mercoledì 18 novembre 2009

Sigilli al terreno del rom

Lotto sequestrato a Luca Spinelli. “Non si giustifica con il reddito”



Dal Corriere di oggi


Falconara Da anni dichiarava redditi non certo da benestante, messi insieme con qualche lavoretto sporadico, arrangiandosi qui e là. Il top nel 2005, con seimila euro, tra annate ancor più grame. Eppure Luca Spinelli, rom di 39 anni, aveva investito in un terreno edificabile dal valore di oltre 60 mila euro. Quel lotto su cui si poteva costruire da ieri è sotto chiave, “sigillato” dai carabinieri del Reparto operativo di Ancona, al comando del colonnello Luciano Ricciardi, che hanno eseguito un sequestro preventivo disposto dalla magistratura come misura di sicurezza patrimoniale. L’area edificabile, circa 800 metri quadri in via delle Caserme a Falconara, era intestata al giovane nomade, arrestato il 2 ottobre 2007 dai carabinieri per il possesso di un chilo e tre etti di cocaina e condannato nel febbraio successivo a otto anni di carcere. La misura applicata a Spinelli, prevista dalle norme antimafia ma poi estesa anche ad altri reati, prevede il sequestro di beni mobili e immobili riconducibili a imputati condannati per reati gravi non che riescano a giustificare il possesso di averi. In questo caso, gli accertamenti svolti dai carabinieri sui cespiti patrimoniali della famiglia Spinelli (su Luca e anche sulla moglie Giulia) avrebbe evidenziato una netta sperequazione tra il reddito percepito e il tenore di vita della famiglia. La richiesta di sequestro avanzata dalla procura è stata accolta dal gip Alberto Pallucchini, anche se limitatamente al terreno, mentre il pm chiedeva di mettere i sigilli anche ad alcune auto e a una palazzina dal valore di 200 mila euro, riconducibile però alla moglie, per la quale secondo il giudice non c’era prova di un’origine illecita. I carabinieri del Reparto operativo hanno monitorato la situazione patrimoniale e il tenore di vita della famiglia di Luca Spinelli, che già era sottoposto alla sorveglianza speciale quando i militari, nell’ottobre di due anni fa, scoprirono la droga nascosta in un bungalow del campo nomadi di via delle Caserme.

Lo screening ha consentito di appurare che i redditi degli ultimi anni gli avrebbero consentito sì e no di sbarcare il lunario. Quel terreno da 60 mila euro dunque spiccava come un lusso eccessivo. Così la procura, dopo un dettagliato rapporto del Reparto operativo, s’è mossa chiedendo l’applicazione del sequestro preventivo previsto per i beni di cui il condannato non riesca a giustificare il possesso in base al reddito dichiarato. La difesa del nomade, assistito dall’avvocato Pietro De Gaetani, ha annunciato ricorso sostenendo che il terreno non è di provenienza illecita.

2 commenti:

L.C. ha detto...

Questo e' il risultato ottenuto,grazie a coloro che hanno governato Falconara fino a pochi anni fa.Permettendo l'insediamento in loco di questi" galantuomini",i falconaresi hanno ottenuto senz'altro un" valore aggiunto" per la loro citta'.Grazie ancora a chi di dovere.

Anonimo ha detto...

ma quando fate il canile nel campo rom abusivo?