Croce Gialla di Ancona
Un solo mezzo al 118
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Appalti truccati e corruzione
Sequestrata la Edra Ambiente
Sequestrati società e beni per 40 milioni; eseguite 45 perquisizioni
REGGIO CALABRIA - Il Comando provinciale di Reggio Calabria della Guardia di Finanza ha effettuato un'operazione che ha portato all'arresto di 16 persone nell'ambito di un'indagine su appalti truccati e corruzione. Gli arresti riguardano imprenditori, funzionari e pubblici dipendenti e sono stati eseguiti, oltre che in Calabria, in Veneto, Marche e Toscana. Contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio.
L'operazione, secondo quanto riferiscono gli investigatori, ha portato alla disarticolazione di una associazione composta da imprenditori, funzionari e pubblici dipendenti. Dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, è emersa l'esistenza di un cartello criminale, in grado di pilotare, a detta degli investigatori, sistematicamente l'andamento e l'aggiudicazione di numerosi appalti pubblici.
Società e beni per un valore di 40 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazione denominata "Ceralacca 2", i finanzieri hanno anche eseguito 45 perquisizioni in Calabria, Veneto, Marche e Toscana, le quattro regioni interessate dall'operazione. Disposta anche l'interdizione dall'esercizio della sua attività nei confronti di un imprenditore del quale, al momento, non sono state rese note le generalità.
L'operazione compiuta stamane è la prosecuzione dell'indagine sfociata nel marzo 2012 nell'arresto di alcuni imprenditori edili di Gioia Tauro che avevano monopolizzato gli appalti della Provincia di Reggio Calabria e della Sorical, la società per le risorse idriche calabresi.
Nella prima parte dell'inchiesta la procura di Reggio Calabria aveva accertato lo stretto collegamento tra alcuni imprenditori di Gioia Tauro, e una serie di funzionari pubblici di Reggio e di Catanzaro, con l'obiettivo di controllare tutte le gare d'appalto dei due enti. Chiunque dei funzionari pubblici si opponeva veniva preso di mira con attentati incendiari alle autovetture e minacce.
Le indagini hanno avuto inizio dopo la segnalazione di una dirigente della Stazione unica
appaltante della Provincia che notò una busta relativa ad una gara d'appalto ancora da espletare
sulla sua scrivania, anzichè essere custodita in cassaforte. L'episodio fu denunciato alla guardia
di finanza e le indagini portarono a nove arresti.
Le persone a carico delle quali sono state eseguite le ordinanze di custodia cautelare sono Francesco Bagalà, di 29 anni, di Gioia Tauro; Luca Vescio (34), di Lamezia Terme; ; Massimo Siciliano (44), di Catanzaro; Isidoro Gagliardi (45), di Crucoli; Luigi Cosentino (46), di Cosenza; Giuseppe Riccio (48), di Crotone; Giulio Ricciuto (44), di Pizzo; Pietro Salvatore Teti (50), di Soverato; Michele De Siena Clericuzio (53), di Catanzaro; Francesco Cianflone (60), di Serrastretta; Andrea Romano (47), di Antonimina; Nicola Pelle (32), di Locri; Beniamino Murdaca (34), di Locri; Marianna Montirosso (49), nata in Svizzera; Mariarosaria Barranca (46), di Melito Porto Salvo, e Francesco Mingodaro (52), di Parghelia.
Le società sequestrate, insieme al loro patrimonio aziendale, sono la Condotte srl, con sede a Serrastretta; la Gsc (Dosolo, in provincia di Mantova); la Icop (Antonimina); la Picem di Luca Vescio (Serrastretta); la Edra Ambiente (Senigallia, in provincia di Ancona); la Capillupi Enzo srl (Curtatone, in provincia di Mantova); la Adige Strade srl (Trevenzuolo, in provincia di Verona); la Astarte srl (Locri); l'impresa individuale di cui è titolare Isidoro Gagliardi, che è un ingegnere; la Costruzioni srl (Amato); la Stemag srl e la ditta individuale di cui è titolare Franco Santagada, di 49 anni, di Cosenza. L'imprenditore nei confronti del quale è stata disposta l'interdizione dall'attività è Franco Santagada.
