domenica 6 giugno 2010

Dal Corriere Adriatico

Maxi discarica di copertoni

Abbandonate in un deposito 700 tonnellate di pneumatici. Il rebus della bonifica


Falconara Da un deposito via Marconi, vicino alla rotatoria del centro commerciale, spunta l’ultima emergenza ambientale di Falconara. Settecento tonnellate di pneumatici accatastati alla meglio, circa 240 mila gomme per auto e camion. Per portarli via ci vorrebbero 150 autocarri e soprattutto bisognerebbe affrontare costi di smaltimento in discarica per 160 mila euro e non si sa bene chi dovrà affrontarli. A mettere insieme quella montagna di copertoni, scoperta nei giorni scorsi dal Nucleo di vigilanza Ambientale di Legambiente, sarebbe stato un imprenditore polacco, denunciato ora per lo stoccaggio non autorizzato di rifiuti. Aveva affittato nel febbraio 2009 il capannone di una ditta di stampi in plastica, che prima produceva boe marittime. Dopo la scomparsa del titolare, gli eredi avevano ceduto in locazione, con regolare contratto, il capannone di circa 900 mq al commerciante polacco. Lo straniero era autorizzato dalla Provincia a svolgere attività di raccolta di ferro e rame, ma poi - secondo le prime risultanza dell’inchiesta - avrebbe allargato il giro organizzando un canale abusivo di raccolta di pneumatici usati. Diversi gommisti e autofficine, di cui adesso gli investigatori stanno accertando l’identità, avrebbero affidato al polacco (anziché a ditte autorizzate per lo smaltimento di rifiuti speciali) il ritiro delle gomme usate, per il quale il cliente paga quattro euro a pezzo. Nel tempo il deposito di via Marconi è stato trasformato in una gigantesca discarica di pneumatici, affacciata su uno stradone trafficatissimo che collega Falconara a Castelferretto, vicino a un centro commerciale e a un distributore di benzina. E dopo i primi tre mesi l’imprenditore polacco, che lavorava insieme a un connazionale ingaggiato al nero, ha smesso di pagare il canone di locazione. I proprietari del capannone, dopo diversi solleciti, si sono dovuti rivolgere a un avvocato per ottenere lo sfratto, concesso nel novembre dell’anno scorso. Ma nel frattempo il polacco ha fatto perdere le sue tracce (avrebbe avviato un altro tipo di traffico in Vallesina) lasciando il capannone stracolmo di gomme fino al tetto, senza alcuna protezione o controllo. Ora i proprietari, oltre a non poter utilizzare il deposito, si trovano nell’impossibilità si smaltire le circa 700 tonnellate di pneumatici, che solo per la bonifica richiedono circa 160 mila euro. La grana passa al sindaco, come autorità igienico sanitaria. Le guardie ecologiche, unitamente all’informativa alla procura della Repubblica, hanno inviato in Comune una diffida affinché sia richiesta entro 30 giorni la Conferenza dei Servizi con Regione e Provincia al fine di stabilire la suddivisione delle spese. Potrebbe essere anche attivato il ministero dell’ Ambiente per ottenere fondi speciali. Le indagini, che hanno coinvolto anche il Corpo forestale, continuano per rintracciare i responsabili dell'inquinamento e per l'attività illecita di gestione di raccolta e smaltimento di rifiuti senza autorizzazione. Rischiano pesanti ammende e la confisca del furgone trovato nel capannone.

lorenzo sconocchini,

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