Sordoni, il bis per un voto
Dal Corriere di oggi
Jesi Gloria Anna Sordoni, sindaco a tempo e per un voto. Con la certezza che la storia avrà un seguito. Nel mirino della consueta contestazione elettorale è finita Monte San Vito con i suoi due candidati a sindaco in assoluta parità di voti: Gloria Anna Sordoni, sindaco uscente ma non confermato dal Pd che ha corso con una lista civica di sinistra, e Sabrina Sartini, candidata a sindaco dal Pd, avevano ottenuto 1653 voti a testa. Ed è stato un vero percorso a ostacoli: alle 20 e 30 di lunedì la disputa si stava risolvendo con un ballottaggio fuori dalle regole dal momento che il paese in questione è sotto i 15 abitanti e quindi tagliato fuori dalla pratica del voto in appello. Ma a mezzanotte, cambio di scena con la Sordoni proclamata sindaco per un voto in più di una scheda contestata.
C’è Ancona nel mirino di Berlusconi
Ancona Il Comune di Ancona entra tra le priorità nazionali per il Pdl. I vertici del Partito della libertà si sono riuniti a Roma ieri sera, per definire la strategia delle situazioni politiche più importanti, tra cui è inserito anche il capoluogo marchigiano, avamposto per le regionali 2010. Un’attenzione che fa pensare ad un possibile arrivo in città di Silvio Berlusconi, in vista del ballottaggio Bugaro-Gramillano del 21 e 22 giugno. Per ora Giacomo Bugaro ha ricevuto la telefonata di Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, che gli ha fatto i complimenti per i risultati: primo ballottaggio dopo dodici anni e Pdl primo partito della città, tre punti oltre il Pd. Ci sono contatti con l’entourage di Berlusconi. E tra i democratici si guarda con attenzione alle mosse del Pdl, per capire se effettivamente il premier verrà a sostenere la candidatura Bugaro.
Il rebus apparentamenti
Ora è rebus apparentamenti, per entrambi gli schieramenti. Un’intesa formale con i candidati sindaco che hanno terminato la corsa al primo turno darebbe maggiori garanzie di risultato, ma porterebbe via consiglieri agli attuali schieramenti di Gramillano e Bugaro, nel riparto dei seggi. Nelle coalizioni di centrodestra e soprattutto di centrosinistra, c’è chi pensa piuttosto ad intese informali, ad appoggi esterni, così da poter contare su una maggioranza addirittura più ampia rispetto ai 24 consiglieri previsti dal premio. Ma i potenziali alleati staranno al gioco? C’è già chi, informalmente, fa sapere di no: o un’intesa con tutti i crismi o niente. Tanto più che chi viene chiamato all’apparentamento ci guadagna in termini di posizioni in Consiglio.
Sarà più facile superare il 50 per cento dei voti per Gramillano, che parte dal 40,91 per cento, o per Bugaro, dal 33,75? Non è solo questione di matematica. E’ necessario riportare gli elettori al voto e vince anche chi è più motivato. E poi c’è il referendum: peseranno i richiami all’astensionismo? C’è tempo fino alle 12 di domenica per comunicare eventuali decisioni di intese formali.
Il gruppo Bugaro
“Oggi (ieri; ndr) Ancona si è svegliata con la prospettiva di poter cambiare. La partita è apertissima. La sfida è a chi riporta la gente a votare. Si riparte da zero e la nostra è una sferzata di energia positiva”, commenta un entusiasta Giacomo Bugaro. Ieri sera al Jolly gli stati maggiori del Pdl, presenti tutti i candidati, per mettere a punto le strategie in vista del ballottaggio. Pare che qualche contatto ci sia già stato. Il Pdl può guardare all’Udc di Andrea Speciale, che ha messo insieme il 4,57 per cento di consensi, ma anche alla lista civica di Renato Galeazzi, con il suo 8,21 per cento. L’ex sindaco lascia libertà di voto ai suoi elettori e il Pdl potrebbe intercettarne una parte, avvicinando le persone con cui Galeazzi ha stretto contatti. In ballo c’è anche l’elettorato di Fausto Giorgi, concentrato soprattutto nella prima circoscrizione, che conta pur sempre l’1,16 per cento.
Il gruppo Gramillano
“I numeri parlano chiaro e quelli non mentono mai”, dice Gramillano, che si è preso fino a mercoledì per chiudere gli scrutini al Galilei. “In attesa dell'ultimo passo tra dieci giorni, deve essere chiaro a tutti che il futuro della città sarà deciso tra il rinnovamento per tutti del centrosinistra e gli interessi di pochi, rappresentati dal centrodestra. E io resto assolutamente certo che Ancona saprà scegliere al meglio”.
Tre vertici in ventiquattro ore per il centrosinistra. Il primo a caldo, nello studio del segretario Pd Giovanni Ranci lunedì pomeriggio. Il secondo in nottata: mentre tutti si muovono tra sala giunta grande e Consiglio, Gramillano e i segretari si riuniscono nella sala giunta piccola. Incontro in cui si è parlato proprio della possibilità di apparentamenti o di intese con quelle liste che hanno affinità programmatiche. E cioè, Eugenio Duca, con il suo 5,9 per cento, e Mauro Gallegati. Secondo alcuni del Pd Gramillano dovrebbe contattare e stringere intese anche con Giorgi e Speciale. Sullo sfondo, un interrogativo sul 4,87 per cento di Gallegati: sono voti recuperabili al ballottaggio o si è trattato di un voto di protesta che potrebbe esaurirsi al primo turno?
Rc e Pdci non vedono di buon occhio apparentamenti, specie con lo schieramento di Duca animato dagli ex, soprattutto di Rifondazione. Ieri sera nuovo vertice.
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