sabato 17 agosto 2013



Il Comune di Roma non vuole più ricordare le foibe

 

Riccardo Ghezzi-QELSI

 

 La dichiarazione del vicesindaco di Roma Luigi Nieri avrebbe rischiato di passare in sordina, non fosse stata riportata dal Giornale d’Italia di Francesco Storace e condivisa sui social network. In un’intervista-spot rilasciata al Corriere, il vicesindaco ha dichiarato candidamente: “Roma è medaglia d’oro della Resistenza, ha subito il fascismo e il nazismo, la deportazione del Ghetto. È quella la nostra memoria. Altre città ricorderanno le foibe” rispondendo ad una precisa domanda del giornalista che gli chiedeva “Continuerete a riportare i ragazzi delle scuole alle foibe?”.
Il giornalista in questione si è ben guardato dall’incalzare Luigi Nieri, chiedendogli ad esempio se fosse il caso di concepire il ricordo delle foibe come qualcosa che strida con il fatto che Roma è città medaglia d’oro alla Resistenza. Una concezione anomala, che si può prestare a due interpretazioni: o chi ha fatto la Resistenza si deve vergognare delle foibe, oppure i martiri delle foibe erano tutti fascisti che non dovrebbero essere in alcun modo ricordati.
Nel primo caso saremmo di fronte a una tardiva quanto grave ammissione storica, su cui sarebbe opportuno fare riflessioni; nel secondo saremmo alle prese con un falso storico, che anche se non fosse tale sarebbe in ogni caso una presa di posizione a dir poco sciocca.
Luigi Nieri non dovrà spiegare nulla di tutto questo, perché il giornalista del Corriere ha preferito continuare nella marchetta e non osare fargli domande scomode.

 Tant’è che l’intervista è stata pubblicata con il titolo “Fori Imperiali aperti anche di notte. Ingresso gratis per i meno abbienti”, com’è giusto che sia: il lettore, in nome della trasparenza, deve essere consapevole del fatto che si stia imbattendo in uno spot, in una marchetta. Altrimenti a cosa servirebbero i finanziamenti all’editoria?
Nessun accenno, né nel titolo né nel sottotitolo, alla frase sulle foibe, che nei piani del Corriere avrebbe quindi dovuto cadere nel dimenticatoio.

Così non è stato. La dichiarazione, assurda, non è sfuggita né a Storace né ad alcuni esponenti romani di Fratelli d’Italia, che in una nota congiunta firmata dal capogruppo in Campidoglio Fabrizio Ghera e da Andrea De Priamo e Federico Mollicone hanno dichiarato:

La dichiarazione del vicesindaco Nieri con cui annuncia che Roma non farà i viaggi della memoria e non ricorderà le foibe è ignobile e deve essere smentita o seguita dal ritiro della delega da parte del sindaco Marino.
I tre esponenti di Fdi hanno poi evidenziato
Roma non solo accolse i profughi istriani, giuliano e dalmati in fuga dall’orrore, ma esiste anche una legge dello Stato, n. 92 del 2004, che dispone l’obbligo per le scuole e le istituzioni di onorare e far conoscere la tragedia italiana degli infoibati per decenni nascosta e mistificata dalla storiografia sinistra e di sinistra. L’amministrazione capitolina con l’assessore Marsilio integrò i viaggi della memoria per i Licei, oltre che per il doveroso ricordo della Shoah, per far conoscere i luoghi fisici del massacro. In più, abbiamo consegnato di recente le chiavi della Casa del Ricordo alle associazioni degli esuli, messo una targa al centro che accolse gli esuli nel Rione Esquilino e patrocinato le mostre organizzate al Vittoriano dalla Presidenza del Consiglio. Chiediamo che Nieri si scusi pubblicamente o che il sindaco Marino gli tolga la delega di vicesindaco. Roma non può tollerare uun simile oltraggio. Ignoranza storica o fanatismo? Sarà il sindaco Marino a chiarire. Forse. Per adesso è in ferie e si sta facendo sostituire dal vice-sindaco campione in gaffes.


cor

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