sabato 27 dicembre 2008

L' uovo di giornata






Il sindaco di Pescara, mostro per 10 dieci giorni




Da l'Occidentale


''Il sistema e' tale da avere minato radicalmente la stessa democraticita' dell' amministrazione cittadina. E questo avviene quando l'azione fondata sullo scambio volonta' politica - denaro, esautora - di fatto - di competenza gli organi di controllo, i consessi in cui si vota e la stessa liberta' morale dei funzionari cui cui competono scelte tecnico-giuridiche necessitate da imposizioni derivanti dal patto corruttivo''.
Questo scriveva il gip Luca De Nisi il 16 dicembre scorso per mandare agli arresti domicialiari l'allora sindado di Pescara, Luciano D'Alfonso. Sono passati dieci giorni e oggi lo stesso De Nisi ha disposto la scarcerazione dell'ex sindaco, riconoscendo che di tutto il castello accusatorio che lo aveva schiacciato è rimasto in piedi, forse, il solo un finanziamento illecito al partito. Molto probabilmente D'Alfonso rititerà le sue frettolose dimissioni.
Cosa è successo nel frattempo? Assolutamente nulla. Non sono state acquisite prove a discarico, non sono apparsi testimoni chiave, non ci sono state nuove evidenze. Semplicemente le accuse si sono sfarinate davanti alla testimonianza dell'imputato. Tutte cose già note, visto che D'Alfonso, il 9 dicembre, era stato ascoltato dal pm Varrone con tanto di dimissioni al seguito.
Quella deposizione e quell'abdicazione non bastarono alla procura e gip che concesse gli arresti con tanto di teorema accusatorio allegato. Oggi in vece, lo stesso gip, con un salto mortale carpiato, riconosce la mancanza di fondamento per quella decisione.
D'Alfonso è un uomo di punta del Pd abruzzese, segretario regionale e sindaco di Pescara. Non ci interessa particolarmente difenderlo e tanto meno portarlo in trionfo come vittima innocente. Anzi, le sue dimissioni preventive hanno dato il senso di un'acquiescenza alle inziative dei magistrati che danneggia profodamente il rapporto tra cittadini e politica. Ed è anche possibile che D'Alfonso per le sue amicizie e per il suo peso politico abbia goduto di un'attenzione favorevole che ad altri imputati non sarebbe stata concessa.
Però su questa vicenda è giusto riflettere in termini generali. La fretta di arrestare, le motivazioni inzeppate di retorica sociologica, i teoremi schiaccianti, i castelli di prove, le interviste, i processi mediatici, sono tutte cose che abbiamo già visto. Ci si potrebbe aspettare dai politici un po' meno di prontezza nel mettere il capo sulla ghigliottina o il sistema non cambierà mai.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ecco la giustizia italiana 10(a casa) e poi amici come prima. w il paese delle banane

Anonimo ha detto...

Secondo me è un regolamento di conti interno alla sinistra e tutte le armi sono buone specie le procure

Anonimo ha detto...

curiosa la grafia:LUOVO

io suggerisco : LU OVO
ma anche : IL LUOVO

maestra inc....