giovedì 27 ottobre 2011

Dal Corriere Adriatico

Bagarre vitalizio. L’ok di Spacca

La scelta è facoltativa. Bugaro, Zinni e Latini in pole insieme al Governatore


Ancona Sembrava un emendamento indolore. Su cui pochi si erano soffermati sul momento. Ma il vitalizio facoltativo si è trasformato, nel giro di poche ore, in un vero caso. Balzato in un batter d’occhio all’attenzione delle cronache nazionali. E che incontra pure l’adesione niente meno che del governatore Gian Mario Spacca, pronto anche lui, come già hanno fatto alcuni consiglieri, a rinunciare all’inviso privilegio della casta.

Il primo a trarne beneficio, almeno mediatico, per il momento, è l’autore di quello che è stato un autentico, senza dubbio politicamente intelligente, blitz: il consigliere del Pdl Giacomo Bugaro. E’ lui l’estensore di quel provvedimento che prevede che il vitalizio è da oggi in poi almeno nelle Marche, facoltativo. Lui che, pur avendo seguito sempre con un certo distacco - qualche volta fastidio - il dibattito sui costi della politica innescato dall’inchiesta in otto puntate del Corriere Adriatico, ha presentato zitto zitto quatto quatto la leggina che, sono parole sue, “apre un varco enorme” e mette tutti i consiglieri, anche quelli in carica, di fronte ad un bivio: rinunciare o no al vitalizio? “Io rinuncio e sono il primo in Italia”, ha spiegato martedì sera il consigliere regionale anconetano. E da quel momento la bacheca Facebook di Bugaro è inondata di messaggi: “Bravo”, “Avanti così”, “Sei un mito”. Insomma, eccolo l’eroe anticasta che proprio non t’aspetti.

Nella giornata di ieri sono state formalizzate le rinunce anche del consigliere regionale dell’Api Dino Latini (“Pur restando convinto che occorre tagliare le indennità e non i vitalizi, ho appoggiato l’emendamento di Bugaro e da subito avanzo la domanda di rinuncia”) e quella del consigliere del Pdl Giovanni Zinni (“Sono contrario all’abolizione delle indennità e dei rimborsi: per far politica ci vogliono soldi, e non ho intenzione di andare a rubare. Ma al vitalizio rinuncio entro 15 giorni”), sodale politico di Bugaro.

In arrivo - e questo sì è un inedito nazionale - c’è pure la rinuncia di Spacca che ha già dato mandato agli uffici di verificare l’applicabilità giuridica della disposizione e di controllare la sua posizione. Sarebbe il primo presidente di Regione in Italia, dal 1970 ad oggi, a spogliarsi del privilegio. Una notizia!

Ma non è oro tutto quel che luccica. Perché la rinuncia al vitalizio non è gratis. Ciascun consigliere si vede detratto mensilmente il 20% dalla paga base (circa 1500 euro) che va nel fondo di accantonamento per i vitalizi. Chi rinuncia recupera da subito quella somma con accredito in busta paga già dal prossimo mese. Inoltre ha diritto a riavere indietro tutto quanto versato negli anni passati. Circa 90 mila euro a legislatura, 27 mila euro per chi è stato eletto nel 2010 per la prima volta. “Si rinuncia ma si batte cassa subito - sintetizza Giancarlo D’Anna, ex Pdl oggi gruppo misto -. C’è il rischio di mettere in seria difficoltà le casse della regione”. Quanto versato verrebbe infatti restituito cash a gennaio 2012. Se tutti rinunciassero, la somma che la Regione si troverebbe a sborsare sarebbe molto, molto cospicua. Nell’ordine di milioni di euro. “A fronte di un esborso una tantum - ribatte Bugaro - la Regione avrà però un vantaggio grande nel medio-lungo periodo. Quello che versiamo è infatti meno di un quinto di quello che poi riavremmo indietro nel tempo col vitalizio!”. D’Anna non è d’accordo: “Allora facciamo così - la sua replica -: chi vuol rinunciare al vitalizio attenda fino a 60 anni per avere indietro il rimborso di quanto versato”. Allora Bugaro: “Che Paese strano: uno rinuncia ad un privilegio e c’è chi, volendolo mantenere - lo critica! Ma dove siamo arrivati!”.

Insomma, nella convulsa giornata di ieri Bugaro, il neo eroe anticasta, e D’Anna, l’alfiere che depositò - in assoluta solitudine - già l’anno scorso, la prima proposta di legge per abolire il vitalizio, se le sono date di santa ragione. A suon di comunicati e post su Facebook.

Un botta e risposta in cui si è inserito anche il presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi. “Non dovrebbero esserci particolari problemi nell’applicazione di questa disposizione - spiega -. L’unica perplessità è che stavamo lavorando già su una proposta di legge complessiva sull’argomento e questa norma poteva essere tranquillamente inserita lì. Ma - afferma - l’aula è sovrana. Comunque sarebbe stato meglio disciplinare l’intera materia con un unico provvedimento organico”.

Nel dibattito si inserisce pure il direttivo delle Liste Civiche Marche. “Nessun taglio. Tutt'altro: l'ennesimo aumento di spesa”, si legge in una nota. “I partiti hanno deciso che starà al buon cuore dei consiglieri rinunciare: siamo proprio curiosi di vedere in quanti diranno no a questo privilegio”. Sono altre le misure utili, e urgenti: “L’abolizione totale dei vitalizi, una riduzione dei compensi degli amministratori, una revisione drastica degli stipendi dei dirigenti”.

Lolita Falconi,

2 commenti:

Anonimo ha detto...

finalmente qualcuno che si muove cotro la schifezza dei vitalizi!!
intanto da qualche parte bisogna cominciare e devolvessero i contributi versati per l'alluvione, altro che aumentare la benzina. CHE SCHIFO

una disoccupata

Anonimo ha detto...

il pd ha detto subito che non se ne parla . COMPLIMENTI