lunedì 24 ottobre 2011


Il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca (Pd), cede l’acqua a privati. Ma i sì al referendum?




Ohibò. Ma il Pd e Sel, assieme ad Idv, non avevano fatto campagna elettorale per il sì ai referendum sull’acqua pubblica? Il centro-sinistra nella sua totalità non si era preso i meriti spacciando la vittoria dei Sì per una sua vittoria politica? Era anomalo, perché in effetti quando al governo c’erano loro, avevano provato a “privatizzare l’acqua” (anche se è scorretto e strumentale parlare di privatizzazione, come sappiamo) esattamente come l’attuale governo in carica. Pressoché sovrapponibile nei contenuti al decreto Ronchi bocciato dai referendum, il decreto Lanzillotta è già stato trattato su Qelsi. Inutile riprendere l’argomento, perché adesso i maestri delle piroette politiche sono tornati alla carica.
Non solo Pd, Idv e Sel sbugiardano la loro stessa posizione in merito ai quesiti referendari, ma si fanno grandi beffe della vittoria dei Sì. Infatti è proprio di centro-sinistra la prima amministrazione comunale a cedere il servizio idrico integrato ad una società non municipalizzata dopo i referendum. Precisamente si tratta del Comune di Salerno, dove, ironia della sorte, a recarsi alle urne è stato il 66% dei residenti, percentuale di gran lunga superiore alla media italiana.
Gli stessi salernitani che si sono espressi in massa per il Sì all’acqua pubblica, convinti probabilmente anche da autorevoli esponenti dell’amministrazione comunale di centro-sinistra, ora devono subire la beffa di vedere quote della Salerno sistemi spa cedute dal Comune alla Salerno Energia Spa, società appartenente ad una holding con partecipazione privata del 40%.
Una cessione che è stata all’ordine del giorno del consiglio comunale tenutosi lo scorso 17 ottobre dopo che la Commissione Bilancio l’aveva approvata all’unanimità.
L’attuale sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca (Pd), è lo stesso che nel febbraio 1998, all’inizio del suo secondo mandato, ha trasformato l’allora municipalizzata in una società per azioni. Oggi, forte del suo quarto mandato (due consecutivi tra il 1993 e il 2001 e questi ultimi due dal 2006) e della percentuale quasi bulgara del 74% che l’ha reso il sindaco più votato d’Italia, evidentemente ha deciso di fare ciò che più gli aggrada, a prescindere dalla volontà dei suoi cittadini, cedendo una s.p.a. ad un’altra s.p.a.
Nell’ottica dei comitati per l’acqua pubblica, le s.p.a sono di fatto società a gestione privata anche se il proprietario è il Comune: ed è proprio il caso della Salerno Energia..
I Comitati per l’acqua pubblica e promotori vari dei referendum se ne sono accorti e non hanno fatto mancare le loro proteste, facendo notare un’altra anomalia: pure il consigliere comunale di Sel, Emiliano Torre, ha votato a favore della cessione. Contrari, ironia della sorte per i Comitati, solo i consiglieri del PdL. Peccato che il partito di Vendola abbia sostenuto i referendum sin dalla raccolta firme: strano che siano proprio i promotori del Sì a sovvertirne l’esito per primi.
No, non è strano. E’ la sinistra italiana.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il sindaco di Salerno infatti,rappresenta un'anomalia tra tutti i sindaci PD.Per essere un sindaco tra i piu' votati d'Italia ed avere il coraggio di andare contro quelle che sono le direttive del partito,le cose sono due.O De Luca e' un fenomeno o,il PD come al solito non ne indovina una. E siccome sono convinto che De Luca non sia un fenomeno........

Anonimo ha detto...

nooo non ci credo!

Anonimo ha detto...

A quaLCUNO SECONDO ME è SERVITO IL REFERENDUM.
ai politici locali in cerca di sistemazione e ai promotori del referendum!!

Mario