L'operazione, secondo quanto riferiscono gli investigatori, ha portato alla disarticolazione di una associazione composta da imprenditori, funzionari e pubblici dipendenti. Dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, è emersa l'esistenza di un cartello criminale, in grado di pilotare, a detta degli investigatori, sistematicamente l'andamento e l'aggiudicazione di numerosi appalti pubblici.
Società e beni per un valore di 40 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazione denominata "Ceralacca 2", i finanzieri hanno anche eseguito 45 perquisizioni in Calabria, Veneto, Marche e Toscana, le quattro regioni interessate dall'operazione. Disposta anche l'interdizione dall'esercizio della sua attività nei confronti di un imprenditore del quale, al momento, non sono state rese note le generalità.
L'operazione compiuta stamane è la prosecuzione dell'indagine sfociata nel marzo 2012 nell'arresto di alcuni imprenditori edili di Gioia Tauro che avevano monopolizzato gli appalti della Provincia di Reggio Calabria e della Sorical, la società per le risorse idriche calabresi.
Nella prima parte dell'inchiesta la procura di Reggio Calabria aveva accertato lo stretto collegamento tra alcuni imprenditori di Gioia Tauro, e una serie di funzionari pubblici di Reggio e di Catanzaro, con l'obiettivo di controllare tutte le gare d'appalto dei due enti. Chiunque dei funzionari pubblici si opponeva veniva preso di mira con attentati incendiari alle autovetture e minacce.
Le indagini hanno avuto inizio dopo la segnalazione di una dirigente della Stazione unica
appaltante della Provincia che notò una busta relativa ad una gara d'appalto ancora da espletare
sulla sua scrivania, anzichè essere custodita in cassaforte. L'episodio fu denunciato alla guardia
di finanza e le indagini portarono a nove arresti.
Le persone a carico delle quali sono state eseguite le ordinanze di custodia cautelare sono Francesco Bagalà, di 29 anni, di Gioia Tauro; Luca Vescio (34), di Lamezia Terme; ; Massimo Siciliano (44), di Catanzaro; Isidoro Gagliardi (45), di Crucoli; Luigi Cosentino (46), di Cosenza; Giuseppe Riccio (48), di Crotone; Giulio Ricciuto (44), di Pizzo; Pietro Salvatore Teti (50), di Soverato; Michele De Siena Clericuzio (53), di Catanzaro; Francesco Cianflone (60), di Serrastretta; Andrea Romano (47), di Antonimina; Nicola Pelle (32), di Locri; Beniamino Murdaca (34), di Locri; Marianna Montirosso (49), nata in Svizzera; Mariarosaria Barranca (46), di Melito Porto Salvo, e Francesco Mingodaro (52), di Parghelia.
Le società sequestrate, insieme al loro patrimonio aziendale, sono la Condotte srl, con sede a Serrastretta; la Gsc (Dosolo, in provincia di Mantova); la Icop (Antonimina); la Picem di Luca Vescio (Serrastretta); la Edra Ambiente (Senigallia, in provincia di Ancona); la Capillupi Enzo srl (Curtatone, in provincia di Mantova); la Adige Strade srl (Trevenzuolo, in provincia di Verona); la Astarte srl (Locri); l'impresa individuale di cui è titolare Isidoro Gagliardi, che è un ingegnere; la Costruzioni srl (Amato); la Stemag srl e la ditta individuale di cui è titolare Franco Santagada, di 49 anni, di Cosenza. L'imprenditore nei confronti del quale è stata disposta l'interdizione dall'attività è Franco Santagada.
Martedì 21 Gennaio 2014
Condannato per rapina
bloccato dai carabinieri
CASTELFIDARDO - E’ stato scovato e arrestato oggi a mezzogiorno dai carabinieri nella sua abitazione di Castelfidardo dai carabinieri in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata, un trentenne accusato di rapina e furto. Dovrà espiare la pena definitiva di un anno, 9 mesi, 7 giorni e 900 euro di multa per fatti commessi il 27 febbraio 2008 a Osimo e Porto Recanati.
