Il Comune di Roma non vuole più ricordare le foibe
Riccardo Ghezzi-QELSI
La dichiarazione del vicesindaco di Roma Luigi Nieri avrebbe rischiato di passare in sordina, non fosse stata riportata dal Giornale d’Italia di Francesco Storace e condivisa sui social network. In un’intervista-spot rilasciata al Corriere, il vicesindaco ha dichiarato candidamente: “Roma è medaglia d’oro della Resistenza, ha subito il fascismo e il nazismo, la deportazione del Ghetto. È quella la nostra memoria. Altre città ricorderanno le foibe”
rispondendo ad una precisa domanda del giornalista che gli chiedeva
“Continuerete a riportare i ragazzi delle scuole alle foibe?”.
Il giornalista in questione si è ben guardato dall’incalzare Luigi
Nieri, chiedendogli ad esempio se fosse il caso di concepire il ricordo
delle foibe come qualcosa che strida con il fatto che Roma è città
medaglia d’oro alla Resistenza. Una concezione anomala, che si può
prestare a due interpretazioni: o chi ha fatto la Resistenza si deve
vergognare delle foibe, oppure i martiri delle foibe erano tutti
fascisti che non dovrebbero essere in alcun modo ricordati.
Nel primo caso saremmo di fronte a una tardiva quanto grave ammissione
storica, su cui sarebbe opportuno fare riflessioni; nel secondo saremmo
alle prese con un falso storico, che anche se non fosse tale sarebbe in
ogni caso una presa di posizione a dir poco sciocca.
Luigi Nieri non dovrà spiegare nulla di tutto questo, perché il
giornalista del Corriere ha preferito continuare nella marchetta e non
osare fargli domande scomode.
Tant’è che l’intervista è stata pubblicata con il titolo “Fori Imperiali
aperti anche di notte. Ingresso gratis per i meno abbienti”, com’è
giusto che sia: il lettore, in nome della trasparenza, deve essere
consapevole del fatto che si stia imbattendo in uno spot, in una
marchetta. Altrimenti a cosa servirebbero i finanziamenti all’editoria?
Nessun accenno, né nel titolo né nel sottotitolo, alla frase sulle
foibe, che nei piani del Corriere avrebbe quindi dovuto cadere nel
dimenticatoio.
Così non è stato. La dichiarazione, assurda, non è sfuggita né a Storace né ad alcuni esponenti romani di Fratelli d’Italia, che in una nota congiunta firmata dal capogruppo in Campidoglio Fabrizio Ghera e da Andrea De Priamo e Federico Mollicone hanno dichiarato:
La dichiarazione del vicesindaco Nieri con cui annuncia che Roma non farà i viaggi della memoria e non ricorderà le foibe è ignobile e deve essere smentita o seguita dal ritiro della delega da parte del sindaco Marino.I tre esponenti di Fdi hanno poi evidenziato
Roma non solo accolse i profughi istriani, giuliano e dalmati in fuga dall’orrore, ma esiste anche una legge dello Stato, n. 92 del 2004, che dispone l’obbligo per le scuole e le istituzioni di onorare e far conoscere la tragedia italiana degli infoibati per decenni nascosta e mistificata dalla storiografia sinistra e di sinistra. L’amministrazione capitolina con l’assessore Marsilio integrò i viaggi della memoria per i Licei, oltre che per il doveroso ricordo della Shoah, per far conoscere i luoghi fisici del massacro. In più, abbiamo consegnato di recente le chiavi della Casa del Ricordo alle associazioni degli esuli, messo una targa al centro che accolse gli esuli nel Rione Esquilino e patrocinato le mostre organizzate al Vittoriano dalla Presidenza del Consiglio. Chiediamo che Nieri si scusi pubblicamente o che il sindaco Marino gli tolga la delega di vicesindaco. Roma non può tollerare uun simile oltraggio. Ignoranza storica o fanatismo? Sarà il sindaco Marino a chiarire. Forse. Per adesso è in ferie e si sta facendo sostituire dal vice-sindaco campione in gaffes.
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