lunedì 22 agosto 2011


La lunga notte del Rais




L'Occidentale





"La corte penale internazionale si corregge: l'arrestato è Saif al Islam Gheddafi, e non il padre, il colonnello Muammar Gheddafi", Ansa, 22 agosto 2011


E' il momento di tenere i nervi saldi perché a distanza di mesi dall'inizio della sollevazione in Libia i ribelli della Nafusa Mountains sono entrati a Tripoli: si combatte intorno e dentro alla capitale, al Jazeera parla di un numero imprecisato di abitanti che sono scesi per le strade disarmati per chiedere la fine del regime, salutando l'ingresso dei ribelli in città facendo il segno di vittoria con le dita. Gli insorti hanno raggiunto la Piazza Verde, dove si registrano violenti scontri, mentre fonti del CNT (Consiglio Nazionale Transitorio) fanno sapere che la Guardia Presidenziale del Rais si è arresa, e che i suoi due figli, Mohammad e Seif al Islam, sono stati arrestati e riceveranno un processo regolare. Ma del Colonnello non c'è traccia. Lo ha detto il leader del Cnt, Mohamed Abdel Jalil, in conferenza stampa: "Non sappiamo se è ancora in Libia o se è uscito dal Paese". Secondo l'emittente Al Jazeera, invece, si sarebbe rifugiato in Tunisia.


Ad ogni modo Sarkozy, Obama, Berlusconi e la Nato lo invitano a farsi da parte per evitare un bagno di sangue. In particolare il Cavaliere ha detto che il governo italiano è al fianco del Consiglio Nazionale Transitorio e dei combattenti libici impegnati a Tripoli, che "stanno coronando la loro aspirazione a una nuova Libia democratica e unita".


Intanto, nelle ultime ore, ribelli e lealisti si sono scontrati in diversi quartieri e presso l'areoporto Mitiga, centinaia di prigionieri sarebbero stati liberati e altrettanti soldati del Rais fatti prigionieri. La Nato, che ha continuato a martellare il compound di Gheddafi, dichiara per bocca del suo portavoce, Lungescu: "Quello a cui stiamo assistendo stasera è il crollo del regime. Prima Gheddafi capirà che non ha possibilità di vincere meglio sarà per tutti". Dello stesso avviso l'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton, secondo cui "Stiamo assistendo agli ultimi momenti del regime di Gheddafi", per questo l'Ue invita il rais a "farsi da parte senza indugio ed evitare un ulteriore bagno di sangue".


Ieri il ministro della Difesa italiano La Russa aveva confermato che l'ex numero due del regime, Jalloud, era in Italia ed era pronto a parlare, cosa che l'ex braccio destro del Colonnello ha fatto in un' intervista esclusiva rilasciata alla Rai, annunciando che il regime "finirà, al più tardi, entro dieci giorni, forse anche meno". Stanotte La Russa è intervenuto nuovamente per dire che il Colonnello "è con le spalle al muro". Quel che è certo è che una presentatrice della tv di stato libica si era presentata davanti alle telecamere armata di pistola, dichiarando con una certa esaltazione che se i ribelli si fossero avvicinati alla tv di stato "Siamo pronti a difenderci fino al martirio". I ribelli paventano che il Colonnello nell'ultimo disperato tentativo di salvarsi possa fare ricorso ad armi non convenzionali; nei giorni scorsi fonti Usa affermavano che Gheddafi combatterà fino all'ultimo sangue e che potrebbe colpire i civili dalle basi militari che ancora controlla attorno alla città.


Il Rais ha diffuso diversi messaggi audio chiedendo al popolo libico di resistere ai "ratti", li ha definiti così, "bisogna mettere fine a questa mascherata", ha detto, "Voi libici dovete marciare a milioni per liberare le città distrutte". Gheddafi ha accusato il presidente francese Sarkozy (la Francia ha armato e supportato i ribelli delle Nafusa Mountains) di voler prendere il petrolio della Libia. La risposta di Sarkò non si è fatta attendere: "Eviti al suo popolo ulteriori sofferenze inutili e rinunci senza altri indugi a ciò che gli resta del suo potere".


I tecnici dell'Eni intanto stanno lavorando con gli insorti per riattivare gli impianti di petrolio e gas e il gruppo italiano, pare, avrà un ruolo chiave nel settore energetico della Libia. Lo ha detto il ministro italiano degli Esteri, Franco Frattini, in una intervista in tv al programma Unomattina. "Non svelo un segreto se dico che i tecnici dell'Eni sono già stati chiamati a Bengasi per la riattivazione degli impianti - ha spiegato il titolare della Farnesina -. Ci sono stati incontri tecnici nelle scorse settimane. Gli impianti per lo più erano fatti da italiani, dalla Saipem, quindi è chiaro che il gruppo Eni ha assolutamente un futuro da numero 1".


Ad oggi però non è chiaro chi controlla la Capitale. Secondo al Jazira, il Rais resta solo nel suo quartiere fortificato, il "compound". Ieri, fonti libiche hanno rilasciato alcune dichiarazioni su una sua presunta fuga: si sarebbe rifugiato insieme alla famiglia al confine con l'Algeria, sotto la protezione del suo clan, gli al Orban, ma non ci sono riscontri certi a questa notizia. Ora veniamo a sapere che aerei del Sudafrica sarebbero atterrati nella capitale per portare via il Colonnello. Resta solo un unico dubbio: se i cittadini e le truppe rimaste fedeli a Gheddafi decideranno di resistere, va tenuto in considerazione che il regime ha avuto tutto il tempo necessario per preparare la difesa della città. In altre parole, occorre verificare realisticamente se il Rais ha perso del tutto e irrimediabilmente ogni canale di rifornimento (a est verso Zawiya e a nord di Tripoli verso Gharian) come sostengono gli insorti, oppure se non stia giocando l'ultima carta: concedere ai ribelli di entrare nella capitale e concentrare le forze rimaste per la guerriglia casa per casa.


Alla mezzanotte, "cane pazzo" è tornato a farsi sentire dalla tv libica, esortando la gente di Tripoli a uscire di casa e "a ripulire la città dagli agenti del colonialismo". "Noi crediamo che Gheddafi abbia i giorni contati e che il popolo libico meriti un futuro giusto, democratico e pacifico," ha detto il portavoce della Casa Bianca Earnest. Dopo sei mesi di censura, da stanotte nell'area di Tripoli si può tornare a navigare su Internet.






1 commento:

Anonimo ha detto...

e se dopo gheddafi arrivassero i talebani?