lunedì 19 ottobre 2009

Settimana calda all’Api
Ieri impianti al minimo, oggi terzo giorno di sciopero e presidio


Dal Corriere di oggi

Falconara Impianti al minimo tecnico ieri alla raffineria Api per il secondo giorni di sciopero a sostegno della vertenza che vede i lavoratori contro l’azienda ed il suo nuovo piano industriale. Secondo quanto reso noto all’inizio di ottobre, la società ha calcolato che nel sito di Falconara ci sarebbero 140 “esuberi” in tutti i settori, da quello impiantistico agli uffici amministrativi ed all’area progettazione. La reazione delle Rsu e dei sindacati di categoria è stata immediata e, oltre a manifestazioni e blocchi spontanei, è stato organizzato un primo sciopero lunedì 12 ottobre a cui è seguito quello di ieri che prosegue anche oggi con una mobilitazione (il presidio di fronte all’azienda inizierà alle 7 per finire intorno alle 12) ed il fermo per 24 ore anche di autobotti e navi. Impianti ad attività ridottaIeri gli impianti del petrolchimico, ad attività ridotta, sono stati comunque presidiati da un numero minimo di operatori, che ad ogni modo, fa notare Massimo Duranti, della Rsu aziendale, “sono sempre il doppio di quelli previsti dall’azienda con il nuovo piano industriale recentemente presentatoci”. Iniziative di protesta e di sensibilizzazione sulla situazione del polo falconarese sono stare organizzate anche nel corso della settimana che comincia oggi, fra queste l’audizione della Rsu (mercoledì 21 ottobre) alla III commissione del consiglio regionale. Il 22 ottobre è in programma il secondo tavolo tecnico con i vertici dell’azienda durante il quale saranno analizzati i diversi aspetti del piano, ma per il momento non sembrano esserci margini di trattativa. Insomma, per vari motivi sarà una settimana calda quella che si apre oggi.Sfuma la prima mediazione E’ finita con un nulla di fatto anche la richiesta della Rsu di prorogare fino al termine della mediazione i contratti a termine in scadenza il prossimo 13 novembre. “L’azienda – spiega Duranti – ci ha proposto di prorogarli per un mese, cioè fino a poco prima di Natale, periodo in cui per un accordo nazionale, questo tipo di vertenze si fermano per forza, non è neanche possibile organizzare scioperi. In sostanza ci hanno detto che per loro la trattativa deve concludersi entro dicembre, perché contano di avviare la riorganizzazione all’inizio dell’anno”. La Rsu, che aveva proposto sei mesi di proroga per i contratti in scadenza, era a questo punto disposta a scendere a tre, ma l’ipotesi è stata respinta dai vertici di Api. “Fra l’altro – precisa Duranti - mentre noi avevamo offerto di cancellare gli scioperi del 18 e del 19, l’azienda ha rilanciato chiedendo di astenerci da qualsiasi tipo di agitazione per tutta la durata della negoziazione”.

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