domenica 21 giugno 2015







Abbiamo detto che la gente è scesa in piazza da sé; la manifestazione è statadavvero 

una manifestazione di popolo, di massa, di tutti quelli – delle famiglie, soprattutto – 

che si sentono vilipesi e offesi dalla cultura elitaria di chi si proclama democratico 

ipocritamente, e invece disprezza il popolo, la gente vera e la natura.


Le associazioni e i comitati che da qualche anno vanno facendo opera di formazione e informazione sui temi di bioetica, sui principi non negoziabili, per diffondere la cultura della vita sono tante: daiGiuristi Per la Vita, alla Manif Pour Tous; dalle Sentinelle in Piedi a Voglio la Mamma, al Comitato Articolo 26, a Vita è (non posso qui ricordarle tutte); sono tutte associazioni giovani e senza appoggi forti né dalla politica, né dalla Chiesa o da altre istituzioni. ProVita, per esempio, lo sapete, è nata solo tre anni fa.
Eppure il loro lavoro capillare ha smosso un milione di persone. Dal basso. Per raccordare tutte queste associazioni, per collegare, fare rete, gestire, concordare, chiamare a raccolta e arrivare al 2 giugno in cui seduti intorno a un tavolo si è dato vita al “Comitato Difendiamo i nostri figli”, c’è voluta la forza di volontà, la capacità organizzativa e diplomatica di “un manipolo di eroi”, tra cui il nostro Toni Brandi: ci hanno creduto, l’hanno voluto, e ci sono riusciti, nonostante i più sostenessero che senza la Chiesa e senza i partiti non si sarebbero radunate più di centomila persone.
Del resto la mission di ProVita è proprio questa: dar voce a chi non ha voce, perché siamo convinti che un mondo che rispetti la vita dei piccoli, dei deboli, sia un mondo migliore per tutti. Vogliamo cambiare il mondo. Vogliamo che prevalga il Bene che nel mondo già c’è. 
Sabato scorso ci siamo riusciti. Noi tutti in redazione vogliamo dire un grazie speciale al nostro Toni Brandi.
Francesca Romana Poleggi














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