Il giovane era già stato arrestato all’epoca quando era stato sorpreso, bloccato e arrestato con un complice coetaneo marocchino, entrambi fermati nella frazione osimana di Campocavallo, a bordo dell’autovettura Fiat Punto di colore grigia, mentre si allontanavano da una ditta dove avevano consumato il furto di un computer portatile ed una calcolatrice.
Perquisiti, i due marocchini erano stati trovati in possesso di arnesi da scasso ed un cellulare marca “Nokia”. Dagli accertamenti era emerso che il veicolo ed il cellulare risultavano oggetto di una rapina consumata a Porto Recanati ai danni di un giovane recanatese. Il marocchino di 30 anni condannato anche dalla Corte d’appello, è stato arrestato e accompagnato nella Casa Circondariale di Montacuto.
Il giovane era già stato arrestato all’epoca quando era stato sorpreso, bloccato e arrestato con un complice coetaneo marocchino, entrambi fermati nella frazione osimana di Campocavallo, a bordo dell’autovettura Fiat Punto di colore grigia, mentre si allontanavano da una ditta dove avevano consumato il furto di un computer portatile ed una calcolatrice.
Perquisiti, i due marocchini erano stati trovati in possesso di arnesi da scasso ed un cellulare marca “Nokia”. Dagli accertamenti era emerso che il veicolo ed il cellulare risultavano oggetto di una rapina consumata a Porto Recanati ai danni di un giovane recanatese. Il marocchino di 30 anni condannato anche dalla Corte d’appello, è stato arrestato e accompagnato nella Casa Circondariale di Montacuto.
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Osimo, blitz in un magazzino commerciale gestito da cinesi: scoperti clandestini, abusi edilizi e rifiuti non smaltiti a norma di legge
OSIMO – Personale della Polizia di Stato del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Osimo, diretto dal V.Questore Mariella PANGRAZI, in collaborazione con la Polizia Municipale di Osimo, diretta dal Maggiore Graziano GALASSI, hanno effettuato controlli presso un grande magazzino commerciale di Osimo gestito da cittadini cinesi allo scopo di prevenire e contrastare l’immigrazione clandestina, verificare la sicurezza dei luoghi di lavoro e strutturali, nonché eventuali violazioni amministrative. Durante il controllo venivano identificati 15 cittadini cinesi in regola, in possesso di permesso di soggiorno in Italia, due dei quali venivano denunciati in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per aver violato le norme che regolano la permanenza sul territorio italiano. Inoltre si accertava che gli stessi domiciliavano in una foresteria adiacente al negozio che veniva trovata in precarie condizioni igieniche, strutturali e priva di riscaldamento; per tali motivi veniva richiesto il sopralluogo da parte dell’A.S.U.R. e del preposto Ufficio Tecnico Comunale per verificarne l’abitabilità e procedere all’ordine di ripristino dei luoghi e degli impianti. Durante le operazioni si accertava che nello stesso stabile erano in corso dei lavori di ristrutturazione che risultavano essere eseguiti senza autorizzazione e pertanto veniva denunciato in stato di libertà l’amministratore delegato della ditta proprietaria dell’immobile per il reato di abuso edilizio, nonché per il reato di gestione di deposito di rifiuti non autorizzato in quanto si rinveniva sul luogo anche una notevole quantità di rifiuti speciali. Ulteriori verifiche sono in corso da parte dell’Ufficio Tecnico Ambientale del Comune di Osimo in merito alla copertura dello stabile al fine di verificare se la stessa sia realizzata con Eternit già trattato con materiali a norma di Legge. I predetti controlli in collaborazione con la Polizia Municipale di Osimo saranno ripetuti anche nei prossimi giorni al fine di prevenire eventuali incidenti causati dalla mancanza dei requisiti di sicurezza nei posti di lavoro e negli alloggi, nonché di prevenire e reprimere il fenomeno dell’immigrazione clandestina e del suo sfruttamento.
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