mercoledì 28 ottobre 2009

Proteste dei condomini e annunci erotici. Indagini della Mobile. Casa hard pure in centro ad Ancona

La cantina era l’alcova dei trans

Viado si prostituivano nel magazzino a luci rosse. Condannato il proprietario

Falconara La cantina del sesso a pagamento era ammobiliata, aveva bagno e angolo cottura. E una tendina rosso passione come separé hard, per dare privacy al letto delle sexy prestazioni. La tavernetta dei trans nella palazzina al civico 77 di via Matteotti è stata violata dagli agenti della Squadra mobile avvertiti dalle proteste dei condomini e messi sulla strada giusta da un sito internet. Le indagini della polizia hanno portato alla chiusura dell’alcova proibita, e alla condanna per favoreggiamento della prostituzione di un anconetano di 52 anni, proprietario del magazzino della trasgressione e socio di un’agenzia immobiliare.

Risale all’estate del 2007 il blitz della Mobile nel deposito bollente, le segnalazioni dei residenti sull’andirivieni sospetto a tutte le ore del giorno e della notte erano troppo insistite per essere liquidate come lagnanze di poco conto.

La polizia va e solleva per la prima volta il sipario sull’alcova, che si svela nelle tracce inequivocabili di incontri piccanti. In giro salviette per pulirsi e preservativi. E c’è un viado che nel mini-locale vendeva performance osé. Gli investigatori tornano nel piccolo mercato dell’eros altre due volte, nel gennaio 2008 e nell’aprile successivo. In quest’ultimo caso l’incursione origina da un’offensiva contro gli affari sporchi del mercimonio del sesso. Il lampo partito da un clic sugli annunci pubblicati sul sito internet “Rossi incontri” dove trovano un gancio con chi si prostituisce nel magazzino di via Matteotti. Stabilito contatto, prezzi e dettagli del rendez-vous erotico, il poliziotto si finge cliente e si porta al civico 77. Arrivato nelle vicinanze viene accolto nel seminterrato impudico. L’agente della Mobile trova una brasiliana e un viado, che dagli accertamenti successivi risulta essere il coniuge del locatario dello scantinato e che ammette di esercitare la prostituzione anche in un appartamento di via Santo Stefano, nel centro storico di Ancona.

Le due stanze licenziose di Falconara erano state affittate a 150 euro, per uso commerciale. Di fatto era un mini-appartamento, adattato a casa squillo. L’imputato, l’anconetano Paolo Mengoni, difeso dall’avvocato Ennio Tomassoni, ha respinto ogni accusa sostenendo di aver affittato il locale con destinazione non abitativa, a persone varie - e insospettabili - nel corso del tempo: uno studente, un ambulante, un parrucchiere. “Non sapevo - ha tentato di giustificarsi - che l’ultimo inquilino, un sudamericano, utilizzasse la cantina per prostituirsi”.

Mengoni era convinto che la coppia fosse appoggiata lì con una sistemazione provvisoria, in attesa di cambiare casa. Il giudice monocratico Lorenzo Falco non gli ha creduto e gli ha inflitto un anno e quattro mesi di reclusione, 200 euro di multa e due anni di interdizione dai pubblici uffici. Disposta anche la confisca dell’immobile

EMANUELE COPPARI,

1 commento:

Anonimo ha detto...

ottima cosa la confisca!!