sera li hanno attesi all’uscita della loro pasticceria di via Manara, una perpendicolare di via Bixio, per rapinarli dell’incasso di tre giorni, circa quattromila euro. “Poi c’è la paura che rimane addosso, mia moglie vuole cedere l’attività che la sua famiglia ha avviato nel ’45”. Parla a fatica per le costole incrinate e per la rabbia, ma ieri mattina Adriano è passato in negozio, dopo una serata al pronto soccorso, anche per rasserenare i tre dipendenti e i tanti clienti che s’affacciavano per capire com’era andata.

Passamontagna e cappucci

“E’ andata che ci aspettavano all’orario di chiusura, poco dopo loe 21 e 15 - racconta il titolare della storica pasticceria del centro -. Sono spuntati da un angolo buio, dalla parte del Punto Bio, e hanno preso alle spalle mia moglie mentre stava aprendo il portoncino di casa, abitiamo dall’altra parte della strada”. Erano due giovani, alti sul metro e 70, parlavano italiano. Non li hanno visti in faccia. “Avevano il passamontagna e il cappuccio del giaccone alzato, uno con un bordo di pelliccia”. ricorda Adriano, dimesso con una prognosi di dieci giorni per il trauma al torace riportato nel corpo a corpo con uno dei banditi. “L’avevo bloccato, ma quello si è divincolato e con una gomitata al petto mi ha fatto cadere, mi sono anche rotto gli occhiali e ferito al volto”. Il peggio è capitato a sua moglie Maria Claudia Tittarelli.

Un rapinatore per strapparle la con i soldi borsa che teneva a tracolla l’ha strattonata e scaraventata a terra ed è ora ricoverata in clinica ortopedica all’ospedale di Torrette per fratture scomposte al braccio sinistro e alla spalla. “Mai mi sarei aspettata un’aggressione così violenta, sotto casa nostra - diceva ieri la signora Cerioni dal suo letto d’ospedale -, magari un furto sì, ma essere scippati in centro a Falconara vuol dire che siamo alla frutta”. Adriano e Maria sono stati anche sbeffeggiati dai due rapinatori. “Questa volta ve l’abbiamo fatta...”, ridevano scappando al buio verso via Mameli, la strada che porta poi sulla Flaminia, dove forse avevano un’auto pronta per la fuga. I carabinieri della tenenza hanno sentito diversi testimoni per capire se qualcuno ha visto l’auto scappare. Si parla di una Peugeot bianca.

Sabato il primo tentativo

Quella frase beffarda detta dai due banditi sembra confermare che ci avevano già provato. “Sabato scorso - ricorda Adriano Cerioni -, stavamo chiudendo quando ci ha telefonato un cliente appena uscito dal negozio. Ci metteva in guardia perché aveva visto in strada due ragazzi che si alzavano il cappuccio, temeva che stessero preparando un agguato. Ci siamo affacciati con cautela, forse hanno rinunciato perché ci eravamo accorti di loro.”. Mercoledì sera invece la rapina è andata a segno, con una sequenza rapida, un minuto senza fine. I Cerioni non lo dimenticheranno mai e adesso pensano di mollare. Adriano l’ha detto anche al sindaco Brandoni, che ieri mattina è andato in pasticceria per rincuorarlo. “Episodi così brutti fanno venire la voglia di chiudere - confida Cerioni - Mia moglie ha detto che è meglio gettare la chiave e per dirlo è davvero disperata, visto che il negozio l’ha aperto suo padre 65 anni fa, subito dopo la guerra, e noi ci siamo concosciuti lì dentro. Ma adesso se qualcuno vuole rilevare l’attività noi potremmo farci da parte”. Non si sentono sicuri neanche in una zona centrale e molto frequentata. “Qui dopo le sette di sera non gira più nessuno - è l’amara constatazione del commerciante -. Già avevamo subito un furto, a settembre , un sabato sera. Un ladro era entrato mentre io ero nel laboratorio e mia moglie era uscita a vuotare il secchio della spazzatura. L’avevo visto scappare con i soldi della cassa, quattromila euro”. Fa paura la sfontatezza
dei rapinatori, favoriti anche dal buio. “Il Comune potrebbe mettere qualche lampione in più”.
L.C.

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