giovedì 29 luglio 2010

Rifiuti in fiamme in via della Ferrovia

Due incendi in un’ora C’è l’ombra del dolo

Ancona Due incendi a distanza di nemmeno un’ora nella stessa zona. Il primo quasi certamente di natura accidentale, sul secondo c’è invece il sospetto che possa essere doloso. E’ successo ieri tra mezzogiorno e le 13 in via della Ferrovia, la strada che da Vallemiano conduce a Pietralacroce, a neanche due chilometri dal comando dei vigili del fuoco. In fiamme, nel promo caso, le sterpaglie d’un terreno incolto. L’incendio è stato subito domato dagli idranti di una squadra di vigili del fuoco intervenuti in seguito alla segnalazione di un passante. Secondo i pompieri è stato probabilmente causato da un automobilista che avrebbe lanciato una cicca di una sigaretta ancora accesa. Diverso invece il secondo rogo, avvenuto a una cinquantina di metri di distanza dal primo e a ridosso del muro di cinta della Cibieffe Metalli, una ditta di smaltimento rifiuti che si trova al civico 14. La segnalazione al centralino dei vigili del fuoco è giunta attorno le 12.50. Un automobilista ha notato del fumo nero e denso alzarsi da un cumulo di rifiuti nei pressi della ditta di cui è titolare Debora Bruschi. Sul posto sono intervenuti ben tredici vigili del fuoco con sei automezzi, diretti dal funzionario di turno, il geometra Fabrizio Mancini. Dato che si trattava di rifiuti speciali, tra cui materiali ferrosi e pezzi di plastica, i pompieri hanno inondato di schiuma il cumulo di spazzatura in modo da raffreddarlo. Poi è stata utilizzata l’acqua degli idranti per spegnere definitivamente l’incendio. Durante le operazioni i pompieri avrebbero notato la presenza di più punti di innesco e per questo è spuntata l’ipotesi di un piromane. Tanto più che i due roghi sono avvenuti a poca distanza dal capannone dell’autodemolitore Bensi, incendiato da ignoti la notte del 21 dicembre del 2009. Sul posto anche una pattuglia dei carabinieri e una volante della questura. Gli agenti hanno avviato le indagini ma non ci sono testimoni. All’interno del capannone non c’era alcun dipendente della ditta e nessuno tra i pochi residenti che vivono in zona ha notato qualcosa di strano.
Mirco Donati

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