venerdì 31 ottobre 2008

A sfilare in piazza tanti studenti quanta ignoranza




Quanti fossero continuerà ad essere oggetto di polemica e discussione. E fin qui tutto nella norma. Chi spara una cifra e chi, quella cifra, è pronto a contraddirla. I manifestanti c’erano, armarti di bandiere, fischietti e tanta candida ignoranza sul decreto Gelmini per il quale sono scesi in piazza. Contraddizioni, falsa informazione, mistificazione. Tante, troppe, le imprecisioni (ma il termine è fin troppo gentile) sparate ieri dai manifestanti. Visto che abbiamo il vizio di registrare tutto su nastro ecco qua la fiera delle balle e della falsa informazione. Prova provata del virus di politicizzazione che ha infettato gran parte della folla riversata ieri a Roma.
La domanda posta a ognuno in fondo era semplice: perché sei qui a manifestare e quale punto del dl Gelmini non ti piace? “Perché chiuderanno tutti gli istituti con meno di cinquecento persone”, si sfoga un ragazzo del liceo. Ma davvero la scure del duo Tremonti-Gelmini si abbatterà senza scrupoli sulle scuole più piccole? Ovvio che no. Nessuna scuola sarà chiusa. Semmai verrà unificato il personale amministrativo con un unico preside e un unico segretario per due scuole vicine. Misura che, udite udite, era già stata prevista dal precedente governo.
Altra testimonianza: Luca, romano, primo anno a Sociologia, in piazza perché con il maestro unico la scuola italiana rischia di sprofondare nel baratro, “un ragazzo può avere antipatia di un maestro, non avere un buon rapporto con lui e poi va a finire che gli mette i brutti voti, deve essere specializzato in informatica e in altre cose, insomma non va bene”. Quanta confusione. Il maestro unico, in realtà non deve essere specializzato in nessuna materia in particolare, anzi, in qualità di insegnante prevalente verrà affiancato da altri maestri di inglese e di religione. C’è poi un fatto che molti ieri in piazza ignoravano. I tre maestri in vigore oggi hanno tutti la medesima formazione, che insegnino italiano o matematica. E ancora, sentite Sara, universitaria venuta da Livorno a protestare perché “la Finanziaria fa un mucchio di tagli ingiustificati e poi non avremo più una scuola pubblica e la libertà di andare a scuola, ci privatizzeranno tutte le università”. I tagli ci sono, è vero, ma mirano alla razionalizzazione delle risorse. La scuola e l’università pubbliche rimarranno e nessuno sarà privato di tale diritto fondamentale. Sara, si tranquillizzi, potrà continuare i suoi studi e non troverà mai un Tremonti ad impedirle l’ingresso in facoltà.
Non ci rassegniamo. Per dimostrare che non tutti sono così disinformati cerchiamo qualcuno più grande. Anche perché, per l’età, anche lui dovrebbe avere avuto uno di quei mostri che oggi chiamiamo maestro unico: “E’ un ritorno al passato. Oggi i ragazzi devono abituarsi a diversi riferimenti. Non ha le competenze necessarie per insegnare tutto, è giusta la diversificazione delle competenze. Mica siamo tuttologi!” e lancia un sorriso compiaciuto come se quello che ha detto avesse qualche senso.
Ci interrompe Livia, insegnante di matematica che ci dice che è terrificata dall’idea di insegnare italiano perché si deve riaprire la grammatica e spolverare l’abbecedario. E qui, anche il maestro, appare disinformato: nessuno le ha detto che il 30% dei risparmi della riforma, per legge, saranno reinvestiti nella formazione del personale della scuola per potenziare lo sviluppo della carriera professionale. E non solo. Il suo stipendio verrà aumentato. Ma forse non è abbastanza neanche questo.
Altro incubo sventolato ieri dai sindacati: il maestro di sostegno sparirà dalla scuola pubblica. E anche qui la notizia appare sbagliata. Ed è lo stesso Ministero a garantire che gli insegnanti di sostegno sono novantatremila e tali resteranno. Anche il pericolo del sovraffollamento delle classi non ci sarà: gli alunni saranno in media 18 per classe e potranno arrivare al massimo a 26, non uno di più. “Berlusconi vuole un popolo di ignoranti” - ci ha urlato un vecchio maestro in pensione - “ per questo smantella tutta la scuola”. Pareva, ieri, di sentire il bue dare del cornuto all’asino. Perché moltissima gente scesa in piazza ieri ignorava, nel vero senso della parola, i punti salienti del decreto.

Da l'Occidentale

3 commenti:

Anonimo ha detto...

io posso essere d'accordo con la gelmini però c'è da dire una cosa. 1 paghiamo i sbagli fatti da persone che hanno sprecato soldi con ricerche inutili e mi riferisco all'università. 2 i bambini di oggi non sono più quelli di una volta che sè gli dicevi di stare zitto ci stavano, adesso sè gli dici qualcosa il giorno dopo arrivano i genitori a contestarti qualcosa, poi sè gli dici di stare buoni fanno più casino di prima perchè sono e lo dico in senso metaforico "sono pazzi". Io per il maestro unico la vedo dura, comunque come sè dice nella vita non sè sà mai......

Paolo B. ha detto...

Concordo con anonimo.
I bambini sono molto più vivaci e molto più giustificati.
Io la vedo molto dura con il maestro unico. La Gelmini con un colpo di spugna ha cancellato 20 anni di lavoro, senza nemmeno prima accertarsi se ciò che c'era adesso funzionava o meno, senza dialogare. SI fa come dice lei. Chi la pensa diversamente è ignorante. Credo che si stia andando verso una direzione sbagliata e pericolosa.
Non è uguale fare il maestro unico e farlo vent'anni fa!
Paolo B.

Anonimo ha detto...

Ma perchè fare il professore adesso è come 20 anni fa?
I ragazzi sono uguali per caso?
Adesso sono mediamente più immaturi,più indisciplinati,più arroganti,più tutelati dai genitori,pochissimo preparati nelle conoscenze e competenze di base,pochissimo disponibili all'impegno e sacrificio.
20 anni fa erano pochissimi gli stranieri e gestibili.
Lo sanno bene i signori politici che per i loro figli non hanno dubbi: scuole private di prestigio dalle materne al liceo.
Al momento, in rete circolano una decina di nomi di politici e maitre à penser di sinistra,moderata ed estrema.
R.R.