sabato 9 ottobre 2010

I clandestini ora sbarcano in Porsche


Ancona Nessun lusso per l’umanità disperata. Neppure quello illusorio del viaggio in Porsche per eludere i controlli ed entrare come ombre nel nostro Paese. Il trucchetto non ha beffato gli agenti della Polmare e il viaggio da Vip per finta del clandestino e del suo accompagnatore s’è fermato in porto. In carcere l’autista, in affidamento al Comune il minorenne che era con lui, nel garage dell’autofficina, in ganasce, la supercar. Il blitz dopo i controlliMercoledì scorso. Nell’area dello scalo la guardia della security è sempre molto alta. Nel primo pomeriggio ormeggia la Anek Line in arrivo dalla Grecia. Dalla pancia del traghetto comincia a sbucare il lungo serpentone di Tir e auto. Gli agenti della Polizia di frontiera, i funzionari della Dogana e i militari della Guardia di finanza sono pronti a risalire il fiume di veicoli a caccia di indizi buoni per scovare traffici di droga o di poveracci in cerca di riscatto. L’alt alla Porsche Uno ancora adolescente lo trovano dentro un’auto, ma è un’auto particolare. E’ una Porsche 911 undici grigia, fiammante. Non passa inosservata, ma proprio lo splendore del modello, preso a noleggio, nei piani di chi voleva sbarcare violando le regole doveva allontanare ogni sospetto di disperati in fuga dalla povertà. Il fiuto dei poliziotti E invece la Polmare aguzza la vista, fiuta l’inganno e intima l’alt. I poliziotti infilano lo sguardo dentro l’abitacolo chic e notano il ragazzino seduto sul posto del passeggero. Scattano gli accertamenti. Prima l’automobilista, 37 anni, iraniano di origine e regolarmente residente in Italia, domiciliato a Roma. Lui è a posto. Poi tocca al 16enne. Ha un documento taroccato, era stata sostituita la foto e rifatto il timbro a secco. Anche l’adolescente è nato in Iran, e cercava di aprirsi un varco verso un futuro da uomo libero di costruirsi una vita. Ma il suo tentativo di infiltrarsi tra le maglie dei controlli accomodandosi sull’elegante sedile di un bolide viene frustrato. Il sogno si schianta sul molo, i poliziotti lo affidano al sindaco e verrà ospitato in una comunità di accoglienza in attesa che possano trovare una famiglia che apra loro casa e affetti. Altro indirizzo, il carcere di Montacuto, per la destinazione dell’adulto che lo accompagnava e che è stato arrestato. Solo uno della lunga serie nell’area dello scalo, dove non passa giorno senza che il rispetto della legge non si faccia valere.I tredici clandestini Cambiano le divise, ma non l’efficacia del presidio in banchina. La cronaca delle ultime ore dà conto anche di un blitz delle Fiamme gialle, l’ennesimo contro i mercanti di uomini. Tredici clandestini nascosti nel doppiofondo di un tir sono stati scoperti in porto dai militari della Guardia di finanza, nel corso di un’operazione condotta insieme alla Dogana. Disperati sotto il legno L’autoarticolato era appena sbarcato dal traghetto greco 'Filippos', salpato da Patrasso e diretto in Polonia con un carico di torba. L’autista, un cittadino polacco, è finito in manette. I migranti erano stipati in un vano coperto da metallo e tavole di legno. Dopo le visite mediche sono stati affidati alla Polizia di frontiera. I clandestini sono di nazionalità irachena. Al termine delle formalità e della fotosegnalazione sono stati riaffidati al comandante della Filippos, per il respingimento in Grecia.

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